First
meeting
La prima volta che t’ho incontrata, avevamo appena sei
anni. Io ero esattamente come adesso, un bimbo pigro, apatico ed estremamente
saccente. E anche tu eri uguale ad ora: radiosa come il sole.
Eravamo in un campo, una di quelle distese floreali che ami
tanto. Io mi trovavo lì per caso, cercavo semplicemente un posto per fuggire
dagli altri bambini che volevano giocare, e io non ne avevo nessuna voglia. Tu
invece eri lì con tua madre e stavate raccogliendo dei fiori di campo per il
vostro negozio.
In effetti, una persona pura e delicata come te poteva
essere solo figlia di fiorai, forse.
Comunque ricordo perfettamente il nostro primo contatto.
Ero disteso tra i fiori e l’erba ed osservavo il cielo immenso con estremo
interesse. Amavo già le nuvole, ero solo un bambino eppure le trovavo
interessanti, forse perché mai ripetitive. Come te. Anche tu eri sempre una
sorpresa, forse è per questo che uno come me, che trova noiosa qualsiasi cosa,
avrebbe potuto innamorarsi solo di te.
Udii una risata argentina e squillante, un suono che alle
mie orecchie era come il più piacevole di questo mondo, mai sentito niente di
altrettanto delizioso.
Mi alzai a sedere e notai una bambina bionda che correva
inseguendo una farfalla. Eri tu, ovviamente, quella bambina. Tua madre ti
guardava da lontano, di tanto in tanto alzava la voce per farsi sentire da te e
raccomandarsi che non ti allontanassi troppo. Tu le rispondevi sempre con un
immenso sorriso sdentato, quindi riprendevi i tuoi giochi.
Improvvisamente ti fermasti e lasciasti che la farfalla
andasse via. Mi avevi visto e con la tua curiosità innata ti avvicinasti a me e
ti inginocchiasti al mio fianco.
“Ciao. Io sono Ino. Tu come ti chiami?” pensai che la tua
vocina fosse sublime.
“Shikamaru” risposi solo, con il mio solito fare annoiato.
Non sapevo comportarmi in altri modi al di fuori di questo, ma tu non ti
facesti intimorire. Ti sedesti al mio fianco ed iniziasti a raccogliere alcuni
fiori per fare una bella corolla.
“Ti piacciono i fiori, Shikamaru-chan?”
Io feci spallucce. “Non mi dispiacciono.”
Ti voltasti a guardarmi, fermando un attimo le manine
dall’azione di intrecciarli e mi sorridesti mostrandomi la buffa finestrella
che portavi con orgoglio tra i dentini da latte. “Capisco.”
Rimanemmo in silenzio per un po’. Tu intrecciavi i fiori,
canticchiando un motivetto che non avevo mai sentito, ma era qualcosa di
frizzante che mi trasmetteva il buon’umore. Tutto, di te, mi dava il
buon’umore.
“Cosa vuoi fare da grande?” mi chiedesti improvvisamente,
attirando la mia attenzione, fino a quel momento rapita dal movimento rapido e
preciso delle tue piccole manine latee, ancora un po’ paffute a causa della
giovane età
“Non so. Qualcosa di
interessante.”
“Non hai le idee molto chiare, Shika-chan” mi dicesti in tono
scontato. “Ho finito” dicesti poi all’improvviso, voltandoti verso di me e
lasciando scivolare la corolla di fiori bianchi dalle tue manine, facendo
passare la mia testa tra gli intrecci e abbandonandomela intorno al collo.
“Ti piace?”
Io scrollai le spalle, come poco prima “Sei brava.” dissi
senza troppo entusiasmo.
“E’ perché io da grande vorrei diventare fioraia come la
mia mamma” mi spiegasti, mentre i tuoi occhietti si illuminavano di gioia.
Finalmente feci anche io un sorriso, per quanto piccolo
“Diventerai una brava fioraia.”
Credo che ti fece parecchio piacere quella mia frase,
perché battesti le manine, pigolando uno “Speriamo” davvero fiducioso.
“Io forse potrei diventare ninja.” Mi venne da dire
improvvisamente, quando poi non mi era mai passato neanche per l’anticamera del
cervello di provare l’esame d’ammissione all’accademia.
Mi guardasti con un che di ammirazione. “Davvero?” eri
seriamente colpita. E io ero un bambino furbo, dato che volevo proprio fare
colpo su di te.
“Beh, allora magari potrei diventare ninja anche io.”
Ora ero io quello colpito, e preso in contropiede.
“Ma fare il ninja è una cosa da maschi!” borbottai non
troppo sicuro però delle mie parole.
Tu sbuffasti. “Maschilista. Diventerò una grande ninja
fioraia, ho deciso!”
“Ma non esistono i ninja fiorai!” mi venne solo da
contraddirti.
“Beh, allora sarò la prima ninja fioraia della storia.”
Ridacchiasti, e io
invece rimasi in silenzio, ipnotizzato.
Mi avevi già rapito il cuore, anche se ero troppo piccolo
per rendermene conto.