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Autore: Lake90    20/02/2016    2 recensioni
Nove mesi dopo il tradimento di Morgana, è Arthur a doversi occupare del regno.
Ma Camelot non è ancora al sicuro. Tra nuovi amici, segreti e tradimenti, una nuova profezia sconvolgerà la precaria stabilità del regno. Questa volta non basterà Merlin a salvare Arthur con la sua magia, perché la minaccia viene da molto lontano, e il destino si sa agisce per vie molto misteriose.
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Gwen/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Ciao a tuttiiiii!!! :)
Come vedete questa settimana sono stata quasi puntuale, nemmeno io credevo di farcela sinceramente xD
Bene, eccoci giunti all’ultima parte di questa “puntata” della mia storia. Dico “puntata” perché se l’ispirazione - e voi - non mi abbandonate, c’è ancora molto altro in programma per questa FF.
Ringrazio come sempre chi continua a seguirmi nonostante tutte le mie mancanze, e chi non manca mai di lasciare delle recensioni sempre gentili e simpatiche, che mi hanno incoraggiata tantissimo spingendomi a continuare nonostante i vari momenti di sconforto. :*
Ora, tornando alla storia, vi avevo promesso che avrei svelato il riferimento a “Buffy”. Il riferimento era presente…. nella scena in cui Clara blocca la spada. Complimenti a chi l’ha trovato! *_*
Ricordavo nella serie questa scena stupenda, in cui Buffy blocca la spada di un “cattivo” Angel mentre cerca di attaccarla e…be’ adoro Buffy , la sua grinta (ed i suoi ‘attributi’) perché in quel momento è stata grande. Chi seguiva la serie se che, caspita lui era l’uomo che amava e in quel momento ha tentato di ucciderla! :O
Quindi non vedevo l’ora di usare questa scena! *_*
Ok basta, potrei parlare di Buffy - come di Merlin - per ore, perciò…stoooop!
Sto parlando troppo.
Vi lascio al capitolo scusandomi come sempre per i vari ‘orrori’, ma mi ostino a scrivere a quest’ora e purtroppo questo è il risultato, pardon! :(
Eh sì, lo so che Lancelot qui è un po’ OC ma…dai ci sta, concedetemelo se potete e perdonatemi anche per questo!
Bene, buona lettura e…ci vediamo nelle note finaliiii!!! ;)
 

WENDIGO

EPILOGO

 
 
 

Dove eravamo rimasti:

Il principe annuì, afferrò il cuore con rabbia e ne assaporò la sensazione ghiacciata che avvertiva nella mano.
Formarono tutti un cerchio attorno al fuoco e ammirarono la brutalità con cui il principe ce lo scagliò dentro.
Il cuore di ghiaccio colpì le fiamme e nell’aria si udì un lamento acuto, come quello di una mandragola.
Pian piano iniziò a spaccarsi in piccole crepe, lo udirono scricchiolare tra le piccole lingue di fuoco danzanti mentre altrettanto lentamente si scioglieva.

Nessuno si accorse di due occhi che cambiavano colore; né del tempo fermarsi.
Nessuno colse una figura avvicinarsi al fuoco, chinarsi su di esso e calmarlo con un gesto della mano. Nessuno si accorse della stessa mano che raccoglieva di quel cuore ghiacciato dato in pasto alle fiamme, un frammento solitario nella cenere; né della stessa mano che nascondeva quella scheggia in una tasca.
Ma due occhi tornarono a mutare ed il tempo tornò al suo naturale corso.
Quegli occhi si unirono a quelli degli altri che osservavano la scena. Tutti sospirarono di sollievo, quasi all’unisono.
Il Wendigo era morto…era davvero finita!

________________________________________________________


Trascorse un giorno a Camelot ed erano tutti un po’ meno ammaccati.
Anche Merlin che era quello che più aveva avuto la peggio dallo scontro.
Ma gli uomini sono uomini e quasi tutti hanno un solo modo per sfogare la rabbia in eccesso o per assurdo la stanchezza: usando la forza bruta.
Ed i cavalieri non erano da meno, quindi quale miglior modo di sfogarsi se non impugnando una spada e agitandola a destra e a manca così, per passare il tempo?

Stava facendo notare proprio questo Clara a Merlin, quando gli si avvicinò Lancelot con un ghigno malefico in volto; e i due gliel’avevano visto sfoderare solo una volta in vita loro, giustappunto qualche giorno prima.
Ah no, non prometteva bene…ancora aria di guai.

“Vi ricordate di quel debito vero?”
“Quale debito?” chiese il giovane mago. Il cavaliere gli cinse le spalle con un braccio ed incanalando i modi di Gwaine disse “Oh su amico mio, non fare finta di niente. Mi dovete un doppio favore dato che anche questa volta ti ho coperto Merlin” sussurrò l’ultima parte riferendosi all’uso della magia fatto da Merlin sulla sua spada. Decisivo per annientare il Wendigo e di cui nessuno fortunatamente se n’era accorto fino in fondo…come al solito.
“Appunto hai coperto lui, io che c’entro?” rispose stizzita la riccioluta ragazza, sentendosi chiamare in causa.
“No signorina, c’entri anche tu perché anche tu sei complice dei suoi…trucchetti!” anche questa volta concluse la frase in diminuendo.
“Uff!” sbuffò lei. Anche il servitore sospirò arreso.
“Va bene…dicci tutto Sir Eroe!” lui mostrò nuovamente il ghigno e i due si pentirono immediatamente di aver accettato il patto.


***************


“Allora Sir Lancelot, siete pronto?” domandò il principe roteando la spada spavaldo.
“Sono nato pronto Sire!” anche lui lo imitò.

Erano nel campo di addestramento pronti al duello. Un gruppo composto dai soliti noti cavalieri di Camelot, più Sir Dagonet con i suoi, erano pronti a godersi lo spettacolo.
Seduti ‘in panchina’ i due servitori, pronti anche loro ad entrare in azione.

“Potete iniziare!” ordinò Leon, il primo cavaliere, facendo in questo caso le veci del principe.
Arthur si preparò ad un affondo ma fu distratto da una voce femminile…alta e civettuola.
“Aaah Merlin, lo senti anche tu tutto questo testosterone nell’aria?”
Testo che?” domandò sempre a voce alta il servitore.
“Niente niente…è l’ego maschile in tutta la sua virilità!”
Il principe scosse il capo pronto a non lasciarsi più distrarre e bloccò in tempo un fendente del suo avversario.
Fece un passo indietro di assestamento e lo scontro continuò.
Tra suoni metallici, spada contro spada e tifo dei cavalieri, neanche le chiacchiere dei due servitori si spensero.

“Lo sai Clara, credo che i cavalieri non siano più quello di una volta, soprattutto una certa testa di fagiolo!”
La ragazza scoppiò in una risata fragorosa. Il commento lasciò Arthur un po’ interdetto e dopo un attimo di incertezza, che gli era quasi costato la sconfitta, decise di ignorarlo ed andare avanti. Sfoderò un nuovo affondo e...clang, bloccato.
Il principe sbuffò.

“Già, lo penso anche io. Forse è l’amore!” giunse la voce della ragazza al suo orecchio.
Il biondo cavaliere si guardò intorno imbarazzato. Fortunatamente pochi conoscevano quel soprannome, quindi solo i ‘suoi’ si lasciarono andare a risolini divertiti cogliendo il riferimento.

Guardò Lancelot deciso a concentrarsi e fece in tempo a compiere mezzo giro ed evitare il suo affondo.

Aaah quei due idioti! grugnì mentalmente.

Il duello andò avanti così: affondo, battuta sarcastica su di lui, distrazione, contrattacco, commento ironico, distrazione e squilibrio.

Finché il principe ne ebbe abbastanza e mentre sfoderava il nuovo attacco a spada sguainata urlò “Se fate un altro commento vi licenzio!” senza guardarli li fulminò comunque col tono della sua voce.

Ma la forza inflitta a causa del nervosismo fu tale che Lancelot, pur bloccando il colpo, perse l’equilibrio e finì col sedere per terra.
Il principe gli portò la spada sul petto, senza naturalmente toccarlo.
Il leale cavaliere fece una smorfia dispiaciuta ma poi sorrise.
Il biondo vittorioso si voltò a guardare la causa della propria deconcentrazione durante il duello: i due idioti! Li guardò borioso e spavaldo, incrociando le braccia sul petto.
“Voi due…” li minacciò poi con l’indice.
I due sorrisero malandrini, come pesti pronte a combinare guai.
Lui corrugò la fronte, cosa nascondevano?
“Sire…” iniziò la serva indicando alle sue spalle.
“…sarebbe meglio se…” continuò il mago. Arthur non capì.
Avvertì solo una repentina pressione sulle gambe e si ritrovò di colpo il mondo capovolto. Uno sgambetto l’aveva steso facendolo cadere per terra. Alzò il capo e su di lui troneggiava un sorridente Lancelot con in mano la spada la cui estremità lo teneva bloccato a terra pur senza sfiorarlo.

“...Faceste attenzione alle vostre spalle!” conclusero i due servitori in coro.
“Vi arrendete Sire?” mormorò il cavaliere con un sorriso di sbieco, con parole che facevano da eco al loro primo incontro e vero ‘duello’ la cui conclusione era stata la stessa. Un ghigno sul suo volto. Un broncio indispettito su quello del principe.

“Aaargh!” ringhiò il reggente non appena si fu rialzato, lanciando la spada per terra di getto. Poi si voltò di scatto verso i suoi due servitori che sgranarono gli occhi prevedendone l’ira.
“Oh-oooh” balbettò Clara.
“Già…” rispose Merlin deglutendo sonoramente.
“Clara e Merlin…” cantilenò allora Arthur a mo’ di avvertimento.
La rabbia gli ribolliva dentro.
“Sii?” ripeterono ancora all’unisono sornioni fingendo però innocenza.
“Forse sarebbe meglio per voi invece se…INIZIASTE A CORRERE!” sbraitò.
Poi schizzò in piedi e li puntò con lo sguardo: gli occhi ridotti a due fessure minacciose che lanciavano saette.
“ADESSO!” urlò.
“Merlin…” disse la ragazza a denti stretti e indietreggiando.
“Sì…?” chiese il moro imitandola.
“FILA!” gli afferrò la mano ed i due iniziarono a correre come due forsennati. Il principe gli scattò subito alle calcagna.
Tutto tra le risate generali ed un Gwaine che giunto alle spalle del vittorioso cavaliere, gli diede una pacca sulla spalla congratulandosi.
“Ben fatto amico! Hai incaricato quei due di distrarlo eh? Non pensavo di poter vivere abbastanza da vedere il ‘leale Lancelot’ imbrogliare”
“Non è imbrogliare, è rendere pan per focaccia al principe…sapessi la prima volta che mi ha incontrato che trucchetto ha usato. E poi quei due avevano un debito con me!” finì incrociando le braccia sul petto, un sorriso malefico sulle labbra, così inusuale per lui.
Dopo qualche secondo di silenzio, entrambi scoppiarono a ridere mentre il principe sbraitando, continuava a inseguire i suoi servitori che scappavano a gambe levate verso il castello.
 

**********


Giunto il pomeriggio il principe aveva ormai l’anima in pace.
Se la rideva tra sé e sé mentre si cambiava dietro al paravento nelle sue stanze. Ripensava alla lunga lista di punizioni che aveva assegnato a quei due idioti.
Naturalmente chi se non proprio uno quei due poteva infiltrarsi nel suoi momentanei pensieri di gloria per gongolare?

“E così… avevo ragione io Sire . Del torbido c'era...dopotutto”
"..."
"Si si, fate finta di non ricordare quello che non vi conviene" continuò il servitore mentre rifaceva il letto del biondo.
"Merlin, non ho idea di cosa tu stia parlando" venne la voce del principe ovattata dal 'muro' creato dal paravento.
"Si si...certo. Perché dare ragione al povero servitore, che per voi ha fatto pure da esca, rimettendoci quasi le penne sottolineerei, quando è palese che era nel giusto?"
"Che esagerato…addirittura ‘rimetterci le penne’! E poi Merlin, 'palese', quanto volte ti ho detto di non usare certi paroloni, non ti si addice" iniziò a sfotterlo.
"Ma..." Non concluse la frase però, perché un paio di pantaloni ‘in volo’, lo colpì in testa.

Chissà chi è stato? pensò ironicamente il mago e roteò gli occhi non visto.
"Grazie Sire, è un onore essere trattato così da voi. Avete proprio le caratteristiche di un futuro re" si scoprì la testa dai pantaloni di scatto, seccato. Così si voltò verso il grande specchio al di sotto del quale vi era una panca, per deporli nella cesta della roba sporca che giaceva su di essa. Ma nel movimento la urtò facendola cadere per terra. Sgranò gli occhi.

No, un'altra ramanzina su quanto io sia imbranato no!
Era infatti pronto a riceverla dal principe. Ma la cesta era leggera per fortuna e gli indumenti pure, perciò in realtà non avevano prodotto alcun rumore. O per lo meno non abbastanza forte da raggiungere le orecchie del principe. Così ne approfittò e si chinò zitto zitto per raccogliere velocemente il contenuto riverso sul pavimento.
 
Quando ebbe finito, era pronto a mascherare il silenzio riprendendo il discorso che avevano interrotto, ma con la coda dell'occhio catturò qualcosa ai piedi della panca.
Un bigliettino.
Si accovacciò e lo raccolse. Una scossa attraversò il suo corpo. Per un attimo gli si spezzò il respiro.
Era ripiegato, lo aprì rivelando quello che in realtà era un foglio più grande. Ancora la stessa sensazione ma più intensa lo assalì.
"E questo cos'è?" Chiese al biondo quando ebbe recuperato la parola, un po'in affanno.
Mentre continuava a vestirsi, la sua chioma dorata non tardò a fare capolino dal paravento.
"Cosa?" Poi lo vide e in un flash se ne ricordò.
"Ah sì, l'avevo rimosso. Era tra le pagine del libro sul Wendigo. Era caduto, forse si è strappato, l'ho preso e...e in realtà non so neanche io perché l’ho fatto" aggrottò la fronte, grattandosi la testa perplesso.
Il moro iniziò a leggerne il contenuto e di colpo gli si gelò il sangue nelle vene.
Arthur non sentendolo parlare, e ormai vestito, uscì dal separé e guardandolo impallidire si preoccupò.
"Cosa c'è?" Non ricevendo alcuna risposta domandò ancora "Che c'è scritto?"
Il ragazzo allora tremante, gli porse la pagina stropicciata.
"È per voi..."
E in quel momento il principe si chiese cosa diavolo potesse essere.
 

******

 
Poco dopo erano entrambi seduti alla scrivania del principe. Uno di fronte all'altro con la stessa scrivania a dividerli.
Fu Arthur a rompere il silenzio.
"Cosa diavolo ci faceva questo foglio - lo mostrò ancora a Merlin- in quel libro, e come faceva ad essere destinato proprio a me? I libri nella biblioteca reale sono a milioni...quante possibilità ci sono che io avrei scelto proprio quello tra tanti?"
Il servitore scosse il capo anch'egli incredulo. Gli occhi alla pagina.
"Non lo so Arthur...però è strano. Forse dovreste continuare a leggerlo per sapere di che si tratta. Anzi se volete vado via e vi lascio solo..." Fece per alzarsi ma l'altro lo bloccò. "Merlin tu che non ficchi il naso? Non è da te!" Si accigliò scherzoso. Il mago sorrise. "Comunque...resta. Non si sa mai, grazie a Gaius potresti sapere qualcosa che mi sfugge e capirci qualcosa di più di ciò che questa pagina contiene"
"Come desiderate Sire" scherzò. "Non avrei mai immaginato che sarebbe giunto quel giorno in cui avreste riconosciuto il mio valore"
Il biondo, che aveva lo sguardo sulla pagina, si limitò a rispondere "sta zitto e siediti Merlin!"
"Va bene..." serrò le labbra.
L'altro lo guardò ancora un po' incerto sul da farsi. Il servitore annuì, in quel gesto un "Andrà tutto bene, cosa mai potrà esserci scritto?".
Allora lui posò di nuovo gli occhi cielo su quella misteriosa pagina ed iniziò a leggere a voce alta...


 
Caro principe Arthur,
Spero che questa lettera giunga nelle vostre mani un giorno. Solo le vostre, di nessun altro.


– si interruppe e guardò Merlin che invece l’aveva raccolta da terra. Continuò –
 
Perché sono profeta di verità, veggente di un presagio.
Ho fatto un sogno. Ho sognato un futuro così distante per me, eppure tanto vicino; due epoche che si stringono la mano.
Verrà infatti un giorno di grande pericolo per Camelot. Questo pericolo potrà segnare la fine per due mondi. La fine di due tempi.
La minaccia arriverà da molto lontano, da un essere dal cuore di ghiaccio. Avrà un grande potere che risiederà in elementi che non gli appartengono e sarà con gli elementi che minaccerà. Con essi ucciderà e provocherà dolore.
Il male ne tingerà gli occhi di uno strano colore. Dei quattro vorrà l'estinzione nel segno dell'uno. Come un albero: un unico tronco da quattro radici...

Perciò ragazzo mio, diffidate dell'amico e fidatevi del nemico apparente, egli veglierà su di voi; anche contro la morte. Perché la verità sta in ciò che non ti aspetti.
Quando il tempo giungerà, chi porterà rovina e distruzione a Camelot e al mondo nel tempo, si vestirà di un velo che coprirà il regno con la sua oscurità; con ciò che era nato per essere luce.
Perciò caro erede, quando i traditori sorgeranno state attento! Il nemico dal cuore di ghiaccio porterà una condanna celata in un simbolo di vita intrecciato alla morte; intrecciata ad essa come le spine in un roveto. Come le lune che esso rappresenta.
Il traditore porterà un marchio di morte: tre anelli intrecciati tra loro, incisi a fuoco nella carne.

                                        

                         


 
Il principe mostrò confuso quel simbolo raffigurato sul foglio al suo servitore, il quale scosse il capo. Non aveva idea di cosa rappresentasse. Allora il biondo riprese a leggere le ultime parole di quello strano messaggio:
 
Nelle lacrime risiede la vita mio piccolo Arthur e con le mie lacrime affido nelle vostre mani Albion e il suo destino.
Che la triplice Dea vi protegga e sia al vostro fianco come avrei voluto essere io.

Con tutto il mio cuore,
Niniane.

 
Rimasero in silenzio a contemplare quella lettera in cui erano iscritti quelli che parevano versi di una misteriosa profezia.
E pensarono che se la pagina era proprio lì, proprio in quella sezione dedicata al Wendigo, un motivo dopotutto c’era. Un motivo racchiuso in tre parole chiave: cuore di ghiaccio.
 

********************

 

Era sera e Clara e Merlin erano in infermeria.
Gaius non c’era ed i due approfittarono dell’assenza dell’anziano per parlare ed analizzare un po’ quanto era accaduto col Wendigo.

“Ti rendi conto? Edric…ci ho parlato poco, ma non l’avrei mai immaginato”

Erano entrambi seduti al tavolo. La ragazza con i gomiti poggiati su di esso e la testa incorniciata dalle mani, il giovane mago invece con il mento sulle braccia conserte anch’esse sul tavolo.

“Sì Clara, anche io non posso crederci” sospirò. Se ripensava agli eventi di quella notte ancora rabbrividiva, c’era davvero mancato poco.

“Certo che, c’è davvero mancato poco” continuò lei dando inconsapevolmente voce ai suoi pensieri.
“Già…”
“Ed è anche merito del grande Killian se ci siamo salvati”
“Già…” ripeté. Poi registrando il nome esclamò “Chi?”
“Come chi?” domandò la giovane scandalizzata “Il potente mago di cui parlava Gaius l’altro giorno…quello del libro con l' incantesimo …”
“Ah sì, è vero!” che stupido che sono, anche questa volta ci è mancato poco!
“Mi sa che quella botta in testa ti ha fatto davvero male!” scherzò lei. Poi i suoi tratti si ammorbidirono ed i suoi occhi si fecero tristi.

Guardavano la cicatrice sul lato destro della sua fronte. ‘Ricordo’ oscuro del Wendigo; ferita inflittagli a causa dell’impatto con il muro contro cui il mostro l’aveva scagliato.
 
“Clara, non ti preoccupare” la consolò “E’ passato. Sta guarendo. La magia mi aiuta a guarire velocemente. Proprio come è successo alla caviglia, e credimi, mi sono fatto male più a quella” rise cercando di sdrammatizzare.
Ma quel velo di tristezza non abbandonò lo sguardo castano di lei.
“C’è davvero mancato poco Merlin, ed io? Cosa ho fatto io? Ero impalata lì come uno stoccafisso. Un essere inutile e inerme. Mi sentivo così…così…”
Lui si raddrizzò a sedere colpito. Aveva provato la stessa sensazione in quei momenti drammatici, ma al contrario, rivolti a lei, rivolti a tutti loro.

Vederli scaraventati per terra, sul muro, quasi trafitti dagli artigli di quell’essere schifoso….sussultò al pensiero.
Si mise in piedi e poggiandole una mano sulla spalla le disse dolcemente
“Clara, io ho provato la stessa cosa. La differenza era che io ero inutile davvero!”
“Ma se tu..” lo interruppe indignata “Sssh, fammi parlare, ascoltami!” le prese entrambe le spalle allora, girandola leggermente sulla sedia verso di sé. La guardò intensamente. I suoi occhi oceano persi nei suoi occhi terra “Tu hai lottato mi capisci? Tu ti sei ribellata! Mi hai fatto da scudo, e sono io tra i due quello con la magia! Eravamo spacciati credimi, lo eravamo davvero, ma tu hai sfoderato un coraggio che…in quel momento sono stato così fiero di te, tutti lo siamo stati…anche quel testone di Arthur!” sorrise “Glielo si leggeva in faccia!”
Lei ricambiò il sorriso, gli occhi lucidi.
“Solo in quel momento?”
“Cosa?”
Lei rise “non siete fieri di me tutti i giorni?”
Lui fece finta di rifletterci su “Mmm, hai anche tu i tuoi momenti!” risero ancora.
Allora lei gli buttò le braccia al collo e lo abbracciò stretto stretto. Poi sussurrò al suo orecchio “Grazie! E non solo per quello che hai detto, ma per quello che fai per noi, per Camelot, tutti i giorni”
Il suo cuore si colmò di una gioia indescrivibile a quelle parole. Nessuno mai glielo aveva detto così apertamente, neanche quelli che sapevano della sua magia da tempo, come Lancelot e Gaius.

E sebbene in un primo momento era rimasto teso nell’abbraccio, non essendoci abituato, poi lo ricambiò, altrettanto fortemente.
“Grazie a te….di esserci, per me!” anche lui aveva gli occhi lucidi.
Quando si staccarono teneramente, al mago sfuggì un lamento.
Era ancora un po’ indolenzito dopotutto.
La giovane si accigliò preoccupata.
Poi annuì convinta, quasi avesse preso mentalmente chissà quale decisione, e si diresse alla dispensa dalla quale estrasse un barattolino con una sostanza gelatinosa e giallognola.
Gli si avvicinò, liberò il barattolo del tappo e l’aria si permeò di un odore stupendo di menta e limone. Rilassante.
La giovane gli tolse la sciarpa blu che indossava attorno al collo e la lanciò sulla sedia vicina.
Poi prese un po’ della sostanza e prese a lavorarla tra le mani.

Senza che se lui ne rendesse conto, gli portò le mani sulla nuca ed iniziò a massaggiargli  dapprima il collo e poi scese verso le spalle, portando le mani sotto la maglietta senza toglierla. 
Sentì i suoi nervi tesi sciogliersi come neve al sole, e piano piano si rilassò.
Non si accorse neanche di essersi poggiato con la testa sul tavolo, le braccia nuovamente conserte a fargli da cuscino.
Probabilmente si era anche appisolato quando sentì la porta aprirsi ed il medico domandare “Clara, cosa diavolo….?”
“Ssh Gaius, era ancora a pezzi dopo l’altro giorno. Ho deciso di usare questa pomata come mi avete consigliato per distendere i nervi e alleviare il dolore” sussurrò.
“Ah, allora c’è qualcuno che mi ascolta. Grazie ragazza mia!” la imitò.
“Non c’è bisogno che parlate sottovoce, sono sveglio” farfugliò il ragazzo, le sue parole impastate dal sonno.
Il cerusico e la serva scambiarono uno sguardo d’intesa divertito.
“Và a dormire Merlin. Domani sarà una lunga giornata!”
Il giovane sbuffò e aprì gli occhi “Come ogni giorno qui a Camelot!”
Si alzò pigramente, diretto alla sua camera.
Poi si ricordò di Clara che proprio in quel momento disse “Vado anche io, la giornata è lunga anche per me!” sbadigliò e si stiracchiò.

“Bravi bambini, a nanna!”
Entrambi lo guardarono sconvolti “Gaiuuus!” cantilenarono all’unisono come bambini.
Il medico rise.
“Gaius, Merlin…buonanotte!” si congedò quindi la serva.
“Buonanotte Clara e…grazie!” rispose Merlin ed entrambi si scambiarono un tenero sorriso.
Poi la ragazza salutò con un gesto della mano ed uscì.
Solo allora Merlin si accorse che aveva dimenticato, da sbadata qual era, le chiavi di casa sua sul tavolo.
Con le poche forze che aveva, la raggiunse. Era nel corridoio che per fortuna era ancora ben illuminato da qualche torcia, perciò riuscì facilmente ad individuarla.
“Clara!” la chiamò.
Lei lo udì subito e si voltò. “Le chiavi!” esclamò agitandole in aria.
Lei si schiaffeggiò la fronte ed avvicinandosi a lui sospirò.
“Aaah, chissà dove ho la testa!”
Quando gli fu di fronte, le porse le chiave, ma nell’attimo in cui le loro mani si toccarono, notò che la benda che copriva il suo polso ferito era strappata. Probabilmente a causa del massaggio.

Ma solo quando ritirò la mano in un gesto che le scoprì completamente il polso, ne ebbe una chiara visione.
E in quell’attimo una spada trafisse il suo cuore.
Lì su quel polso, non più celato da una fasciatura, giaceva un simbolo: tre cerchi intrecciati; simbolo di tradimento, simbolo di morte.
Si sentì soffocare e il tempo per lui si fermò.

Clara…il marchio di morte…il traditore!
 

*******

“Hai fallito!” tuonò una voce nell’ombra.
“Non ho parole per esprimere la mia desolazione mio signore” un’altra voce rispose tremante e sottomessa.
“La tua desolazione non mi serve a nulla!” urlò. Le pareti della caverna vibrarono anch’esse come impaurite dalla sua imponente voce profonda.
“Cosa volete che faccia?” inchinò il capo con timorosa riverenza.
“Dovrai fare in modo che il principe ne perda la fiducia”
“In che modo?”
“Ho qualche idea...vedi di non tradirmi questa volta!” ordinò furente.
“Non lo farò mio signore…non lo farò!” e i suoi occhi cambiarono colore fieri.

 

 

******

 
Se il principe fosse stato più avveduto quel giorno, lo avrebbe letto tutto quel paragrafo del libro dedicato al Wendigo. Perché se non lo avesse saltato, avrebbe scoperto qualcosa che si sarebbe rivelato molto importante.
La sezione sul Wendigo che lui aveva ignorato infatti, recitava così:
 
Prestate Attenzione!
*“Egli viene e porta con sé il freddo… Egli è uno ma porta con sé lo Spirito di molti. Egli teme il fuoco, simbolo della Luce e dono del Sole. Solo chi serve il benigno Sole non teme la sua ira…*
Ma tu servitore del Sole sta attento! Una scheggia del suo cuore di ghiaccio può risvegliare i morti dal loro sonno. Non è finita! Il Wendigo regnerà ancora nelle lacrime di chi si è spento. Il Wendigo non dormirà mai!


_______________________________________________

Ecco, parte della mia storia incentrata sul Wendigo è finita. Come vedete dal finale aperto, tanto altro potrebbe accadere a Camelot, sempre che a voi vada ancora di seguire questa mia follia.
Ve l’aspettavate il finale? Cosa ne pensate? Ho fatto troppi casini? Fa troppo schifo?
Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate, vi pregoooooooo :'(
Vi ringrazio ancora all’infinito per il supporto che mi date, anche quello ‘silenzioso’, per me significa il mondo.
Ora vi saluto  dandovi appuntamento alla seconda “puntata” di questa mia “serie nella serie”. Non la definisco così per presunzione, ma perché non so come altro definirla, perdonatemi :(
Spero vi sia piaciuta e che non ci siano troppi errori.
Grazie di tuttoooooooooo, buona notte e….a prestoooooooo!
Lake90
 
P.S. L’ultimo pezzettino, quello tra gli asterischi, è tratto dalle parole trovate online di un libro intitolato  “Windigo - mito e leggenda” di Claudio Foti, che spero mi perdoni questa citazione.
Passando invece al simbolo, lo so che non è un marchio di morte, ma credetemi, c'è un motivo se gli ho dato quel significato. Motivo che se l'ispirazione non mi abbandona, si capirà più in là. Scusate se non è un'opera d'arte, ma ho cercato di renderlo 'caruccio' io con un programma online e...be' diciamo che non sono mai stata un'artista, soprattutto con le immagini. Ci ho provato dai xD
Bacioni…ciauuuuuuuuu!!! ;)


 

   
 
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