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Autore: eringad    23/03/2009    0 recensioni
Paesino sperduto in Campania, 7 Maggio 1945, ultimo giorno della guerra. Una famiglia problematica, composta da soli tre bambini, una piccola combina guai bionda di sei anni, nello scenario della Seconda Guerra mondiale, una storia di piccoli eroi, eroi di tutti i giorni, o eroi speciali, sopravvissuti alla durezza dei tempi di carestia, alle esperienze dolorose. La storia di tre piccoli eroi, Kankuro, Ino e Temari. Basata su una storia vera!
{Partecipante al contest "Ino & Temari Tribute" indetto da Mimi-chan e Bambi88}
Genere: Generale, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kankuro, Sabaku no Gaara , Temari, Ino Yamanaka
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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{Morning [Part Two] – Temari}

Un sonoro schiaffo arrivò dritto sulla guancia del bambino.

“Kankuro, ti rendi conto dello spavento che mi hai fatto prendere?”

Il volto del bambino si piegò in una smorfia annoiata. Temari mise le piccole manine ancora da bambina sui fianchi battendo un piede per terra e aspettando sullo stipite della porta di casa la risposta del fratello minore.

“Sono ancora vivo, no? È quello che conta.”

Un altro schiaffo lo colpì in pieno volto.
La bambina sapeva essere davvero violenta a volte.

“Torna in camera tua! Adesso! Il papà mi aveva detto di prendermi cura di voi! Non puoi fare quello che ti pare! Sei sotto la mia responsabilità!”

Continuò a urlare anche quando il bambino la sorpassò indifferente entrando in casa.
Si morse un labbro ferita, sentendosi impotente.
Si girò entrando in casa, ondeggiò fino alla cucina con le lacrime agli occhi.
Guardò il fratello più piccolo della famiglia, solo sei anni, mangiare in silenzio i suoi fiocchi d’avena senza latte, non poteva comprarlo, aveva finito le tessere per la cena e le provviste per i giorni seguenti.

“Gaara…”

Gaara posò il cucchiaio all’interno della ciotola alzandosi dalla sedia. Si affiancò alla sorella guardandola indecifrabilmente e poi da bravo bambino tornò nella sua stanza.
Temari strinse i piccoli pugni cominciando a singhiozzare.
Aveva solo dieci anni e sulle sue spalle gravava l’intera famiglia. Si arrampicò sulla sedia prendendo la ciotola svuotata e immergendola nel catino lì affianco.
Aveva mentito ai suoi fratelli, suo padre non le aveva detto niente. Un giorno se n’era semplicemente andato, partito per la guerra.
Ma lei sapeva di dover prendersi cura dei suoi fratelli minori, e a volte avrebbe preferito che avessero collaborato.
Detestava entrambi. Kankuro non la ascoltava mai, faceva sempre quello che voleva. Gaara, invece, lui non faceva nulla, non la ascoltava neanche lui, e nemmeno le parlava se non in caso di estrema necessità.
Però, non poteva fare a meno di amarli entrambi.
Strofinò quella ciotola con uno straccio logoro, i fiocchi incrostati non volevano sapere di lasciare il loro posto.
Alla fine quei fiocchi erano come la sua famiglia, testarda, e difficile, problematica. Ma non sarebbe stata in grado di mandarla via.

  
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