Storie originali > Poesia
Ricorda la storia  |      
Autore: _Maeve_    21/02/2016    0 recensioni
Venti, venti, venti vuoti,
venti nei vuoti.
La vita ti sembrava sogno e a te sembrava di sognare,
vagare,
in screzi perlacei di rosa cristallo, e tramonti acquamarina.
[Poesia dei vent'anni. Non l'incombenza delle aspettative, ma l'ingombrante presenza del vuoto, e forse, in ultimo (e per fortuna), del senso]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
venti nei vuoti Listen -> Track


Venti nei vuoti
             - the meaning



Venti, venti, venti vuoti,
venti nei vuoti.
La vita ti sembrava sogno e a te sembrava di sognare,
vagare,
in screzi perlacei di rosa cristallo, e tramonti acquamarina;
sogni di mattina, che si sfracella il sole dal vetro
e dietro il palazzo,
e tu non hai nemmeno bisogno di guardare;
sogni alla sera e danzi sorrisi per altri pudori,
ti muovi, ti muovi, bambina;

e non è perché devi lasciare i balocchi,
non è perché devi lasciare quei sogni,
non per smettere di credere all’amore,
non per prendere uno spillo e aprirti le vene;
le paure importanti, le paure degli altri,
le hai lasciate dietro le cuffie, e tutt’al più in un viaggio al mare,
le storie nei libri e nella poesia flagrante delle camomille;

è che stavi danzando, e vent’anni, ti sei fermata:
il vuoto sui tasti e un’alba, un hakama,
lasciarti annegare dall’asse che gira e silente,
chiede universi,  e sensi, e sapessi;
zucchero, mandorle e rose e vorresti un po’ morire,
se niente ha più scopo e hai il fiato del nulla sul collo;
sorridi al nonno e a quant’altri hanno voluto partecipare,
si muovono tragici come fantocci e, bambina,
orchestrare banchetti che andrebbero bene per le esistenze di chi meglio esiste
non spoglierà il vero e il solo dalle sue parvenze,
e questo barocco inservibile dalla sua putredine…

ma tu, sai,

cammina, ché è quello che ti hanno insegnato,
e se pur non lo hanno fatto, alla fine l’hai imparato;
le porte sbattute sulle guance si appigliano a compromessi da evitare,
ferisciti le spalle per abbatterle solo se senti urla di Baccante;
se cerchi un significato,
significa il cielo:
domani ruggisci sulle candeline,
ché respiri il mistero,
e vivi, vivi
e vent’anni,
e perciò sei miracolo davvero.



Note
Non volevo sul serio che venisse fuori qualcosa di banale, perché il banale (nonostante che non per questo io pretenda di produrre contenuti di chissà quale peculiarità)  non amo scriverlo; immagino però che forse l'ho sfiorato, che in qualche modo, tentando di divergere, come detto nell'introduzione, da una semplice 'paura del futuro' , poi sia finita per esprimere solo quello. A mia discolpa penso che sia anche questo il bello di una poesia, e cioè che ti porti un po' dove vuole lei, che credi di guidarla grazie all'artificio, alla forma (qui ce n'è poco)  e poi è lei che guida te :) In ogni caso, e al di là di questo, sono contenta di aver concluso con quel finale, dovuto al fatto che c'è stato un cambiamento nella serata e nella mia disposizione d'animo, ed anche questo mi piace che le poesie lo registrino. Che dire, oltre che l'hakama è un tributo a Mishima, per cui i vent'anni sembrano avere una valenza profondamente simbolica e che è - e non per mia definzione - maestro del vuoto.
Un bacio a tutti.
Giulia
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Poesia / Vai alla pagina dell'autore: _Maeve_