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Autore: Darth Curunir    21/02/2016    1 recensioni
Saruman il Bianco è uno degli Istari, i cinque spiriti celesti incarnati in corpi mortali che nell'anno 1000 della Terza Era furono inviati sulla Terra di Mezzo per combattere l'Ombra. Di tutti gli Istari, Saruman è il più saggio e il più potente, ma presto verrà a conoscenza di un sentimento ben più forte del sapere o della magia: l'amore. E sullo sfondo di un Regno di Gondor vessato dalla guerra civile, lo Stregone capirà che il suo cuore ha sbagliato tutto.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gandalf, Nuovo personaggio, Saruman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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4.
Il re traditore
 
 
 
 
 
 
 
Col passare degli anni, Saruman il Bianco divenne molto apprezzato dai sovrani degli Uomini, in special modo a Gondor, dove era sempre ben accetto.
Come abbiamo detto, nel 1250 Saruman si era recato a Lothlórien per riposarsi. Cos’era successo a Gondor di così stancante?
Nel 1248, il reggente Minalcar (nipote di quel Hyarmendacil che abbiamo visto precedentemente) si era recato nel territorio di Rhûn, nell’est della Terra di Mezzo. Qui risiedevano gli Esterling, genti bellicose e spietate, nemiche di Gondor. Minalcar aveva condotto in quell’anno una spedizione militare eccellente, e gli Esterling erano stati respinti e sconfitti.
Minalcar era tornato a Osgiliath, e qui era stato chiamato col nome di Rómendacil, ossia Vincitore dell’Est. Rómendacil fece amicizia in quel periodo con Saruman il Bianco, e i due ebbero da subito un buon rapporto: come il capo degli Istari, anche Rómendacil era una persona riflessiva e molto seria, anche se amava banchettare con gli amici e darsi ai divertimenti. Benché Rómendacil non fosse davvero il re, poiché sul trono sedeva ancora suo padre Calmacil, il principe reggente era molto influente nella politica gondoriana, anche grazie ai consigli di Saruman.
Rómendacil fu in quegli anni molto giusto con i suoi alleati. Nel 1250, dopo essersi consultato con Saruman, decise di mandare uno speciale ringraziamento a coloro che avevano reso possibile la vittoria contro gli Esterling: gli Uomini del Nord.
Abbiamo già parlato brevemente di questa popolazione, poco simpatica a Saruman. Aggiungiamo ora che il re degli Uomini del Nord era un certo Vidugavia, in buoni rapporti con Gondor. Ebbene, siccome gli Uomini del Nord avevano inviato grandi contingenti in aiuto dei gondoriani, Rómendacil fece una saggia decisione, che prese assieme a Saruman il Bianco. Ecco come accadde.
Era un giorno di fine inverno, alla corte di Osgiliath. Saruman e Rómendacil erano nella sala delle udienze del re Calmacil, con molti arazzi alle pareti, un piccolo trono e, davanti a esso, un tavolo di marmo. Rómendacil era assiso sul trono, e Saruman era accanto a lui.
“Per quale ragione mi hai chiamato, Rómendacil?” chiese Saruman.
“Per chiederti un parere su una decisione che sto per prendere.”
“Esponimela, e vedrò cosa consigliarti.”
“Tu saprai,” disse Rómendacil, “che due anni fa ho sconfitto gli Esterling a Rhûn. Da allora mio padre ha lavorato molto sulla politica interna, rafforzando i confini di Gondor e rafforzando la riva occidentale del Grande Fiume. Ma ho l’impressione di aver trascurato una parte importante dei miei alleati: gli Uomini del Nord.”
“Perché mai essi meriterebbero le tue attenzioni, principe?” chiese Saruman.
“Mio Saggio, non sai forse che essi mi hanno aiutato nella guerra contro gli Esterling?” chiese il principe. “Sai quanti uomini forti e valenti mi sono stati inviati in aiuto? Ben tremila! Tremila giovani forti e addestrati! Tutto grazie a un principe del Nord, un tale Vidugavia, che di fa chiamare Principe delle Terre Selvagge.”
“Vedo che, dati alla mano, il loro aiuto è stato importante,” disse Saruman. “Non ne ero a conoscenza.”
“Eccome!” esclamò Rómendacil. “Ora ascolta, amico mio. Per ringraziare Vidugavia ho già assunto molti Uomini del Nord nel mio esercito e nel mio palazzo ma… ho l’impressione che non basti. Credo che ci voglia un piano per rafforzare la nostra amicizia con loro. Vedi, hanno mostrato un grande valore in battaglia, e credo che potranno esserci utili anche in futuro.”
“Hai intenzione di mandare delle ambascerie per consolidare i rapporti?” chiese Saruman.
“Avevo in mente qualcosa di più,” disse Rómendacil avvicinandosi al Saggio. “Pensavo di mandare alla corte di Vidugavia nientemeno che Valacar!”
“Valacar?!” esclamò Saruman.
“Esatto…”
Vi chiederete il perché della reazione di Saruman. Valacar era il figlio di Rómendacil, e il padre lo adorava. Vedete, Valacar all’epoca era ancora giovane, relativamente alla vita degli Uomini, che allora poteva durare anche duecento anni. Ma non era quella la nota dolente; il fatto era che Valacar era quasi l’opposto del padre.
Mentre Rómendacil era un uomo astuto, un gran calcolatore e un abile stratega, Valacar era più dedito al piacere e al godimento che alla cultura e all’ingegno. Rómendacil giustificava questo fatto dicendo che era la gioventù, ma Saruman pensava che Valacar fosse, in realtà, poco adatto alla vita di corte e alle strategie di un reggente.
Saruman fu piuttosto stupito dalla decisione di Rómendacil. Tuttavia cercò di vedere i lati positivi della faccenda: forse, andando al Nord, Valacar avrebbe imparato meglio le usanze di corte, avrebbe imparato la loro lingua e, chissà, sarebbe anche riuscito a consolidare i rapporti fra Rómendacil e Vidugavia. Forse, a pensarci bene, c’era solo da guadagnarci.
“Bene, mio principe,” disse allora Saruman il Saggio; “siccome è questo il tuo volere, io esprimo il mio consenso. Anche se credo che Valacar sia meno portato di te alla vita da regnanti, immagino che questa situazione potrà giovargli.”
“Esatto!” esclamò Rómendacil alzandosi. “Proprio questo intendevo dire! Sapevo di aver fatto la scelta giusta seguendo i tuoi consigli, o Saruman il Saggio!”
Cinque giorni dopo, Valacar partì con una scorta verso Nord. A salutarlo, fuori dalla porta di Osgiliath, c’erano il re Calmacil, il padre Rómendacil, la madre, Saruman il Bianco e molti dignitari.
“Mi raccomando,” disse Rómendacil stringendo le spalle atletiche di Valacar e accarezzandogli i capelli castani, “fatti onore, tieni alto l’onore di Gondor e il tuo onore. Se porterai a compimento questa missione, sarai un sovrano degno di tale nome!”
“Grazie, padre,” disse Valacar. Poi, il giovane partì con la scorta, diretto verso la corte di Vidugavia. Ma Saruman presagiva qualcosa di oscuro all’orizzonte, e percepiva che presto Gondor sarebbe stata messa alla prova.
 
Passarono gli anni. Valacar era assente già da molto da Gondor, e nel 1260 Rómendacil chiese al padre il permesso di richiamare Valacar in patria. Il figlio tornò a Osgiliath, acclamato da una città intera. Ma… accanto a lui c’era una donna dai capelli lunghissimi e biondi, con una pelliccia addosso e degli stivali di pelle. E la donna reggeva fra le mani nientemeno che un bambino!
Quando Saruman vide la donna e il bambino capì subito la situazione. E, in effetti, poco dopo Valacar spiegò al padre che aveva sposato la figlia di Vidugavia, di nome Vidumavi, e che insieme avevano concepito un figlio, Vinitharya.
Il principe Rómendacil fu assai scosso dalla notizia. Alla felicità di essere nonno si mescolava il sospetto che i Gondoriani non avrebbero accettato la situazione.
E in effetti, quando la faccenda divenne nota a Gondor, gli Uomini iniziarono a manifestare il loro disappunto. Molti dicevano che non avrebbero accettato, in futuro, un sovrano metà gondoriano e metà nordico. In fin dei conti, prima o poi Calmacil sarebbe morto: gli sarebbe succeduto Rómendacil, poi Valacar il traditore, e poi… il meticcio Vinitharya.
Rómendacil chiese a Valacar e a Vidumavi di cambiare il nome del figlio, che da Vinitharya divenne Eldacar. Non dimentichiamo, infatti, che il popolo di Gondor era allora piuttosto chiuso nelle sue tradizioni, e che il semplice fatto di avere un re con nome gondoriano poteva essere un pregio.
Da allora, la situazione a Gondor si fece tesa e ambigua. Gli Uomini del Nord che Rómendacil aveva fatto assumere a Gondor erano felicissimi perché la moglie del figlio del principe reggente fosse loro compaesana, e la lodavano molto. I Gondoriani iniziarono a guardar male gli Uomini del Nord che passeggiavano fra loro. Vidumavi iniziò a essere imbarazzata, e con lei Valacar. Rómendacil tentava di oscurare i lati negativi di questa storia, mascherando i suoi sospetti con l’allegria per essere diventato nonno. Quanto a Saruman, il Saggio prevedeva un uragano imminente.
 
Nel 1304, quarantaquattro anni dopo il ritorno di Valacar, il vecchio Calmacil morì, e Rómendacil divenne finalmente re a tutti gli effetti. Valacar divenne principe reggente, mentre Eldacar cresceva a Osgiliath. Valacar scelse Saruman come precettore di Eldacar, anche se il Saggio preferì impartirgli solo alcune delle lezioni che, normalmente, vengono fatte ai futuri re.
Dopo l’ascesa di Rómendacil, Saruman fece conoscenza di Valacar più approfonditamente. Il Saggio capì, dopo qualche tempo, che Valacar era, effettivamente, più saggio e accorto di prima. Evidentemente, al giovane era servito il soggiorno al Nord, nonostante fosse tornato a sud con una moglie e un figlio! Valacar aveva iniziato a interessarsi di lettere e arte, ed era diventato finalmente un uomo intelligente.
Il regno di Rómendacil fu pacifico e sereno, eppure si sentiva una strana aria. I Gondoriani si erano fatti più chiusi, e girava voce che fra il popolo ci fossero dei sobillatori, che rifiutavano di essere governati, in futuro, da re mezzi nordici.
Un giorno Gandalf il Grigio e Saruman il Bianco si incontrarono vicino a Fornost, e parlarono un po’ di ciò che avveniva nella Terra di Mezzo. Gandalf si era recato nell’Est, per visitare le popolazioni bellicose di quei luoghi, e non sapeva cosa era accaduto a Gondor. Saruman glielo raccontò, e, alla fine, Gandalf chiese:
“Cosa pensi che accadrà dopo la morte di Rómendacil?”
“Difficile a dirsi. Immagino che salirà al trono Valacar…”
“Sperando che i Gondoriani lo accettino,” disse Gandalf.
“Amico mio,” sospirò dopo un po’ Saruman, “quand’anche lo accettassero, non so per quanto lo sosterrebbero…”
 
Nel 1344, nel regno di Rómendacil, la bella Vidumavi morì. Ella, infatti, non era della razza degli Uomini di Gondor (discendenti degli Antichi Uomini, i Númenórean), bensì di una razza di Uomini “comuni”, gli Uomini del Nord: mentre i Gondoriani potevano vivere per molti anni, gli Uomini più comuni avevano vita più breve.
Allora, un nuovo timore s’insinuò nei cuori dei Gondoriani: che il discendente di Valacar, ossia Eldacar, avesse ereditato la brevità della vita dalla madre. Questo avrebbe significato una contaminazione troppo grande del sangue gondoriano, e i Gondoriani non avrebbero potuto accettarlo.
 
Passarono ancora degli anni. Alla fine, nel 1366, dopo una lunga vita di conquiste, alti e bassi, Rómendacil si ammalò. Era ormai chiaro che per il vecchio re si avvicinava la morte.
Una sera d’autunno, Rómendacil (costretto a letto) chiese se Saruman il Bianco fosse a Gondor. In quel momento, lo stregone era a Isengard, ma il re lo fece chiamare, e il capo degli Istari si recò in fretta a Osgiliath.
Quando Saruman fu entrato nella camera del re, appoggiato al bastone e a capo chino, Rómendacil disse:
“Avvicinati, Saruman, amico mio.” Saruman andò vicino al re, chinandosi verso quest’ultimo. “Devo confessarti tutto ciò che non ho mai osato confessare a me stesso.”
“Cosa intendi?” chiese Saruman.
“Parlo… parlo di Valacar,” disse con le lacrime agli occhi il vecchio sovrano; “non ho mai avuto il coraggio di ammetterlo, ma sono preoccupato per ciò che potrà accadere a Gondor. Saruman, so bene cosa stai pensando: che egli abbia commesso un errore a sposare Vidumavi… forse hai ragione. Ma ascoltami, amico mio. Quando me ne andrò, e Valacar sarà sul trono, proteggilo. Cerca di aiutarlo, quando avrà bisogno di te: so che necessiterà del tuo aiuto. Sento che si prospettano ore buie per Gondor.”
“Signore, farò come dici.”
“Grazie, amico mio. Grazie.”
Il giorno seguente, il vecchio Rómendacil spirò. Valacar, allora, divenne sovrano di Gondor, come da consuetudine. Con una processione a Osgiliath, Saruman il Bianco incoronò Valacar, che fu cinto dal mantello regale e dotato dello scettro e della corona di Gondor.
 
Dopo due giorni dall’incoronazione di Valacar, si videro già i primi tumulti a Minas Anor e a Osgiliath, le due principali città gondoriane. Alcuni dicevano che Valacar aveva “tradito il sangue di Gondor”, e che aveva “sposato una donna di origini ignobili”. Addirittura, ci fu qualcuno che iniziò a definire Valacar il “re traditore”, in quanto aveva “tradito il proprio sangue”.
Tuttavia, Valacar non si dimostrò un sovrano incapace. Sapeva reagire dignitosamente agli insulti dei Gondoriani, e in questo modo non ci furono mai delle vere e proprie insurrezioni.
Saruman si ripeteva spesso nella mente le parole di Rómendacil. Doveva aiutare Valacar, aveva ragione… eppure all’Istar pareva così insensata la decisione che Valacar aveva preso. Come aveva potuto sposare una donna del Nord?
Un giorno (era trascorso circa un mese dal giorno dell’incoronazione di Valacar), Saruman si recò dal sovrano e gli chiese un colloquio a quattr’occhi.
“Cosa desideri, Saruman?” chiese Valacar.
“Desidero avere un chiarimento da te, mio signore,” disse Saruman. “Perché, anni fa, hai deciso di sposare Vidumavi? È risaputo che i Gondoriani tengono molto al loro sangue, e non vogliono che venga contaminato. Perché dunque hai osato tanto?”
Valacar rimase per un po’ immobile. Poi disse:
“Purtroppo ci sono cose che nemmeno tu comprendi, Saruman il Saggio. Tu conosci la forza dei pensieri, la forza della magia, la forza della conoscenza… ma conosci la forza dell’amore? Quella forza che prende l’anima, che lacera i pensieri, che distrugge la razionalità? Ebbene, se non conosci il potere di questo sentimento, non potrai mai capire perché ho sposato la donna che amavo.” Detto questo, Valacar uscì.
Da quel giorno, Saruman il Saggio non fece mai più a Valacar domande riguardanti la moglie.
 
   
 
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