Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Lady Lara    21/02/2016    3 recensioni
"Anno domini MDCCXXVI XV giorno del V Mese . Diario di bordo .."
L'Irlanda e la Scozia subiscono il dominio dell'Inghilterra e le angherie di RE Guglielmo III. L'eroico pirata Captain Hook combatte la sua guerra personale. Qualcuno gli ha insegnato che si combatte per onore, per giustizia o per amore. Lui sceglierà quale uomo essere.
Chi è Lady Barbra, che lo assolda per una missione in incognito? E la donna che tutti chiamano "La Salvatrice"? Killian Jones è troppo scaltro per non capire che c'è altro oltre le apparenze.
Due anime che sanno leggersi l'un l'altra. Che succederà quando intenti e passione si incontreranno?
"Preferisco non averti che averti una sola volta e perderti per sempre .." Il dolore vissuto che rende oscuri e una nuova luce che permetterà loro di trovarsi ed amarsi anche se sembrava impossibile. Ciò che hanno fatto nella loro vita e ciò che faranno sarà per amore. Solo per amore.
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ritorno alle origini

XX Capitolo

Ritorno alle origini

 

Ci si può sentire ebri d’amore? Killian conosceva bene l’effetto del rum, il suo sapore dolcemente aromatico, con quel retrogusto fortemente alcoolico. Bere era stato, per lungo tempo, un rimedio al suo dolore ed alla sua solitudine interiore. L’alcool in corpo lo aveva scaldato, reso euforico, spavaldo, pronto alla rissa ed al duello. Quando ne aveva bevuto troppo, gli aveva fatto perdere la lucidità, lo aveva intorpidito e, in alcune occasioni, lo aveva fatto sprofondare in un sonno senza sogni o, dove vi erano stati, si erano manifestati come incubi.

Era sveglio, sdraiato supino sul suo letto, il braccio destro dietro la testa, poggiata sul cuscino. Al suo fianco, Emma si era riaddormentata, dopo che,  nuovamente, avevano provato la frenesia della passione ed il paradisiaco piacere delle loro carezze e dei loro baci, sempre più intimi ed intensi. Killian sentiva ancora sulle labbra il sapore salato dell’eccitazione di Emma, probabilmente per lei era lo stesso.

 Non avrebbe mai scambiato quel gusto con quello del rum. Non avrebbe mai scambiato l’effetto che Emma gli scatenava, con quello dell’alcool. Voleva essere perennemente ubriaco di lei! Sentire costantemente quel calore nel petto, l’adrenalina scorrere nel sangue ed il cervello all’erta. No! Decisamente essere ebri d’amore era molto più salutare che essere ebri di alcool.

Emma, la sua medicina, aveva fatto battere di nuovo il suo cuore spezzato, gli aveva dato un nuovo scopo nella vita, lo aveva riportato alle sue origini, alla purezza del suo animo che, in quegli anni bui, trascorsi dalla morte di Liam, aveva dimenticato di avere. I suoi ideali erano gli stessi di Emma e insieme stavano costruendo qualcosa di importante per gli altri. La missione di Emma era importante e lui le sarebbe stato accanto, quanta gente avrebbe migliorato la sua sorte, se Emma sarebbe stata ascoltata! Il riflesso si sarebbe avuto in tutte le tredici colonie e in tutta la Bretagna.

Si alzò silenziosamente, non la voleva svegliare, avevano dormito così poco quella notte!

Indossò le brache di lino bianco e i pantaloni di pelle. Scalzo e a dorso nudo, si diresse alla sua scrivania. Prese il diario di bordo e, intingendo la penna d’oca nel calamaio, lo aggiornò.

 

Anno Domini MDCCXXVI I Giorno del  VII mese

In seguito ad alcuni giorni di stallo, per venti sfavorevoli, si registra in data attuale la ripresa degli Alisei a favore della navigazione. Entro tre giorni, alla velocità dei nodi attuali, si prevede l’approdo nella Colonia del Maine.

Note:

 Incontro con la nave ammiraglia della Royal Navy.

Notizie riportate dall’Ammiraglio Framer, sulla sicurezza della navigazione. Il famigerato pirata Captain Hook è  affondato con la sua nave pochi giorni or sono. Conclusa la caccia da parte della Royal Navy e annullata la taglia sulla sua testa.

Lo scrivente non può che rallegrarsene!

 

Killian sorrise, ricordando la trovata di quel “genio” di Jefferson, probabilmente Jamie gli avrebbe mandato la ricompensa della taglia, li aveva sentiti accordarsi in merito. Fox riusciva sempre ad ottenere qualche guadagno …

Emma si girò nel letto. Il lenzuolo  le scese dalla schiena, lasciandola scoperta fino a far intravedere l’inizio arrotondato dei glutei. Lui pensò che fosse l’essere più armonioso che avesse visto in vita sua, la sua pelle bianca e perfetta, quella schiena e quei fianchi sinuosi che gli stava mostrando, inconsapevolmente, adesso ... Pensò che se si era innamorato di lei, anche senza averla vista in volto, qualche buon motivo c’era anche nella sua anatomia posteriore! Rise di sé al pensiero. Quello che amava veramente di Emma, da che l’aveva conosciuta, era il suo cuore, la sua forza interiore, il suo coraggio e anche la sua testardaggine. Non poteva negare comunque che toccarla, darle piacere e … berla come il rum, lo riempiva di gioia e lo faceva sentire come il padrone del mondo, mentre ricevere le sue carezze intime ed il contatto con lei, gli davano ogni volta la visione del Paradiso.

 Se solo lei gli  fosse appartenuta completamente …

La mano sinistra di Emma sporgeva dal letto ed  al suo anulare, che da tanto non portava la fede matrimoniale, ora c’era l’anello con il solitario che lui le aveva regalato. Era il simbolo del loro amore, un nodo per tenerla legata a sé, nello spazio e nel tempo.

La guardava e la voglia di toccare ancora la sua pelle candida non era  sazia. Come se lei lo avesse sentito, si svegliò, si girò verso di lui e si mise seduta sul letto. Il sui  seni, alti e sodi, furono coperti dai lunghi capelli biondi, Killian notò che ancora si vedevano, evidenti, i segni dei baci che le aveva lasciato su di essi. Si disse che doveva essere meno irruento con quella pelle delicata …

Emma si alzò per raccogliere la sua tunica di lino e indossarla. Killian non resistette oltre, agilmente e velocemente si diresse verso di lei, la prese tra le braccia, ancora nuda e si impossessò nuovamente delle sue labbra. Era ancora un po’ assonnata, ma il tocco caldo e umido della lingua del suo amato, era troppo invitante, intrecciò la sua a quella di lui, in una ennesima danza, i sensi ora completamente svegli. Killian portò le mani ai suoi morbidi glutei, la tirò su, verso di sé e lei agilmente avvinse le gambe intorno ai fianchi di lui. Ricaddero di nuovo sul letto e Killian dimenticò di essere meno irruento, affamato come era della sua carne. Si baciarono ancora a perdifiato. No, decisamente non sarebbero mai stati sazi l’uno dell’altra!

– Dovremmo alzarci Killian o l’equipaggio verrà a cercarti!

– Metterò un cartello fuori dalla porta, con scritto di chiamarmi tra tre giorni, quando saremo arrivati!

Poteva essere una buona idea! Ma bisognava organizzarsi per la missione. Controvoglia Killian si distaccò dal corpo caldo e morbido di Emma, si finì  di vestire e riprese il contegno ed il cipiglio del Capitano, tornò alla scrivania e spianò su di essa una cartina geografica che evidenziava le varie rotte che si  potevano seguire. Cercò la più breve e diede un’occhiata ad un puntino, che aveva inserito proprio lui. Altre due settimane, con il vento in poppa e, quel puntino, si sarebbe trasformato nella splendida visione, della natura incontaminata dell’isola di Neverland. Sarebbe stato stupendo, portare Emma con sé sulla sua isola. Era sicuro che lì avrebbe superato completamente il trauma subito e sarebbe riuscita a lasciarsi andare completamente a lui. Si ritrovò ad immaginare la scena, con il sottofondo dei suoni degli uccelli che popolavano Neverland.

 – Scenderò dalla nave come Lady Barbra, alloggerò alla taverna di Granny, non si dovrà sapere che Emma Swan è tornata. Granny mi conosce dalla nascita, lei e sua nipote Ruby sono dei nostri. Fanno parte del gruppo di Giacobiti riunito da mio padre. Ruby darà notizia ai miei genitori del mio arrivo e andremo da loro per organizzare il meeting con gli alleati. Vorrei presentarti una persona a me molto cara … Verrai con me Killian?

– Ti ho già detto che ti seguirò Emma! Ho uno strano presentimento di pericolo e non voglio che tu corra rischi inutili. Sei sicura della fedeltà di questo gruppo di Giacobiti? Ti conoscono?

 – La fedeltà può essere sempre relativa! Comunque chi mi conosce, quando sono Barbra, sa che sono in incognito e mi si rivolge come Barbra anche davanti agli altri, informati e non. È la stessa tattica che uso a Storybrook. Riguardo a te, ovviamente non si dovrà sapere che sei Captain Hook, manteniamo gli accordi con Jamie, potrai usare il tuo primo cognome, Jones è più conosciuto. Riguardo alla mano di legno … pensavo di realizzare dei guanti con il tuo panciotto di pelle lacerato … dovrei riuscirci in questi tre giorni …

Killian sorrise, quella donna pensava proprio a tutto, intelligente scaltra … come non si sarebbe innamorato di lei?

  - La spada avrà la sua importanza durante il meeting … mi allenerai ancora questi ultimi giorni?

- Ne puoi star certa Swan e sai che lo farò senza pietà, voglio essere sicuro che potrai battere anche me!

– Mi vuoi trasformare in un vero pirata Capitano?

– Per quello, penso che nel profondo del tuo animo tu sia abbastanza selvaggia da esserlo già!

Lei gli si accostò seducente

– Dici sul serio Capitano?

 – Tranne quando sei così dannatamente sensuale Swan! In questi momenti mi atterri senza bisogno di combattere …

Le loro labbra si unirono ancora, avide. Poi, sciolto l’ennesimo abbraccio Emma tornò nel suo alloggio, avrebbe indossato nuovamente i pantaloni e sarebbe stata pronta per combattere con Killian. Anche il giovane Eddy avrebbe partecipato all’allenamento. Il ragazzo si stava mostrando veramente volenteroso ed eseguiva alla lettera le consegne che il suo Capitano gli aveva dato, riguardo a flessioni e arrampicate sulle cime degli alberi della nave. Presto sarebbe stato un invidiabile spadaccino, come aveva pronosticato Emma e come aveva avuto modo di osservare Killian.

Quegli ultimi tre giorni passarono tranquillamente. Tra la ciurma aleggiava una sorta di euforia, era sempre così, quando la terra si avvicinava  e i marinai pregustavano il piacere di cibo fresco e la compagnia di qualche signorina, disponibile, nelle bettole del porto.

Emma era riuscita a realizzare i guanti in pelle nera per il suo Killian e quando questi li aveva indossati, era rimasto per un attimo senza parole; sembrava riavere ambedue le mani e non si notava affatto che la sinistra era una semplice protesi di legno. Aveva guardato prima le mani e poi Emma, davanti a lui, avrebbe voluto veramente riavere la sua mano sinistra, lei gli lesse nel cuore e d’impeto gli portò le mani al viso, baciandolo teneramente

 – Con la mano, senza o con l’uncino, Killian, per me fa lo stesso, sei sempre tu!

Lui sentì il calore nel petto espandersi, era un fuoco che Emma sapeva mantenere acceso. Ringraziò mentalmente il Signore di averla posta sulla sua strada, chi l’aveva chiamata “La Salvatrice” aveva avuto ragione. Quella donna sapeva portare la gioia e il bene dove arrivava, aveva salvato anche lui dall’oscurità, riempiendolo con la luce dell’amore.

Il penultimo giorno di viaggio, si sentì provenire dalla cambusa un profumo goloso, che suscitò la curiosità di tutti, era la seconda volta in quel viaggio che si sentiva. Un regalo della Principessa per loro, una torta al cioccolato, come quella che aveva già cucinato con Paul. Per la sera Emma chiese di poter cenare tutti insieme, voleva ringraziarli per l’impegno e la gentilezza che quei rudi pirati le avevano mostrato. In realtà era lei che con la sua, di gentilezza, li aveva conquistati. Tutti erano disposti a dare la vita per la sua causa, poiché era anche la loro. L’avrebbero scortata come sua guardia personale. A bordo sarebbe rimasto Eddy con Anton “Il prete” e Dave “Il bardo”, gli altri sarebbero scesi con lei e Killian.

 La serata si concluse con il suono del violino di Bardo che con allegria eseguì una serie di vivacissime ballate irlandesi. Tutti si sentirono riportati a casa, nella loro Irlanda. Emma amava molto quel ritmo, rise di cuore nel vedere Max e Fox ballare insieme nel loro modo folcloristico, sembrava non toccassero i piedi per terra.

Killian la osservava amorevolmente, con i suoi occhi azzurri, pensando che se il  destino fosse stato diverso a quell’ora potevano essere sposati e vivere felicemente nella sua Drogheda, a continuare il lavoro di suo padre e a crescere dei bambini.  Si sorprese di sé stesso realizzando cosa stava pensando. In fin dei conti lui era così, aveva amato la sua famiglia e aveva ricevuto amore. Da ragazzo era convinto che un giorno avrebbe conosciuto la sua principessa bionda e avrebbe seguito l’esempio di suo padre. Il calore di una casa, di una donna che l’ amava, l’abbraccio di bambini che gli correvano incontro al ritorno a casa. Cosa poteva valere di più al mondo rispetto a queste normali cose? Eppure queste normali cose gli erano state negate. Non avrebbe mai accarezzato la testolina bionda di una piccola Emma o i capelli bruni e ribelli di un piccolo Killian. Sentì un buco nel cuore e i suoi occhi si velarono di tristezza. L’unica certezza era che in quel momento, la donna che amava e che credeva lo amasse, era lì, voleva godere della sua presenza e del suo calore. Mentre Emma ancora rideva nel guardare quei due improbabili ballerini, si avvicinò alle sue spalle, le cinse strettamente la vita ed affondò il viso nei suoi capelli profumati ai fiori di campo, si spostò verso il suo collo e le depose un bacio caldo, come erano calde le sue labbra, nel punto in cui la giugulare, pulsava forte per quell’improvviso contatto.  C’era della nostalgia in quell’abbraccio e in quel bacio, Emma l’avvertì nel profondo dell’anima e desiderò poterlo cullare tra le braccia  e rassicurarlo. Ebbe un’idea. Voltandosi verso le labbra che si stavano distaccando da lei, gli sussurrò di cantarle nuovamente la ballata della “Principessa addormentata”, lei avrebbe suonato la chitarra spagnola e Bardo si sarebbe inserito con  il violino. Quella chitarra aveva su Killian un potere quasi “magico”, Emma lo sapeva, poiché lui le aveva raccontato la sua storia. Killian non poteva negarle di esaudire quel piccolo desiderio e andò a prendere la chitarra. I pirati non potevano credere ai loro occhi, quando il Capitano tornò. Lo avevano sentito suonare tante volte quello strumento, quando era vivo Liam, ma dopo la sua morte e in seguito al dramma di Milha e alla perdita della mano, tutto era cambiato. Come era riuscita Emma in quel miracolo, non sapevano spiegarselo. Quella sera risentirono la calda voce di Killian cantare per lei e, chi di loro conosceva la canzone, contribuì facendone il coro.     

 

Maine, sede del governatorato

Il vecchio cannocchiale era sempre ancorato al muro dell’ampio terrazzo. Con passo sinuoso la donna dai capelli nero corvino, tenuti in una alta ed elegante acconciatura, si accostò ad esso. Da quando White Margaret le aveva detto che un piccione viaggiatore aveva annunciato l’arrivo di Barbra, tutti i giorni, più volte al giorno, si dirigeva ad osservare l’orizzonte. Il sole di luglio splendeva caldo, ma lei sembrava non sentire quel calore, nonostante il suo nero abito vedovile, attirasse maggiormente i raggi. Era una donna affascinante, nonostante i suoi 52 anni d’età, pochi di più di White Margaret. Quel vestito nero fasciava il suo splendido corpo che, non avendo conosciuto gravidanze, si era mantenuto in forma smagliante, grazie anche alla cura che lei aveva per sé stessa, alla dieta salutistica e alle nuotate quotidiane che adorava. Non meno, l’aiutavano a mantenere la freschezza del suo viso, una serie di oli e creme che lei stessa creava, grazie alla profonda conoscenza delle erbe.

Erano circa tre mesi che sapeva la notizia, certo Barbra doveva organizzare il viaggio e soprattutto trovare la nave ed il capitano giusto per la sua missione! Da circa quindici giorni la donna osservava con impazienza l’orizzonte. Forse i venti non erano stati favorevoli, infatti secondo i suoi calcoli Barbra doveva già essere arrivata.

Con la mano affusolata portò il cannocchiale verso il suo occhio castano. Un punto si vedeva ad occhio nudo all’orizzonte. Le lenti le confermarono che si trattava di una nave. Le vele erano gonfie di vento, entro 24 ore sarebbe approdata. La donna fu certa di chi si trattasse. Un sorriso sui bianchissimi e regolari denti, distese le sue labbra rosse, facendo svanire la piccola cicatrice che solcava il suo labbro superiore.

– Era ora Miss Swan!

– Regina! Ci sono novità?

La voce ansiosa di White Margaret le arrivò alle spalle. Nonostante l’affetto che nutriva per la sua “figliastra”,  questo era per lei la Principessa,  alcune volte non ne sopportava neppure il tono della voce, ma in questo frangente, poteva capire la sua ansia. Da tanto non vedeva sua figlia Emma e il viaggio si stava protraendo più del dovuto. Emma tecnicamente era sua nipote, figlia della sua figliastra, ma i sentimenti che nutriva per quella ragazza erano molto più profondi di quelli di una nonna. Regina considerava Emma come sua figlia. Aveva aiutato Margaret durante la gravidanza, l’aveva assistita con Frate Benedictus durante il parto e, per prima, aveva tenuto quella piccola creatura rosea tra le braccia. Aveva pianto, stringendola al petto, lei che non aveva avuto la gioia di avere figli. Aveva vissuto di riflesso la maternità di Margaret e avevano allevato insieme quella splendida bambina. Regina riusciva ad avere, con la piccola Emma, un atteggiamento autorevole e affettuoso che le aveva fatto conquistare la stima e il profondo affetto della bambina. Ciò che Emma non chiedeva alla madre, lo chiedeva a lei, ciò che non confidava alla madre lo confidava a lei. Per prima Regina aveva capito il turbamento di Emma nei confronti del giovane Tenente Jones. La ragazza aveva allora appena diciotto anni e per la prima volta in vita sua aveva sentito i turbamenti dell’amore. In modo singolare, giudicò allora Regina, ma estremamente profondo. Quante volte si era rifugiata nell’ala del palazzo dove si estendevano gli appartamenti privati di Regina, a sospirare per quel ragazzo, che neppure aveva visto in viso, a fantasticare su di lui a voce alta con lei! Nonostante la corte del Duchino Neal Mc Cassidy, erano passati due anni per far calmare quel fuoco che ardeva dentro il cuore della ragazza. Si, calmare, non spegnere. Regina era convinta che se un giorno Emma avesse incontrato quell’uomo, il fuoco sarebbe divampato in un incendio, sapeva quanto fosse passionale la “sua bambina”. 

Purtroppo non avrebbe potuto incontrarlo più quel bel giovane. Regina lo aveva visto bene dalla sua finestra, insieme al fratello, quando erano arrivati a cavallo e quando se ne erano andati. Il ragazzo era stato attratto dalle voci di Emma e August, mentre si allenavano in giardino, ma il fratello lo aveva richiamato e lei aveva visto Emma correre verso il suono dei loro cavalli e perdere l’occasione di vedere quel bel viso, che si era appena voltato sul suo cavallo. Emma e Killian, così si chiamava il Tenentino, sarebbero stati una coppia notevole, ma le cose erano andate in altro modo. In più, si era saputo che i due fratelli Jones erano morti, poco dopo la loro visita nel Maine, in seguito ad una importante missione militare per il Re Guglielmo III. Ricordava quanto aveva pianto Emma alla notizia e sentendosi sola, mancandole sia la speranza di poter incontrare quel ragazzo, che suo fratello August, partito per la Scozia, aveva sposato Neal. Regina le aveva consigliato di aspettare. Forse all’orizzonte c’era un amore intenso da vivere, per lei. Quando August tornò con il suo stupendo amico, James Fraser, Tenente della Royal Navy, l’aveva in tutti i modi indirizzata verso di lui, ma nonostante il fascino indiscutibile del giovane Jamie e l’amicizia che si era creata anche con Emma, il legame con Neal era stato più forte e Jamie con August furono suoi testimoni di nozze.

 – Ottime notizie direi! Guarda tu stessa Margaret, la nostra Emma sta tornando a casa!  

White Margaret guardò a sua volta, dopo di che abbracciò calorosamente Regina, baciandola sulle guance e scappando a dare la notizia al suo amato James. Regina alzò gli occhi al cielo asciugandosi le guance. Certe volte Margaret era troppo espansiva per i suoi gusti, una delle cose che non sopportava in lei, ma sorridendo pensò che quella era la sua natura, non sarebbe stata lei altrimenti. Guardò ancora attraverso il cannocchiale, la nave era ancora più vicina. Avrebbe fatto avvisare Granny, la stanza per Lady Barbra, sarebbe stata già pronta al suo arrivo. Non vedeva l’ora di riabbracciare la “sua bambina” e di ringraziare il Capitano, di quella splendida nave, che l’aveva riportata a casa.   

 

 

Sulla Stella del Mattino era quasi ora di cena, l’ultima di quella prima parte di viaggio in mare. Killian aveva chiesto a Paul di preparare qualcosa di speciale, per cenare con Emma, nella sua stanza. Le scorte erano agli sgoccioli e Jambon dovette ripiegare sulle patate, preparando un delicato purè e uno stufato al rum, misto ad una salsa piccante, che contrastava con il sapore dolciastro del liquore.

Emma aveva indossato il vestito rosso, sapeva che a Killian piaceva molto. Lasciò i capelli sciolti e cercò la spazzola. Strano! Dove l’aveva messa quella spazzola? Nel cassetto non c’era! Le venne spontaneo aprire anche l’altro, ma questo, ricordò, era chiuso a chiave e Killian le aveva detto che Milah ne aveva buttato le chiavi in mare. La assalì una strana curiosità che, in tutto quel tempo del viaggio, non l’aveva mai sfiorata. Improvvisamente ricordò che, la sera delle sue nozze, Neal le aveva fatto vedere come aprire la serratura del suo baule, usando una semplice forcina. Forse, di quella orribile sera, era rimasto un ricordo utile!

Prese una delle sue forcine metalliche, la piegò come aveva visto fare a Neal e la introdusse nella serratura del cassetto. Armeggiò insistentemente per qualche minuto, era diventata una specie di sfida con sé stessa … Uno scatto! Evviva! C’ era riuscita! Non le parve vero.

Con le mani tremanti, come se stesse compiendo un reato, intrufolandosi nella privacy del Tenente Jones, proprietario di quella scrivania, aprì il cassetto. Vide, per prima cosa, una scatola di carboncini, una riga di legno, due matite e al di sotto un album di fogli da disegno. Lo prese e lo aprì.  Killian sapeva disegnare veramente bene! Quanti talenti aveva quell’uomo?! Riconobbe perfettamente il vestito che aveva indossato al galà del suo diciottesimo compleanno. La sua figura vista di spalle, come l’aveva vista lui quella sera! Emma sentì una forte emozione nel petto. Aveva ricordato tutti quei piccoli dettagli del suo vestito bianco?! Una eccellente memoria visiva! Aveva provato a immaginare il suo viso, era evidente che fosse rimasto colpito da lei e deluso dal non poterlo vedere. L’ovale, del volto disegnato, corrispondeva perfettamente al suo, ma Killian non aveva disegnato i tratti somatici,  era vuoto. Emma fu colpita dal breve messaggio che il giovane Tenente Jones aveva scritto sotto quel viso e capì la gelosia di Milha :

“Sei la principessa della mia vita, Emma. Un giorno ti rivedrò e quel giorno sarai mia. Io ti troverò sempre!”

Killian

Era stato sincero con lei, non ne aveva mai dubitato, ma quel disegno e quel messaggio ne erano la conferma definitiva. Emozionata, con le due mani portò al cuore, palpitante, quel foglio.

Non volle riporlo, lo avrebbe tenuto lei. Stava per rimettere al suo posto il blocco da disegno, quando notò che c’era altro disegnato, un foglio sporgeva di pochi millimetri. Guardò attentamente. Certo! Anche di quello le aveva parlato, il disegno dell’arbusto che aveva ucciso Liam. Non ci poteva credere! Era come aveva sospettato! Aveva studiato troppo a lungo il disegno di quella pianta, sul libro di botanica di Frate Benedictus! Liam era stato ucciso dal Rubeus noctis, la pianta che lei stava cercando! Il potente additivo che avrebbe risolto molti mali, come il buon frate le aveva sempre detto! Killian e Liam avevano trovato il medicinale che voleva il Re.

Come la maggior parte delle erbe medicinali, poteva essere velenosa, ma se usata bene era una medicina portentosa. Killian sapeva dove si trovava, lo aveva detto! Era sull’isola di Neverland e solo lui ne conosceva le coordinate. Doveva convincerlo a portarla su quell’isola, appena finita la missione nel Maine, non importava se ritardassero il ritorno! Era troppo importante!

Mise da parte anche quel disegno e ripose l’album chiudendo il cassetto. Prese lo scialle sopra la sedia e vi trovò sotto la spazzola sparita, iniziò a spazzolarsi i capelli e sentì Killian alla porta che la chiamava. Gli disse di entrare.

 – Sei bellissima Swan! Ti stavi pettinando? Posso pettinarti io?

Emma fu sorpresa da quella richiesta, lui non aspettò neppure la risposta e le tolse la spazzola di mano. La pettinò con delicatezza, amava i capelli di Emma, ogni colpo di spazzola sembrava renderli più brillanti, gli sembravano d’oro. Posò in fine la spazzola e li accarezzò con la mano. Ne prese un boccolo e lo portò alle labbra baciandolo. Emma trovò il gesto sensuale e sentì un fremito di eccitazione. Lui si chinò verso il suo collo e le depose un altro bacio dietro l’orecchio, un brivido percorse la schiena di Emma. Rialzandosi Killian notò i disegni sulla scrivania.

– Swan! Sei veramente un pirata ormai! Hai frequentato troppe cattive compagnie ultimamente! Sei riuscita a scassinare quel cassetto!

Lei arrossì visibilmente, senza trovare giustificazioni e dicendo la verità.

– Mi sono incuriosita ricordando cosa mi avevi raccontato. Sai, quell’arbusto io lo conosco, è vero, può essere velenoso, ma è anche un potente medicinale, se aggiunto ad altre, come additivo, ne amplifica le qualità curative, io e Frate Benedictus lo cerchiamo da anni. Tu sai che si trova a Neverland, volevo chiederti di portarmi lì, finita la missione nel Maine.

 – No Swan! Questo te lo puoi scordare!

 – Ma perché Killian?! Potrei aiutare tante persone a guarire dai loro mali! Mi hai detto che sono l’unica donna che porteresti su quell’isola …

- Questo è vero! Ti porterei a Neverland per farti vedere la sua bellezza, per farti stare bene … per fare l’amore con te Emma! Non ho intenzione di portarti a  morire per una dannatissima pianta velenosa! Non voglio ripetere l’esperienza che ho avuto con mio fratello!

 – Killian! Ti assicuro che  uso piante velenose da anni, so maneggiarle benissimo! La “Belladonna” che ho usato anche con te, avrebbe potuto ucciderti se non sapevo come dosarla! Ti puoi fidare, so stare attenta! Inoltre i tuoi uomini rivedrebbero prima le loro famiglie … perché non ne parli anche con loro … restare un paio di settimane per cercare la pianta e poi ripartire, penso che non dispiaccia a nessuno …

Il Capitano la guardò negli occhi, non dispiaceva affatto neanche a lui l’idea di passare due settimane a Neverland con Emma, lo aveva pensato proprio il giorno prima e gli sembrava improponibile. Ora, ironia della sorte, era proprio Emma a chiederlo e lui a non volere!

 – Ci penserò su Love, devo pensare prima alla tua sicurezza!

Si voltò verso il disegno e lo prese in mano guardandolo accigliato, mentre lo riposava vide quello sottostante, il ritratto di Emma. In imbarazzo portò il dito indice verso la guancia e dietro l’orecchio, il suo tipico segno quando si sentiva così. Emma sorrise, riconoscendo il suo disagio.

– Sei molto bravo a disegnare Killian e hai una memoria visiva eccezionale! Il mio ritratto è veramente preciso, mi farebbe piacere se … se questa sera dopo cena tu finissi i tratti del mio volto …

L’imbarazzo del Capitano svanì in un secondo, sostituito da un sorriso radioso. Si volse verso di lei e, con il dito indice, sfiorò il contorno del viso di Emma, le sopracciglia, le labbra …

- Amore, i tuoi tratti sono talmente impressi dentro di me che potrei farti un ritratto senza guardarti! Se vuoi finirò questo piccolo disegno che ho iniziato la sera dei tuoi diciotto anni … forse lo dobbiamo a tutti e due.

Si avvicinò alle labbra di Emma che già si stavano schiudendo per accogliere le sue. Con la punta della lingua seguì il contorno della bocca di lei, un brivido di piacere percorse nuovamente la schiena della donna, lui se ne accorse, sorrise sulle sue labbra, poi, contemporaneamente, abbassarono le palpebre. Emma rispose a quella carezza e si abbandonarono alla voluttuosità carnale di quel bacio. Lui la strinse forte al suo petto, lei con le dita tra i suoi capelli neri e folti avvicinò di più a sé la sua testa. Divorati dal piacere sensuale di quel bacio, si resero conto a malapena che Paul aveva bussato alla porta per annunciare in tavola la cena. 

– In effetti è ora di cena e sono affamata!

 – Spero che tu sia affamata anche di me … come io lo sono di te Swan!

 Lo aveva detto nel suo solito modo ammiccante, con quel gioco di sopracciglia che faceva parte della sua mimica facciale, sensuale e malizioso. Decisamente Emma era affamata anche di lui, ma era meglio non dirglielo, glielo avrebbe dimostrato … dopo …

 

Terra del Porto, Maine

La vecchia Granny e sua nipote Ruby si scambiarono uno sguardo d’intesa quando arrivò il messaggio di Regina. Si diedero da fare tutto il pomeriggio a rinfrescare le poche stanze della loro locanda. Al piano terra, potevano offrire un buon vitto, ma la loro clientela era piuttosto selezionata. Granny amava l’ordine e sapeva mantenerlo. Se qualche cliente non si comportava a modo, lei incoccava una freccia alla sua balestra e lo faceva correre a gambe levate fuori dal locale. Sua nipote Ruby era una stupenda ragazza mora, alta e dalle forme armoniose. Sempre un po’ troppo scollacciata, per i gusti della nonna, ma era una ragazza amabile e instancabile, era molto ammirata dagli uomini del posto e dagli stranieri che sbarcavano, ma sapeva rendersi preziosa e tenerli a bada. Se non fosse stato così, la nonna ne avrebbe infilzato qualcuno! 

Lady Barbra arrivò alla locanda la mattina dopo l’annuncio di Regina. Due uomini robusti, che lei ringraziò chiamandoli Jefferson e Nicodemo, portavano il suo baule, mentre un affascinante uomo, vestito con eleganti abiti in pelle nera e un bel viso, su cui spiccavano due occhi incredibilmente azzurri, era al suo fianco. Ruby li accolse con la sua solita cordialità e simpatia, lanciando uno sguardo di apprezzamento verso l’accompagnatore di Barbra. Emma era pienamente cosciente del fascino di Killian, lo aveva già visto all’opera con le donzelle della taverna di Angus, non era certo sorpresa di notare che Ruby ne era attratta, forse era il caso di demarcare subito il proprio territorio, ma sapeva che Ruby si sarebbe scandalizzata, era perfettamente a conoscenza che, Emma-Barbra, era sposata con il Duca  Neal Mc Cassidy. Non era il caso di dare scandalo, era lì per una missione politica e Ruby, come sua nonna, facevano parte del gruppo Giacobita.

Killian si presentò come il Capitano Flinth e fece un galante inchino alla ragazza, che lo ricambiò con un sorriso a trentadue denti.  Quella bella ragazza gli suscitò una immediata simpatia, per il calore umano che sprigionava, per l’allegria che trasmetteva, ma non provò nessuna attrazione oltre la simpatia, non era Emma.

Anche il Capitano aveva bisogno di una stanza e gli venne assegnata una  di fronte a quella di Lady Barbra. Killian ne fu silenziosamente soddisfatto. Nico e Jeff avrebbero condiviso una stanza sul retro della locanda.

Primo compito assegnato ai due uomini fu quello di procurare i cavalli per loro tre e per Lady Barbra, inoltre dovevano occuparsi con Jambon di provvedere al rifornimento di provviste per la cambusa. Il cuoco di bordo sarebbe arrivato di lì a poco. Quella notte avrebbero pernottato alla locanda, la mattina dopo Barbra avrebbe dedicato il suo tempo all’acquisto della merce che doveva riportare a Storybrook e nel pomeriggio, con il Capitano, sarebbe andata al Governatorato, dove avrebbero cenato con il Governatore e sua moglie. Era una importante donna d’affari e solitamente veniva ospitata da loro per qualche giorno. Questo era quello che si sapeva in giro di quella donna, che periodicamente tornava nel Maine per i suoi commerci. Era passato molto tempo dall’ultima volta. Tra un viaggio e l’altro mandava i suoi emissari a compiere scambi commerciali, in modo da non assentarsi troppo a lungo da Storybrook e dalla sua famiglia. Questa volta si trattava di merce importante, aveva assoldato una nave da guerra ed era andata di persona!  

Mentre Emma si sistemava nella sua stanza, Killian volle fare un giro di perlustrazione. Ricordava perfettamente il posto, anche se erano passati dodici anni, da quando vi era approdato con Liam. Ricordava ogni particolare. Come avrebbe potuto dimenticare il luogo dove aveva tanto desiderato di tornare, per incontrare la Principessa dei suoi sogni?

Si incontrò con Paul e gli altri, presero accordi sui rifornimenti e diede altri ordini per la ciurma di bordo. La notte avrebbero ritirato la passerella e si sarebbero allontanati dall’attracco, la mattina si sarebbero riavvicinati. I turni di guardia dovevano essere costanti. Si accordarono anche sui segnali da scambiarsi.

Il pomeriggio passò velocemente, cenarono alla locanda di Granny e poi andarono a dormire. Emma e Killian salirono insieme verso le loro stanze. Non parlarono, ma quando furono sicuri di non essere visti, prima di entrare ognuno nella sua stanza, si strinsero in un abbraccio, scambiandosi un lungo passionale bacio.

 – Mi mancherai questa notte Swan!

– Mi mancherai anche tu Capitano!

Ancora un ultimo interminabile bacio e Emma sparì nella sua stanza, lasciando Killian ancora appoggiato allo stipite della sua porta.

 

Mancarono veramente l’uno all’altra quella notte. Si erano abituati in quelle settimane al calore delle reciproche braccia e al contatto della loro pelle nuda. La tentazione di raggiungere l’uno la stanza dell’altra durò per diverse ore. Dovevano resistere. Alla fine il sonno prevalse.

 

 

I broccati che Lady Barbra stava osservando erano di ottima fattura. Ne avrebbe presi diversi colori e parecchi metraggi. Contrattò abilmente il prezzo con Mister Bishop, un ometto magro e calvo con il quale era solita svolgere ottimi affari. Killian gironzolava fuori dal negozio e fu attratto da una taverna poco distante. Un boccale di birra non gli sarebbe dispiaciuto, inoltre scambiare due chiacchiere con un oste ben informato dei pettegolezzi del posto, poteva tornargli utile, di solito era così!

Un ragazzino di colore, vestito di stracci logori, magrissimo, uscì dalla taverna con una ramazza in mano e iniziò a spazzare la veranda. Era piccolo, forse aveva sette anni appena. L’oste uscì dalla porta come una furia, gridando verso il piccino e prendendolo a calci. Il motivo era che ancora non aveva pulito i tavoli e doveva sbrigarsi. Il bambino colpito alle fragili gambe cadde a terra e l’oste continuò a calciarlo dove capitava. Killian non poteva sopportare, ne permettere, una simile violenza su una creatura indifesa! Con pochi balzi fu sull’oste, prendendolo a pugni e sbattendolo al muro della taverna. Come si permetteva di colpire un piccolo di quell’età, evidentemente mal nutrito e che appena si reggeva in piedi? L’oste si giustificò che quello era solo un negro, senza nessuna importanza, che per un pezzo di pane dava una mano alla taverna, solo per il buon cuore che lui gli dimostrava.

 – Buon cuore?!

Tuonò il Capitano

 – Un cane rognoso avrebbe più buon cuore di voi, maledetto bastardo! Nero o bianco quello è un bambino! Dove sono i suoi genitori?

L’oste fece spallucce

 – Per quanto ne so, sono morti. Il padre è stato schiacciato da un carro e la madre è morta di tisi.

A Killian si strinse il cuore, quel bambino non aveva nessuno al mondo. Era completamente solo e di questo passo non sarebbe sopravvissuto a lungo. Era ancora a terra, dopo quei calci non si era rialzato. Killian temette che fosse morto. Si abbassò per toccargli il collo. Era vivo ma non stava bene.

Emma usciva dal negozio quando vide Killian scattare verso l’oste e seguì tutta la scena. Corse verso il Capitano quando lo vide abbassarsi sul corpicino del piccolo. Lesse nei suoi occhi, sdegno, preoccupazione, pietà.

– Credo che il bambino abbia una spalla slogata per il colpo subito, spero che non sia stato colpito anche alla testa. È svenuto di sicuro per la debolezza e per il dolore. Aiutami Barbra, facciamo qualcosa per lui.

Emma annuì. Killian prese il piccino in braccio e si diresse da Granny.

Il bambino era molto emaciato. Granny e Ruby lo conoscevano bene, spesso gli davano qualcosa da mangiare, si chiamava Jim Sidney. Killian pagò  una stanza anche per lui e con Emma cercò di curarlo. Aiutò Emma a tirargli il braccio per risistemare la slogatura alla spalla. Insieme lo lavarono e, mentre Emma lo medicava, Killian andò a procurargli dei vestiti nuovi.

L’umanità, la generosità del Capitano e la sua attenzione per quel piccolo, intenerirono tanto Emma che pensò che Killian sarebbe stato un padre meraviglioso se avesse avuto figli. Quale donna non avrebbe voluto un padre così per i suoi bambini. Pensò al suo piccolo Hanry, al rapporto che aveva con Neal. Non l’aveva accettato quel bambino, anche se poi con il tempo si era affezionato a lui. Se Killian fosse stato al posto di Neal lo avrebbe amato da subito e se Hanry avesse conosciuto Killian, sicuramente, avrebbe avuto per lui una grande ammirazione. Voleva assolutamente che Killian e Hanry si conoscessero. Sarebbero stati sicuramente importanti l’uno per l’altro. Killian era il corsaro che Hanry sognava di diventare.

 Emma sorrise al ricordo di quello che suo figlio le aveva detto, in proposito, prima di partire.

 Il Capitano tornò presto con gli abiti per Jim. Quel pomeriggio lui ed Emma sarebbero andati al Governatorato, se il piccolo si fosse ripreso lo avrebbero portato con loro. Margaret e Regina amavano molto i bambini e quello aveva un visetto delizioso, oltre il bisogno di essere accudito e amato. Avrebbero fatto in modo di nutrirlo e curarlo, Emma sapeva di potersi fidare di Regina per le cure attente e di sua madre per l’accudimento affettivo.

Jim si riprese presto e Emma giudicò che poteva fare quel breve viaggio a cavallo se sostenuto saldamente dalle braccia del Capitano. Killian non se lo fece ripetere. Era più forte di lui proteggere i deboli. I bambini rappresentavano il futuro del mondo, nessun bambino doveva soffrire, ogni bambino, di qualsiasi colore fosse, aveva diritto a vivere e a trovare il suo spazio. Doveva crescere con la fiducia nel prossimo e sarebbe stato amico di tutti, con apertura mentale verso chiunque. Questo pensava Killian  e lo confidò ad  Emma che silenziosamente annuì, la pensava precisamente come lui.    

 

Con il braccio e la spalla fasciata, il piccolo Jim si stringeva al petto di Killian, mentre cavalcando si dirigevano al Governatorato. Lady Barbra affiancava il Capitano. Aveva mandato un messaggio a Regina riguardo al bambino e, appena fossero arrivati, avrebbero provveduto a lui.

 

Regina attendeva impaziente nel cortile del palazzo, elegante nel suo abito nero, Margaret la raggiunse. Avevano deciso insieme dove alloggiare il piccolo. Regina era raggiante all’idea di prendersi cura di un bambino. All’arrivo di Emma e dei suoi compagni trasecolò. Riconobbe immediatamente il Tenente Killian Jones. Non era possibile! Quale scherzo aveva giocato il destino alla sua Emma? Margaret le diede una gomitata, anche lei lo aveva riconosciuto, le era piaciuto così tanto quel giovane brillante ufficiale, le era dispiaciuto sapere della sua morte, ma da quello che vedeva era in piena forme e, se possibile, con il tempo e con la maturità, era diventato ancora più affascinante! Già! Anche troppo! A parere di Regina. Cercò di leggere negli occhi di Emma quale fosse la situazione e, dalla luce del suo viso, non le ci volle molto a capire che quel fuoco sopito era diventato incendio. Emma aveva ritrovato il suo primo amore. Regina sentì una profonda gioia per lei e, contemporaneamente, il dolore per l’impossibilità della realizzazione dei suoi desideri.

 Da come si muovevano e si avvicinavano l’uno all’altra, era chiaro che tra loro fossero piuttosto intimi. Gli sguardi del Capitano, ovviamente era lui il Capitano che doveva ringraziare, i suoi sguardi verso Emma erano molto eloquenti. Regina si chiese se si rendessero conto di quanto erano palesi i loro sentimenti.  

 

Su ordine di White Margaret, Jim fu preso da una delle cameriere e portato nella stanza preparata per lui.

– Mamma, tu hai già conosciuto il Capitano Jones, anni fa venne da te e papà con suo fratello Liam, come delegati del re …

La principessa annuì con un sorriso affettuoso. Killian le fece un inchino e le depose un galante bacio sul dorso della mano.

– Nonna Regina …

Regina sollevò le ciglia in modo eloquente verso Emma, la quale ricordò che odiava essere chiamata nonna.

– Capitano Jones, lei è Lady Regina, matrigna di mia madre …

- Sono onorato My Ladys, avrei pensato a due sorella maggiori di Lady Emma, ricordo perfettamente Vostra Grazia e questi dodici anni non hanno scalfito la vostra bellezza. Non ho conosciuto Voi Lady Regina e me ne rammarico, non avrei dimenticato una Dama del vostro fascino …

Decisamente il giovanotto era galante e sapeva incantare le donne, pensò Regina.

Emma volle incontrare suo padre James, avevano tanto di cui parlare e, tra le varie cose, Emma sapeva di dovergli dare un dolore chiedendogli l’annullamento del matrimonio con Neal, anche perché il dolore maggiore  per suo padre, sarebbe stato sapere  come era stata trattata sua figlia.

 

Lasciato Killian a conversare amabilmente con le due nobildonne, che lo invitarono nel salotto privato della Reggente per the e pasticcini, Emma corse, letteralmente, da suo padre, il principe James, che si trovava immerso tra le scartoffie del suo vasto studio. Aprì la porta senza chiedere neppure il permesso, per quanto intenso era il desiderio di riabbracciare il suo adorato padre.

– Papà, sono qui!

James scattò, al rumore della porta aperta improvvisamente e al suono della melodiosa voce della figlia.

– Emma! Bambina mia! Cominciavamo a preoccuparci, sei in ritardo secondo i tempi che avevamo considerato, comunque il meeting è tra tre giorni e quindi abbiamo il tempo di preparare il discorso!

– Sai Killian è stato male una settimana, siamo usciti di rotta, poi c’è stato lo stallo dei venti, abbiamo incontrato la Royal Navy e visto che lui è un pirata abbiamo dovuto inventare una sceneggiata …

 - Chi è Killian? Pirata? Che stai dicendo figliola? Hai assoldato un pirata?

 – Si per la precisione Captain Hook, ma ora è morto, non ti preoccupare ..

James era sbiancato, conosceva perfettamente la fama di Hook o almeno ciò che si diceva di lui in negativo, non sapeva nulla delle sue motivazioni, del suo essere un eroe e patriota.

 – Figliola fammi capire di cosa stai parlando, hai assoldato il famigerato Hook ed è morto mentre Killian, non so chi, è stato male una settimana? Non ho capito nulla di come stanno le cose ma sono felice che tu sia qui sana e salva …

Emma sorrise a suo padre, era sempre un po’ lento a capire, ma solo per il fatto che non prestava molta attenzione ai racconti, essendo preso da preoccupazioni più grandi. Spesso, mentre gli parlava sua moglie, rispondeva di si a tutto, senza aver sentito nulla di quanto stava dicendo ed Emma ricordava che, da ragazzina, spesso aveva giocato con gli equivoci creati da suo padre, riuscendo ad ottenere quello che voleva lei.

– Papà, siediti e prestami attenzione per una mezz’ora, ti racconterò tutto dall’inizio e capirai chi è Killian e tutto il resto.

Questa era la tecnica necessaria con suo padre, prepararlo all’ascolto. James era un uomo comprensivo, sensibile, di animo nobile, generoso e di ampie vedute. Emma aveva ripreso molto da lui e sentiva nei suoi confronti quell’ammirazione e tenerezza che solo una figlia, rispettata e amata da suo padre, poteva provare. Suo padre le aveva insegnato il rispetto di sé stessa, aveva contribuito a forgiare la donna che era, le aveva dato un ideale di uomo che lei aveva cercato anche nel compagno della sua vita, aveva creduto di trovarlo in Neal, invece aveva scoperto che colui che corrispondeva a quell’ideale era il suo primo amore, Killian Flinth Jones.

Raccontò ogni cosa a suo padre, dai suoi piani iniziali, che avevano già condiviso, al colpo di fortuna avuto con l’arrivo del Capitano Jones. Raccontò delle vicissitudini dell’uomo, dalla prima visita nel Maine all’incontro a Storybrook, dell’incontro con il caro Jamie e della trovata di far sparire Hook.

James notò come, ogni volta sua figlia chiamasse per nome il Capitano, il suo volto si illuminasse. Ricordava che la sua piccola aveva avuto una cotta per il Tenente Jones, ma non ne avevano mai parlato, erano cose da donne e per quello c’era sua madre Margaret e Regina. Ora, Emma era una donna adulta ed ebbe fortemente la sensazione che sua figlia non nutrisse solo ammirazione per il Capitano Flinth Jones. Finito di sentire il racconto gli venne spontaneo chiedere di Neal.

 – Emma non mi hai detto nulla di tuo marito, hai parlato di August, molto di Jones ma nulla di Neal. Come ha preso tutta questa faccenda? Ti ha lasciato partire facilmente senza opporsi al fatto che la sua amata moglie partiva con un gruppo di pirati? Per quanto Jones possa essere un gentiluomo, di nobile nascita e ottima cultura è pur sempre diventato un pirata …

 - Mi sono fidata di Killian da subito e non ha tradito questa fiducia …

Di nuovo lo aveva chiamato per nome e parlato di fiducia, ma non aveva risposto su Neal.

– Emma, cosa è successo con Neal?

Emma rimase spiazzata dall’intuito di suo padre, la conosceva bene! Come dirgli ora la verità su di lui? Iniziò dalla parte più vicina.

– Neal mi ha assecondata, lui non avrebbe fatto nulla di quanto era nei miei intenti, è un uomo passivo, ben poco intraprendente, sono riuscita a convincerlo dell’importanza di questa alleanza per il futuro del popolo delle colonie, oltre che dell’Irlanda e  della Scozia. August mi ha sempre appoggiata, non so come avrei vissuto questi ultimi cinque anni, se lui non si fosse stabilito a Storybrook e non avesse organizzato la difesa della penisola. Per lungo tempo ho avuto il terrore che il Duca tornasse con il suo scagnozzo Barba Nera, dovevo proteggere Hanry da lui …

 - Non capisco la tua paura per Hanry, in fin dei conti è suo nipote …

- Sai che Neal ha lasciato fuggire quel mostro di suo padre, ho temuto che per vendicarsi di me potesse tornare per fare del male al piccolo, in fin dei conti non ha mai amato neppure suo figlio Neal!

C’era molto altro da dire su quell’argomento, ma c’erano segreti che Emma non poteva rivelare neppure ai suoi genitori, ancora non era riuscita a parlarne neppure con Killian e lui aveva tutto il diritto di essere messo al corrente, ma ancora non ne era il tempo.

– Papà … devo farti delle confidenze dolorose su Neal, perdonami. Tutti avevate ragione nel dissuadermi a sposarlo … ho commesso l’errore più grande della mia vita e vorrei che … tu annullassi il matrimonio …

- Non voglio essere duro Emma, ma ti devo fare questa domanda. Ti sei accorta dell’errore ritrovando il Capitano Killian Jones o la cosa è antecedente?

Emma arrossì, suo padre aveva capito che amava Killian, ma il motivo era effettivamente antecedente. Ritrovare Killian e scoprire che non aveva mai smesso di amarlo, aveva sicuramente dato una maggiore sicurezza a quell’intento. Abbassò gli occhi prima di rispondere, poi guardò dritto negli occhi celesti del padre e rispose.

– Tutto è iniziato la mia prima notte di nozze, proprio qui, nella mia stanza. Da allora Neal non è stato più mio marito, da allora ho tolto la fede al dito. Abbiamo avuto un rapporto civile di copertura …

- Cosa stai cercando di dirmi figlia mia?!

– Ho subito maltrattamento e violenza da lui, fin dalla prima notte papà …

Le lacrime che Emma non aveva versato fino ad allora, per la storia con suo marito, rimaste congelate per tutti quegli anni, ora si sciolsero al calore dell’abbraccio affettuoso di suo padre. Raccontò, senza più vergognarsene, tutta la verità su Neal.

 – Ritrovare Killian … perché padre l’ho ritrovato … doveva essere lui l’uomo da sposare, aveva ragione la mamma … ritrovarlo e conoscere la persona meravigliosa che è, mi ha aiutato a definire la decisione che avevo già preso. Credo che tu lo abbia capito … so che lo hai capito papà, io … io lo amo dal profondo del cuore e … anche se le nostre strade si divideranno di nuovo, io so che è l’uomo della mia vita, lo sento nell’anima e so che lui sente lo stesso per me …

James asciugò le lacrime di sua foglia e la strinse nuovamente a sé, posandole un tenero bacio alla sommità della fronte. Aveva ignorato per tutto quel tempo la sofferenza di sua figlia, la sua profonda delusione a causa di Neal. Si era chiusa all’amore, vivendo solo per Hanry ed ora viveva il grande amore della sua vita … aveva diritto ad amare e ad essere amata. James aveva sposato sua moglie per amore, sapeva quanto questo fosse importante per un matrimonio sereno. Pensava che sua figlia avesse avuto la stessa fortuna invece … Decise che avrebbe redatto l’annullamento del matrimonio, Emma l’avrebbe firmato, egli avrebbe messo i timbri e la sua firma di Governatore, sarebbe mancata solo la firma di Neal per renderlo esecutivo.

– Tesoro mio, domani mattina l’annullamento del vostro matrimonio sarà redatto. Per essere definitivo ed esecutivo, dovrai ottenere la firma di Neal …

- La otterrò papà, me lo deve!

Il colloquio che avevano avuto era stato molto intenso e spossante per entrambe, decisero di rinviare quello per il discorso al meeting a dopo, ora il Principe James voleva incontrare il Capitano, voleva vedere l’uomo che era diventato il brillante e colto ufficiale della Royal Navy, conosciuto dodici anni prima.

 

White Margaret aveva raccontato a Killian una serie di aneddoti su Emma. Il suo voler essere un maschiaccio, appresso al padre e al fratello, doveva eccellere in tutte le attività maschili che li vedeva affrontare. Ovviamente la sua capacità fisica non era equiparabile a quella dei due uomini, ma loro stessi dicevano che la ragazza era un osso duro e avrebbe dato filo da torcere a qualsiasi malintenzionato. Killian  sorrideva e ricordava come era stato atterrato dal pugno della sua Emma e da come duellava fieramente. Si, era veramente capace di dare filo da torcere.

 – Ero sicura che sarebbe diventata più femminile prima o poi e, devo dire, che dai diciotto anni ho visto qualche cambiamento. Volle duellare anche il giorno del suo diciottesimo compleanno, proprio quando voi Capitano e vostro fratello siete venuti per l’ambasciata. Quel giorno l’ho sgridata più del solito e quel giorno è cambiata tantissimo, forse i rimproveri avevano avuto effetto.

Killian rimase pensieroso, anche per lui era cambiato qualcosa quel giorno. Regina ascoltava il ciarlio di Margaret e non toglieva gli occhi dal volto del giovane. Certo che era cambiata Emma! Si era innamorata per la prima volta in vita sua e da lì ne erano capitate tante altre di cose! Dall’espressione del Capitano capì che quel giorno anche lui,  incrociando il suo destino con quello di Emma, aveva cambiato il corso della sua vita, aveva preso una strada che, fatto un ampio giro, era tornata da Emma.

– Certo che la maternità l’ha ulteriormente arricchita! Ama così tanto suo figlio! Pensate caro Killian che, per non farmi preoccupare e correre da lei, mi ha nascosto la sua gravidanza, mi sarebbe piaciuto assisterla, esserle vicino, io ho avuto  Regina al mio fianco nel parto, lei soltanto il buon Frate Benedictus, fortuna che l’ho mandato con lei quando si trasferì a Storybrook. Dopo due anni di matrimonio ha avuto il piccolo Hanry, me lo ha fatto sapere solo quando il piccino era già nato e siamo partiti giusto per il suo Battesimo!

Killian era assorto nel pensiero di Emma e nel ricordo del loro incontro, ma qualcosa suonò improvvisamente stonato in quello che diceva la Principessa, non ci fece caso più di tanto sentendo la voce del Governatore che arrivava con sua figlia.

– Capitano Jones …

Killian si alzò dalla poltrona e fece un inchino con il capo.

 – Vostra Grazia …

James lo soppesò con lo sguardo, quell’uomo aveva un bel portamento fiero. Sicuramente l’esperienza lo aveva maturato e indurito. Nonostante fosse ancora giovane, non aveva più la freschezza del giovane volto sbarbato del Tenente Jones. Non era più un ragazzo, era un uomo. Emma si portò al fianco del Capitano e suo padre sentì una punta di gelosia. Con Neal non era mai stato geloso di Emma, ma quello era l’uomo che veramente gli poteva portar via la sua piccola e nonostante la stima e l’ammirazione che provare per lui, quella sorta di rivalità, tipica del padre nei confronti dell’uomo della propria figlia, si fece sentire.

– Allora Capitano! Emma mi ha raccontato delle vostre imprese di pirateria alle spese di Re Guglielmo III, tutto ciò che si diceva su di voi era vero solo in parte! Comunque sono lieto che siete nostro alleato. Dopo cena avrei piacere di discutere con voi ed Emma nel mio studio, sul da farsi.

– Sarà un onore Signore.

Mentre James e Killian continuarono a parlare tra loro, di navi da guerra, tattica militare ed altri interessi che scoprirono avere in comune, White Margaret scese nelle cucine a dare disposizioni per la cena e Regina con Emma rimasero sole. Uscirono sulla balconata, Emma guardò attraverso il cannocchiale. La “Stella del Mattino” si stava portando fuori dal porto, Eddy e gli altri stavano eseguendo gli ordini del Capitano.

– Una nave notevole! È  così bella anche a bordo?

Non era una domanda casuale, pensò Emma. Dove voleva arrivare  Regina?

– Una nave molto ben architettata, sai è stata disegnata dallo stesso padre di Killian e costruita nel loro cantiere in Irlanda.

 – Parli di lui con la stessa espressione e foga di quando avevi diciotto anni Emma. Cosa sono quegli sguardi bramosi?

– Io non bramo nessuno!

– Miss Swan, forse tu no, ma lui direi proprio che si strugge per te!

Emma abbassò il viso, mentre le sue guance si imporporavano.

 – Tu non ti rendi conto della chimica che si nota tra voi Emma! Non sarei sorpresa di scoprire che siete finiti a letto quasi subito!

Emma ora era rosso pomodoro.

 – Ho indovinato?

– Non è proprio come pensi tu. Tecnicamente siamo finiti nello stesso letto in diverse occasioni, ma non è come puoi credere, non siamo andati fino in fondo …

 - Sono allibita Swan. Cosa significa? Si vede ad un chilometro che siete attratti irrimediabilmente l’uno verso l’altra e che vi amate. Siete inoltre adulti e, da ciò che mi hai scritto riguardo a Neal, in questi anni, non hai motivo per essergli fedele. Perché non ti sei preso l’uomo che ami?

 – Semplicemente perché ho una sorta di blocco ad abbandonarmi completamente. Nelle lettere non ti ho detto tutto …

Come aveva confidato a suo padre, anche a Regina raccontò della sua terribile e disgustosa esperienza con quello che considerava già ex marito.

 – Se le cose stanno in questo modo … francamente la cura adatta l’hai già trovata …

- Quale cura?

– Ovviamente il tuo Killian!

Emma raccontò a Regina che tornare a casa insieme a lui era come tornare alle origini, avrebbe voluto ripetere il momento del ballo e dell’incontro perduto per poter cambiare il destino. Regina la guardò in un modo furbo.

 – A volte Swan, con un po’ di aiuto, dei piccoli desideri si possono avverare.

La giovane la guardò interrogativamente, ma Regina sorridendole enigmatica, le voltò le spalle e rientrò nella sala. Sua madre era tornata e vide che Regina le si accostava, fasciata nel suo vestito nero e scambiava delle parole con lei, non ci badò molto.

 

La cena che consumarono fu degna di una Principessa e tutti i commensali apprezzarono. La conversazione si mantenne brillante e a questo contribuì parecchio Killian, che sembrava in grado di affrontare con  sapienza e classe qualsiasi argomento.

La conversazione continuò nello studio del Governatore.

– Emma, tu dovrai presentarti al meeting come Lady Barbra, lo sai. Non possiamo permetterci di comparire, io stesso non potrò essere presente, sono troppo visibile e devo cercare di mantenere la parvenza di fedeltà a Guglielmo III. Capitano, so quanto male l’Inghilterra sta facendo all’Irlanda e alla Scozia. Il Re non sembra mai sazio e affama gli altri. Sono riuscito a reclutare numerosi accoliti per la causa di Re Giacomo e i nostri contatti si estendono anche in Gran Bretagna. La polveriera in pratica è pronta per esplodere. Con Emma predisporremo la miccia, il fuoco arriverà al momento opportuno. Non sarà Giacomo a regnare, bensì suo figlio Carlo. Abbiamo ancora molto tempo. Emma parlerà al meeting di questo. Voi Capitano organizzerete la sua scorta e la sua difesa. Siete un ottimo stratega, mi ricordo come avete trattato l’accordo con me, dodici anni fa. Vostro fratello era giustamente fiero di voi …

- Mi onorate Vostra Grazia ..

– Useremo una carrozza per me, padre. Dobbiamo procurarne una che non dia molto nell’occhio. Killian e i suoi uomini cavalcheranno al mio fianco. Partiremo all’alba di dopodomani, saremo sul posto dell’incontro verso le due del pomeriggio. Ora controlliamo la mappa del territorio, Killian non lo conosce.

– Hai ragione figliola, i miei geografi ne hanno preparata una molto dettagliata. Capitano, ve la consegno per studiarla attentamente!

Il Governatore aprì l’anta dell’armadio dietro la sua scrivania e prese un rotolo in pergamena. Lo stese sul tavolo e Killian iniziò immediatamente ad osservare i punti che potevano rivelare le migliori possibilità di agguato. Il suo compito era di proteggere Emma e lo avrebbe fatto con la massima accortezza. Nulla doveva essere lasciato al caso. Era necessario trovare anche un piano alternativo. Non disse nulla al Governatore, ne avrebbe parlato con Fox l’indomani, quando sarebbe andato ad organizzare la scorta per la carrozza.

– Se non vi dispiace la porto nella mia camera, Governatore. Devo memorizzare ogni dettaglio. Una zona in particolare mi sembra pericolosa e disponibile per un agguato.

– Killian forse ti preoccupi troppo! Sono piuttosto fiduciosa nei confronti di queste persone …

 - Emma, tu stessa hai detto che la fedeltà è relativa … Potrebbe esserci una talpa nel gruppo e proteggere la tua incolumità è il mio compito, quindi lasciami fare e se ti darò degli ordini eseguili senza fiatare!

James si rese conto che il Capitano avrebbe fatto il suo dovere al costo della propria vita, teneva molto alla sua bambina, se riusciva ad essere duro con lei. Inoltre gli piacque quel suo cipiglio autoritario, con Emma spesso era necessario, ricordava bene la sua piccola ribelle! Il figlio maschio che non aveva avuto, a parte August, era Emma. Killian Jones sapeva trattarla nel modo adeguato e lei a quanto pareva si fidava ciecamente di lui e lo ascoltava.

 – Molto bene Capitano Jones, prendete la cartina! La vostra stanza è al piano di sopra, credo che sia già pronta. Io resterò ancora qui, ho ancora della corrispondenza da smaltire e devo redigere un atto per domani mattina.

Riguardo a ciò che doveva redigere, guardò in direzione di Emma, la quale capì immediatamente di quale atto si sarebbe occupato suo padre. Lasciarono James al suo lavoro ed Emma accompagnò Killian al piano superiore per mostrargli la stanza che sua madre le aveva detto di aver fatto preparare.  Non sapeva se era un caso o se sua madre, su suggerimento di Regina, avesse pensato proprio a quella appositamente. La stanza per Killian si trovava sullo stesso corridoio della sua …

 - Siamo arrivati, questa è la tua stanza … la mia è la seconda porta di fronte …

- Interessante Swan …

- Ti lascio al tuo studio Capitano … io scendo per un po’ sulla veranda …

- Non vuoi farmi compagnia?

 – No, non voglio distrarti …

– Come la Signora desidera …

Emma girò sui tacchi, lasciandolo in sospeso, avrebbe voluto lasciargli una carezza sul viso, forse anche lui lo avrebbe voluto, ma i sentimenti potevano aspettare. Killian aveva un compito da portare a termine.

 

La sera era tiepida e stellata, la luna si rifletteva sul mare. Una splendida sera di inizio luglio. Il vestito di seta verde acqua, che Emma aveva indossato per la cena, le ricadeva intorno alle gambe e fluttuava alla leggera brezza che proveniva dal mare. Aveva intrecciato i lunghi capelli biondi e la scollatura sulla schiena lasciava vedere la sommità delle spalle.

Le luci del porto brillavano, l’unico suono che arrivava a quell’altezza era quello della risacca del mare. Non sentì il passo di Killian che arrivò silenziosamente, ma sentì il suo calore mentre accostava le labbra al suo collo. Come suo solito le avvolse le braccia intorno alla vita e portò la schiena di Emma al suo torace.

– Swan a cosa stai pensando?

– A quest’ora mio figlio si sarà addormentato, avrà voluto che Belle gli leggesse una favola, avrà fantasticato sui suoi personaggi preferiti … forse avrà chiesto di me …

 - Sicuramente avrà chiesto di te … la madre è la persona più importante per un bambino di quell’età … sei anni?

 – Si …

 Emma sentì Killian irrigidirsi e lasciare poi la presa intorno alla sua vita. Si allontanò da lei. Cosa stava succedendo? Il suo umore era improvvisamente cambiato, Emma lo sentì immediatamente.

 – Che c’è Killian?

 – Credo dovresti dirmelo tu Emma …

 - Cosa?

 – Tua madre mi ha raccontato qualche aneddoto sulla tua fanciullezza oggi …

 - Quindi?

 – Tra le varie cose mi ha raccontato di non aver assistito al tuo parto, anzi di aver saputo del nipote addirittura dopo la nascita, due anni dopo il tuo matrimonio Emma! Perché mi hai mentito? Mi hai detto che con tuo marito era finito tutto la vostra prima sera di nozze, o non è stato così o hai avuto un altro uomo …

- Non ti ho mai mentito Killian, ma ci sono cose che non ti ho ancora detto …

 Ora il Capitano sentì una morsa stritolargli il cuore per la gelosia. Un altro uomo! Si era concessa ad un altro e aveva avuto un figlio da lui?! Lo aveva preso in giro per tutto quel tempo! Era stata di un altro e con lui, che la adorava, aveva fatto tutta quella messa in scena? Perché? Non ci poteva credere! Stava ribollendo di rabbia, gelosia, disappunto, esplose

 – Mi hai fatto credere di essere l’unico uomo con cui hai provato delle sensazioni che non avevi mai provato, di essere traumatizzata … di … di … Sei stata di un altro … e mi hai rifiutato … Sei così falsa Emma?

 – Cosa dici Killian, io non ho avuto nessuno dopo di mio marito e non ti ho mentito …

- Dai Emma! Smettila! Non sei la Beata Vergine!

Un ceffone colpì velocemente la guancia di Killian che afferrò l’avambraccio di Emma come una morsa.

 – Sei un idiota Killian Jones, non hai capito nulla di me? Mi leggevi come un libro aperto, dicevi … Come avrei potuto essere di un altro se non sono riuscita neppure con te, nonostante quello che provo per te …

 - Non lo so cosa provi per me Emma! Credevo di saperlo, ma forse era solo quello che speravo ed è stata solo un’illusione …

 - Credevo tu avessi capito la prima volta che abbiamo avuto intimità … ma ora non riesci a vedere oltre il tuo naso Killian, mi hai deluso e ferito …

Le lacrime scesero dai suoi occhi, mentre si liberava e correva via da lui.

 – Emma! Emma !

Killian la rincorse, cercò di riafferrarla, ma lei si divincolò sfuggendo di nuovo

 – Ti prego Emma aspetta!

 Ora lei si fermò, si voltò lentamente verso di lui, le guance rigate di lacrime.

 – Ho bisogno di andare a dormire ora, sono stanca, ho dovuto affrontare mio padre riguardo a Neal, gli ho dato un grande dolore. Non ti ho detto tutto Killian, è vero, ma non è come tu pensi. Sei intelligente, guarda nel tuo cuore, mi hai chiesto di fidarmi di te e l’ho fatto, fidati tu di me ora. Se è vero che mi ami, il tuo cuore ti dirà la verità.

Lo lasciò al centro della grande balconata e si ritirò nella sua stanza. Killian non sapeva più cosa pensare. Era sicuro che Neal non fosse il padre del piccolo Hanry, Emma era troppo disgustata da lui e troppo forte e combattiva per consentirgli di farle altre violenze. Chi poteva essere l’uomo che aveva dato un figlio ad Emma? Santo Cielo, l’unico piacevole al punto da far perdere la testa ad una donna, che sapeva avesse avuto conoscenza con lei era Jamie! No, non poteva essere lui. Se fosse stato, quale torto poteva dare ad Emma? Che diritto aveva di essere geloso?! No, no, no! Guarda nel tuo cuore Killian! Se lo ripeté da solo. Un ricordò affiorò della conversazione con la madre di Emma, non aveva detto nulla della sua gravidanza fino a far sapere direttamente della nascita del bambino. Ma certo! La verità era davanti ai suoi occhi da giorni, lui stesso, accarezzando la donna che amava le aveva detto che il suo corpo era così perfetto da sembrare di non aver mai allattato un figlio o di aver partorito. Era così, Emma era diventata madre ma non aveva mai partorito suo figlio! Si era comportato con lei da perfetto idiota! Si guardò intorno passandosi la mano sugli occhi e la fronte, l’aveva demolita in cinque minuti, lei stava cercando di spiegarsi, ma lui era talmente accecato dalla gelosia che aveva chiuso il cuore e la mente all’ascolto. Doveva correre da lei, doveva chiederle scusa, aveva dubitato anche del suo amore, come aveva potuto! Corse per le scale, nessuno lo vide, tutti si erano ritirati a dormire nel palazzo, passò davanti alla propria stanza e puntò la seconda porta. Sperò che lei ancora non dormisse, non voleva passare una notte senza di lei e con la colpa di averla fatta star male. Disperato bussò alla sua porta. Non rispose nessuno. Poggiò la fronte allo stipite sospirando a bassa voce

– Ti prego amore mio aprimi …

Come d’incanto la porta si aprì, gli occhi verdi di Emma, ancora bagnati di lacrime lo guardarono tristi

– Ho guardato nel mio cuore Emma … ho visto che dentro ci sei solo tu …

 

 

Angolo dell’autrice

Sorpresa! Siamo tornati alle origini e si scopre una sconvolgente verità!

Siete sorpresi? Indizi c’erano stati, avevate capito?

Un saluto a chi leggerà, un grazie a chi recensisce abitualmente e a chi vorrà trovare il tempo per farlo per la prima volta. Fatemi sapere i sentimenti che vi ha suscitato il capitolo, mi raccomando!

Una buona domenica a tutti!

Lara

 

 

 

 

 

 

             

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Lady Lara