XX
Capitolo
Ritorno
alle origini
Ci si
può sentire ebri d’amore? Killian conosceva bene
l’effetto del rum, il suo sapore dolcemente aromatico, con
quel retrogusto
fortemente alcoolico. Bere era stato, per lungo tempo, un rimedio al
suo dolore
ed alla sua solitudine interiore. L’alcool in corpo lo aveva
scaldato, reso
euforico, spavaldo, pronto alla rissa ed al duello. Quando ne aveva
bevuto
troppo, gli aveva fatto perdere la lucidità, lo aveva
intorpidito e, in alcune
occasioni, lo aveva fatto sprofondare in un sonno senza sogni o, dove
vi erano
stati, si erano manifestati come incubi.
Era sveglio,
sdraiato supino sul suo letto, il braccio destro
dietro la testa, poggiata sul cuscino. Al suo fianco, Emma si era
riaddormentata, dopo che, nuovamente,
avevano
provato la frenesia della passione ed il paradisiaco piacere delle loro
carezze
e dei loro baci, sempre più intimi ed intensi. Killian
sentiva ancora sulle
labbra il sapore salato dell’eccitazione di Emma,
probabilmente per lei era lo
stesso.
Non
avrebbe mai
scambiato quel gusto con quello del rum. Non avrebbe mai scambiato
l’effetto
che Emma gli scatenava, con quello dell’alcool. Voleva essere
perennemente
ubriaco di lei! Sentire costantemente quel calore nel petto,
l’adrenalina
scorrere nel sangue ed il cervello all’erta. No! Decisamente
essere ebri
d’amore era molto più salutare che essere ebri di
alcool.
Emma, la sua
medicina, aveva fatto battere di nuovo il suo
cuore spezzato, gli aveva dato un nuovo scopo nella vita, lo aveva
riportato alle
sue origini, alla purezza del suo animo che, in quegli anni bui,
trascorsi
dalla morte di Liam, aveva dimenticato di avere. I suoi ideali erano
gli stessi
di Emma e insieme stavano costruendo qualcosa di importante per gli
altri. La
missione di Emma era importante e lui le sarebbe stato accanto, quanta
gente
avrebbe migliorato la sua sorte, se Emma sarebbe stata ascoltata! Il
riflesso
si sarebbe avuto in tutte le tredici colonie e in tutta la Bretagna.
Si
alzò silenziosamente, non la voleva svegliare, avevano
dormito così poco quella notte!
Indossò
le brache di lino bianco e i pantaloni di pelle.
Scalzo e a dorso nudo, si diresse alla sua scrivania. Prese il diario
di bordo
e, intingendo la penna d’oca nel calamaio, lo
aggiornò.
Anno
Domini MDCCXXVI I Giorno
del VII mese
In
seguito ad alcuni giorni di
stallo, per venti sfavorevoli, si registra in data attuale la ripresa
degli
Alisei a favore della navigazione. Entro tre giorni, alla
velocità dei nodi
attuali, si prevede l’approdo nella Colonia del Maine.
Note:
Incontro con la nave
ammiraglia della Royal
Navy.
Notizie
riportate
dall’Ammiraglio Framer, sulla sicurezza della navigazione. Il
famigerato pirata
Captain Hook è affondato
con la sua nave
pochi giorni or sono. Conclusa la caccia da parte della Royal Navy e
annullata
la taglia sulla sua testa.
Lo
scrivente non può che
rallegrarsene!
Killian sorrise,
ricordando la trovata di quel “genio” di
Jefferson, probabilmente Jamie gli avrebbe mandato la ricompensa della
taglia,
li aveva sentiti accordarsi in merito. Fox riusciva sempre ad ottenere
qualche
guadagno …
Emma si
girò nel letto. Il lenzuolo le
scese dalla schiena, lasciandola scoperta
fino a far intravedere l’inizio arrotondato dei glutei. Lui
pensò che fosse
l’essere più armonioso che avesse visto in vita
sua, la sua pelle bianca e
perfetta, quella schiena e quei fianchi sinuosi che gli stava
mostrando,
inconsapevolmente, adesso ... Pensò che se si era innamorato
di lei, anche
senza averla vista in volto, qualche buon motivo c’era anche
nella sua anatomia
posteriore! Rise di sé al pensiero. Quello che amava
veramente di Emma, da che
l’aveva conosciuta, era il suo cuore, la sua forza interiore,
il suo coraggio e
anche la sua testardaggine. Non poteva negare comunque che toccarla,
darle
piacere e … berla come il rum, lo riempiva di gioia e lo
faceva sentire come il
padrone del mondo, mentre ricevere le sue carezze intime ed il contatto
con
lei, gli davano ogni volta la visione del Paradiso.
Se
solo lei gli fosse
appartenuta completamente …
La mano sinistra
di Emma sporgeva dal letto ed al
suo anulare, che da tanto non portava la
fede matrimoniale, ora c’era l’anello con il
solitario che lui le aveva
regalato. Era il simbolo del loro amore, un nodo per tenerla legata a
sé, nello
spazio e nel tempo.
La guardava e la
voglia di toccare ancora la sua pelle
candida non era sazia.
Come se lei lo
avesse sentito, si svegliò, si girò verso di lui
e si mise seduta sul letto. Il
sui seni, alti e
sodi, furono coperti
dai lunghi capelli biondi, Killian notò che ancora si
vedevano, evidenti, i
segni dei baci che le aveva lasciato su di essi. Si disse che doveva
essere
meno irruento con quella pelle delicata …
Emma si
alzò per raccogliere la sua tunica di lino e
indossarla. Killian non resistette oltre, agilmente e velocemente si
diresse
verso di lei, la prese tra le braccia, ancora nuda e si
impossessò nuovamente
delle sue labbra. Era ancora un po’ assonnata, ma il tocco
caldo e umido della
lingua del suo amato, era troppo invitante, intrecciò la sua
a quella di lui,
in una ennesima danza, i sensi ora completamente svegli. Killian
portò le mani
ai suoi morbidi glutei, la tirò su, verso di sé e
lei agilmente avvinse le
gambe intorno ai fianchi di lui. Ricaddero di nuovo sul letto e Killian
dimenticò di essere meno irruento, affamato come era della
sua carne. Si
baciarono ancora a perdifiato. No, decisamente non sarebbero mai stati
sazi
l’uno dell’altra!
–
Dovremmo alzarci Killian o l’equipaggio verrà a
cercarti!
–
Metterò un cartello fuori dalla porta, con scritto di
chiamarmi tra tre giorni, quando saremo arrivati!
Poteva essere
una buona idea! Ma bisognava organizzarsi per
la missione. Controvoglia Killian si distaccò dal corpo
caldo e morbido di
Emma, si finì di
vestire e riprese il
contegno ed il cipiglio del Capitano, tornò alla scrivania e
spianò su di essa
una cartina geografica che evidenziava le varie rotte che si potevano seguire.
Cercò la più breve e diede
un’occhiata ad un puntino, che aveva inserito proprio lui.
Altre due settimane,
con il vento in poppa e, quel puntino, si sarebbe trasformato nella
splendida
visione, della natura incontaminata dell’isola di Neverland.
Sarebbe stato
stupendo, portare Emma con sé sulla sua isola. Era sicuro
che lì avrebbe
superato completamente il trauma subito e sarebbe riuscita a lasciarsi
andare
completamente a lui. Si ritrovò ad immaginare la scena, con
il sottofondo dei
suoni degli uccelli che popolavano Neverland.
–
Scenderò dalla nave
come Lady Barbra, alloggerò alla taverna di Granny, non si
dovrà sapere che
Emma Swan è tornata. Granny mi conosce dalla nascita, lei e
sua nipote Ruby
sono dei nostri. Fanno parte del gruppo di Giacobiti riunito da mio
padre. Ruby
darà notizia ai miei genitori del mio arrivo e andremo da
loro per organizzare
il meeting con gli alleati. Vorrei presentarti una persona a me molto
cara …
Verrai con me Killian?
– Ti
ho già detto che ti seguirò Emma! Ho uno strano
presentimento di pericolo e non voglio che tu corra rischi inutili. Sei
sicura
della fedeltà di questo gruppo di Giacobiti? Ti conoscono?
–
La fedeltà può
essere sempre relativa! Comunque chi mi conosce, quando sono Barbra, sa
che
sono in incognito e mi si rivolge come Barbra anche davanti agli altri,
informati e non. È la stessa tattica che uso a Storybrook.
Riguardo a te,
ovviamente non si dovrà sapere che sei Captain Hook,
manteniamo gli accordi con
Jamie, potrai usare il tuo primo cognome, Jones è
più conosciuto. Riguardo alla
mano di legno … pensavo di realizzare dei guanti con il tuo
panciotto di pelle
lacerato … dovrei riuscirci in questi tre giorni
…
Killian sorrise,
quella donna pensava proprio a tutto,
intelligente scaltra … come non si sarebbe innamorato di
lei?
- La spada avrà la
sua importanza durante il meeting … mi allenerai ancora
questi ultimi giorni?
- Ne puoi star
certa Swan e sai che lo farò senza pietà,
voglio essere sicuro che potrai battere anche me!
– Mi
vuoi trasformare in un vero pirata Capitano?
– Per
quello, penso che nel profondo del tuo animo tu sia
abbastanza selvaggia da esserlo già!
Lei gli si
accostò seducente
– Dici
sul serio Capitano?
–
Tranne quando sei
così dannatamente sensuale Swan! In questi momenti mi
atterri senza bisogno di
combattere …
Le loro labbra
si unirono ancora, avide. Poi, sciolto
l’ennesimo abbraccio Emma tornò nel suo alloggio,
avrebbe indossato nuovamente
i pantaloni e sarebbe stata pronta per combattere con Killian. Anche il
giovane
Eddy avrebbe partecipato all’allenamento. Il ragazzo si stava
mostrando
veramente volenteroso ed eseguiva alla lettera le consegne che il suo
Capitano
gli aveva dato, riguardo a flessioni e arrampicate sulle cime degli
alberi
della nave. Presto sarebbe stato un invidiabile spadaccino, come aveva
pronosticato Emma e come aveva avuto modo di osservare Killian.
Quegli ultimi
tre giorni passarono tranquillamente. Tra la
ciurma aleggiava una sorta di euforia, era sempre così,
quando la terra si
avvicinava e i
marinai pregustavano il
piacere di cibo fresco e la compagnia di qualche signorina,
disponibile, nelle
bettole del porto.
Emma era
riuscita a realizzare i guanti in pelle nera per il
suo Killian e quando questi li aveva indossati, era rimasto per un
attimo senza
parole; sembrava riavere ambedue le mani e non si notava affatto che la
sinistra era una semplice protesi di legno. Aveva guardato prima le
mani e poi
Emma, davanti a lui, avrebbe voluto veramente riavere la sua mano
sinistra, lei
gli lesse nel cuore e d’impeto gli portò le mani
al viso, baciandolo
teneramente
–
Con la mano, senza o
con l’uncino, Killian, per me fa lo stesso, sei sempre tu!
Lui
sentì il calore nel petto espandersi, era un fuoco che
Emma sapeva mantenere acceso. Ringraziò mentalmente il
Signore di averla posta
sulla sua strada, chi l’aveva chiamata “La
Salvatrice” aveva avuto ragione.
Quella donna sapeva portare la gioia e il bene dove arrivava, aveva
salvato
anche lui dall’oscurità, riempiendolo con la luce
dell’amore.
Il penultimo
giorno di viaggio, si sentì provenire dalla
cambusa un profumo goloso, che suscitò la
curiosità di tutti, era la seconda
volta in quel viaggio che si sentiva. Un regalo della Principessa per
loro, una
torta al cioccolato, come quella che aveva già cucinato con
Paul. Per la sera
Emma chiese di poter cenare tutti insieme, voleva ringraziarli per
l’impegno e
la gentilezza che quei rudi pirati le avevano mostrato. In
realtà era lei che
con la sua, di gentilezza, li aveva conquistati. Tutti erano disposti a
dare la
vita per la sua causa, poiché era anche la loro.
L’avrebbero scortata come sua
guardia personale. A bordo sarebbe rimasto Eddy con Anton “Il
prete” e Dave “Il
bardo”, gli altri sarebbero scesi con lei e Killian.
La
serata si concluse
con il suono del violino di Bardo che con allegria eseguì
una serie di
vivacissime ballate irlandesi. Tutti si sentirono riportati a casa,
nella loro
Irlanda. Emma amava molto quel ritmo, rise di cuore nel vedere Max e
Fox
ballare insieme nel loro modo folcloristico, sembrava non toccassero i
piedi
per terra.
Killian la
osservava amorevolmente, con i suoi occhi azzurri,
pensando che se il destino
fosse stato
diverso a quell’ora potevano essere sposati e vivere
felicemente nella sua
Drogheda, a continuare il lavoro di suo padre e a crescere dei bambini.
Si sorprese di
sé stesso realizzando cosa
stava pensando. In fin dei conti lui era così, aveva amato
la sua famiglia e
aveva ricevuto amore. Da ragazzo era convinto che un giorno avrebbe
conosciuto
la sua principessa bionda e avrebbe seguito l’esempio di suo
padre. Il calore
di una casa, di una donna che l’ amava, l’abbraccio
di bambini che gli
correvano incontro al ritorno a casa. Cosa poteva valere di
più al mondo
rispetto a queste normali cose? Eppure queste normali cose gli erano
state
negate. Non avrebbe mai accarezzato la testolina bionda di una piccola
Emma o i
capelli bruni e ribelli di un piccolo Killian. Sentì un buco
nel cuore e i suoi
occhi si velarono di tristezza. L’unica certezza era che in
quel momento, la
donna che amava e che credeva lo amasse, era lì, voleva
godere della sua
presenza e del suo calore. Mentre Emma ancora rideva nel guardare quei
due improbabili
ballerini, si avvicinò alle sue spalle, le cinse
strettamente la vita ed
affondò il viso nei suoi capelli profumati ai fiori di
campo, si spostò verso
il suo collo e le depose un bacio caldo, come erano calde le sue
labbra, nel
punto in cui la giugulare, pulsava forte per quell’improvviso
contatto. C’era
della nostalgia in quell’abbraccio e in
quel bacio, Emma l’avvertì nel profondo
dell’anima e desiderò poterlo cullare
tra le braccia e
rassicurarlo. Ebbe
un’idea. Voltandosi verso le labbra che si stavano
distaccando da lei, gli
sussurrò di cantarle nuovamente la ballata della
“Principessa addormentata”,
lei avrebbe suonato la chitarra spagnola e Bardo si sarebbe inserito con il violino. Quella
chitarra aveva su Killian
un potere quasi “magico”, Emma lo sapeva,
poiché lui le aveva raccontato la sua
storia. Killian non poteva negarle di esaudire quel piccolo desiderio e
andò a
prendere la chitarra. I pirati non potevano credere ai loro occhi,
quando il
Capitano tornò. Lo avevano sentito suonare tante volte
quello strumento, quando
era vivo Liam, ma dopo la sua morte e in seguito al dramma di Milha e
alla
perdita della mano, tutto era cambiato. Come era riuscita Emma in quel
miracolo, non sapevano spiegarselo. Quella sera risentirono la calda
voce di
Killian cantare per lei e, chi di loro conosceva la canzone,
contribuì
facendone il coro.
Maine, sede del
governatorato
Il vecchio
cannocchiale era sempre ancorato al muro
dell’ampio terrazzo. Con passo sinuoso la donna dai capelli
nero corvino,
tenuti in una alta ed elegante acconciatura, si accostò ad
esso. Da quando
White Margaret le aveva detto che un piccione viaggiatore aveva
annunciato
l’arrivo di Barbra, tutti i giorni, più volte al
giorno, si dirigeva ad
osservare l’orizzonte. Il sole di luglio splendeva caldo, ma
lei sembrava non
sentire quel calore, nonostante il suo nero abito vedovile, attirasse
maggiormente i raggi. Era una donna affascinante, nonostante i suoi 52
anni
d’età, pochi di più di White Margaret.
Quel vestito nero fasciava il suo
splendido corpo che, non avendo conosciuto gravidanze, si era mantenuto
in
forma smagliante, grazie anche alla cura che lei aveva per
sé stessa, alla
dieta salutistica e alle nuotate quotidiane che adorava. Non meno,
l’aiutavano
a mantenere la freschezza del suo viso, una serie di oli e creme che
lei stessa
creava, grazie alla profonda conoscenza delle erbe.
Erano circa tre
mesi che sapeva la notizia, certo Barbra
doveva organizzare il viaggio e soprattutto trovare la nave ed il
capitano
giusto per la sua missione! Da circa quindici giorni la donna osservava
con
impazienza l’orizzonte. Forse i venti non erano stati
favorevoli, infatti
secondo i suoi calcoli Barbra doveva già essere arrivata.
Con la mano
affusolata portò il cannocchiale verso il suo
occhio castano. Un punto si vedeva ad occhio nudo
all’orizzonte. Le lenti le
confermarono che si trattava di una nave. Le vele erano gonfie di
vento, entro
24 ore sarebbe approdata. La donna fu certa di chi si trattasse. Un
sorriso sui
bianchissimi e regolari denti, distese le sue labbra rosse, facendo
svanire la
piccola cicatrice che solcava il suo labbro superiore.
– Era
ora Miss Swan!
–
Regina! Ci sono novità?
La voce ansiosa
di White Margaret le arrivò alle spalle.
Nonostante l’affetto che nutriva per la sua
“figliastra”,
questo era per lei la Principessa, alcune
volte non ne sopportava neppure il tono
della voce, ma in questo frangente, poteva capire la sua ansia. Da
tanto non
vedeva sua figlia Emma e il viaggio si stava protraendo più
del dovuto. Emma
tecnicamente era sua nipote, figlia della sua figliastra, ma i
sentimenti che
nutriva per quella ragazza erano molto più profondi di
quelli di una nonna.
Regina considerava Emma come sua figlia. Aveva aiutato Margaret durante
la
gravidanza, l’aveva assistita con Frate Benedictus durante il
parto e, per
prima, aveva tenuto quella piccola creatura rosea tra le braccia. Aveva
pianto,
stringendola al petto, lei che non aveva avuto la gioia di avere figli.
Aveva
vissuto di riflesso la maternità di Margaret e avevano
allevato insieme quella
splendida bambina. Regina riusciva ad avere, con la piccola Emma, un
atteggiamento autorevole e affettuoso che le aveva fatto conquistare la
stima e
il profondo affetto della bambina. Ciò che Emma non chiedeva
alla madre, lo
chiedeva a lei, ciò che non confidava alla madre lo
confidava a lei. Per prima
Regina aveva capito il turbamento di Emma nei confronti del giovane
Tenente
Jones. La ragazza aveva allora appena diciotto anni e per la prima
volta in
vita sua aveva sentito i turbamenti dell’amore. In modo
singolare, giudicò
allora Regina, ma estremamente profondo. Quante volte si era rifugiata
nell’ala
del palazzo dove si estendevano gli appartamenti privati di Regina, a
sospirare
per quel ragazzo, che neppure aveva visto in viso, a fantasticare su di
lui a
voce alta con lei! Nonostante la corte del Duchino Neal Mc Cassidy,
erano
passati due anni per far calmare quel fuoco che ardeva dentro il cuore
della
ragazza. Si, calmare, non spegnere. Regina era convinta che se un
giorno Emma
avesse incontrato quell’uomo, il fuoco sarebbe divampato in
un incendio, sapeva
quanto fosse passionale la “sua bambina”.
Purtroppo non
avrebbe potuto incontrarlo più quel bel
giovane. Regina lo aveva visto bene dalla sua finestra, insieme al
fratello,
quando erano arrivati a cavallo e quando se ne erano andati. Il ragazzo
era
stato attratto dalle voci di Emma e August, mentre si allenavano in
giardino,
ma il fratello lo aveva richiamato e lei aveva visto Emma correre verso
il
suono dei loro cavalli e perdere l’occasione di vedere quel
bel viso, che si
era appena voltato sul suo cavallo. Emma e Killian, così si
chiamava il
Tenentino, sarebbero stati una coppia notevole, ma le cose erano andate
in
altro modo. In più, si era saputo che i due fratelli Jones
erano morti, poco
dopo la loro visita nel Maine, in seguito ad una importante missione
militare
per il Re Guglielmo III. Ricordava quanto aveva pianto Emma alla
notizia e
sentendosi sola, mancandole sia la speranza di poter incontrare quel
ragazzo,
che suo fratello August, partito per la Scozia, aveva sposato Neal.
Regina le
aveva consigliato di aspettare. Forse all’orizzonte
c’era un amore intenso da
vivere, per lei. Quando August tornò con il suo stupendo
amico, James Fraser,
Tenente della Royal Navy, l’aveva in tutti i modi indirizzata
verso di lui, ma
nonostante il fascino indiscutibile del giovane Jamie e
l’amicizia che si era
creata anche con Emma, il legame con Neal era stato più
forte e Jamie con
August furono suoi testimoni di nozze.
–
Ottime notizie
direi! Guarda tu stessa Margaret, la nostra Emma sta tornando a casa!
White Margaret
guardò a sua volta, dopo di che abbracciò
calorosamente Regina, baciandola sulle guance e scappando a dare la
notizia al
suo amato James. Regina alzò gli occhi al cielo asciugandosi
le guance. Certe
volte Margaret era troppo espansiva per i suoi gusti, una delle cose
che non
sopportava in lei, ma sorridendo pensò che quella era la sua
natura, non
sarebbe stata lei altrimenti. Guardò ancora attraverso il
cannocchiale, la nave
era ancora più vicina. Avrebbe fatto avvisare Granny, la
stanza per Lady
Barbra, sarebbe stata già pronta al suo arrivo. Non vedeva
l’ora di
riabbracciare la “sua bambina” e di ringraziare il
Capitano, di quella
splendida nave, che l’aveva riportata a casa.
Sulla Stella del
Mattino era quasi ora di cena, l’ultima di
quella prima parte di viaggio in mare. Killian aveva chiesto a Paul di
preparare qualcosa di speciale, per cenare con Emma, nella sua stanza.
Le
scorte erano agli sgoccioli e Jambon dovette ripiegare sulle patate,
preparando
un delicato purè e uno stufato al rum, misto ad una salsa
piccante, che
contrastava con il sapore dolciastro del liquore.
Emma aveva
indossato il vestito rosso, sapeva che a Killian
piaceva molto. Lasciò i capelli sciolti e cercò
la spazzola. Strano! Dove l’aveva
messa quella spazzola? Nel cassetto non c’era! Le venne
spontaneo aprire anche
l’altro, ma questo, ricordò, era chiuso a chiave e
Killian le aveva detto che Milah
ne aveva buttato le chiavi in mare. La assalì una strana
curiosità che, in
tutto quel tempo del viaggio, non l’aveva mai sfiorata.
Improvvisamente ricordò
che, la sera delle sue nozze, Neal le aveva fatto vedere come aprire la
serratura del suo baule, usando una semplice forcina. Forse, di quella
orribile
sera, era rimasto un ricordo utile!
Prese una delle
sue forcine metalliche, la piegò come aveva
visto fare a Neal e la introdusse nella serratura del cassetto.
Armeggiò
insistentemente per qualche minuto, era diventata una specie di sfida
con sé
stessa … Uno scatto! Evviva! C’ era riuscita! Non
le parve vero.
Con le mani
tremanti, come se stesse compiendo un reato,
intrufolandosi nella privacy del Tenente Jones, proprietario di quella
scrivania, aprì il cassetto. Vide, per prima cosa, una
scatola di carboncini,
una riga di legno, due matite e al di sotto un album di fogli da
disegno. Lo
prese e lo aprì. Killian
sapeva
disegnare veramente bene! Quanti talenti aveva quell’uomo?!
Riconobbe
perfettamente il vestito che aveva indossato al galà del suo
diciottesimo
compleanno. La sua figura vista di spalle, come l’aveva vista
lui quella sera!
Emma sentì una forte emozione nel petto. Aveva ricordato
tutti quei piccoli
dettagli del suo vestito bianco?! Una eccellente memoria visiva! Aveva
provato
a immaginare il suo viso, era evidente che fosse rimasto colpito da lei
e
deluso dal non poterlo vedere. L’ovale, del volto disegnato,
corrispondeva
perfettamente al suo, ma Killian non aveva disegnato i tratti somatici,
era vuoto. Emma fu
colpita dal breve messaggio
che il giovane Tenente Jones aveva scritto sotto quel viso e
capì la gelosia di
Milha :
“Sei
la principessa della mia
vita, Emma. Un giorno ti rivedrò e quel giorno sarai mia. Io
ti troverò
sempre!”
Killian
Era stato
sincero con lei, non ne aveva mai dubitato, ma quel
disegno e quel messaggio ne erano la conferma definitiva. Emozionata,
con le
due mani portò al cuore, palpitante, quel foglio.
Non volle
riporlo, lo avrebbe tenuto lei. Stava per rimettere
al suo posto il blocco da disegno, quando notò che
c’era altro disegnato, un
foglio sporgeva di pochi millimetri. Guardò attentamente.
Certo! Anche di
quello le aveva parlato, il disegno dell’arbusto che aveva
ucciso Liam. Non ci
poteva credere! Era come aveva sospettato! Aveva studiato troppo a
lungo il
disegno di quella pianta, sul libro di botanica di Frate Benedictus!
Liam era
stato ucciso dal Rubeus noctis, la pianta che lei stava cercando! Il
potente
additivo che avrebbe risolto molti mali, come il buon frate le aveva
sempre
detto! Killian e Liam avevano trovato il medicinale che voleva il Re.
Come la maggior
parte delle erbe medicinali, poteva essere
velenosa, ma se usata bene era una medicina portentosa. Killian sapeva
dove si
trovava, lo aveva detto! Era sull’isola di Neverland e solo
lui ne conosceva le
coordinate. Doveva convincerlo a portarla su quell’isola,
appena finita la missione
nel Maine, non importava se ritardassero il ritorno! Era troppo
importante!
Mise da parte
anche quel disegno e ripose l’album chiudendo
il cassetto. Prese lo scialle sopra la sedia e vi trovò
sotto la spazzola
sparita, iniziò a spazzolarsi i capelli e sentì
Killian alla porta che la
chiamava. Gli disse di entrare.
–
Sei bellissima Swan!
Ti stavi pettinando? Posso pettinarti io?
Emma fu sorpresa
da quella richiesta, lui non aspettò neppure
la risposta e le tolse la spazzola di mano. La pettinò con
delicatezza, amava i
capelli di Emma, ogni colpo di spazzola sembrava renderli
più brillanti, gli
sembravano d’oro. Posò in fine la spazzola e li
accarezzò con la mano. Ne prese
un boccolo e lo portò alle labbra baciandolo. Emma
trovò il gesto sensuale e
sentì un fremito di eccitazione. Lui si chinò
verso il suo collo e le depose un
altro bacio dietro l’orecchio, un brivido percorse la schiena
di Emma.
Rialzandosi Killian notò i disegni sulla scrivania.
–
Swan! Sei veramente un pirata ormai! Hai frequentato troppe
cattive compagnie ultimamente! Sei riuscita a scassinare quel cassetto!
Lei
arrossì visibilmente, senza trovare giustificazioni e
dicendo la verità.
– Mi
sono incuriosita ricordando cosa mi avevi raccontato.
Sai, quell’arbusto io lo conosco, è vero,
può essere velenoso, ma è anche un
potente medicinale, se aggiunto ad altre, come additivo, ne amplifica
le
qualità curative, io e Frate Benedictus lo cerchiamo da
anni. Tu sai che si
trova a Neverland, volevo chiederti di portarmi lì, finita
la missione nel
Maine.
–
No Swan! Questo te
lo puoi scordare!
–
Ma perché Killian?!
Potrei aiutare tante persone a guarire dai loro mali! Mi hai detto che
sono
l’unica donna che porteresti su quell’isola
…
- Questo
è vero! Ti porterei a Neverland per farti vedere la
sua bellezza, per farti stare bene … per fare
l’amore con te Emma! Non ho
intenzione di portarti a morire
per una
dannatissima pianta velenosa! Non voglio ripetere
l’esperienza che ho avuto con
mio fratello!
–
Killian! Ti assicuro
che uso piante
velenose da anni, so
maneggiarle benissimo! La “Belladonna” che ho usato
anche con te, avrebbe
potuto ucciderti se non sapevo come dosarla! Ti puoi fidare, so stare
attenta!
Inoltre i tuoi uomini rivedrebbero prima le loro famiglie …
perché non ne parli
anche con loro … restare un paio di settimane per cercare la
pianta e poi
ripartire, penso che non dispiaccia a nessuno …
Il Capitano la
guardò negli occhi, non dispiaceva affatto
neanche a lui l’idea di passare due settimane a Neverland con
Emma, lo aveva
pensato proprio il giorno prima e gli sembrava improponibile. Ora,
ironia della
sorte, era proprio Emma a chiederlo e lui a non volere!
–
Ci penserò su Love,
devo pensare prima alla tua sicurezza!
Si
voltò verso il disegno e lo prese in mano guardandolo
accigliato, mentre lo riposava vide quello sottostante, il ritratto di
Emma. In
imbarazzo portò il dito indice verso la guancia e dietro
l’orecchio, il suo
tipico segno quando si sentiva così. Emma sorrise,
riconoscendo il suo disagio.
– Sei
molto bravo a disegnare Killian e hai una memoria
visiva eccezionale! Il mio ritratto è veramente preciso, mi
farebbe piacere se
… se questa sera dopo cena tu finissi i tratti del mio volto
…
L’imbarazzo
del Capitano svanì in un secondo, sostituito da
un sorriso radioso. Si volse verso di lei e, con il dito indice,
sfiorò il
contorno del viso di Emma, le sopracciglia, le labbra …
- Amore, i tuoi
tratti sono talmente impressi dentro di me
che potrei farti un ritratto senza guardarti! Se vuoi finirò
questo piccolo
disegno che ho iniziato la sera dei tuoi diciotto anni …
forse lo dobbiamo a
tutti e due.
Si
avvicinò alle labbra di Emma che già si stavano
schiudendo
per accogliere le sue. Con la punta della lingua seguì il
contorno della bocca
di lei, un brivido di piacere percorse nuovamente la schiena della
donna, lui
se ne accorse, sorrise sulle sue labbra, poi, contemporaneamente,
abbassarono
le palpebre. Emma rispose a quella carezza e si abbandonarono alla
voluttuosità
carnale di quel bacio. Lui la strinse forte al suo petto, lei con le
dita tra i
suoi capelli neri e folti avvicinò di più a
sé la sua testa. Divorati dal
piacere sensuale di quel bacio, si resero conto a malapena che Paul
aveva
bussato alla porta per annunciare in tavola la cena.
– In
effetti è ora di cena e sono affamata!
–
Spero che tu sia
affamata anche di me … come io lo sono di te Swan!
Lo
aveva detto nel suo
solito modo ammiccante, con quel gioco di sopracciglia che faceva parte
della
sua mimica facciale, sensuale e malizioso. Decisamente Emma era
affamata anche
di lui, ma era meglio non dirglielo, glielo avrebbe dimostrato
… dopo …
Terra del Porto,
Maine
La vecchia
Granny e sua nipote Ruby si scambiarono uno
sguardo d’intesa quando arrivò il messaggio di
Regina. Si diedero da fare tutto
il pomeriggio a rinfrescare le poche stanze della loro locanda. Al
piano terra,
potevano offrire un buon vitto, ma la loro clientela era piuttosto
selezionata.
Granny amava l’ordine e sapeva mantenerlo. Se qualche cliente
non si comportava
a modo, lei incoccava una freccia alla sua balestra e lo faceva correre
a gambe
levate fuori dal locale. Sua nipote Ruby era una stupenda ragazza mora,
alta e
dalle forme armoniose. Sempre un po’ troppo scollacciata, per
i gusti della
nonna, ma era una ragazza amabile e instancabile, era molto ammirata
dagli
uomini del posto e dagli stranieri che sbarcavano, ma sapeva rendersi
preziosa
e tenerli a bada. Se non fosse stato così, la nonna ne
avrebbe infilzato
qualcuno!
Lady Barbra
arrivò alla locanda la mattina dopo l’annuncio di
Regina. Due uomini robusti, che lei ringraziò chiamandoli
Jefferson e Nicodemo,
portavano il suo baule, mentre un affascinante uomo, vestito con
eleganti abiti
in pelle nera e un bel viso, su cui spiccavano due occhi
incredibilmente
azzurri, era al suo fianco. Ruby li accolse con la sua solita
cordialità e
simpatia, lanciando uno sguardo di apprezzamento verso
l’accompagnatore di Barbra.
Emma era pienamente cosciente del fascino di Killian, lo aveva
già visto
all’opera con le donzelle della taverna di Angus, non era
certo sorpresa di
notare che Ruby ne era attratta, forse era il caso di demarcare subito
il
proprio territorio, ma sapeva che Ruby si sarebbe scandalizzata, era
perfettamente a conoscenza che, Emma-Barbra, era sposata con il Duca Neal Mc Cassidy. Non era
il caso di dare
scandalo, era lì per una missione politica e Ruby, come sua
nonna, facevano
parte del gruppo Giacobita.
Killian si
presentò come il Capitano Flinth e fece un galante
inchino alla ragazza, che lo ricambiò con un sorriso a
trentadue denti. Quella
bella ragazza gli suscitò una immediata
simpatia, per il calore umano che sprigionava, per l’allegria
che trasmetteva,
ma non provò nessuna attrazione oltre la simpatia, non era
Emma.
Anche il
Capitano aveva bisogno di una stanza e gli venne assegnata
una di fronte a
quella di Lady Barbra.
Killian ne fu silenziosamente soddisfatto. Nico e Jeff avrebbero
condiviso una
stanza sul retro della locanda.
Primo compito
assegnato ai due uomini fu quello di procurare
i cavalli per loro tre e per Lady Barbra, inoltre dovevano occuparsi
con Jambon
di provvedere al rifornimento di provviste per la cambusa. Il cuoco di
bordo
sarebbe arrivato di lì a poco. Quella notte avrebbero
pernottato alla locanda,
la mattina dopo Barbra avrebbe dedicato il suo tempo
all’acquisto della merce
che doveva riportare a Storybrook e nel pomeriggio, con il Capitano,
sarebbe
andata al Governatorato, dove avrebbero cenato con il Governatore e sua
moglie.
Era una importante donna d’affari e solitamente veniva
ospitata da loro per
qualche giorno. Questo era quello che si sapeva in giro di quella
donna, che
periodicamente tornava nel Maine per i suoi commerci. Era passato molto
tempo
dall’ultima volta. Tra un viaggio e l’altro mandava
i suoi emissari a compiere
scambi commerciali, in modo da non assentarsi troppo a lungo da
Storybrook e
dalla sua famiglia. Questa volta si trattava di merce importante, aveva
assoldato una nave da guerra ed era andata di persona!
Mentre Emma si
sistemava nella sua stanza, Killian volle fare
un giro di perlustrazione. Ricordava perfettamente il posto, anche se
erano
passati dodici anni, da quando vi era approdato con Liam. Ricordava
ogni
particolare. Come avrebbe potuto dimenticare il luogo dove aveva tanto
desiderato di tornare, per incontrare la Principessa dei suoi sogni?
Si
incontrò con Paul e gli altri, presero accordi sui
rifornimenti e diede altri ordini per la ciurma di bordo. La notte
avrebbero
ritirato la passerella e si sarebbero allontanati
dall’attracco, la mattina si
sarebbero riavvicinati. I turni di guardia dovevano essere costanti. Si
accordarono anche sui segnali da scambiarsi.
Il pomeriggio
passò velocemente, cenarono alla locanda di
Granny e poi andarono a dormire. Emma e Killian salirono insieme verso
le loro
stanze. Non parlarono, ma quando furono sicuri di non essere visti,
prima di
entrare ognuno nella sua stanza, si strinsero in un abbraccio,
scambiandosi un
lungo passionale bacio.
–
Mi mancherai questa
notte Swan!
– Mi
mancherai anche tu Capitano!
Ancora un ultimo
interminabile bacio e Emma sparì nella sua
stanza, lasciando Killian ancora appoggiato allo stipite della sua
porta.
Mancarono
veramente l’uno all’altra quella notte. Si erano
abituati in quelle settimane al calore delle reciproche braccia e al
contatto
della loro pelle nuda. La tentazione di raggiungere l’uno la
stanza dell’altra
durò per diverse ore. Dovevano resistere. Alla fine il sonno
prevalse.
I broccati che
Lady Barbra stava osservando erano di ottima
fattura. Ne avrebbe presi diversi colori e parecchi metraggi.
Contrattò
abilmente il prezzo con Mister Bishop, un ometto magro e calvo con il
quale era
solita svolgere ottimi affari. Killian gironzolava fuori dal negozio e
fu
attratto da una taverna poco distante. Un boccale di birra non gli
sarebbe
dispiaciuto, inoltre scambiare due chiacchiere con un oste ben
informato dei
pettegolezzi del posto, poteva tornargli utile, di solito era
così!
Un ragazzino di
colore, vestito di stracci logori,
magrissimo, uscì dalla taverna con una ramazza in mano e
iniziò a spazzare la
veranda. Era piccolo, forse aveva sette anni appena. L’oste
uscì dalla porta
come una furia, gridando verso il piccino e prendendolo a calci. Il
motivo era
che ancora non aveva pulito i tavoli e doveva sbrigarsi. Il bambino
colpito
alle fragili gambe cadde a terra e l’oste continuò
a calciarlo dove capitava.
Killian non poteva sopportare, ne permettere, una simile violenza su
una
creatura indifesa! Con pochi balzi fu sull’oste, prendendolo
a pugni e
sbattendolo al muro della taverna. Come si permetteva di colpire un
piccolo di
quell’età, evidentemente mal nutrito e che appena
si reggeva in piedi? L’oste
si giustificò che quello era solo un negro, senza nessuna
importanza, che per
un pezzo di pane dava una mano alla taverna, solo per il buon cuore che
lui gli
dimostrava.
–
Buon cuore?!
Tuonò
il Capitano
–
Un cane rognoso
avrebbe più buon cuore di voi, maledetto bastardo! Nero o
bianco quello è un
bambino! Dove sono i suoi genitori?
L’oste
fece spallucce
–
Per quanto ne so,
sono morti. Il padre è stato schiacciato da un carro e la
madre è morta di
tisi.
A Killian si
strinse il cuore, quel bambino non aveva nessuno
al mondo. Era completamente solo e di questo passo non sarebbe
sopravvissuto a
lungo. Era ancora a terra, dopo quei calci non si era rialzato. Killian
temette
che fosse morto. Si abbassò per toccargli il collo. Era vivo
ma non stava bene.
Emma usciva dal
negozio quando vide Killian scattare verso
l’oste e seguì tutta la scena. Corse verso il
Capitano quando lo vide
abbassarsi sul corpicino del piccolo. Lesse nei suoi occhi, sdegno,
preoccupazione, pietà.
–
Credo che il bambino abbia una spalla slogata per il colpo
subito, spero che non sia stato colpito anche alla testa. È
svenuto di sicuro
per la debolezza e per il dolore. Aiutami Barbra, facciamo qualcosa per
lui.
Emma
annuì. Killian prese il piccino in braccio e si diresse
da Granny.
Il bambino era
molto emaciato. Granny e Ruby lo conoscevano
bene, spesso gli davano qualcosa da mangiare, si chiamava Jim Sidney.
Killian
pagò una
stanza anche per lui e con Emma
cercò di curarlo. Aiutò Emma a tirargli il
braccio per risistemare la slogatura
alla spalla. Insieme lo lavarono e, mentre Emma lo medicava, Killian
andò a
procurargli dei vestiti nuovi.
L’umanità,
la generosità del Capitano e la sua attenzione per
quel piccolo, intenerirono tanto Emma che pensò che Killian
sarebbe stato un
padre meraviglioso se avesse avuto figli. Quale donna non avrebbe
voluto un
padre così per i suoi bambini. Pensò al suo
piccolo Hanry, al rapporto che
aveva con Neal. Non l’aveva accettato quel bambino, anche se
poi con il tempo
si era affezionato a lui. Se Killian fosse stato al posto di Neal lo
avrebbe
amato da subito e se Hanry avesse conosciuto Killian, sicuramente,
avrebbe
avuto per lui una grande ammirazione. Voleva assolutamente che Killian
e Hanry
si conoscessero. Sarebbero stati sicuramente importanti l’uno
per l’altro.
Killian era il corsaro che Hanry sognava di diventare.
Emma
sorrise al
ricordo di quello che suo figlio le aveva detto, in proposito, prima di
partire.
Il
Capitano tornò
presto con gli abiti per Jim. Quel pomeriggio lui ed Emma sarebbero
andati al Governatorato,
se il piccolo si fosse ripreso lo avrebbero portato con loro. Margaret
e Regina
amavano molto i bambini e quello aveva un visetto delizioso, oltre il
bisogno
di essere accudito e amato. Avrebbero fatto in modo di nutrirlo e
curarlo, Emma
sapeva di potersi fidare di Regina per le cure attente e di sua madre
per
l’accudimento affettivo.
Jim si riprese
presto e Emma giudicò che poteva fare quel
breve viaggio a cavallo se sostenuto saldamente dalle braccia del
Capitano.
Killian non se lo fece ripetere. Era più forte di lui
proteggere i deboli. I
bambini rappresentavano il futuro del mondo, nessun bambino doveva
soffrire,
ogni bambino, di qualsiasi colore fosse, aveva diritto a vivere e a
trovare il
suo spazio. Doveva crescere con la fiducia nel prossimo e sarebbe stato
amico
di tutti, con apertura mentale verso chiunque. Questo pensava Killian e lo confidò ad Emma che silenziosamente
annuì, la pensava
precisamente come lui.
Con il braccio e
la spalla fasciata, il piccolo Jim si
stringeva al petto di Killian, mentre cavalcando si dirigevano al
Governatorato.
Lady Barbra affiancava il Capitano. Aveva mandato un messaggio a Regina
riguardo al bambino e, appena fossero arrivati, avrebbero provveduto a
lui.
Regina attendeva
impaziente nel cortile del palazzo, elegante
nel suo abito nero, Margaret la raggiunse. Avevano deciso insieme dove
alloggiare il piccolo. Regina era raggiante all’idea di
prendersi cura di un
bambino. All’arrivo di Emma e dei suoi compagni
trasecolò. Riconobbe
immediatamente il Tenente Killian Jones. Non era possibile! Quale
scherzo aveva
giocato il destino alla sua Emma? Margaret le diede una gomitata, anche
lei lo
aveva riconosciuto, le era piaciuto così tanto quel giovane
brillante ufficiale,
le era dispiaciuto sapere della sua morte, ma da quello che vedeva era
in piena
forme e, se possibile, con il tempo e con la maturità, era
diventato ancora più
affascinante! Già! Anche troppo! A parere di Regina.
Cercò di leggere negli
occhi di Emma quale fosse la situazione e, dalla luce del suo viso, non
le ci
volle molto a capire che quel fuoco sopito era diventato incendio. Emma
aveva
ritrovato il suo primo amore. Regina sentì una profonda
gioia per lei e,
contemporaneamente, il dolore per l’impossibilità
della realizzazione dei suoi desideri.
Da
come si muovevano e
si avvicinavano l’uno all’altra, era chiaro che tra
loro fossero piuttosto
intimi. Gli sguardi del Capitano, ovviamente era lui il Capitano che
doveva
ringraziare, i suoi sguardi verso Emma erano molto eloquenti. Regina si
chiese
se si rendessero conto di quanto erano palesi i loro sentimenti.
Su ordine di
White Margaret, Jim fu preso da una delle
cameriere e portato nella stanza preparata per lui.
–
Mamma, tu hai già conosciuto il Capitano Jones, anni fa
venne da te e papà con suo fratello Liam, come delegati del
re …
La principessa
annuì con un sorriso affettuoso. Killian le
fece un inchino e le depose un galante bacio sul dorso della mano.
–
Nonna Regina …
Regina
sollevò le ciglia in modo eloquente verso Emma, la
quale ricordò che odiava essere chiamata nonna.
–
Capitano Jones, lei è Lady Regina, matrigna di mia madre
…
- Sono onorato
My Ladys, avrei pensato a due sorella maggiori
di Lady Emma, ricordo perfettamente Vostra Grazia e questi dodici anni
non
hanno scalfito la vostra bellezza. Non ho conosciuto Voi Lady Regina e
me ne
rammarico, non avrei dimenticato una Dama del vostro fascino
…
Decisamente il
giovanotto era galante e sapeva incantare le
donne, pensò Regina.
Emma volle
incontrare suo padre James, avevano tanto di cui
parlare e, tra le varie cose, Emma sapeva di dovergli dare un dolore
chiedendogli l’annullamento del matrimonio con Neal, anche
perché il dolore
maggiore per suo
padre, sarebbe stato
sapere come era
stata trattata sua
figlia.
Lasciato Killian
a conversare amabilmente con le due
nobildonne, che lo invitarono nel salotto privato della Reggente per
the e
pasticcini, Emma corse, letteralmente, da suo padre, il principe James,
che si
trovava immerso tra le scartoffie del suo vasto studio. Aprì
la porta senza
chiedere neppure il permesso, per quanto intenso era il desiderio di
riabbracciare il suo adorato padre.
–
Papà, sono qui!
James
scattò, al rumore della porta aperta improvvisamente e
al suono della melodiosa voce della figlia.
–
Emma! Bambina mia! Cominciavamo a preoccuparci, sei in
ritardo secondo i tempi che avevamo considerato, comunque il meeting
è tra tre
giorni e quindi abbiamo il tempo di preparare il discorso!
– Sai
Killian è stato male una settimana, siamo usciti di
rotta, poi c’è stato lo stallo dei venti, abbiamo
incontrato la Royal Navy e
visto che lui è un pirata abbiamo dovuto inventare una
sceneggiata …
-
Chi è Killian?
Pirata? Che stai dicendo figliola? Hai assoldato un pirata?
–
Si per la precisione
Captain Hook, ma ora è morto, non ti preoccupare ..
James era
sbiancato, conosceva perfettamente la fama di Hook
o almeno ciò che si diceva di lui in negativo, non sapeva
nulla delle sue
motivazioni, del suo essere un eroe e patriota.
–
Figliola fammi
capire di cosa stai parlando, hai assoldato il famigerato Hook ed
è morto
mentre Killian, non so chi, è stato male una settimana? Non
ho capito nulla di
come stanno le cose ma sono felice che tu sia qui sana e salva
…
Emma sorrise a
suo padre, era sempre un po’ lento a capire,
ma solo per il fatto che non prestava molta attenzione ai racconti,
essendo
preso da preoccupazioni più grandi. Spesso, mentre gli
parlava sua moglie,
rispondeva di si a tutto, senza aver sentito nulla di quanto stava
dicendo ed
Emma ricordava che, da ragazzina, spesso aveva giocato con gli equivoci
creati
da suo padre, riuscendo ad ottenere quello che voleva lei.
–
Papà, siediti e prestami attenzione per una
mezz’ora, ti
racconterò tutto dall’inizio e capirai chi
è Killian e tutto il resto.
Questa era la
tecnica necessaria con suo padre, prepararlo
all’ascolto. James era un uomo comprensivo, sensibile, di
animo nobile,
generoso e di ampie vedute. Emma aveva ripreso molto da lui e sentiva
nei suoi
confronti quell’ammirazione e tenerezza che solo una figlia,
rispettata e amata
da suo padre, poteva provare. Suo padre le aveva insegnato il rispetto
di sé
stessa, aveva contribuito a forgiare la donna che era, le aveva dato un
ideale
di uomo che lei aveva cercato anche nel compagno della sua vita, aveva
creduto
di trovarlo in Neal, invece aveva scoperto che colui che corrispondeva
a
quell’ideale era il suo primo amore, Killian Flinth Jones.
Raccontò
ogni cosa a suo padre, dai suoi piani iniziali, che
avevano già condiviso, al colpo di fortuna avuto con
l’arrivo del Capitano
Jones. Raccontò delle vicissitudini dell’uomo,
dalla prima visita nel Maine
all’incontro a Storybrook, dell’incontro con il
caro Jamie e della trovata di
far sparire Hook.
James
notò come, ogni volta sua figlia chiamasse per nome il
Capitano, il suo volto si illuminasse. Ricordava che la sua piccola
aveva avuto
una cotta per il Tenente Jones, ma non ne avevano mai parlato, erano
cose da
donne e per quello c’era sua madre Margaret e Regina. Ora,
Emma era una donna
adulta ed ebbe fortemente la sensazione che sua figlia non nutrisse
solo
ammirazione per il Capitano Flinth Jones. Finito di sentire il racconto
gli
venne spontaneo chiedere di Neal.
–
Emma non mi hai
detto nulla di tuo marito, hai parlato di August, molto di Jones ma
nulla di
Neal. Come ha preso tutta questa faccenda? Ti ha lasciato partire
facilmente
senza opporsi al fatto che la sua amata moglie partiva con un gruppo di
pirati?
Per quanto Jones possa essere un gentiluomo, di nobile nascita e ottima
cultura
è pur sempre diventato un pirata …
-
Mi sono fidata di
Killian da subito e non ha tradito questa fiducia …
Di nuovo lo
aveva chiamato per nome e parlato di fiducia, ma
non aveva risposto su Neal.
–
Emma, cosa è successo con Neal?
Emma rimase
spiazzata dall’intuito di suo padre, la conosceva
bene! Come dirgli ora la verità su di lui? Iniziò
dalla parte più vicina.
– Neal
mi ha assecondata, lui non avrebbe fatto nulla di
quanto era nei miei intenti, è un uomo passivo, ben poco
intraprendente, sono
riuscita a convincerlo dell’importanza di questa alleanza per
il futuro del
popolo delle colonie, oltre che dell’Irlanda e della Scozia. August mi ha
sempre appoggiata,
non so come avrei vissuto questi ultimi cinque anni, se lui non si
fosse
stabilito a Storybrook e non avesse organizzato la difesa della
penisola. Per
lungo tempo ho avuto il terrore che il Duca tornasse con il suo
scagnozzo Barba
Nera, dovevo proteggere Hanry da lui …
-
Non capisco la tua
paura per Hanry, in fin dei conti è suo nipote …
- Sai che Neal
ha lasciato fuggire quel mostro di suo padre,
ho temuto che per vendicarsi di me potesse tornare per fare del male al
piccolo, in fin dei conti non ha mai amato neppure suo figlio Neal!
C’era
molto altro da dire su quell’argomento, ma c’erano
segreti che Emma non poteva rivelare neppure ai suoi genitori, ancora
non era
riuscita a parlarne neppure con Killian e lui aveva tutto il diritto di
essere
messo al corrente, ma ancora non ne era il tempo.
–
Papà … devo farti delle confidenze dolorose su
Neal,
perdonami. Tutti avevate ragione nel dissuadermi a sposarlo
… ho commesso
l’errore più grande della mia vita e vorrei che
… tu annullassi il matrimonio …
- Non voglio
essere duro Emma, ma ti devo fare questa
domanda. Ti sei accorta dell’errore ritrovando il Capitano
Killian Jones o la
cosa è antecedente?
Emma
arrossì, suo padre aveva capito che amava Killian, ma il
motivo era effettivamente antecedente. Ritrovare Killian e scoprire che
non
aveva mai smesso di amarlo, aveva sicuramente dato una maggiore
sicurezza a
quell’intento. Abbassò gli occhi prima di
rispondere, poi guardò dritto negli
occhi celesti del padre e rispose.
–
Tutto è iniziato la mia prima notte di nozze, proprio qui,
nella mia stanza. Da allora Neal non è stato più
mio marito, da allora ho tolto
la fede al dito. Abbiamo avuto un rapporto civile di copertura
…
- Cosa stai
cercando di dirmi figlia mia?!
– Ho
subito maltrattamento e violenza da lui, fin dalla prima
notte papà …
Le lacrime che
Emma non aveva versato fino ad allora, per la
storia con suo marito, rimaste congelate per tutti quegli anni, ora si
sciolsero al calore dell’abbraccio affettuoso di suo padre.
Raccontò, senza più
vergognarsene, tutta la verità su Neal.
–
Ritrovare Killian …
perché padre l’ho ritrovato … doveva
essere lui l’uomo da sposare, aveva
ragione la mamma … ritrovarlo e conoscere la persona
meravigliosa che è, mi ha
aiutato a definire la decisione che avevo già preso. Credo
che tu lo abbia
capito … so che lo hai capito papà, io
… io lo amo dal profondo del cuore e …
anche se le nostre strade si divideranno di nuovo, io so che
è l’uomo della mia
vita, lo sento nell’anima e so che lui sente lo stesso per me
…
James
asciugò le lacrime di sua foglia e la strinse
nuovamente a sé, posandole un tenero bacio alla
sommità della fronte. Aveva
ignorato per tutto quel tempo la sofferenza di sua figlia, la sua
profonda
delusione a causa di Neal. Si era chiusa all’amore, vivendo
solo per Hanry ed
ora viveva il grande amore della sua vita … aveva diritto ad
amare e ad essere
amata. James aveva sposato sua moglie per amore, sapeva quanto questo
fosse
importante per un matrimonio sereno. Pensava che sua figlia avesse
avuto la
stessa fortuna invece … Decise che avrebbe redatto
l’annullamento del
matrimonio, Emma l’avrebbe firmato, egli avrebbe messo i
timbri e la sua firma
di Governatore, sarebbe mancata solo la firma di Neal per renderlo
esecutivo.
–
Tesoro mio, domani mattina l’annullamento del vostro
matrimonio sarà redatto. Per essere definitivo ed esecutivo,
dovrai ottenere la
firma di Neal …
- La
otterrò papà, me lo deve!
Il colloquio che
avevano avuto era stato molto intenso e
spossante per entrambe, decisero di rinviare quello per il discorso al
meeting
a dopo, ora il Principe James voleva incontrare il Capitano, voleva
vedere
l’uomo che era diventato il brillante e colto ufficiale della
Royal Navy,
conosciuto dodici anni prima.
White Margaret
aveva raccontato a Killian una serie di
aneddoti su Emma. Il suo voler essere un maschiaccio, appresso al padre
e al
fratello, doveva eccellere in tutte le attività maschili che
li vedeva
affrontare. Ovviamente la sua capacità fisica non era
equiparabile a quella dei
due uomini, ma loro stessi dicevano che la ragazza era un osso duro e
avrebbe
dato filo da torcere a qualsiasi malintenzionato. Killian sorrideva e ricordava come
era stato
atterrato dal pugno della sua Emma e da come duellava fieramente. Si,
era veramente
capace di dare filo da torcere.
–
Ero sicura che
sarebbe diventata più femminile prima o poi e, devo dire,
che dai diciotto anni
ho visto qualche cambiamento. Volle duellare anche il giorno del suo
diciottesimo compleanno, proprio quando voi Capitano e vostro fratello
siete
venuti per l’ambasciata. Quel giorno l’ho sgridata
più del solito e quel giorno
è cambiata tantissimo, forse i rimproveri avevano avuto
effetto.
Killian rimase
pensieroso, anche per lui era cambiato qualcosa
quel giorno. Regina ascoltava il ciarlio di Margaret e non toglieva gli
occhi
dal volto del giovane. Certo che era cambiata Emma! Si era innamorata
per la
prima volta in vita sua e da lì ne erano capitate tante
altre di cose!
Dall’espressione del Capitano capì che quel giorno
anche lui, incrociando
il suo destino con quello di
Emma, aveva cambiato il corso della sua vita, aveva preso una strada
che, fatto
un ampio giro, era tornata da Emma.
–
Certo che la maternità l’ha ulteriormente
arricchita! Ama
così tanto suo figlio! Pensate caro Killian che, per non
farmi preoccupare e
correre da lei, mi ha nascosto la sua gravidanza, mi sarebbe piaciuto
assisterla, esserle vicino, io ho avuto Regina
al mio fianco nel parto, lei soltanto
il buon Frate Benedictus, fortuna che l’ho mandato con lei
quando si trasferì a
Storybrook. Dopo due anni di matrimonio ha avuto il piccolo Hanry, me
lo ha
fatto sapere solo quando il piccino era già nato e siamo
partiti giusto per il
suo Battesimo!
Killian era
assorto nel pensiero di Emma e nel ricordo del loro
incontro, ma qualcosa suonò improvvisamente stonato in
quello che diceva la
Principessa, non ci fece caso più di tanto sentendo la voce
del Governatore che
arrivava con sua figlia.
–
Capitano Jones …
Killian si
alzò dalla poltrona e fece un inchino con il capo.
–
Vostra Grazia …
James lo
soppesò con lo sguardo, quell’uomo aveva un bel
portamento fiero. Sicuramente l’esperienza lo aveva maturato
e indurito. Nonostante
fosse ancora giovane, non aveva più la freschezza del
giovane volto sbarbato del
Tenente Jones. Non era più un ragazzo, era un uomo. Emma si
portò al fianco del
Capitano e suo padre sentì una punta di gelosia. Con Neal
non era mai stato
geloso di Emma, ma quello era l’uomo che veramente gli poteva
portar via la sua
piccola e nonostante la stima e l’ammirazione che provare per
lui, quella sorta
di rivalità, tipica del padre nei confronti
dell’uomo della propria figlia, si
fece sentire.
–
Allora Capitano! Emma mi ha raccontato delle vostre imprese
di pirateria alle spese di Re Guglielmo III, tutto ciò che
si diceva su di voi
era vero solo in parte! Comunque sono lieto che siete nostro alleato.
Dopo cena
avrei piacere di discutere con voi ed Emma nel mio studio, sul da
farsi.
–
Sarà un onore Signore.
Mentre James e
Killian continuarono a parlare tra loro, di
navi da guerra, tattica militare ed altri interessi che scoprirono
avere in
comune, White Margaret scese nelle cucine a dare disposizioni per la
cena e
Regina con Emma rimasero sole. Uscirono sulla balconata, Emma
guardò attraverso
il cannocchiale. La “Stella del Mattino” si stava
portando fuori dal porto,
Eddy e gli altri stavano eseguendo gli ordini del Capitano.
– Una
nave notevole! È così
bella anche a bordo?
Non era una
domanda casuale, pensò Emma. Dove voleva
arrivare Regina?
– Una
nave molto ben architettata, sai è stata disegnata
dallo stesso padre di Killian e costruita nel loro cantiere in Irlanda.
–
Parli di lui con la
stessa espressione e foga di quando avevi diciotto anni Emma. Cosa sono
quegli
sguardi bramosi?
– Io
non bramo nessuno!
– Miss
Swan, forse tu no, ma lui direi proprio che si strugge
per te!
Emma
abbassò il viso, mentre le sue guance si imporporavano.
–
Tu non ti rendi
conto della chimica che si nota tra voi Emma! Non sarei sorpresa di
scoprire
che siete finiti a letto quasi subito!
Emma ora era
rosso pomodoro.
–
Ho indovinato?
– Non
è proprio come pensi tu. Tecnicamente siamo finiti
nello stesso letto in diverse occasioni, ma non è come puoi
credere, non siamo
andati fino in fondo …
-
Sono allibita Swan.
Cosa significa? Si vede ad un chilometro che siete attratti
irrimediabilmente
l’uno verso l’altra e che vi amate. Siete inoltre
adulti e, da ciò che mi hai
scritto riguardo a Neal, in questi anni, non hai motivo per essergli
fedele.
Perché non ti sei preso l’uomo che ami?
–
Semplicemente perché
ho una sorta di blocco ad abbandonarmi completamente. Nelle lettere non
ti ho
detto tutto …
Come aveva
confidato a suo padre, anche a Regina raccontò
della sua terribile e disgustosa esperienza con quello che considerava
già ex
marito.
–
Se le cose stanno in
questo modo … francamente la cura adatta l’hai
già trovata …
- Quale cura?
–
Ovviamente il tuo Killian!
Emma
raccontò a Regina che tornare a casa insieme a lui era
come tornare alle origini, avrebbe voluto ripetere il momento del ballo
e
dell’incontro perduto per poter cambiare il destino. Regina
la guardò in un
modo furbo.
–
A volte Swan, con un
po’ di aiuto, dei piccoli desideri si possono avverare.
La giovane la
guardò interrogativamente, ma Regina
sorridendole enigmatica, le voltò le spalle e
rientrò nella sala. Sua madre era
tornata e vide che Regina le si accostava, fasciata nel suo vestito
nero e
scambiava delle parole con lei, non ci badò molto.
La cena che
consumarono fu degna di una Principessa e tutti i
commensali apprezzarono. La conversazione si mantenne brillante e a
questo
contribuì parecchio Killian, che sembrava in grado di
affrontare con sapienza
e classe qualsiasi argomento.
La conversazione
continuò nello studio del Governatore.
–
Emma, tu dovrai presentarti al meeting come Lady Barbra, lo
sai. Non possiamo permetterci di comparire, io stesso non
potrò essere
presente, sono troppo visibile e devo cercare di mantenere la parvenza
di
fedeltà a Guglielmo III. Capitano, so quanto male
l’Inghilterra sta facendo
all’Irlanda e alla Scozia. Il Re non sembra mai sazio e
affama gli altri. Sono
riuscito a reclutare numerosi accoliti per la causa di Re Giacomo e i
nostri
contatti si estendono anche in Gran Bretagna. La polveriera in pratica
è pronta
per esplodere. Con Emma predisporremo la miccia, il fuoco
arriverà al momento
opportuno. Non sarà Giacomo a regnare, bensì suo
figlio Carlo. Abbiamo ancora
molto tempo. Emma parlerà al meeting di questo. Voi Capitano
organizzerete la
sua scorta e la sua difesa. Siete un ottimo stratega, mi ricordo come
avete
trattato l’accordo con me, dodici anni fa. Vostro fratello
era giustamente
fiero di voi …
- Mi onorate
Vostra Grazia ..
–
Useremo una carrozza per me, padre. Dobbiamo procurarne una
che non dia molto nell’occhio. Killian e i suoi uomini
cavalcheranno al mio
fianco. Partiremo all’alba di dopodomani, saremo sul posto
dell’incontro verso
le due del pomeriggio. Ora controlliamo la mappa del territorio,
Killian non lo
conosce.
– Hai
ragione figliola, i miei geografi ne hanno preparata
una molto dettagliata. Capitano, ve la consegno per studiarla
attentamente!
Il Governatore
aprì l’anta dell’armadio dietro la sua
scrivania e prese un rotolo in pergamena. Lo stese sul tavolo e Killian
iniziò
immediatamente ad osservare i punti che potevano rivelare le migliori
possibilità di agguato. Il suo compito era di proteggere
Emma e lo avrebbe
fatto con la massima accortezza. Nulla doveva essere lasciato al caso.
Era
necessario trovare anche un piano alternativo. Non disse nulla al
Governatore,
ne avrebbe parlato con Fox l’indomani, quando sarebbe andato
ad organizzare la
scorta per la carrozza.
– Se
non vi dispiace la porto nella mia camera, Governatore.
Devo memorizzare ogni dettaglio. Una zona in particolare mi sembra
pericolosa e
disponibile per un agguato.
–
Killian forse ti preoccupi troppo! Sono piuttosto fiduciosa
nei confronti di queste persone …
-
Emma, tu stessa hai
detto che la fedeltà è relativa …
Potrebbe esserci una talpa nel gruppo e proteggere
la tua incolumità è il mio compito, quindi
lasciami fare e se ti darò degli
ordini eseguili senza fiatare!
James si rese
conto che il Capitano avrebbe fatto il suo
dovere al costo della propria vita, teneva molto alla sua bambina, se
riusciva
ad essere duro con lei. Inoltre gli piacque quel suo cipiglio
autoritario, con
Emma spesso era necessario, ricordava bene la sua piccola ribelle! Il
figlio
maschio che non aveva avuto, a parte August, era Emma. Killian Jones
sapeva
trattarla nel modo adeguato e lei a quanto pareva si fidava ciecamente
di lui e
lo ascoltava.
–
Molto bene Capitano
Jones, prendete la cartina! La vostra stanza è al piano di
sopra, credo che sia
già pronta. Io resterò ancora qui, ho ancora
della corrispondenza da smaltire e
devo redigere un atto per domani mattina.
Riguardo a
ciò che doveva redigere, guardò in direzione di
Emma, la quale capì immediatamente di quale atto si sarebbe
occupato suo padre.
Lasciarono James al suo lavoro ed Emma accompagnò Killian al
piano superiore
per mostrargli la stanza che sua madre le aveva detto di aver fatto
preparare. Non
sapeva se era un caso o
se sua madre, su suggerimento di Regina, avesse pensato proprio a
quella
appositamente. La stanza per Killian si trovava sullo stesso corridoio
della
sua …
-
Siamo arrivati,
questa è la tua stanza … la mia è la
seconda porta di fronte …
- Interessante
Swan …
- Ti lascio al
tuo studio Capitano … io scendo per un po’
sulla veranda …
- Non vuoi farmi
compagnia?
–
No, non voglio
distrarti …
– Come
la Signora desidera …
Emma
girò sui tacchi, lasciandolo in sospeso, avrebbe voluto
lasciargli una carezza sul viso, forse anche lui lo avrebbe voluto, ma
i
sentimenti potevano aspettare. Killian aveva un compito da portare a
termine.
La sera era
tiepida e stellata, la luna si rifletteva sul
mare. Una splendida sera di inizio luglio. Il vestito di seta verde
acqua, che
Emma aveva indossato per la cena, le ricadeva intorno alle gambe e
fluttuava
alla leggera brezza che proveniva dal mare. Aveva intrecciato i lunghi
capelli
biondi e la scollatura sulla schiena lasciava vedere la
sommità delle spalle.
Le luci del
porto brillavano, l’unico suono che arrivava a
quell’altezza era quello della risacca del mare. Non
sentì il passo di Killian
che arrivò silenziosamente, ma sentì il suo
calore mentre accostava le labbra
al suo collo. Come suo solito le avvolse le braccia intorno alla vita e
portò
la schiena di Emma al suo torace.
– Swan
a cosa stai pensando?
– A
quest’ora mio figlio si sarà addormentato,
avrà voluto
che Belle gli leggesse una favola, avrà fantasticato sui
suoi personaggi
preferiti … forse avrà chiesto di me …
-
Sicuramente avrà
chiesto di te … la madre è la persona
più importante per un bambino di
quell’età … sei anni?
–
Si …
Emma
sentì Killian
irrigidirsi e lasciare poi la presa intorno alla sua vita. Si
allontanò da lei.
Cosa stava succedendo? Il suo umore era improvvisamente cambiato, Emma
lo sentì
immediatamente.
–
Che c’è Killian?
–
Credo dovresti
dirmelo tu Emma …
-
Cosa?
–
Tua madre mi ha
raccontato qualche aneddoto sulla tua fanciullezza oggi …
-
Quindi?
–
Tra le varie cose mi
ha raccontato di non aver assistito al tuo parto, anzi di aver saputo
del
nipote addirittura dopo la nascita, due anni dopo il tuo matrimonio
Emma!
Perché mi hai mentito? Mi hai detto che con tuo marito era
finito tutto la
vostra prima sera di nozze, o non è stato così o
hai avuto un altro uomo …
- Non ti ho mai
mentito Killian, ma ci sono cose che non ti
ho ancora detto …
Ora
il Capitano sentì
una morsa stritolargli il cuore per la gelosia. Un altro uomo! Si era
concessa
ad un altro e aveva avuto un figlio da lui?! Lo aveva preso in giro per
tutto
quel tempo! Era stata di un altro e con lui, che la adorava, aveva
fatto tutta
quella messa in scena? Perché? Non ci poteva credere! Stava
ribollendo di
rabbia, gelosia, disappunto, esplose
–
Mi hai fatto credere
di essere l’unico uomo con cui hai provato delle sensazioni
che non avevi mai
provato, di essere traumatizzata … di … di
… Sei stata di un altro … e mi hai
rifiutato … Sei così falsa Emma?
–
Cosa dici Killian,
io non ho avuto nessuno dopo di mio marito e non ti ho mentito
…
- Dai Emma!
Smettila! Non sei la Beata Vergine!
Un ceffone
colpì velocemente la guancia di Killian che
afferrò l’avambraccio di Emma come una morsa.
–
Sei un idiota
Killian Jones, non hai capito nulla di me? Mi leggevi come un libro
aperto,
dicevi … Come avrei potuto essere di un altro se non sono
riuscita neppure con
te, nonostante quello che provo per te …
-
Non lo so cosa provi
per me Emma! Credevo di saperlo, ma forse era solo quello che speravo
ed è stata
solo un’illusione …
-
Credevo tu avessi
capito la prima volta che abbiamo avuto intimità
… ma ora non riesci a vedere
oltre il tuo naso Killian, mi hai deluso e ferito …
Le lacrime
scesero dai suoi occhi, mentre si liberava e
correva via da lui.
–
Emma! Emma !
Killian la
rincorse, cercò di riafferrarla, ma lei si
divincolò sfuggendo di nuovo
–
Ti prego Emma
aspetta!
Ora
lei si fermò, si
voltò lentamente verso di lui, le guance rigate di lacrime.
–
Ho bisogno di andare
a dormire ora, sono stanca, ho dovuto affrontare mio padre riguardo a
Neal, gli
ho dato un grande dolore. Non ti ho detto tutto Killian, è
vero, ma non è come
tu pensi. Sei intelligente, guarda nel tuo cuore, mi hai chiesto di
fidarmi di
te e l’ho fatto, fidati tu di me ora. Se è vero
che mi ami, il tuo cuore ti
dirà la verità.
Lo
lasciò al centro della grande balconata e si
ritirò nella
sua stanza. Killian non sapeva più cosa pensare. Era sicuro
che Neal non fosse
il padre del piccolo Hanry, Emma era troppo disgustata da lui e troppo
forte e
combattiva per consentirgli di farle altre violenze. Chi poteva essere
l’uomo
che aveva dato un figlio ad Emma? Santo Cielo, l’unico
piacevole al punto da
far perdere la testa ad una donna, che sapeva avesse avuto conoscenza
con lei
era Jamie! No, non poteva essere lui. Se fosse stato, quale torto
poteva dare
ad Emma? Che diritto aveva di essere geloso?! No, no, no! Guarda nel
tuo cuore
Killian! Se lo ripeté da solo. Un ricordò
affiorò della conversazione con la
madre di Emma, non aveva detto nulla della sua gravidanza fino a far
sapere
direttamente della nascita del bambino. Ma certo! La verità
era davanti ai suoi
occhi da giorni, lui stesso, accarezzando la donna che amava le aveva
detto che
il suo corpo era così perfetto da sembrare di non aver mai
allattato un figlio
o di aver partorito. Era così, Emma era diventata madre ma
non aveva mai
partorito suo figlio! Si era comportato con lei da perfetto idiota! Si
guardò
intorno passandosi la mano sugli occhi e la fronte, l’aveva
demolita in cinque
minuti, lei stava cercando di spiegarsi, ma lui era talmente accecato
dalla
gelosia che aveva chiuso il cuore e la mente all’ascolto.
Doveva correre da
lei, doveva chiederle scusa, aveva dubitato anche del suo amore, come
aveva
potuto! Corse per le scale, nessuno lo vide, tutti si erano ritirati a
dormire
nel palazzo, passò davanti alla propria stanza e
puntò la seconda porta. Sperò
che lei ancora non dormisse, non voleva passare una notte senza di lei
e con la
colpa di averla fatta star male. Disperato bussò alla sua
porta. Non rispose
nessuno. Poggiò la fronte allo stipite sospirando a bassa
voce
– Ti
prego amore mio aprimi …
Come
d’incanto la porta si aprì, gli occhi verdi di
Emma,
ancora bagnati di lacrime lo guardarono tristi
– Ho
guardato nel mio cuore Emma … ho visto che dentro ci sei
solo tu …
Angolo
dell’autrice
Sorpresa!
Siamo tornati
alle origini e si scopre una sconvolgente verità!
Siete
sorpresi? Indizi
c’erano stati, avevate capito?
Un
saluto a chi
leggerà, un grazie a chi recensisce abitualmente e a chi
vorrà trovare il tempo
per farlo per la prima volta. Fatemi sapere i sentimenti che vi ha
suscitato il
capitolo, mi raccomando!
Una
buona domenica a
tutti!
Lara