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Autore: Meramadia94    21/02/2016    1 recensioni
Viene commesso un omicidio e non è una cosa insolita per il piccolo Conan, ma stavolta è diverso, in quanto ogni prova ed ogni indizio da come colpevole una persona molto importante per il detective Takagi.
Il piccolo detective dovrà dimostrare la sua innocenza, malgrado tutto converga contro di lei e nulla pare riuscire a scagionarla.
Genere: Angst, Generale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Miwako Sato, Nuovo personaggio, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Wataru Takagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~'' Non sapevo queste cose sul conto di Takagi...''- fece Sato rigirandosi tra le mani la tazza di caffè che stava sorseggiando nella break room, seduta di fronte a Sakura.
La sorella dell'amato aveva appena finito di raccontare di come il fratello si fosse preso la responsabilità di occuparsi di lei, dopo la morte del loro padre. Di come l'avesse sostenuta nelle sue passioni, di come si fosse occupato di lei quando era ammalata o triste ed angustiata, di come l'aveva sempre confortata, proprio come un padre.
Il padre che un destino infausto e cattivo aveva strappato loro un po' troppo presto.
Sato non si meravigliava che il suo fidanzato avesse fatto delle cose del genere, era nel suo carattere, ma si meravigliava che non glielo avesse mai detto.
In fin dei conti... era qualcosa che gli rendeva onore.
'' Non me ne meraviglio...''- fece Sakura bevendo un sorso del suo caffè -'' Non gli piace vantarsi di qualcosa che ha fatto e che reputava suo dovere. E non gli piace prendersi dei meriti... che lo siano o meno.''
Sato sorrise.
Sakura non aveva torto... ed era una delle tante cose che l'avevano fatta perdutamente innamorare di Wataru Takagi.
La dolcezza, la modestia, lo spirito di sacrificio...
Solo una donna con il cervello bacato non gli sarebbe caduta tra le braccia. Gli era piaciuto sin dal primo momento... era dolce, intelligente, sensibile, con uno spiccato senso dell'onore e della giustizia... come fare a non innamorarsi di lui?
A volte, data la timidezza del poliziotto, era stata tentata pià volte di prendere l'iniziativa e chiedergli di accompagnarla per un gelato, un cinema o anche solo per una passeggiata... poi le veniva in mente che aveva già amato un uomo in passato... e che un criminale l'aveva assassinato sotto ai suoi occhi e senza che potesse fare niente per impedirlo.
Si era costruita un muro, impedendo a chiunque di avvicinarsi, per proteggere se stessa dal dolore e magari anche la prossima vittima della sfortuna che ad un certo punto aveva pensato di portare.
Ma non aveva fatto i conti con Takagi che si era aperto un varco a pugni, con pazienza e perseveranza.
Se adesso poteva definirsi una donna felice ed appagata il merito era solo suo.
'' E' questo il motivo che lo ha spinto ad arruolarsi...''- spiegò Sakura -'' Ritiene che proteggere le persone sia un suo dovere e vuole fare qualcosa che faccia la differenza.''- le brillavano gli occhi mentre parlava del fratello.
No, era impossibile che avesse fatto una cosa del genere... anche ammesso che fosse lei la colpevole e che avesse agito in preda ad un raptus, senza pensare ai guai che avrebbe passato suo fratello con una sorella in carcere per omicidio, non avrebbe mai organizzato una simile recita sapendo che una volta scoperta avrebbe causato un dolore lacerante proprio a quel fratello tanto amato.
'' Tu invece?''- le chiese Sato -'' Tuo fratello mi ha detto che ti stavi iscrivendo all'università.''
Sakura annuì con un sorriso.
'' A me piace molto leggere e scrivere, quindi mi piacerebbe fare la scrittrice oppure la giornalista.''- fece la ragazza -'' alla fine saremmo un po' come Holmes e Watson... uno risolve il caso e l'altra ne riporta fedelmente la cronaca.''
Ne era convinta ormai.
Quella ragazza non era un'assassina.
Ma doveva avere un' ultima certezza.
Sperava che andasse bene...
'' A proposito di casi da risolvere...''
'' L'avete preso?''- bingo. Come Sato aveva tirato fuori il discorso riguardo al caso che aveva incrociato la strada di Sakura, sul volto della ragazza si era dipinta un'espressione di speranza ed incredulità.
Pareva che sperasse di sentirsi dire che sapevano chi era l'assassino, che presto sarebbe stato arrestato e che era finita.
Rincuorata rispose.
'' Stiamo valutando tre sospettati.''- in quel momento entrò proprio il detective Takagi. Salutò le due donne con un sorriso e scarduffò i capelli della sorellina.
'' Ciao Taru...''- fece Sakura cercando di rimettersi a posto i capelli -'' Miwako mi ha detto che avete fermato tre sospettati per l'omicidio di Yuky.''
Il fratello confermò -'' Sì esatto.''- nel dir così tirò fuori dalla tasca interna della giacca tre foto. Due raffiguravano due uomini, l'altra invece una donna.
Il poliziotto le mise davanti alla sorella.
'' Riconosci qualcuno?''
'' Sì...''- fece Sakura osservando la foto di uno dei due uomini e della ragazza -'' La prima è una cameriera dell'hotel dove alloggiavamo, abbiamo scambiato qualche parola e l'ho anche aiutata a recuperare dei panni sporchi... e conosco anche uno dei due.
Yuky lo ha chiamato al nostro tavolo, voleva sapere se per caso ci fosse un bel posto in cui andare dopo cena, ed io ne ho approfittato per chiedergli delle indicazioni su come raggiungere la stazione di polizia partendo dall'albergo...''
'' E l'altro invece?''- le chiese Takagi -'' E' il direttore dell'hotel. Di certo non passa inosservato.''
Sakura prese la foto con il soggetto indicato dal fratello e la scrutò attentamente.
'' Forse... non ne sono sicura. Potrei averlo visto... ma non so dirvelo con certezza.''
'' E a proposito dell'assassino...''- fece Sato -'' eravate abbastanza vicini quando ha provato a pugnalarti. Hai notato qualcosa che può indicarci se era un uomo oppure una donna?''
'' No...''- fece Sakura guardando i poliziotti -'' Mi ha messo un ginocchio sullo stomaco per immobilizzarmi a  terra e ha sollevato la mano con il coltello per colpirmi. Io mi sono spaventata e ho chiuso gli occhi. Mi sono protetta con le braccia come ho potuto e gli ho sferrato un calcio. Chiunque fosse, l'ho colpito e sono riuscita ad allontanarlo o adesso non sarei qui...''
Un coltello... Takagi e Sato si guardarono, rincuorati.
Decisamente, Sakura non poteva essere l'assassina. L'omicida sapeva che si trattava di un tagliacarte.
Sakura invece aveva usato il termine coltello per indicare l'arma del delitto... il buio, lo shock di ritrovarsi di fronte ad un' amica colpita a morte di certo non le aveva permesso di focalizzare l'oggetto con precisione, e non ci aveva fatto neppure troppo caso mentre tentava di sfuggire all'aggressore.
Si era tolta il tagliacarte dal braccio e l'aveva nascosto, senza osservarlo troppo bene e dunque non poteva sapere se era un coltello, un punteruolo o chissà cosa.
Però una giuria avrebbe smontato questa difesa in quattro e quattr'otto, adducendo il fatto che Sakura era la sorella di un detective della omicidi, e che quindi si era certo fatta una bella cultura su cosa dire e cosa non dire per allontanare da sè i sospetti.
Inoltre avrebbero detto che quarantotto ore erano più che sufficienti per elaborare una deposizione che l'avrebbe fatta stare al di sopra di ogni sospetto.
No, dovevano capire chi tra quelle tre persone era il responsabile dell'omicidio e del sequestro.
E forse un modo c'era.
Sakura aveva procurato un bel livido poco sotto il ginocchio di Shiratori quando questi l'aveva arrestata per omicidio.
L'aveva fatto per disperazione.
Se aveva aggredito per disperazione un poliziotto che avrebbe dovuto arrestarla, lasciandogli un così bel ricordino, anche una di quelle tre persone allora doveva aver conservato il segno dello scontro con la ragazza.
Ma non potevano chiedere ai sospettati di provare di non avere lividi sul corpo, senza un motivo valido.
'' Era un tagliacarte.''- precisò Wataru -'' Un tagliacarte d'argento, e pare di fattura molto pregiata.''
'' Capisco...''- fece Sakura.
'' Ti viene in mente nessuno che potrebbe essere in possesso di un oggetto simile?''- le domandò Sato.
Sakura si mise la mano destra sotto il mento, come per concentrarsi.
Da qualche parte, ora che ci pensava, le sembrava di averlo già visto.
Ma non ricordava dove...

Se c'era una cosa che odiava della sua situazione era essere trattato come un bambino.
Da quando Gin gli aveva somministrato quel farmaco infernale e si era ristretto, pur avendo conservato le funzioni neurologiche, non c'era posto in cui andasse senza che la gente lo trattasse come un marmocchio o come una sorta di orsacchiotto da coccolare.
Prima o poi però sarebbe riuscito ad arrivare ai vertici, al Boss dell'organizzazione, ed una volta smantellata sarebbe tornato sè stesso. Per sempre. Niente più bugie o sotterfugi con le persone a cui teneva.
Ma non era questo il momento di pensarci... adesso c'erano cose più importanti da risolvere.
Salvare un innocente da un' accusa di omicidio, salvare un amico dalla berlina pubblica... per quanto ritenesse assoluta priorità liberare il mondo da quella piaga nera, al momento aiutare Takagi gli premeva molto di più.
Era già da un po' che stava seduto al bar dell'hotel a rimuginare, girando di tanto in tanto la cannuccia nel bicchiere di succo di frutta che aveva ordinato, su chi poteva essere l'assassino di Yuky, nonchè il pericoloso criminale chiamato dalla polizia L'Aggressore della Buonanotte.
Per il momento aveva scoperto che il loro uomo, per quanto potesse sentirsi insicuro o inferiore e che quindi prendesse di mira delle donne da malmenare per sentirsi potente almeno per un po', era anche un abile stratega.
Era ovvio il motivo per cui avesse liberato Sakura dopo essersi dato da fare per prenderla dopo aver ucciso la sua amica... all'inizio, aveva pensato che fosse meglio lasciare che gli stenti e l'infezione facessero il suo lavoro, forse perchè era riuscito a scoprire che la principale testimone del suo crimine era nientemeno che la sorella di un detective della omicidi, e che quindi far ritrovare il suo corpo martoriato sarebbe potuto essere molto pericoloso per lui, e di lasciare in quello scantinato il suo corpo.
Ma poi aveva cambiato idea. Aveva saputo dai media che per l'omicidio era sospettata una ragazza, l'amica della vittima, nonchè suo ostaggio e che c'erano molti indizi che la compromettevano. A quel punto gli era venuta un'altra idea.
Lasciare libera Sakura. Era dichiarata fuggitiva e se gli agenti l'avessero arrestata, con quel negozietto di prove contro di lei che avrebbero potuto allestire, anche se avesse raccontato tutto agli agenti, questi non le avrebbero creduto.
Forse quel suo fratello poliziotto, le avrebbe dato credito, ma l'opinione del giudice, di una giuria e degli avvocati contava molto di più di quella di un fratello nelle forze dell'ordine, premuroso ed affezionato.
Non sapeva però che la ragazza durante lo scontro, aveva riportato una ferita che si era infettata e durante la visita in ospedale erano saltate fuori lesioni compatibili con un aggressione e che i poliziotti avrebbero indagato in un'altra direzione.
Solo che queste erano solo congetture.
Nemmeno usando la voce del famosissimo investigatore Kogoro Mouri sarebbe riuscito a farsi ascoltare, se non avesse trovato prove a sostegno della sua tesi o come minimo il vero omicida.
Mentre era immerso nei suoi pensieri, si voltò verso la recepition dell'hotel.
Il gestore stava dando il benvenuto ad una coppietta che aveva l'aria di essere una coppia di sposini freschi, appoggiato al bancone.
Forse aveva salutato anche Yuky e Sakura quando erano arrivate...
'' Mi scusi?''- fece fermando un cameriere.
'' Dimmi giovanotto.''- fece questi con un sorriso amichevole stampato in viso-'' come ti posso aiutare?''
'' Beh ecco... io volevo sapere se il direttore...''- chiese il ragazzino -'' ha l'abitudine di salutare tutti i clienti al loro arrivo.''
Il giovane annuì.
'' Sì. In genere chi gestisce un albergo come questo, non ha il tempo di stare alla porta e salutare ed accogliere tutti i clienti, ma il signor Sakuragi tra un impegno e l'altro, trova sempre il tempo di accogliere i suoi ospiti.
Inoltre è un uomo paziente e molto amato dai suoi dipendenti.''
'' Interessante...''- pensò tra sè e sè il piccolo detective.
'' Pensa che l'anno scorso ha persino fatto un regalo a tutti noi dell'albergo, anche se non lo meritavamo.''
'' In che senso?''- fece Conan, incuriosito.
'' L'anno scorso c'è stata una super ispezione in hotel, ad opera di un ispettore dell'ufficio d'igiene talmente pignolo che se solo avesse trovato un granello di polvere fuori posto avrebbe fatto chiudere l'hotel e noi saremmo finiti tutti per strada... santo cielo piccoletto, al solo pensiero mi viene ancora la pelle d'oca.''
''  Però, dato che l'hotel è ancora aperto non è accaduto, vero?''
'' Esatto. Grazie alla incredibili qualità manageriali ed al carisma del nostro direttore.''- spiegò il giovane guardando il suo principale con gli occhi pieni di ammirazione -'' ma quando l'ispettore se n'è andato con la coda fra le gambe, deluso per non essere riuscito a mettere l'hotel in ginocchio, ci ha ringraziato tutti di persona, asserendo che quella era una vittoria che ci eravamo conquistati noi dipendenti.
Il giorno dopo, ha voluto premiarci tutti con un regalo.''
'' E in cosa consisteva questo regalo?''
'' Un tagliacarte in argento.''- nel dir così il giovane strizzò l'occhio e tornò al suo lavoro, lasciando il piccolo detective a rimuginare.
Ecco come faceva l'assassino ad essere in possesso di un oggetto così pregiato.
L'aveva ricevuto in regalo.
Sakura non aveva mai lavorato lì e quindi non poteva averlo, a meno che...

'' Cosa?''- chiese la ragazza che lavorava al bancone della reception stupita dalla domanda del bambino -'' La ragazza che è arrivata con quella poveretta che è stata ammazzata?''
'' Sì, signorina...''- fece Conan -'' Il detective Goro sta investigando sul caso, e vuole sapere se per caso quel giorno ha ricevuto qualcosa per posta.''
'' Fammi pensare...''- fece la ragazza -'' Non credo, io sono stata qui per tutto il giorno, ma non si è mai avvicinata ai computer a disposizione degli ospiti e nemmeno si è avvicinata per chiedere la password per il wi-fi.''
Conan fece cenno di no con il capo.
'' No, non mi riferivo a delle mail.... intendo proprio della posta. Lettere, buste, dei pacchetti...''
'' No, piccolo.''- fece la ragazza -'' quella ragazzina non ha ricevuto niente per posta quel giorno. Ho controllato il registro dei pacchi in arrivo, non c'era niente indirizzato a lei... e poi perchè avrebbe dovuto ricevere qualcosa? Era arrivata a Tokyo da appena un giorno, e dubito che qualcuno le avesse spedito qualcosa.''
'' E' vero... grazie.''- fece Conan allontandosi.
Proprio come sospettava: l'arma del delitto era un tagliacarte regalato ad un dipendente dal direttore.
E Sakura non aveva alcun motivo per averlo con sè. L'unico modo che aveva per esserselo procurato, era che qualcuno che le avesse spedito una lettera o un pacco per posta e che avesse chiesto che qualcuno di prestare un tagliacarte per aprire meglio ciò che le era stato recapitato.
Ma a rigor di logica, nessuno avrebbe spedito un pacco o una lettera ad una persona arrivata in città da pochissime ore. E stando a quello che Takagi aveva saputo da sua madre, solo la genitrice e i genitori della vittima sapevano che le due ragazze sarebbero andate a Tokyo per qualche giorno.
Quindi nessuno aveva motivo di spedire a Sakura qualcosa in hotel.
A quel punto gli venne in mente un dettaglio.
Quando era andato a chiedere conferma dell'appuntamento mancato del concierge al diretto interessato, questi aveva aperto una busta strappando un' estremità, usando il vecchio metodo. Un colpo secco e via.
'' Assurdo... se aveva un tagliacarte, perchè non l'ha usato.... magari non poteva.''
Certo, ovvio che non poteva... al momento il tagliacarte del concierge era stato messo sotto sequestro dalla polizia in quanto arma del delitto, dopo che Sakura lo aveva portato via.
Ma perchè comportarsi in un modo così sciocco?
'' Ehy piccolo...''- lo richiamò la ragazza della reception -'' forse al detective Goro è utile sapere che quando è arrivata, la ragazza che poi è sparita ha fatto una cosa.''
'' Ah, davvero? E che cos'ha fatto?''

'' Dimmi la verità, Taru...''- fece Sakura camminando a braccia conserte in uno dei corridoi della centrale di polizia -'' Perchè mi avete fatta venire?''
Takagi rispose subito -'' Sato te l'ha detto...''- fece il poliziotto sperando che la sorella se la bevesse -'' Sato voleva conoscere...''
'' L'altra donna della tua vita, si me l'ha detto. Solo che non ci credo.''- fece la ragazza con uno sguardo inquisitore. Che credeva suo fratello, di essere l'unico della famiglia capace di condurre un interrogatorio?
'' Mi hai sempre descritto la donna di cui ti sei innamorato...''- e non poteva dargli torto. Malgrado le spiacevoli circostanze, l'agente Sato le piaceva molto ed era fermamente convinta che anche la loro madre ne sarebbe stata entusiasta -'' era una poliziotta moralmente integra, seria, impeccabile e zelante.
Impensabile che mi abbia chiesto di venire qui durante l'orario di lavoro, durante le indagini su un omicidio, solo per conoscermi meglio. Avanti, sputa il rospo: che cosa sta succedendo?''
Takagi sospirò.
Beh, era una ragazza intelligente ed era la sorella di un poliziotto... come meravigliarsi del fatto che avesse intuito che c'era qualcosa di strano in quella convocazione?
'' Ok. La verità....''- fece Takagi pregando Dio di dargli la forza di sostenere quel colloquio -'' è che...
Hai dato una signora deposizione, raramente abbiamo dei testimoni così precisi... ma ci sono dei punti che per un giudice e per un avvocato dell'accusa, ti fanno apparire come la persona più sospetta.''
Sakura sgranò lgi occhi dalla sopresa.
Non poteva credere a quel che aveva appena udito...
'' Stai scherzando vero...?''
'' No... credimi, lo vorrei, ma...''
'' Taru... ti giuro sulla tomba di nostro padre, che io non ho fatto nulla. Sono stata sulla scena del delitto è vero, ma è stato perchè l'ho sentita urlare e volevo assicurarmi che andasse tutto bene... e lì l'assassino mi ha aggredita.''
'' Lo so, ti credo. Anzi, ti crediamo...''- lui, Miwako, Megure, Chiba, Shiratori, c'erano tante persone che credevano nell'innocenza di Sakura -'' ma qualcuno potrebbe insinuare che è strano che un omicida non si liberi di un testimone chiave e che lo lasci andare, senza fare nulla, pur sapendo che sta programmando di scappare.''
'' Lo so, è vero che pare strano...''- fece Sakura -'' ma giuro, è la verità! Quando sono riuscita a slegarmi sono subito corsa alla porta. Ho spinto e si è aperta praticamente da sola.''
Ormai però era chiara la situazione.
Nessuno dei due era mai stato il tipo che augurava il male a qualcun'altro... nemmeno Takagi, quando Shiratori faceva il dongiovanni con Sato ed avendo mille motivi anche solo per augurargli di essere colto in flagrante in sosta vietata e che il carro attrezzi gli portasse via l'auto, costringendolo a farsi tutto il tragitto casa-lavoro e viceversa a piedi... ma in quel momento, l'unica cosa che volevano era che uno di quei tre fosse colpevole.
O loro... o Sakura sarebbe finita in prigione.
La ragazza aveva iniziato a singhiozzare sommessamente.
'' Ti prego scusami... è tutta colpa mia....''- fece la ragazza tra le lacrime.
Takagi non capiva.
Perchè mai si stava scusando?
'' Se fossi rimasta con Yuky a quest'ora sarebbe viva...irritante e petulante come spesso era, ma viva... e se adesso mi dichiarano colpevole, ci andrai in mezzo anche tu... non oso immaginare come starà la mamma... ho rovinato la vita a tutte le persone a cui tengo in un colpo solo...''
Vederla così era lacerante... la abbracciò, stringendola a sè.
'' No... la mia sorellina non ha ucciso nessuno, hai capito?''- fece lui per calmarla -'' Sta tranquilla... ti giuro, fosse l'ultima cosa che faccio, troveremo quel tizio e lo metteremo in galera.''
'' E se non ci riuscite?''- chiese Sakura più preoccupata di quello che sarebbe successo al fratello e alla sua carriera di poliziotto di quello che un giudice avrebbe potuto fare a lei.
'' Se non riesco ad impedirti di entrare in carcere, m'inventerò qualcosa per tirarti fuori nel giro di poche ore.''- dopo di che le asciuò gli occhi con un fazzoletto -'' ascolta, perchè non provi a fare di nuovo mente locale sugli avvenimenti di quella notte? In ospedale eri ancora un po' sotto shock e sotto gli effetti delle medicine... magari se ci ripensi adesso, troviamo qualcosa di utile...''
Sakura sospirò, inspirando per soffocare delle lacrime e poi annuì.
'' Se credi che possa essere utile...''- fece Sakura dirigendosi verso una sala per gli interrogatori.
''  Scusa...''- fece Takagi sospreso nel vedere la sorella entrare proprio in quella sala -'' ma dove pensi di andare?''
'' Di solito i sospettati dove li ascoltate? Vicino alla macchinetta del caffè?''
Takagi scosse la testa. Sì, quella storia doveva finire.
'' Ma per carità... vieni, andiamo a parlarne davanti a un ramen.''
'' Scusa, ma non c'è una mensa qui?''- fece Sakura, pronta a giurare di aver visto delle indicazioni per andare in una mensa, all'interno della centrale.
'' Sì...''- fece il fratello prendendola sotto braccio per portarla via, con aria scettica e sarcastica -'' ma se ti permettessi di mangiare lì, l'ispettore Megure mi farebbe a pezzi per aver saputo che qualcuno intendeva suicidarsi e non aver fatto nulla per fermarla.''

  
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