20)No
we can't be friends, everything is different.
Viviana p.o.v.
Il giorno dopo la cena con Jaime mi sveglio di buon
umore.
Lui mi manda un messaggio di buongiorno a cui rispondo
con entusiasmo e che mi fa sorridere come un’idiota. Sofia lo
nota a colazione
e sorride anche lei, Tony invece mi studia, come se temesse che potessi
ferire
il suo amico e causare un altro casino.
Mi rendo conto che il suo rancore è giustificato, visto
quanto ho fatto soffrire mia sorella, ma mi ascolterebbe se gli
parlassi?
Forse dovrei aspettare qualche altro giorno e farlo
calmare un pochino, in ogni caso c’è una persona
con cui devo assolutamente
parlare ed è Matt.
Finito di fare colazione prendo in mano il mio cellulare
e compongo il suo numero, dopo svariati squilli mi risponde, come
minimo l’ho
svegliato mentre dormiva, mi dico con una punta di dispiacere.
“Matt? Ciao, scusa.”
“Ciao, Viviana. Scuse accettate, come mai mi
chiami?”
“Credo che dovremmo chiarire delle cose e prima lo faremo,
meglio sarà.”
“Sì, lo credo anche io.
Ci vediamo tra un’ora al solito bar.”
“Va bene e scusa ancora.”
Chiudo la chiamata, Sofia mi guarda curiosa.
“Credo che debba sapere che tra noi non ci sono speranze
e che non partirò con lui.”
“Credo che tu abbia ragione, meglio chiarite e meglio
sarà.”
“Lo so, ci vediamo tra un’ora.”
“Ottimo.”
Se ne va con la sua tazza di the in mano, Tony mi si
avvicina guardingo.
“Cosa stai architettando?”
“Nulla, solo parlare a Matt e chiarire la nostra
situazione.
Penso di doverglielo, no?
Prima chiarirò le cose e prima tutto andrà a
posto, ho
combinato fin troppi casini.”
“Esatto, non devi mai più fare soffrire Sofia in
quel modo. Per colpa tua
rischiava di ricadere nelle sue abitudini e solo grazie al mio costante
farle
forza non è tornata a non mangiare.”
“Lo so e te ne sono grata. Cercherò di fare in
modo di non farle più così male,
ma erano anni che avevo queste cose che mi pesavano sul
cuore.”
La mia replica suona debole anche alle mie orecchie, immagino alle sue.
“La prossima volta scegli un modo migliore.”
Mi dice gelidamente.
“Lo farò.”
“Bene.”
Lui si alza dal divano e raggiunge Sofia lasciandomi da sola a meditare
su
quanto sia stata stronza con mia sorella, proprio nel momento in cui la
vita
iniziava a sorridere. Mi vergogno per la mia invidia e per la rabbia
che ho
provato nei suoi confronti, in fondo lei ha sempre cercato di fare del
suo
meglio per starmi accanto.
Anche con Jaime lo ha fatto, sono io che ho interpretato
male i segnali e fatico a perdonarmelo, ma dopotutto il dolore rende
ciechi
almeno per un po’.
Guardo l’orologio e mi alzo dal divano, indosso un paio
di shorts e una maglia dello zoo di San Diego e vado
all’appuntamento con Matt.
Il caffè è il solito locale che dà sul
mare, lui è già lì e indossa un paio
di
occhiali da sole, che rendono indecifrabile la sua espressione.
“Ciao.”
Gli dico, spostando una sedia.
“Ciao, ho già ordinato per tutte e due, se non ti
dispiace.”
“Non c’è problema.”
Lo guardo negli occhi e mi sembra abbiano perso il loro
potere, anzi sembrano misteriosi e pieni di segreti che non ha diviso
con me.
Quanto conosco davvero il ragazzo che mi sta davanti?
Mi ha mai parlato in modo esauriente dei suoi problemi
con la coca?
No, non l’ha mai fatto, dicendo che non ama parlare di
quel periodo della sua vita.
La cameriera arriva e porta un cappuccino e una brioches ciascuno,
nessuno ha ancora parlato, il che è strano.
Mangiamo sempre in questo silenzio innaturale, poi finito
prendo la parola io.
“Volevo dirti che sono tornata con Jaime, mi dispiace se
ti ho ferito o usato in qualche modo, non era mia intenzione. Ero solo
confusa
e avevo bisogno di mettere ordine nella mia vita.”
“Sono felice che tu sia tornata con lui, si capiva che lo
amavi ancora e che
cercavi lui in me.”
“Davvero?”
“In modo inconscio sì, lo hai sempre fatto. Devi
amarlo parecchio.”
“Lo amo molto, sì. Ovviamente non verrò
con te.”
“Lo so, l’ho sempre saputo. Venire con me sarebbe
stata una fuga e tu non mi
sembri una che scappa e poi a Manchester ci sarebbe stato un
problema.”
Io alzo un sopracciglio.
“A Manchester ho una ragazza, si chiama Gemma.”
Il mondo mi cade addosso.
“E quando pensavi di dirmelo?
Il giorno in cui saremmo sbarcati dall’aereo e avremmo
trovato lei ad accoglierci?
E come mi avresti presentata?”
Sputo acida e ferita.
Io credevo in lui e invece lui mi ha semplicemente usata
per un’avventura americana, ma gli è andata male.
“Come un’amica.”
Dice semplicemente facendomi imbestialire.
“Le amiche non si baciano, con le amiche non ci flirti
facendo loro credere che ci siano dietro altri interessi!”
“Lo so, mi dispiace. Ti ho incoraggiata perché
sapevo che
non avresti scelto me.”
“E se l’avessi fatto?”
“Mi sarei trovato in un casino, ma l’avrei
risolto.”
Io gli rivolgo il mio sguardo più gelido.
“Sono felice di non aver scelto un bastardo
doppiogiochista.
Io ti avrò anche usato senza volerlo, ma tu l’hai
fatto a
posta. Volevi un paio di scopate e niente di più, ti
è andata male, chico.
Mi dispiace per la tua ragazza a Manchester, nessuna si
merita un tipo del genere.”
Lascio i soldi sul tavolo e mi allontano a passo di marcia, arrabbiata
come non
mai, guido tra le strade di San Diego con aggressività con
la compilation dei
pezzi più cazzutti degli Skillet a paletta.
Arrivo a casa e
non appena mi chiudo la porta alle spalle, scoppio in una breve serie
di
singhiozzi isterici che attirano subito Sofia.
“Viviana, cosa succede?”
Mi chiede preoccupata.
“Avevi ragione su Matt.”
Le dico tra le lacrime.
“Non dovevo fidarmi di lui, è solo un bastardo
doppiogiochista!
A Manchester ha una ragazza.”
Lei sgrana gli occhi e li vedo riempirsi di rabbia, una marea che si
alza
pericolosa.
“Io vado a rifargli la faccia.”
Ringhia, ma io la trattengo.
“Non devi farlo, non se lo merita.”
“Ti ha ferita.”
“Mi sono lasciata ferire perché non ho ascoltato
il mio cuore, ma il mio
orgoglio. Se avessi chiarito subito con Jaime nulla di questo sarebbe
successo.
Voglio dimenticarmi della sua esistenza e ringraziare il
Signore che mi ha fatto capire in tempo che razza di persona fosse.
Almeno non sono andata con lui, adesso chiamo Jaime.”
Mia sorella mi scosta gentilmente ed esce e chiamo Tony a gran voce.
“Cosa c’è?”
“Vai e ferma Sofia prima che pesti Matt e faccia una
cazzata.”
Lui non se lo fa ripetere due volte, memore dell’incidente
con Jess, io invece
chiamo il mio ragazzo, ho bisogno di sentire la sua voce come
dell’aria.
“Pronto?”
Mi risponde.
“Jaime, sono Vivi.”
“Ciao, piccola. Come stai?
Come è andata con Matt?”
“Tutto bene, ho cacciato quel piccolo verme dalla mia
vita.”
“Verme?”
“Non mi aveva detto di avere una ragazza.”
“Posso pestarlo?”
“No, non ne vale la pena e poi sei famoso, i paparazzi
sarebbero felici di
fotografarti mentre fai il violento.”
“Giusto, dannata fama!”
Mia sorella rientra imprecando tra le braccia del suo
ragazzo e io sorrido: è questa la vita che voglio.
“Tutto bene?”
“Sì, Sofia voleva pestare Matt, ma Tony
l’ha trattenuta.”
“Capisco.”
“Jaime, ti amo.”
“Ti amo anche io.”
Parliamo ancora un po’ e poi chiudo la chiamata.
Sì, è questa la vita che voglio.
Non posso chiedere nulla di meglio.
Angolo di Layla
Ringrazio Nico_Ackerman per la recensione, spero che questo charimento con Matt ti piaccia. Il ragazzo aveva una sorpresa nascosta, povera Vivi!