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Autore: FatSalad    22/02/2016    5 recensioni
Giulia ha 17 anni ed è in tutto e per tutto ciò che si potrebbe definire “normale”. Tutto tranne la sua eccessiva timidezza, che le impedisce di farsi molte amicizie tra i coetanei, anche se dentro di sé sente il desiderio di essere apprezzata e amata per quello che è.
Grazie a Spartaco, suo fratello, che ha tante qualità da sembrare la reincarnazione di un qualche eroe dei fumetti ed è tutto ciò che si potrebbe definire “extra-ordinario”, Giulia farà la conoscenza di Nathan.
Giulia e Nathan si parlano regolarmente ormai da diverso tempo. Scherzano, flirtano, si confidano... ma sempre tramite sms. Come mai lui la evita sempre quando si incrociano faccia a faccia nei corridoi del liceo? Prima o poi il mistero dovrà venire a galla, perché Giulia da quel ragazzo dall'aria malinconica e sfuggente è sempre stata inspiegabilmente attratta.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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- Questa storia fa parte della serie 'Dall'altra parte dello schermo'
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Capitolo 12 – Tutti Insieme Appassionatamente

 

«Panino?» chiese Spartaco smorzando la tensione.

«Favorevole» disse Nathan alzando una mano.

«Dai, poi vi riaccompagno a casa io con la macchina» disse rivolto a sua sorella e a Nathan.

Giulia rimase interdetta dalla tranquillità con cui Nathan affrontò la situazione.

Panino con contorno di chiacchierata chiarificatrice era proprio quello che ci voleva, anche se rompere l'imbarazzo iniziale non fu facile e il viaggio in auto fu segnato da impacciati tentativi da parte di Nathan e Spartaco di iniziare una conversazione.

«Piaciuta la partita?»

«Non saprei... mi sono perso il secondo tempo...»

«Ah...»

«Paolo è stato bravo?»

«Mah... ha sbagliato una parata ridicola, ma insomma...»

«Bene...»

«Sei arrabbiata?» bisbigliò Lilla per non farsi sentire dai ragazzi nei seggiolini anteriori, ormai coinvolti in un discorso in modo disinvolto.

«No, no, è solo che non capisco perché me l'abbiate tenuto nascosto! E mi chiedo come ho fatto a non accorgermi di niente! Cioè, da quanto...?»

«In effetti, praticamente è tutto merito tuo»

«In che senso?»

«Ti ricordi quando nei bagni della scuola mi dicesti di quel ragazzo malato e io ti confidai che mi piaceva uno che andava oltre le mie possibilità?»

Giulia annuì, lanciando uno sguardo fugace ai due nei sedili davanti e sperando che non riuscissero a sentire niente. Lentamente ogni pezzo stava tornando al proprio posto.

«Ecco, sei stata tu a tirare fuori Spartaco e a dirmi che secondo te... beh, lui stava pensando a me. Così mi sono fidata del tuo sesto senso e mi sono fatta coraggio.»

«E hai fatto bene! Menomale che non hai aspettato lui: è così abituato a ragazze che gli cadono ai piedi che in pratica non sa come si corteggia una donna»

«Me ne sono accorta, sì» disse Lilla con un veloce sguardo di rimprovero al ragazzo «allora, ora che sai di me... chi è il tuo ragazzo misterioso?» chiese subito dopo.

«Ehm...»

«Ehi, siamo messi esattamente come quella volta che siamo andati insieme al pub per provare la Mini!»

Giulia tentò di dare spago alla conversazione iniziata dal fratello, ma alla fine si vide costretta a rispondere all'amica e alzando le spalle e flettendo impercettibilmente il capo in direzione di Nathan, sperò che l'amica capisse la comunicazione non verbale senza fare scenate. Lilla sgranò gli occhi e si coprì la bocca con la mano, ma non urlò e non fece commenti, cosa di cui Giulia ringraziò mentalmente, mentre le rivolgeva un sorriso, o meglio, una smorfia di intesa che voleva dire “Beh, sì, questo è quanto”. Sperò che l'amica non facesse trapelare la sua confessione con battute o occhiate incriminanti e per fortuna quando si furono sistemati attorno al tavolino all'esterno di un bar, Lilla si comportò in maniera impeccabile, come se non avesse udito nulla quando erano in macchina. D'altra parte era arrivato il momento di fare chiarezza ed era lei quella nella posizione più difficile, quella che doveva cercare di giustificare tanti punti oscuri. Aiutata da Spartaco Lilla raccontò della storia clandestina che i due stavano vivendo da un po'.

«Ma non hai detto niente neanche alle altre?» volle sapere Giulia.

«No, certo che no. Come potevo fare discriminazioni? O tutte o nessuna. Poi... avevo un po' paura delle reazioni di Emma, a dirla tutta»

«Ma dai, ora anche lei è impegnata!»

«Lo so, infatti, ve l'avrei detto tra poco, davvero!»

«Io glielo dicevo di dirtelo, non sapevo più che inventarmi quando uscivo!» si intromise Spartaco. «Qualche tempo fa stavo per dirtelo io»

«Sì, però poi ci siamo lasciati» spiegò Lilla con un gesto annoiato della mano.

«Cosa?»

«Per la seconda volta, credo»

«Sì, la seconda» confermò Lilla.

Giulia osservava la coppietta con la fronte aggrottata dallo stupore, incredula, mentre i due raccontavano con tono indifferente, quasi si fosse trattato del riassunto di una sit-com.

Dunque, riassumendo: la sua migliore amica si era messa con suo fratello in gran segreto e a quanto pareva i due stavano vivendo una storia complicata di tira e molla. Non stentava a crederci, conoscendo il caratterino di Lilla e l'apparente indifferenza di Spartaco. Giulia sapeva che questa era dovuta all'assoluta ignoranza del ragazzo in fatto di corteggiamento, troppo abituato com'era a piacere senza doversi sforzare di fare alcunchè, ma capiva anche che per Lilla non doveva essere piacevole. Poteva facilmente immaginare le dinamiche generali del loro rapporto: lui che non la chiama perchè non ne vede il motivo, lei che ha bisogno di rassicurazioni perché sta con un ragazzo che potrebbe stare con chiunque, il litigio che a lui sembra ingiustificato e la rottura. Giulia non aveva dubbi che i due dovessero ancora “prendere le misure”, conoscersi meglio.

Intanto però, cos'è che si stava dimenticando? Ah, già: Nathan. Gli lanciò uno sguardo di sottecchi e lo vide sorridere al rimbrottarsi della coppia, mentre scarabocchiava distrattamente su un tovagliolino.

Nathan non stava con Lilla. Non c'era mai stato!

Giulia aveva voglia di alzarsi in piedi, saltare sul tavolo, abbracciare i passanti, cantare canzoni imbarazzanti e ballare. Forse però a lui piaceva lei, questa restava l'incognita ed era essenzialmente il motivo per cui non si era ancora decisa a compiere tutte quelle azioni.

«Scusate se interrompo questo momento nevralgico della vostra amicizia, ma io ho finito una partita e sto morendo di fame, possiamo ordinare?» chiese Spartaco con teatralità.

Mossi dalla gola più che dalla compassione, gli altri tre cominciarono a sfogliare con più attenzione il menù.

«Dunque, posso decidere il tipo di pane e metterci dentro fino a 5 ingredienti, giusto?» chiese Giulia che non era mai stata in quel locale.

«Esatto»

«Geniale!»

«Già. C'è solo un problema: l'imbarazzo della scelta» asserì Nathan, indeciso.

«Allora proviamo con speck, provola e pesto alla genovese» disse Giulia, convinta.

«Giulia?!» Perché Lilla doveva essere perennemente spaventata dal cibo?

«Mi fido del tuo giudizio: lo prendo anche io!» meno male che c'era Nathan sorridente a dargli manforte, cosa che fece sgranare ancora di più gli occhi dell'amica.

«Io invece rimango fedele al buon vecchio porchetta, pomodori secchi e maionese» annunciò Spartaco «per te?» chiese poi rivolto a Lilla.

«Un thè» rispose Lilla sempre più scioccata, senza osare commentare oltre i gusti altrui.

Spartaco sorrise e roteò gli occhi come a dire “Ti pareva!”, ma non commentò e andò a lasciare l'ordine al paninaro.

Com'era strano stare seduti a quel tavolino rotondo a parlare amichevolmente, scherzare, ridere. Un osservatore esterno poteva anche pensare che si trattasse di un uscita a quattro di due giovani coppie.

Giulia aveva pensato più di una volta che la sua migliore amica e suo fratello potessero prima o poi stare insieme, ma esserne realmente testimone le sembrava strano, in un certo qual modo anche “divertente”.

«Ti tratta bene, vero? Sennò...» chiese a Lilla, in modo che anche i ragazzi la sentissero, lasciando la minaccia in sospeso.

«Certo, mi tratta bene, per esempio andrà lui a prendermi da bere» disse Lilla sbattendo le ciglia verso Spartaco con aria civettuola. Il ragazzo si limitò a roteare gli occhi.

«Ti aiuto?» chiese Nathan prontamente. Era inconcepibile far camminare un ragazzo con le stampelle quando non ce n'era bisogno, al che Lilla cambiò idea e insistette per accompagnare lei il ragazzo.

«Che coppia!» esclamò Giulia appena i due furono spariti dentro al bar. Nathan si limitò a ridacchiare e a quel punto Giulia capì. «Aspetta, tu sapevi

Nathan si grattò la nuca a disagio prima di rispondere: «Beh, sai, Spartaco non ha amici invidiosi e potenzialmente pericolosi. Ci ha solo chiesto di non spifferare in giro e poi erano secoli che aveva disegnato la linea di confine: nessuno si sarebbe azzardato a toccare Lilla!»

Aveva detto “secoli”? In effetti anche Giulia aveva sospettato dell'interesse da parte di Spartaco per la loro comune amica d'infanzia, ma sentirselo dire così faceva tutt'altro effetto.

Nathan l'aveva lasciata a rimuginare su quanto aveva rivelato prima di dirle: «Tieni» porgendole qualcosa.

«Cos'è?» chiese Giulia osservando quella che sembrava una salvietta piegata a formare una specie di nodo piatto.

«Un origami. O un regalo di compleanno» disse lui con un sorriso «No, non aprirlo ora!» aggiunse poi.

«Ehm... grazie» disse Giulia prima di mettere in borsa quel nodo di carta, distrattamente, ancora immersa nei suoi pensieri.

«Ehi, la prossima settimana esce il nuovo film della Marvel, pensavo di andare a vederlo venerdì, vuoi venire?»

«Negativo. Venerdì è il compleanno di mia zia e sarò a questa cena all'insegna della noia e dei sorrisi ipocriti. Mi faranno notare quanto sono cresciuta e io dovrò fingere che sia vero, anche se è dalla seconda media che ho smesso di crescere. Mia nonna piangerà perchè solo ai compleanni dei figli si ricorda che il tempo passa e il mio bis-cuginetto mi stempierà per convincermi a giocare ad un gioco di sua invenzione che include solitamente morti violente e sofferenze atroci. Comunque mi sento così stupida a pensare che tutti sapevano io non mi ero accorta di niente!»

Giulia aveva parlato a macchinetta senza nemmeno riprendere fiato, lo sguado incantanto in un punto indefinito e un unico pensiero in mente: Lilla e Spartaco. Nathan aveva ascoltato con la fronte aggrottata e la bocca semi aperta in un sorriso incerto, cercando di starle dietro.

«Okaaay...» comiciò.

«Questi sono i vostri: speck, provola e pesto, giusto?» lo interruppe Lilla uscendo da bar con due panini in mano. «Quello di Spartaco lo stanno scaldando. Ah, mi sono dimenticata di prendervi da bere... AMORE?» urlò poi in direzione dell'ingresso.

«Amore a chi?»

Lilla si congelò sul posto, prima di voltarsi verso la ragazza che aveva parlato. Camminava in mezzo alla strada accanto ad un ragazzo con i capelli lunghi. Che c'era quel giorno? Un complotto contro Lilla?

«Emma...»

«Sì, ho anche le loro bibite...»

«Oh cazzo!»

Spartaco era appena uscito dal bar con un panino e tre bibite in mano, all'esclamazione di Emma si bloccò.

«Sì, ho anche quello» affermò tranquillo dopo aver abbassato lo sguardo, come a controllare.

«Cazzo cazzo!»

«No, due non ne ho mai avuti!»

Nathan non riuscì a trattenere una risatina, scuotendo la testa, mentre Giulia non sapeva se seguire il suo esempio o preoccuparsi. Era con “sorrisi bastardi” come quello che aveva appena sfoggiato che suo fratello faceva innamorare ogni ragazza e lo stava rivolgendo ad Emma. Con un'occhiata fugace Giulia vide che le proprie paure erano fondate: Lilla non gradiva. Perché Spartaco non si accorgeva che quell'espressione era da rivolgersi solo ad una ragazza per volta? Una volta a casa gli avrebbe dovuto fare un discorsino per spiegargli come andava il mondo e non c'entravano niente i cavoli e le cicogne.

Un “ciao” veloce a Nathan e a Giulia da parte di Emma e ben presto al loro tavolino furono aggiunte due sedie e Lilla ripetè in breve la storia raccontata poco prima anche a Giulia. Ci volle poco tempo perché Emma riprendesse la sua solita verve e senza fare troppe cerimonie stabilì che era tempo che gli uomini se ne andassero perché urgevano un po' di chiacchiere “da donne”. Avrebbe chiamato Marta e Selene perché notizie come quella non potevano essere ricevute “di seconda mano”.

Che vigore che aveva quella ragazza! Probabilmente si era presa anche tutto quello di Stefano, il ragazzo che, al contrario, era stato per tutto il tempo a sedere senza spiccicare parola, come muto.

Emma gli diede un bacio lungo e con tanta lingua prima di spedirlo a casa e telefonare alle amiche assenti. Distogliendo lo sguardo da quelle effusioni anche Spartaco e Nathan salutarono.

«Non sei arrabbiata, vero, Giuggiù?» chiese Spartaco alla sorella affiancandola. Giulia alzò lo sguardo. Non si era resa conto fino a quel momento che suo fratello aveva evitato di guardarla negli occhi per tutta la giornata. Aveva forse paura di non ricevere la sua approvazione? Con quegli occhi mesti le fece quasi tenerezza, “quasi” perché si ricordò che doveva sgridarlo per come utilizzava il proprio fascino a sproposito, anche se era probabile che non lo facesse nemmeno intenzionalmente.

«Non lo ero, prima che mi chiamassi in quel modo!» rispose lei fingndosi risentita e allontanandolo con una gomitata. Il fratello la evitò quasi del tutto, ma si allontanò fingendo un terribile dolore, poco compatibile con il sorriso sollevato che gli vide poco dopo.

Mentre Spartaco stava salutando Lilla con un lieve bacio sulla tempia, Giulia notò come un gesto tutto sommato simile a quello che aveva riservato a lei cambiava totalmente tono, nel modo in cui il ragazzo stringeva teneramente il fianco di Lilla e nel suo bisbigliarle qualcosa con quel sorriso incantato. Com'erano carini quei due! Spartaco semplicemente non si rendeva conto di quanto poteva ferire la sua regazza quando sorrideva ad altre o quando non si faceva sentire, aveva vent'anni, ma era ancora un bambino in fatto di relazioni.

Poi un altro movimento catturò l'attenzione della ragazza. Nathan si era avvicinato a Giulia. Lei lo guardò con aria impacciata.

Dopo tutte le confessioni che le aveva fatto in quelle poche ore, dopo che si era aperto tanto con lei, che avevano riso come due bambini, che si erano tenuti per mano, come avrebbero dovuto salutarsi? Nathan non era più il ragazzo di Lilla, cioè, non lo era mai stato, quindi forse non recava torto a nessuno avvicinandosi per un saluto più intimo. Però sentiva lo sguardo di Spartaco e, soprattutto, di Lilla, ora ben consapevole dei suoi sentimenti, su di lei e si vergognava a mostrare loro la tenerezza di un rapporto appena nato, o ri-nato. In un attimo considerò e scartò tutte le ipotesi che le vennero in mente: abbracciarlo, dargli due bacini, dargli una pacca sulla spalla... ma che le veniva in mente? Forse avrebbe fatto meglio a non lambiccarsi il cervello e alzare semplicemente la manina dicendo “ciao”, sì, sembrava un'ottimo compromesso.

A lui non sembrò la stessa cosa e affiancandola le posò una mano sulla testa. Giula si sentì i capelli teneramente accarezzati o forse arruffati dalle dita delicate di Nathan.

«Ciao, Giulia. Grazie»

«E di che?» rispose lei attenta a non guardarlo in volto.

«Di tutto. Fai la brava!» concluse lui con un sorriso estratto dal repertorio “monello”. Gli aveva insegnato Spartaco ad assumere certe espressioni proibite?

Fare la brava, certo. Se intendeva “non saltarmi addosso in un luogo pubblico” aveva fatto bene ad ammonirla, perché due secondi prima era esattamente ciò che stava progettando di fare.

 

Se ci fosse stato Brad Pitt in piazza probabilmente Marta e Selene non sarebbero arrivate con la stessa velocità con cui accorsero nel sentire la parola “gossip” provenire dalle labbra di Emma. In meno di 10 minuti le amiche si erano ritrovate davanti ad una gelateria e senza fretta e con molti più particolari stavolta, Lilla raccontò di nuovo la notizia dell'anno: “Spartaco non è più disponibile”.

Lo stupore di Marta era evidente, la ragazza non smetteva di ripere “Come ti invidio”, ma nei suoi occhi non vi era traccia di malizia, anzi, aveva lo stesso sguardo sognante e ammirato di una bambina che ascolta la sua fiaba preferita.

Selene non si sbilanciò troppo, come al solito, ma si complimentò con Lilla e ci tenne a ricordarle di tanto in tanto quanto fosse contenta per lei.

«Perché cazzo non ce l'hai detto prima? Avevi paura che qualcuno te lo rubasse?»

«No, non è per questo! Figuratevi se non mi fido di voi!»

«So che prima potrei averti fatto dubitare della cosa, ma mi piace davvero Stefano! Anche se a volte sembra un bambino sordomuto...»

«Ma no!» intervenne Giulia «È solo molto timido, ma è stato molto carino, prima» disse ricordandosi del modo in cui si era scusato per ogni singolo colpetto che le aveva dato nello spostarsi nella sedia in quello spazio esiguo attorno al tavolino, o del modo in cui le aveva reso la borsa scivolata dalla sedia.

Che strano difendere il ragazzo di un'amica. Senza contare che Emma non era certo seria, ma ci teneva a far sapere a tutte che quel tipo non era così inquietante e spaventoso come poteva sembrare e come lei stessa aveva immaginato, vedendolo da lontano. Parlava poco e quasi sussurrando, come a non voler disturbare, ma Giulia non potè fare a meno di rivedere se stessa in quel ragazzo, borchie e anfibi neri a parte.

«È solo che pensavo che a Giulia non andasse a genio» riprese a spiegare Lilla «e poi... ci siamo messi insieme e poi lasciati un po' di volte. Insomma, il tempo di dire “stiamo insieme” e già rischiavo di essere single a frase finita!»

«Quindi ora le cose vanno bene?» chiese cauta Marta.

«No, ora semplicemente siamo stati beccati!» rise Lilla «In realtà va sempre benissimo, ma poi litighiamo per una cosa stupida e... litighiamo benissimo. Siamo entrambi troppo orgogliosi per chiedere scusa per primi e così passiamo del tempo lontani, ma quando ci rivediamo le cose sembrano tornate tutte rose e fiori. È un circolo vizioso, ma non riusciamo a stare veramente separati»

«Ok, ho capito, dovete solo capirvi meglio, è normale» disse Selene la Saggia, oltre che Divina.

«Lo so, è solo che ci conosciamo praticamente da sempre e sembra strano che non ci conosciamo abbastanza, eppure stare insieme è tutto diverso da essere amici e basta»

Le amiche assentirono e seguì un silenzio riflessivo che rischiò di portare un clima troppo serio alla conversazione.

«In ogni caso non sono l'unica a dover dire qualcosa...» disse allora Lilla per smorzare l'atmosfera, dopo che ebbe esurito tutti i dettagli della propria love story ed ebbe risposto alle domande del suo pubbico.

Giulia la guardò stordita: non si stava riferendo a lei, giusto?

«Ho scoperto chi è il ragazzo misterioso che piace alla nostra Giulietta» disse invece Lilla, con un'aria spensierata che a Giulia sembrò terrificante.

«No! Chi è?» chiese Marta subito rianimata, con gli occhi brillanti.

Giulia provò a opporsi, ma per paura che la notizia potesse sfuggire dalle labbra di Lilla, si decise a parlare.

«Ok, ok... allora... ehm... vi ho già detto che lo conoscete?»

«No!»

«Cazzo no!»

Furono le risposte stupite delle amiche.

«Già, ecco, lo conoscete e... sì, beh... lui mi piace... abbastanza... cioè... mi piaceva anche prima che uscissi con Colombo...» perché diventava dislessica in momenti come quello? Perché si sentiva una colata di lava in volto? Non voleva apparire come una stupida mentre affermava una cosa tanto semplice, fece un respiro e lo disse:

«È Nathan il ragazzo che mi piace»

Ecco fatto! Ci voleva tanto?

A Giulia sembrò di essersi tolta un peso dalle spalle, ma la sensazione di sollievo durò poco, percepì quella stessa sensazione battere la ritirata non appena udì la voce di Selene esclamare:

«NO! Nathan no!»

 

 

   
 
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