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Autore: AmeliaRose    22/02/2016    4 recensioni
È passato un anno esatto dalla sconfitta del branco di Alpha e dalla partenza silenziosa da parte di Derek.
Stiles non si sarebbe mai aspettata un cambiamento così radicale della sua vita, cambiamento fatto di addii amari e amicizie ricucite nel dolore. Ma una visita inaspettata da parte di una vecchia conoscenza travolgerà nuovamente la sua vita e di quella dei suoi amici.
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Tratto dal ventiquattresimo capitolo:
[...] «Possiamo vederla?», domandò John in lacrime. Finalmente, ora che aveva il quadro completo della situazione, poteva fare quella fatidica domanda. Sapeva che se lei lo avesse portato a vederla subito non avrebbe ascoltato una minima parola uscire dalla sua bocca, sarebbe stato troppo occupato a guardare sua figlia, ad abbracciarla e baciarle la fronte. [...] Esme prese la maniglia della porta e guardò John negli occhi. «È pronto?», domandò dolcemente. «Si.», rispose, non stando più nella pelle nel rivedere finalmente, dopo tanto tempo, la sua amata figlia. [...]
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Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Isaac Lahey, Lydia Martin, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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"Teen Wolf e tutti i suoi personaggi non sono di mia proprietà, tutti i diritti sono dei legittimi proprietari a cui ho venduto l'anima, il mio è solo un divertimento"

12. Dodicesimo Capitolo


 

Stiles aspettò con grande trepidazione il lunedì mattina. Finalmente poteva uscire da quella gabbia che chiamava casa, dove il padre non faceva altro che controllarla durante la notte o tramite il cellulare, chiamandola anche sei o sette volte durante il giorno. Con suo grande dispiacere non poteva uscire; il medico le aveva detto che l'unica cosa che doveva fare era riposarsi e recuperare le forze. Una persona normale avrebbe gioito per tutto ciò: stare a casa, riposarsi sul letto davanti a un buon libro o davanti a un bell'episodio di qualche serie tv, ma lei no. Non poteva. Aveva troppo a cui pensare: Derek, Scott, i suoi amici che non le avevano detto niente. Niente. E stare da sola, in silenzio, non l'aiutava per niente. 
La sera dopo la confessione di Derek, la mamma di Scott, Melissa, venne a farle visita. I suoi occhi erano rossi, gonfi dal pianto e aveva delle grandi borse sotto di essi. Non faceva altro che prenderle la mano e dire costantemente che le dispiaceva per quello che suo figlio le aveva fatto. Disse che da lui non se la sarebbe mai aspettata una cosa del genere, anche dopo tutto il male che aveva recato loro, e che aveva provato a parlarci, ma lui non faceva altro che ringhiarle contro e Derek dovette mollargli un ceffone per la sua arroganza e mancanza di rispetto verso la propria madre. Raccontò che aveva parlato a lungo con lui e alla fine erano arrivati ad una conclusione: Scott sarebbe rimasto con lui fino a quando non si sarebbe ripreso del tutto. Non bastava solo parlare e raccontare tutta la verità con la promessa di non commettere nuovamente quegli errori. Doveva essere severo con lui, un Alpha che abbandonava il proprio branco per unirsi a dei cacciatori e commettere crimini contro le altre specie era condannabile secondo le “loro” leggi.



Il suo ragazzo, Connor, sorrise mentre la vide scendere dai gradini di casa con sulla spalla il suo zaino traboccante di libri e con un luminoso sorriso sul volto. Stiles salì in auto, gli diede un leggero bacio sulle labbra e si allacciò la cintura. Connor era in forma: i capelli erano modellati all'indietro con del gel, indossava una maglietta rosso scuro con lo scollo a V e dei Jeans neri. Indossava anche gli occhiali da sole grigi.
«Qualcuno non vede l'ora di ritornare a scuola. Lo sai se che sei strana?» chiese lui, scherzando.
Stiles lo guardò con un sopracciglio alzato.

«La stranezza fa parte del mio fascino, pensavo lo sapessi» rispose con un finto tono offeso.
Connor ridacchiò e avviò la macchina. Stiles guardò fuori dal finestrino per quasi tutto il tragitto; la brina sull'erba sembrava brillare al contrasto dei raggi solari, illuminando il prato e le foglie ancora debolmente aggrappate agli alberi. Il cielo era limpido, senza nuvole e di un bell'azzurro, la temperatura era leggermente calda ed era strano per una giornata di dicembre. Ma a Stiles non importava, era la giornata giusta per ritornare a scuola. O almeno così le sembrava.
Una volta parcheggiata l'auto a pochi metri dall'entrata della scuola, Stiles scese lentamente e si guardò attorno alla ricerca del suo branco. Anche se era arrabbiata, temeva sempre per loro. Erano rimasti in silenzio “radio” per molti giorni e quindi non poteva sapere se fosse successo qualcosa di brutto o meno. Anche se, molto probabilmente, Danny l'avrebbe avvisata, visto che lui ed Ethan facevano coppia fissa. Connor si incamminò verso di lei, le mise un braccio attorno alla vita e gli diede un bacio sulla tempia. In quel momento li vide a pochi metri di distanza da loro. Erano attorno all'auto di Derek e la stavano fissando. Stiles sentì una morsa allo stomaco e distolse lo sguardo.
Perché la mia vita deve essere così complicata?”, si domandò mentre entrava a scuola. 
Connor l'accompagnò fino alla sua aula e dopo un fugace bacio, se ne andò. 
Stiles entrò nell'aula di chimica e si andò a sedere nel posto più lontano dalla cattedra, in fondo all'aula, vicino alla finestra. Si concentrò sul suo zaino e sul materiale da dare al professore, doveva distrarsi dal non guardare la porta attraverso la quale, a breve, i suoi compagni sarebbero entrati. 
Sentì una sedia vicino a lei stridere sul pavimento e guardò il suo quaderno senza osare spostare di un millimetro lo sguardo. Sapeva che di fianco a lei ci sarebbe stato Isaac, come sempre. E davanti a lei Jackson, come al solito. Sentì il suo vicino schiarisci la gola, ma lei non lo guardò. 
Il professore finalmente entrò in classe e il silenzio calò all'istante. Stiles alzò lo sguardo e vide, con la coda dell'occhio, Jackson guardarla. 
Sarebbe stata una lunga giornata.



La campanella segnò la fine della lezione e, in fretta e furia, Stiles raccolse il proprio materiale e uscì di fretta dall'aula.
«Non così di fretta, signorina Stilinski», la richiamò il professor Harris non appena mise un piede fuori dall'aula. «Devo parlarti in privato».
Stiles rientrò in aula e guardò Isaac e Jackson passarle di fianco, sentì Jackson metterle qualcosa nella tasca dei jeans e uscire dall'aula chiudendo la porta alle spalle. Se conosceva bene quei due, sicuramente si sarebbero fermati dopo pochi passi per sentire quello che il professore voleva da lei.

«Ho fatto qualcosa di male?» chiese lei con un sospiro.
Harris era solito rimproverarla durante le sue lezioni, anche quando non faceva nulla. Provava un certo piacere nel farlo.

«No, il che è strano» mormorò lui, sedendosi nuovamente sulla sua sedia. «All'inizio dell'anno hai fatto domanda per fare da tutor a studenti più piccoli di te, è corretto?»
Stiles annuì.
«Bene, si è liberato un posto. Un tutor ha dato forfait dopo l'ennesima insufficienza che il suo studente ha preso», sospirò il professore. «È un vero imbranato e visto che tu ci sai fare molto bene con gli imbranati ti affido il compito». Harris prese un foglio dal cassetto e glielo consegnò.
«Il Coach vuole farlo entrare nella squadra, ma non vuole nessuna insufficienza», la informò, «Quel ragazzo è tutto muscoli e niente cervello».
Stiles guardò il foglio e lesse il contenuto. Il ragazzo a cui doveva insegnare si chiamava Liam Dunbar.

«E lei pensa che io sia all'altezza del compito?» chiese.

«Sei amica di Isaac che a malapena se la cava e sei qualsiasi-cosa-tu-sia con Scott McCall. Sei perfetta. Avete lezione tre volte alla settimana, il lunedì, il mercoledì e il venerdì all'ultima ora in biblioteca. Entrambi avete ore buca quindi è perfetto». Si alzò dalla sedia mentre gli studenti di un altro anno cominciarono ad entrare.
«Se riesci a fargli recuperare il voto entro la fine dell'anno, potrei alzare il tuo» concluse lui.

«Aspetti, la fine dell'anno? Manca meno di un mese, come potrei fargli recuperare tre insufficienze? È quasi impossibile, dovrebbe prendere tre voti alti!».
Harris fece un sorrisetto.

«Un voto Stilinski, lo interrogherò l'ultimo giorno di scuola su tutto il programma. Chiamala grazia. Sono sicuro che ce la farai. Senza quelle sufficienze non potrà entrare in squadra e prendere il posto di McCall. Ora vai, altrimenti farai tardi alla tua prossima lezione», Harris la liquidò voltandosi di spalle e Stiles uscì dall'aula rileggendo il foglio di Liam. Era senza speranza. Sbuffò e mise nello zaino il foglio, infilando poi una mano nella tasca dei jeans per tirar fuori un foglietto appallottolato. Lo aprì con cura e ne lesse il contenuto.


Stasera tieni la finestra aperta, dobbiamo parlare.
J.W



La giornata passò senza problemi: lei evitava il branco e il branco, senza troppe pressioni, la seguiva da lontano. Rispettavano la sua scelta, a malincuore, ma volevano comunque tenerla d'occhio. 
A pranzo Stiles si sedette vicino al suo ragazzo e parlò con alcuni suoi amici, che più che umani sembravano maiali, ruttavano infatti di continuo e sghignazzano senza sosta davanti a dei video di Youtube. In quel momento la ragazza sentì la mancanza dei suoi amici e sbirciò al loro tavolo. Lydia non c'era, aveva preso una leggera influenza.
Quando, dopo pranzo, Stiles entrò in biblioteca, non si sorprese nel trovarla vuota visto l'orario. Nel silenzio, guardò con nostalgia i vari scaffali e cominciò a ricordare quelli della biblioteca in cui lei andava per aggiornare il suo bestiario. Alti scaffali di cedro nero pieno di volumi di varie dimensioni, dalle copertine antiche e consumate, dalle pagine piene di polvere da quanto non erano stati aperti. Le mancavano i tappetti posti a terra che attutivano i passi e non facevano sentire nessun rumore, creando così l'illusione di privatezza, di solitudine. Le mancava persino l'aria viziosa e polverosa.
Tornata alla realtà, la ragazza guardò la bibliotecaria, che ricambiò lo sguardo con aria truce.
«Sto aspettando un ragazzo... Sa, lezioni di recupero» borbottò lei.
La bibliotecaria sospirò e uscì da dietro al bancone con tra le braccia svariati volumi scolastici.
Stiles si andò a sedere ad un tavolo vicino alla finestra e guardò l'ora: Liam era in ritardo. Tipico. Dopo qualche minuto di attesa, la porta si aprì con un cigolio e un ragazzo entrò. Era abbastanza magro, con un accenno di muscoli e i suoi occhi azzurri si potevano notare da una discreta distanza. I suoi capelli erano pieni di gel, con un ciuffo che tendeva a sinistra. Indossava una maglia verde, dei jeans scuri e delle scarpe da ginnastica consumate. Stiles e il giovane si guardarono per qualche istante negli occhi, poi il ragazzo distolse lo sguardo, imbarazzato.
La ragazza, aspettando ancora per qualche minuto, notò che anche lui guardava l'orologio. Possibile che stessero aspettando entrambi la stessa persona? Stiles si alzò da dove era seduta e si avvicinò al ragazzo che, quando la vide dirigersi verso di lui, indietreggiò di qualche passo.
«Scusami se te lo chiedo» disse Stiles con un sorriso, «Ma sei tu Liam Dunbar?» chiese mostrando il foglio del suo alunno.
Il ragazzo annuì.

«Si, sono io».
Sembrava imbarazzato.
«Non pensavo che Stiles fosse una ragazza. Sai... Non è proprio un nome femminile».
Liam si passò una mano tra i capelli.

«Stiles è il mio soprannome» mormorò lei.
Stiles notò che non la guardava negli occhi, provocandole un leggero disagio.
«Ti crea qualche problema che il tuo nuovo tutor sia una ragazza? Se si, possiamo chiedere a Harris di cercarti un'altra persona» disse incerta.

«Oh, no. È solo che sono sorpreso, tutto qui» rispose con un dolce sorriso.
Stiles sorrise di rimando e gli fece cenno di seguirlo. Si sedettero uno di fronte all'altro a un lungo tavolo.
«Allora, come ti chiami?» chiese, visibilmente imbarazzato.
Stiles trovò i suoi modi di fare carini o, addirittura, adorabili. Gli ricordava troppo Isaac.

«È un segreto» disse lei. «Mi fai vedere fin dove sei arrivato con il programma? Così possiamo fare uno schema di studio. Viste le insufficienze dovremmo ampliare le nostre lezioni nel fine settimana, oppure ti dovrai scordare le partite di lacrosse fino all'anno prossimo».
Liam annuì e fece come richiesto.

«Un segreto, eh? Una roba alla “Se te lo dico dopo dovrei ucciderti?”» chiese mentre le passava il suo quaderno degli appunti di chimica.
Stiles prese il quaderno e sorrise.

«Una specie» rispose.
Liam rimase in silenzio mentre Stiles controllava fin dove era arrivato con il programma. Fortunatamente lei aveva ancora tutti i suoi schemi di studio dell'anno passato, quindi avevano una marcia in più.
«Qual è il tuo metodo di studio?» chiese chiudendo il quaderno.

«Ehm, nessuno?»
Stiles lo guardò scettica per qualche secondo prima di sospirare.

«Abbiamo un grande lavoro da fare, Liam» mormorò.

«Lo so» rispose sconfitto, sbattendo la testa sul banco.

«E non ho intenzione di fare tutto io» disse lei, incrociando le braccia al petto.

«Non voglio che tu lo faccia» ribatté alzando lo sguardo verso di lei.
Stiles lo scrutò per qualche secondo prima di parlare.

«Che cosa hai combinato per far scappare quell'altro?»
Liam sorrise.

«Gli ho solo fatto capire che avevo capito il triangolo di fuoco». Stiles lo guardò dubbiosa.
Stavano ancora parlando della combustione?” pensò lei con orrore.
«Sul suo zaino» mormorò infine.
Stiles aprì bocca dallo stupore.

«Non voglio sapere nulla» disse infine.
Liam sorrise e si guardò attorno.

«Allora, che facciamo oggi?»



Alla fine della lezione, Stiles salutò Liam e si incamminò verso l'auto di Connor. Aveva passato un'ora con Liam e non era stato male, a parte l'episodio di piromania. Avevano un mucchio da fare e, visto che non aveva più nulla da fare nei fine settimana, concordarono di incontrarsi anche di sabato e di domenica per studiare a casa sua, a casa di Liam o da qualche altra parte.
«Stiles», Danny la prese per mano e la fermò.

«Danny» lo salutò lei sorpresa. Non l'aveva visto o sentito arrivare dietro di lei.

«Quando ricominceremo a correre insieme?» chiese Danny con un sorriso tirato.

«Penso a Gennaio, in questo momento devo preservare le forze. Sai, con l'incidente e tutto il resto non devo sforzarmi fisicamente» disse con un sorriso.
Lui annuì pensieroso.

«Oggi hai evitato tutti» constatò.

«E tu sai il perché»

«Si ma... ti pare giusto evitare tutti per quella cosa?»

«Si. Loro sapevano. Potevano informarmi!» disse lei con rabbia. «Tutti sapevano che il lupo di Derek mi aveva scelto come compagna e non mi avevano detto niente! Nulla! Mi hanno lasciata all'oscuro. Tu come avresti reagito?»

«Sarei arrabbiato, ovviamente, ma non avrei mai smesso di parlare con il mio branco! Derek aveva proibito loro tassativamente di comunicarti la cosa. E non potevano che obbedirgli» cercò di spiegare.

«Quindi non posso sentirmi tradita dalla cosa? Questa non è una cosa che si può risolvere con una pacca sulla spalla e con un sorriso. Almeno non per me».
Danny le lasciò andare la mano e la guardò entrare nel veicolo.

«Almeno parla con Isaac. Sente troppo la tua mancanza»
Stiles lo guardò per un attimo e sospirò. Mancava anche a lei. Troppo.



Jackson trovò Stiles seduta sul letto con attorno a sé svariati fogli di schema di studio; lei alzò gli occhi per qualche secondo, per poi concentrarsi sul computer, senza salutarlo.
«Ciao anche a te, Stiles» mormorò atterrando sul pavimento della sua stanza.
Beh, almeno ha tenuto la finestra aperta”, pensò.

«Come vedi ho da fare, sbrigati a parlare» disse velocemente, controllando un foglio pescato a caso tra il mucchio.
Jackson sospirò.

«Il branco sente la tua mancanza» mormorò. «Isaac è quasi diventato catatonico!»
Stiles sbuffò.

«Isaac ha te, Derek, i gemelli e Scott» ribatté. «Può fare a meno di me per un po' di tempo»

«Vuoi proprio farcela pesare, non è così?» chiese incrociando le braccia al petto.

«Fino alla fine».

«Poi Isaac non ha Scott... non ancora» mormorò lui. «Non abbiamo ancora capito cosa diamine abbia. Ieri sera abbiamo visto tutti il suo cambio di occhi, ma non siamo riusciti a trovare niente... Non ancora» aggiunse.
Stiles sospirò.

«Potrei cercare qualcosa a riguardo in biblioteca» mormorò senza pensarci.

«Intendi quella biblioteca super segreta di cui nessuno sapeva l'esistenza?» chiese sarcastico.

«Si. Quella. E non guardarmi così, non potevo dirlo in ogni caso»
Jackson fece spallucce.

«Quando potrai andarci?» domandò pensieroso. «Perché qualsiasi cosa sia, dobbiamo risolverla presto»

«Potrei chiedere a Deaton di accompagnarmi venerdì pomeriggio. Ma la ricerca sarà lunga quindi presumo che potrei rimanere là dentro per almeno uno o due giorni» spiegò pensierosa.
Jackson annuì.

«Solo tu e Deaton?» chiese.
Stiles annuì.

«Solo chi ha il permesso può entrarci» spiegò lei. «Scordatelo, tu non verrai»

«Non è di me che ti devi preoccupare».

«Immagino che non se ne parli di chiederti di lasciare la cosa segreta, non è vero?»
Jackson annuì.

«Derek ha tutto il diritto di sapere dove va la sua compagna, soprattutto se rischia di rimanerci secca o rapita da qualche cacciatore»
Stiles lo guardò di sottecchi.

«Come io avevo il diritto di sapere che ero la sua compagna» disse alzando la voce.

«Io e Isaac lo avevamo avvertito di dirtelo subito» disse chiudendo gli occhi e cercando di stare calmo, non sopportava sempre la testardaggine della sua amica. «Ma ovviamente ha aspettato troppo e tu sei già occupata con Connor».
Stiles aprì la bocca per dire qualcosa, ma Jackson la zittì quasi subito.
«E se te l'avesse confessato prima probabilmente voi due ore sareste avvinghiati a letto a fare attività fisica al posto di ritrovarvi in questo momento in due case diverse e in due stati emotivi diversi», la sua voce sembrava tuonare.
Stiles arrossì, si sentì in colpa quando l'idea di lei e Derek avvinghiati a letto cominciò a piacerle un pochino. Jackson capì subito il motivo del suo rossore e sorrise soddisfatto.
«Va bene Stiles, continua a fare quello che stavi facendo. Io vado. Buonanotte» disse in fretta.
Stiles ricambiò il saluto frettolosamente e vide il suo amico sparire nel buio della notte.



Martedì sembrò volare per Stiles, ma era felice che la giornata scolastica fosse già finita, perché sarebbe dovuta andare da Deaton per lavorare e parlare di venerdì.
La ragazza entrò nella clinica vuota e salutò Deaton, il quale stava compilando dei moduli da dietro il bancone della reception.
«Come stai? È da un po' che non ti vedo in giro» disse guardandola dalla testa ai piedi.

«Bene, grazie» rispose appoggiando la borsa dietro al bancone. «Per prima cosa vorrei chiederti una cosa» disse sedendosi di fianco a lui. «Venerdì mi potresti accompagnare in biblioteca?»

«È per Scott?» domandò senza togliere gli occhi dai moduli.
La ragazza annuì.
«Mi dispiace ma non posso, venerdì sono impegnato fino a tardi».
Stiles si imbronciò.

«E sabato?»

«Mi dispiace. Ti è andata male questa settimana. Potresti chiedere a Derek di accompagnarti. Se tieni da parte l'orgoglio» disse con un sorrisetto.

«Quindi lo sai anche tu?»
Il veterinario annuì.

«Non voglio sapere da quanto, potrei arrabbiarmi sul serio»
Deaton alzò gli occhi al cielo e sospirò.

«Derek è comunque il tuo Alpha»

«Potrei chiedere a Connor» disse pensierosa e senza ascoltarlo.

«Cattiva, cattivissima idea» mormorò.

«Sì, potrei»

«E che scusa ti inventerai quando scomparirai per ore in biblioteca?»
Stiles sospirò.

«Potresti andarci da sola, ne hai il diritto» disse in tono ovvio. «Non è neanche tanto distante da qui, potresti andarci ogni giorno dopo la scuola»

«A quanto pare non mi resta altra scelta» mormorò sconfitta.
Deaton guardò la ragazza con la coda dell'occhio. I suoi pensieri cominciarono a vagare verso il libro affidatogli dal membro dei druidi.

«Stiles, la mia domanda ti sembrerà strana, ma... Hai notato se qualche tuo compagno di classe si sta comportato diversamente dal solito?» tentò guardandola attentamente.
Stiles per poco non rise.

«Comportamento diverso dal solito? Lo sai vero che stai parlando di adolescenti nel pieno della loro fase ormonale, si?» domandò sarcastica. «Comportamenti diversi di che tipo?»

«Diversità nella forma fisica e o problemi di tipo psicologico».

«Si, ho notato un comportamento del genere» disse spalancando gli occhi in modo quasi teatrale.

«Davvero? Chi?» chiese allarmato.

«Tutti i miei compagni? Lo sai vero che tutti gli adolescenti durante la pubertà hanno cambiamenti fisici, psicologici e molti hanno problemi di salute per chissà quale ragione?»
Deaton sospirò infastidito.
«Perché?»

«Così... Siamo a Beacon Hills e non mi stupirei affatto se qualcuno dei tuoi compagni di classe si scoprisse chissà quale creatura soprannaturale»
Stiles lo guardò sospettosa, ma alzò infine le spalle, decidendo di lasciar perdere.

«Allora, hai qualcosa da farmi fare?»



«Lo sai vero che così peggiorerai solo la situazione, vero?» domandò l'Alpha al suo nuovo Omega.
Scott distolse lo sguardo da lui.
«Questo tuo atteggiamento non mi piace, lo sai» ringhiò con la pazienza che cominciava a terminare.
Derek si passò una mano tra i capelli e sospirò. Scott non aveva intenzione di proferire parola ma fortunatamente non aveva opposto resistenza e non aveva mai osato attaccarlo alle spalle.
«Okay. Come vuoi. Si è fatto tardi, la cena ti verrà servita più tardi», gli voltò la schiena e salì le scale per poi chiudere la porta dietro di sé.
Isaac era appoggiato al muro come sempre, pronto ad aspettarlo per sapere se Scott era migliorato. Ma nulla. Derek scosse la testa e gli strinse una spalla in segno di affetto. Entrò in cucina, dove i gemelli avevano preparato la cena, e si andò a sedere. Istintivamente guardò alla sua destra dove solitamente Stiles sedeva e chiuse gli occhi. Il suo profumo cominciava già a svanire e non apprezzava tutto ciò.
Sentì la porta di casa aprirsi e il vento gelido arrivò fino in cucina.

«Sta nevicando» disse Jackson ad alta voce mentre raggiungeva gli altri. «E ne sta scendendo parecchia. Speriamo che nevichi abbastanza da dichiarare la giornata di neve e quindi niente scuola» il ragazzo si sedette davanti all'Alpha e si versò della Pepsi nel bicchiere, «Io e Lydia ultimamente non stiamo passando molto tempo insieme e vorrei recuperare» aggiunse.
Isaac si sedette di fianco all'amico mentre Aiden metteva nei piatti le salsicce calde. Quando tutti ebbero le loro pietanze nei piatti, cominciarono a mangiare avidamente.
«Non ha detto nulla, vero?» chiese alla fine Jackson con la bocca piena.
Derek annuì.
«Io potrei aver trovato un modo per farlo parlare» disse dopo aver ingoiato un bel boccone.

«Quale?» chiese Ethan curioso.

«Stiles» mormorò.

«No» ringhiò Derek.

«Io sono sicuro che con lei parlerà, è la sua migliore amica»

«Ha cercato di ucciderla» puntualizzò lui.

«Non era in lui. E tu lo sai. E comunque non penso che sia tu a decidere se..». Jackson venne interrotto dallo stridio della sedia sul pavimento, Derek si alzò e piantò i palmi delle mani sul tavolo, guardandolo con le iridi rosse.

«Sta a me decidere se Stiles può o non può parlare con lui, ti è chiaro?», gli artigli cominciarono a uscirgli graffiando il pregiato legno.

«Non sta a te decidere» disse prendendo coraggio. «Derek, così non risolverai nulla! Stiles è l'unica persona che potrebbe tirare fuori la verità da Scott! L'ha sempre fatto! E poi cosa pensi che possa fare legato al palo? Nulla! Ci sarai anche tu, non la lascerai sola»

«È troppo presto per farla parlare con lui!»

«Smettila di trattarla come se fosse fatta di vetro, Derek! È la compagna di un Alpha! È forte di natura».
Derek ringhiò e avvicinò il suo viso al suo. Gli altri Beta non osarono muovere un muscolo mentre osservavano la scena con gli occhi spalancati.

«Non osare mai più contraddirmi su Stiles, ci siamo capiti? Lei è responsabilità mia, sta a me decidere tutto quello che la riguarda»
Jackson guardò il suo Alpha e d'istinto indietreggiò con il viso.
«Ho detto: ci siamo capiti?»

«Sì, ti ho capito. Ma trovo che tu usi una tecnica sbagliata»
Derek si sedette nuovamente e lo guardò negli occhi.

«Un'altra cosa Jackson, prova ancora una volta a dire a Stiles che in questo momento potrebbe essere avvinghiata a me a letto e ti stacco la testa a morsi, okay?»

«Okay»



Tutti gli abitanti di Beacon Hills si svegliarono sotto una coltre di neve e, con grande gioia degli studenti, la scuola rimase chiusa. Stiles approfittò della cosa per recuperare un paio di lezioni con Liam. Si diedero appuntamento nel diner più vicino e mandò un messaggio anche a Connor, dicendogli di incontrarsi lì; lei avrebbe fatto lezione mentre lui avrebbe passato il suo tempo con le sue amate cabine dei videogiochi. Non avrebbe sopportato ancora molto di rimanere chiusa in quella casa da sola e stare con Liam e il suo ragazzo nel diner della città le sembrava appropriato. Dopo aver indossato una maglietta grigia lunga fino al ginocchio, dei leggins felpati neri e degli stivali imbottiti ed essersi fatta una coda perfetta, prese la borsa con gli appunti e il programma di studio e uscì finalmente di casa. La sua Jeep era stata sistemata il giorno prima e si accorse che suo padre le aveva messo le catene alle ruote. Salì sulla sua amata auto e partì.
Connor la stava già aspettando seduto ad un tavolo vicino alla vetrata; appena smontò dalla macchina la salutò e vide che aveva già ordinato del caffellatte per lei. Entrò nel diner con un sorriso e dopo aver ordinato una brioche calda alla cioccolata, si andò a sedere di fronte al suo ragazzo. Lui si sporse in avanti verso si lei e la baciò.
«Come sta la mia ragazza oggi?» chiese dopo che lei si fu versata dello zucchero nella bevanda.

«Molto meglio. È bello vedere la città così innevata» disse guardando fuori.
La cameriera passò a portarle la sua brioche e la salutò con un occhiolino.

«Già. E tutta questa neve mi ricorda che tra poco ci sarà il ballo di fine anno» disse con un sorriso. «Non vedo l'ora di andarci, chissà, magari ci proclameranno Re e Regina della neve. Potresti portare via il titolo alla tua migliore amica».
Stiles sbuffò.

«Questo è impossibile» mormorò. «Lydia è perfetta, vincerebbe anche se indossasse il vestito più brutto mai creato».
Connor scosse la testa.

«Non essere così pessimista, tu sei bella quanto lei».
Stiles sorrise e bevve un sorso della bevanda calda. Connor guardò fuori dalla finestra e sospirò.
«Il tuo studente è arrivato» disse alzandosi. «Vado un po' a giocare a flipper. Magari supero il mio precedente record».
La baciò nuovamente e si diresse verso il biliardino elettronico, salutando Liam quando gli passò di fianco. Stiles guardò il ragazzo incamminarsi stranito verso di lei e sedersi nel posto che prima era occupato da Connor. Sembrava essersi appena svegliato: i capelli erano un completo disastro, gli occhi ancora gonfi di sonno e sembrava aver indossato le prime cose che aveva pescato dall'armadio: una felpa verde acqua, dei pantaloni arancioni della tuta e delle scarpe da ginnastica blu elettrico. Era un pugno nell'occhio. Dopo averle detto un debole “ciao” ordinò un cappuccino e una fetta di torta alla menta quando la cameriera passò a prendere la sua ordinazione.

«Che c'è?» chiese con la voce ancora impastata dal sonno.

«Sembri ancora tra le braccia di Morfeo» mormorò lei guardandolo divertita. Era tenero.

«E chi è?».
Stiles spalancò leggermente la bocca un po' incredula e scosse la testa. Era meglio lasciare perdere.

«Va bene per te se prima faccio colazione?» chiese sbadigliando e stiracchiandosi rumorosamente.

«Fa pure» disse mentre tirava fuori dalla cartella il programma e l'astuccio.Liam sorrise in segno di gratitudine.
Il cellulare vibrò dall'interno della tasca del cappotto e Stiles lo tirò fuori. Lesse l'ora e si domandò chi potesse essere alle otto e un quarto di mattina. Normalmente non la cercava nessuno a quell'ora quando non c'era scuola, a parte Derek. Tutti i suoi compagni, probabilmente, si erano rimessi a dormire. Erano troppo grandi per fare una battaglia di palle di neve di primo mattino.
Aprì il messaggio.


Da: Lydia. (08:15)
Ti prego Stiles, dimmi che questa cosa del iononparlopiùconilbranco finirà presto!
Jackson è piuttosto irritante al momento e non la smette di parlarne!
Io ho bisogno di eliminare la mia frustrazione facendo dell'ottimo sesso e non di passare il mio tempo a fare da psicoterapista!
Stiles per poco non si strozzò con il caffellatte.

Per: Lydia. (08:16)
Mi dispiace, ma se la sono cercata.
E poi puoi eliminare la frustrazione da sola; non avevi detto che tu eri la tua migliore amante?

 

Sorrise e mise via il cellulare. Non doveva distrarsi troppo.
Liam impiegò quasi dieci minuti buoni a finire la sua colazione e quando cominciarono a studiare era perfettamente sveglio. Il ragazzo si rivelò un ottimo alunno, quando spiegava determinate cose era concentrato e prendeva appunti di quello che spiegava nel modo più semplice che poteva. La sua penna non faceva altro che andare a capo nel foglio e ogni tanto la interrompeva chiedendole di spiegare nuovamente una determinata parte che non aveva ancora capito. E lei pazientemente lo faceva.
Ogni tanto facevano una pausa di qualche minuto, giusto per ordinare qualche bevanda o qualche cibo. Connor dopo la fine di ogni partita la guardava con un sorriso e aveva l'aria di uno che voleva dirle qualcosa al più presto. Qualcosa di importante. Tre ore dopo Stiles disse che per oggi avevano finito e che avrebbero ripreso l'indomani a casa sua. Gli occhi di Liam si illuminarono e sorrise, promise che avrebbe passato la serata a studiare e a leggere gli altri due dei quattro capitoli che mancavano e che domani l'avrebbe interrogato.
Si salutarono con un imbarazzato saluto della mano e, dopo aver pagato le sue consumazioni, uscì dal diner. Stiles si alzò dal suo posto e si stiracchiò; la schiena le doleva molto. Sistemò il tavolo e dopo aver preso la borsa raggiunse il suo ragazzo. Notò che aveva consumato delle bevande mentre faceva da tutor. Appoggiò la borsa sopra al tavolino più vicino e lo abbracciò da dietro appoggiando la testa sulla sua spalla e guardando il punteggio sulla schermata del cabinato.
«Superato il tuo record?» chiese con un sorriso.
Connor sorrise.

«Non ci sono neanche andato vicino» mormorò affranto.

«Sono sicura che se ci metti d'impegno ci riuscirai».
Sentì il tintinnio della campanella posta sopra la porta e con la coda dell'occhio vide due ragazzi entrare. Si voltò verso di loro e si gelò sul posto. Derek e Isaac si erano seduti un po' più lontani da loro, Isaac gli dava le spalle mentre Derek era davanti a lui, dove poteva vedere chi entrava e chi c'era in fondo al diner.

«Vuoi provare tu?» chiese indietreggiando un po', aderendo il suo corpo a quello della ragazza.
Stiles lo guardò e annuì. Erano passati anni dall'ultima volta che aveva giocato a flipper. Si posizionò davanti al cabinato e Connor mise una monetina nella fessura. Una biglia di metallo apparì vicino al meccanismo di lancio. Stiles prese la leva e sentì Connor prenderle la mano con la sua.
«Il segreto sta nel lanciare la biglia il più forte e più in alto possibile» mormorò con voce suadente al suo orecchio provocandole dei brividi lungo la schiena. «Così il punteggio aumenterà».
Assieme al ragazzo lasciò la leva e istantaneamente mise entrambi gli indici sui pulsanti laterali per muovere le alette che avrebbero bloccato la biglia e che l'avrebbero lanciata in alto, evitando di sorpassarle e finire la partita. Stiles deglutì mentre guardava la biglia sbattere contro i vari ostacoli e tintinnare gioiosamente, annunciando che il punteggio stava man mano crescendo. Le dita si mossero sui pulsanti senza rendersene conto. Avere Connor dietro di lei che le sussurrava cosa fare e quando pigiare il tasto non era adatto. Non con Derek lì. Non con un Alpha che la considerava sua compagna. Non con un lupo dentro sé che guardava un altro prendere e toccare una persona che era nata per stare con lui, per completarsi.
«Sai, questo fine settimana potremo passarlo assieme» mormorò. «Pensavo che ci meritiamo di passare un po' di tempo insieme. Io e te da soli, senza compagni o amici attorno. Ho le chiavi dello chalet del lago dei miei e potremo passare tutto il tempo lì». Connor le passò un braccio sulla vita e la strinse stretta a sé. «Pensavo che forse potremmo portare il nostro rapporto in un piano più... fisico».
Stiles spalancò gli occhi e si girò verso di lui, dietro di sé il cabinato tuonò indicando la partita persa. La ragazza aprì la bocca per rispondere, ma non fece in tempo, poiché poco lontano da sé sentì un rumore di vetri infranti. Lei e Connor si voltarono verso il rumore e videro che Derek aveva stretto così forte il bicchiere da romperlo in tanti piccoli cocci. I loro occhi si incontrarono per qualche istante prima di distogliere lo sguardo.
«Accidenti, che forza» mormorò Connor.

«Già» disse lei in fretta.
Non sapeva cosa fare, cosa rispondere e se fosse rimasta lì, insieme a Connor e Derek, temeva che sarebbe successo qualcosa di brutto. Connor guardò l'ora e sospirò.

«Credo che sia il caso di andare. Nonostante la scuola chiusa per neve io ho comunque gli allentamenti» disse mettendole un braccio attorno alle spalle per guidarla verso la cassa.
Pagò per entrambi e uscirono dal Diner. L'aria era ancora più gelida, ma almeno aveva smesso di nevicare. Connor l'accompagnò all'auto e la guardò.
«Per questo fine settimana fammi sapere, okay?» chiese sistemandole una ciocca di capelli sfuggita dalla coda dietro l'orecchio. «Se è troppo presto basta dirlo, non mi arrabbio» aggiunse con un sorriso amabile. Stiles annuì, rossa in viso, e si scambiarono un bacio e la promessa di sentirsi più tardi. Connor le chiuse la portiera e Stiles si mise la cintura e prese tra le mani il volante. Mise in moto l'auto e, quando vide il suo ragazzo avviare la macchina, uscì dal parcheggio del Diner senza guardare al suo interno. Salutò nuovamente Connor dallo specchietto retrovisore e presero due strade diverse. Finalmente era arrivato il momento di fare qualche ricerca in biblioteca.






«Ti crea qualche problema che il tuo nuovo tutor sia una ragazza? Se si, possiamo chiedere a Harris di cercarti un'altra persona» disse incerta.
«Oh, no. È solo che sono sorpreso, tutto qui» rispose con un dolce sorriso.

Angolo Autrice:
Ed ecco qui il nuovo capitolo, mi scuso veramente tanto se ci ho messo molto tempo per pubblicarlo, non ho scusanti. Spero che l'attesa ne sia valsa la pena. 
Nel prossimo capitolo vedremo la biblioteca e scopriremo finalmente quello che è successo a Scott. E cosa dire di Stiles e Connor? Porteranno la loro relazione su un piano più fisico oppure no?
Ringrazio come sempre la mia bravissima beta: YoungRevolverOcelot.
Ringrazio tutte le persone che hanno messo la storia tra le seguite/ricordate/preferite, tutte le persone che hanno recensito la storia e tutti i lettori silenziosi.
Al prossimo capitolo, spero.
   
 
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