Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Fanie33    22/02/2016    4 recensioni
Baci, principalmente.
I paring classici intervallati da Ship di cui tutto si può dire tranne che si trovano spesso.
Dalle sorprese a quello che un po' ci si aspettava, ogni capitolo racconta una storia diversa.
Ogni capitolo, un bacio diverso.
[Wincest-Weecest-Destiel-Sabriel-Debriel-Sastiel-Lubriel-Crobby-Dean/Lisa-Megstiel-Wincestiel-Samifer-Gabriel/Kalì-Calthazar...]
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Incest, Threesome | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Rating: Tra il giallo e il verde.
Genere: Fluff un sacco, romantico e comico.
Contesto: Nona stagione, pochi spoiler sull'andamento generale, nessuna menzione del Marchio perchè altrimenti diventavo matta e niente Sam con postumi da prove perchè in fondo gli voglio bene.
Note: Non vi svelo il paring perchè mi piacerebbe che fosse una sorpresa, ma non è un crack. Sono in astinenza da fluff e si vede.
*Dedica*: A quella che ormai è diventata la mia prompter ufficiale. Ti voglio un sacco bene tesoro mio, spero che sia almeno un po' all'altezza delle aspettative anche se non è esattamente quello che immaginavi<3
E alla mia beta, la geniA dei titoli.

 


Di sfondi ambigui e cospirazioni segrete




Sam voleva bene a suo fratello, davvero. Con tutti i suoi difetti, tutte le sue debolezze, tutti i complessi del martire e lo spirito di sacrificio.
Rispettava le sue scelte -il patto per riportarlo indietro, ad esempio, anche se ci aveva messo mesi (anni) ad accettarlo- e tutte le sue piccole manie, e lo apprezzava esattamente così com'era, senza cercare di cambiarlo.
La dannata musica rock sparata a volume assurdo ad ogni santa ora del giorno era una cosa che ancora, dopo anni e anni, lo mandava fuori di testa, così come il maniacale bisogno di chiudersi costantemente in sé stesso senza parlare mai di quello che lo turbava, costringendo lui a metterlo spalle al muro ogni volta per fargli sputare due parole in croce. Però, tutto sommato, anche quelle erano cose che, con il modo in cui erano cresciuti e la vita che facevano, non erano così incredibili, quindi alla fine Sam capiva.
Ogni tanto, però, c'erano delle situazioni in cui nemmeno lui, dall'alto della sua pluriennale e approfondita conoscenza di Dean Winchester, era in grado di decifrare, o almeno inquadrare in un contesto che sembrasse plausibile, se non esattamente accettabile. In genere, dopo giorni persi a chiedersi il perché di certe strane uscite di suo fratello e occasionali chiacchierate a cuore aperto con il diretto interessato, Sam finiva comunque con il venirne a capo, trovando una soluzione che in partenza gli sarebbe dovuta sembrare ovvia, ma che sul momento ovvia non gli era sembrata affatto. Tanto per citare un esempio, il maniacale attaccamento di Dean al trench di Castiel, quando l'angelo era scomparso nel lago. Sul momento, il minore dei Winchester aveva cercato di giustificarlo come un modo meno doloroso di affrontare la perdita conservando l'unica cosa che restava di quello che era stato, a tutti gli effetti, il migliore amico di suo fratello, ma più ci pensava meno gli sembrava possibile, conoscendolo. Quando però l'angelo era ricomparso, mesi dopo, Sam aveva semplicemente realizzato che Dean non aveva dubitato nemmeno per un momento di poter restituire quel vecchio pezzo di stoffa al suo legittimo proprietario, un giorno. Il maggiore sapeva, prima ancora del suo razionale e fiducioso fratellino, che Cas sarebbe tornato, e Sam si era dato dello stupido per non averci pensato prima.
Quindi sì, in genere il minore dei Winchester aveva una sufficientemente alta considerazione delle proprie capacità intuitive e contemporaneamente un'abbastanza approfondita conoscenza di suo fratello da considerarsi in grado di trovare, presto o tardi, una giustificazione sensata a tutte le cazzate che Dean poteva essere in grado di fare.

Questo, almeno, era quello che credeva prima di quel particolare giorno.
Sedeva, con il laptop sul tavolo davanti a sé e il cellulare di suo fratello in mano, su una delle sedie della sala comune del bunker. Era pomeriggio inoltrato, e la noia di essere da settimane senza un vero caso stava lentamente serpeggiando lungo i freddi corridoi, fino ad avvolgere entrambi i Winchester in un torpore nervoso.
Dean, quello che dei due più soffriva questa forzata immobilità, passava le giornate tra il garage e l'armeria, pulendo e catalogando armi e lucidando l'Impala. Sam, invece, dopo aver definitivamente finito di ordinare gli archivi, si era arreso a compiti meno gratificanti come quello di dare una parvenza abitabile alla loro nuova casa. Si era scelto definitivamente una stanza, come Dean gli ripeteva da settimane, e ci aveva sistemato dentro tutte le sue cose, finalmente non come se dovessero ripartire da un momento all'altro ma come se quella fosse veramente una sede stabile, un posto in cui restare. E quindi, così come aveva fatto suo fratello, aveva attaccato al muro qualche poster e comprato qualche cornice in cui mettere qualcuna delle poche che ancora conservavano. Solo che, al momento della scelta, si era reso conto che molte delle più belle erano state scattate con qualche cellulare e mai stampate, quindi si era risolto a cercare di recuperarne alcune dalle vecchie memorie dei telefonini che ancora conservavano intatti, sperando di essere abbastanza fortunato da trovarne.
Sorprendentemente, si era accorto che la maggior parte esistevano ancora, e che quasi tutte erano state salvate sui vari numeri falsi di Dean. Poi, una volta collegati i cellulari al pc, aveva realizzato che in tutti i dispositivi c'erano le stesse foto, come se fossero state copiate in ogni telefono, e che via via nel tempo alcune erano state scattate con l'apparecchio più recente e trasferite solo al successivo, e non ai precedenti. Per evitare di fare lavoro inutile, Sam aveva recuperato l'ultimo cellulare di suo fratello e aveva deciso di copiare tutte le foto in memoria sul proprio computer, così da essere sicuro di non perdere nessuna immagine.
E qui, ovviamente, arrivò il momento in cui il minore dei Winchester si chiese, non per la prima volta in vita sua, se davvero tutte le cose che faceva suo fratello avessero effettivamente una ragione logica.
Sul momento, non ci aveva quasi fatto caso. Aveva sbloccato lo schermo del cellulare e, una volta fatto scorrere il dito sul touch screen, davanti ai suoi occhi era comparsa una foto che lì per lì Sam non aveva capito. Su uno sfondo color panna (un muro, un lenzuolo?) c'erano una pistola e un pugnale argentato, appoggiati l'uno sull'altro ma ancora perfettamente distinguibili. Lo schermo era troppo piccolo per poter indagare più a fondo, e comunque lui non aveva intenzione di farsi gli affari di suo fratello: Dean era libero di scegliere lo sfondo che preferiva.
Aveva quindi collegato il cavo al cellulare e poi al computer, e immediatamente sullo schermo del suo laptop erano comparse una serie di icone. Lui aveva selezionato “importa tutte le immagini dal dispositivo” e si era rilassato contro lo schienale, aspettando che la barra di completamento diventasse del tutto blu.
Poi, quando il pc lo aveva avvertito con un leggero dling che tutte le foto erano finalmente giunte a destinazione, Sam aveva scollegato il telefono di suo fratello e aveva aperto la cartella che aveva intitolato “Cellulare di Dean” nella sezione “Files” del suo laptop.
Dentro, tutte le immagini erano state divise in tre categorie. La prima, chiusa dietro ad un'icona con su scritto “Porno” Sam proprio la ignorò, concentrandosi sulla seconda, quella con scritto sopra “Foto”, e ci cliccò sopra con il mouse. Proprio quando un'altra finestra del computer si apriva rivelando poche decine di immagini ancora in caricamento, l'occhio del cacciatore cadde sull'ultima cartellina, quella che, secondo la stima dati del pc, conteneva il maggior numero di elementi. Cliccò sopra, sulla strana scritta “Fanart”, socchiudendo gli occhi per paura di trovarci dentro qualche video a luci rosse.
Si aprì un'altra finestra, e Sam ingrandì la prima immagine, che si espanse sullo schermo fino ad avvolgerlo del tutto con grandi riquadri sgranati. Mentre aspettava che si mettesse a fuoco, il minore dei Winchester ne lesse il titolo, in alto sulla barra degli strumenti. “Destiel”.
Non ebbe il tempo di chiedersi che cosa significasse.
L'immagine divenne a fuoco improvvisamente, e lui la osservò per un lungo, lunghissimo istante, stranito. Poi i suoi occhi si allargarono, mentre la bocca si spalancava in una “oh” muta, e lui tratteneva il fiato.
Davanti a lui, sullo schermo del suo computer, c'era un'immagine presa dal cellulare di suo fratello, un'immagine che mai Sam avrebbe immaginato di trovare nel telefono di Dean. O di chiunque altro, a dire il vero.

Era chiaramente un disegno fatto con un programma di grafica, lo sfondo era grigio, punteggiato qua e là da ombre nere o più chiare, come l'interno di una casa abbandonata o di una cripta buia, e al centro, sotto alla luce soffusa di una finestra velata da ragnatele, due uomini erano stretti l'uno all'altro, in ginocchio sulla pietra impolverata. Quello sulla destra, giacca scura e jeans slavati, aveva i capelli biondi e il viso nascosto nell'incavo delle spalla dell'altro, le braccia avvolte attorno alla sua vita e tracce di ferite sul collo e sul volto. Quello sulla destra, invece, indossava un inconfondibile trench beige e una delle sue mani era intrecciata sulla nuca del compagno, coperta di sangue fino alle nocche. Sotto di loro, come impressa nel marmo freddo, c'era una scritta argentata in eleganti caratteri allungati. “I need you, Cas”.1

Davvero, Sam voleva bene a suo fratello, e capiva tutte le cazzate che faceva. O almeno, la maggior parte. Questa sembrava proprio esulare dalla categoria.

Trascorse il resto del pomeriggio davanti al pc, a guardare una alla volta tutte quelle immagini, dimenticandosi del tutto delle foto che voleva scegliere, e si chiese almeno un centinaio di volte che cosa significasse quella scoperta.
In totale, i disegni (perché, grazie a tutti gli dei in ascolto, erano solo disegni, e non fotografie) si aggiravano intorno al centinaio, decina più o decina meno, ed erano tutti... beh, tutti Destiel.
Appurato il fatto che non poteva essere Dean l'autore di quelle immagini -Sam aveva una grande stima di suo fratello, ma sapeva perfettamente che non era mai stato in grado di disegnare nemmeno una nuvola senza farla sembrare una macchia d'inchiostro, figurarsi cose come quelle-, il minore dei Winchester si era messo ad indagare. E, senza neanche tanta fatica, aveva scoperto che quella parola era davvero quello che sembrava: una ship. Ci aveva messo un'ora intera prima di capire quei termini assurdi (fandom, canon, paring, slash, OTP...) ma alla fine si era fatto un'idea piuttosto precisa di quello che significavano. Restava ancora da capire come tutto il mondo fosse venuto a conoscenza della loro storia, visto che i libri di Chuck si erano fermati alla “prima” morte di Dean, quando loro ancora nemmeno sapevano dell'esistenza di Castiel.
In ogni caso, sembrava che parecchie persone avessero preso a cuore quella causa, parteggiando convinte per la coppia “Dean e Cas” che spopolava sul web. Da questo erano nate quelle Fanart (altra cosa che Sam aveva faticato a capire) e, peggio di tutto, delle Fanfiction. E qui no, il minore dei Winchester non si era avventurato affatto. Meglio non sapere.
Quindi, una volta capito che cosa fossero quei disegni nel telefono di suo fratello, se li era riguardati attentamente. A mente lucida, c'era da dire che quella gente era davvero brava. Probabilmente Dean aveva selezionato le immagini migliori (cosa a cui Sam ancora faticava seriamente a credere), e il risultato era una raccolta niente male, davvero carina. Un paio di disegni, al minore dei Winchester erano rimasti davvero impressi.
Uno, tra i primi che aveva visto, era ambientato in una stanza buia, illuminata appena dalla luce della luna fuori dalla finestra, e su un piccolo letto al centro della stanza c'era suo fratello sdraiato a pancia in su, con Castiel accoccolato contro il fianco e la testa sul suo petto. Erano entrambi vestiti con gli abiti che più facilmente il giovane cacciatore associava loro (jeans e giacca di pelle, trench e completo blu) eppure al di là di quello anche la somiglianza fisica era impressionante. Gli occhi di Dean erano esattamente del verde giusto, e quelli dell'angelo proprio di quel blu, e il minore dei Winchester si era stupito della facilità con cui li aveva riconosciuti, pur essendo solo un disegno.
Un altro, più difficile da comprendere ma ugualmente impressionante, era una rappresentazione molto precisa del viso di Castiel, forse appena troppo allungato rispetto all'originale, con addosso un'espressione di rilassata superiorità -che a Sam ricordò vividamente l'angelo che avevano incontrato la prima volta, quello che era ancora completamente fedele a suo padre-. Accanto al suo volto, un po' più in disparte e un po' più sfumato, c'era il disegno del profilo di Dean, gli occhi chiusi e il capo leggermente chino, come in preghiera.
Sotto di loro, accanto allo schizzo quasi frettoloso ma ugualmente realistico della bruciatura sulla spalla del maggiore dei Winchester, c'era una frase. “I'm the one who gripped you tight and raised you from Perdition”.2
E poi ancora, il disegno di Dean e Castiel uno di fronte all'altro, le fronti che si sfioravano e i nasi a contatto, con gli occhi fissi gli uni negli altri e un lievissimo sorriso sulle loro labbra, mentre le mani dell'angelo abbracciavano la nuca del cacciatore e le spalle si incurvavano appena sotto al peso di un enorme arco di ali nere come la notte contro uno sfondo azzurro come la Grazia che scaturiva dal suo petto in piccole scintille di luce.
L'immagine di una cravatta blu e di un ciondolo dorato, la stoffa e il cordino di cuoio che si intrecciavano a formare un nodo che per un attimo spezzò il cuore di Sam, e poi anche il disegno di un panino e di una fetta di crostata sotto alla scritta “I love you as much as...” che fece ridacchiare il cacciatore.
E dopo anche una strana immagine di un Dean quasi più vecchio e di un Castiel con la barba lasciata crescere disordinatamente sul mento, stretti in un bacio quasi disperato ma nemmeno lontanamente volgare, sullo sfondo di una vecchia catapecchia di legno ai confini del mondo. L'angelo sembrava spezzato nel suo modo di stare curvo, occhiaie marcate e vestiti sciupati completavano un quadro reso già inquietante dall'assenza del trench. Dean indossava gli stessi abiti di sempre, ma aveva un machete legato alla coscia in un modo che Sam non aveva mai visto, e stringeva Castiel per le spalle quasi gli stesse per sfuggire dalle mani. Accanto al letto su cui stavano seduti, un flacone di pillole era appoggiato su un comodino, accanto al ciondolo di Dean, quasi come un monito. In un angolo del disegno, c'era di nuovo una piccola scritta, un “In the end” che fece gelare il sangue nelle vene del minore dei Winchester.3
E poi c'erano altri disegni, altre frasi, altri baci più o meno dolci, più o meno teneri, e poi altre ali e giacche di pelle e Grazie luccicanti e dita intrecciate e raffigurazioni di quello che non poteva che essere il Purgatorio, e poi anche dell'Inferno e, perché no, anche del Paradiso.
Quando arrivò ad un disegno estremamente vivido che raffigurava Castiel seduto in grembo a Dean, la camicia aperta e le mani sul petto nudo del cacciatore, Sam deglutì con forza. Le labbra di entrambi erano coinvolte in un contatto tutt'altro che casto, le dita del maggiore dei Winchester salde sulle natiche dell'angelo e le gambe di quest'ultimo chiuse intorno ai suoi fianchi, mentre sopra di loro campeggiava come un'insegna al neon la scritta “Profound bond”, e Sam decise che poteva bastare come trauma per un giorno solo.
Chiuse tutto, spense il laptop e lo nascose in camera sua, poi sgattaiolò a rimettere il cellulare di suo fratello esattamente dove l'aveva preso. Un attimo prima di riporlo sul comodino di Dean, però, fu colto da una folgorazione. Sbloccò di nuovo lo schermo, e osservò attentamente lo sfondo che poche ore prima non aveva capito, e finalmente realizzò: non erano semplicemente una pistola e un pugnale, ma la colt preferita di Dean e la lama angelica di Cas.
In quel momento, Sam decise che suo fratello andava aiutato.

Ovviamente, andare dal maggiore e dirgli “conosco il tuo segreto, lascia che ti dia una mano” sarebbe stato troppo facile, e decisamente fuori dal loro stile familiare. Meglio contorti giochetti mentali e anni di segreti e negazione. Quindi, il cacciatore decise che fare affidamento sulle sue sole forze sarebbe potuto bastare, ma non sarebbe stato divertente.
E, beh, tra tutte le loro conoscenze in fatto di soprannaturale e fuori dall'ordinario, chi poteva contattare, se non l'unica persona che non lo avrebbe mandato al diavolo con la scusa di qualche caso in corso? Semplice: l'unica che non andava a caccia, e che sarebbe stata di certo felicissima di aiutarlo in un'impresa come quella che stava pianificando.
Charlie rispose al secondo squillo, e Sam non si era ancora reso conto di quanto fosse felice di aver scoperto il segreto di Dean finché non poté finalmente raccontarlo a qualcuno. Rimase al telefono con la ragazza per quasi un'ora, scandalizzato dalla tranquillità con cui lei reagiva alla notizia, dopo che lui aveva passato quasi una notte intera a chiedersi se fosse proprio il cellulare di suo fratello quello su cui aveva rinvenuto tutte quelle immagini sconcertanti.
Alla fine della conversazione, dopo che Charlie gli ebbe promesso di fare un po' di ricerche e inviargli tutto il materiale che sarebbe riuscita a trovare, Sam realizzò finalmente che c'era una sola strada possibile da intraprendere: Dean, quello che aveva fatto del negare i propri sentimenti una sorta di autodifesa, quello incapace di dire perfino a suo fratello le parole “ti voglio bene”, figuriamoci dichiararsi a Castiel, quello che piuttosto di ammettere di provare qualcosa per un uomo preferiva collezionare immagini realizzate da altri in una cartella del proprio cellulare, sarebbe stato impossibile da convincere a fare qualsiasi cosa. Di conseguenza, l'unico su cui Sam poteva sperare di agire era l'angelo.
Che, detta così poteva anche sembrare facile, ma non lo era affatto. Cas non si faceva vedere da quasi una settimana intera, e a pensarci il minore dei Winchester ci sarebbe dovuto arrivare prima alla scoperta, visto che Dean diventava ogni giorno più irascibile, salvo poi calmarsi immediatamente appena l'angelo compariva al bunker.
Sam, mentre aspettava che Charlie si facesse viva con i frutti della sua ricerca e magari con una buona idea, si mise ad ideare un piano.

Nel tardo pomeriggio del giorno seguente al ritrovamento delle immagini, Castiel si fece vedere.
Ovviamente, di comparire nella sala comune o in cucina (dove Sam fingeva di lavorare a qualche caso) neanche a parlarne, meglio apparire a tradimento nell'armeria, far prendere un colpo a Dean e poi, giusto per non smentirsi, rimanere a guardarlo lucidale pugnali. Ovviamente, quando finalmente si decisero ad uscirne per raggiungere Sam per cena, nessuno dei due si era degnato di avvertirlo della presenza dell'angelo, cosa di cui il minore dei Winchester non si stupì affatto, soprattutto alla luce dei nuovi avvenimenti.
Il che, come prevedibile, lo portò ad osservare con molta più attenzione del solito suo fratello. Dean era rilassato, molto più di quanto lo fosse stato nell'ultima settimana, rideva spesso e sembrava avere voglia di chiacchierare, indipendentemente da chi lo ascoltava. Cas, come sempre, orbitava nel suo spazio personale, e Sam si chiese come aveva fatto a perdersi il passaggio dal momento in cui a suo fratello sembrava dare fastidio a quello in cui lo assecondava perfino.
A guardarli così, mentre Dean preparava l'hamburger dell'angelo con molta più cura di quanta ne avesse usata per quello del fratello («Non ho bisogno di mangiare, adesso che ho di nuovo la mia Grazia» «Sta zitto, Cas, lo so che vai matto per i miei panini»), con gli occhi sfuggenti e le mani che tremavano dalla voglia di toccarsi l'un l'altro, fosse per una carezza o una stretta amichevole, Sam si rese conto che quelle immagini erano inutili, e che lui avrebbe dovuto capirlo molto prima.

Quella sera, a meno di dodici ore dalla loro telefonata, Charlie gli inviò le informazioni richieste.
La più grande preoccupazione del minore dei Winchester, anche se più che una preoccupazione si trattava di uno scrupolo dato da deformazione professionale, era che, per quanto assurdo, si trattasse di una maledizione. O di un incantesimo. O di una possessione demoniaca. O dello scherzo di un Dio pagano. O di un cupido impazzito. O di Metatron che si divertiva a fare il simpatico (cosa neanche tanto improbabile, a dirla tutta). Insomma, un'altra delle solite stronzate soprannaturali.
Ma, quando aprì la mail di Charlie, si rese conto che era, se possibile, anche peggio.
In qualche modo -modo che Sam intendeva scoprire quanto prima- i romanzi di Supernatural, fermi alla morte di Dean, erano stati seguiti da altrettanti libri, che raccontavano grossomodo tutti i fatti che avevano seguito da resurrezione del maggiore dei Winchester e la comparsa degli angeli.
Da quel momento in poi, accanto a quello che Charlie definiva Wincest, era comparso anche il Destiel, oltre ad altre cose chiamate Sabriel e Samifer. Accanto a questi due nomi Sam aveva trovato una piccola noticina corredata di link. “Non siete affatto male” e dopo averci cliccato sopra sapeva che non avrebbe più dormito per mesi.
Tralasciando dettagli imbarazzanti su cui il cacciatore preferiva sorvolare, il riassunto di sei pagine di ricerca era che, all'uscita della nuova collana di libri, il web era impazzito, popolandosi di fanfiction e fanart incentrate prevalentemente su Dean e Castiel. Tra le altre cose, Charlie aveva anche allegato le caratteristiche principali della coppia, la descrizione universalmente accettata delle ali di Cas, alcune headcanon tra le più diffuse -cosa di cui Sam aveva faticato a capire il significato- e ovviamente il link al sito per l'acquisto online dei libri. Il minore dei Winchester non si vergognava affatto ad ammettere di averne comprata immediatamente una copia.
In fondo alla email, Charlie lo avvertiva di essersi messa al lavoro per rintracciare la fonte dei libri, visto che dappertutto l'autore risultava anonimo, e che appena fosse riuscita a capire di chi si trattava lo avrebbe avvisato. Gli diceva di salutarle Dean e di dargli un bacio da parte sua, e possibilmente dirgli che si desse una mossa con Cas, visto che, stando a quanto scritto nei libri, non era affatto un amore a senso unico.
In fondo, sotto alla firma, c'era una nota. “Loro due sono la mia nuova OTP”.
Sam, sorridendo, le aveva risposto brevemente ringraziandola e raccomandandosi di non cacciarsi nei guai, e di chiamarlo se avesse scoperto qualcosa di importante. Alla fine del messaggio, aggiunse un post scriptum. “Anche la mia”.

Quindi, in assenza di una strategia migliore, Sam si era ritrovato a dover contare sulla perspicacia di Castiel. Cosa che la diceva lunga su quanto fosse disperato.
Il piano era semplice: l'angelo doveva vedere quelle immagini sul telefono di Dean.
Preparato tutto quello che gli sarebbe potuto servire, Sam pregò mentalmente che Cas si facesse vedere anche il giorno successivo, e che suo fratello non rovinasse tutto. Dopodiché, andò a dormire.

Chiaramente, sarebbe stato troppo facile.
L'angelo non si fece vivo per un'altra settimana, e più il tempo passava, più i Winchester diventavano impazienti, ognuno per motivi diversi.
Quando finalmente Cas apparve in mezzo alla cucina mentre i due fratelli pranzavano, entrambi sussultarono sorpresi. Per un lungo momento, Dean e l'angelo rimasero fermi a fissarsi, mentre Sam fissava loro, scocciato. Possibile che quei due non se ne rendessero conto?
Tossicchiando, riportò l'attenzione generale al punto centrale della questione, chiedendo a Castiel cosa lo portasse da quelle parti.
L'angelo snocciolò timidamente poche informazioni su un presunto caso poco distante, ed era così palesemente una scusa per vedere Dean che Sam sbuffò senza potersi trattenere. Nessuno degli altri due se ne accorse, comunque.
Quindi, mentre lui veniva relegato in biblioteca a fare ricerche, suo fratello si barricò in garage, a caricare l'Impala. Castiel, ad onor del vero, provò perfino a chiedere al minore dei Winchester se avesse bisogno di una mano, ma la speranza di un rifiuto era così chiara nei suoi lineamenti che il cacciatore declinò l'offerta con un gesto della mano, innegabilmente intenerito. L'angelo, sollevato, seguì Dean in silenzio, invadendo come al solito il suo spazio personale appena gli fu accanto, lungo il corridoio.

Sam aspettò impazientemente lo scorrere delle ore, impegnando quell'interminabile quantità di tempo cercando di fare qualche ricerca. Quando finalmente fu ora di cena, spense il laptop e si incamminò furtivo verso il garage, sperando che Dean e Cas fossero ancora lì.
La porta era mezza aperta e il cacciatore, tutti i sensi all'erta, si fermò accanto allo stipite, in ascolto.
Sentiva la voce di suo fratello, lontana ma abbastanza alta, e si rese conto che stava raccontando con tono allegro all'angelo di una caccia che avevano affrontato molti anni prima, quando ancora John era con loro e Sam era troppo piccolo per prendervi parte.
“Allora è di questo che parlano quando sono da soli” pensò il minore dei Winchester, stupito. Non era una cosa su cui aveva mai meditato, ma rendersi conto che effettivamente facevano qualcosa oltre a stare fermi a fissarsi era una scoperta piuttosto piacevole. Si sporse appena oltre alla porta, azzardandosi a gettare un'occhiata dentro al garage.
Dean era sdraiato sotto all'Impala, accanto a lui c'erano chiavi inglesi e bulloni sparsi ovunque, e lui aveva addosso un paio di jeans tutti pieni di tagli e macchie d'olio, il corpo che scompariva quasi per metà sotto al muso della macchina. Castiel, invece, era in piedi accanto a lui, non rigido e impettito come Sam era abituato a vederlo, ma rilassato, con la schiena addirittura appoggiata alla fiancata e le mani sulla carrozzeria lucida. Insieme erano uno spettacolo incredibile.
Il minore dei Wichester, forte del fatto che entrambi fossero distratti, si guardò intorno. Individuò rapidamente il telefono di Dean abbandonato sul tavolo da lavoro, accanto alla sua camicia e alla colt.
Sam tornò a nascondersi dietro al muro, ed estrasse il cellulare dalla tasca.
Incrociò mentalmente le dita, augurandosi che andasse tutto secondo i piani. Con un po' di fortuna, quella sera avrebbe potuto chiamare a Charlie e prendere un po' in giro suo fratello.
Digitò a memoria il numero di Dean, e un attimo dopo sentì le prime note di Higway to Hell diffondersi gracchiando dal telefono e rimbombare in tutta la stanza.
«È il tuo cellulare» mormorò Castiel, con la sua solita voce monocorde.
Sam chiuse gli occhi, sperando in un aiuto divino. «Lo so, lo sento» borbottò la voce ovattata di Dean «ma non posso muovermi da qui, adesso. Rispondi tu»
Il minore dei Winchester dovette mettersi una mano davanti alla bocca per non esultare, poi si ricordò che quello con cui l'angelo avrebbe dovuto parlare era lui, e così saettò in fretta in fondo al corridoio. Un attimo dopo, Castiel rispose.
«Sam»
«Ehi, ciao Cas. Ho chiamato per sapere dove siete, visto che è quasi ora di cena» disse, cercando di tenere la voce bassa.
«In garage» rispose lui «ti raggiungiamo»
«Oh, no, non serve» mormorò concitatamente il cacciatore. «Non preoccupatevi, io esco a comprare qualcosa da mangiare e nel frattempo voi finite di fare... qualsiasi cosa stiate facendo»
«Credo che possa andare bene»
Sam sorrise, e un attimo prima di rispondere, si rese conto che la linea era caduta. Castiel aveva chiuso la telefonata.
«Merda» mormorò a denti stretti, scattando di nuovo verso la porta del garage.
Quello era il momento della verità. Se non fosse andato tutto secondo i piani, Dean lo avrebbe ucciso in modo molto lento e molto doloroso.
Si affacciò lentamente, osservando la scena. L'angelo dava le spalle alla porta, e teneva ancora in mano il telefono, guardandone attentamente lo schermo.
“Ti prego... ti prego... ti prego...” pensò dentro di sé Sam, un attimo prima di vederlo alzare la testa verso suo fratello.
«Dean» chiamò, serio.
Lui, che non era potuto uscire da sotto alla macchina per rispondere al cellulare, riemerse in un lampo appena sentì l'angelo mormorare il suo nome.
«Allora, chi era?» chiese, seduto per terra, strofinandosi le mani con uno straccio lurido.
«Era Sam. Dice che esce a comprare qualcosa da mangiare per cena»
«Ottimo» rispose Dean, alzandosi. A quanto pareva, l'idea di non avere suo fratello tra i piedi lo metteva insolitamente di buon umore, notò con sarcastica gioia il minore dei Winchester.
Il cacciatore si avvicinò al tavolo accanto a cui stava Cas, e si infilò la camicia a quadri sopra alla maglietta nera. Ripose sul ripiano gli attrezzi e sospirò, contento.
Voltandosi a guardare l'angelo, però, il suo viso si rabbuiò. «Che succede?»
Da dietro alla fessura della porta, Sam non poteva vedere il volto di Castiel, ma tentò ugualmente di immaginarselo.
Lui, con lo sguardo ancora fisso al cellulare che teneva in mano, raddrizzò le spalle. «Perchè c'è un'immagine come questa sullo sfondo del tuo telefono, Dean?» chiese, e Sam seppe che era andato tutto secondo i piani.
Suo fratello rimase per un attimo interdetto. Per quanto ne sapeva lui, sullo sfondo del suo cellulare c'era una foto di un pugnale e di una pistola. Sì, certo, era più di questo, ma non era necessario che qualcuno lo sapesse. Di certo, Cas non ne aveva idea.
Gli prese il telefono dalle mani, sbloccando lo schermo, e il suo cuore perse un battito.
Sullo sfondo, al posto della sua foto, c'era un'immagine tratta dalla sua segretissima collezione, un disegno di lui e Castiel stretti in un bacio mozzafiato e coperti solo dalle enormi ali nere dell'angelo. Il Dean del disegno aveva le mani affondate nei capelli neri del compagno e gli occhi chiusi, mentre le mani di Cas gli accarezzavano delicatamente la schiena nuda. Nel complesso, il cacciatore valutò che probabilmente non c'era un'immagine più fraintendibile di quella in tutto il suo archivio.
Tossicchiò. «Niente di che, è un disegno e basta»
«Dean»
«No senti, sai cosa? Lascia stare, fa finta di non averlo visto» sbottò, avviandosi a grandi passi verso la porta.
Sam fu rapido a nascondersi di nuovo, e sperò che Dean non uscisse in corridoio in quel momento, altrimenti lo avrebbe visto e sì, beh, ucciso.
Castiel lo bloccò un attimo prima che varcasse la soglia. Il minore dei Winchester vide comparire il suo trench mezza spanna al di fuori della porta, e trattenne il fiato. Se si fosse mosso l'angelo lo avrebbe sentito.
«Dean, Metatron mi ha dato la conoscenza di tutta la la cultura umana. Ogni libro mai scritto, ogni storia mai raccontata, io ora la conosco»
La voce del maggiore dei Winchester era esitante quando rispose. «Anche...?»
«Anche questa, sì» disse Castiel, e Sam trattenne uno sbuffo sarcastico. Evidentemente, entrambi ne sapevano più di lui, in materia. Si chiese quanto Dean avesse dovuto documentarsi, se avesse letto i libri. O, beh, se leggesse le fanfiction.
«Senti, non so quanto ne sai o se ti interessa, fai solo finta di non aver visto quell'immagine sul mio telefono, okay?» disse il maggiore dei Winchester «sono solo disegni di qualche ragazzina piena di contorta immaginazione»
Per un attimo, nella stanza calò il silenzio, e Sam si azzardò a respirare.
«Io le trovo piacevoli» disse l'angelo, dopo quelle che parvero ore, e tutti e due i fratelli persero un battito.
«Piacevoli?» smozzicò Dean.
«Piacevoli, sì, e interessanti. Straordinariamente accurate» rispose Castiel, sorprendendoli entrambi.
«Cas, non so se hai davvero capito di cosa si tratta» mormorò il maggiore dei Winchester. «Sono delle immagini che si ispirano a dei libri scritti su di noi, sulle nostre vite, in cui compari anche tu. E questa gente, scrive e disegna pensando a me e te come coppia. Insieme, capisci?»
L'angelo non rispose, ma Sam intuì che avesse appena annuito.
«E... ti sta bene?» chiese Dean, esitante.
«Come ho detto, trovo l'idea davvero piacevole» rispose lui, e dal tono che aveva appena usato Sam dedusse che stava sorridendo.
Un attimo dopo, qualcosa strattonò l'angelo oltre la soglia, di nuovo dentro alla stanza, e la porta si chiuse di scatto, lasciando il minore dei Winchester da solo in corridoio.
Per un lungo momento, Sam rimase fermo nella stessa posizione, attonito.
Beh, era successo esattamente quello che sperava, giusto?
Questo, comunque, non gli avrebbe rimosso il trauma.

Appena realizzò che a poco più di una spanna da lui, dall'altra parte di un muro, suo fratello stava probabilmente baciando un angelo, decise di levare le tende.
Sgattaiolò in cucina a passo felpato, e si sedette al tavolo, ancora leggermente scosso. Trascorse qualche minuto lì, a fissare davanti a sé cercando di capire cos'era appena successo, poi sorrise, e si sfilò il cellulare dalla tasca.
Stava per digitare il numero di Charlie, quando qualcuno lo precedette. Sullo schermo comparve l'avviso di una chiamata da Dean, e lui rispose esitante, incerto su cosa aspettarsi.
Dall'altra parte, la voce di suo fratello era normale, fiato un po' corto a parte. «Sammy, ehi»
«Ciao Dean»
«Senti, io e Cas... Noi non veniamo a cena stasera»
Sam sorrise. «Chissà come mai, lo immaginavo»
«Puttana» sbottò suo fratello.
«Coglione» ribattè lui, senza riuscire a smettere di sorridere.
«Ah, Sam? Grazie» aggiunse, leggermente imbarazzato. «Noi saremo nella mia stanza, quindi... beh, gira al largo. E chiamami solo, e dico solo se sei in pericolo. Grave pericolo. Tipo Satana uscito dalla Gabbia e seduto nel nostro soggiorno, intesi?»
Sam ridacchiò, e stava per rispondere, quando suo fratello aggiunse «anzi no, in quel caso puoi vedertela da solo. Ho visto certe immagini in rete che potrebbero darti qualche spunto su come rabbonire Lucifero» e riattaccò, un attimo prima che suo fratello, rosso fino alle punte delle orecchie, potesse mandarlo a 'fanculo.












1. Riprende l'episodio in cui Dean e Castiel recuperano la Tavoletta Angeli nella cripta e il cacciatore riesce a spezzare il legame tra l'angelo e Naomi. La frase (che ho scritto in inglese perchè se no non rendeva) è sostanzialmente quello che rompe la connessione.

2. Non so se serve spiegarlo, ma il punto è che Sam non era presente al primo incontro tra il fratello e Castiel, quindi non sa cosa si sono detti. Per questo per lui l'immagine è un po' difficile da capire.

3. Anche qui, Sam non è stato nell'ipotetico futuro apocalittico che Dean ha vissuto (e non sappiamo se lui glielo ha raccontanto o no), quindi non ha mai conosciuto i Dean e Cas del futuro, uno drogato di pillole e l'altro disilluso al punto da sacrificare i propri compagni, e per questo non riesce a capire fino in fondo il disegno, ma nonostante questo ne resta impressionato.






































NdA
Ma salve<3
Come state? Io sono in ritardo. Non con il Kiss, con tutto il resto.
Mi sa che mi sono fatta prendere la mano dai collegamente ipertestuali, ma è la prima volta che li adopero e a quanto pare non sono proprio in grado.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. La verità è che avevo deciso di smetterla con queste bellissime e fluffosissime e lunghissime Destiel che sono un parto da scrivere, ma se poi c'è certa gente che all'ultimo momento fa "ehi senti, ma potresti scriverne una così, no? Guarda, ho anche il prompt"... Io sono umana gente, ho dei punti deboli anch'io. Le Destiel così sono uno di questi.
Beh, niente, devo andare a studiare, quindi baci a tutti e alla prossima, possibilmente meno lunga di così perchè non ce la posso fare xD
Baci a tutti<3
Fanie

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Fanie33