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Autore: ire96    22/02/2016    1 recensioni
Francesca è una ragazza di 23 anni alle prese con la vita universitaria. Una vita fatta di esami, crisi causate dal troppo studio, divertimenti e amici, come Valeria e Roberto, un'eccentrica e adorabile ragazza lei e un omosessuale dolcissimo e coinquilino di Francesca lui. Quindi una vita senza troppi problemi.
Fino a quando nella sua vita non entra il Professor Del Rovere che lei definisce "un arrogante, leccaculo e puttaniere" e che decide di renderle la vita difficile. Ma si sa "Chi disprezza compra" dice il detto.
Sarà così anche per la nostra protagonista o si lascerà travolgere dalla dolcezza di Mattia, un ragazzo sbucato dal nulla?
Tra vaschette di gelato mangiate sul divano, feste e tacchi qualcosa cambierà per sempre nella sua vita.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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                    CAPITOLO 9- In Your Heart or In Your Mind
 
“Amami o odiami, entrambi sono a mio favore.
Se mi ami, sarò sempre nel tuo cuore.
Se mi odi, sarò sempre nella tua mente.”
-W. Shakespeare
 
Apro gli occhi e sento tutti i muscoli doloranti, mentre qualcosa di spigoloso mi preme nella schiena.
Oh si, il gomito di Vale! Ieri sera siamo crollate ancora vestite e truccate sul mio letto, quindi ora molto probabilmente abbiamo l’aspetto di un panda. Mattia s’è appropriato del divano, schiantandosi sopra di esso come un orso prossimo al letargo.
Mi scoppia la testa! Mi giro sul fianco e la mezza morta di fianco a me emette un lamento e apre gli occhi.
-“Che ore sono?”- mi chiede con voce roca.
Allungandomi a fatica verso la sveglia guardo l’orario.
-“Sono le 10, piccola alcolizzata”- rispondo sbadigliando. –“Ormai  abbiamo perso la lezione di letteratura”-
Poi un piccolo sprazzo di lucidità mi attraversa il cervello.. Oggi abbiamo lezione con l’essere alle 10.30!
-“Cazzo!! Siamo in super mega ritardo!”-
Solitamente saremmo rimaste a casa a riposarci, ma il corso di Del Rovere ha un numero massimo di assenze.
Per questo quasi voliamo giù dal letto, cambiandoci poi senza fare caso a cosa stiamo mettendo e senza mangiare usciamo di corsa dall’appartamento.
Non posso arrivare in ritardo ancora! Quello lì mi fucila, soprattutto dopo le “gentili” parole di ieri sera.
Speriamo gli sia andata di traverso la colazione.
Vale ormai è viola per la fatica della corsa e io se non mi fermo muoio, non arriva quasi più aria nei miei poveri polmoni.
Per fortuna siamo praticamente dentro l’università e c’è solo un ultimo sforzo da fare: quattro orribili rampe di scale.
Penso di avercela fatta quando su un maledetto scalino, complice il poco sonno e i postumi della serata, i miei piedi si ingarbugliano tra di loro, facendomi prendere una grande storta alla caviglia e perdere l’equilibrio.
Merda!
Sento Vale urlare e vedo il pianerottolo, quattro scalini più sotto, venirmi incontro.
Stringo forte le palpebre perché so che non posso fare niente per evitare l’impatto, ma qualcuno si mette tra me e il freddo metallo delle scale.
La forza dell’impatto fa barcollare il mio salvatore,che finisce contro il muro, ma non molla la presa.
Sento il suo respiro contro i capelli. –“Dei riflessi niente male per un essere invertebrato vero?”- mi sussurra nell’orecchio.
Sbarro gli occhi sorpresa. Gabriele! Ecco perché il suo profumo era familiare.
Non faccio in tempo a rispondere perché Valeria,che ormai s’è ripresa dallo shock, si avvicina per esaminarmi preoccupatissima.
-“Franci! Oh mio dio..Pensavo saresti morta! Ma si può sapere perché non guardi dove cammini? Ho perso 10 anni di vita per colpa tua!”-. vorrebbe essere un rimprovero il suo, ma la voce è leggermente roca e ha gli occhi lucidi, come se stesse per scoppiare a piangere.
-“Ehm, scusate se interrompo i vostri piagnistei … ma io sono leggermente stufo di sostenere una specie di peso morto”- interviene Gabriele scocciato.
Stronzo come pochi!
-“Si scusi professore.. Ora andiamo in classe”- dice Vale con tono melenso. Bleah.
Lo stronzetto mi lascia andare e ,senza pensarci, faccio un passo verso l’aula caricando il peso sulla caviglia dolorante che non regge il mio peso e mi fa accasciare contro Valeria.
Tanti puntini mi danzano davanti agli occhi e quasi svengo per il dolore.
-“Signorina vada in classe ad avvertire che arriverò in ritardo.. Vado a portare la sua amica in infermeria”- lo sento dire a Vale.
Poi un braccio si infila sotto le mie gambe, uno dietro la mia schiena e mi solleva come se fossi una piuma stringendomi al petto.
Il suo profumo mi invade le narici ed è così buono che potrei respirarlo per sempre.. Aspetta che?
Ho preso solo una storta alla caviglia o anche al cervello? Devo ricordarmi chi è Gabriele e di non farmi intenerire da momenti in cui sembra più gentile.
Con la sua camminata veloce in pochi minuti entriamo in infermeria e mi scarica sul lettino come se scottassi guardandomi in cagnesco. La povera donna di turno questa mattina si avvicina ,consapevole dello sguardo omicida dell’essere su di me, e lo ignora, probabilmente per paura di risvegliare qualche scatto d’ira.
-“Cos’hai fatto tesoro?”- mi chiede dolcemente. Le racconto del mio “bellissimo” volo sulle scale e lei delicatamente mi controlla la caviglia, che si sta gonfiando un bel po’, e la fascia fino a farla sembrare una mummia.
-“Cara ti consiglierei di farti venire a prendere e portare in ospedale per una radiografia, perché potrebbe essere rotta”-
Accidenti! Se solo questa mattina me ne fossi rimasta a letto tutto questo non sarebbe accaduto.
E un secondo dopo mi viene in mente che Valeria è senza macchina, ancora parcheggiata davanti al Red Rose, quindi non può accompagnarmi e Roberto al limite può solo accompagnarmi in taxi, ma insomma, meglio di niente.
-“Grazie … Cercherò di arrivarci in qualche modo, ora provo a telefonare ad un amico”-
Recupero il cellulare per chiamare il mio adorato coinquilino, sperando non stia ancora dormendo.
-“Pronto?”- mi risponde una voce che sembra provenire dall’oltretomba.
-“Rob..sono io. È successo un casino, sono scivolata dalle scale dell’uni poco fa”-
Bastano queste parole per farlo passare dalla modalità morto vivente a donnicciola isterica.
-“E come stai? Ti sei fatta male? Dove sei?”- spara a macchinetta.
-“Robbie respira. Si mi sono fatta male, ma niente di che, ho solo la caviglia gonfia e..devo andare in ospedale. Riesci a venire qui?”
-“Certo cucciola, però io non ti posso portare in macchina e tu non dovresti fare sforzi!”-  mi risponde preoccupato.
Sbuffo. Ne ho già una di mamma grazie!
 –“Lo so ma non vedo soluzione..lo sai che la macchina di Valeria è ancora vicino al locale. E fino a lì sono circa quaranta  minuti..”-.
L’infermiera, che ha palesemente ascoltato tutto, interviene –“Ma cara sicuramente il tuo professore sarà felice di dare un passaggio a una sua studentessa! Non può certo lasciarti andare a piedi vista la condizione della tua caviglia.. vero professore?”-
Gabriele si irrigidisce e vedo la sua mascella contrarsi, e comincia a spostare lo sguardo da una all’altra, non sapendo bene chi polverizzare per prima.
Non può rifiutarsi perché non vuole fare una pessima figura, di certo se lei non gliel’avesse chiesto lui non si sarebbe mai offerto.
Alla fine il suo sguardo si ferma su di me come se avesse trovato la causa dei suoi mali e in risposta gli faccio un sorriso angelico con tanto di fossette.
Lui si gira verso la donna che l’ha appena incastrato per bene e le sorride. –“Ma certo signora Maria, nessun problema. Potrebbe per cortesia avvertire i miei studenti la lezione di oggi è rimandata? È l’aula 1B”-
Lei, come la maggior parte del popolo femminile dell’università, si scioglie davanti a quel sorriso e praticamente corre fuori dalla stanza per esaudire la richiesta del “principino”.
-“Sai avrei dovuto lasciarti andare a piedi all’ospedale, soprattutto dopo le belle parole di ieri sera e visto che non mi hai neanche ringraziato per averti presa al volo”- mi dice con strafottenza.
-“Che gentiluomo..non ho parole. La verità ti infastidisce, vostra altezza ?”-
-“No non è la verità che mi infastidisce, sei tu. Tu e la tua insolenza”-
Io insolente? Naaaah.
Faccio spallucce.-“Me ne farò una ragione”-.
-“Ma come? Non sei distrutta dal fatto che preferirei non incontrarti? Non attendi con ansia le mie lezioni per ammirarmi da lontano?”- mi chiede simulando una faccia disperata.
Mi avvicino per chiarirgli che, anche se lui fosse l’ultimo uomo sulla terra, io comunque non vorrei averci nulla a che fare, perché o lo capisce o dovrò colpirlo con qualcosa di pesante per farglielo capire .
–“No. Sei odioso, arrogante e mi attrai quanto una pantofola, chiaro?”-
Mi guarda e fa un sorrisetto di sfida, poi comincia ad avvicinarsi.
Ma che cavolo fa?
Io indietreggio fino a quando non mi trovo il muro alle spalle e lui si preoccupa di bloccare una mia eventuale fuga mettendo le mani di fianco al mio corpo, così da creare una specie di gabbia.
Mi guarda da sotto in su attraverso le ciglia, con un sorriso seducente stampato sulle labbra e il mio cuore perde un battito.
Stupido cuore che cavolo fai?
Ok devo avere sicuramente una qualche malattia ereditaria o qualche difetto cardiaco, non c’è altra spiegazione.
Poi le sue mani si appoggiano sui miei fianchi e all’improvviso sento un gran caldo, mentre fisso confusa i suoi occhi e poi le sue braccia, per poi soffermarmi sulle sue labbra.
Ha una bocca da baciare quest’uomo.
No no no aspetta.. COSA??
Gli do una spinta per farlo allontanare e lo fisso allucinata mentre se la ride.
-“Come una pantofola eh?”- dice soddisfatto.
Beccata.
Ok negare, negare sempre.
-“Sono un’ottima attrice.. non vorrei mai che per la disperazione di non avere tutte ai tuoi piedi ti venisse in mente di fare qualcosa di folle. Sai la mia mamma mi ha insegnato dare corda ai pazzi, tanto per non rischiare!”-
Oh si, baby, datemi un Oscar come miglior attrice!
In quel momento torna la signora Maria e interrompe il nostro piccolo.. bo.. diverbio? Scontro? Quello che è.
-“Ma siete ancora qui? Quella caviglia non guarisce da sola!”- e intanto ci spinge fuori dall’infermeria.
Gabriele si avvia al parcheggio senza aspettarmi, mentre io gli arranco dietro saltellando su un piede.
Grottesco direi.
Lo vedo appoggiato su una macchina blu cobalto, per la precisione una Mito, mentre sbuffa spazientito.
Poi mi viene incontro e senza dirmi niente mi solleva di peso. –“Per quanto vederti saltellare in quel modo sia una cosa molto buffa, non vorrei passare più del dovuto in tua compagnia”-
Sempre gentile l’uomo.
Mi limito a mugugnare qualcosa sottovoce e il resto del viaggio lo passiamo in silenzio.
Arrivati in ospedale per fortuna trovo un medico molto gentile che mi promette di occuparsi della mia caviglia il prima possibile e io ne approfitto per dire due parole Gabriele.
-“ Senti eehm.. Grazie di avermi salvata sulle scale e grazie del passaggio.. però, si, potrebbe volerci un po’ quindi.. puoi andare, un modo per tornare a casa lo trovo..”-.
Si lo so, sono pessima nel ringraziare.
-“Ti porto a casa io.”- dice lapidario.
-“E fai schifo a ringraziare”-
 
Passa una mezz’oretta e il dottore torna da me, mi stecca la caviglia dandomi anche delle meravigliose,si fa per dire, stampelle e qualche indicazione su cosa mettere come pomata e come comportarmi per non aggravare la situazione.
Dopo un altro viaggio in macchina all’insegna del mutismo, escluse le poche indicazioni, finalmente arriviamo davanti a casa mia e rimaniamo un attimo muti.
Accidenti!
Ora per entrare in casa devo fare cinque piani senza ascensore!
Senza volerlo mi sfugge un gemito di disperazione.
-“Che c’è ragazzina?”-
-“Niente stavo pensando alle scale da fare.. Ancora grazie, ciao e ci si vede in università!”- cambio discorso alla svelta.
Scendo a lentezza lumaca dalla macchina, chiudo la portiera e mi avvio verso la porta.
Suono, sperando ci sia qualcuno a casa, perché non ho voglia di cercare le chiavi e per fortuna il portone viene aperto.
Comincio ondeggiante a fare gli scalini,imprecando sottovoce, quando due braccia muscolose mi sollevano per aiutarmi.
-“Hai la lingua di una pescivendola, ragazzina.. E ritieniti fortunata, non sono mai così tanto gentile”-
Aiuto.


Note dell'Autrice.
Eccomi qua con l'ennesimo capitolo da folgorata!
Scusate scusate scusate... sono in ritardissimo di nuovo >.< 
Allora..primo contattooo *.* Gabriele è un dolce orsetto gommoso quando vuole... il problema è che raramente lo vuole ^^"
Spero vi sia piaciuto.. scrivetemi scrivetemi così mi date un parere ;) 
Contenti che sto allungando i capitoli? *tono drammatico* mi sono costati sudore e sangue e fatica T.T 
Ok, ora vorrei ringraziare alcuni di voi :
Stefaniaodair ,
Iris_white ,
ciliegioeloto ,
Insicure Kidrauhl ,
Maryful ,
angyblu ,
Morgana_canta storie .
GRAZIE! per le vostre parole entusiaste o incoraggianti e i consigli preziosi, senza le vostre recensioni non sarei arrivata fino a qui. 

alla prossima, 
Ire
   
 
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