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Autore: Geh__    23/02/2016    4 recensioni
« La vita della donna media Francese: nasci, cresci, impara a cucire, studia, impara ad essere una buona moglie, sposati, fai i figli, crescili e muori. Una bella pacchia, no? » chiese Arielle all'amica guardando tutte le dame nella sala.
«Fortuna che per te non è così, vero?»
Arielle pensò attentamente a quella domanda, e non sapeva se definirsi fortunata: lei aveva avuto la sorte di essere un'Assassina, ossessionata con la vendetta. Non era solo una Assassina, era una cacciatrice delle persone che gli avevano rovinato la vita, di persone introvabili.
«Già, una vera e propria fortuna» rispose bevendo un sorso di vino.
STORIA IN STATO DI REVISIONE
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arno Dorian, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Iles des Saintes? Nei Caraibi?” chide Quemar stupito, era l'ultima cosa che si sarebbe aspettato di sentire. Come dargli torto? Era l'ultima cosa che tutti ci aspettavamo di sentire, me compresa. Non avrei mai immaginato che si trovasse su un'isola. Qualche posto isolato sì, ma non letteralmente.

“Oui” rispondo io.

“E come ci arriviamo fin laggiù?” chiede Beylier preoccupato. Davvero ci sta ponendo questa domanda?

“Con una nave... suppongo” gli risponde Arno.

“Con la mia nave” aggiunge Connor con grande fierezza.

In questo momento Connor pecca di furbizia.

“L'Aquila è troppo famosa ci faremmo scoprire subito se raggiungessimo l'isola con lei” dico con un po' di irritazione nella voce.

“E' esattamente questo il punto” inizia a dire Beylier “come facciamo a non farci scoprire?”

Giusto. Con tutta l'euforia per aver trovato la locazione di Cormac non avevo pensato a come raggiungerlo.

Pensa Arielle. Di solito sei sempre tu quella a cui vengono le idee, fattene venire un'altra ora.

Mi siedo e inizio a pensare qualcosa.

Andare tutti e tre insieme non è per niente prudente, ci saranno informatori e Templari ovunque e in pochissimo tempo sapranno della nostra presenza.

Andremo separati, in navi diverse.

E perché andare da Assassini? Io e Arno potremmo fingere di essere una coppia di neosposi e Connor un pirata in cerca di fortune. Potremmo essere credibili, spero.

“Ho un'idea” dico io saltando dalla sedia trepidante, non vedo l'ora di esporre ciò che ho in mente.

“Non avevamo dubbi, Arielle. Illuminaci pure” dice Quemar guardando fuori al vetro che si affaccia sulla sala delle iniziazioni.

“Andremo separati, Connor su una nave e io e Arno in un'altra. Fingeremo di essere una coppia di sposi e Connor potrà fingere di essere un pirata” anche se non c'è molta differenza tra pirata e Assassino, i vestiti sono quelli.

“Non fa totalmente pena come idea” dice Arno guardando Quemar.

“Non fa schifo? Tu hai un'idea migliore? Mentre ci pensate, io vado a casa” e facendo un inchino, mi congedo.

“Arielle, torna indietro”

Di malavoglia torno indietro “Sì?”

“Si cosa?” mi chiede Arno alzando lo sguardo da certe carte.

“Mi avete chiamata”

“No, nessuno ti ha chiamata”

“E' uno scherzo?”

“Dovrebbe? Te lo sarai immaginato” e torna a leggere le sue maledette carte.

Eppure ero sicura di avermi sentita chiamare. Era così chiara la voce, ma sicuramente l'ho immaginato.

Oppure mi avrà chiamata qualcuno da giù.

Scendo di corsa le scale, sperando che ci trovi qualcuno, ma purtroppo non c'è nessuno.

Vado in biblioteca, e ci sono solo delle ragazze che conosco di vista e che non avrebbero nessuno motivo di chiamarmi.

“Io ho sentito chiamarmi... starò impazzendo...” mentre sono troppo occupata a parlare da sola, vado a sbattere contro qualcuno. E quel qualcuno si rivela essere Giselle.

“Arielle! Parlavi da sola?” mi chiede lei.

“Io? No, certo che no. Approposito, prima sei stata tu a chiamarmi?”

“No, perché?”

Come sarebbe a dire no?! Allora chi diavolo è stato?

“Così, così.”

“Arielle... devo chiederti una cosa...” e abbassa lo sguardo. Ciò che sta per chiedermi la imbarazza.

“Dimmi”

“Vorreichetumiinsegnassitiroconl'arco” e lo dice tutto d'un fiato.

Tiro con l'arco? L'ha sempre odiato e ora vuole che glielo insegni?

“Cosa?! Volevo dire... certo. Nessun problema. E' solo che tu l'hai sempre odiato e non hai mai avuto una mira strabiliante...”

“Lo so... ma, la maggior parte di noi sono bravi a tirare con l'arco e io sono l'unica a non farlo...”

“Non preoccuparti, con me da insegnante sarai bravissima” e le do una pacca sulla spalla, ma aggiungo “...certo non quanto me...” e sorrido.

“Grazie, idiota”

“Ora, perdonami, ma tornerei a casa. Sono distrutta”

Saluto Giselle, e sbadigliando senza fermarmi esco dal covo.

Saranno le dieci e mezza, e stasera il cielo è limpidissimo.

“Davvero una bella ser...” ma non finisco in tempo la frase che vengo sbattuta contro il muro da qualcuno, ovviamente, mi difendo: schiaccio il suo piede, gli do un pugno nella pancia e lo spingo all'indietro.

Caccio la lama dal “bastone” che mi regalò André e gliela punto contro, ma la abbasso subito, perché è André.

“André? Ma che cavolo fai?”

“Cavolo se sei migliorata...” mormora mantenendosi la pancia.

“Ripeto la domanda: che cavolo fai?”

“Avete ucciso Rodriguez... senza di me...”

“Si”

“Perché? Dovevate dirmelo!” urla con rabbia.

“André, calmati. Non potevamo dirtelo. E' stato ucciso per motivi interni alla Confraternita, non potevo dirgli di metterti in mezzo! E sei anche scomparso oggi, hai fatto preoccupare tutti, lo sai?”

“Ho trent'anni me la so cavare da solo. Motivi interni alla Confraternita? Bene, fammi entrare! Voglio diventare un Assassino!”

Oddio no, ecco che delira... giro gli occhi dall'altra parte e inizio a camminare.

“Arielle! Ascoltami!”

“No André! Non diventerai un Assassino! Chiaro? Non puoi. Fino a stamattina eri un Templare, quindi stai zitto”

“Io voglio uccidere Cormac, Arielle! Merito di farlo, quanto lo meritate tu e Arno!” e ora è come se stesse per piangere “speravo che almeno tu mi capissi... non ce la faccio più Arielle... ho una piaga dentro, e si chiama Shay Patric Cormac.”

E' distrutto.

Lo merita quanto me e Arno, è vero.

Devo aiutare mio fratello.

“Va bene, verrai con noi. Ma non diventerai un Assassino. E' chiaro André?”

I suoi occhi sembrano illuminarsi e la cosa mi fa piacere.

“Davvero?”

“Sì”

“Ora, perdonami, ma devo fare una cosa”

“Certo... dì pu...” ma non lo faccio finire di parlare e gli do una botta in testa per farlo svenire.

“Pardon, frère, ma non puoi scoprire dove andremo adesso”

E lo trascino per i piedi, cavolo se pesa!

Poco a poco, sudore dopo sudore, riesco a portarlo al covo e trovo Quemar nell'entrata.

“Arielle, chi cavolo è?” mi chiede.

“Maestro, vi presento mio fratello André Roux”

Nel frattempo scendono anche Arno e Connor.

“E perché è svenuto?”

“Perché credo di avergli dato una botta in testa... niente di grave, ovviamente”

“Perché l'hai portato qui?”

“Perché... perché... perché vuole partecipare alla missione”

“E, scommetto che voglia diventare un Assassino”

“Oui, ma non può”

“No, certo che non può. Parteciperà, va bene Arielle. Ma ora portalo fuori da qua. E, Arielle... prepara le valigie per domani pomeriggio” e mi fa l'occhiolino.

Allora hanno ascoltato la mia idea!

André sta per svegliarsi, e con l'aiuto di Arno e Connor riusciamo a portarlo fuori.


 

Sono eccitata e spaventata dall'idea di ciò che succederà alle Iles des Saintes.


 


 

Il giorno dopo

Quemar grazie alla sua fitte rete di conoscenze è riuscito a procurare a me, Agnès Rousseau, al marito Côsme Rousseau e il loro maggiordomo Dominic un viaggio verso l'isola.

Connor è su un'altra nave, sempre con un'altra identità.

Sarà un lungo viaggio e il tempo purtroppo non ci è amico, il mare è agitato e piove.

“La classica fortuna che mi ritrovo sempre!” dico io ad Arno cadendo a terra perché la nave non sta un momento ferma.

“L'avermi sposato è già una grande fortuna, Agnès, non lamentarti” mi risponde leggendo un libro.

“Ti piacerebbe avermi sposato, Arno” e mi siedo accanto a lui.

“In effetti, sì”

Non l'ha detto davvero... credo di essere diventata rossa come un peperone.

“Arno, devo dirti una cosa. Il giorno in cui andammo a cercare il Templare nell'enoteca quando all'improvviso mi misi a correre, e perché mi sembrò di vedere Alain. Ti prego, non prendermi per pazza...”

“Una volta mi capitò la stessa cosa, una settimana dopo che lei morì. Ma era soltanto una ragazza che le somigliava. Ero in depressione e per un momento ho avuto la sensazione che potesse tornare da me, una sensazione di speranza. Fu un bel colpo. Poi è capitato di nuovo, quando incontrai te. Sei stata la luce che cercavo da tempo, Arielle. E se ti capitasse qualcosa adesso... io non so cosa farei, capisci? Io ti amo, e ti amerò sempre. E ti chiedo scusa se sono stato un bastardo, non lo meritavi”

Le sue parole mi lasciano senza parole, mi ama. E io amo lui. Lo farò sempre. Trovo il coraggio per dirglielo non so come.

“Arno” e gli alzo il viso “Ti amo anche io. Siamo stati due idioti, ma possiamo recuperare ciò che abbiamo fatto. Andrà tutto bene, te lo prometto” e lo bacio.

E dopo, credo sia stato quello il momento in cui sono rimasta incinta.





SENZA PAROLE VERO?
Beh, non so cosa aggiungere.
Il momento romantico è stato molto difficile da scrivere *cerca di trattenere i conati di vomito*. 
Chiedo perdono per il cambio di virgolette, ma ho usato un altro computer con un altro programma e non sapevo come fare le virgolette che uso di solito!
Alla prossima! :)

  
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