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Autore: BalthierSan    23/02/2016    1 recensioni
Salve a tutti, ecco qua una nuova storia.
Questa serie si ambienta dopo gli avvenimenti dei due giochi riguardanti Final fantasy XII. Diciamo uno o due anni dopo l'avventura a Lemures. Non mancheranno i sentimentalismi, i battibecchi e i colpi di scena. Vi consiglio di seguirla in caso foste vecchi fan del videogioco.
Chissà dove questa nuova avventura porterà i nostri eroi preferiti.
Rating variabile.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Mia dolce Maestà,
è con gioia che rispondo alla vostra lettera. Ovviamente, non mi perderei la cerimonia da voi indetta per nulla al mondo, senza contare che, forse non lo sapete ancora,  adoro i balli in maschera. E' un momento importante per il vostro regno e anche per tutta Ivalice, va sicuramente celebrato e ricordato. 
Purtroppo, il Senato richiede la mia presenza proprio ora, per una seduta speciale. Sapete quanto mi rammarica non potervi rispondere come vorrei, ma sapete bene, che se potessi, la mia risposta sarebbe ben più lunga. Il dovere mi chiama e pare che dovrò accantonare il piacere fin quando non sarò a Rabanastre. 
Sempre vostro, 

                            Al-Cid Margrace."


Ashe era sul balcone del proprio palazzo mentre i suoi occhi stanchi scorrevano le lettere scritte da quel damerino rozariano, non le importava poi così tanto della lunghezza della lettera, la sua premura era che la risposta all'invito fosse positiva. 
Appoggiò la carta raffinata sul gelido tavolo in ferro prima di dirigersi verso la ringhiera della balconata. La vista da quella terrazza era così suggestiva: guardava il sole sorto da poco che ancora si nascondeva dietro i colli mentre la Bahamut impediva la completa visione di quel terso cielo che si apprestava ad offrire una tranquilla giornata. 

Benchè rimanesse sempre la regina impassibile e fredda che il suo ruolo pretendeva, il suo cuore sussultava ogni volta in cui si fermasse a fissare l'imponente fortezza simbolo della sconfitta dell'Impero. Il ricordo era ancora vivido dentro di lei, i tempi erano cambiati, ma quell'avventura le aveva donato la conoscenza di persone che mai avrebbe potuto dimenticare, per questo voleva che tutti loro fossero presenti a quella festa. Rimase lì, immersa tra i propri pensieri, a fissare il vuoto fin quando qualcuno non bussò al vetro riportandola alla realtà.


***


Non era ancora orario di apertura quando qualcuno bussò alla porta dell'emporio di Migelo, il vecchio Bangaa, un po' nervoso, iniziò a borbottare tra i denti ancor prima di aprire la porta. 

-"Buongiorno signore, vogliate scusarmi per l'orario, ma sto cercando i giovani Vaan e Penelo, mi hanno detto che avrei potuto trovarli qui."- 

Migelo rimase un po' sulle sue, la giovane dal viso candido che aveva bussato alla sua porta indossava una mantella con tanto di cappuccio e non sembrava potesse avere cattive intenzioni, ma come l'esperienza gli aveva insegnato, bisogna sempre diffidare degli estranei. 

-"E chi siete voi per richiedere la loro presenza?"- Le rispose in modo burbero il Bangaa. 

La giovane rimase interdetta un momento nel sentirsi dare quella risposta, ma poi, non esitò oltre.

-"Scusatemi, mi chiamo Josephine e vengo per conto di sua Maestà Ashelia, la Regina."-

Visto che si trattava di Vaan e Penelo, al vecchio non sembrò poi così strano che proprio la regina li cercasse, quindi rispose immediatamente con un piccolo inchino in segno di scuse. 

-"Entrate signorina, vi chiamo Penelo. Per quello che riguarda Vaan, invece, credo sia già uscito per fare manutenzione alla sua aeronave."-

Fece gesto di sedersi alla giovane prima diavviarsi per il retro del negozio.


***


Larsa fece appena in tempo ad appoggiare la liscia carta profumata prima di sentire il rumore metallico dell'armatura che annunciava l'arrivo di Gabranth. 
Era seduto su una sedia di velluto rosso, davanti allo scrittoio nel giardino pensile sul retro del suo ufficio. 

-"Mio Signore, tutto bene?"- 

-"Abbiamo ricevuto un invito."- Disse il giovane imperatore mentre fissava la limpida acqua che scorreva in quella splendida fontana marmorea che decorava quel luogo. 

-"Un invito? Da parte di?"- Chiese curioso come un giudice non dovrebbe mai essere.

-"Sua Maestà Ashe, la regina di Dalmasca."- 

Dopo quella risposta, Larsa si voltò sorridente verso l'amico. 

-"Si tratta di una cerimonia seguita da una festa in maschera, non voglio mancare. Inoltre, questa credo sia per te.... Basch."- 

Tese la mano verso il giudice che afferrò deciso la busta in carta paglia con sopra impresso il suo nome, rimanendo immobile come una statua. 


***


-"Ciao Penelo, è un piacere incontrarti."- Sul volto della minuta Josephine si fece largo uno smagliante e spontaneo sorriso, sembrava proprio che avesse abbandonato ogni formalità.

-"Il piacere è mio, è sempre gradevole ricevere una visita e poi.. Migelo mi ha detto che vieni per conto della regina."- disse penelo senza pensare, era troppo curiosa di sapere cosa volesse Ashe per mantenere un qualsiasi tipo di formalità.

-"Sì, esatto. Ma non sono qui in veste ufficiale. Io lavoro proprio per sua Maestà, mi occupo principalmente della cura dei suoi capelli e della sua stanza, così ogni mattina quando le spazzolo i capelli lei si rilassa e mi racconta delle avventure dei suoi amici preferiti... Ma venendo al dunque, sono qui per invitarvi alla cerimonia, che sarà poi seguita da un ballo in maschera, che si terrà tra una settimana a palazzo, la vostra partecipazione è piena espressione della volontà della regina."-

Penelo era sorpresa, si emozionò immediatamente, l'idea di rividere Ashe e di partecipare ad una festa in maschera a palazzo la rendeva veramente gioiosa, non riusciva a togliersi quel sorriso dalla faccia e i suoi occhi sembravano brillare. 

-"C.. Certo che verremo. Non mancheremo di certo!"- In un attimo di silenzio un pensiero sembrò attraversarle la mente -"Hei..."- sussurrò quasi tra sè e sè -"Sai dirmi se ci saranno anche gli altri?"-

La domanda le era già uscita di bocca prima di rendersi conto che, forse, era ingenua e fuori luogo. 

-"Se intendi coloro di cui sua Maestà mi parla sempre, beh, gli inviti sono stati spediti ad ognuno di loro."- rispose pronta la ragazza.

Il sorriso di Penelo sembrava farsi sempre più grande e splendente. Già immaginava come sarebbe stato rivedere Basch, Larsa, Fran e Balthier. Anche la giovane Josephine notava che la bionda non stava più nella pelle, non disse nulla, si limitò soltanto a sorridere alla giovane dalla gioia contagiosa. 

-"Allora lo devo dire subito a Vaan! Non posso aspettare, sarà felicissimo anche lui! Vuoi venire? Te lo presento!"- 

-"Ti ringrazio, ma sarebbe bene che faccia ritorno a Palazzo, per ultima cosa.."- Si avvicinò a Penelo tendendole un biglietto. -"Sua maestà si è raccomandata di darti questo segui lìindirizzo in caso avessi bisogno di un abito per la festa, basterà che vi annunciate con i vostri nomi e la sarta vi sistemerà a dovere. Ora vado, Buona giornata Penelo, spero di rivederti a Palazzo."- 

La giovane uscì prima che Penelo potesse aggiungere altro, quet'ultima si mise a fissare il biglietto, il nome era quello della sarta più famosa di Rabanastre e Penelo lo sapeva bene. Tutta quella situazione le pareva un sogno e quindi corse verso l'aerodromo per condividerlo anche con Vaan.  


***


Erano ormai diverse ore che Nono lavorava al cambio di vololiti della Strahl quindi decise di asciugarsi il sudore un'ultima volta per poi dirigersi verso il salone principale. 

Fran e Balthier stavano consumando un leggero pasto dopo aver vagato per ore tra i monti Mosfora alla ricerca di qualcosa che non voleva farsi trovare. 

Entrambi erano esausti e stranamenti silenziosi e, benchè non volessero darlo a vedere, Nono li conosceva ormai da diversi anni,perciò era quasi impossibile che qualcosa passasse inosservato a quei piccoli occhi marroni. 

-"Siete tornati, kupò, tutto bene?"- chiese la piccola palla di pelo mentre saltellava continuamente con lo sguardo dal viso del capitano a quello della viera. 

-"Finalmente ti sei fatto vivo, pensavamo fossi scappato."- rispose Balthier con il suo solito asciutto sarcasmo. 

-"La nostra ricerca non è andata a buon fine, ma almeno abbiamo riportato a casa la pelle."- constatò Fran. 

-"Ma siete feriti, kupò?"- Nono era il solo di quell'equipaggio più unico che raro a mostrare preoccupazione.

-"Nulla che un giorno di riposo non possa sistemare."- 

Balthier si alzò dalla sedia per andare nella sua stanza.

-"Aspetta, kupò, ho una cosa da darti. Me l'hanno consegnata alla posta moguxi quando sono andato all'accampamento per i rifornimenti."- 

Nel mentre, Fran, fece la stessa mossa di Balthier ma ci mise più tempo ad alzarsi, in quell'istante Nono si accorse delle bende improvvisate che le avvolgevano la gamba. 

-"Kupòòòòòòò! Fran, ti senti bene? Che ti sei fatta?!"- 

Fran sorrise cercando di calmare il piccolo Moguri. -"Sto bene, vado a fare una fasciatura come si deve, tanto è per Balthier quella cosa, no?"-

-"Uh... in realtà credo sia per entrambi, kupò."- Nono tirò fuori dalla tasca della propria giacca verde sgargiante una busta piegata in due. -"Ecco, non vorrei azzardare, ma credo sia la carta usata dalla famiglia reale di Dalmasca."-

Benchè viaggiasse da tanti anni Nono era pur sempre un moguri di Rabanastre e dalla buona memoria, tra l'altro. Benchè l'avesse tenuta in tasca tutta la giornata, non aveva dubbi sul mittente della lettera, non parlava mai a vanvera, soprattutto sulle cose della sua Patria.

-"Una lettera dalla nostra Regina preferita?"- Disse sornione Balthier afferrando la busta. 


***


Basch si chiuse in sè stesso, le mani quasi gli tremevano, perchè Ashe avrebbe dovuto scomodarsi per scrivere una lettera tutta per lui?
Aprì la busta e fece scorrere lentamente verso l'alto il biglietto all'interno. 

"Caro Basch,"

Così iniziava la lettera, ma il giudice non fece in tempo a leggere il resto che la voce del giovane imperatore a cui dava le spalle lo riportò alla realtà. 

-"Vorrei che le portassi tu la risposta, a voce. Hai lavorato sodo, quindi credo che potresti restare a Rabastre fino al giorno della festa, in cui verrai ad accogliermi quando arriverò."- 

Larsa restava comunque sempre formale, ma le sue parole erano premurose, preoccupate per Basch che era veramente stremato dalla carica che ricopriva, per quei motivi, aveva preso quella decisione. 
   
 
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