Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |      
Autore: elenathebug    23/02/2016    0 recensioni
“San Valentino. Oggi è una festa inventata dai fabbricanti di cartoline d’auguri per far sentire una merda le persone. Non sono andato a scuola oggi, ho preso il treno per Montauk, non so perché, non sono un tipo impulsivo. Forse mi sono svegliato solo un po’ depresso. Devo far aggiustare la macchina.”
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Luke Hemmings
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: Bondage
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Aprì lentamente gli occhi, sforzandosi di non ricadere nel letto. 14 febbraio 2015. I suoi genitori non erano a casa, come i suoi fratelli. Ognuno di loro aveva troppo da fare per preoccuparsi un solo secondo di quel particolare famigliare, che stava seduto, in disparte. Passò una mano tra i suoi capelli biondo cenere, scompigliandoli ancora di più. Scostò le coperte verso terra, non aveva voglia di andare a scuola quel giorno. Non aveva voglia di fare nulla, ma quello non era nella quotidianità, quindi decise di alzarsi, avrebbe preso un altro giorno per fare pazzie. 

Scese le scale lentamente, senza guardarsi intorno. Non che ci fosse tanto da guardare. Viveva nella casa con i suoi genitori, ancora. Troppo pigro per prendersi un appartamento tutto suo. Doveva finire la scuola, i suoi pensieri andavano quindi tutti allo studio, aveva un forte bisogno di una qualche borsa di studio per entrare al college, come aveva fatto suo fratello maggiore Jack, primogenito della casa Hemmings. Quasi si vergognava di quel cognome, se glielo aveste chiesto in quel momento avrebbe negato l’ovvietà, cioè che lui faceva parte, fisicamente, di quella famiglia. Avrebbe cercato qualsiasi scappatoia per evitare tale argomento.  

Uscì di casa con il suo zaino in spalla. I suoi genitori gli avevano fatto una macchina per il compleanno, l’estate precedente, ma lui non la usava. Arrivava alla stazione del treno, la parcheggiava e poi prendeva il treno, per seguire quello che il fratello aveva fatto prima di lui. “Prendi esempio da tuo fratello”, avevano detto i suoi genitori, e così lui stava cercando di fare. La cosa che lo stranì più di tutto quella fredda mattinata. La sua macchina riportava un’ammaccatura sul cofano. Rimase a fissarla immobile, impassibile, cercando di capire solo come e quando questo accadde. Non riuscì però a trovare una risposta. Sbuffò leggermente e, ringraziando mentalmente tale idiota che aveva fatto ciò alla sua macchina, salì.

Aspettava sulla riga gialla, canticchiando mentalmente qualche canzoncina che aveva sentito pochi minuti fa alla radio, non sapeva ne titolo ne autore, ma gli piaceva. Il treno diretto al centro della città in cui abitava era lontano, così come la sua voglia di stare lì al freddo e al gelo. Una voce metallica lo richiamò dai suoi pensieri. 

-Il treno diretto a Montauk è in partenza. Si avvisa che entro cinque minuti le porte si chiuderanno.- 

Luke guardò verso l’arrivo del suo treno, ma ancora niente. Si girò, guardando la folla, come se sua madre o suo padre sarebbero potuti comparire all’improvviso. Di scatto si girò e corse, corse a perdifiato fino all’altro lato del binario, fino al treno diretto a Montauk.

“San Valentino. Oggi è una festa inventata dai fabbricanti di cartoline d’auguri per far sentire una merda le persone. Non sono andato a scuola oggi, ho preso il treno per Montauk, non so perché, non sono un tipo impulsivo. Forse mi sono svegliato solo un po’ depresso. Devo far aggiustare la macchina.”

Scese dal treno lentamente, quasi avesse paura di farsi male sentendo già il vento che pungeva il suo viso e il viso di molte altre persone. 

Mentre si incamminava verso la spiaggia si sentì mancare. Non era una cosa da Luke Hemmings quella. No, diamine. Non lo era. Ma allora perché lo aveva fatto? Perché correre verso un posto che riguardava parte della sua infanzia? Perché non andare a scuola? 

Perché, perché, tanti perché e nessuna risposta. 

Si appoggiò qualche minuto nella cabina telefonica e si guardò attorno. Montauk era deserta quel giorno. Solo lui, con chilometri e chilometri di spiaggia fredda, mare mosso e vento tagliente. 

Guardò il telefono indeciso su che fare. Alla fine decise di chiamare Jack, lui avrebbe capito. 

-Pronto?- 

-Jack, sono Luke.- 

-Stai bene?- 

-Mh...sisi, solo che non sono andato a scuola oggi Jack.- 

-Allora non stai bene, dimmi dove ti trovi che ti vengo a prendere.- 

-Non ce n'è bisogno, sono a Montauk, te lo ricordi? Ci andavamo da bambini. Sto bene Jack ora vado, ci vediamo questa sera.- 

E senza aspettare risposta dal fratello chiuse la telefonata mettendo lo zaino in spalla. 

"Che schifo di freddo su questa spiaggia. Montauk a Febbraio, geniale Luke, geniale! Pagine strappate. Non mi ricordo d'averlo fatto. Sembra la prima cosa che ci scrivo sopra da due anni. La sabbia è sopravvalutata, sono solo sassi minuscoli. Se riuscissi a incontrare qualcun'altra. Le probabilità che questo succeda sono sempre di meno visto che non sono capace di stabilire un contatto visivo con una donna che non conosco. Forse dovrei tornare con Aleisha."

Posò con cautela il diario pieno di disegni nello zaino e iniziò a camminare. Camminava, camminava. Non aveva una meta, camminava e basta. Giocò un po' con i sassi, pensando a quale scusa avrebbe potuto dare ai propri genitori. 

Quanto voleva incontrare qualcuno che lo capisse. Voleva incontrare qualcuno di strano, che lo avrebbe capito proprio per questo. Perché lui era strano. 

Guardò distrattamente l'orologio per poi notare che era il momento di tornare a casa. Mentre, però, si voltava, si scontrò con qualcuno. Una ragazza dai capelli marroni scuro stava girovagando per la spiaggia come lui. Aveva un giacchetto azzurro ed uno zaino in spalla come lui. 

La sconosciuta lo salutò, ma lui, abbassando lo sguardo, agitò timidamente la mano e camminò verso il treno. In quel momento non si preoccupò di Aleisha, dei suoi genitori o della scuola, in quel momento si preoccupò di scoprire chi era quella ragazza. 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: elenathebug