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Autore: Vulpix    23/02/2016    1 recensioni
TIME LINE:
I fatti “narrati” vanno a collocarsi nella terza stagione, prima della Season Finale, in un’immaginaria serie di eventi che partono dopo la 3x23 e in cui gli avvenimenti della 3x24 non sono mai accaduti.
*****
PREFAZIONE:
Sono trascorsi 3 anni da quando tutto ebbe inizio…
Tre anni dall’inizio della fine.
Tre anni in cui molte cose sono accadute e forse troppe cose erano cambiate…
(dal testo)
"Il 3 è il numero perfetto per eccellenza...
Sant' Agostino diceva che il 6 era il numero perfetto perchè il Signore ha creato il mondo in 6 giorni...
Per Dante il numero perfetto è il 9... numero primo, divisibile solo per se stesso e multiplo del numero perfetto. Il 9 è il 3 al cubo, l’elevazione a potenza del numero perfetto a se stesso...
Tra le tre, io preferisco la terza versione...
Il 9 è la perfezione in assoluto... per questo tu sarai la mia nona vittima!"
Genere: Angst, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Richard Castle, Roy Montgomery
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione, Nel futuro
Capitoli:
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« Nel suo profondo vidi che s’interna 
legato con amore in un volume, 
ciò che per l’universo si squaderna…»
 (da Paradiso XXXIII, 85 -87 )

 

La luce del giorno trapelava dalla finestra aperta e arrivò fino a lei, che stava placidamente dormendo, dopo la lunga nottata trascorsa finalmente, di nuovo, tra le braccia del suo scrittore.
Mosse leggermente il braccio sul lato del letto dove sapeva di trovarlo, ma la sua mano tastò solo il materasso e il cuscino vuoto.
Si sollevò, voltandosi verso il lato in cui si era addormentato Richard e ai piedi del letto, dal suo lato, trovò il cucciolo di cane.
Si sistemò il lenzuolo che le stava scivolando di dosso e si avvicinò a lui e solo dopo avergli fatto qualche carezza, notò il biglietto sotto la sua zampa e lo prese.
 

 Per Joe
Con amore.
       Zio Ricky

 

Passò le dita sulla frase scritta nella bella calligrafia dello scrittore mentre leggeva nella sua mente le parole, non riuscì a trattenere le lacrime che copiose scendevano dai suoi occhi e che ormai si erano infrante sulla sua bocca, piegata in un sorriso.
Si infilò la camicia di lui che giaceva a terra e fece un rapido giro per la casa. Arrivò in soggiorno e recuperando il cellulare, notò che aveva un messaggio non letto.
 

Scusa se non ho aspettato il tuo risveglio ma avevo una cosa urgente da sbrigare…
Oggi è sabato, porta Joe al parco e dalle il mio regalo (spero che per te vada bene).

Ci sentiamo appena mi libero
Ti amo

R.  

⌘ * § * ⌘


Il sole splendeva in alto nel cielo limpido di quella splendida mattina d’inizio settembre, il tempo era ancora mite e, tutto intorno a sé, sembrava rispecchiare quella sensazione di benessere, calore e allegria che da quella mattina l'accompagnava.
Si stese sull'erba fresca, mettendosi in modo da poter tenere sotto controllo il suo angioletto che giocava con il suo nuovo amichetto.
Erano anni che non se ne stava placidamente stesa a pancia in giù e gambe all'aria, le braccia incrociate sul telo appena steso e il viso poggiato su di esse. Un sorriso splendeva sul suo viso e fu così che la trovò Lanie.
- Hey- le disse mentre si sedeva al suo fianco.
- Hey- le rispose, cambiando posizione e sistemandosi come l'amica.
- Come mai mi hai buttato giù dal letto stamattina e mi hai chiesto di raggiungerti al parco?- tentò di dire ma prima che potesse concludere l'intera frase, un ciclone dagli occhi blu e dai boccolosissimi capelli biondo scuro la travolse.
-Ia Eniiiiii- il piccolo tornado si era lanciato sulla dottoressa e l'aveva placcata a terra, sommergendola di mille bacetti.
Quando la donna iniziò a rispondere all'attacco, facendo il solletico alla bimba, la sua risata cristallina fu coperta dall'abbaiare di un cane.
 - Ti piace il mio canniolino Ia?- le chiese la piccola, vedendo la faccia sorpresa della donna.   
Quando Lanie si girò verso di lei, con una faccia a cui mancava solo un grande punto interrogativo sulla fronte, Kate disse: - è un regalo!-
La sua faccia, poco entusiasta della cosa, fece voltare l'amica verso la bambina.
- È bellissimo, tesoro di Zia. Ora però fammi vedere come giocate con la palla, mentre io parlo con la mamma e poi andiamo a comprare un bel gelato!-
Quando la piccola si allontanò, vide l'amica voltarsi verso di lei e, prima che la sommergesse di domande, disse:
- Non le ho comprato io il cane. L'abbiamo trovato ieri sera sotto casa...-
Lo sguardo di Lanie era ancora più inquisitore.
 - È un regalo di Castle!- sparò di colpo.
Lanie aveva gli occhi letteralmente fuori dalle orbite.
- Dai su Lanie, non ti ho mica detto che è sua figlia!..-
- No...-sorrise l’amica- Ricordo perfettamente quando l'hai fatto!-

 

۝§۝§۝

 
Uno strano suono le arrivò alle orecchie come se provenisse da molto lontano.
In un primo momento non riuscì a capire di cosa si trattasse, ma appena mise a fuoco che quello era lo squillo del suo nuovo telefono, quello che da qualche mese aveva preso a suonare sempre più spesso, ma mai a quell'ora della notte, scattò in piedi e saltando giù dal letto si precipitò a rispondere.
 - Che succede, tesoro, sentivi la mia mancanza? Erano quasi due settimane che non ti sentivo in preda al panico...-
Disse scherzando nel momento in cui accettò la chiamata, ma la voce che le rispose all'atro capo, la fece bloccare di colpo, in preda all'ansia.
- E’ successo qualcosa? Dov'è Kate?? Perché mi chiama lei, Capitano???-
Di tutte le persone che avrebbero potuto inoltrarle quella chiamata, Roy Montgomery era l'ultimo a cui avrebbe pensato e di cui avrebbe voluto sentire la voce. L'ansia si era velocemente trasformata in puro terrore e l'aveva sommerso di domande.
- Calmati, Lanie… fammi parlare!-
La voce perentoria dell’uomo sorbì immediatamente il suo effetto e la donna si sedette sul letto, aspettando di conoscere le risposte alle sue domande.
- Stai tranquilla, è tutto ok! Ti chiamo io, perché Kate è… momentaneamente impossibilitata!-
- Si spieghi, la prego… non mi faccia stare in ansia!-
- Siamo in ospedale, Lanie…-
- O mio dio! Che cosa le è successo, PARLI- scattò di nuovo in piedi e si precipitò verso la sedia, pronta a recuperare i suoi vestiti, tenendo il telefono ben fermo vicino all’orecchio.
- Dicevo…- riprese Roy con tono spazientito - il bambino…-
- No la prego! Non mi dica che è successo qualcosa al bambino!-
- Mi lasci finire???- tirò un sospiro nervoso-Il bambino deve aver preso il bel caratterino della mamma! Ha deciso che si era stufato di restare lì dentro e che vuole nascere!-
- Wow… ma è stupendo!- Lanie aveva iniziato a saltellare di gioia mentre s’infilava i jeans.
- Lanie, ti chiamo non per annunciarti la lieta novella, ma perché la tua amica è davvero cocciuta! Non ha intenzione di collaborare e sta tentando in tutti i modi di ritardare il travaglio! Io e Jim siamo qua da almeno un’ora e solo da dieci minuti siamo riusciti a trascinarla in ospedale… ma non ha intenzione di entrare in sala parto se tu non sei qua!-
- Cosa? Ma è impazzita? Me la passi!-
Un frastuono le arrivò alle orecchie, proveniente dall’altro capo del telefono, probabilmente il capitano aveva passato il telefono a Kate.
- Lanie-disse la voce stanca e tesa della detective.
- Niente ‘Lanie’… TU ora entri in quella stramaledetta sala e dai alla luce la tua creatura… io corro in aeroporto e mi precipito da te… ma per l’amor del cielo Beckett  non fare cazzate!-
- Fai presto Lanie, ho bisogno di te… Mio padre e Roy sono più agitati di me e io da sola non posso farcela!-
- Certo che puoi, tesoro! DEVI… e non sei sola, un intero reparto è lì con te! Io sto arrivando!-
Chiuse la telefonata e si precipitò a prendere le ultime cose necessarie per poter raggiungere la sua amica…
- Sto arrivando tesoro… non mi perderei per nulla al mondo la sua nascita!-
Chiuse la porta e lasciando la sua casa alle spalle, corse verso la sua macchina con un solo pensiero in testa “tieni duro Kate, io sto arrivando da te… sto arrivando… beh diciamo che cerco di arrivare!”   
                                                                                                                         
 
Dopo sei ore e imprecazioni varie, raggiunse finalmente l’ Eisner Pediatric & Family Medical Center, dove ad attenderla all’ingresso, c’era Patrick.
- Finalmente!- le disse appena l’ebbe di fronte.
- Scusa se abito solamente a quasi 5000km da qui! Ho appena affrontato un viaggio in macchina, 5 ore di aereo e 20 minuti di taxi…-
- ok ok… calmati stavo scherzando! Sei quasi peggio della tua amica lì dentro!-
- Ancora nulla?- chiese mentre si dirigevano all’interno dell’ospedale, svoltando un paio di corridoi fino ad arrivare all’ascensore.
- Ma che! Sembra che siano giunti ad un accordo… Kate non ha nessuna intenzione di collaborare e non so per quale assurdo motivo, sembra che il piccolo le abbia concesso una tregua.-
- Che intendi dire?- chiese preoccupata.
- Sono almeno otto ore che Kate è in travaglio ma dopo la prima ora, in cui sembrava che stesse addirittura per partorire a casa, dopo che siamo arrivati qui, il piccolo sembra aver cambiato idea…-
- E quindi è un falso allarme?- chiese ancora più stupita e leggermente alterata.
- No… L’allarme c’è tutto… ma...-
- Ma che cosa??? Santo celo Patrick vuoi farmi capire che cavolo sta succedendo?-
- Guarda tu stessa!- le disse, aprendo la porta e facendole segno di entrare.
 
- Lanie…- fu l’unica cosa che riuscì a dire.
Erano… non sapeva più quante ore che stava lì dentro a cercare di gestire le fitte e ad aspettare che quel piccolo esserino si decidesse, se voleva uscire o restare ancora dov’era.
- Kate!- disse la donna, correndo verso di lei e stringendola in un abbraccio.
- Come stai tesoro?- le chiese.
- Una meraviglia!- esclamò stizzita-è più cocciuto di un mulo!-disse accarezzandosi il ventre.
- Mi ricorda qualcuno!-scherzò Lanie, facendo ridere tutti, compresa Kate che accennò un sorriso mentre tratteneva una smorfia per l’ennesima fitta.
- Ci ha fatto precipitare qui e poi continuo ad avere fitte ma i medici dicono che non è ancora il momento!- sbuffò
- Ma scusa tesoro, il tuo termine non era fra due settimane?-
- Si… ma forse lì dentro non ha il calendario!- rispose stizzita.
- In genere i primogenito se la prendono con comodo, il più delle volte nascono dopo che sono passati alcuni giorni dal termine.-
- Si vede che era curioso di scoprire che ci sta qua fuori!- scherzò Patrick-poi ha sentito Kate sbraitare e ha cambiato idea-le disse facendole la linguaccia.
- Spiritoso!- esclamò la detective.
- Forse stava spettando Zia Lanie, vero piccoletto?- intervenne, mettendo le mani su quelle dell’amica e accarezzando anche lei il pancione.
- Beh… ora che ci siamo tutti, che ne dici di deciderti?- esclamò Kate, rivolta alla sua creatura.
Come se il piccolo l’avesse sentita, iniziò a dare segni d’impazienza e finalmente anche i medici diedero il permesso di trasportare la paziente nella sala parto.
 


 To be continue....

   
 
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