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Autore: NeviaCapuleti    24/02/2016    1 recensioni
Questa storia è stata scritta per partecipare a un concorso su Whatpadd.
Draco Malfoy ha deciso di servire il Signore Oscuro,mettendosi di fronte alla dura realtà,dire addio a tutta la sua vita.Ma non avrebbe mai immaginato,negli angoli più remoti della propria mente,che questo avrebbe portato a dire addio a una sola persona.Lei.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Bianco o nero?
Amore o odio?
Tutto o niente?
Quando sei costretto a scegliere,cosa sei disposto a perdere?
 
Draco guardó l'immagine riflessa nello specchio di fronte a se, scosse la testa portandosi una mano alla tempia. Quello non era più lui e forse, dopo quella sera, colui che stava osservando con i propri occhi non sarebbe stato altro che un estraneo. Indossava un elegante completo di pura seta, il blu notte metteva ancora di più in risalto la carnagione pallida del suo viso, su cui spiccavano due grandi occhi grigi. Eppure, se i suoi occhi avessero mai avuto in dono la parola, probabilmente avrebbero gridato, implorato di essere salvati, o di essere perdonati.
 
Ma forse non è il perdono di tutti che stai cercando così incessantemente, forse ti basterebbe solo il suo.
 
Scosse la testa, passandosi le dita affusolate tra i capelli biondi, emise un lungo sospiro prima di uscire dalla stanza. I corridoi erano affollati, i ragazzi di tutte le casate correvano entusiasti e impazienti verso la sala grande. Chissà se ci sarebbe stata anche lei. Una volta entrato, si prese qualche secondo per ammirare gli addobbi intorno a se: l'intera sala era stata decorata con luci che richiamavano i fiocchi di neve, iniziavano dal soffitto, incastonandosi tra i lampadari di cristallo dai quali partivano anche drappi argento, che intrecciandosi con esse alle possenti colonne di marmo, creavano giochi di luce in tutto l'ambiente. Alle estremità dello spazio circostante, vi erano tavoli con lussuosi banchetti, ricchi di ogni qual tipo di vivanda immaginabile. E fu lì, che Draco vide due occhi dello stesso colore della notte, fissare i propri. Vestita di un abito color vermiglio, le cui maniche di pizzo si intrecciavano sul busto in un gioco di trasparenze, la ragazza sembrava una rosa appena fiorita. Piano, Draco la raggiunse, sfoderando una camminata fiera e spavalda, ed una volta raggiunta si permise di sfiorarle una mano con la propria, lasciando che lei intrecciasse le dita con le sue. La sua mano era così calda, che contrastava le sempre fredde dita di lui, si avvicinò ancora fino ad avere la guancia contro la sua, lasciando che tutto intorno a loro sparisse per un istante.
«Allora, Malfoy.Hai intenzione di chiedermi di ballare o vuoi stare ancora qui imbambolato? »
Sorrise, un sorriso di quelli che scaldando il cuore e che ti fanno dimenticare che il mondo fuori non è quel posto meraviglioso che ti fanno credere.
«Come sei impaziente,stavo giusto per portarti a ballare, Capuleti. »
È così fece. Continuando a tenerla per mano, raggiunsero il centro della pista che piano si stava affollando di coppie che da lì a poco avrebbero dato il via alle danze. Il silenzio caló in tutta la sala. Al centro della pista solo le coppie pronte a ballare. Nessun suono, mentre si attendeva che la musica riempisse la stanza. Draco era sicuro che il suo cuore stesse per schizzargli fuori dal petto mentre osservava Nevia. Era così bella, nella sua semplicità. Anche lei lo stava fissando con un sorriso appena accennato sulle labbra, mentre si avvicinavano, sistemandosi per ballare.
«Che c'è? Sei nervoso Malfoy? »
Il ragazzo si lasciò sfuggire una risatina.Piano si avvicinò all'orecchio della ragazza per sussurrarle in tono mellifluo:
«Ti ricordo, Capuleti, che io sono un ballerino eccezionale. Anzi, credo proprio che sarà difficile starmi dietro. »
«Forse sei tu che non sei in grado di starmi dietro, sbaglio? »
Si guardarono. Il mondo, per qualche istante, si era fermato intorno a loro. Non erano più due ragazzi con il peso delle scelte delle proprie famiglie addosso, non più due eredi Purosangue con l'obbligo di eccellere costantemente. Erano Draco e Nevia.
 
 L'orchestra iniziò a suonare. la musica pian piano animava l'ambiente, riempiendolo di una meravigliosa melodia. Draco mosse i primi passi, lei lo seguì accennando un leggero sorriso.
«Devo ammettere, Malfoy, che come ballerino non sei poi cosi pessimo. »
Rise. Una risata di gusto riempii l'animo di Draco, facendogli dimenticare improvvisamente tutto quello che avrebbe voluto dire, o fare.
 
Quando tutto ciò che desideri è davanti a te, come trovi il coraggio di distruggerlo?
 
La musica cambió ritmo, passando a una canzone più movimentata. Nevia sorrise e lo trascinò ridendo in mezzo alla folla e, senza pensarci due volte, lui la seguí. Ballarono, risero e si sfiorarono per un tempo che sembró non finire mai. Mentre Nevia si stava sistemando i capelli, il ragazzo sentii un formicolio al braccio, che lo riportò alla realtà: era un seguace del Signore Oscuro e non avrebbe mai potuto darle una vita degna di lei, una famiglia, una casa in un qualche angolo remoto del mondo magico, l'amore che meritava. Piano le sfiorò il viso, catturando i suoi occhi scuri con i propri.Si avvicinò al suo orecchio e con tutta la forza, l'amore e la convinzione che aveva in corpo, sussurro in modo impercettibile:
«Mi dispiace. »
La ragazza fece un passo indietro, punta sul vivo, la confusione e lo stupore fecero capolino sul suo viso.
«Che vuol dire mi dispiace? Per cosa ti stai scusando? »
Per tutto. Per averla fatta entrare sotto la tua pelle, per le notti passate ad abbracciarla sussurrando promesse che in cuor tuo sapevi di non poter mantenere. Per aver compromesso la sua felicità a causa del tuo egoismo. Per la voglia di non lasciarla mai andare. Ma ora non puoi più permetterlo. Non puoi guardare quegli occhi colmi di quell'amore che non hai mai meritato guardarti pieni di speranze per un futuro che non ti apparterà mai.
 
Fece qualche passo indietro, tenendo gli occhi fissi su di lei che continuava a restare immobile, per poi voltarsi e quasi correre verso l'uscita. Non sapeva dove stava andando. Era solo conscio del fatto che doveva andarsene, il più in fretta possibile. Se fosse rimasto un secondo di più in quel luogo, dove aveva vissuto gli ultimi mesi a fingere di potersi meritare di essere felice, Draco sarebbe di sicuro crollato. Più i passi aumentavano la distanza tra lui e quella sala, più sentiva un parte di se andarsene. Camminó a lungo imboccando i primi corridoi che gli capitavano a tiro, prima destra, poi sinistra, poi di nuovo sinistra, finché non vide di fronte a se la porta che dava sul giardino del castello. Spinse piano quella porta di legno, la pesantezza di essa gli ricordò vagamente quella che si portava dentro. Quando si ritrovó a scendere i gradini di marmo, uno a uno, si rese conto che era in corso una delle meraviglie più belle che lui potesse apprezzare ..
 
Nevicava.
 
La neve stava scendendo lentamente, i fiocchi bianchi si adagiavano a terra iniziando a tingere di bianco il paesaggio intorno al castello. Il rumore dei passi di Draco echeggiava nell'aria, le sue scarpe lucide scricchiolavano a contatto con la ghiaia, segnando il suo avanzare.
«Draco. »
Non voltarti.
 
«Fermati,ti prego. »
Non farlo, è per il suo bene.
 
«Codardo,voltati! »
 Smise di avanzare,come pietrificato al suono di quelle parole, si morse un labbro indeciso se continuare la fuga o girarsi ed affrontare la verità. Se ne stava andando. Per la prima volta in diciassette anni di pura spavalderia, di voglia di vincere e lottare, lui stava fuggendo.Draco Malfoy scappava dalla felicità.
Ma in fondo le persone come te,non sono degne di assaporare la felicità. Vero, Draco?
 
Prese un lungo respiro mentre si voltava ad osservare l'unico motivo per cui avrebbe rinunciato a tutto il potere del mondo, pur di poter assaggiare un briciolo di libertà:
Lei.
 
Ancora prima di poter parlare, lo zittì alzando la mano, come a creare un muro invisibile in grado di isolare la voce del ragazzo. Di fronte a quel gesto, Draco rimase in silenzio.
«Non parlare. Non farlo. Non tirare fuori una delle tue stupide giustificazioni. »la mano ferma a mezz'aria, mentre cercava di mantenere la voce ferma e proseguire nel discorso. «So cosa stai cercando di fare. »
 
No che non lo sa, non potrebbe mai capire il buco nero che da settimane ti sta divorando dentro, o la paura che la notte ti assale mentre vedi la morte di tutti quelli intorno a te.
 
«Era stato scritto così fin dall'inizio, vero? Credevi che dopo avermi fatta innamorare di te, sarebbe bastato un "mi dispiace"? Una stupida serata per farmi dimenticare questi ultimi mesi?Avresti usato anche la magia, non è vero? »
 
Se necessario, se fosse stato strettamente necessario. Solo nel caso in cui lei avesse opposto resistenza, come adesso.
 
Nevia provò ad avvicinarsi avanzando di qualche passo. Draco, di rimando, ne fece altrettanti indietro, fino a quando non si trovò incastrato contro un albero, impossibilitato a mettere distanza tra loro. Ma, in fondo, lui lo sapeva. Non si possono fermare i sentimenti, una volta lasciati andare ti travolgono, una volta lasciati liberi non si possono più incatenare. La osservava, notando che le guance di lei si erano imporporate richiamando il vestito, i fiocchi di neve si erano incastonati tra i suoi capelli come delle piccole gemme ed il rosso del vestito spiccava sulla neve che si posava a terra. Nevia si avvicinò ancora, annullando quasi del tutto la distanza tra loro, lui di risposta emise un gemito carico di sofferenza. Tutto quello che aveva desiderato per diciassette, lunghi ed interminabili anni, era lì a pochi centimetri da lui. Se solo avesse allungato la mano di poco verso di lei, avrebbe potuto accarezzare quelle guance come aveva fatto per mesi. Ma non poteva. Aveva scelto il signore Oscuro.Questo comportava rinunciare a tutto, anche a lei.
«Draco.. »
«No. Te l'ho già detto in modo chiaro, Nevia. Noi.. »
«No! »
Il tono di lei lo sorprese. Gli prese il viso tra le mani e lo costrinse a guardarlo. < «Ti sto proteggendo, dannazione! » gli urló di rimando Draco allontanandola appena
«No tu mi stai abbandonando, Draco!Sei convinto che io non sia in grado di proteggermi da sola. Notizia dell'ultima ora, Malfoy: non ho bisogno di questo! »
«E di cosa avresti bisogno?Sentiamo! »
«Di TE! Dannazione. Io ho bisogno di te! »
Draco rimase impietrito di fronte a quella confessione, sentendo le parole entrargli nelle vene, scavare nella parte più profonda di se e spogliarlo di ogni sicurezza.
 
Ma quando sei di fronte a una scelta non sempre puoi agire per il tuo bene.
 
Irrigidendosi, cercó di rimanere composto e di parlarle con un tono più freddo e calmo possibile, gelandola pure con lo sguardo se fosse stato necessario.
«Vattene, prima che possa farti del male. »
«Non fai paura Malfoy. »
«Dovresti averne invece, e anche molta! »
«Perché conviene più a te o a Lui? »sibiló là ragazza a denti stretti mentre inchiodava Draco con lo sguardo, cercando di scavare a fondo dentro quegli occhi grigi, leggendoci dentro tutto quello che non avrebbe voluto trovarci, tormento, frustrazione..Dolore. Draco allungò piano una mano, afferrando il polso della ragazza strattonandolo appena per avvicinare meglio la ragazza a se. Prese il suo viso tra le mani affondando le dita tra i suoi capelli, scrutando quei pozzi neri in cui da tempo ormai ci si perdeva.
«Per te. Dannazione sei tu a dover avere paura di me. Hai visto che cosa sono veramente, e dovresti scappare. »
«Sono altre le cose che mi fanno paura Draco, e perderti è una di queste, non è di certo questo a farmi paura. » mormorò accarezzando il polso sinistro del ragazzo, consapevole che sotto a quegli strati di tessuto, sulla sua pelle era inciso per sempre il suo destino.
«Invece dovrebbe, stai toccando un Mangiamorte. »
«No » disse con decisione la ragazza, il suo sguardo si addolcì appena mentre avvicinava di più il viso a quello di lui vSto toccando la persona che amo. »
A quelle parole, Draco emise l'ennesimo e sofferente gemito, mentre le dita accarezzavano incessantemente le labbra della ragazza che si avvicinava, in cerca di un contatto maggiore. Ma non accadde. Lentamente, il ragazzo la prese per i fianchi e invertì le posizioni, facendola aderire al tronco su cui prima era appoggiato lui. Nevia alzò la testa quel tanto che bastava per vedere le labbra tirate di Draco restare serrate e gli occhi velarsi di un dolore che non credeva possibile.
«Draco..Non puoi salvare tutti, non da solo »
«Invece si. Questo segno che porto è un destino che non voglio farti vivere. »
«Quindi non era vero che mi amavi, giusto? »
Draco si avvicinò lentamente e si permise di posare le labbra su quelle di lei. Un bacio casto, candido e puro, come i suoi sentimenti verso la ragazza. Prima che Nevia potesse prolungare quel bacio, si separò dalle sue labbra, come se quello fosse stato un silenzioso addio.
«Mi mancherai. »mormorò piano. Più andava avanti più sentiva il suo cuore accartocciarsi su ste stesso, lasciandolo in preda a un dolore lancinante. «Non ho mai potuto offrirti di più, Nevia. Le promesse sull'amore incondizionato o sul vivere per sempre felici e contenti...Sono sempre state cose che io non ti avrei mai dato. »
Voltandosi, non vide il viso della ragazza riempirsi di lacrime mentre si portava le mani sulle labbra, incredula. I passi di Draco scricchiolavano sulla neve che ormai si era completamente adagiata a terra.
«No, Draco. »
Non voltarti.
 
«Ti prego non mi lasciare, se te ne vai non te lo perdonerò mai! »
Si sbaglia, sarai tu a non perdonarti mai tutto questo. Per tutto il resto della tua vita i suoi occhi pieni di dolore saranno l'unica cosa che ricorderai. La sua sofferenza sarà la tua. Ma almeno sarà viva.
A volte, il prezzo della felicità altrui è la propria infelicità.
 
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Mi sono sempre chiesta come sarebbe stato per Draco, vivere una storia d'amore ad Hogwarts, soprattutto considerando la sua scelta di schierarsi con il Signore Oscuro. Ho voluto provare a dare sfogo a questo mio piccolo sogno, che tenevo nascosto nel segreto della mia cameretta in attesa di vedere la luce. Seppur sia stato un breve viaggio, è stato intenso, e faticoso, soprattutto dopo che per molti anni non ho pubblicato nulla scritto con le mia manine. E per questo, ringrazio immensamente la mia amica Vale, che si è presa la briga di sopportarmi nei miei attimi di follia durante la stesura di questa breve storia. Ti voglio bene. 
Nevia
 
  
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