Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Dils    24/03/2009    7 recensioni
Piccola storia senza pretese su un incotro del trio prima dell'espresso per Hogawrts.
Tre bambini di sei anni che si sono persi. Un luna park. Un'amicizia appena nata.
Spero di avervi incuriosito.
Dile
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Il trio protagonista, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~  Amici per sempre? «

 

Quell’estate i signori Weasley avevano deciso di fare una gita alternativa, Arthur aveva scoperto una nuova passione, con grande disappunto di Molly, ovvero quella per i Babbani. Oggetti, usanze, tradizioni tutto lo ossessionava. Nell’ultimo anno aveva perfino costruito un aggeggio volante, che altro non era che un’automobile con la capacità di volo.

La signora Weasley pur non approvando la passione del marito, aveva concesso una gita ‘Babbana’ nella speranza che fosse passata presto questa devozione verso i non-magici.

Così, il primo Luglio, la famigliola al gran completo si trovava alla bell’e meglio seduta nella Ford Aglia che grazie ad un incantesimo riusciva a contenere bambini e coniugi.

- Mamma tove tiamo volando? - Ginny, cinque anni, guardava la mamma con occhi languidi in attesa di una risposta.

- In un Luna Park, cara - Spiegò Molly paziente, nonostante l’avesse detto almeno una decina di volte.

- E cosa è? - Domandò allora Ron,il penultimo arrivato,di sei anni.

 Arthur non fece in tempo a rispondere (sicuramente aveva pronta una vasta e dettagliata spiegazione, con tanto di illustrazioni) che i gemelli, le pesti della casa, presero parola.

- Un posto mostruoso, pieno di giganteschi, brutti e cattivi... - , iniziò gesticolando George, - ...ragni! - concluse ridendo Fred.

Ronald, che era traumatizzato dai ragni a causa di uno scherzo dei gemelli, scoppiò a piangere sommessamente, contagiando Ginevra, mentre i gemelli se la ridevano alla grande seguiti da Charlie e Bill.

“Un normale giornata Weasley”,pensò con il sorriso Molly prima di mettere su una faccia da cattiva  per spaventare Fred e George. Ah com’era dura il lavoro di mamma!

 

In un altro luogo, non troppo lontano, una bambina dalle disordinate trecce castane saltellava esaltata sul posto parlando così velocemente che nemmeno lei riusciva a capire ciò che diceva. Solamente quattro parole erano distinguibili - Mamma, Papà, Luna Park, muovetevi! -

- Hermione! Smettila dai, ora arrivo.. sìsì. Calma! -

I genitori sorridevano contenti alla figlia, era bellissimo vedere la loro piccola contenta per così poco.

Hermione era una bambino modello: curiosa, ubbidiente, intelligente ma quando si trattava di andare al Luna Park nessuno, e dico nessuno, riusciva a contenere la sua euforia.

- Papà mi compri lo zucchero filato? E i palloncini? E poi posso andare sulla quella giostra grande grande?? -

I Granger entrarono in aiuto e, canticchiando un’allegra canzone, si diressero  velocemente verso parco giochi.

 

Altra famiglia, altra storia.

In casa Dursley non si respirava la stessa armonia che caratterizzava i Weasley e i Granger.

Proprio in quel momento Vernon guardava con aria mista tra il rimprovero, anche se da rimproverare non c’era un bel niente, e lo schifato un bambino magro con una strana cicatrice sulla fronte seduto sul divano davanti a lui e colpito da una forte luce gialla, a mo di interrogatorio.

- Quali sono le regole, ragazzo? -  Harry non si reputava certo intelligente, come gli ripetevano gli zii ogni giorno, ma era certo che ragazzo non fosse il suo nome perciò non rispose.

Vernon interpretò il fatto come una chiara azione di rimprovero e sfacciataggine, il fatto che Harry non avesse ancora compiuto i sei anni non contava per niente, perciò divento rosso (segno che si sarebbe arrabbiato da un momento all’altro) e incominciò ad avere uno strano tic all’occhio destro.

- Che ragazzino ingrato! Non si degna nemmeno di rispondere! -

Fu allora che il bambino capì che si stava rivolgendo a lui: quando Vernon diventava rosso si rivolgeva sempre a lui.

- Non fare sceneggiate, non piangere, non chiedere né giocattoli né di salire sulle giostre né niente, stare in disparte più possibile, non parlare e non fare cose strane. -  Elencò allora Harry, pur non capendo cosa intendeva per cose strane.

- Bene -, bofonchiò lo zio, -  e adesso sali in macchina! -

Nonostante i numerosi divieti quel giorno Harry era al settimo cielo, avrebbe visto per la prima volta il Luna Park!

Dudley lo descriveva come un posto magnifico pieno di giochi, divertimento e di uomini gentili con il naso rosso e le scarpone, che aveva chiamato pagliacci, che ti facevano ridere al più non posso.

Non vedeva l’ora di arrivare.

 

Appena scesa alla macchina Hermione vide le prime attrazioni del parco e le si illuminarono gli occhi dallo stupore.

Andava al Luna Park ogni anno eppure ogni volta ne restava affascinata, i colori, i giochi, la sensazione magica erano la cosa che preferiva in assoluto.

Amava vedere i bambini felici con i loro genitori, l’aria di festa e di pace...Proprio mentre stava facendo i suoi ragionamenti per scegliere da quale giostra iniziare notò un bambino che se ne stava in disparte seduto sul marciapiede.

- Hei tu! - Gridò, ma lo strano bambino non parve sentire. Allora Hermione si allontanò dai genitori che, concentrati ad osservare la cartina del parco, non si accorsero di non averla più vicina.

- Che ci fai qua tutto solo?-  Gli domandò.

- Dici a me? -  Chiese a suo volta Harry che non capiva perchè per la prima volta da che si ricordava qualcuno si preoccupava per lui.

- Certo... -

- I miei zii mi hanno detto di aspettare qua. -

- Perchè? -

- Perchè Dudley voleva andare su quella giostra laggiù! -  Disse indicando la ruota panoramica.

- E perchè tu non ci sei salito?-

- Lo Zio non vuole, è una delle regole. Non sono mai salito su una giostra.- 

A Hermione questo sembrava un po’ bizzarro, come si poteva non essere mai andati su una giostra?

- Hai fatto qualcosa che non dovevi? -

- Non lo so...La Zia dice sempre che è colpa mia se la loro vita non è perfetta -

- I tuoi zii mi stanno davvero antipatici. Ti ci porto io sulle giostre! -

Harry ci mise un po’ a rispondere, se i suoi zii lo avessero scoperto l’avrebbe pagata cara ma la tentazione di andare  a divertirsi era troppa.

- Certo. Dove andiamo? -

- Chiedo ai miei genitori se...Ma dove sono? -  

Proprio in quel momento Hermione si accorse  che effettivamente era rimasta sola e spaventata si mise a piangere.

- Se voi ti aiuto io a trovarli...Non devono essere tanto lontani.. - Cercò di consolarla Harry,non sapeva come comportarsi, non aveva mai visto una bambina piangere. - Come ti chiami?-

- Hermione, e tu?-  -Harry. Allora Herm, vuoi essere mia amica? -

Dietro i grossi lacrimosi spuntò un sorriso, quel bambino era davvero gentile.

- Sì.-

- E adesso andiamo a cercare tua mamma e tuo papà! -

 

 

I Weasley erano appena arrivati al parco, Ron se ne stava vicino a Bill con il naso all’insù intento a contemplare quel bellissimo posto.

- Mamma ma sei sicura che non siamo in un posto magico? - Domandò Percy rapito dall’effettiva aria magica che si respirava in quel luogo.

Anche Molly ne era rimasta letteralmente folgorata, doveva ammettere che i Babbani erano davvero dei geni. Tra il caos generale nessuno si accorse che Ronald si era avvicinato ad un venditore di zucchero filato e che, ormai, si trovava molto lontano dalla famigliola.

- Ti sei perso piccolo? - Chiese gentile un uomo che lo aveva visto solo. Ronald si guardò intorno  e scorse una testa rossa. Convinto che fosse uno dei genitori, o dei fratelli, negò all’uomo e velocemente si diresse verso la chioma rossa. Per sua sfortuna, però, non era che un manichino dai capelli vermigli.

Dopo qualche minuto di panico il piccolo Weasley scoppiò in un inevitabile pianto che venne subito captato da due bambini che passavano di lì.

- Ti sei perso anche tu? -

La bambina lo guardava sorridendo, era davvero una bambina carina.

- Già... -

- Come ti chiami? -

- Ron -

- Noi siamo Hermione e Harry, anche noi stiamo cercando i nostri genitori -

- Siete fratelli? - Chiese subito lui come se fosse una cosa di vita o di morte, chissà poi perchè gli interessava. Hermione voleva tanto dire la verità, ma Harry la precedette - Sì, gemelli. -

Hermione lanciò un occhiata di disapprovazione a Harry ,che qualsiasi studente di Hogwarts avrebbe paragonato alla professoressa Minerva McGranitt, a cui lui rispose con un occhiolino bizzarro.

- A me non sembrate proprio gemelli, non siete uguali come Fred e George che sono identici! - Dichiarò Ron dopo un’attenta osservazione dei due.

- Che centra! Mica tutti i gemelli sono identici, sai? - Hermione non poteva evitare di rispondere di rispondere a tono quando sapeva le cose, e lei ne sapeva eccome. Leggeva già divinamente.

- Se lo dici te. Posso venire con voi? -

Così i tre bambini girovagarono per il parco finché, tra scherzi e giochi, non si dimenticarono della loro missione di ritrovare i genitori.

- Guardate là! - Urlò eccitato Ron dopo aver visto una vasca di palline.

Ron e Harry non vedevano l’ora di entrare dentro ma Hermione li fermò. - Non avete pagato. Non si può entrare! - 

A Ron quella bambina dava sui nervi, sapeva sempre tutto lei! - E chi lo dice sentiamo?-

- C’è scritto qua! Non sai leggere? -

- Veramente no, Miss-so-tutto-io ... -

- Non sono una sotto-tutto-io, sei tu che non sai un bel niente! -

Ronald avrebbe risposto a tono se, proprio in quel momento, non fosse stato interrotto da un abbracciò soffocante alla sue spalle.

- Dove ti sei cacciato razza di insolente? Ero preoccupatissima per te! -

L’analoga frase, seguita dalle stesse braccia soffocanti da madre, fu ripetuta a Hermione.

- Ragazzo! Guarda quanto tempo ci hai fatto perdere! Fila a casa e vedrai che punizione! -  Vernon era più rosso del solito e il suo tic stava superando le massima di preoccupazione, perfino la zia Petunia solitamente bianca come un cadavere mostrava vergogna nei confronti di quel nipote così imbarazzante.

Hermione scappò dall’abbraccio dei genitori e si avvicino ai ragazzi.

 

- Ron, Harry...ma voi mi volete bene? -

Si conoscevano da poco più di un ora ma, si sa, a quell’età non conta conoscersi bene, gli amici veri li senti a pelle. Così Harry rispose senza vergogna - Certo! -

Per Ron fu diverso, divento rosso come i suoi capelli e bofonchiò un debole - sì -, ma ad Hermione andava bene lo stesso e abbracciò contenta i due nuovi migliori amici.

- Promettetemi che saremo amici per sempre! -  Gridò senza aspettare una risposa che, ne era sicura, sarebbe stata affermativa.

 

I tre bambini vennero trasportati via dai parenti.

Harry venne minacciato di una inevitabile mega-punizione che lo avrebbe fatto digiuno per almeno due settimane. I gemelli prendevano in giro Ron canticchiando  - Ron si è fatto la ragazza, Ron si è fatto la ragazza! - Hermione, per quell’anno, non andò sulle giostre.

Ma a loro non importava, tutti e tre avevano il medesimo pensiero “Non mi dimenticherò mai di voi”, e così fu.

 

 

 

..Non tiratemi pomodori ( e nemmeno pc o insulti vari >.<) .

Mi è venuta in mente oggi mentre ero a casa malaticcia perciò abbiate pietà di me!

Credo che sia semplice e senza bisogno di spiegazioni, a voi i commenti.

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Dils