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Autore: marty0029    24/02/2016    4 recensioni
Gloria Perri, una ventitreenne che si trasferisce a New York dall'Italia. Una ragazza insicura che riesce a ritrovare un po' di sicurezza grazie all'amica Candice. Una ragazza con dei problemi dovuti ad un passato insistente e pesante. Una ragazza che senza saperlo diventerà un ossessione per Lui.
Bradley Lays, multimiliardario di fama mondiale. Possiede un attico nell'Upper East Side e un casinò a Las Vegas. Un uomo abituato a mantenere il controllo su tutto quello che lo circonda. Un uomo che tutti definiscono "Bello e Impossibile". Un uomo a cui difficilmente si può dire di no.
Questa è la storia di un amore avvolgente.
Un amore carnale, che porterà la nostra protagonista a sconvolgere completamente quello che conosceva prima di Lui.
Una storia che farà innamorare.
Diciamocelo ragazze... Ognuna di noi vorrebbe un Mr. Lays nella sua vita!
TRAILER--> https://www.youtube.com/watch?v=ktJsJKZ8aWE&list=UUSS-sqmw6wGG1nnmHxz2gDw
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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18) He loves you







-Bimba..- sussurrò strusciando la guancia contro la mia mano.

Ha parlato. Alzai di scatto la testa e lo guardai intensamente rendendomi conto che la sua bellissima voce era tutto quello che desideravo di più in questo momento.

-dimmi-

-io ti amo!-

Sgranai gli occhi e mi portai una mano sulla bocca mentre lui sembrava tornare miracolosamente a respirare in modo normale.
Mi amava? Sul serio? Era davvero riuscito a dire quelle parole che tanto mi sarei aspettata da lui? Smisi di respirare e mi buttai a terra sdraiata sulla schiena mentre guardavo il soffitto che sembrava abbassarsi sempre di più. Non riuscivo a parlare e soprattutto non riuscivo a capacitarmi di come fosse potuto accadere. Ci conoscevamo da così poche settimana che mi sembrava umanamente impossibile provare qualcosa di così forte per lui. Credevo di essere io quella sbagliata. Credevo di avere qualcosa che non andasse dopo essermi accertata dei sentimenti che provavo per lui e adesso eccolo qua. Fermo. Paralizzato. Immobile davanti alla sua confessione che mi rendeva impossibile anche solo muovermi.
Sobbalzai quando mi trovai davanti quegli occhi che tanto amavo e mi persi a guardarlo per qualche secondo. Era così bello che toglieva il fiato. Non ero in grado di credere che ero riuscita a prenderlo. Il mondo lo etichettava come lo scapolo più ambito d’America e non c’era nessun dubbio a riguardo. Io mi ero innamorata di lui a dispetto di tutto quello che aveva intorno. Per me era Bradley e basta. Il suo cognome non era importante per me. Io desideravo solo essere importante per lui. Non volevo altro. Mi aveva seguito senza battere ciglio in un paese che non gli apparteneva solo per il gusto e la voglia di stare con me. Non potevo credere davvero che avrebbe fatto queste cose per chiunque. Era chiaro come il sole di mezzogiorno che Bradley mi amava.

-tu mi ami?- chiesi con un tono divertito.

-che c’è di così strano Bimba?- mi domandò lasciando che una ruga comparisse sulla sua fronte.

-cosa c’è di normale Bradley? Cristo ci conosciamo da cinque minuti e ci siamo entrambi innamorati.. credevo di essere io quella che aveva qualche cosa che non andava!- risposi continuando a fissarlo da sopra di me.

Vidi comparire un sorriso sulla sua bellissima faccia da schiaffi e si chinò quel tanto che gli bastava per posare le sue labbra sopra le mie. Mmh. Adoravo quando mi baciava. c’era un qualcosa di magico quando le nostre labbra si incontravano. Potevo sentire il suo profumo e la sua voglia di me.
Approfondimmo il bacio e allungai le braccia quanto bastava per potergli circondare il collo. Lo attirai dolcemente più vicino e lui non facendoselo ripetere due volte lo fece. Bastava quel contatto ad entrambi per capire che quel qualcosa di assurdo che ci legava era reale. Noi eravamo reali.
Improvvisamente mi sollevò di peso e mi portò via dal bagno, raggiungendo a passi svelti e lunghi la camera da letto, dove mi depositò dolcemente continuando a baciarmi. Avremmo fatto sesso e dio solo poteva sapere quanto mi era mancato non sentirlo dentro di me. Una parte di me era sollevata di poter staccare la spina dal mondo al di fuori di quella suite per qualche momento.
Ancora non riuscivo a credere che stava succedendo tutto questo. Bradley Lays mi amava. Nonostante le mille e mille donne che aveva pronte a gettarsi ai suoi piedi lui aveva scelto me. Me. Questo mandava la mia autostima, prima bassa e inesistente, a dei picchi storici.

-dio quanto cazzo ti voglio Bimba- rantolò eccitato mentre si toglieva la maglia.

-ti voglio anche io Bradley! Sempre-

Il sorriso che mi rivolse mi dimostrò che veramente quest’uomo era innamorato di me. Era un sorriso unico che non mi aveva mai rivolto nessuno.
Anche io amavo Bradley Lays.
Si staccò da me quel tanto che bastava per permetterci di toglierci i vestiti di dosso e con una mossa studiata e veloce mi tolse il reggiseno, rendendomi completamente nuda davanti a lui. Senza esitazione mandai la sua camicia a farsi benedire e gli tolsi i pantaloni con una velocità inimmaginabile. Stavamo ritardando l’appagamento e tutto quello che c’era in più andava velocemente eliminato.

-Bradley ho bisogno di sapere una cosa..- bisbigliai al suo orecchio baciandolo sulla spalla adesso nuda.

Alzò gli occhi verso di me e mi guardò lasciando che quel blu sorprendente mi entrasse dentro e mi risucchiasse l’anima scura che avevo.

-tutto quello che vuoi Bimba. Lo sai.-

-prenderesti il comando se mai per qualche ragione dovessi perdere il controllo?-

Era una domanda difficile da fare per me. Lui sapeva il mio assoluto bisogno di libertà e di spazio. Odiavo prendere ordini e detestavo con ogni fibra del mio corpo il fatto di dover dipendere da qualcosa o da qualcuno, ma avevo il dannato bisogno di saperlo. Dovevo sapere che se le cose si sarebbero fatte complicate con mio padre, che se per qualche motivo ignoto fossi portata a perdere completamente la bussola, lui mi avrebbe riportato indietro. Dovevo esserne certa.

-dovresti saperlo che ormai passo la mia intera giornata a prendermi cura di te! Nulla in questo mondo è più importante di te e dell’amore che provo per te. Non ti perderai mai Bimba. Ci sarò sempre io a riportarti sulla retta via.-

Non avevo bisogno di sentirmi dire altro. Lo baciai con trasporto e lasciai che riprendesse da dove l’avevo interrotto. Avevo bisogno di lui adesso e le chiacchiere da ora in poi sarebbero valse zero.
Iniziai a baciarlo sotto il mento, poi sulla gola, sul petto e piano piano scendevo. Lo baciai e gli feci sentire i denti, lui su irrigidì e feci una capriola per l’emozione, ora aveva capito qual'è la mia intenzione. Continuai a baciarlo e ad abbassarmi, mi resi conto che indossava i boxer, presi dall’eccitazione del momento li avevamo completamente dimenticati, quindi infilai due dita tra il tessuto e la sua pelle calda e glieli sfilai, liberando la sua grossa erezione. Mi ci fiondai subito, senza indugio e senza timore, con la bocca e inizio veloce, molto veloce.
Lo vidi stringere forte le coperte con le mani e si irrigidirsi ancora di più per il mio gesto così inaspettato. Questa sua reazione mi diede una sicurezza inimmaginabile, quindi continuai per un bel po' nel tentativo di dargli piacere, avanti e indietro, giocando incessantemente con la lingua, pur non riuscendo a prenderlo tutto. Cazzo quanto amo quest’uomo.
All’improvviso ribalta le posizioni e me lo trovo di nuovo sopra di me con uno sguardo indecifrabile in viso. Riesco ad annullarmi davanti a quegli occhi così dannatamente blu. Mi sento persa. Alla deriva.

-devo entrarti dentro altrimenti scoppio- esclama prendendo una bustina dal comodino.

Sorrido davanti al suo romanticismo. Decisamente non fa per noi quando siamo nel bel mezzo del sesso. Siamo così. Tutto e subito. Lo osservo mentre si mette il profilattico e penso che sia arrivato il momento per me di prendere quella benedetta pillola o magari iniziare a pensare a qualche altra forma di contraccezione. Sentirlo dentro senza intrusi, senza ostacoli, mi manderebbe in estasi.
Bradley si posiziona sopra di me e mi penetra velocemente, come se da questo dipendesse la sua vita e io mi lascio andare ad un urlo inaspettato che ci prende entrambi in contropiede.
Lo stringo più forte a me sento il suo membro entrare e uscire da me ed ogni colpo è un piacere infinito. Ogni spinta mi toglie il fiato e mi fa desiderare che non mi lasci mai più andare via. Ci sono dentro fino al collo in questa relazione, ma anche lui. Mi ama. L’ha detto.


**
Mi svegliai di soprassalto ricordandomi improvvisamente dove mi trovavo e il motivo per il quale ero tornata in questa città che avevo giurato che non mi avrebbe mai più visto. Mio padre.
Controllai l’orologio che avevo al polso sinistro e lasciai che un imprecazione nascesse nella mia bocca. Erano le quattro del mattino, il che significava che avevo lasciato sola mia madre all’ospedale per quasi dieci ore. Merda. Bel modo avevo di riprendere i rapporti con la mia famiglia se non mi facevo vedere da loro. Ingoiai della bile che stava salendo e mi portai una mano alla bocca per ricacciare indietro un sapore orribile che mi stava sconquassando il corpo. Che cazzo avevo che non andava?
Mi voltai lentamente e trovai il mio Bello e Impossibile addormentato con la testa rivolta verso di me e un braccio sotto al mio cuscino come per tenermi al sicuro. Ci eravamo confessati i nostri sentimenti e la mia felicità era impagabile in quel momento. Se solo mio padre si fosse ripreso, avrei segnato questo anno come il migliore della mia vita. Lasciai che i miei occhi vagassero sul suo corpo scolpito mentre pensavo ad un piano d’attacca per andarmene senza disturbarlo. Sembrava che fossero diverse ore che non riposava e di svegliarlo per farmi portare all’ospedale non ne avevo nessuna intenzione.
Mi alzai veloce e scattante e la mia testa si ribellò facendomi barcollare un paio di passi prima che arrivassi al bagno della suite. Porca vacca, avevo davvero qualcosa che non andava. Ieri avevo vomitato anche le interiora e adesso mi sentivo debole e dannatamente instabile. Tutto questo stress mi avrebbe ucciso.
Sciacquai velocemente la faccia e spazzolai i denti con abbondante dentifricio nella speranza di mandare via tutto quel senso di nausea. Raccolsi i capelli in uno chignon e tornai in camera per rimettermi i vestiti che avevo sparsi per tutto il pavimento. Indossai velocemente il tutto e tornai a guardare Bradley che continuava a dormire sempre nella stessa posizione e lanciai un bacio volante nella sua direzione prima di raccogliere la borsa e scappare correndo verso l’ascensore. Dovevo arrivare di volata all’ospedale e rassicurare mia madre che non mi ero buttata alle spalle la vita di mio padre.
Arrivai nella hall come una furia e salutai distrattamente un portiere diverso da quello che mi aveva accolto qualche ora prima. Non avevo tempo da perdere. Mi infilai nel primo taxi che mi trovai davanti e diedi indicazioni per portarmi dalla mia famiglia.

-tutto bene signorina? Sembra che non stia bene-

Alzai lo sguardo verso il tassista e tirai fuori un sorriso forzato ma che speravo che l’avrebbe messo a tacere durante il breve tragitto. Si vedeva che aveva capito l’antifona e il piccolo cenno che fece con la testa mi fece intendere che da adesso in poi si sarebbe limitato a farsi i fatti suoi.
Guardai oltre il finestrino mentre vedevo la città che mi aveva cresciuta sfrecciare per le strade questi deserte. Ero nata in una piccola cittadina ad una trentina di chilometri da Firenze, ma passavo praticamente più tempo nel Capoluogo che in qualsiasi altro posto. Era qui che venivo trascinata dagli psicologi e qui che venivo ricoverata quando le cose non si facevano facili. Essermi confessata a Bradley, avergli sentito pronunciare i suoi sentimenti in questa città era come la ciliegina sulla torta. Mi portava ad amare e detestare questa città in egual misura. Sorrisi ripensando ai sentimenti che ci legavano. Mi aspettavo una chiamata o un messaggio da un momento all’altro. Non era difficile capire dove fossi scappata ed ero certa che alle prime luci dell’alba ci sarebbe stato anche lui in quella sala d’attesa all’ospedale.
Quando la macchina accostò, pagai il taxi e sospirai entrando nell’ospedale. Il reparto di cardio-chirurgia si trovava al terzo piano. Decisi di prendere le scale perchè improvvisamente tutta la forza e la voglia di vedere mia madre e mio padre era affievolita, lasciando il posto al senso di colpa. Quella povera donna doveva avermi aspettato per ore. Arrivai al piano e fui sorpresa di vedere mia madre appoggiata alla macchinetta del caffè con uno sguardo perso nel vuoto. Non era così quando l’avevo lasciata prima. Sembrava che si fosse leggermente rigenerata dopo la capatina che aveva fatto a casa.
Feci un passo nella sua direzione e lei alzò gli occhi, rivelandoli completamente avvolti dalle lacrime. Aumentai il passo fino quasi a correre verso di lei e la vidi buttarsi a capo fitto verso di me e per poco non persi l’equilibro facendoci cadere entrambe.

-che succede mamma?- domandai in pena.

I singhiozzi le impedivano di parlare e l’adrenalina che avevo in corpo mi stava lasciando, e al suo posto stavo per vomitare nuovamente. Avevo una paura fottuta che mi dicesse che non c’era più niente da fare. Che mi dicesse che mio padre era morto. Che cazzo stava succedendo?

-ti prego parlami. Non ci capisco niente.- esclamai in preda al panico allontanandola leggermente da me.

-ha avuto un altro infarto Gloria. Un altro infarto. Adesso non è più in coma farmacologico. È in un coma dalla quale probabilmente non si risveglierà mai più.- singhiozzò tirando su con il naso e rimettendosi in posizione eretta.

-cosa? Quando?-

-circa un paio di ore fa. Il dottore è appena stato a darmi la notizia.. le possibilità di rivedere i suoi occhi aperti sono scese al dieci percento.- rantolò prima di scoppiare di nuovo a piangere.

Mi portai una mano alla bocca e soffocai un urlo disperato. Avevo lasciato sola mia madre nel momento peggiore della sua vita. Avevo messo davanti i miei sentimenti e la mia voglia di stare con Bradley alla mia famiglia e il risultato era la morte cerebrale di mio padre. Ero uno schifo di persona e una disgrazia come figlia. Scoppiai a piangere a mia volta e abbracciai mia madre come se fosse la mia ancora di salvezza. Non volevo che adesso pensasse che sarebbe rimasta sola. Mi sarei presa cura io di entrambe.

-aggrappiamoci a quel piccolo dieci percento mamma.. niente è perduto!-

-avresti dovuto sentire il dottore poco fa. Per lui è un miracolo che ancora non sia morto.-

-lui si sbaglia. Non conosce mio padre. Lui ci stupirà tutti. Stupirà quel dannato dottore e stupirà anche te.- ribattei punta nell’orgoglio.

-da quando te ne eri andata tuo padre era cambiato. Era diventato più distante e più distaccato dalla vita che gli passava davanti. Questa è la mia più grande paura Gloria. Ho paura che non abbia un valido motivo per poter combattere.-

Scossi violentemente la testa e mi maledissi circa mille volte per non aver mai riposto alle loro chiamate. Cercavo sempre il modo per evitare di avere contatti da non capire che forse se avessi risposto a quel fottuto telefono, avrei sentito una persona pentita.
Il telefono all’interno della mia borsa prese a suonare, richiamando l’attenzione non solo di mia madre ma anche di altri sfortunati parenti che stavano aspettando e sperando. Bisbigliai una imprecazione e mi affrettai a cercarlo per poterlo far smettere. Chiunque fosse dall’altra parte dell’apparecchio avrebbe potuto aspettare qualche altra ora. Adesso niente era importante se non mio padre e mia madre di riflesso.

-oggi dovrebbe arrivare il cardiologo di fama mondiale che Bradley ha fatto venire apposta in Italia per visitare papà. Niente è perduto.- dissi più a me stessa che mia madre che sembrò ricordarsi quel piccolo dettaglio.

-vorrei avere un po' del tuo sangue freddo e della tua determinazione figlia mia..-

La guardai come si guardava un bambino piccolo e indifeso e l’abbraccia appoggiando il mento sulla sua testa e premendola contro il mio busto. Adesso come non mai avevamo bisogno della famiglia unita che, sfortunatamente per noi, non eravamo mai riusciti ad essere.
Non so per quanto tempo rimanemmo in quella posizione che stava iniziando a diventare abbastanza scomoda per entrambe, ma quando finalmente mi decisi a riaprire gli occhi, Bradley mi stava davanti, con accanto un uomo sulla cinquantina che guardava la scena con una certa distanza. Sembrava che non fosse veramente in quel posto. Doveva essere il dottore e in questo momento era l’unica persona che avrei voluto vedere. Il mio amore per Bradley e i nostri sentimenti finalmente svelati, avrebbero potuto aspettare qualche altro giorno.

-Gloria, Mrs Perri, vi presento il Dott. Fillmore, lui è il primario di cardiologia del John Hopkins Hospital di Baltimora.- esclamò Bradley presentandoci il primario.

Mi staccai da mia madre abbastanza velocemente e strinsi forte e decisa la mano di quel dottore. Da qualche parte avevo letto che una semplice stretta di mano poteva dire molto della persona che avevamo di fronte. Se fosse stato uno smidollato, mi avrebbe dato la mano in modo veloce e debole, ma quest’uomo stringeva forte e consapevole. Qualcosa mi faceva tornare a sperare che forse avrebbe potuto aiutarci.
Vidi mia madre imitarmi subito e con la coda dell’occhio guardai Bradley che non mi toglieva gli occhi di dosso. Ero fuggita in modo codardo e lo sapevo, ma non era il momento per noi. Sapevo i suoi sentimenti e saperlo qui mi dava una discreta forza che non credevo di avere, ma per il momento il nostro rapporto era un qualcosa di troppo.

-Mr. Lays mi ha fatto avere la cartella clinica di Mr. Perri e mentre ero in viaggio ho potuto studiarla accuratamente, credo sia arrivato per me il momento di vedere il paziente!- disse il Dott. Fillmore facendo intendere che le chiacchere stavano a zero in quel momento.

-ci sono stati degli sviluppi Dottore, credo che dovrebbe essere informato.- replicai stringendomi le spalle e ringraziando i santi per il fatto che la conversazione si stava svolgendo in inglese.

Mia madre guardava la scena in disparte tenendo la testa bassa e facendomi venire la pelle d’oca. Quella donna era così diversa da quella che mi aveva spinto a prendere un aereo per scappare.
Sentì le braccia di Bradley stringermi e in quel momento mi resi conto di essere di nuovo scoppiata a piangere. Porca vacca.

-ha avuto un altro infarto. Gli era stato indotto il coma farmacologico, ma adesso si trova in un coma a tutti gli effetti.. temiamo che non abbia la forza necessaria per svegliarsi.- dissi velocemente e tentando di sopprimere i singhiozzi.

-capisco.. sicuramente avranno gli incartamenti di queste evoluzioni mediche del paziente.. mi lasci fare il mio lavoro Miss.- esclamò con un sorriso.

Tentai di sorridere anche io mentre mia madre lo accompagnava nella camera di papà e io mi ritrovavo circondata da due braccia che conoscevo molto bene. Alzai lo sguardo e lo puntai su quegli occhi che mi avevano fatta innamorare.

-potevi dirmelo.. sarei venuto con te-

-l’ho scoperto appena sono arrivata qua. Mi sono svegliata rendendomi conto che era tardi.. avevo detto a mia madre che sarei tornata presto e quando sono arrivata l’ho trovata in uno stato tremendo.-

-adesso che Fillmore è qua qualcosa cambierà vedrai! È il migliore nel suo campo e lo pago abbastanza perchè non fallisca!-

-senza di te non sarei stata in grado di affrontare questa situazione..-

Non riesco ad ascoltare la risposta di Bradley perchè sento che un peso di dimensioni cosmiche si mette sopra il mio cuore e chiudo gli occhi lasciando che un oblio buio e freddo mi prenda con se. Era molto tempo che non svenivo.

**

-non mi interessa Diana. Non posso lasciare l’Italia, adesso più che mai! Avvisa Sullivan e mettilo in contatto con Mr. Douglas, voglio che venga concluso questo affare!- sbuffò chiudendo la comunicazione.

Aprì a fatica un occhio e mi ricordai del mio tracollo. Merda. Papà.

-ehi.. Bimba-

-c-cosa è successo? Mio padre?-

-tuo padre lo sta visitando il Dott. Fillmore. Tu sei svenuta Gloria. Accumulo di stress, così ha detto l’infermiera che ti ha soccorsa.-

Accumulo di stress.
Possibile.
Sono diverse notti che non riesco a dormire decentemente e sono altrettanti giorni che non riesco a far finire. Bradley, mio padre, mia madre. Troppo stress. Cazzo.
Guardo il bellissimo uomo che ho accanto e lo vedo sedersi sulla sedia al lato del letto. Mi prende una mano e ci posa sopra un delicato bacio.
Accumulo di stress.
Sarebbe tipico di me e della vecchia Gloria che non si allontana mai troppo.

-sono morto cento volte quando ho visto che mi sei svenuta davanti.-

-non volevo farti preoccupare.-

-ti amo Gloria, cerca di ricordartelo la prossima volte che tenti di dubitarlo!-

Lasciai che si avvicinasse alle mie labbra e risposi al suo bacio cercando di renderlo decisamente più interessante. Lo volevo. Notte e giorno. Sempre.

-piano Bimba. Siamo in un fottuto ospedale. Per quanto la mia voglia di te non si possa decisamente placare, non intendo prenderti qui- borbottò alzandosi e facendomi sorridere.

-sto meglio, voglio andare a vedere mio padre.-

Bradley annuì e mi accompagnò nella zona di cura in cui si trovava mio padre. Mi lasciai alle spalle quella fredda e triste stanza di ospedale per entrare dentro ad una che sembrava esattamente la stessa copia.

-uh Miss Perri giusto in tempo, ho fatto fare una TAC a suo padre ed è risultato che la massa che si era formata in testa è fortunatamente diminuita, per questo stavo provando a spiegare a sua madre che posso procedere con un intervento al cuore.-

Mi bloccai vacillando leggermente.
Intervento a cuore aperto? Ma mio padre era privo di coscienza da così tanti giorni che non ero del tutto sicura che avrebbe potuto sostenere un’operazione di quella portata.

-percepisco le sue paure Miss, ma se non tentiamo l’operazione, c’è l’90% delle possibilità che suo padre resti in coma per sempre.-

-Fillmore qual’è la percentuale di portare a termine con successo l’operazione?- domandò Bradley da dietro di me e facendomi un favore gigante. Quella sarebbe stata la mia prossima domanda.

-con la massa alla testa ridotta ho l’80% di successo sull’operazione e se questa va a buon fine nell’arco di 72 ore il paziente uscirà dal coma.- spiegò gentilmente.

-mamma..-

-non ho capito molto Gloria, ma mi fido di quest’uomo e voglio che tuo padre si salvi. Fagli fare quello che vuole, purchè me lo riporti indietro.-

Mi avvicinai a lei e le baciai la fronte, essendo più alta di lei di qualche centimetro. Era deciso allora. l’operazione ci sarebbe stata e avrebbe portato al risveglio di mio padre. Doveva andare così. Ero sollevata che nonostante non avesse capito la conversazione, lasciasse che comunque qualcuno facesse qualcosa a papà. Questa donna era così diversa adesso.

-chiedo di preparare una sala operatoria e mi metto subito in contatto con l’Equipe che avete fatto venire con me Mr. Lays. Saremo pronti a procedere tra un ora al massimo.- decretò il Dott. Fillmore uscendo.

-Equipe?- domandai a Bradley che rimaneva sulla porta a guardare la scena con mia madre.

-ogni bravo dottore ha il suo Team stellare, non gli avrei permesso di operare tuo padre senza il suo entourage- replicò stringendo le spalle.

-ti ama.- mi sussurrò mia madre con un sorriso dolce, che non le avevo mai visto fare in più di vent’anni di vita.

-lo amo.- risposi come se fosse ovvio.

-se volete scusarmi, vi lascio sole con Mr. Perri, devo fare qualche telefonata.- disse Bradley facendo un cenno con la testa e uscendo dalla stanza di mio padre.

-nessuno sarà mai in grado di ripagarlo per quello che sta facendo per Alessandro.-

-nessuno deve ripagarlo mamma. Anche volendo, credo che non riusciremmo a lavorare nemmeno una vita intera per ridare la cifra che ha portato qua il dott. Fillmore- esclamai sedendomi sul bracciolo della poltrona accanto al letto di papà.

-è bello vedere un amore così puro e reale Gloria.. avevo paura che ti avessimo segnato per sempre- disse tirando su con il naso e facendo qualche passo per la stanza.

-non è il momento per parlare di questo mamma, piuttosto vorrei provare a spiegarti quello che il dottore ha detti riguardo all’intervento.-

-non ho capito praticamente niente.-

Le feci un sorriso gentile e la invitai a sedersi accanto a me. Le avrei detto tutto e se avesse trovato l’idea una cazzata, l’avrei fatta ragionare, perchè quello era l’unico modo per far tornare mio padre.

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OK... CHIEDO UMILMENTE VENIA....

SONO STATA SUPER IMPEGNATA, MA PROMETTO CHE PORTERO' A TERMINE LA STORIA... LO GIURO!!!!!!

MANDO UN BACIO GIGANTE A TUTTI E VI AUGURO UNA BUONA SERATA!! 

GRAZIE RAGAZZI!!!   


 
MARTI0029
   
 
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