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Autore: Erina91    24/02/2016    6 recensioni
“cos'è quel sentimento che provo ogni volta che incrocio lo sguardo di Satoshi? Sento una gran tranquillità quando mi trovo tra le sue braccia e il tocco dolce di Satoshi mi sembra davvero piacevole. Perché provo certe sensazioni?”
Erina stava leggendo per l'ennesima volta il suo manga shoujo preferito che parlava della storia d'amore tra Satoshi e Sumiko. Tutte le volte che lo rileggeva si emozionava come una bambina e le brillava gli occhi nei momenti ricchi di sentimento. Per chi conosceva apparentemente Erina, l'avrebbe descritta come una sedicenne fredda e distaccata, dal temperamento critico e altezzoso, il cui scopo era quello di giudicare solo dal punto di vista esteriere poiché nata in una famiglia d'alta classe sociale. Ma Erina Nakiri era molto più complessa di quel che appariva e questo solamente la sua migliore amica Hisako Arato ne era a conoscenza. Erina era una persona abbastanza fragile dentro, sentimentale.. e celeva un passato che avrebbe voluto dimenticare. Pairing: Soma x Erina (Sorina)
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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June 16



Avevano lavorato tutto il giorno sotto i suoi ordini. Nonostante li avesse tenuti in “riga” a causa di molte naturalità ribelli, ce l'avevano fatta a terminare ogni piatto entro l'ora stabilita. Le sue Ganache al cioccolato erano al sicuro, a conservare nel freezer già dall'alba, pronte ad essere servite in tavola.
Essendo un piatto semifreddo aveva bisogno di essere conservato a bassa temperatura per tutto il giorno.
Era riuscita a preparlo prima di andare nelle cucine ad instruire e coordinare la lista di studenti scelti da suo nonno. Strano ma vero, le sembrava di aver ottenuto una buona collaborazione da parte degli altri e viste le piccole dispute e le rivalità che regnavano tra alcuni membri del gruppo, era rimasta colpita che fosse andato tutto per il verso giusto. Non aveva visto precisamente cosa i ragazzi avevano aggiunto di speciale alle loro creazioni, poiché era troppo impegnata a gestire le postazioni e a dare indicazioni.
Tuttavia, che fossero usciti dei piatti decenti o meno era un problema loro; per conto suo, le sue ganache avrebbero sorpreso a dovere i clienti di suo nonno e questa era ciò che contava di più per lei.
Non negava di essere curiosa di sapere cosa ne avesse fatto della zuppa di pesce Yukihira e ora che era quasi l'ora del banchetto, la curiosità era aumentata.
Lanciò una rapida occhiata all'orologio affisso al muro, in cucina, seduta su uno dei pochi panchetti che la riempivano. Gli altri stavano sistemando e ripulendo gli attrezzi usati per cucinare ed erano quasi a fine, per cui decise di scuoterli un po'. -ragazzi!- attirò la loro attenzione in tono autoritario.
I suoi compagni smisero di sistemare e si voltarono verso di lei, Yukihira le sorrise come sempre.
-appena avete finito di pulire e rigovernare le attrezzature andate a cambiarvi per la serata.- li invitò spiccia.
Il gruppo si sorprese e fu Hisako la prima a parlare:
-pensavo che saremmo dovuti restare nelle cucine per passare i piatti ai camerieri.-
-è mio nonno che decide. Lui vi ha fatto cucinare, però mi ha anche detto di dirvi che pure voi avreste partecipato alla cena in modo da vedere le reazioni dei suoi ospiti ai vostri piatti. Restando nelle cucine, non potete vedere cosa ne pensano e tantomeno comprendere i vostri errori e se li avete fatti o meno.
È una cosa importante anche questa.-
-e chi resterà nelle cucine a passare i piatti preparati ai camerieri?- intervenne Yukihira.
-abbiamo altri cuochi, quelli che lavorano per la famiglia Nakiri da anni, si occuperanno loro di questo.
Non dimenticate che anche voi siete ospiti di mio nonno.-
-bene! Allora vado subito a prepararmi!- esclamò squillante, Alice.
-non correre cuginetta, la tua postazione è ancora tutta da mettere in ordine.- la riprese severa.
-possono andarci solo chi ha già finito di rimettere apposto.-
-allora io ed Hayama ci avviamo.- affermò Hisako.
-bene, andate pure.- acconsentì lei.
-tu non ti avvii a prepararti?- domandò Takumi.
-aspetto che abbiate finito tutti, in modo che non possiate violare le regole.-
-d'accordo. Allora tra poco anch'io e Isami abbiamo finito.-
Erina annuì.

Dopo una buona mezz'ora, anche i gemelli Aldini uscirono dalla cucina seguiti da una contrariata Alice e un imbronciato Ryou. Finirono per rimanere da soli lei e Yukihira, l'atmosfera inizò a farsi tesa e imbarazzante: dopo quello che era successo ieri tra loro, non si erano più trovati in una situazione d'intimità tale.
-non sei un po' troppo lento, Yukihira?- cominciò provocatoria, lei, in un tentativo di smorzare l'irrequietezza che si era creata da quando gli altri erano usciti.
-non sono esattamente interessato al banchetto di tuo nonno.
Il lavoro in cucina l'ho svolto, non ho più niente che mi interessi. Sto, quindi, cercando di traccheggiare per rallentare il momento in cui dovrò vestirmi elegante ed entrare nel salone.-
-non posso credere che non sei interessato a sapere cosa pensano del tuo piatto gli ospiti di mio nonno.
Sei talmente convinto di avere successo, che neanche ti preoccupi.
Non pensi di avere un atteggiamento un “tantino” arrogante?-
-può darsi che lo sia, Nakiri.- ridacchiò, pulendo con una spugna bagnata e insaponata il banco.
Era inutile, Yukihira non coglieva le sue allusioni, anzi, le ignorava totalmente.
Sbuffò silenziosamente, alzandosi dal panchetto e avviandosi verso la porta.
-fai come vuoi, ma resti da solo.- sbottò seccata.
-non posso perdere tempo a stare dietro a te, devo andare a cambiarmi.-
-non mi dà fastidio la tua presenza, Nakiri, al contrario di quello che pensi.-
Lei si sentì arrossire: era la prima volta che qualcuno le diceva apertamente di stare bene con lei.
Certo.. sapeva che valeva lo stesso per Hisako e Jess, ma detto da Yukihira la frase suonò ben diversa. Sapeva perché: era attratta da quel ragazzo, ma lui non doveva assolutamente saperlo.
-invece a me stare con te irrita.- farfugliò in un taglio insicuro, sperando che lui ricevesse il celato messaggio benché falso. Sentì le mani di Yukihira farsi silenziose e dedusse che avesse smesso di sistemare.
-capisco. Mi dispiace per ieri.- asserì a bassa voce.
Erina sapeva a cosa si riferissero quelle “scuse”, ma finse di non capirlo:
-scusa per cosa, Yukihira?-
Si voltò verso di lui, incontrando il suo sguardo deluso.
Vedendo quell'espressione amareggiata e ferita sul suo volto, avvertì un doloroso groppo al cuore.
Era per caso senso di colpa? Era stata troppo fredda?
Se non si fosse comportata così lui non si sarebbe mai allontanato da lei, non avrebbe mai iniziato ad odiarla.
Era veramente ciò che voleva essere odiata da lui?
Lo stava allontanando per un preciso scopo, era convinta della scelta fatta fino a ieri, eppure vederlo così le faceva dannatamente male. Poteva un semplice interesse essere così doloroso da essere respinto e represso?
Se quel sentimento faceva tanto male era davvero uno schifo, pensò con disgusto.
Ma quello che Erina si chiedeva di più, però, era per quale assurdo motivo Yukihira si preoccupasse tanto per lei. Per una persona che lo aveva sempre infamato e continuava ad essere così insesibile nei suoi confronti, nonostante tutto. L'altruismo e l'atteggiamento modesto e amichevole di Yukihira la mettevano in difficoltà, la imbestialivano perché non sapeva come combatterli, come difedersi da essi. Come proteggersi da quello che sentiva. -lascia perdere Nakiri.- convenne allora, lui.
In quel momento avrebbe tanto voluto scusarsi con lui per essere stata tanto meschina da fingere di non aver considerato in modo particolare quell'attimo delicato tra loro, ma era troppo cocciuta ed orgogliosa per farlo. Sentì gli occhi pizzicarle, sfiorando appena le ciglia. Era ridicolo.
Stava davvero per scoppiare a piangere come una mocciosa?
Yukihira non doveva vederla così fragile ed indifesa, dunque fece per andare verso la porta e uscire ma si sentì afferrare per un polso. -aspetta..- fiatò lui, solleticandole sulla pelle con il suo caldo respiro: dei brividi, solo a quel breve contatto, le attraversarono tutto il corpo. Si era accorto che stava per piangere?
Era sicura di aver ricacciato dentro le lacrime e che lui non lo avesse capito, ma evidentemente non era così.
-scusami per ieri.- ripeté ancora -ho fatto qualcosa che ti ha infastidito.. che tu lo ricordi o meno, è giusto che mi scusi.- dichiarò lui. Non aveva ancora lasciato il suo polso e la pelle dove lui la stava toccando sembrava bruciare al suo tatto. Non era un bruciare che le faceva male, aveva un senso diverso.
Sentiva il tepore della mano di Yukihira avvolgerla con dolcezza. Una dolcezza che non aveva mai sentito al tocco di nessuno. Provò la stessa sensazione di piacevolezza che l'aveva invasa ogni volta che loro due finivano per essere vicini, per sbaglio o di loro spontanea volontà, come era successo ieri nella sua cucina.
In quel momento avrebbe voluto che lui non le lasciasse mai quel polso, ma non poteva acconsentire a ciò: aveva dei doveri e dei principi nobili da rispettare.
-non so di cosa tu stia parlando, Yukihira, ma accetto le tue scuse.- difatti rispose sbrigativa.
Fece per scostare la mano dalla presa ferrea di lui, ma Yukihira la strinse ancora.
-cosa stai facendo? Hai detto quello che volevi, perché continui a fare così?-
Se fossero ancora rimasti in quella situazione: lui che non la faceva allontanare, i loro occhi che si specchiano l'un l'altro, avrebbe presto avuto bisogno di un defribillatore a causa della mancanza di respiro.
-puoi restare in cucina, Nakiri. Hai aspettato che finissero tutti di rimettere, aspetta anche me.-
La guardò con dolcezza, sorridendole.
-chi sei.. un bambino viziato??- esplose lei.
-perché dovrei restare ancora qui se hai ammesso apertamente di star traccheggiando apposta?-
-perché neanche tu hai voglia di andare a cambiarti e tornare ad essere la prediletta nipote del preside.
A te non piacciano davvero questi eventi pubblici, vero?-
Lei si sorprese di fronte a quell'affermazione scaltra quanto veritiera.
Come poteva Yukihira aver capito cosa le passava per la testa?
A lei piaceva la vita di lusso che faceva e si era abituata a convivere con essa, ma come tutti gli esseri umani aveva dei momenti in cui avrebbe desiderato godersi i suoi spazi e con la vita da vip, della famosa nipote di Senzaemon Nakiri, questo non era sempre possibile, anzi, non lo era affatto.
-su quali ridicole prove basi l'insinuazione che hai appena fatto, Yukihira?-
-perché hai affermato di voler aspettare che tutti rimettessero in ordine la loro posizione quando potevi benissimo andare per prima a cambiarti. Sapevi che lo avremmo fatto comunque, dato che la norme igieniche sono tra le regole più importanti per la carriera di uno chef. Chi frequenta la Tootsuki non può non saperlo.- spiegò tranquillo. -questo vuol dire che non sprizzi di gioia all'idea di partecipare, Nakiri.-
Lei non si risparmiò un'occhiataccia irritata.
-ho anche detto che non mi piace stare con te, soprattutto per i tuoi gesti da maniaco che accusi in alcuni momenti.- Accidenti! Si era incastrata da sola con quella frase.
Arrossì visibilmente, aveva appena ammesso di ricordarsi distintamente del momento di intimità tra loro.
Yukihira sgranò gli occhi. -allora hai capito perché volevo scusarmi.-
-certo che no!- borbottò impacciata, non sapendo come proseguire dato che non aveva scuse.
Portò le iridi a terra, desiderando sotterrarsi per la vergogna e la figura da idiota che aveva fatto.
“Accidenti a te, Yukihira!” lo maledì mentalmente.
Lui scoppiò a ridere divertito, tanto che lei si meravigliò della sua sguaiata reazione.
-che c'è da ridere? E poi, una buona volta, vuoi lasciarmi il polso?-
Lui non sembrava intenzionato a darsi una calmata, tantomeno a rispettare la sua richiesta.
-sei incredibile, Nakiri. Questo tuo lato sbarazzino non è male. Non sapevo lo avessi.- commentò ridacchiando. Sembrava più sollevato adesso. Non era quella sensazione di leggerezza mostrata sul volto rilassato di Yukihira a farla andare in brodo di giuggiule o almeno, non solo quella, era stata la parola “sbarazzino” a farlo: Yukihira le aveva detto la stessa frase di Saiba. Inotre, quando rideva, era ancora più bello.
Oltre a farle battere il cuore a mille per il suo complimento, le aveva anche acceso un sorriso incantevole che questa volta non sfuggì a Yukihira:
-non credevo nemmeno sapessi sorridere con tanta sincerità, Nakiri.- appunto aggiunse, tornando ad immergersi nei suoi occhi con profondità.


 
 
****


Cos'era quel bel sorriso Nakiri?
Volevi per caso farlo impazzire.
Soma indugiò sfuggevolmente sulla labbra fini di Erina, desiderando assaggiarle più che mai.
Il sorriso che gli aveva riservato non aveva fatto altro che incrementare questo suo desiderio: avrebbe voluto posare le sue labbra su quelle di lei come per catturarlo. Voleva che quel dolce sorriso fosse solo per lui.
Non per Carter né per suo padre. Ma fosse stato anche per Carter, soprattutto, lo avrebbe infastidito.
Perché l'aveva fermata per il polso?
Ovvio, perché non voleva che indossasse nuovamente un bellissimo vestito e accogliesse l'avambraccio di Carter al posto suo. Perché voleva tenerla con sé. Gradiva averla accanto.
Non aveva traccheggiato solo perché non gli interessava il banchetto, lo aveva fatto perché per creare un altro momento da condividere solo loro due. Per scusarsi del suo gesto impulsivo, certo, ma anche per farsi notare da lei. Per prendersi egoisticamente un vantaggio con Carter. Per godersela prima che il suo rivale apparisse di nuovo e la allontanasse da lui con le sue impreziosite maniere. Per evitare anche che i suoi occhi svogliati non uscissero da quelle cucine per essere nuovamente al centro dell'attenzione di tutti.
Sì.. si era accorto, grazie agli ordini di Nakiri, che non aveva voglia di partecipare al banchetto quella sera e lui aveva deciso di assecondarla, nella speranza di impedirglielo. Sapeva di non poterla trattenere a lungo e neanche lui poteva permetterselo. Era sicuro che i suoi piatti sarebbero stati apprezzati dagli ospiti, ma voleva comunque sapere cosa ne pensavano. Al contrariario di quello che aveva fatto credere a Nakiri, interiormente non era così presuntuoso da essere sicuro delle perfezione trasmessa ai suoi piatti.
Voleva allungare il volto verso di lei e stuzziccare uno dei labbri della ragazza_superiore o inferiore non importava_ e oltretutto non riusciava a spostare lo sguardo da quello di Nakiri da come ne era attratto.
Si era scusato adesso per non essere riuscito a controllare la sua razionalità mentale, il giorno prima, e non poteva mandare a quel paese lo sforzo che aveva fatto per dirle che le dispiaceva. Perché sì, a lui non era dispiaciuto sul serio. Sapeva di ever sbagliato a non pensare ai sentimenti di lei e a come avrebbe reagito di fronte ad una azione così esplicita, ma nello stesso tempo avrebbe voluto osare di più, come bramava anche in quel momento che erano un'altra volta da soli.
Era davvero difficile gestire la forte attrazione fisica che sentiva per lei?
La risposta la sapeva già da solo, ma essa lo destabilizzava, poiché non era abituato a sentirsi eccitato al di fuori di quello che gli scaturiva la passione per la cucina.
-smettila di dire certe frasi, Yukihira.- interruppe i suoi pensieri, lei, imbarazzata.
-lo penso sul serio, Nakiri, puoi credermi.-
-devo andare adesso.- farfugliò dimenandosi. -Potresti lasciarmi, per cortesia, la mano?-
Lui sapeva che aveva ignorato di proposito le sue parole e decise di ascoltare la sua richiesta, così lasciò la presa. -d'accordo, andiamo.- acconsetì arreso.
La ragazza lo guardò un'ultima volta negli occhi e in seguito uscì dalle cucine.
Per l'ennesima volta si era fatto coinvolgere dalle emozioni, da quella forte attrazione che lo spingeva ad accorciare le distanze tra loro. Se si fosse chiesto se era pentito di aver di nuovo provato ad avvicinarla, di averla costretta a portare gli occhi su di lui, beh.. la risposta che si sarebbe dato non poteva essere che negativa. Tra i pensieri andò dritto in camera sua ad indossare il solito noioso smoking.

Quando arrivò nella sala in giacca e cravatta, l'atmosfera che gli si presentò era naturalmente scicchettosa: tutti i presenti erano vestiti benissimo e pronti ad intrattenere conversazioni di solidarietà e di gradita accoglienza. Il resto dei suoi compagni sembravano a loro agio, abituati a controllare situazioni di quel tipo, visto che erano tutti di buona famiglia_tranna Hayama forse_ma nonostante la sua aria “spocchiosa” se la cavava. Le ragazze erano intonate nel proprio stile vestiario: Hisako indossava una camicia bianca tipo body con del pizzo nero che si estendeva sul petto e sulle spalle, infilata nei pantaloni, essi erano neri con una cintura dorata legata in vita a fare da ornamento. Un paio di decolleté scamosciati stretti ai piedi; era uno stile semplice, eppure si adattava perfettamente alla personalià di Hisako.
Alice portava un vestito in lungo di un acceso color salmane senza spalline e dei tacchi bianchi ai piedi.
I ragazzi, invece, erano tutti in smoking_escluso Ryou che preferiva stare più comodo_.
Più là c'era anche Jess, da solo, che si guardava attorno studiando tutti gli invitati.
Come l'altra volta, pareva cercare Nakiri.
Questa volta non c'era il buffet per servirsi da soli: i tavoli stondati sempre apparecchiati in maniera raffinata avevano già i posti stabiliti attraverso un cartellino con il nome e il cognome di ogni ospite. I piatti sarebbero stati serviti dai camerieri come in un vero ristorante e i clienti avevano solo il compito di stare seduti composti.
Adocchiò suo padre disteso in un'espressione rilassata, una mano su un fianco con eleganza, impegnato in un acceso dialogo con quella che era la madre di Alice e la zia di Erina.
Come al solito, suo padre aveva una predilizione per le belle donne.
Il preside invece, come di routine, passava da un ospite all'altro in modo da considerare tutti, come il vero leader di quell'evento_ed in effetti lo era_.

Il banchetto non era ancora iniziato e nessuno aveva già assaggiato i piatti serviti.
L'ospite che Soma attendeva di più, però, non l'aveva ancora deliziati con la sua presenza.
Iniziò a pensare che non fosse un caso che Nakiri comparisse in sala sempre per ultima, perché aveva perfino un'esperta di makeup che si occupava di sceglierle i vestiti, di truccarle il volto e acconciarle i capelli.
Era sempre l'ultima per questo.
Suo nonno la trattava davvero come una preziosa regina, ma in fondo.. di cosa si stupiva?
Erina era veramente bella. Tutti i migliori esteti sarebbero stati onorati di occuparsi di lei.
-Soma!- lo raggiunse Takumi. -dov'eri finito? Perché ci hai messo così tanto?-
Lui ridacchiò divertito. -la mia postazione era davvero un disastro.- mentì.
Takumi lo fissò sospettoso. Non gli aveva creduto perché sapeva quanto fosse ordinato mentre cucinava e possedeva una meticolosità incredibile in quei momenti.
-non ti credo. Lo so quanto sei ordinato quando lavori.-
Soma sospirò stancamente.
-non avevo molta voglia di partecipare al banchetto.-
-perché mai? Senti.. lo so che non sei abituato a questo genere di vita, ma non volevi sapere cosa gli ospiti pensavano del tuo piatto?- domandò, confuso dal suo comportamento anomalo.
-certo che volevo, ma avrei preferito venire direttamente per quel momento.-
-capisco. Però sei davvero strano ultimamente. Ti sta succedendo qualcosa?-
Lui non era particolarmente intenzionato a dire a Takumi che il suo corpo non riusciva a resistere a Nakiri ogni volta che la vedeva, convinto che non avrebbe potuto capirlo.
-tranquillo, sto bene.-
-non voglio insistere, ma dovresti fare due chiacchiere con qualcuno.-
-questo qualcuno saresti tu?-
-beh, Yukihira, siamo rivali no? Ma prima di questo siamo amici.- gli strizzò l'occhiolino.
-non preoccuparti, davvero. Non potresti capire.-
-non puoi saperlo. Provaci!- lo incoraggiò gentilmente.
-se è una questione di cuore, ne so meglio di chiunque altro. E qualcosa mi dice che è così: chi ha buon occhio si è accorto che l'atmosfera tra te e Nakiri negli ultimi giorni è cambiata.
Sei molto più dolce e protettivo e soprattutto non riesci a distogliere lo sguardo da lei.-
Un'analisi perfetta non c'era che dire, ottimo lavoro Takumi, pensò tra sé e sé. Si sentì arrossire.
Era così palese?

Eppure era sicuro di nasconderlo bene e invece sia Takumi, sia Alice, che Hisako avevano tirato in ballo la stessa storia. -è davvero fastidioso che non riesca a nasconderlo.- ammise frustrato.
-non c'è nulla di cui vergognarsi, amico.- lo rassicurò Takumi.
-capisco quello che provi. E ammetto che non ti sei scelto una facile conquista.-
-così non mi aiuti, Takumi.-
-hai ragione, ma non penso che tu sia senza speranza. Anche lei è stranamente diversa con te. Nonostante ti insulti in ogni momento, smuovi anche le sue emozioni: Nakiri è distaccata, altezzosa e orgogliosa.. ma quando è con te, tutto questo sembra vacillare.-
Soma si stupì di fronte a quelle parole: non se n'era mai accorto.
-non mi dire che non ti sei mai accorto di niente.-
-no, mai. In fondo, tutte le volte che mi avvicino mi respinge freddamente.-
-perché si vergogna e ha paura, idiota!- esclamò Takumi -sarà anche presuntuosa, ma qualsiasi ragazzo le si sia avvicinato si è sempre allontanato. Nakiri non ha molti amici, gli unici sono Carter e Arato-san, non è abituata ad avere rapporti sociali e neanche ad essere circondata da tante persone. Molti preferiscono scappare da lei perché la temono! È ovvio che non sia avvezza ad essere apprezzata da altri, al di fuori del suo piccolo “circolo” di legami. Per questo non riesce a capacitarsi del fatto che ci sia qualcuno come te, che sei invece pieno di amici, che le voglia bene veramente.- suppose convincente, talmente tanto che Soma non trovò da ribattere. -Probabilmente scappa, ed è in questo senso che intendo “ti sei scelto una difficile conquista”. Non perché credo tu non abbia possibilità con lei.-
-come fai ad essere sicuro di quello che dici?-
-è solo una mia supposizione. Tienine di conto ma il giusto.-
-ti sei mai trovato in una situazione simile, Takumi?-
-non proprio, ma so quello che provi perché anch'io ho messo gli occhi su qualcuno.-
Lo vide lanciare una vaga occhiata verso Hisako e capì che si riferiva a lei.
-ti sei preso una cotta per Arato-san?- sogghignò lui.
Il viso di Takumi assunse un leggero colorito rosato, imbarazzato.
-esatto.- confessò a bassa voce, -ma deve restare un segreto.-
-lo resterà se questo varrà anche per te.-
-va bene, Yukihira, abbiamo un accordo.- si strinsero la mano complici.
Con questo, Takumi tornò da suo fratello e poi si avvicinò ad Hisako per parlarle.

Nel frattempo, la bellissima figura di Nakiri fece “capolino” dal salone, in uno stupendo tubino lilla che le fasciava tutto il corpo in modo delicato, non volgare, e riprendeva il colore dei suoi occhi.
Un paio di decolleté neri ai piedi che spiccavano il fisico snello.
Le ciocche biondo platino erano state legate in un elegante chignon e alcuni ciuffi ricadevano arricciati dai due lati delle tempie. L'acconciatura le scopriva il bel volto, leggermente decorato da mascara, un po' d'ombretto lilla e la matita sotto le ciglia. Alle labbra un rossetto rosato e brillantinoso a risaltare i contorni sottili di essa.
Era veramente stupenda e quel vestito la faceva sembrare ancora più intrigante.
Un gruppo di persone fece per salutarla, tra cui anche Carter.
Sarebbe voluto andare lì anche lui, ma per quel giorno aveva preteso già troppo e così finì per restare in disparte e lasciare campo libero a Jess per l'ennesima volta.
Il preside venne in suo “metaforico” soccorso quando si accorse dell'arrivo della nipote e la invitò a farla accomodare ad uno dei tavoli al centro, staccandola dalle “grinfie” di Jess, che di seguito e_purtroppo_si sedette affianco a lei. -bene! Con l'arrivo di mia nipote possiamo dare avvio al banchetto!-
Fece cenno ai camerieri già pronti con i vassoi in mano, di andare a prendere i piatti in cucina per servirli ad ogni tavolo. Soma colse l'occasione per andare alla ricerca del suo posto nominato.

Non si aspetteva che si sarebbe seduto proprio allo stesso tavolo di Jess e Nakiri.
I nomi scritti sul suo tavolo erano quelli dei suoi compagni d'accedemia: il preside li aveva fatti sedere apposta tutti allo stesso tavolo, perché quando i clienti avessero assaggiato i loro piatti avrebbero potuto riconoscerli subito in mezzo al resto degli ospiti. E fu così che si trovò davanti Erina e Jess.
Lui e Nakiri, inconsapevolmente, finirono per guardarsi negli occhi e rivivere tutto quello che era successo tra loro prima dell'inizio dell'evento. L'occhiata fu forte, penetrante e decisa. Fu lei a spostare il contatto visivo e a tornare su Carter, che le aveva chiesto com'era andata in cucina nel corso della giornata.
Fu Alice a smorzare la situazione:
-penso che il nonno abbia deciso di proposito di farci sedere accanto e nel tavolo al centro.-
-non dare fiato alla bocca per sostenere cose ovvie, cuginetta.- la punzecchiò Nakiri.
-ti conviene tremare, Erina, presto sapremo chi di noi ha avuto la meglio.- replicò Alice.
-mi spiace deluderti, cuginetta, ma non è esattamente una sfida. Non avremo un vincitore, ma è in dubbio su chi sia la migliore tra noi due.- terminò sardonica, Nakiri.


 
****


-Gradirei un attimo di silenzio.- richiamò l'attenzione, Senzaemon.
-ora verranno serviti gli antipasti: cocktail al gambero rosso. Chi si è occupato di prepararli sono i qui presenti gemelli Aldini, figli di un mio vecchio amico.- Il gruppo di persone si girò verso il tavolo al centro e i due fratelli si sentirono una quantità infinita di occhi addosso.
A tutti i tavoli vennero serviti i biacchieri con all'interno la salsa e i gamberi.
Quando iniziarono a servirsene una piccola parte, i clienti sembravano gustarsi l'antipasto con una “foga” incredibile, come se non riuscissero a smettere di mangiarlo.

-cos'è qusta roba? È incredibile! Mi sembra di non essere mai sazio del suo sapore.- commentò uno dei clienti. Anche il resto degli altri si posero le stesse domande.

I fratelli Aldini si scambiarono un'occhiata d'approvazione.
-te l'avevo detto che avrebbe avuto successo!!- esultò Takumi mentre Isami sorrideva.
-cosa ci avete messo?- domandò Hisako incuriosita.

-vi prego miei cari Aldini, spiegateci questo piatto.- li invitò Senzaemon, prima che i due potessero rispondere ad Hisako. Ambedue si alzarono dal tavolo e la sala si fece silenziosa, in attesa della spiegazione.
-abbiamo seguito alla lettera la ricetta del cocktail al gambero rosso, aggiungendo un nostro tocco particolare: abbiamo messo un po' di peperoncino dentro la salsa cocktail amalgamata con il cognac_ingrediente fondamentale per il piatto_e da ornamento, oltre a metterci come reggente della salsa e dei gamberi dell'insalata fresca, abbiamo saltato carote e sedani alla giapponese, senza farli a pezzettini fini ovviamente, e li abbiamo inzuppati nella salsa. Il sapore croccante delle verdure saltate, il leggero gusto piccantino donato alla salsa, hanno fatto sì che il sapore risultasse leggero ma anche molto gustoso tanto da risultare instancabile.- descrisse Takumi. Gli ospiti si aprirono in un'espressione stupita.

-è davvero incredibile!!-
-bene. Grazie della descrizione, ora potete sedervi di nuovo.- sorrise il preside.

-non c'è che dire, Aldini, complimenti.- si congratulò Hisako.
-grazie Arato-san. Hai qualche “premio” particolare per me?- chiese malizioso.
-nii-san!!- tuonò Isami -datti un contegno!-
-non hai certo bisogno di premi, Aldini.- ribatté lei seccata, ma era arrossita.
-congratulazioni Aldini.- sorrise Soma.
Gli altri rimasero in silenzio e si lasciarono trascinare dal delizioso sapore del piatto.

Quando fu servito il secondo antipasto, preparato da Ryou, l'espressione sul volto dei clienti sembrò ancora più stupito. -non è possibile!- gridò uno di essi sconvolto, -questa è soia?-
-esattamente.- si alzò dalla sedia Ryou, in un'espressione seria, ascoltato le parole degli ospiti.
-esponici i tuoi ingredienti, Ryou.- proruppe nuovamente Senzemon.
-ho aggiunto la soia sopra ai calamari. La crema di cavolfiore è abbastanza dolce, ma il sapore mi era sembrato troppo naturale e non di forte impatto, così ci ho versato sopra la salsa di soia rendendo il sapore dei calamari più esplosivo.- spiegò brevemente.
-ottima scelta, figliolo. Il gusto risulta molto forte, ma non stucca.. anzi, penetra dentro.
Davvero una scelta originale! Complimenti!- approvò un ospite, parlando a nome di tutti.
-grazie.- borbottò Kurokiba, sedendosi nuovamente.

-Ryou!- esultò Alice -come hai fatto ad avere un'idea del genere? Me lo devi assolutamente insegnare!-
-te lo spiegherò, mia signora, e faremo presto un'altra sfida.-
-grazie! Non vedo l'ora!-
Senza volerlo, la mano di Alice andò a posarsi sul dorso della mano del suo assistente, che per la prima volta non in modalità cuoco, si aprì in un'espressione sorpresa ma non scostò la sua mano. Anzi, alzò lo sguardo verso Alice che non sembrava ancora aver realizzato di aver appena cercato un contatto con lui.
-mia signora..- disse solo, indugiando sulla mano di Alice ancora posata sulla sua: fu a quel punto, dopo che lei seguì lo sguardo di lui, che si accorse di quello che aveva fatto.
-ehm.. scusa Ryou.- boccheggiò, spostando brusca la mano da quella sua senza guardarlo: era troppo imbarazzata per farlo. Poi anche il resto dei ragazzi al tavolo si congratulò.

Quando tutti svuotarono il biacchiare con il cocktail di gamberi ed ebbero finito di mangiare i calamari, il sig.Nakiri parlò di nuovo:
-ora che avete finito con l'antipasto, è arrivato il turno dei due primi.-
I camerieri, rapidi, portarono in tavola i due piatti, chiedendo agli ospiti quale primo desideravano o se li volevano assaggiare entrambi.

-sono scioccata!- esordì la madre di Alice, accanto a Joichiro. -come può una semplice zuppa di pesce risultare dal gusto così raffinato? Il sapore è davvero delizioso.-
-per non parlare della crema di pomodoro. È delicata e pare sciogliersi in bocca. E poi, il sapore del basilico sembra accentuato.- si unì Joichiro, riferendosi alla vellutata di pomodoro.
Anche il resto degli ospiti, seduti da vari tavoli, sembravano apprezzare fortemente i due primi.
-chi ha fatto questi piatti sono il figlio di Jochiro Saiba, Soma Yukihira, che si è occupato della creazione della zuppa di pesce. E Hisako Arato invece, una cara amica di mia nipote, che si è cimentata nella preparazione della vellutata di pomodoro e burrata.- riprese a descrivere il sig.Nakiri. -prego, ragazzi, riferiteci i dettagli.-

Soma fu il primo ad alzarsi, ma non si risparmiò di incontrare lo sguardo di Nakiri.
Lei lo stava ricambiando, era stupita e altrettanto desiderosa di sapere che tecnica lui avesse usato.
A Soma sembrò davvero carina con quell'espressione colpita, poiché era stato lui a tirargliela fuori.
Si strinse in un sorriso mentre continuò a specchiarsi nei suoi occhi.
Tornò, poi, a rivolgere l'attenzione ai commensali nel salone:
-volevo che anche una semplice zuppa risultasse raffinata e ho pensato a lungo a come poterlo fare, così ho pensato di aggiungere al misto di pesce del caviale per esaltarne ulteriormente il gusto. Poi, siccome il caviale rende il sapore del pesce molto più forte del normale, ho pensato di smorzarlo con una piccola quantità di spremuta di limone. Si sa che il limone sta bene sul pesce, anche se non deve essere esagerato. In questo modo, in breve, si sente benissimo il gusto del pesce e nello stesso tempo la spremuta del limone non viene sentita troppo aspra. In seguito, ho tagliato a tocchetti del pane seccato e vi ho fatto portare in un contenitore a parte i pezzetti di pane, così il sapore della zucca risulta anche croccante e si mangia con molto più piacere.-
-un piatto davvero elaborato, Yukihira.- continuò la madre di Alice. -hai ragione: il gusto del pesce si sente perfettamente, il limone rende la zuppa ancora più succosa e i quadretti di pane secco fanna sì che essa venga mangiata con ancora più gusto. Davvero ingegnoso. Saiba-san.. dovresti essere orgoglioso di tuo figlio.- sorrise smagliante a Joichiro.
-lo sono, cara.- affermò sorridendo, poi guardò il figlio e alzò il pollice complice.
Soma capì subito che quello voleva essere un gesto per complimentarsi con lui e ne fu veramente felice.

-quindi, era per questo che ti è bastato che citassi l'origine della clientela di mio nonno per capire cosa stavi sbagliando. Stavi rendendo il piatto troppo tradizionale prima di venire a chiedermi un consulto, vero?- intervenne Erina, fissandolo.
-esattamente Nakiri. Il tuo aiuto, che tu lo voglia o no, è stato prezioso. Per cui, cosa ne pensi del mio piatto? Lo hai assaggiato?- in quel momento tutto il resto degli invitati sembrò svanire per loro due.
Solo il loro confronto esisteva.
-preferisco la vellutata di pomodoro di Hisako.- mentì lei.
-e tu hai comunque ancora molto da imparare, Yukihira.-
Come si aspettava, Nakiri non avrebbe mai ammesso di trovarlo “delizioso” perché era troppo testarda per dichiararlo. Lui sospirò stancamente: prima o poi glielo avrebbe fatto dire e non si sarebbe arreso.

-Alla fine hai seguito il mio consiglio sul basilico, eh, Arato-san!- fece suadente Takumi, -vedo che quel momento intimo tra noi ti è rimasto impresso.-
Lei arrossì lievemente e assunse un'espressione sostenuta.
-mi hai solo spiegato un “trucchetto” con la mezzaluna. Non lo vedrei come qualcosa di intimo, Aldini.- balbettò imbarazzata. -non farti inutili illusioni.-
-hai ragione, Arato-san.- concordò lui.
Hisako pensò che dopo quelle parole avesse finito di stuzzicarla, ma si sbagliò di grosso perché lui avvicinò una mano sulla sua guancia facendole un affettuoso buffetto sul volto.
Le guance di lei, a quel gesto confidenziale, si colorarono nuovamente di un tenero rosato.
-idiota.- mugognò impacciata, in risposta.

Un altro piatto che ebbe tanto successo, fu quello di Hayama: aveva aggiunto alla patate lesse usate per contorno un pizzico di paprica, che aveva donato ad esse un sapore assai sfizioso e al filetto in crosta, sotto alla sfoglia che racchiudeva la carne, aveva messo della curcuma rendendo il gusto di ambedue gli alimenti qualcosa di unico ed eccelso, amalgamato divinamente. Nessuno aveva mai assaggiato qualcosa di simile.

Quando arrivò il momento del dessert e fu servita la Ganache al cioccolato preparata da Nakiri, tutti i presenti si fecero silenziosi. Assaggiato il piatto, agli ospiti iniziarono a brillare gli occhi per la sua squisitezza.
-questo cacao fondente ha un sapore così rinfrescante!- esclamò uno di essi.
-e la crema si scioglie davvero in bocca.-
Soma vide suo padre guardare nella loro direzione, in particolare Nakiri, e farle un occhiolino dopo aver messo in bocca la crema di cioccolato.
-Erina.. potresti spiegarci cosa hai aggiunto a questo piatto?- chiese Senzaemon.
La ragazza era leggermente rossa in volto, consapevole che anche Yukihira adesso sapeva che aveva seguito il suo consiglio e che pure Joichiro aveva approvato la sua scelta; tuttavia, fece finta di nulla in entrambi i casi e si schiarì la voce alzandosi dal tavolo.
Jess la incoraggiò poggiandole una mano sulla schiena e scatenando il fastidio di Soma, che cercò di scacciarlo con poco successo. -ho aggiunto al piatto una semplice scorza d'arancia.- iniziò.
-il cioccolato usato è molto fondente, l'arancia lo rende più rinfrescante.-
-veramente complimenti!!- applaudirono gli ospiti, -sei davvero la degna nipote di Senzaemon. Questo piatto è indubbiamente perfetto sotto ogni punto di vista!-
-ma direi che ambedue le nipoti di Senzaemon possiedono un talento eccezionale.- proseguirono, -quel ragù all'anatra con quel pizzico di menta piperita dava un senso veramente rigenerante al sapore e faceva anche da coadiuvante dopo aver mangiato quel filetto in crosta e il suo contorno tutto speziato.
Mi viene da pensare che la signorina Alice Nakiri avesse pensato che Hayama, il genio delle spazie, avrebbe donato un sapore forte all'altro secondo e ha deciso di creare qualcosa che ripulisse la bocca dallo stimolo sfizioso delle spezie. È così signorina?- tutti si girarano sorpresi verso di lei.
-esattemente, signore.- concordò soddisfatta, ghignando verso la cugina.
-come c'era da aspettarsi dalla mia signora.- soggiunse Ryou -sapevo che avresti trovato la risposta, in un modo o nell'altro.- terminò sottovoce, posando la mano sui suoi capelli e facendo arrossire Alice.
-vi ringrazio signori.- borbottò impacciata, ancora impegnata ad ascoltare il suo cuore, dopo che il suo assistente le aveva accarezzato la testa.
-sono stupita cuginetta. Te la sei cavata anche stavolta.- la stuzzicò Erina.
-me la caverò sempre, Erina, e un giorno ti batterò.-

 
 
****


-ehi Nakiri! vedo con piacere che hai ascoltato il mio consiglio.- gli andò in contro, Yukihira, in un attimo che era da sola. La cena era giunta al termine e ora la gente era pronta per la digestione attraverso le ultime chiacchiere o a bersi un goccio di champagne di fine serata, come nel suo caso: teneva un flut in mano e si beveva il liquido leggermente alcolico, lentamente.
-quella Ganache alla scorza d'arancia era davvero ottima. Sei incredibile!- seguitò lui.
-avevi per caso dubbi, Yukihira?- recitò sarcastica.
-non sul successo del tuo dolce, ovvio. Ma non aspettavo mi ascoltassi.-
Lei deglutì incerta. -ho solo sperimentato il piatto di mia iniziativa.
Ho trovato che il gusto tutto sommato non era male e alla fine ho deciso di aggiungerci la scorza.
Non l'ho certo fatto perché me lo hai detto tu. Non farti strane idee!-
-va bene se preferisci pensarla in questo modo.- ridacchiò lui, divertito dal suo orgoglio.
-non è che preferisco, Yukihira, è così e basta.- protestò offesa.
Mentre stava gesticolando per discutere con Soma, si era completamente dimenticata di avere il bicchiare in mano ancora pieno di champagne e in un gesto brusco questo le sfuggì cascando a terra e frantumandosi in mille pezzi. Fortunatamente la musica sempre accesa acuì il fracasso del bicchiere rotto e solo lei e Yukihira furono partecipi della situazione. Erina sgranò gli occhi. -o cavolo!-
-sei più imbranata di quel che credevo.- sorrise scherzoso, bloccandole il polso che stava per raccogliere i pezzi di vetro in terra. -non vuoi tagliarti di nuovo, giusto?-
Rimasero in quella posizione, lei con la mano alzata bloccata da quella di Soma ed entrambi a fissarsi uno nelle iridi dell'altra, per un tempo interminabile.
-ci risiamo, Yukihira, soffri di una forma di feticismo verso i polsi degli altri?- ironizzò lei, seccata.
-dovresti davvero lasciarmi nascondere questi pezzi di vetro.-
Lui non lasciò la presa. -se lo fai ti tagli.-
-d'accordo. Allora lasciami almeno andare ad avvisare il cameriere.-
-questo puoi farlo.- accordò lui, lasciandole il polso con delicatezza.
Lei annuì e fece per voltarsi e raggiungere il cameriere libero sotto l'arco del salone, ma si fermò a metà strada. -caviale e succo di limone eh?-
-è un cibo raffinato.- convenne Yukihira, sorridendo dolcemente. -sei rimasta stupita?-
-non esattamente, Yukihira. Incredibile ma vero, sai essere un pochino creativo se ti impegni.
Però hai ancora molta strada da fare.- borbottò risoluta, allontanandosi con grazia da lui.
Era sensuale anche quando camminava.
-lo prenderò come un complimento.- le rispose di rimando, grattandosi la nuca imbarazzato.

 
 
****


Erina si era appartata, da sola, in un angolo del salone a seguire vagamente i discorsi dei clienti di suo nonno e a guardarsi attorno. Aveva ancora il cuore a mille dopo l'ennesimo contatto con Yukihira.
Aveva tentato di cancellare e mettere un freno alle sue emozioni, ma ogni volta che era con lui sembravano pronte ad esplodere. Per non parlare che era rimasta colpita da lui, sia per quanto riguardava la zuppa di pesce, che aveva creato che era davvero incredibile_anche se non glielo avrebbe mai detto_, sia per come gli calzava il completo elegante: non si ricordava di averlo trovato bello la prima volta che l'aveva visto con uno smoking, mentre quando le aveva afferrato il polso e l'aveva guardata dritta negli occhi, senza contare gli sguardi infuocati che si erano lanciati durante tutta la serata, l'aveva trovato molto affascinante.
Tutto di lui riusciva ad incantarla e al contempo a farla imbestialire, provando ogni qualvolta delle sensazioni contrastanti e indescrivibili. -che fai qui da sola, Erina?- si affiancò a lei, Hisako, poggiando la schiena sulla parete della sala. -ehi Hisako.- abbozzò un sorriso -complimenti per la vellutata di pomodoro, hai creato un sapore davvero speciale. Penso che tu sia migliorata rispetto a qualche tempo fa.-
La ragazza arrossì per i complimenti. -grazie. Comunque.. tu resti sempre incredibile: quella ganache al cioccolato e scorza d'arancia era perfetta.-
-lo so, ma non è del tutto merito mio se ha avuto tanto successo.- riconobbe.
-cosa intendi dire?- Hisako non era abituata a sentire Erina ammettere con naturalezza qualcosa che avrebbe compromesso la sua reputazione_secondo la sua testa, chiaro_.
-Yukihira mi ha consigliato di aggiungerci la scorza d'arancia.- confessò sottovoce.
-cosa??- fece sorpresa, Hisako. -l'hai ascoltato davvero?-
-non l'ho ascoltato, ho solo riflettuto su ciò che mi ha fatto notare.
Ovviamente, l'ho sperimentato io il piatto, ma è stato lui a dirmelo per primo.
La ganache sarebbe stata perfetta comunque, che avessi aggiunto la scorza o meno, quel pizzico d'arancia ha solo donato un tocco rinfrescante al piatto, ma l'ha effettivamente migliorato anche se di poco.-
-capisco. Yukihira è davvero unico, vero? Te ne stai accorgendo anche tu.-
Erina si aprì in un'espressione meravigliata quando vide sua cugina Alice avvicinarsi a Soma e sorridergli maliziosamente, intenta a ridere e scherzare con lui come dei vecchi amici.
-già.. è non siamo le sole ad essercene accorte.- asserì seccata, guardando rabbiosa Alice.
Fu a quel punto che anche Hisako si accorse dell'avvicinamento tra la cugina di Erina e Yukihira.
-da quando quei due hanno un rapporto così stretto?-
-non ne ho idea, ma quando mia cugina vuole qualcosa è peggio di una mocciosa viziata.- affermò aspramente. -è furba ed accattivamente, non è una sorpresa che abbia messo gli occhi su Yukihira.
Chissà perché ci interessa sempre le solite cose, che siano oggetti o persone, per questo anche da piccole ci litigavamo le bambole.- raccontò distratta.
-quindi, ti sei accorta di ciò che provi per lui?- domandò Hisako, stupita, cogliendo la frase “ci interessa sempre le solite cose”. Infatti Erina non si era accorta di aver ammesso ad Hisako di provare un certo interesse verso Yukihira, sebbene non avesse ancora compreso appieno di che tipo.
Quando realizzò di essersi esposta si vergognò, assumendo un colorito rosso pomodoro.
-non hai sentito davvero quello che ho detto, vero? Dimmelo Hisako!-
-oh.. eccome se ho sentito! Ti è scappato, Erina, può capitare.- sorrise divertita dalla reazione della sua orgogliosa amica. - “ci interessa le stesse cose”, giusto?- ripeté giocosa.
-smettila di ripeterlo!!- urlò imbarazzata -non ho detto niente di simile!-
-l'hai detto distrattamente perché li hai visti insieme e ti ha infastidito.
Non sei riuscita a tratterti dal commentare.- tentò di farla ragionare, Hisako.
-non mi dà affatto fastidio. Yukihira può parlare con chi vuole!- sbottò piccata.
-lo so che stai cercando di evitare di ammettere a te stessa il tuo interesse per lui perché hai paura, ma non devi, perché non c'è niente di male.-
-finiscila Hisako! Ti ripeto che non sono interessata a lui in quel senso. Mi sono solo accorta che non è come sembra.- negò ancora: non poteva accettare quei sentimenti, non avrebbe giovato a nessuno, in particolare alla sua famiglia regale e alla sua carriera di chef.
-d'accordo, non insisto più. Penso di poter capire anche le tue ragioni.- la rassicurò l'altra -però non so se la scelta di rifiutare quello che senti sia sana. Ho paura che finirai per stare male, più il sentimento cresce.
Per cui, Erina, cerca di non raggiungere il limite.-
Lei sapeva che Hisako le diceva così perché era premurosa, ma non poteva davvero ascoltare il suo cuore.
Continuò ad osservare i due chiacchierare e Soma sorridere ad Alice: sembrava divertirsi.
Certamente il cinico umorismo di Alice era una delle sue poche qualità.
A vederli socializzare così allegri, vedere il sorriso che Soma era solito riservare a lei voltarlo a sua cugina, notare Alice che in qualsiasi momento cercava una maggior vicinanza con lui, avvertiva una forte stretta al petto. Era una contrazione dolorosa; non come quella piacevole che sentiva i momenti che parlava con lui, che erano da soli, oppure quando la loro pelle e il loro corpo si lambivano anche solo con piccoli e innocenti gesti e sentiva le parti interessate bollire al breve e delicato contatto: com'era successo ultimamente, per errore o per volontà propria che fosse. Era invece un dolore massacrante, che la trapassava con violenza.
Era una sensazione angosciante, orrenda, demoralizzante. Faceva davvero male.
Non capiva cosa le stesse succedendo, sapeva solo che non sopportava di vederli in atteggiamenti così amichevoli. E, come se non bastasse, anche Hisako se n'era andata.

-tutto bene, signorina Nakiri.- di fronte al suo volto oscurato, apparve la figura di Jess.
-ah Jess! Sei tu.- constatò assente.
-ti sente male? Hai mangiato troppo?- le alzò il viso in un espressione preoccupata, per farsi guardare negli occhi. -sei davvero pallida. Forse dovresti andare a riposarti. Cosa facevi qui tutta sola?-
Inizialmente non gli rispose e neanche si era accorta che Jess era passato a darle del tu e a chiamarla per nome, realizzò tutto più tardi:
-Jess.. ti ho detto di non darmi “del tu” mentre siamo in pubblico.- lo riprese stancamente.
-sto bene, comunque. Lasciami fare.- scostò la sua mano dalla spalla.
-hai ragione, ma in questo momento siamo molto distanti dal centro del salone e nessuno può sentirci.
Per cui nulla mi impedisce di chiamarti per nome.- fece allusivo lui.
-e non non fingere di stare bene perché so che non è così.- aggiunse.
Lei stava cercando in tutti i modi di trattenere le lacrime, ma una goccia le sfuggì dall'occhio.
-vedi? Stai piangendo.-
-non lo sto facendo.- replicò senza successo.
Fu a quel punto che Jess agì e avvolse le braccia attorno al suo esile corpo, tanto che Erina rimase sorpresa con le braccia alzate, paralizzata: era decisamente la prima volta che un uomo l'abbracciava seriamente_esclusi gli incidenti di percorso con Yukihira_.
Le braccia di Jess erano calde ed accoglienti, ma non tanto da accendere il suo cuore in rapidi battiti.
Ciò che sentiva per Yukihira era molto più intenso di un semplice tepore come quello, bruciava da quanto era bollente. Ma perché? Qual era la differenza?
Di base tra un contatto e l'altro la differenza non c'era, erano le emozioni a farla.
Teneva a Jess, ma con Yukihira era diverso da qualsiasi altra cosa.
Perché? Perché? Perché non poteva essere così semplice come con Jess?
Non voleva arrivare alla risposta poiché era spaventata da essa, ecco perché preferiva fuggire e prendere la scelta più facile.


 
****


-guarda guarda la volpetta della mia cugina. Lei e Carter sono in atteggiamenti intimi!-
Alice stava guardando nella direzione della coppia.
Lui non si era accorto che Jess si era avvicinato ad Erina, perché fino a pochi minuti fa l'aveva vista in compagnia di Hisako e sembrava tranquilla.
Il fatto che si trovasse con la sua amica l'aveva rilassato e di conseguenza aveva distolto lo sguardo da lei, ma Carter era nuovamente stato più veloce di un saetta e aveva colto l'attimo migliore per avvicinarsi a Nakiri. Aveva sperato che per una sera non entrasse in modalità conquista, però a quanto pareva l'aveva sottovalutato: stava abbracciando strettamente Nakiri e lei non si ribellava.
Neanche lui l'aveva mai abbracciata e Carter era già a quel punto?
Vederli in quel modo era davvero snervante e faceva male; la fitta era così forte da non riuscire a calmarla.
Pensava di aver accorciato le distanze con Nakiri e invece era ancora in alto mare, anzi.. un'infausta marea sembrava complicare gravemente il suo cammino.
-ehi.. Yukihira-kun! Vuoi riprenderti?- lo scosse Alice. -fai davvero sul serio con mia cugina?- chiese ancora.
-ti avevo avvisato su Carter!- infierì ulteriormente.
Lui non le rispose immediatamente e dopo un attimo di pausa annunciò apatico:
-è meglio che vada a dormire.-
Non ne poteva più di stare a guardare quella scena, era troppo doloroso e degradante.
-ehi! Aspetta! Fermati!- provò a riprenderlo Alice, rincorrendolo, ma Soma sembrava proseguire senza indugio. -non arrenderti così!- esclamò nuovamente.
-lasciami stare Alice. Sto bene, non preoccuparti per me.- si strinse in un sorriso spento.
-non sono tipo da arrendermi, ma ho bisogno di stare da solo.- puntualizzò serio.
Ormai si era già allontanato e lei non era stata in grado di fermarlo.
-se ti arrendi così allora Carter avrà la vittoria in pugno!- gli urlò in mezzo alla sala, infine.
Per fortuna era ancora totalmente piena e la musica era alta, nessuno sentì il forte richiamo di Alice tranne lui. Sapeva che arrendersi non sarebbe stato da lui, però in quel momento era troppo ferito per farsi prendere dall'ottimismo e pensò che una bella dormita gli avrebbe fatto bene.
Avrebbe pensato il giorno dopo a come affrontare la questione.



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Angolo autrice: ecco qua il nuovo cap. Non sono molto convinta di come sia uscito. Non mi piace come l'ho scritto e come ho gestito le scene, spero che a voi faccia un effetto diverso ç__ç mah! fatemi sapere! mi auguro anche di non essere andata OOC con i protagonisti ç___ç.
Comunque, ora che sono più libera riesco a scrivere e pubblicare frequentemente, ho già impostato le scene dei prossimi 6 cap.. devo solo scriverle a capitolo ;D. La fanfic sarà abbastanza lunghetta, al momento non so quanti cap saranno, dipende un po' come imposto i capitoli :D spero solo di non deludervi.. D:
Ringrazio chi ha messo la fanfic a preferite/seguite/ricordate e soprattutto ringrazio di cuore a chi mi lascia sempre una regensione! *__* tutte le volte che le trovo, per me è un vero onore. Grazie davvero! *-* questo cap lo dedico a NatsuxLucy94 che non ha mancato un capitolo con le sue recensioni! <3

A presto!! Erina91

 
  
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