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Autore: ZeldaFitzgerald    24/02/2016    1 recensioni
Scrivo dei LARRY per la prima volta. Siamo in un anno indefinito, in una situazione indefinita. E' sostanzialmente ua dichiarazione d'amore di Harry verso Louis. Sono già una coppia da tanto.
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ho mai pensato alla vita come ad un puzzle eppure ci sono delle cose che si incastrano perfettamente. Cose diversissime tra loro, cose che non hanno senso da sole ma che assumono istantaneamente significato quando si scontrano. Sai, non è lo scontro la chiave di volta di tutto questo movimento così articolato e allo stesso tempo incredibilmente meccanico e imprevedibile… sta tutto nella forza dell’impatto. E’ una forza delicata di solito, fa in modo che tutto sembri uguale, invariato, quasi immobile, come congelato nel tempo e poi si manifesta con una violenza che fa venire i brividi, che mette paura portando con sé un senso di stordimento e nausea: improvvisamente fa freddo e le immagini sono fuori fuoco. Poi d’un tratto i colori sono più vivaci, i profumi più intensi, le emozioni più decise, il bianco e il nero sembrano essere le uniche sfumature, tutto sembra essere diverso come in una strana favola tuttavia dannatamente reale.
 
Questo si verifica per il 99 percento delle persone, poi ci sono le eccezioni. Poi ci siamo io e te.
 
Per noi è stato tutto uguale, tutto etereo e feroce allo stesso tempo, solo una cosa è stata diversa: i colori. Non siamo bianco e nero. Bianco e nero si mescolano e danno vita al non colore, all’apatia, alla mediocrità, vedi Lou… bianco e nero sono grigio. La mia vita non è grigia, non da quando ci sei tu a colorarla. E’ difficile da spiegare ma so che tu puoi capirlo… tu non hai dato pennellate di blu, non sono state toccate di colore statiche, impersonali. Tu hai preso il blu e l’hai fatto incastrare perfettamente con le sfumature del mio verde. Sai cosa ne esce fuori, Lou? Il giallo.
Il colore del sole, della luce, il colore della nostra vita insieme. Mi hai dato il colore della gelosia. Sa essere bastardo, il giallo, sai? Non è facile. Non si indossa con facilità, non esiste nulla che sia completamente compatibile con il giallo. E’ un colore a sé stante. Funziona solo se viene fuori dal mix perfetto di due tonalità diverse ma basiche: il blu e il verde. Tu sei stato la tempera perfetta da aggiungere alla tavolozza monocromatica della mia esistenza, il punto di colore che permette al pittore di esprimere il suo concetto di bellezza. Io ne sono capace solo da quando tu hai deciso di permettermi di farlo.
 
Ci sono tre realtà, distinte, separate. Ci sei tu, ci sono io e ci siamo noi, insieme. Io davvero non so perché te lo sto dicendo adesso, mentre ti vedo dormire. Sei uscito stasera, hai bevuto come quasi tutte le sere ormai, sei tornato però perché alla fine torni sempre e mi hai guardato con gli occhi lucidi, pieni di lacrime.
“Vieni, mettiti disteso qui, ti faccio sentire a casa”.
 
Odi Los Angeles, odi l’America, odi tutto ciò che ci fa sentire lontani e più di tutto odi dover vivere una vita che non è del colore che vorresti. C’è solo una cosa che però ti ferisce, ti lacera dentro. Odi vedermi soffrire e facciamo sempre questo gioco stupido e doloroso, vediamo chi finge meglio. Chi dei due riesce con più facilità a far credere all’altro di stare bene, è il nostro modo di amarci e entrambi ne soffriamo. Io non sto male per me, Chop Suey. Soffro per te. Soffro per l’innocenza che ti viene strappata dalle mani, la tua innocenza che viene strappata dalle mie mani e poi riposta con tanta superficialità in mani che non sono le mie, in mani che non ti conoscono e che si aggrappano a te come fossi un’ancora. Ma nessuno è un’ancora da solo Lou, ogni ancora ha bisogno del suo terreno di affondo.
 
Allora ti ho guardato e mi sono seduto lì sul letto, accanto a te e come sempre sei stato tu ad abbracciarmi, forte, una di quelle strette soffocanti piene di rabbia, una di quelle strette che tanto ti caratterizzano. Ti ho lasciato continuare fin quando hai allentato la presa e mi hai permesso di avvicinarmi, piano perché so quanto ti rende insicuro la tua vulnerabilità. Ti ho sussurrato una cosa, piano. Una cosa che non ha senso se non sono io a dirtela. Una cosa che non ha senso se non sei tu ad ascoltarla.
 
Tu sei il colore
 
Ti è scesa una lacrima, l’ho fermata calda tra le mie labbra, amore mio. Era così tua che potevo sentirti attraverso quella quantità infinitesimale di sale bagnato sulla lingua. Non sono mai io a stringerti. Hai bisogno di prendere il comando in questi momenti, di sentirti forte, di pensare di essere ancora in grado di proteggermi anche quando in realtà hai solo bisogno di stenderti ed essere amato, di sentirmi accarezzarti piano il cuore. Hai speso circa cinque minuti a tormentare i miei capelli, quel boccolo sulla spalla che tanto ti fa impazzire, si. Quello dietro l’orecchio sinistro. Eravamo a casa.
 
Abbiamo iniziato a mescolare nuovamente i colori e tutto era di nuovo giallo e vivo, così, all’improvviso. Di solito è impetuoso, ci sono i graffi, i gemiti soffocati, il piacere dilaniante che sembra strapparti il cuore del petto con mani d fuoco. E’ tutto un voler dare senza mai dimenticarsi di godere in prima persona perché altrimenti i colori non si fondono, noi non ci incastriamo perfettamente. Stanotte è stato diverso, abbiamo provato a completarci piano, senza fretta, avevamo bisogno di creare l’equilibrio giusto, la tonalità perfetta ed è stato meraviglioso. Impossibile da comparare alle volte precedenti, è sempre una scoperta con te, è sempre un’esperienza migliore della precedente. E’ l’esplosione perfetta, l’impatto inevitabile.
Hai preso a baciarmi il collo, con calma. Con ritmo deciso ma senza spezzare la delicatezza dell’attimo che stavamo creando. Ti sei fermato, su un punto preciso. Il tuo preferito che è diventato automaticamente il mio punto di massimo godimento… l’angolo che forma l’osso della mascella quando sfocia nell’incavo dell’orecchio, si, sempre il sinistro. Baci, morsi, la tua lingua, un segno rosso. Allora mi sono voltato e mi sono fatto strada con la lingua nella tua bocca, con decisione, senza esitare, senza mezze misure, senza lasciare spazio al grigio. Ero sopra di te, le mani sui tuoi occhi blu per prenderne l’ultima goccia di colore prima di diventare giallo insieme a te. Mani che cercano, pantaloni che scendono velocemente giù fino alle caviglie, i nostri sessi infuocati. Riesco a sentire la tua eccitazione scorrermi nelle vene, tatto e olfatto, ogni altro senso svanisce, tutto è pregno di te. Le punte dei nasi che si toccano, il mio corpo che scivola voglioso sfregandosi contro il tuo, le tue gambe strette intorno alla mia vita. Sono io però a volerti dentro e allora ti guardo ma prima di riuscire a parlare sei già li che spingi. Forte. Le mie mani ancora a coprirti gli occhi. Forte, come piace a noi, forte per miscelare bene il colore fino a renderlo lucido e setoso. E’ un vortice, Lou, e io mi perdo con te in questo bagno di colore, di lampi e saette che mi divora lo stomaco, che ne lacera i tessuti, che ne consuma le pareti.
 
Faster.
Scream it.
FASTER.
 
Sono i dieci minuti più pieni della mia vita, stai per venire ma stavolta ti fermi. Decidi di aspettarmi, il colore deve essere perfetto. Rallenti, mi guardi, la tua mano che mi tocca e la magia si compie. Siamo io e te, ancora una volta insieme a non essere stanchi di aspettarci, neanche adesso che siamo diventati grandi. Camminiamo insieme, guardiamo ancora nella stessa direzione. Siamo rimasti così ancora un po’, affannati, sudati. Esci piano, ti stendi, gambe aperte e sesso in vista, soddisfatto della mia stessa soddisfazione. Mi sdraio accanto a te, petto contro le lenzuola, una gamba sulla tua. La mano sulle lentiggini della tua guancia sinistra a cercare di creare una figura unendone i punti, come sempre. Mi addormento, poi è tutto improvvisamente giallo. Apro gli occhi ed è di nuovo mattina, con te.
   
 
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