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Autore: agatha    25/02/2016    3 recensioni
L’idea di base di questa storia è una trilogia, che approfondisce il personaggio di Loki sotto diversi aspetti. Il primo è la figura di Loki in qualità di “figlio”, dove ho cercato di dare spazio al suo rapporto con Frigga. La storia inizia dopo gli eventi di “Thor 2: The Dark World” anche se ci saranno dei piccoli cambiamenti rispetto ai film Marvel. A causa di una promessa, Loki si ritrova su Midgard contro il suo volere, vittima dello stessa situazione in cui aveva incastrato suo fratello Thor tempo prima. Ho cercato di mantenere, come nei film Marvel, un po’ di drammaticità ma anche di momenti ironici.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nei giorni seguenti né Loki né Beth accennarono al bacio che si erano scambiati. Il dio dell’inganno si era comportato come se non fosse successo nulla perché non voleva dare nessuna importanza a quel gesto e parlarne sarebbe equivalso ad ammettere che ci stava pensando, lei invece evitò qualsiasi accenno perché non era nemmeno sicura che fosse realmente accaduto e non ci avrebbe fatto una bella figura a domandarlo a Loki.
Scusa, non ricordo se l’altra notte ti ho baciato.
Nel caso non fosse successo, gli avrebbe dato un’arma per prenderla in giro e ironizzare sull’attrazione nascosta per lui mentre se davvero si erano baciati e lui non aveva detto nulla significava che non aveva nessun interesse per lei ed essere rifiutata sarebbe stato un duro colpo per la sua autostima di donna.
Entrambi avevano limitato i discorsi fra di loro al minimo finché non era arrivato Andrew con la proposta di un’uscita a quattro, pregandoli di accompagnarlo perché aveva invitato una ragazza che gli interessava molto. Era stato impossibile dirgli di no.
 
Così Loki si era ritrovato in un posto chiamato bowling. Si guardava intorno con espressione schifata, provando pena per i mortali intorno a lui. Non avrebbe mai capito i mortali né i loro gusti. Come ci si poteva divertire in un posto affollato e rumoroso, lanciando una palla per buttare giù degli oggetti? Suo fratello avrebbe apprezzato tutto ciò, ne era sicuro, ma lui non riusciva a capire dove fosse il divertimento.
“Qualcosa non va?” gli aveva domandato Beth, appoggiandogli una mano sul braccio per attirare la sua attenzione.
“Cosa siamo venuti a fare qui?”
“Aspetta e vedrai” era stata la risposta sibillina della ragazza, che si era voltata seguendo Andrew e una mortale sconosciuta.
 
Stava camminando per seguire i mortali quando qualcuno gli finì addosso, sbilanciandolo per un momento.
“Mi scusi io… LOKI!”
Jane Foster si sarebbe aspettata di vedere chiunque, tranne il fratello di Thor. Squadrò l’uomo che aveva davanti a sé, che strideva con l’immagine che ricordava di lui. Vestito con un paio di jeans scuri e una camicia azzurra fuori dai pantaloni, pareva un normalissimo umano e non un dio squilibrato che bramava la conquista della Terra, incurante di uccidere chi lo voleva intralciare.
“Guarda chi c’è. La fidanzata del mio caro fratello” commentò Loki seraficamente, inclinando il capo e guardandola.
“Thor mi aveva detto che ti avevano mandato sulla Terra ma non sapevo in che parte del mondo fossi”
“Quando si dice il mondo è piccolo
Jane non sapeva bene come comportarsi. La prima volta che lo aveva visto gli aveva tirato un sonoro schiaffo, arrabbiata per tutto quello che aveva combinato a New York e per aver soggiogato la mente di Erik. La seconda era stato quando aveva assistito alla sua falsa morte. Il suo buonsenso le suggeriva di provare ad essere cortese.
“Come ti trovi qui?”
“Vuoi dire su un pianeta inferiore come Midgard, privato di qualsiasi potere e costretto a sopravvivere in qualche modo?”
Sperare che Loki ricambiasse la sua stessa cortesia era troppo, se ne rendeva conto.
“Però sei vivo” gli fece notare la scienziata.
“Vivo… - commentò lui con amarezza – come se questa si possa considerare vita” concluse, alzando il braccio per descrivere l’ambiente intorno a loro.
Jane stava pensando a qualcosa da dire per uscire da quella situazione imbarazzante quando sentirono una voce.
“Loki. Avevamo paura ti fossi perso” disse un ragazzo, avvicinandosi.
L’ultimo arrivato squadrò Jane, trovandola molto carina e poi si rivolse di nuovo al dio degli Inganni.
“La conosci? Ti è forse tornata la memoria?”
Loki lanciò un’occhiata altezzosa alla scienziata e si voltò, dandole le spalle.
“No, mi ha chiesto un’informazione”
 
Jane rimase a bocca aperta per il modo in cui era stata liquidata. Loki non finiva mai di stupirla. Non si era nemmeno degnato di salutarla, non che questo avesse importanza ma pensava che, essendo sulla Terra da un po’, avesse appreso un po’ di educazione, essenziale per sopravvivere.
“Cosa fai qui imbambolata da sola?”
Darcy era arrivata e la stava guardando con curiosità. Jane fece un sospiro e allungò il collo per cercare di individuare il fratellastro di Thor.
“Vedi quel ragazzo alto, con i capelli neri e la camicia azzurra?”
“Quello con il fisico asciutto e sexy?”
“E’ Loki”
Darcy inarcò le sopracciglia e fissò alternativamente la sua amica e lo sconosciuto.
“Quel Loki? Il fratellastro del tuo fidanzato spaziale? Quello squilibrato che ci ha quasi ucciso a New Mexico mandando l’omino di latta che sputava fuoco? Quello psicopatico che ha quasi distrutto New York perché voleva comandarci tutti? Quello…”
La scienziata le mise un braccio sulla spalla per calmarla.
“Ok, calmati. Proprio lui, hai capito bene”
Darcy arricciò le labbra, fissando con insistenza il punto in cui stava l’oggetto dei loro discorsi.
“Uhm… Sono tutti estremamente affascinanti in quella famiglia. Non è che c’è un altro fratello, sexy ma non fuori di testa, da conoscere?”
Jane rise, non resistendo all’ironia spontanea che la sua stagista, nonché amica, sprizzava da tutti i pori.
“Forza andiamo” le disse, prendendola a braccetto.
Prima di voltarsi però, lanciò anche lei un’ultima occhiata al gruppetto in cui stava Loki. Era insieme a due ragazze e al tipo che era venuto a chiamarlo. Il ragazzo biondo gli stava parlando in tono amichevole, gesticolando con le mani come se gli stesse spiegando qualcosa. Quello che era strano era la reazione di Loki, stava lì ad ascoltarlo tranquillamente anche se l’espressione un po’ scettica e superba era sempre quella che ricordava lei ma sembrava interessato e, in ultimo, aveva notato come la ragazza con i capelli castani gli aveva appoggiato la mano sul braccio in modo amichevole. Niente lasciava intendere che fosse il dio dell’inganno scontroso e che odiava i terrestri, anzi tutto il contrario. La scena le provocò la stessa sensazione di quando i suoi strumenti segnalavano qualcosa di anomalo: curiosità e confusione per non saper dare un significato preciso a ciò che le stava davanti.
 
Loki era molto scettico. Guardava la pista e i birilli posizionati in fondo e no, non riusciva a capire cosa ci fosse di stimolante in quell’attività. Poi Andrew gli aveva spiegato che era un gioco di abilità, non contava la semplice forza fisica di lanciare una palla, perché la pista era irregolare, i birilli andavano colpiti da una precisa angolatura perché cadessero tutti o almeno il più possibile. Questo iniziò ad interessare Loki perché studiare una strategia, pure se per vincere ad uno stupido gioco, gli piaceva.
“Che espressione decisa” commentò Beth, guardandolo in viso.
“Se devo prestarmi a questo insulso passatempo voglio almeno vincere” le spiegò Loki, poi afferrò una di quelle palle e le chiese come si dovesse impugnare.
Ci mise poco a capire come funzionava il meccanismo e dopo pochi tiri, fatti per testare l’inclinazione della pista, i tiri di Loki diventarono sempre più precisi, arrivando a fare due strike di seguito.
Beth era quasi indispettita dalla facilità con cui Loki aveva imparato a padroneggiare la tecnica in quel gioco. Anche se era in squadra con lui, era difficile esultare e vedere il suo sorrisetto ironico stampato in viso, che diceva chiaramente “sono il migliore in tutto”.
Dopo qualche partita e qualche giro di birre, le due coppie si separarono. Andrew accompagnò Bree a casa salutando gli amici.
 
“Questa sera non tornerà a casa” dichiarò Loki mentre passava davanti alla porta di casa del ragazzo.
Beth intanto cercava nella borsa le chiavi.
“Chi? Andy? Lo spero per lui” disse aprendo la porta.
“Sarà così”
Quanta sicurezza… da quando sei un esperto di coppie e appuntamenti?”
“Non lo sono. Ma sono un attento osservatore dei comportamenti delle persone ed era chiaro, dagli atteggiamenti di quell’umana, che era interessata a lui”
“Addirittura? Sei così bravo ad interpretare i sentimenti altrui solo da piccoli gesti? Non stai azzardando e basta?”
Entrati in casa, Loki continuò a parlare mentre si toglieva il giubbotto.
“So quello che dico. Vuoi un altro esempio? Prendiamo te. E’ chiaro che sei attratta da me”
“Scusa?”
Beth restò immobile a fissarlo, ancora con un braccio infilato nella giacca.
“Hai capito benissimo cos’ho detto”
Lei finì di togliersi l’indumento, appoggiandolo allo schienale del divano.
“Ti piacerebbe fosse così, ecco perché lo dici”
I due cominciarono a fissarsi, muovendosi ogni tanto in cerchio, come se fossero due avversari che si stanno studiando per un duello.
“Osi contestare quello che dice un dio?”
“Se fa lo sbruffone, sì”
“Mi sfidi e mi contesti per difesa, perché ti senti punta sul vivo sapendo che ho ragione”
Beth non replicò.
“Ogni tanto ti capita di fissarmi quando pensi che io non ti veda. Mi osservi quasi imbambolata e, per concludere, mi hai baciato la notte che stavi male. Se vuoi contestare le mie affermazioni sono pronto ad ascoltarti” concluse mellifluo, incrociando le braccia al petto.
“L’hai detto tu che sei il dio dell’inganno e manipoli le situazioni con la tua lingua velenosa. Hai fatto tutto questo bel discorso perché vuoi che ti dica che sono attratta da te, per soddisfare il tuo mostruoso ego e, dopo avermi fatto capitolare, mi rifiuteresti perché sono una semplice terrestre. No, presuntuoso asgardiano, non farò il tuo gioco”
“In realtà ti considero una fastidiosa midgardiana, se vogliamo essere precisi. Hai ragione sul fatto che voglio sentirtelo dire ma hai torto su un particolare: non ho intenzione di rifiutarti, tutto il contrario”
 
Beth era rimasta senza parola dopo la sua affermazione. Era convinta che lui non fosse interessato a lei perché aveva ignorato il bacio di quella notte, non ne aveva mai fatto parola né detto nulla in proposito e nemmeno l’aveva ricambiato. Avrebbe voluto fargli presente tutte queste cose ma Loki l’aveva afferrata e tirata a sé, per catturarle le labbra in un bacio. L’altra mano l’aveva infilata tra i suoi capelli, facendola scorrere fino alla nuca e lì si era fermata, tenendola premuta contro di sé, perché potesse continuare a baciarla. Quel bacio le stava facendo sciogliere il corpo. Era uno di quei baci che ti fanno dimenticare tutto, persino il tuo nome.
Loki aveva bramato quel momento anche se, se n’era reso conto solo dopo essere rientrati a casa. Gli piaceva che la sua mortale fosse così combattiva, che cercasse sempre di ribattere alle sue affermazioni, di contrastarlo, anche se poi alla fine era lui a vincere, come adesso. Lui aveva deciso di giocare a carte scoperte e sedurla e, a quanto pareva, stava ottenendo proprio quello che voleva. Sentì le mani di lei che scorrevano lungo la sua schiena, scendendo ad infilarsi sotto la camicia che indossava, per toccargli la pelle e lasciargli dei lievi graffi lungo tutto la spina dorsale, che riuscirono a provocargli un brivido di piacere. Inarcò il corpo all’indietro, per riflesso e poi afferrò la maglietta di Beth, tirandola verso l’altro e staccandosi da lei per sfilargliela dalla testa e la lanciò lontano, senza guardare dove andava a finire. Fece lo stesso con la propria camicia, quasi strappando i bottoni perché voleva sentire il contatto della pelle fra di loro. La mortale inclinò la testa e gli baciò la spalla, risalendo lungo il collo fino all’orecchio.
“Avevo ragione – bisbigliò roca – sai di buono”
“Anche tu” mormorò Loki, prima di afferrarla per i fianchi e sollevarla.
Beth capì e gli avvinghiò le gambe intorno alla vita, aggrappandosi contemporaneamente al suo collo. L’asgardiano riusciva a sostenerla senza fatica, mentre indietreggiava rapidamente per raggiungere la camera da letto di lei, quella più vicina e la depositò con delicatezza sul letto e si stese sopra di lei, tenendosi puntellato con i gomiti per non schiacciarla. Adesso che l’aveva baciata, che l’aveva sentita arrendevole tra le sue braccia, il dio dell’inganno sentiva di non averne mai abbastanza. La voleva. Voleva che fosse sua, come se fare l’amore con lei equivalesse a marchiarla come una sua proprietà. E lo fece con una scia di baci che lasciò su tutto il suo corpo, senza esserne mai sazio. Continuò finché non la sentì implorare di darle di più. Tornò a sfiorarle le labbra e le sfiorò il lobo dell’orecchio.
 “Dì’ il mio nome. Voglio sentirtelo dire”
“Loki” mormorò Beth.
“E poi?”
“Ti prego… Loki”
Il dio dell’inganno mugolò piano, estasiato nel sentirla così arrendevole ma voleva di più.
“Cosa vuoi?” la torturò implacabile, sussurrandole con voce roca.
Beth lo guardò negli occhi, era diabolico quello che stava facendo, tenendola sospesa in quel modo senza darle tregua, eppure questo atteggiamento contribuiva ad eccitarla.
“Voglio fare l’amore con te, asgardiano” gli sussurrò, lentamente, nello stesso modo, vicino all’orecchio.
Loki sorrise. Adorava il modo in cui lo apostrofava, riusciva ad essere terribilmente sensuale e gli sembrava che la sua voce gli accarezzasse la pelle.
“Ai tuoi ordini midgardiana
Dopodiché non ci fu più spazio per le parole ma solo per le loro mani che si toccavano, le labbra che si cercavano e i respiri che diventavano sempre corti e affannati.
 
*
Dopo aver scostato Beth da sé, con delicatezza, Loki si alzò dal letto. Si passò una mano tra i capelli arruffati e prese un profondo respiro. Era stata una nottata… Non trovava l’aggettivo giusto e ci pensò su un momento.
Intensa.
Era attratto dalla mortale ed era palese che anche lei provava la stessa cosa e il sesso fra di loro era stato molto soddisfacente ma c’era qualcosa che lo turbava e gli aveva impedito di riprendere sonno poco prima. Cercò di analizzare quello che stava provando, sperando che, capendolo, sarebbe passata quella strana sensazione che lo disturbava, lasciandolo libero di tornare a letto e svegliare Beth per divertirsi ancora un po’.
Chiuse gli occhi cercando di ricordare i particolari di quella notte. Non era una timida donna da trattare con delicatezza, per paura di romperla. Aveva un bel caratterino la sua mortale e non si era lasciata intimidire dal suo atteggiamento ma gli aveva risposto a tono, come se fossero in sintonia.

Ecco quello che lo stava disturbando. Dopo aver passato tutta la vita a sentirsi inadeguato ed escluso, quella notte aveva sentito una strana intesa con lei, qualcosa che gli era completamente estraneo ma allo stesso tempo sembrava familiare, o meglio naturale. Si sentì molto stupido per aver pensato quelle cose. Era stato solo dell’ottimo sesso e niente più e lui doveva smettere di dar retta a questi strani pensieri. I mortali non erano uguali a lui e lei non faceva eccezione. Ma tutti quei pensieri ormai gli avevano rovinato l’umore e quindi andò a vestirsi e cercare qualcosa per colazione.
 
Beth si svegliò da sola nel letto e ci rimase piuttosto male. Non sapeva bene cosa aspettarsi da lui dopo la notte passata insieme ma, di certo, non trovarlo l’aveva indispettita, come se Loki l’avesse usata e poi, ottenuto quello che voleva, si era allontanato per non dover fingere di fare quattro chiacchiere. Si domandò se forse non aveva sbagliato a cedere e andare a letto con lui ma, alla fin fine, non aveva fatto niente di male. La notte passata insieme era stata eccezionale e non era pentita. Non avevano nessun vincolo fra loro o nessuna amicizia di lunga data che potesse rovinarsi. Niente impegni ma solo libertà. Dopo il suo forzato fidanzamento si era sempre tenuta alla larga dagli uomini che sembravano volersi impegnare seriamente e la sola idea la faceva sentire come se stesse soffocando. Doveva essere grata a Loki, si disse, per non farle pressioni di nessun tipo. Rassicurata da quelle convinzioni scalciò le coperte con le gambe e si alzò dal letto, annusando il profumo di caffè che si stava spandendo per la casa.
  
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