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Autore: daimler    26/02/2016    16 recensioni
Chronicles of pirates è una lunga storia divisa in archi, il primo è The princess and the pirates: Una principessa promessa a un principe lontano. Un pirata in cerca del più grande tesoro mai esistito. Le loro vite si scontreranno quando Salamander, capitano di una delle navi della flotta di Fairy Tail dovrà scortare Lucy, principessa di Acalipya a Crocus. Inizieranno nell'odiarsi, mal sopportandosi a vicenda e portandosi rancore, ma tra avventure, lotte ed emozioni il loro rapporto si evolverà fino a diventare qualcosa di completamente diverso dall'odio.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Girls make  big dreams-

 

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-13 anni prima-

~In punta di stivali se ne stava il più dritto possibile, il petto gonfio e le braccia sollevate, con le dita che, intrecciate in quelle fini di lei, percepivano un calore simile a quello materno o almeno così Natsu aveva sempre immaginato la sensazione che una mamma poteva trasmettere. Una musica allegra risuonava per la taverna sovrastando chiacchiere e cori goliardici di pirati ubriachi; sulle note di quel clavicembalo, Natsu  seguiva il ritmo che dolcemente la donna gli imponeva. -Uno, due... uno, due…- ripeteva, spiegando le labbra in un sorriso e illuminando gli occhi di un castano scuro nel mettere a fuoco l'espressione  insolitamente seria di quel bambino dai capelli arruffati che attentamente si osservava i piedi.
Natsu sollevò il viso in direzione della donna, i capelli così lunghi, di un blu elettrico dai riflessi splendenti, gli solleticarono le braccia quando, chinandosi di poco col busto, lei gli pizzicò una guanciotta piena con due dita. -Sei diventato bravissimo!- lo elogiò sincera mostrandogli un sorriso bianco. -Sai, credo che d'ora in poi non avrai più bisogno delle mie lezioni ma potrai ballare direttamente con una bella fanciulla- lo informò strizzando un occhio in un gesto confidenziale.
Natsu ciondolando sui talloni scosse appena il capo, le guance divenute rosse per l'imbarazzo. -Non mi piacciono le femmine... piangono sempre- mormorò in una lieve smorfia disgustata, strappandole un risolino divertito.
-Preferisco ballare con te, tu non piangi mai Grandine, tu sei forte- le disse poi coraggioso, rafforzando la presa delle mani tra le sue. Lei, colta da un piacevole stupore di fronte a tale dichiarazione, sobbalzò al contatto di quella poderosa morsa sulla sua spalla. -Igneel!- soffiò in un sospiro, inclinando il capo di lato nel trovarsi appena dietro di sé la figura del pirata imperatore. Per nulla intimorita assunse una finta espressione accigliata. -Volevi forse spaventarmi a morte?- domandò in un tono acido tradito da quel sorriso a fior di labbra.
-Voglio farti ballare- esordì lui affascinante, con quel sorriso scanzonato che lo caratterizzava, sorriso presto tramutato in una smorfia stizzita a causa di quel calcio diretto ad uno stinco, contornato da quella velata minaccia: -Non vedi papà? Grandine è con me! Cercatene un'altra!- aveva ringhiato un Natsu bambino digrignando i denti a quel: -Moccioso perché non vai a giocare con Sting?-
-Non lo sopporto quello stupido- aveva ribattuto.
-Oi oi!- l'interruppe Grandine serrando i pugni stretti sui fianchi. -Non dovrei essere io a decidere?- commentò la giovane donna alternando lo sguardo severo dall'uno all'altro.
I pugni si sciolsero prontamente ma, prima che potesse perdere l'equilibrio, le mani si aggrapparono alle spalle forti di Igneel. L’uomo, serrandole la mano dietro la schiena, l'aveva spinta contro il suo petto un attimo dopo aver sollevato Natsu che, in una risata argentina, aveva allacciato braccia e gambe intorno al corpo possente di suo padre cingendogli l'intero costato.
-Così siamo tutti contenti- aveva poi esclamato stringendole una mano con la sua mentre l'altra era occupata a sostenere Natsu che allegro rideva fortemente in quel volteggiare di danza.
-Pensavo che trovarci qui tutti insieme era dovuto a una riunione speciale e non per ballare- sottolineò Grandine in uno sguardo furbo, inclinando il capo di lato.
-Manca ancora Metallicana- replicò il pirata -E poi… d'ora in poi dovrò davvero indire incontri straordinari per poter ballare con te- concluse in un ghigno.
Si accigliò Grandine, chiudendo gli occhi in un sospiro quando Igneel aggiunse: -Dato che vuoi ritirarti...- e sollevando poi le palpebre, indirizzò uno sguardo severo verso l'uomo nell'udire l'esclamazione di Natsu: -Che cosa? Non vuoi più fare la pirata?- aveva urlato sorpreso.
-Lo sai che non nascondo niente a Natsu- si era giustificato in una scrollata di spalle di fronte alla severità della donna.
-È perché stai male, Grandine? È per questo che non vuoi fare più la pirata?- domandò Natsu. -Ti ho vista prima, eri pallida e ti girava la testa- continuò pasticciandosi le dita nel sentirsi osservato da entrambi, involontariamente con quella frase innocente scaturì tra i due adulti una strana tensione. -Stai male?- aveva quasi urlato Igneel e Grandine boccheggiando sembrò trovare una scusa. -No.. no.. ho solo avuto un mancamento a causa della confusione- si giustificò scrollando il capo senza convincerlo del tutto.
La musica cessò. -Dovremmo andare no? Metallicana è arrivato- concluse la donna in tono sterile, le mani a lasciare quelle di Igneel per portarle sul ventre coperto da una morbida camicia a sbuffo e lo sguardo rivolto verso il portone della taverna. Sorrise tenue lasciando i due, mischiandosi tra la folla per scomparire poi dietro la porta in faggio, quella della sala dove si tenevano riunioni.
Rimasero così in mezzo al salone del locale, Natsu, tra le braccia di suo padre, sollevò il volto per guardargli il viso contratto in una smorfia perplessa portando una manina sulla sua guancia, reclamando l'attenzione dell'uomo e in tutta la sua spontaneità di bambino soffiò quella verità: -Papà le femmine sono strane...-


Natsu aprì gli occhi lentamente, provò a muoversi ma il corpo morbido e ancora nudo di Lucy lo teneva imprigionato al materasso. Si erano addormentati nella posizione in cui il piacere li aveva colti e poi lasciati stremati, le bocche vicine, le gambe allacciate le une con le altre e una mano di Lucy ancora intrecciata nella sua, dimenticata lì sul petto di lui.
Sollevò il collo e sporgendo un braccio libero verso il suo volto, con le dita le spostò alcune ciocche bionde che gli impedivano la visone del suo bellissimo volto.
Ancora avvolta dal sonno, teneva gli occhi chiusi e le labbra appena schiuse ancora gonfie di baci, respirava piano e quella colata d'oro fuso che aveva per capelli le copriva le schiena.
A Natsu sfuggì un sorriso nel contemplarla, complice anche quel sogno, quel vecchio ricordo di momenti felici, saporiti d'amore, gioia e dolce malinconia.
Le dita ruvide a percorrerle un braccio nudo fino ad arrivare allo zigomo e poi sulle labbra, quelle maledette labbra che per lui stavano diventando vizio. Scostò le dita quando la senti mugugnare appena infastidita.
-Eih- sussurrò Lucy quando, battendo le palpebre un paio di volte, mise a fuoco il volto di Natsu, svegliandosi dal sonno.
-Ciao- la salutò quest'ultimo in un sorriso spontaneo. -Come… come stai? Hai sentito male di nuovo?- domandò in un guizzare d'occhi verso il pavimento. Non voleva mostrarsi preoccupato, ma durante l'amplesso di quella notte non era riuscito a trattenersi, le aveva stretto i fianchi con fervore costringendola a cavalcarlo e a muoversi con urgenza, imponendole un ritmo veloce e frenetico.
Negò a sé stesso quel senso di sollievo nel vederla scuotere il capo in un radioso sorriso. -Ho sentito meno male rispetto alla prima volta- affermò sincera -È stato bellissimo- aggiunse lasciandogli piccoli baci sul petto per imprimergliene uno poi sulle labbra. -Nel sonno ti sentivo sospirare… ancora i tuoi incubi?- domandò turbata.
Le mani di Natsu le avvolsero il corpo portandosela addosso; ella poggiò le mani sul suo petto, ciocche bionde a solleticargli i pettorali.
-Non era un incubo, era un sogno- spiegò. -Quando sto con te, gli incubi sembrano svanire- mormorò e gli occhi si riempirono della sua bellissima visione colta dallo stupore, portò una mano dietro la nuca di lei, infilando le dita tra la chioma, e in una lieve pressione la spinse contro le sue labbra, baciandola affamato fino a mozzarle il respiro.
La fece sussultare quando con un colpo di reni la ribaltò. Lucy si ritrovò con la schiena premuta al materasso e il corpo possente del pirata a sovrastarla ma senza pesarle addosso, la risata argentina di lei arieggiò per la stanza e quell'espressione allegra si tramutò in una più seria nell'intercettare lo sguardo di Natsu.
-Cosa mi fai?- le domandò con voce roca e disperata, così tale da farle percepire brividi lungo la schiena e scuotere piano il capo. -Non lo so- aveva risposto sincera.
Nemmeno Natsu lo sapeva e continuare a domandarselo lo avrebbe portato alla follia, nessuna prima di lei gli aveva creato tale confusione in testa.
Lucy chiuse gli occhi nel percepire le sua labbra lungo il collo, sino alla gola bianca e poi ancora a scendere nel solco tra i seni. Le dita artigliarono le lenzuola sfatte quando le mani ruvide del pirata tornarono a torturarle la pelle morbida del ventre, ancora sporca del suo piacere, fino ad arrivare alla sua dolce intimità.
Per lei fu impossibile non buttare il capo indietro nel percepire le mani di Natsu afferrarle i seni e la lingua lambire il suo essere donna. -N-natsu… io vorrei sapere… agh…- soffocò un gemito e sforzandosi sollevò le palpebre. -I tuoi incubi… perché?- rantolò con voce soffocata.
-Quello che è successo in passato.- soffiò vago ritornando a sovrastarla, le mani a coppa ad afferrarle il viso per mangiarsela.
Un bacio lungo, bagnato e scostando la bocca un filo di saliva ancora li univa. Natsu voleva affondare nuovamente in lei e quel: -Quello che è successo dieci anni fa? Acnologi…- fu immediatamente soffocato da un nuovo bacio rabbioso e violento, non voleva parlarne.
Sentì i polpastrelli di Lucy fare una leggera pressione sul viso e, interrompendo il bacio, si ritrovò a fissarla indispettito all'ennesimo richiamo. -Potremmo parlarne- gli soffiò in un tenero sorriso, ma Natsu digrignò i denti di fronte a quell'espressione compassionevole.
-No- sibilò velenoso sollevandosi bruscamente dal corpo caldo della principessa, quegli occhi gli trasmisero pena e questo Natsu non poteva sopportarlo.
Stizzito arraffò i calzoni malamente buttati sul pavimento la sera prima, il silenzio piombò nella stanza scandito soltanto da un frusciare di lenzuola, Lucy ne aveva preso una porzione avvolgendosi il corpo nudo, le labbra morse tra i denti mentre il disagio l'assaliva. -Perché fai così?- mormorò mesta nel vederlo indossare gilet e sciarpa.
-Perché... abbiamo fatto l'amore e ora scappi via...- continuò in un lamento, deglutendo a fatica e cacciando indietro le lacrime che minacciavano un pianto nevrotico.
-È complicato, ok? Tu non c'entri niente- sbottò Natsu gesticolando una mano verso il suo indirizzo, cazzo come lo faceva innervosire quando la vedeva ridotta in lacrime per colpa sua.
-Io c'entro Natsu!- strillò in un acuto nervoso. -C'entro eccome! Voglio aiutarti ma me lo impedisci, voglio vivere momenti felici ma ogni volta tu...- s’interruppe inclinando il capo nel percepire gli occhi di Natsu che come dardi si abbatterono su di lei.
-Rovino tutto, vero? Era questo che stavi per dire, no?- soffiò acido serrando le mani sui fianchi mentre la rabbia montava nel suo petto.
-Lucy, cazzo! Sono così e ora non puoi farmene una colpa!-
-Non te ne faccio una colpa, è solo che...- si sollevò nel dirlo, il lenzuolo ben premuto al petto con le dita e i passi, che leggeri arrivarono fino al pirata. -Natsu non te ne faccio una colpa- ripeté scuotendo il capo, un groppo alla gola rischiò di soffocarla quando vide Natsu incapricciato a fissare il pavimento e non i suoi occhi.
-Vorrei solo che tu fossi in pace con te stesso-
-Perché?- mormorò lui, lo sguardo ancora assente. -Perché ti interessi così tanto? Per quel che ci resta...- 
Sollevando il viso la vide sospirare, una mano portata sulla fronte tra i ciuffi biondi della frangetta -Potremmo non parlare di questo adesso?- esalò affranta. -Riesco ad affrontare una cosa alla volta- Con gli occhi colmi di tristezza deglutì l'amarezza che le si era formata in gola. Perché Natsu non prendeva nemmeno in considerazione l'idea di non lasciarla a Crocus? Le dita strinsero una porzione di lenzuolo e come già aveva detto al pirata, decise di accantonare l'argomento solo per dedicarsi ad un altro, ancor più spigoloso.
-Se tu mi parlassi di cosa ti tormenta, io potrei fare qualcosa per te- mormorò accennando un lieve sorriso nel vedere finalmente gli occhi verdi di Natsu verso i suoi. -Ecco, ho capito che riguarda l'uccisione di tuo padre e l'ossessione per Acnologia, ma quando sono iniziati i tuoi incubi? Li hai sempre avuti? Se è così deve essere terribile...-
-Non ti riguarda!- l'ammonì il pirata. Era riuscita a farlo tentennare e per un secondo aveva addirittura pensato di poter aprire uno spiraglio di cuore, ma quella sequela di domande lo avevano innervosito o forse era bastato nominare suo padre per far si che si spezzasse in lui quella fragile consapevolezza che parlarne con lei lo avrebbe fatto sentir meglio.
-Non c'è niente che tu possa fare! Ucciderò Acnologia e finalmente sarò in pace!- sbottò con voce rabbiosa a pugni così stretti da sbiancare le nocche.
-Non è così che troverai la pace, non con la vendetta almeno- replicò Lucy, quanta pena che provava per lui. Sporse un braccio verso la sua direzione, le dita a sfiorargli una mano. -E poi mi riguarda, sono troppo coinvolta per far finta di niente… non posso-
-Coinvolta? Cosa ti fa credere così speciale?- lo disse in un tono atono e freddo, ma non furono le parole a farle scostare la mano e sgranare gli occhi inorridita, ma ben si il disprezzo che aleggiava in quelle iridi cupe. -Perché abbiamo scopato un paio di volte, ora pretendi di risolvere il casino che sono?-
Lucy deglutì, si sentì sprofondare provando il desiderio viscerale di scappare via o meglio ancora di prenderlo a schiaffi, ma sostenne comunque quello sguardo diventato cattivo constatando che Natsu, per lei, si rilevava ogni volta un traguardo impossibile.
Quella sua bipolarità era tornata nel più violento dei modi. -Sei un caso perso- sibilò sconfitta e avendo il capo chino non notò di come quell'espressione lasciò Natsu sorpreso.
-Pretendere amore da te è come pretendere la pioggia in un deserto- Era amareggiata e coperta solo da quel lenzuolo si era sentita umiliata.
-Amore? Non fare la stupida- sbottò afferrandole un polso per trascinarsela addosso, digrignò i denti di fronte al viso indignato di Lucy. -Neanche tu mi ami, sono solo l'unica cosa che ti fa sentire libera visto che presto tornerai nella tua gabbia dorata a vivere un futuro che non vuoi!!-
Lucy sentì le dita di Natsu massacrarle la pelle, stringere più del dovuto il suo polso fine e, tentando di strattonarsi, gli rivolse tutta la rabbia che gli stava tormentando il cuore: -Sei tu a pensarlo! E poi perché perdere tutto questo tempo con me?-
-Sei solo una stupida ossessione- ringhiò il pirata con voce grave. -Un capriccio, qualcosa di proibito… ma ormai non lo sei più- ghignò maligno, celando la perplessità nel non vederla in lacrime; Lucy aveva la mascella serrata e gli occhi torvi. -Potrei dire la stessa cosa- sibilò metallica con una tale freddezza da farlo intimorire.
Chi diavolo era? Non la Lucy che conosceva, la ragazza di buon cuore che aveva scontrato ad Achalipya. -È colpa tua, guarda cosa mi stai facendo diventare- mormorò poi a capo chino, rispondendo alle domande mentali di Natsu, il polso ancora intrappolato in quella morsa dolorosa.
-Con te finisce sempre così... sei odioso quando arrivi a farti odiare- sollevò lo sguardo Lucy nel pronunciare quelle parole dal suono spezzato e Natsu, di fronte a suoi occhi, si ritrovò inerme, nudo di ogni scudo.
Sentiva le sue difese sgretolarsi, ma non poteva permetterlo -Eppure stanotte non ti lamentavi quando gridavi il mio nome- le soffiò in faccia in un ghigno perverso e sfrontato, con le labbra stirate in un sorriso cattivo.
-Vattene via- fu la risposta di Lucy, che con uno strattone si liberò della morsa. -Vattene via. Subito!- ripeté ancora con voce arrabbiata inclinando il capo verso il parquet, sussultando al sonoro tonfo della porta anticipato dai passi pesanti di Natsu.
Vi era silenzio ora intorno a lei, sentiva il suo cuore venir meno intrappolato in una morsa dolorosa, e quel disagio ritornare ad assalirla. Tremava ancora di rabbia e alcune lacrime di frustrazione le solcarono il viso, solo lui la mandava in paradiso per poi trascinarla all'inferno l'istante dopo, solo lui...
 

***


Le braccia incrociate al petto e gli occhi pece che, da sotto il cappello, scrutavano con un vivido interesse, celato da quella solita apatia che lo caratterizzava, il suo capitano, Grey se ne stava a fissarlo da minuti ormai, da quando Natsu era apparso sul ponte con un espressione terrificante, più terrificante del solito, a contornagli il volto.
-Non sembra la faccia di uno che ha fatto sesso per tutta la notte- si limitò a descrivere strappandogli un grugnito scocciato. -Grey non ti ci mettere pure tu- sibilò in un lamento nel voltargli le spalle poggiando le braccia sul ripiano della balaustra. Un profumo di salsedine e vento fresco gli frustarono la faccia e gli occhi vagarono per il porto affollato di Clovertown, erano arrivati giusto qualche ora prima.
-Happy e Wendy?- si limitò a domandare, distratto dalla folla colorata e rumorosa che animava il porticciolo di Clover, cittadina per niente ostile ai pirati nonostante la vicinanza con la capitale.
-Sono già scesi insieme a Mira e Charle, Happy ha provato a bussare alla tua porta ma ha detto che dormivi così pesantemente che non ti sei svegliato- e nel dirlo, Grey non celò quel ghigno sghembo. Si affiancò a Natsu incurvando la schiena posando gli avambracci sul parapetto.
-Forse Happy a volte è troppo ingenuo- si limitò a dire Natsu, evitando di incrociare lo sguardo del Fullbuster. -O forse fa solo finta di non vedere la realtà delle cose- E prima che l'altro potesse rispondergli, Grey lo interruppe in un ghigno: -E non è l'unico...-
Natsu sbuffò, le sopracciglia corrugate e una smorfia stizzita a padroneggiare sul volto, voltandosi portò le braccia al petto, incrociandole in una rude posa. -Non me ne frega un cazzo degli altri, che pensino ciò che vogliono- sputò irritato e incapricciato, non accorgendosi di come Grey stesse scuotendo il capo. -Sei tu a non capire un cazzo... come al solito- sibilò arreso, perché ciò che intendeva era un’altra cosa.
-Vuoi che ti butti in mare?- lo minacciò Natsu arpionando le dita alla camicia del Fullbuster, avvicinando la fronte alla sua. -Ci finirai tu se non la smetti- replicò il moro con voce cavernosa, il capo a spingere contro quello di Natsu.
-Cazzone-
-Bastardo-
E un altra sequela di insulti e grugniti si susseguirono tra i due, le mani di Natsu artigliate al colletto della camicia del secondo. -Grey ti ricordi quando a quattordici anni ti ho preso a pugni in riva al mare a Magnolia? Ti ho lasciato morto!-
-Ti ricordi male! Ti ho lasciato morto io!- sbraitò stringendo un pugno della mano ben sollevato in aria e probabilmente lo avrebbe anche colpito, ma quella risata improvvisa e raggiante da parte di Salamander gli fece sgranare gli occhi e un sorriso, se pur sempre pacato, gli increspò le labbra.
Quella loro "amicizia" durava da troppo, pensò Grey in un roteare di occhi, e Natsu era bravissimo nell'abbattere tutte le sue barriere. Si strattonò: -Pff… la solita testa calda- commentò in uno sbuffo nel risistemarsi il bavero della camicia.
Entrambi addossarono la schiena al parapetto puntando gli occhi verso un ponte deserto. -Sono già scesi tutti?- domandò Natsu arricciando appena il naso.
-Lily e Bixlow resteranno a bordo per fare la guardia, anche se dubito che qualcuno possa interessarsi a questa nave malconcia- spiegò con fare ovvio data la precarietà in cui la Lumen riversava a causa di quel ciclone avvenuto giorni prima. -Gli altri sono scesi, tranne Juvia- E nel dirlo serrò la mascella sgranando gli occhi, la lingua morsa tra i denti e un leggero fastidio nel percepire quel ghigno stampato sul volto di Salamander.
-Scommetto che sta ancora dormendo... nel tuo letto- schioccò con la lingua in una perversa osservazione azzeccata e Grey poté solo trasalire, ignorando quel continuo ghigno di Natsu scrollò il capo e sempre a sguardo chino puntò l'indice verso una direzione precisa: -Non è di Juvia che ora mi preoccuperei- scandì bene, non preoccupandosi minimante di nascondere un certo sorriso dispettoso.
E voltando lo sguardo verso dove il dito di Grey puntava, le iridi verdi di Salamander si sgranarono e la bocca si schiuse nel mettere a fuoco la figura slanciata di Lucy che a passo sicuro falcava il ponte. Ma quel suo stupore accompagnato da un battito cardiaco piuttosto veloce, non fu tanto per quell'espressione ardita che contornava il viso di Lucy, ma bensì da quel vestito dalle tonalità azzurre accese che fasciava il corpo della bella principessa. La fascia scollata e vorace ornata da merletto e l'orlo del vestito sollevato da un lato in modo da far intravedere la coscia bianca e nuda di Lucy, crearono a Natsu uno spasmo in centro al petto. Teneva i capelli sciolti, le ciocche libertine spaziavano su quel corpo diafano e bello… e poi quell'abito da dove saltava fuori? Era così…
-Accidenti Lucy, sei uno schianto!- esclamò Grey, con tanto di fischio sonoro facendola arrossire appena, accettando il complimento con un lieve sorriso. Serrò le mani sui fianchi, le dita di quella destra a tormentare la corda della frusta sapientemente arrotolata, agganciata al cinturone che le circondava la vita, Lucy ciondolava sui talloni evitando lo sguardo di Salamander fisso su di lei.
-Ieri Erza mi ha detto che ci saremmo fermati un bel po' a Clover e quindi ho pensato di scendere e godermi un po' questa città- spiegò raggiante.
Ma quell'espressione radiosa durò giusto il tempo di un battito di ciglia, la voce rude di Salamander la arrivò dritta nelle orecchie e quel: -Dove diavolo vorresti andare da sola?!- la colpì come uno schiaffo in pieno volto.
Indurì la mascella e, guardandolo in tralice, una voce cavernosa uscì dalle quelle labbra morbide e belle: -Faccio come mi pare- latrò indispettita.
-No, fai come ti dico io- rimarcò Natsu. Una vena poi gli pulsò sulla fronte quando Lucy ribadì un secco: -No-
-Vuole solo fare un giro, che sarà mai- scrollò le spalle Grey mentre la tensione tra Natsu e Lucy continuava a ribollire nell'aria, rendendola cupa e pesante. -Ne Natsu, non sarai geloso?- ghignò poi bastardo, non scatenando nessuna reazione che si potesse scorgere sul viso del suo capitano.
-Che diavolo dici? Potrebbero riconoscerla di nuovo e rapirla e io non voglio più seccature!- sbottò burbero.
E Natsu rimase fermo in quella posa rigida anche quando negli occhi di Lucy scorse quell'accenno di amarezza, l'aveva ferita un altra volta ma quel suo orgoglio era ancora più forte di qualsiasi sentimento e mai, nemmeno a sé stesso, avrebbe ammesso che per la milionesima volta si era comportato ingiustamente da stronzo.
La vide storcere le labbra verso il basso e non gli sfuggì nemmeno quel pugno della mano chiuso in una morsa spasmodica, ma quell'improvviso ghigno di Lucy lo fece tremare appena, un espressione strana campeggiava sul viso di lei e quasi indietreggiò quando si sporse verso di lui.
La vide sempre più vicina e poi voltarsi di scatto verso il viso del Fullbuster, Natsu tentò di celare il totale disappunto nel vederla così vicina al volto di Grey. Anch’egli sorpreso era rimasto immobile con le braccia ancora incrociate sul petto, rimanendo perplesso anche quando Lucy gli sfilò via il cappello che portava sul capo per indossarlo lei stessa.
-Contento? Così non mi riconosce nessuno- aveva poi soffiato in direzione di Salamander in un ghigno, passando pollice e indice sulla visiera del copricapo facendolo schioccare appena con le dita.
Voltò loro le spalle sollevata del fatto che Natsu non avesse più repliche da fare e dirigendosi verso la scalinata che dava sul ponticciolo del porto. Ritornò con le dita a torturare la frusta legata su un fianco tentando, in una scrollata del capo, di scacciare dalla sua mente Natsu e quel suo caratteraccio.
-La stai facendo diventare un mostro- aveva commentato Grey con tanto di pacca sulla spalla. -Che ne è stato di quella principessa timida?- continuò poi sardonico. Ma Natsu se ne stette in silenzio, non mostrò nemmeno quel poco di rivalsa quando un urlante: -Grey-sama!! Dove sei??- urlato in lontananza fece irrigidire il Fullbuster.
-È meglio che mi defili, Juvia tende ad essere appiccicosa più del solito dopo che... bé hai capito, no?- farfugliò con mezza agitazione arraffando la prima cima a portata di mano per fiondarsi giù dalla nave.
-Ho capito- sibilò soltanto, marciando poi a passo di carica.

Lucy si sistemò meglio il cappello sul capo, portò l'indice sul mento guardandosi intorno curiosa e ancora dubbiosa su quale strada intraprendere; sussultò quando venne afferrata al polso.
Si voltò di scatto, per nulla sorpresa nel trovarsi davanti Natsu, rimanendo rigida. -Lasciami- soffiò con una punta di esasperazione.
-Non voglio lasciarti- affermò il pirata, ma non vi era la rabbia di qualche attimo prima in quelle parole, sembrava quasi tristezza la sua. Le fece sgranare gli occhi di fronte a quell'affermazione e distogliendo lo sguardo, Natsu si scostò appena. -Non voglio che vai sola, potrebbe essere pericoloso per te- si corresse lasciandole il polso.
La fece sospirare. -Che cosa vuoi da me? Natsu, che cosa sono io per te?- domandò ormai stanca di quei messaggi criptici che Natsu le mandava. Lucy attese, se ne stette lì in mezzo alla folla del porto ad aspettare una risposta che non arrivava da un Natsu a capo chino e visibilmente nervoso.
-Lasciami in pace- sibilò Lucy a denti digrignati, l'alone scuro di ciò che era successo al suo risveglio era ancora presente. Ma quel pirata ottuso non sembrava darle tregua e sporgendosi verso di lei, le urlò nuovamente la sua disapprovazione.
-Ti ho detto no!-
-Invece si!-
-No da sola tu...-
Dovette fermarsi Natsu, interrompendosi quando tra la folla apparì dal nulla l'ormai famigliare figura della gitana. Cana intrappolò tra le sue braccia una Lucy sorpresa circondandole le spalle. -Ma non è sola! Avevamo deciso di andare insieme, no?- esordì in un ghigno, non preoccupandosi di nascondere il fatto che aveva udito la discussione tra i due.
-Vero?- domandò strizzando un occhio verso il vicino viso di Lucy contratto in una smorfia perplessa, ma che annuì comunque un flebile: -Si-
A Natsu non restò che grugnire e infilarsi le mani nelle tasche dei calzoni voltando loro le spalle, scomparendo l'istante dopo tra il turbinio di gente.
Lucy rimase un istante a fissare un punto vuoto, voltando il viso verso la zingara quando sentì il suo abbraccio venir meno.
-Grazie- mormorò a fior di labbra, lisciandosi con le mani qualche piega del vestito.
-Non c'è di che- rispose Cana sventolando una mano nella sua direzione. -Quel pirata è peggio di una piattola, eh?- ridacchiò in una sorta di battuta per tirarle su il morale, tentativo fallito dato l'appena abbozzato sorriso di Lucy. -È solo preoccupato per la sua "chiave"- rispose scrollando le spalle di fronte all'espressione perplessa di Cana. -È una lunga storia, ti annoierebbe-  concluse Lucy accennando poi un sorriso più caldo.
-Ci rivedremo a bordo allora... grazie ancora- la salutò con un cenno del capo voltandosi per seguire una direzione dettata dal caso. Una strana morsa al petto, dovuta al disagio di sentirsi sola in una città sconosciuta l'assalì all'istante ma la voce squillante e calorosa di Cana ritornò a piombarle addosso, sovrastando il vociferare di quel flusso di gente che l'attorniava.
-Lucy!- la chiamò ancora fino a raggiungerla, avvolgendola nuovamente in un abbraccio complice. -Potremmo andare insieme, no? E poi mi piacciono le storie lunghe- disse in un ghigno facendola finalmente sorridere serena.

***


Il cielo ormai si stava tingendo di rosso tramonto, le nuvole erano gonfie di colori caldi e un cielo azzurro sfumato di rosa faceva da cornice a quella fine giornata d'estate.
Camminava Lucy, le braccia lungo i fianchi e la presenza della zingara accanto a lei. Lo era stata per tutto il pomeriggio e insieme avevano passato un momento tranquillo lontano da quelli burrascosi che aveva vissuto negli ultimi giorni. Lucy aveva scoperto in Cana una persona diversa da quella che in apparenza appariva, tra girovagare di negozi e stradine di Clover, le aveva raccontato di come una principessa fosse finita in una nave di pirati, le aveva spiegato della promessa al principe, della chiave, di Jupiter, delle terre di Ishigar e di Natsu, ovviamente tralasciando i momenti intimi che aveva vissuto con lui, spiegando alla zingara il motivo di quella sua morbosità, ovvero l'obbiettivo di passare da Crocus illesi in modo da raggiungere il tesoro tanto agognato.
-Senza di me non potrebbero mai oltrepassare Jupiter senza essere abbattuti in un solo colpo- concluse con un sospiro stanco. Intercettò lo sguardo furbo di Cana, il volto incorniciato da una cascata mossa e castana. -Sembrava ci fosse altro a legarvi- alluse quasi provocatoria facendo deglutire Lucy mentre scuoteva il capo.
-Non preoccuparti, ognuno di noi ha i propri segreti e poi io sono davvero l'ultima persona a cui importerebbe- la rassicurò realmente poco interessata con lo sguardo rivolto verso il portone di una taverna, ma, prima che potesse varcarlo per sfamare quella sua "sete" che tanto aveva lagnato durante tutta la giornata, fu la voce di Lucy a fermarla.
-E il tuo segreto, bella zingara?- le domandò in un sorriso facendola ammutolire un istante, non doveva per forza risponderle ma quella principessa aveva aperto il suo cuore a lei, che già una volta aveva cercato di fregarli.
-Perché unirti a una banda di pirati?- continuò Lucy avvicinandosi a lei. Ne era incuriosita, durante la giornata avevano parlato solo di lei e Lucy, a parte capire che Cana dovesse avere una sorta di debole per l'alcool, altro non sapeva.
-Mio padre è un pirata... un pirata di Fairy Tail- gettò senza alcun preavviso facendo sgranare occhi e bocca di Lucy, che di certo non si aspettava tale arrendevole confessione.
-Mia madre era una zingara, il suo clan si spostava da una costa all'altra, una vita nomade insomma, ed è stato durante uno dei suoi spostamenti che incontrò quel bellissimo pirata che le fece perdere la testa, una sola notte d'amore la loro...- spiegò in un tono mesto e bastò quella semplice espressione, non tanto quel verbo al passato, per far capire a Lucy che quel dolore che traboccava da Cana era la perdita della madre.
-Tua madre...- soffiò e basta, fermandosi quando la vide annuire stringendo tra le dita un lembo di gonna. Anche Lucy aveva vissuto quel dolore e sapeva bene quanto le parole servissero a poco.
-Me l'ha confessato prima di andarsene e da allora ho cercato invano di trovare mio padre, ma so a mala pena il suo nome… un giorno mi ero addirittura recata in quel loro covo a Magnolia, ma il coraggio mi venne meno e me ne andai senza neppure varcare il portone, sono solo una zingara-
-Capisco- mormorò Lucy. -Ma quando voi siete venuti da me… ecco… ho pensato che fosse destino e questa volta mi sarei fatta guidare dal caso- continuò Cana con gli occhi illuminati da una luce viva tanto da farla brillare. -Quella notte ho saputo dalla cartografa che tutti i pirati sono interessati a quell'Ishigar e che conquistarlo sarebbe un vero trionfo; se io riuscissi a conquistarne anche una minima parte, mio padre sarebbe orgoglioso, no? Mi presenterei a lui come sua figlia, degna di suo padre!- esclamò concitata e radiosa e Lucy poté solo annuire mostrandole un sorriso, avrebbe voluto dirle che forse non sarebbe stato necessario, ma non voleva giudicare quel suo sogno e stringendole le mani le augurò di poter esaudire quel suo desiderio.
La vide sorridere e insieme varcarono il portone.

Un’allegra canzone, fatta da tamburelli e cori, accolse le due appena spinto il portone e se Cana corse immediatamente verso il bancone, Lucy se ne stette lì mettendo a fuoco uno per uno i membri della ciurma, visi famigliari misti a quelli sconosciuti.
Vi era Mira che al bancone si era fatta servire un intero vassoio colmo di boccali e ridente, proprio come se si trovasse nella sua cara taverna, agile e scaltra si muoveva tra tutta quella gente con un’invidiabile scioltezza, lasciando le varie bevande ai propri compagni disseminati qua e là, arrivando fino a quel grande tavolo.
Anche Lucy, preso un respiro e facendosi forza perchè ancora non si era abituata al fervore delle locande, si avvicinò al tavolone rotondo notando tra sinistre facce sconosciute anche quelle belle di Levy ed Erza: seriose e composte se ne stavano sedute distanti, concentrate su quel mazzo di carte che entrambe tenevano tra le mani.
-Cosa succede?- bisbigliò all'orecchio di Mira, affiancata a lei sollevò il busto subito dopo aver servito della birra fresca.
-Una partita di carte- spiegò in un ghigno puntando gli occhi verso quel gruzzolo di soldi posto al centro del tavolo facendole esclamare un: -Oh- sorpreso.
Non vi era una minima espressione nel volto di Erza, apatica fissava Levy di fronte a se dopo che uno dei partecipanti aveva gettato malamente le proprie carte sul banco con tanto di grugniti per aver perso quella mano.
-Allora forestiera, siamo rimaste io e te- soffiò quasi con arroganza e Lucy si accigliò di fronte a ciò che aveva appena udito.
-Mira, perché Erz...- tentò di domandare prima che l'albina le intimasse morbidamente il silenzio tramite una strizzata d'occhio e l'indice posto sul naso come chiaro messaggio. Lucy ritornò ad osservare la scena che le si parava davanti.
-Ho una doppia coppia- ritornò a parlare Erza mostrando le sue carte, spalmate ora sul tavolo, suscitando scalpore tra i partecipanti.
Levy, dopo aver sibilato un: -Gageel zitto, mi metti ansia- al pirata che, posto in piedi dietro di lei, si mordicchiava le unghie con nervosismo, esclamò un: -Tris d'assi, bella! Ho vinto io!- con tanto di carte battute sul tavolo, creando la gioia totale e mal contenuta di Gageel, oltre all'ennesima sequela di grugniti degli altri partecipanti. Alcuni si sollevarono per abbandonare il gioco ma altri furono attirati da quella provocazione dettata da Levy.
-Nessuno può battermi, scommetto il doppio-
-Il triplo se non sarò io a batterti- rincarò la dose una Erza per nulla abbattuta dalla sconfitta.
Ancora frastornata, Lucy guardava le due giocare a carte comportandosi da perfette sconosciute, né scrutò i movimenti completamente assorta finché il palmo ben aperto di qualcuno afferrò il suo polso allontanandola da lì e sobbalzando spaventata sospirò poi, gonfiando le guance, nel trovarsi tra le braccia di Salamander.
-Ottuso pirata- pensò stizzita mentre quest'ultimo la trascinava in mezzo al salone, tra la gente danzante, ma dio quanto le erano mancate quelle braccia forti e il suo petto che caldo le irradiava calore.
-Natsu dove mi porti?- domandò, sgranando gli occhi poi incredula quando si accorse di quello che il pirata stava facendo: le aveva preso una mano posandosela sulla spalla e le dita dell'altra intrecciate con le sue, ma solo quando iniziò ad ondeggiare in un delicato movimento, Lucy capì che Natsu la stava facendo ballare.
Si lasciò sopraffare da lui e dal suo cuore, che stupido e furioso batteva nella cassa toracica. Stava ballando con Natsu e ciò la rendeva scioccamente felice, ma i ricordi di ciò che era successo in mattinata tornarono con lo stesso impatto di una secchiata d'acqua gelata.
Sollevò il capo, tenuto basso fino a qualche istante prima, e si ritrovò a specchiarsi in quegli occhi di un verde torvo che, assenti, sembravano guardare oltre le sue spalle, e reclinando lo sguardo notò alcune figure dalla sinistra presenza, sembravano scrutarla con un’inquietante interesse.
-Non mi piace come ti stavano guardando quelli, forse ti hanno riconosciuto- esordì finalmente la voce di Natsu, che cupa le arrivò alle orecchie facendola annuire appena e pensare un: -Cretina- pesante come un macigno, perché sì, per un attimo aveva pensato che il gesto fosse stato spontaneo, ma Natsu non si smentiva mai.
-Dovrei ringraziarti, allora?- soffiò tra il mesto e l'arrabbiato, mentre lui con le dita le solleticava le sue, la musica suonava allegra ma quel: -Scusa- mormorato appena da Natsu non faticò a sentirlo, ma sbalordita tentò nel farselo ripetere.
-Cosa?-
-Hai capito benissimo- pigolò lui inclinando lo sguardo verso il pavimento.
-Non potresti ripetermelo? Ecco, la musica è alta e io no credo di aver...-
-Mi dispiace ok?- ripeté stizzito -Per stamattina, sono stato uno stronzo, non avrei dovuto dirti quelle cose... non in quel momento- continuò arrossendo le guance e facendo sorprendere Lucy: a volte quella sua bipolarità non era poi così male.
-Si, sei stato un imbecille- infierì lei, la voce dura, ma quando la fece volteggiare per poi schiantarsela al petto, quella sua arrabbiatura sembra svanita.
I visi erano così vicini da poter respirare l'uno il fiato caldo dell'altro e deglutì di fronte a quel ghigno spavaldo certa che anche Natsu aveva colto la sua arrendevolezza.
Si voltò aderendo la schiena contro il suo busto, le braccia intrecciate al petto e le mani ancora unite a quelle di Natsu. -Non sei male come ballerino- mormorò lei lasciandosi cullare da quel dolce movimento, aveva già testato quella dote di Natsu, ma ora sembrava avere un sapore diverso.
-Non lo faccio mai- rispose lui, il naso quasi a strofinare quel collo niveo, respirando a pieni polmoni quel profumo di vaniglia.
-Non ti piace? Beh, potevi anche evitarlo se il problema era qualche sguardo di troppo-
-Mi piace averti tra le mani, è diverso- affermò in un soffio di voce, direttamente nel suo orecchio facendola fremere e reprimere un sospiro.
Ritornò a voltarla, notò un certo rossore sulle sue guance e perplesso portò due dita tra la visiera del cappello sollevandolo appena per vederle gli occhi, si soffermò solo un istante nel contemplare quello sguardo caramello per poi domandarle un: -Tutto bene? Sembri strana…-
-Si- mugugnò lei reprimendo il desiderio che le contorceva le viscere, uno spasmo al basso ventre l'aveva colta al suono di quella voce roca e scrollando il capo puntò il mento verso il tavolo in cui Erza e Levy continuavano a giocare. -Mi chiedevo soltanto perché facessero finta di non conoscersi…-
-Stanno imbrogliando- rispose asciutto Natsu, scrollando le spalle di fronte a quello sguardo severo di Lucy -È l'unico modo per racimolare più soldi possibili in poco tempo. È da stamane che giocano aiutandosi a vicenda: una contrassegna le carte, l'altra gli fa da difesa facendole strada verso la vittoria, a turno si scambiano ruoli e tavoli- le spiegò con fare tranquillo.
E a Lucy non restò che annuire rassegnata: la nave era in pessime condizioni per non parlare poi della totale mancanza di cibo, lei stessa ne risentiva, a parte quella mela rubata da Cana durante la loro passeggiata, non aveva mangiato più nulla.
-Se è per il bene della ciurma…- sospirò lasciandosi trasportare ancora da Natsu e da quella danza, stringendogli le dita e godendo del suo sguardo così magnetico, tanto che Lucy colse solo in secondo momento, con la coda dell'occhio, che le presenze sinistre di cui Natsu aveva accusato sguardi pericolosi, avevano lasciato la taverna.
-Natsu possiamo smettere, quei tizi...-
-Shh-

La taverna brulicava di avventori ma, nonostante la ressa concitata al bancone, Mira scorse comunque Natsu e Lucy ballare in centro al salone. Sorrise di fronte a quell'immagine serena, le dita a picchiettare sulla superficie legnosa e distratta sollevò il viso in direzione del locandiere quando la chiamò per porgergli quei due boccali traboccanti di birra e schiuma. -Segna sul conto della rossa!- gli aveva riferito in una strizzata d'occhio ammiccando verso l'ignara fanciulla in questione, troppo impegnata nel gioco a carte per accorgersi che Mira l'aveva cosi "gentilmente" onorata nell'offrire a tutti. Ancora diabolicamente ghignante si fece spazio tra la folla di ubriaconi, ogni tanto quella sua parte dispettosa nei confronti di Erza, quella parte che sembrava morta insieme a Lisanna, ritornava a farsi viva.
Sussultò quando fu afferrata ad un braccio, la birra scivolò fuori dai cristalli bagnandole le dita, sentì quel calore mai dimenticato irradiarle la schiena e reclinando appena il capo sospiro un: -Laxus...-
-Dobbiamo parlare- rispose asciutto lui, la mole imponente a coprirla e un tono di voce che non dava scelte.
-L'abbiamo già fatto l'altra volta-
-Non abbiamo fatto un bel niente, non mi hai risposto e sei scappata...- le ricordò piccato affondando le dita nel suo braccio morbido, ma senza farle male. -E poi, si può sapere che stai facendo? Non siamo mica alla taverna di Magnolia- la rimbeccò vedendola con boccali alla mano.
-Laxus, ti prego! Come se ti fosse mai importato qualcosa di quello che faccio. Abbiamo avuto il nostro tempo, le cose sono cambiate e non sono più la Mira che ti scopavi quando ne avevi voglia, sono cambiata e...-
-Allora questa possibilità me la dai o no?- la interruppe schietto facendole abbassare gli occhi verso le mani che, tremanti, sostenevano appena i boccali e il peso di quella domanda mentre il cuore batteva troppo forte.
Uno schianto fragoroso e urla minacciose interruppero quel suo indugiare e indirizzando lo sguardo, all'unisono con il dio del tuono, entrambi capirono cosa stava succedendo: il tempo dei giochi era finito.
-Quelle due! Stanno imbrogliando!- urlò qualcuno, lo stesso che aveva rovesciato il tavolo probabilmente.
-Sono delle imbroglione! È da stamane che seminano vittorie, casualmente sempre insieme!-
-Rivoglio i miei soldi!- sbraitò qualcun altro e non ci volle molto prima che l'intero locale venisse travolto da quella rissa di gruppo. Aveva incominciato Gageel stendendo con un pugno quel tizio che aveva solo provato a sporgersi con strane intenzioni verso il gamberetto e poi Erza, che peggio di un puma che difende i propri cuccioli, era balzata sul tavolo tramortendo chiunque si fosse avvicinato al gruzzolo di soldi.
Il resto della ciurma di Fairy Tail pensò bene di darsela a gambe: Happy corse via tenendo per mano Charle e Wendy; Mira, nonostante le proteste, fu sollevata come un sacco di patate e caricata in spalla da Laxus; Elfman tentava di mantenere calma una furiosa Ever omicida che avrebbe ucciso quello stolto, colpevole di averle macchiato il suo vestito nuovo, se non fosse stato per le braccia del pirata che la bloccavano in una morsa.
Tutto sotto lo sguardo serenamente calmo e snob di Freed che, seduto a un tavolo, sorseggiava tranquillo il suo vino rosso come se intorno a lui non fosse appena scoppiata una rissa degna di Fairy Tail, ma di certo il secondo di Laxus non avrebbe mai sfoderato la spada contro tali bifolchi.
Lucy invece correva alla cieca guidata dalla mano di Natsu, si ritrovò a percorrere la scalinata che dava al piano superiore, si addentrarono per il lungo corridoio, una carta da parati dalle tonalità rustiche ne copriva le pareti incorniciate da quelle porte tutte uguali.
Natsu si fiondò su una particolare e in un cigolare di cardini, Lucy si ritrovò all'interno di quella stanza.
-Oh- esclamò soltanto voltando il viso verso quello di Natsu rimasto in piedi dietro la porta appena chiusa. -Non è come pensi, non ti ho portato qui… per ecco…- mormorò senza formulare del tutto la frase. -Erza ha deciso che sosteremo a Clover stanotte, lei e Levy hanno racimolato abbastanza soldi per le riparazioni della Lumen e per la scorta di cibo ma sai, i soldi non sono mai abbastanza e prima di arrivare a Crocus dobbiamo essere ben forniti, affronteremo un lungo viaggio privo di soste poi- continuò ottenendo solo un leggero movimento del capo da parte di Lucy, annuiva soltanto torturandosi con le dita la stoffa dell'abito.
-Posso immaginare- soffiò mentre il lume del candelabro li avvolgeva in una tenue atmosfera.
-Forse sarebbe cosa giusta che io andassi- mormorò Natsu, una mano a scompigliarsi le ciocche rosa e un cenno nel voltarsi rimasto sospeso a quel: -No- di Lucy, soffiato appena.
-Sarebbe cosa giusta, ma non è quello che voglio- affermò lei inspirando aria dal naso e facendosi travolgere l'istante dopo dalla furia passionale di Natsu, che con impeto le si era scagliato contro divorandole le labbra in un bacio violento. Le erano mancate da impazzire quelle maledette labbra, che morbide e gustose lo trascinavano in una spirale di follia.
Fiondandole una mano tra i capelli le serrò la nuca continuando a baciarla, sentiva la sua rabbia e la sua frustrazione accumulate in quella giornata trasformarsi in desiderio disperato e con bocca avida la seviziava di baci bagnati e di morsi sul collo.
Lucy lasciò che la schiantasse alla parete, i polsi bloccati in un unico palmo chiuso di Natsu, mentre l'altro le abbassava bruscamente il vestito lasciandole scoperto mezzo busto e i seni che svettanti  si offrivano a quella bocca affamata.
Solo piccoli gemiti e respiri ansanti, tra un bacio e l'altro, uscivano dalle loro gole e quando le liberò i polsi per prenderle una gamba, tirandosela su un fianco, mentre con le dita le scostava l'orlo delle mutandine, Lucy conficcò le unghia nelle sue spalle fino a lacerargli la camicia nera che le fasciava.
Così fuori controllo e primordiale, soffocò un urlo quando si spinse in lei in unico movimento, uno spasmo poi la colse nel sentire mugugnare il suo nome, lo sentiva tremare dentro di sé e in quel ritmo perfetto chiuse gli occhi stringendoselo contro, autodistruggendosi in un atto di passione.
Nulla aveva più importanza in quel momento.
 

***


Onde appena accennate s'infrangevano contro la parte bassa delle murate della Lumen, orgogliosa e malconcia era rimasta attraccata al porticciolo di Clover quella notte. Ma a bordo non vi era il silenzio a fare da padrone ma bensì un ridacchiare civettuolo scandito da schiocchi di baci.
-Gageel, basta! Dobbiamo fare da vedetta e non questo!- la voce di Levy si librò nell'aria notturna, nonostante il rimprovero mancasse di fermezza però.
Seduta sul parapetto della Lumen con le cosce ben circondate alla vita del pirata e le mani ad accarezzargli il petto, rideva sorniona e maliziosa tra le braccia di Gageel.
Entrambi si erano offerti di pernottare a bordo della nave quella notte. -Se ci vede Erza sono guai!- aggiunse poi Levy, sbirciando con timore oltre la spalla del pirata, facendolo grugnire e roteare gli occhi, reazione molto simile a quando qualche ora prima aveva scoperto che anche Erza avrebbe passato la notte sulla nave. Beh, da capitano lui stesso doveva saperlo che Titania non avrebbe mai abbandonato la nave.
-Può sempre unirsi a noi!- ghignò, schivando per miracolo un pugno di Levy, che stizzita non aveva colto l'humor. -E dai, gamberetto, lo sai che amo solo te!- asserì poi facendole sgranare gli occhi d'ambra sopra a quel sorriso radioso.
-Cosa? Tu hai detto che...-
-No-
-Invece si-
-Invece no-
-Si, anche l'altra volta ti è scappato! Mentre lo facevam...- ma quelle parole furono tappate dall'ennesimo bacio, così intenso da lasciarla senza fiato.
Quando si scostò di lei le regalò un sorriso, non quel suo solito ghigno, ma un sorriso vero tanto da scaldarle il cuore. -Non c'è bisogno che te lo dica, no?- sbuffò ancora imbarazzato facendola annuire e chinare il capo contro il suo petto.
-Sai Gageel, potremmo incominciare ad uscire allo scoperto, no? Insomma sono due anni che stiamo insieme ma, a parte Juvia, non lo sa nessuno e io sono stufa di questo segreto. Si lo fai per proteggermi perché temi delle ripercussioni, ma io sono al sicuro con te, no?- domandò aspettando una risposta mugugnando un lamento e poi furente sollevando lo sguardo verso il pirata. -Allora, che cavolo?! Mi rispon... Gageel?- lo chiamò con apprensione, notando l'espressione perplessa di Gageel, che rigido osservava il mare.
Levy sussultò quando, reclinando il capo, mise a fuoco ciò che si specchiava nelle iridi rosse di Gageel. -O mio dio!- guaì saltando giù dal parapetto e scattando a quel: -Presto! Vai a chiamare Erza!- ordinato dal moro.
Strinse le dita in spasmi nervosi, con gli occhi ancora rivolti a quella figura, quella di un giovane uomo all'apparenza fortunatamente solo privo di sensi dato il flebile respiro chiaramente dedotto dal petto contratto in un ritmo lento, accasciato solo con il busto su una tavola in legno, che si lasciava trasportare in balia delle onde, avvicinandosi sempre più alla Lumen.
Un povero disgraziato con chissà quale destino avverso per trovarsi in quelle condizioni, ma era un altro il dettaglio che aveva allarmato Gageel: quel marchio ben visibile sulla spalla dell'uomo, denudata dalla manica strappata.
Il marchio di Fairy Tail…
 

Angolino di Daimler- Buon giorno amici miei! Voglio scusarmi per il mese di assenza su efp e i quasi due passati dall'ultimo aggiornamento di Chronicles, tra lavoro e stanchezza anche morale oltre che fisica, ho finito per trascurare un po' la scrittura e me ne dispiace molto dato l'importanza che questo piccolo passatempo sta prendendo giorno dopo giorno, sopratutto grazie al vostro affetto, vicinanza e anche critiche (quelle servono sempre ;)) .

Volevo ringraziare Nalla85 per la bellissima immagine che vi ha accolto ad inizio cap. un regalo il suo che ho voluto condividere con tutti voi (e grazie anche ad AlexiaLil per avermi linkato l'immagine, la capra Daimler qui presente, nel 2016 non è ancora capace di caricare una foto su efp) .
Un ringraziamento speciale anche a Paola, una meravigliosa ragazza che si è offerta di farmi da beta e corregermi tutti gli strafalcioni a cui abitualmente vi sottopongo, quindi  se ha fine cap. avete pensato a una sorta di miracolo nel non vedere nessuno dei tremila errori che disolito faccio, non è un miracolo è solo grazie a Paola.
Come al solito ringrazio tutte le persone che mi vogliono bene, che mi sostengono e che apprezzano questa storia, GRAZIE DI CUORE.

Il cap. è venuto un po' lunghetto e inizialmente pensavo di focalizzarlo solo su Natsu e Lucy ma poi ho deciso di dare un po' spazio anche a gli altri canon e spero davvero che l'attesa ne abbia valsa la pena!
Spero di non ritornare fra due mesi con Chronicles ma molto prima, la long è quasi finita (questa prima saga) mancano solo due capitoli salvo idee improvvise e un eventuale ampliamento della trama, ma non prometto nulla a parte di mettercela tutta!! comunque non sparirò del tutto, tornerò presto con due os!!
Grazie ancora!!un bacione!!!

   
 
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