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Autore: Vika_I_Love    27/02/2016    1 recensioni
La vita di Molly Sue è una lotta continua, ha lottato nel Bronx, ha lottato in carcere, ha lottato per ricevere amore ed ora lotta per farsi spazio nella WTA.
Le sue convinzioni vacillano quando il suo percorso incrocia quello di una ragazza, Molly ha paura di Emily, ha paura di diventare “umana”, Emily è l’unica a non avere paura di Molly, l’unica che riuscirà a cambiarla.
Molly non sa che Emily per lei sarà un tornado.
Il tornado passa violentemente e prende tutto, tutto ciò che vuole.
“Lo sguardo della più piccola era perso nel vuoto, il cuore le batteva a mille, le faceva male, le bruciava dentro al petto come se da un momento all’altro dovesse scoppiare.
Emily invece era decisa, la guardava dritta negli occhi, cercava di captare qualcosa che andasse oltre le apparenze, cercava di capire realmente chi fosse Molly Sue.
Molly non poteva essere la ragazza viziata e senza sentimenti, non poteva essere come la descrivevano i giornali, lei non aveva il cuore di pietra.
Portò le mani sul viso della bionda, riuscì a catturare il suo sguardo, l’accarezzò delicatamente.
-Sei troppo bella per non farti male
Storia rivisitata
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Baby, Sei troppo bella per non farti male

In fondo chi cambia la da vinta a questi bastardi, ma IO NO, 
io vado avanti, non sento i pianti di chi mi sta attorno non posso più fermarmi

 
 
Mancavano pochi minuti, pochi minuti prima dell’ingresso in campo delle due finaliste, pochi minuti per dare le ultime dritte tecniche per i coach, la Smith ascoltava tutti i consigli del suo di coach, Molly invece non aveva bisogno di consigli tecnici, Vera era di fronte a lei, la guardava dritta negli occhi, sapeva cosa dire alla sua atleta, aveva un tono duro, mentre Molly era seduta, impugnava con forza la racchetta
-Non so cosa ti passa per la testa, vorrei avere questo potere, ma come ben sai non ho questa abilità. E’ la finale, puoi vincere una finale slam, abbiamo lavorato tanto per questo momento, non fare stronzate Molly, non ti distrarre, non avere cali di tensione, sai cosa devi fare? Devi colpire ogni palla come se fosse la rivincita a tutte le nostre sconfitte, oggi non giochi da sola, io gioco con te, ogni tuo errore è un mio errore, ogni tuo vincente è un nostro vincente. Ora vai a fare quello che ti riesce meglio, vai a vincere Molly, dimostra a tutti quanto vali-
Moly si alzò dalla panca, fece un paio di salti sul posto, guardò la sua coach e abbozzò un sorriso prima di abbracciarla.
 
Le due giocatrici erano tese, la più giovane era concentrata, lo sguardo dritto quasi minaccioso verso l’avversaria, voleva e doveva vincere.
Il primo turno di servizio era nelle mani della Smith, il primo game dimostrò la piega che avrebbe preso il match, la tennista con più esperienza buttava da una parte all’altra del campo quella con meno esperienza, sperando che arrivasse stanca nel momento di colpire, ma la diciassettenne era veloce, troppo veloce per metterla in difficoltà.
La Smith se non avrebbe cambiato tattica avrebbe perso la finale in meno tempo di quanto ci si aspettasse.
5-3 il risultato parziale, la Smith stava perdendo le staffe, sotto di un break,  avrebbe dovuto servire per difendere la battuta e per evitare che Molly vincesse facilmente il primo set.
Molly aveva risposto bene per tutto il set, ma aveva deciso di non correre inutilmente per giocarsi il set nel suo turno di servizio.
5-4, la giovane tennista guardò la sua coach, le fece un cenno con il capo, il suo turno di servizio fu una lezione di tennis, era riuscita a trasformare i colpi impossibili in 4 vincenti, colpendo in svariati modi la pallina.
 
Dopo poco meno di un ora, la ragazzina riuscì a vincere il primo set, aveva dato l’impressione di essersi controllata e di aver controllato il match a suo piacimento.
Il secondo set prese un’altra piega, fu un monologo, il monologo Molly Sue, ogni colpo era preciso e potente, ogni colpo era tagliente e veloce, ogni colpo perfetto e vincente.
Molly colpì con precisione ed estrema forza il colpo che le consegnò il suo primo slam, dopo una corsa e un recupero che lasciarono tutti senza parole.
Scivolò dopo aver colpito la pallina, e si ritrovò a terra, capì di aver vinto quando le urla del pubblico in delirio l’assordarono.
Forse il punto più bello del match le aveva fatto vincere il suo primo slam.
La giovane tennista si aiutò con la racchetta per alzarsi da terra, si avviò velocemente verso la sua coach, scavalcò un paio di barriere per risalire al box dove Vera l’aspettava a braccia aperte.
Tra le braccia della coach, la ragazzina si lasciò andare ad un pianto liberatorio, finalmente il carico di pressione che la stava lentamente disumanizzando, si materializzò.
Vera sorrise amorevolmente mentre stringeva stretta al petto la sua atleta.
Era riuscita nell’impresa, a soli 17 anni era riuscita a vincere il primo slam, tutti sapevano che ne avrebbe vinti molti altri, e pochi credevano che non sarebbe riuscita nella grande impresa, riuscire a trionfare in tutti e 4 gli slam nella stessa stagione.
 
Emily era in ospedale, aveva seguito la finale insieme ad altre persone, presupponeva inglesi, ad ogni colpo vincente della giovane tennista, esultavano.
Anche la Smith era inglese, ma quel gruppo di tifosi sembrava non lo sapesse, o meglio, preferivano vincesse un nastro vincente del tennis ad una tennista più grande e con più esperienza.
La giovane guardò la partita insieme alla sorellina, che nel frattempo era migliorata tantissimo, ora riusciva ad essere autonoma, ma aveva bisogno ancora di riposo, e di essere sotto controllo 24h/24h ancora per un mese.
Gli occhi di Stella brillavano dalla felicità, aveva chiesto alla sorella maggiore se Molly la sarebbe andata a trovare per farle vedere il trofeo, ed Emily evitò di rispondere, limitandosi a sorridere.
 
 
Nonostante avesse vinto, nonostante aveva già zittito tutti con il suo gioco, nonostante il suo comportamento aveva dato già tutte le risposte, Molly rifiutò di parlare con i giornalisti, limitandosi solo a ringraziare la sua coach durante la premiazione.
Non si era presentata alla conferenza stampa, e non aveva risposto a nessuna domanda che le era stata posta dopo la sua strabiliante vittoria.
Molly era nella camera d’albergo, si era sistemata per il party, una tradizione che lei odiava, ma si sarebbe presentata solo perché non ci sarebbero stati giornalisti ma solo le sue avversarie del campo.
Vera aprì la porta, aveva ancora il sorriso stampato sulle labbra, guardò il tavolo e notò una bottiglia di vino aperta.
Molly la salutò, mentre sorseggiava del vino, riempì un altro calice e lo porse alla sua coach
-Ora posso bere, quindi fammi compagnia- Vera sorrise e l’accontentò.
-Oggi sei stata perfetta, hai giocato in modo impeccabile, sai che dobbiamo lavorare per riuscire a giocare tutte le partite in questo modo-
La ragazzina si accese una sigaretta e con aria soddisfatta rispose –Possiamo parlarne domani, voglio godermi il momento, stasera andrò al party, cercherò di divertirmi e domani ritornerò concentrata-
Vera la guardò amorevolmente, le baciò la fronte –Piccola, goditi il momento e la settimana, ti meriti un po’ di svago, hai diciassette anni, vai in vacanza, riposa, organizza una festa, e da lunedì prossimo riparliamo di tennis-
Molly abbracciò la sua coach di slancio.
-Ora vado in ospedale, non fare cazzate- guardò con aria minacciosa la ragazzina e divertita dallo sguardo che aveva assunto proprio quest’ultima, andò via.
 
 
 
Molly scese le scale per arrivare alla sala destinata al party, ad accoglierla ci furono applausi e sorrisi che significavano rispetto.
La ragazza salutò gentilmente tutti per poi andare di fretta nella parte della sala riservata al bar.
Era con Joy, una sua amica, lei era una campionessa nel doppio, si vedeva più in fed cup che negli slam, erano entrambe inglese e si erano conosciute proprio grazie al torneo riservato alle nazioni, erano riuscite a vincere una partita impossibile di doppio, da quel momento erano diventate quasi inseparabili.
Joy sorrise alla ragazza del bar, ordinò due tequila e poi continuò a parlare con Molly, in quel momento distratta mentre rispondeva ad una serie di messaggi
-Stasera è festa, non hai ragioni o scusanti per declinare l’invito in discoteca-
Molly scoppiò a ridere, alzò le mani in segno di resa, le sue risate furono smorzate quando Emily porse la loro ordinazione sul bancone.
Joy ignara di tutto, o meglio, Molly le aveva accennato qualcosa ma non le aveva detto molto, alzò il bicchiere e sorridendo verso l’amica urlò –Tutte le persone in questa sala, devono bere quello che hanno ordinato tutto in un sorso, ha vinto la Sue quindi è festa-
Molly continuò a ridere, poi eseguì gli ordini dell’amica, bevve la tequila tutta d’un sorso. Seguirono molte altre tequila, e molti altri brindisi.
La Smith si avvicinò al bancone per fare la sua ordinazione, Emily si avvicinò a lei e Molly guardava tutto in silenzio, nonostante avesse la vista annebbiata per colpa del tasso alcolico nel suo corpo.
Quello che vide non le piacque molte, la Smith aveva consegnato un biglietto alla mora sorridendo, la ragazza si alzò dallo sgabello e si recò verso le due impegnate in un dialogo a lei sconosciuto.
Molly affrontò la Smith a muso duro, le strinse il colletto della giacca e la spinse con tutta la sua forza così da farla allontanare dal bancone –Credo che tu non sia la benvenuta in questo party-
La più grande si sistemò la giacca, notò tutti gli occhi dei presenti  rivolti verso di loro, allargò le braccia sorridendo beffarda –Vuoi fare a botte Sue? Davvero Sue vuoi fare a botte? Quella ragazza non ha scritto il tuo nome in faccia quindi fatti i cazzi tuoi ragazzetta-
Molly si voltò verso Emily, aveva la mascella serrata,  i pugni chiusi lungo il corpo, talmente tanto chiusi da avere le nocche evidentemente chiare colpa della pressione, -Credo che tu abbia bisogno di una pausa sigaretta- lanciò un pacchetto di sigarette verso la barista, lanciò una sguardo minaccioso verso la Smith e poi tornò a sedersi sullo sgabello e continuò a dedicare la sua attenzione alla tequila.
 
Joy la guardò stranita, non aveva capito perché la Sue avesse avuto quel comportamento, le porse una sigaretta sorridendo –Credo che anche tu debba andare a fumare una sigaretta- Molly sorrise prese la sigaretta, ma la sua attenzione venne nuovamente catturata dall’amica –Non dimenticarti della tequila amica- la bionda sorrise, prese la bottiglia quasi finita di tequila e si recò verso il terrazzo.
Aspirò con gusto la sigaretta mentre sorseggiava la bevanda destinata a finire in poco tempo tra le sue mani.
Alle sue spalle sentì una voce familiare e i brividi lungo il corpo presero vita –Complimenti Sue-, Molly si voltò lentamente, guardò impassibile Emily, fece scivolare la bottiglia vuota lungo il pavimento, continuò a guardare la ragazza in silenzio in attesa di qualcosa che ignorava anche lei.
Forse l’alcol ingerito era troppo, forse non era molto lucida e forse proprio per questo fece quello che avrebbe voluto fare, in pochi attimi si avventò sulla mora, la portò spalle a muro per poi gettarsi sulle sue labbra, la baciò con trasporto, la baciò come se non potesse fare altro, la baciò come se fosse l’unica cosa sensata da fare.
Emily inizialmente sorpresa, ricambiò il bacio con lo stesso trasporto, portò una mano sul viso della ragazza e l’altra la posizionò dietro la sua schiena così da poterla stringere più di quanto avesse fatto prima di quel momento.
Molly si staccò leggermente e con estrema dolcezza portò le sue labbra nuovamente su quelle di Emily per darle un bacio delicato prima di staccarsi definitivamente.
Guardò la ragazza di fronte a lei non accennò a nessuna smorfia facciale ed andò via.
 
 
Molly rientrò e raggiunse Joy, l’amica era ancora impegnata con la tequila, porse l’ennesimo bicchiere all’amica, bicchiere che non rifiutò.
-Dove eri finita?-
Molly sussultò, guardò la ragazza di fronte a lei, non sapendo cosa dirle, si voltò verso la porta d’ingresso, e guardò Emily, alzò le spalle non sapendo cosa potesse dire per giustificare la sua assenza e il suo rossore.
Joy si voltò verso la ragazza che la sua amica stava guardando, sorrise maliziosa, -Credo di aver capito-. Bevve tutto d’un sorso la tequila e ultimò la frase –e credo che stia venendo qui-.
Molly sentendo quelle parole e nel vedere la figura della mora sempre più vicina si dedicò alla sua tequila sperando che potesse aiutarla in quel momento critico.
Emily si posizionò a pochi centimetri dalla bionda, la guardò dritta negli occhi per un paio di secondi, dopo quel lasso di tempo, il suo sguardo venne attirato dalle labbra della ragazza.
Le strinse la mano e Molly si fece portare ovunque Emily la volesse portare. Salirono un paio di rampe di scale e arrivarono al terzo piano.
Emily incrociò le braccia e decisa in modo diretto si rivolse alla giovane tennista
-Posso sapere cosa ti prende? Non posso parlare con nessuno perché ti fai sopraffare dalla gelosia, decidi quando devo andare a fumare una sigaretta ed ora decidi anche quando mi puoi baciare? Addirittura decidi di ignorarmi dopo aver deciso di baciarmi?-
Molly sorrise, accarezzò il viso della mora –Tesoro, non credo che tu non volessi baciarmi-
Emily indietreggiò di qualche passo, si ritrovò nuovamente spalle al muro, mentre la ragazza dinnanzi a lei sembrava potesse decidere qualsiasi cosa.
-Perché mi hai portata qui?- Molly si voltò in entrambe le direzioni  ed allargò le braccia, non capendo perché si trovassero lì, nel corridoio lunghissimo del terzo piano.
-Voglio venire con te- Molly si zittì, guardò sorpresa Emily, alzò un sopraciglio quasi contrariata, non riusciva più a capire quella ragazza, due minuti prima avrebbe potuto fare quel che voleva ed ora si ritrovava di nuovo nella difensiva
-So che Vera ti ha dato una settimana libera, voglio venire con te, so che andrai in vacanza-
La bionda sorrise, si avvicinò alla mora, Emily attendeva una risposta.
Molly si fiondò sulle labbra della ragazza, la baciò con tutta la passione che aveva in corpo, aprì la porta della camera più vicina, il terzo piano era dedicato allo staff dell’albergo, e tutto lo staff era impegnato a causa del party.
Entrò nella stanza e chiuse la porta alle sue spalle, senza staccare le labbra da quelle di Emily.
Pochi minuti dopo, gli indumenti delle due ragazze erano sparsi sul pavimento, mentre il letto diventò il loro nido d’amore per quella notte.
 
 
Vera arrivò al party, riconosceva molte atlete ubriache, la musica rimbombava in quella sala, il bancone era attorniato da persone desiderose di alcolici, Joy era seduta su una poltrona sulle gambe di un ragazzo, probabilmente stavano feltrando, probabilmente sarebbero finiti a letto insieme tra un paio d’ore e molto probabilmente quella che stava fumando non era una semplice sigaretta.
La donna si avvicinò all’amica della sua atleta, -Dov’è Molly?- Joy sorrise maliziosa, guardò verso il bancone del bar –Mi chiedo lo stesso, forse è con quella barista carina- Vera scosse il capo, continuava a guardarsi intorno –Da quanto tempo è sparita?- Joy guardò il ragazzo dietro di lei, sorrise trionfante della scelta fatta, sapendo che la loro serata sarebbe finita insieme tra le lenzuola
-Non lo so, da quel che vedi, sono stata impegnata- scoppiò a ridere, e le risate di quei ragazzi con gli ormoni a mille, fecero quasi irritare Vera, sbuffò e capendo che la ragazza fosse troppo ubriaca per dirle di più, andò via.
 
Uscì dalla sala, cercò di chiamare Molly invano, il telefono era spento, provò a chiamare Emily, ma il telefono era spento, sorrise innervosita.
Uscì fuori dall’albergo, preferì prendere una boccata d’aria.
Aj era seduto su una panchina poco d’istante dall’ingresso, guardò Vera sorpresa, si alzò poco dopo e raggiunse la donna –Hey Vera, come mai sola?- la coach guardò l’uomo divertita –Solitamente i rapper non perdono tempo a pedinare le loro ex, scrivono testi-
Aj sorrise divertito, allargò le braccia –Credo di essere un caso clinico allora- fece qualche tiro di sigaretta e poi deciso si voltò verso un bar –Ti va una birra?-
Vera scosse il capo sicura –Non credo sia il caso-
-Stiamo aspettando entrambi invano che Molly esca dalla porta d’ingresso oppure che ci dia un cenno di vita con un semplice sms, aspettiamo entrambi Molly, almeno in due il tempo passa prima-
Vera arresa sorrise –Va bene, vada per la birra-
 
I due si accomodarono su un divanetto del bar, Vera controllò le notifiche sul suo telefono, ma di Molly nessuna traccia.
-Non si farà sentire, lo sai questo, la rivedrai tra una settimana, oppure dovrai andare a recuperarla in Messico perché sarà troppo fatta per ritornare con le sue forze a casa, oppure la rivedrai tra un paio di settimane con qualche piercing e qualche tatuaggio in più, ormai dovresti conoscerla-
Vera sorrise, AJ aveva ragione, Molly non aveva limiti, non si sarebbe fatta sentire, ma ora le cose erano diverse, lei aveva adottato Molly, non poteva più limitarsi a recuperare il suo corpo in una qualsiasi città.
-E’ innamorata di quella ragazza vero?- Vera abbozzò un si con la testa, -Come fai a saperlo?-
Aj scosse il capo rassegnato –Fa quello che avrei voluto ricevere io da parte sua per quella ragazza, la guarda come avrei voluto essere guardato io-  il ragazzo finì la birra e ne ordinò un’altra
-E’ cambiata, le ha tolto qualcosa, è tornata la stessa ragazzina di un anno fa, tu lo hai notato, vero?-
Vera fece qualche sorso di birra, guardò l’uomo al suo fianco –Lei non può più essere contenuta, è un fiume in pieno, hai notato i suoi occhi? Sono cambiati, lei non è più la stessa, quella ragazza la sta distruggendo da dentro, questa storia finirà male, per quanto odiassi vedervi insieme, avrei preferito che avesse scelto te-
 Aj sorrise, sapeva che quello non fosse un complimento, aveva capito il senso, Molly non era innamorata di lui per quindi non si sarebbe mai disperata per lui, invece con Emily era diverso, lei era follemente innamorata di quella ragazza, si percepiva.
-L’ho persa per sempre, vero?-
Vera abbozzò un si con la testa dispiaciuta.
 
 
 
La mattina seguente, Molly si svegliò a fatica, aprì gli occhi mal volentieri, si ritrovò in una camera d’albergo che non riconosceva, direzionò lo sguardo verso il peso che sentiva sul petto, sorrise quando l’immagine di Emily addormentata su di lei, le si parò davanti.
Allungò un braccio lentamente per evitare di svegliare la ragazza, afferrò il cellulare e quando impostò l’opzione off-line aereo, si ritrovò un centinaio di messaggi e una decina di chiamate di Vera, digitò un sms breve e lo inviò allo coach “Sto bene, tranquilla”.
Emily si alzò lentamente, si voltò verso Molly, la bionda sorrise, si sporse per darle un bacio delicato, poco dopo si alzò dal letto, si infilò una maglia trovato nella stanza, per coprire il copribile, -Ordino la colazione-
La mora ancora assonnata si distese nuovamente –Io voglio un caffè-.
La giovane tennista chiamò il servizio in camera, controllò il numero della stanza, e si rese conto che fosse la camera riservata proprio ad Emily, sorrise capendo che l’intenzione della mora della sera precedente fu proprio portarla nella sua camera d’albergo.
Aprì la finestra e si fece accecare dal sole, -Eri seria ieri? Davvero vorresti venire con me in vacanza?-
Emily si alzò leggermente poggiando i gomiti sul letto così da poter guardare Molly
-Certo, ho chiamato la mia famiglia ieri mattina e gli ho detto di prendere l’aereo per venire ad assistere a Stella, così lei non starà sola ed io posso venire con te, mi sono accordata con il capo e mi ha dato una settima di vacanza-
Molly sorrise, portò le mani dolcemente sul viso della ragazza e la baciò, si accomodò sul letto impugnando il suo smartphone e si collegò ad internet, selezionò un link, -Dove vogliamo andare?-
Emily abbracciò la bionda, guardò la pagina seleziona, ed indicò una meta
-Maldive?- Molly scoppiò a ridere –Lo sapevo- comprò due biglietti e si alzò dal letto dopo aver dato l’ennesimo bacio mattutino alla ragazza –Vado a fare la doccia, partiamo tra 4 ore, fai le valigie-
 
 
Entrò nella sua stanza, sperando che Vera non fosse lì, ma le sue speranze furono contraddette.
Vera molto arrabbiata e quasi con fare violento aggredì la giovane
-Posso sapere che cazzo ha che non va il tuo cervello? Sparisci per 13 ore, la tua unica preoccupazione è scoparti quella barista? Mi spieghi che cosa cazzo ti passa per la testa?-
Molly evitò di rispondere, entrò nel bagno ed aprì il rubinetto, si tolse l’unico indumento che indossava, ritornò nella camera da letto, aprì le valigie e prese degli indumenti, ritornò nel bagno e si fece bagnare dal getto d’acqua bollente.
Vera era stupefatta, non aveva mai visto Molly così, entrò nel bagno e le sue grida aumentarono
-Molly cazzo ti sto parlando, porca puttana vuoi ascoltarmi, mi vuoi degnare di una risposta almeno, credo che mi meriti una risposta sensata-
La ragazza dette un pugno contro le piastrelle e aggredì verbalmente la sua coach
-fatti i cazzi tuoi Vera, mi sono scopata Emily, hai qualche problema? Bhè non importa, io sono felice e per quanto tu non voglia vedermi con lei questo non mi renderà meno felice con Emily, io voglio stare con lei che ti piaccia o meno questo non cambierà la situazione-
La donna indietreggiò di qualche passo, si poggiò contro la porta e sorrise nervosa –Io non me ne starò ferma, mentre tu ti diverti a distruggerti, io non te lo lascerò fare, io non te lo permetto, quella ragazza ti distruggerà, prenderà tutto quello che vuole e tu glielo lascerai fare, ed io dovrò recuperare ogni pezzettino e rimetterlo insieme, ma non c’è la farò questa volta, non riesco a stare ferma mentre tu ti diverti a distruggerti-
Molly sfilò un asciugamano, asciugò il suo corpo e poi indossò l’intimo.
-Devo fare le valigie- Vera guardò la sua atleta e non riconobbe nel suo sguardo la giovane che aveva allenato e seguito negli ultimi anni. Rassegnata e amareggiata andò via.

 
 
 
 
Angolo autrice:
Scusate il ritardo, ma ho troppi impegni ultimamente, mi divido tra due lavori, amici e studio.
Emily e Molly ora hanno stabilito un vero legame che va aldilà dell’attrazione e della passione che le aveva travolte in Sicilia. I dissapori tra loro sembrano dimenticati.
Vera non ne è contenta e cercherà di fermare la giovane tennista.
Nel frattempo le due ragazze potranno godersi una settimana di relax così da potersi conoscere meglio e dedicarsi l’una all’altra.
Voi cosa ne pensate? Vera avrà ragione? 
  
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