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Autore: Meramadia94    27/02/2016    1 recensioni
Viene commesso un omicidio e non è una cosa insolita per il piccolo Conan, ma stavolta è diverso, in quanto ogni prova ed ogni indizio da come colpevole una persona molto importante per il detective Takagi.
Il piccolo detective dovrà dimostrare la sua innocenza, malgrado tutto converga contro di lei e nulla pare riuscire a scagionarla.
Genere: Angst, Generale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Miwako Sato, Nuovo personaggio, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Wataru Takagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Mentre in ospedale succedeva tutto questo, al Quartier Generale della Polizia di Tokyo era in corso un interrogatorio preliminare, gestito dall'agente Chiba e dall'ispettore Shiratori.
Assieme all'ambulanza, Megure aveva fatto intervenire anche una volante che scortasse Sakuragi in centrale ed aveva contattato Shiratori al cellulare, spiegandogli cosa era accaduto: che Sakuragi era il misterioso aggressore che l'anno prima si era divertito a terrorizzare, picchiare e derubare almeno venti donne nonchè l'assassino che stavano cercando, il suo folle movente, ed anche che aveva sparato alla sorella di Takagi.
Appena arrivato, i due poliziotti lo avevano messo sotto torchio.
Inutile dirlo, quell'individuo li disgustava, ma allo stesso tempo erano felici che fosse stato lui.
A nessuno dei due sarebbe piaciuto vedere in manette per omicidio di primo grado la sorella di Takagi, e vedere il collega star male per questa situazione e perderlo come collega a causa delle terribili conseguenze che ciò avrebbe comportato per lui, sarebbe piaciuto ancora meno.
Chiba per il motivo che Takagi era stato il suo primo vero amico da quando era stato trasferito, Shiratori invece pur non avendo sempre avuto un rapporto tutto rose e fiori con l'agente Takagi, l'aveva sempre considerato un ottimo poliziotto nonchè una bravissima persona e gli sarebbe dispiaciuto proprio per questo, in quanto Takagi sarebbe stato l'ennesima conferma di una regola che pareva affermare che più una persona è onesta, buona e gentile, più la sfortuna la perseguitava.
'' Quindi...''- fece Chiba a braccia conserte seduto davanti al sospettato e Shiratori in piedi dietro le sue spalle -'' ricapitoliamo. Lei ha aggredito brutalmente venti donne e le ha derubate di quanto di valore avevano con sè, perchè il loro atteggiamento la irritava... ha assassinato senza pietà una ragazza di neanche vent'anni per lo stesso motivo... e ha tentato di uccidere per due volte la sorella di un agente di polizia. E' corretto sinora?''
Sakuragi guardò i due poliziotti con aria di sufficienza. Non sembrava ne pentito ne spaventato per le conseguenze del fatto che avesse sparato e quasi ucciso la sorella di un poliziotto alla presenza di tre poliziotti ed un rinomato detective, anzi.
'' Al momento la signorina Sakura Takagi, la ragazza che ha rapito e tentato di uccidere per poi lasciar andare, sapendo che avrebbe raccontato una storia a cui sarebbe stato difficile credere...''- fece Shiratori leggendo quanto l'ispettore Megure gli aveva appena spedito via mail sul cellulare -'' è ricoverata in terapia intensiva dopo un intervento particolarmente difficile... le conviene sperare che sopravviva. I giudici sono soliti ad accordare la pena di morte quando qualcuno si macchia le mani con il sangue di più persone.''
'' Quelle signore senza cervello si meritavano quel che è accaduto loro...''- fece Sakuragi -'' qualcuno doveva pur insegnare loro un po' di educazione e come trattare le persone che stavano loro intorno.''
'' E questo le pare un motivo valido per aggredire una donna nel cuore della notte, e con una simile brutalità?''- fece Chiba.
Quel movente aveva dell'assurdo...ma a bene vedere, aveva visto persone uccidere per molto meno.
'' Se sua madre o qualcuno che amava moltissimo si fosse tolta la vita a cuasa del capriccio di una reginetta viziata, lei che avrebbe fatto?''
'' Non lo so, ma di certo non l'avrei fatta pagare a delle donne di cui nemmeno conoscevo il nome!!!''
'' Per non parlare di quel che ha fatto a Sakura.''- aggiunse Shiratori -'' Lei non aveva nulla a che fare con il profilo con cui lei sceglieva le sue vittime.''
'' E che ne sapete?''- fece l'uomo davanti a loro, per poi portarsi una mano al viso, con un'espressione di scherno in viso -'' Aspettate, non dirmelo... avete parlato con sua madre, le sue amiche, ed anche con suo fratello maggiore... e vi hanno detto che la ragazzina è un vero angelo, ho indovinato?''
'' Lo ha detto anche Reiko Tsubaragi.''- lo apostrofò duramente Chiba. Era pronto a scommettere che il suo amico e collega, se fosse stato presente all'interrogatorio, anche se non era il tipo non si farebbe fatto troppi scrupoli ad afferrare quel rifiuto dell'umanità per il colletto della camicia e sbatterlo contro il muro, magari ringhiandogli contro.
Takagi non aveva mai colpito o mandato al diavolo nessuno, nemmeno quando ne avrebbe avuto mille ragioni, e francamente se qualcuno mai gli avesse detto che Wataru Takagi era venuto alle mani con qualcuno, sospettato o collega irritante che fosse, avrebbe pensato che il tizio che asseriva di averlo visto era ubriaco o fatto di roba pesante o che gli alieni esistevano veramente e che avevano sostituito Takagi con un replicante.
Ma francamente gli avrebbe dato volentieri una mano se mai avesse deciso di prendere a pugni quel criminale.
'' La sua dipendente asserisce che il giorno del suo arrivo in hotel, Sakura le ha dato una mano con alcuni panni da cambiare e che ad un certo punto si sono pure messe a chicchierare come se fossero due amiche di vecchia data.''- spiegò Shiratori -''ergo, quella ragazza non aveva nulla a che vedere con le persone che odiava... è stato costretto ad aggredirla perchè le sembrava che la sua ultima vittima stesse facendo il nome del suo assassino e quindi ha tentato di tapparle la bocca. Ma mi tolga una curiosità... quando ormai era stato scoperto ed aveva confessato... che motivo aveva per spararle?''
Il destino era stato veramente infame con Sakuragi. Senza saperlo, il suo cognome era quasi identico al nome di battesimo della persona che era giunta sul luogo dell'omicidio per prestare i soccorsi. All'oscuro di un particolare simile, era perfettamente logico per lui supporre che c'era una persona a conoscenza della verità ed una volta riconosciuta in lei la ragazza che si era vantata con la madre di essere la sorella di un ufficiale, aveva dedotto che se fosse andata alla polizia, gli agenti avrebbero creduto alla sua parola più che a quella di chiunque altro.
Screditarla e renderla poco credibile era l'unica soluzione... ma purtroppo per lui, non aveva funzionato.
'' Invece di darvi tanta pena per me, perchè non vi preoccupate di cosa le faranno i giudici e gli avvocati dell'accusa?''
'' Inutile che ci provi...''- fece Chiba mettendo sul tavolo due foto.
Una rappresentava la suola di una scarpa. L'altra invece un livido violaceo, con la stessa identica forma della suola protagonista dell'altra foto, presente sul fianco sinistro di Sakuragi.
'' Il livido da lei riportato, corrisponde perfettamente alla suola della scarpa sinistra della signorina Takagi.''- lo fulminò Chiba -'' E sa come Sakura glielo ha fatto? Quando lei l'ha spinta per terra, mentre tentava di soccorrere la sua amica in fin di vita, e l'ha immobilizzata per pugnalarla.
Sakura ha intuito il pericolo, si è protetta come meglio poteva con le braccia e quando lei l'ha colpita sul braccio, come reazione istintiva le ha sferrato un calcio.
Questo prova, al di là di ogni ragionevole dubbio, che eravate presenti entrambi al momento dell'omicidio.''
'' E cosa vi fa pensare che mi abbia aggredito quando io ho, ipoteticamente, tentato di farla fuori?''- fece Sakuragi in tono di sfida -'' magari mi ha assalito perchè l'ho colta in flagranza di reato e le ho detto che avrei chiamato la polizia.''
'' Ma davvero?''- fece Shiratori con un tono di finta incredulità -'' e allora mi dica... come mai  quando Sakura è scappata, lei non è corso subito in hotel a chiamare la polizia? La telefonata alla omicidi è stata fatta alle 6.30 del mattino seguente all'omicidio, da un lavapiatti che era andato a buttare i rifiuti.
Ah, ma certo... lei aveva detto che sarebbe stato totalmente immerso nell'occuparsi di contabilità e scartoffie per un bel pezzo, se avesse avvertito la polizia di quanto accaduto nel vicolo, denunciando l'assassino...''
'' Forse. Ma il movente e l'opportunità, l'aveva quella ragazza.''- continuò lui imperterrito.
'' Ma non l'arma del delitto.''- fece Chiba -'' Abbiamo controllato. L'arma del delitto è un tagliacarte che appartiene ad Akira Fuemoto, il concierge, che ha incautamente lasciato nel cassetto della sua scrivania. E dal momento che Sakura non aveva motivo per chiedere in prestito un oggetto simile... era impossibile che ne fosse in possesso.''
'' Tanto più che qualcuno si sarebbe certo ricordato di una cliente che chiede in prestito un tagliacarte e l'avrebeb fatto presente.''- continuò Shiratori -'' e comunque, tutto quello che dirà non toglie il fatto che ha sparato alla ragazza che ancora tenta di incolpare alla presenza di tre poliziotti. E che ha ammesso la sua colpa.''
'' Sì, e sa come la definiranno in tribunale?''- fece questi -'' E' vero, ho confessato, ma è anche vero che ho ammesso tutto in una stanza senza microfoni e che ai giudici servirà qualcosa di più della parola di te poliziotti per condannarmi per omicidio ed aggressione recidiva.
Senza contare che dato che la principale indiziata era la sorella di un poliziotto... che mi pare anche di capire che sia parecchio benvoluto... si potrebbe pensare ad un insabbiamento per proteggere sia la ragazza che il vostro collega.''
'' Parecchio benvoluto, eh?''- pensò Chiba con aria scettica -'' tu non hai mai visto quanto gli vogliono bene quando scoprono i particolari del suo rapporto con la sua fidanzata...''
'' Non ha risposto alla domanda...''- insistè Shiratori. Quell'uomo iniziava ad irritarlo e non poco -'' Perchè ha sparato a Sakura?''
'' Conosco i miei diritti, quindi ora non parlo più.''- fece quel tale con l'intenzione di liquidarli il prima possibile -'' Voglio un avvocato.''

Per la prima volta nella sua  vita, Takagi iniziava a capire la rabbia che divorava il cuore e la mente di una persona spinta ad uccidere in un momento di foga.
Quell'uomo... Toshiro Sakuragi, non mostrava il minimo segno di pentimento per quello che aveva fatto, anzi.
Si ostinava ad insinuare che Sakura fosse l'assassina e che la polizia lo avesse incastrato per proteggerla.
'' Io quello lo ammazzo...''- borbottò Shiratori con un'espressione seccata entrando nella saletta attigua -'' Takagi...''
Quando Chiba si accorse della presenza dell'amico si precipitò subito vicino a lui per chiedergli come stava.
Takagi esibì un sorriso tirato, come per dire che stava benissimo.
'' Che ci fai qui?''- chiese Shiratori sorpreso di vedere lì il collega -'' Pensavo che l'ispettore ti avesse ordinato di andare a casa e riposarti un po'...''
Takagi annuì -'' Sì, ma dovevo essere certo di una cosa prima... mi sono ricordato che Sakuragi ha fornito come alibi di essere stato nel suo ufficio ad occuparsi di contabilità. Ho pensato che se avessi smontato questo alibi già debole per conto suo,  sarebbe stato più semplice...''
'' E com'è andata?''- chiese Chiba.
'' Ho trovato il registro della contabilità.''- fece Takagi -'' ed effettivamente sì, le carte sono tenuto e con la data di quel giorno... però ho trovato qualcosa di interessante.''- nel dir così tirò fuori una busta per le prove che teneva nella tasca interna della giacca, contente un pezzo di carta rettangolare, e lo porse ai colleghi.
'' Un assegno da 250.000 yen a beneficio di  Toji Asaka...''- fece Chiba studiandolo con più attenzione -'' Dove ho già sentito questo nome?''
'' Ti do un aiuto...''- fece Shiratori -'' è un avvocato di spicco. Ha iniziato a lavorare da poco, ma ha già dimostrato di essere uno che conosce il fatto suo.  Non è ai livelli di Eri Kisaki, ma è una giovane promessa nel campo del diritto penale.''
'' E per quale motivo Sakuragi avrebbe fatto un assegno in cui intestava a questo tizio quasi mezzo milione di yen?''- si domandò Chiba.
'' Secondo il detective Goro...''- spiegò Takagi -'' all'inizio il suo intento era incastrare Akira Fuemoto come colpevole di omicidio, salvo poi trovargli un avvocato per difenderlo. Poi quando è sbucata mia sorella ha cambiato piano. L'ho trovato nascosto in un portalettere che conteneva volantini pubblicitari che pubblicizzano proprio l'hotel. Ma a nessuno è venuto in mente di andare a controllare lì in mezzo.''
'' Ottimo lavoro, agente Takagi...''- fece Shiratori -'' per quanto decida di insinuare dubbi e sospetti sull'inchiesta, dovrà spiegare il motivo per cui ha fatto un assegno così corposo a favore di un avvocato penalista... come sta Sakura, piuttosto?''
Takagi s'incupì -'' Ha superato l'atto operatorio, per fortuna... ma durante l'intervento ci sono stati dei problemi, e per qualche secondo il sangue destinato al cervello ha smesso di affluire.''
I due poliziotti s'inquietarono subito per quanto il collega aveva appena riferito loro. Non era una buona notizia.
'' Che dicono i medici?''- fece Chiba.
'' Che dobbiamo aspettare che apra gli occhi per accertarci che non abbia subito danni cerebrali.''- era quello il motivo che l'aveva spinto ad andare in centrale malgrado l'ispettore Megure lo avesse messo in riposo forzato.
Voleva guardare negli occhi l'uomo che aveva causato tanto dolore e sofferenza alla sua sorellina.
Chissà cosa sperava di vederci... forse un po' di dispiacere. Ma se era davvero questo che aveva sperato, allora era l'atleta numero uno della categoria degli illusi.
Quell'uomo non si sarebbe pentito mai. Ne delle aggressioni, ne di Yuky ne di Sakura...
'' Hai fatto un buon lavoro, Takagi, ora va a casa a riposarti un po'... ci occupiamo noi di quel tizio.''- lo rassicurò Chiba.
Shiratori annuì.
'' Fatemici parlare.''
'' Takagi, non so se sia il caso...''- fece Chiba leggermente preoccupato dal  tono di voce del collega.
'' Sono disarmato, non preoccupatevi.''- li rassicurò Takagi -'' faccio due chiacchiere con lui, e poi me ne vado a casa.''

'' Accidenti...''- sbottò Sakuragi annoiato quando vide l'agente Takagi entrare nella stanza -'' Ho chiesto di parlare con un avvocato, non con un poliziotto... riuscite a percepire la differenza?''
Takagi non raccolse la provocazione e chiuse la porta alle sue spalle.
'' Ah, e mi dica quale avvocato preferisce? Un semplice avvocato d'ufficio o il signor Asaka?''
Per la prima volta da quando era cominciato l'interrogatorio, Sakuragi sbiancò -'' Come lo conosce?''
'' Sta iniziando a diventare famoso... e ho trovato un assegno piuttosto sostanzioso a favore del signor Asaka.''
'' E' entrato nel mio ufficio senza permesso?!?''- quasi lo aggredì.
'' Ci tengo a ricordarle che lei è stato reo confesso di aggressione, rapimento, omicidio e tentato omicidio, ed è per questo che al momento si trova in stato di fermo. Non mi serve il suo permesso per una perquisizione.''- lo congelò il poliziotto -'' E comunque al momento, più che di una violazione di privacy, il suo problema è un altro.''
Sakuragi iniziava davvero ad innervosirsi.
'' Ovvero... per quale motivo doveva dare tutti quei soldi ad un avvocato penalista?''- lo interrogò Takagi -'' glielo chiedo perchè mi pare strano che un uomo che fino a ieri vantava una fedina penale immacolata, abbia preparato tutto quel denaro per un avvocato.''
'' Non sono affari suoi, va bene?''
'' E come mai ha nascosto l'assegno tra la pubblicità? Pare quasi che non volesse farlo vedere. Ma non importa che risponda... ho parlato con il medico legale, che asserisce che data la ferita sul corpo della vittima, il suo omicida è mancino. Mia sorella invece usa la mano destra. Ad ogni modo... può dire, insinuare e teorizzare tutto ciò che vuole finchè vuole... ma ciò non toglie che ha confessato la sua colpa davanti a degli agenti di polizia e che ha sparato ad una ragazza, deliberatamente. Sarà difficile convincere chiunque che lei era sulla scena del crimine come testimone oculare dati i fatti.''
'' Se solo quella mocciosa non si fosse messa in mezzo!!!''- fece Sakuragi ormai in preda alla disperazione, sbattendo un pugno sul tavolo -'' che diavolo le importava di soccorrere quella strega, dato il modo in cui la trattava?!?''
Era proprio vero... le persone pronte ad uccidere, mentire, ed ingannare alla fine si somigliavano tutte. Ed erano propense a pensare che tutti, nessuno escluso, fosse perfettamente in grado di comportarsi al loro stesso modo.
'' Eh lo so, le donne quando si mettono a ficcare il naso sono terribili...''- borbottò Takagi trattenendo una risata.
'' Se solo se ne fosse stata buona e tranquilla dov'era non le sarebbe successo niente...''
'' E lei avrebbe potuto continuare ad aggredire e magari uccidere, a seconda dei casi, non è vero?''- fece Takagi fulminandolo con lo sguardo.
'' Io... dovevo vendicare la morte di mia madre...''
'' E non le è saltato in mente, neppure per un attimo, che così facendo... le avrebbe solo procurato un dolore terribile?''- aveva fatto delle ricerche ed aveva riaperto il file che riguardava il suicidio che aveva scatenato quella furia violenta ed aveva contattato alcuni vecchi amici e conoscenti della signora. E tutti avevano detto che era una donna amabile, sensibile, dolce, ma che aveva anche una grinta da far invidia anche al miglior guerriero di tutto il Sol Levante e che aveva tirato su da sola il figlio senza l'aiuto di nessuno, dopo che suo marito era morto in un tragico incidente stradale, e che aveva fatto i lavori più umili per mantenerlo, persino al porto come scaricatore. Ed avevano aggiunto anche che se fosse stata ancora in vita sarebbe stata fiera di suo figlio e che il suo sogno si fosse realizzato.
'' Il grande di sogno di sua madre, lo so perchè ho parlato con alcune persone che la conoscevano, era che lei divenisse un uomo buono, giusto, tollerante e capace di dare il buon esempio...''- per questo poco prima di venire ad incontrarlo gli mancò il cuore e lo stomaco di dire la verità riguardo all'identità di Sakuragi -'' questo voleva sua madre. Non un figlio vendicatore che aggrediva senza pietà la prima donna che non gli piaceva e che era pronto a sacrificare un innocente per salvarsi la pelle.''
'' Ma è stata colpa di quelle donne e del loro atteggiamento, se la sono cercata... non è stata colpa mia!!!''
'' Certo...''- fece Takagi prendendo la direzione della porta, ritenendo di aver già sprecato troppo tempo a parlare con quell'uomo che anche messo davanti ai suoi errori continuava ad incolpare le sue vittime -'' quando qualcosa va storto, sono sempre gli altri a sbagliare.''

Shiratori e Chiba erano rimasti nella sala attigua, pronti ad intervenire in caso il loro collega cedesse alla rabbia e facesse qualcosa di insensato o stupido.
Fortunatamente non fu necessario il loro intervento.
Anzi, erano rimasti letteralmente di sasso nel vedere la calma e l'abilità usata dal collega per condurre l'interrogatorio.
Raramente l'avevano visto preda di una rabbia silenziosa durante la raccolta di una deposizione.
'' Da adesso è tutto vostro, ragazzi.''
'' Sei stato grande, amico...''- fece Chiba -'' abbiamo registrato la sua confessione, quell'uomo è finito.''
'' Già... spero solo che Sakura viva abbastanza da sapere che è finita e che non deve più preoccuparsi di quel maledetto.''
'' Non devi preoccuparti per lei...''- cercò di confortarlo l'amico -'' è una ragazza forte, che vuole vivere, e già dato prova di avere una tempra d'acciaio... adesso cerca di stare tranquillo, e riposati un po', va bene?''
'' D'accordo...''- nel dir così traballò leggermente e dovettero pensarci Shiratori e Chiba a sorreggerlo. Evidentemente risentiva ancora degli effetti collaterali del prelievo di sangue.
All'inizio non ci aveva fatto caso perchè era preoccupato per sua sorella ed aveva concentrato tutte le sue energie su di lei e poi per mettere alle strette il colpevole, ma adesso che l'azione, per così dire, era finita iniziava a non sentire più le gambe.
'' Che cosa ti è preso, non ti senti bene?''- fece Chiba leggermente preoccupato.
'' Senza offesa Takagi... ma sono certo che tua sorella al momento ha un colore migliore del tuo.''- aggiunse Shiratori per smorzare un po' la tensione.
'' Lo credo bene... in ospedale mi hanno prelevato una sacca di sangue... credo di non aver ancora ripreso del tutto...''
'' Ho capito...''- fece Shiratori prendendo il cellulare -'' Pronto? Horita, fammi una cortesia... occupati tu di finire con Sakuragi... devo assentarmi per una mezz'ora. Il tempo di riaccompagnare Takagi a casa e tornare... ok, grazie.''- e nel dir così chiuse la chiamata.
'' No, non è necessario, davvero..''- provò ad opporsi l'agente, ma l'incapacità di arrendersi al primo rifiuto e la testardaggine nel perseguire l'obiettivo erano caratteristiche che gli erano rimaste dai loro vecchi interrogatori e alla fine fu costretto ad accettare, o come minimo i due colleghi lo avrebbero caricato in auto a forza.
In auto, non disse nemmeno una parola, lasciando correre lo sguardo fuori dal finestrino. Le immagini che si susseguivano veloci accompagnate alla stanchezza repressa alla quale iniziava poco a poco ad arrendersi, ebbero un effetto soporifero, e finì per addormentarsi profondamente sul sedile.

  
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