Dolori e gioie
Gli incontri con Piton
proseguivano regolari sia durante l’estate sia dopo l’inizio della scuola:
interminabili, frustranti, irritanti e poco utili.
Harry sentiva ancora bruciare la
cicatrice. A volte era solo un leggero pizzicare, altre aumentava più o meno
velocemente. Non era mai arrivato a svenire o ad urlare dal dolore ed erano
meno frequenti dell’anno precedente, ma non riusciva a controllarlo. Sapeva che
il contatto tra lui e Voldemort c’era ancora, forte e indissolubile. Conoscere
la profezia aumentava questa sua certezza.
Non ne aveva ancora parlato con
nessuno.
Piton era inflessibile. Anche più
del solito se possibile.
Harry non aveva capito come lo
avessero costretto (convinto era impossibile!) a riprendere gli incontri con
lui.
Doveva esserci stato l’intervento
di Silente, anche se alcuni commenti di Lupin e di Tonks riportati da Hermione,
lasciavano credere che tutto il gruppo dell’Ordine vedesse positivamente il
ruolo di Piton e avesse sostenuto il suo ruolo di insegnante per Harry.
Harry aveva provato a chiedere a
Silente, durante un suo soggiorno a Grimmauld Place, perché non poteva fare
quelle lezioni con lui o almeno con Lupin,.
Silente lo aveva guardato
velocemente e sorridendo:
“Ci vuole molta forza per
contrastarlo Harry. Esercizio e costanza. Io non te li posso dare ora e non
desidero metterti in pericolo facendo nuovamente di te un legame tra la mente
di Voldemort e la mia. Piton ha dovuto usare l’Occlumanzia per andarsene dai
Mangiamorte, l’ha sperimentata sulla sua pelle a lungo. Può darti tutta la
conoscenza possibile per aiutare anche te a tenerlo fuori dalla tua vita. So
quanto è difficile per te, ma ti sta offrendo aiuto. Lupin ti protegge, Piton
ti costringe a proteggerti da solo.”
Pur avendo compreso il messaggio
Harry viveva le lezioni come un obbligo e odiava Piton.
Anche dopo aver visto tutto
quello che ricordava nel Pensatoio del professore, continuava a trovarlo
completamente odioso.
Ron lo sosteneva del tutto: Piton
era quanto di più intollerabile potesse immaginare per l’amico e per sé visto
che, nonostante tutto, avrebbe dovuto sopportarlo per altri due anni a lezione.
Hermione, naturalmente,
appoggiava Silente: Piton era insopportabile, ma indispensabile per Harry e la
sua competenza in Occlumanzia era garantita dal Preside. Quindi niente
discussioni!
L’arrivo dei risultati dei
G.U.F.O. era stato uno dei momenti più difficili e gioiosi a Grimmauld Place.
Le lettere erano giunte subito
dopo l’arrivo dei ragazzi nella casa di Sirius e contemporaneamente mentre erano
seduti a cena con i gemelli, Ginny, i signori Weasley, Remus Lupin, Ninfadora
Tonks, Mundungus e Kingsley Shacklebolt .
Tonks aveva sentito per prima i
gufi e aveva urlato: “ Ohhhhh, ragazzi. Il verdetto.” Per l’occasione trasformò
la chioma in una parrucca da giudice e si fece apparire degli occhialini tondi
sul naso.
Sulla tavola era sceso il
silenzio mentre tutti osservavano i tre gufi di Howargts posarsi gentilmente
davanti ai tre ragazzi e depositare, con fare regale, le tre lettere, chiuse,
silenziose e perfettamente uguali. Avevano immediatamente ripreso il volo.
Ron aveva sospirato e si era
nascosto il volto tra le mani, spostando poi le mani tra i capelli e lasciando
la sua chioma rossa dritta e spettinata come se fosse stato fulminato.
Aveva cercato di dimenticare quel
momento e di non pensare al suo futuro dopo i voti.
Hermione aveva esclamato:
“Finalmente!” e aveva cominciato ad aprirla.
Harry e Ron avevano girato lo
sguardo verso di lei, rinviando volentieri il loro momento.
Almeno con l’amica andavano sul
sicuro.
Hermione se n’era accorta e li
aveva guardati a sua volta.
“Facciamolo tutti insieme.” E si
era fermata.
“NO, no fai tu.” Aveva detto Ron
spalancando gli occhi e annuendo con il capo. “ Noi aspettiamo.”
“Ronald!” La voce della signora
Weasley aveva spezzato l’incantesimo. “ Noi stiamo tutti aspettando te! Anche
voi, miei cari” aggiunse guardando Harry e Hermione, con voce molto dolce “Ma
sono sicura che avete dato il meglio.”
“Grazie mamma! Io cosa ho fatto?”
esclamò Ron adirato, girando la testa di scatto verso di lei.
“Eh, i risultati… brutto
momento.” disse Fred
“Ti ricordi? Charlie e Bill
avevano scommesso al ribasso.” Aggiunse George.
“ Cioè?” chiese Ginny
“Vinceva chi aveva azzeccato più
S (scadente) o D (desolante) sommando i nostri voti”. Spiegarono insieme.
“Niente Troll purtroppo…” sospirarono.
“Fred! George! Sto aspettando
vostro fratello!” li zittì la madre.
Tutti avevano rivolto di nuovo lo
sguardo sui tre studenti.
Lentamente Ron aveva preso la sua
con una espressione funerea sul volto, seguito da Harry, altrettanto
preoccupato e da una Hermione tesa e fremente.
Ognuno aveva aperto, spiegato e
letto la propria lettera, mentre la signora Weasley e i gemelli spiavano sopra
la spalla di Ron.
Alla fine Hermione era perplessa,
Harry sorridente e Ron incredulo.
Mentre la signora Weasley
abbracciava il figlio dicendogli che era orgogliosa di lui e Fred e George, con
aria semplicemente sconvolta, cercavano di spiegare al fratello che era inutile
aprirgli la strada con voti appena ammissibili, se poi lui rialzava in quel
modo la media della famiglia, Harry e Hermione si guardarono l’un l’altro e,
visto il sorriso dell’amico, Hermione gli chiese:
“Allora?”
“Ho superato tutti gli esami per
arrivare ad Auror! Anche Pozioni. Non ci speravo!”
Hermione gli sorrise, allungando
la mano sul tavolo e stringendogli la sua.
Harry la afferrò e la strinse a
sua volta chiedendole emozionato: “E tu?”
“ Beh… sono tutti Oltre Ogni
Previsione o Eccezionale. Ma non sono proprio quello che mi aspettavo.”
“Perché? Hai la media che scende
sotto Eccezionale? Hermione, mi preoccupi!” le disse Ron , uscendo
dall’abbraccio di sua madre dopo aver dato la lettera al padre affinché la
leggesse.
“Scemo!” disse Hermione
irrigidendosi e con lo sguardo cupo “Tu piuttosto cosa hai avuto?”
“ Ho passato Pozioni,
Trasfigurazione, Difesa Contro le Arti oscure, e… tutto praticamente!! Beh,
tranne Divinazione… quello no!” elencò sorridendo. “ Roba da matti. Credo di dovervi dei ringraziamenti per questo
ragazzi…”
Hermione riprese il sorriso, si
allungò sopra il tavolo e, senza lasciare la mano di Harry, afferrò anche
quella di Ron e gliela accarezzò. Il volto di Ron cominciò ad arrossire mentre
Harry gli dava una manata su una spalla.
“Siamo insieme! Possiamo andare a
lezione insieme!” esclamò.
Ginny si avvicinò ad Hermione,
sorridendo a tutti e tre indistintamente. Lanciò un bacio al fratello e prese
la lettera di Hermione.
“Fammi almeno vedere in anteprima
come è fatta una lettera per i GUFO!” disse.
Il resto della tavolata si
complimentò con tutti e tre.
Dopo parecchi minuti e dei
bicchieri di burrobirra comparsi sul tavolo non si sa ad opera di chi (anche se
Mundungus appariva soddisfatto di sé) per festeggiare, Hermione propose di
sentire il resto del gruppo dei Griffondoro per conoscere i loro risultati e
tutti e tre si dedicarono a scrivere lettere, lasciando a Ginny il compito di
contattare Dean.
Le giornate a scuola si
svolgevano nella più quieta normalità, C’era la sensazione che qualcosa stava
cambiando, ma il ritmo quotidiano delle lezioni, dei compiti, del quidditch
facevano passare tutto il resto in secondo piano.
C’erano segnali anche positivi di
cambiamento: Draco passava le proprie giornate con lo sguardo teso e
arrabbiato. Il padre era lontano da casa dall’ultimo attacco al Ministero della
Magia, ma non c’erano informazioni sicure di dove fosse e Draco non ne parlava
con nessuno.
C’erano informazioni ufficiose di
una fuga e di un arresto, ma non si sapeva bene in quale ordine e se erano
davvero avvenuti uno o tutti e due. Comunque a casa Malfoy il clima doveva
essere molto irrequieto.
Il ruolo di leader di Draco non
ne aveva risentito. Rimaneva il capo incontrastato della casa, anche se non
aveva ricevuto la nomina a Caposcuola, e l’aurea di malvagità che lo circondava
aumentava il timore in alcuni Serpeverde, l’ammirazione in altri e il
desiderio, soprattutto nel dormitorio femminile, anche per l’aspetto fisico,
così longilineo, scattante e snob.
Erano diminuiti gli attacchi
verbali con le altre case, anche con San Potter, Lenticchia e gli altri.
Nessuno di loro cercava il contatto.
Erano in attesa di vedersela sul
campo di quidditch.
La cattedra di Difesa contro le
Arti Oscure era stata presa da Shacklebolt .
La sua fama di Auror si era
allungata sulla scuola, rendendolo gradito alla maggior parte degli studenti e
il suo fare gentile, ma distaccato, molto imparziale lo rendevano inattaccabile
anche da chi lo trovava troppo “schierato” nella difesa del Mondo della Magia.
Harry, Ron e Hermione lo salutavano con molta cordialità, ma percepivano la
necessità di mantenersi distanti da lui, per non alimentare i rischi di
collisione tra la scuola e l’Ordine.
La sorpresa maggiore era il ruolo
di tuttofare di Tonks.
Nessuno capiva bene cosa stesse
facendo lì.
Aiutava sia Shacklebolt sia la Mc
Grannit nelle lezione, soprattutto per le parti pratiche, era stata segnalata
come arbitro di quidditch per tutte le partite, veniva tiranneggiata da Piton
per la preparazione degli ingredienti delle pozioni. Lei era sempre sorridente
e riusciva a non farsi vedere da quest’ultimo, né dagli studenti, mentre lo
sbeffeggiava in aula o durante gli incontri comuni degli insegnanti.
Solo Shacklebolt aveva degli
improvvisi e immotivati attacchi di tosse quando le stava vicino, e doveva nascondere
la faccia nella divisa di insegnante.
A ben guardare c’era un
proliferare di aderenti all’Ordine della Fenice e di Auror nella scuola, ma
nessuno sembrava notarlo.
D’altra parte non c’era stato
alcun riconoscimento ufficiale dell’Ordine della Fenice.
Agivano per tacito assenso del
Ministero della Magia, che però ufficialmente non li menzionava. Non c’erano
contatti diretti, ma solo informazioni apparentemente casuali che i membri
dell’Ordine inseriti nei vari Ministeri, riferivano alla gerarchia di comando
per poter mantenere la sicurezza dell’Ordine stesso, della sede e di Harry e
per poter intervenire allo scopo di neutralizzare i seguaci di Voldemort.
Proseguivano anche, con il tacito
assenso di Silente, gli incontri dell’ Esercito di Silente.
L’organizzazione, i componenti e
le modalità per rimanere in contatto erano rimaste le stesse. Non vi
partecipava Marietta, ma era rientrata Cho.
Non era stata divulgata in alcun
modo la notizia che esistesse questo gruppo e coloro che vi partecipavano usavano
il massimo riserbo, evitando commenti o pubblicità nei corridoi, quasi
percepissero il rischio che li circondava.
Per Harry stare vicino a Cho
continuava ad essere difficile. Avrebbe voluto riprendere da dove si erano
fermati, chiederle scusa (anche se non capiva ancora fino in fondo i motivi del
litigio), sentirsi chiedere scusa per come lo aveva trattato a fine anno e a
volte fantasticava su un eventuale nuovo appuntamento. Non erano giunte voci di
una sua relazione attuale con qualcuno e Harry sperava di avere ancora la
possibilità di concludere qualcosa. Con lei o … forse solo di concludere
qualcosa!
Durante uno di questi voli di
fantasia Ron, Seamus e Neville lo avevano trovato imbambolato alla finestra e
in un momento di confidenze reciproche Harry si era sfogato.
“ Vorrei poterla portare a
Hogsmade. Forse devo chiederle scusa? Oppure prendere qualcosa in uno dei pub
Vorrei provare a trovare l’occasione per……, beh insomma……”
”Per parlare di libri? Esami?
Compiti?” Seamus aveva pronunciato questa frase allungandosi nel letto di Harry
dove erano tutti seduti o sdraiati, fino a trovasi faccia a faccia con l’amico
che cominciava a ridere “Oppure di baci? Abbracci? Oppure di ……” e lasciò la
frase sospesa.
Ron era scoppiato a ridere,
Neville rideva vergognandosi un po’, mentre Harry cercava di negare scotendo la
testa, ma stava sorridendo.
“Sesso!!” aveva esclamato Dean
entrando in quel momento. “Grande argomento con una ragazza.”
“Ehi, cretino tu stai con mia
sorella!” Ron era scattato sul letto in ginocchio, guardando arrabbiato
l’amico.
“Ehi, ehi, ho detto parlare. E mi
riferivo ad Harry.” Dean sembrava essersi reso conto solo in quel momento del
rischio che poteva correre con una affermazione del genere davanti a Ron e si
sedette in silenzio al bordo del letto.
“Stavo per dire la stessa cosa”
concluse Seamus per fermare le reazioni di Ron. “ E ci pensava anche Harry”.
Gli puntò il dito contro.
“Piantala scemo!” aveva risposto
Harry ridendo.
“E dai Ron! Ci pensi anche tu!
Chi è il soggetto?” lo provocò Seamus.
Ron trovandosi di colpo al centro
dell’attenzione arrossì notevolmente dicendo “Non certo tu!”
“Almeno non hai negato.” rise
Neville
Nell’ora successiva l’argomento
era rimasto lo stesso, erano circolate numerose informazioni e ipotesi, era
stata tirata in campo più volte l’esperienza dei 4 fratelli Weasley non
presenti (tranne Percy la cui esperienza era per Ron un grande mistero), che
rappresentavano la migliore enciclopedia a disposizione, oltre alle
informazioni che Seamus aveva raccolto in diversi giornali che era riuscito a
rubare vicino a casa sua.
L’esperienza era ancora
estremamente limitata, la curiosità e il desiderio di conoscere praticamente
illimitati.
Anche Ron era talmente preso dal
suo ruolo di depositario del sapere, grazie alle informazioni più o meno
casuali raccolte dai fratelli, che non si preoccupò mai della presenza e delle
affermazioni di Dean, tranne quando si trovò da solo a letto a ripensare a
quanto avevano detto. Ma al momento di addormentarsi i pensieri, che prima
vagano tra diverse donne, più o meno reali, si erano concentrati su un’unica
ragazza.
Grazie a Jenny88 e a Florinda.
Spero vi piaccia anche il seguito.
A me fa molto piacere
sapere il vostro parere. Continuate!!!!! Ciao