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Autore: Hoi    28/02/2016    1 recensioni
In questa storia troverete un Killian Jones che è appena diventato capitano, anche se non come avrebbe voluto. Vedrete un ragazzo ferito dalla perdita di suo fratello, insicuro della fedeltà dei suoi uomini, in bilico tra la giusta maniera e la vita del pirata, che comunque mantiene il suo carisma. Il tutto sarà condito dall'incontro con una fiaba classica in pieno stile OUAT.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cavaliere


Il sole era tramontato ormai da diverse ore e la ciurma era riunita sottocoperta a bere e a scambiarsi racconti di battaglia. Era stato un giorno fruttuoso e meritavano di svagarsi, anche Killian lo meritava, per questo non faceva altro che ripeterselo, mentre con gli occhi finiva sempre col guardare l’ingresso alla sala. Non vedeva Lady Cat da quando aveva gettato in mare il Capitano della Nina, cercava di non pensare che l’ultima volta che l’aveva persa di vista l’avevano costretta ad uccidere un uomo, ma la sua mente tornava sempre a lei. Barcollando Killian si alzò in piedi, non aveva bevuto abbastanza per essere ubriaco, ma non voleva che gli venissero fatte domande, così accentuò il passo traballante e si diresse fuori. Alcuni pirati si complimentarono con lui mentre usciva. Quel giorno dopo aver ucciso il Capitano della Nina, avevano interrogato il Primo Ufficiale, scoprendo che quei forzieri erano parte di un accordo, in pratica il regno stava comprando un alleato. Se il denaro non fosse arrivato al destinatario con tutta probabilità presto avrebbero inviato qualcosa di egual valore. Perché la notizia dell’arrembaggio arrivasse a Sua Maestà ci sarebbe voluto tempo, abbastanza perché i pirati approdassero, facessero rifornimento e tornassero ad attendere la nave successiva. Una volta approdati avrebbero anche avuto il tempo di vendere la merce e fingere di ottenere un riscatto. Killian era positivo. Sarebbe andata bene, gli uomini erano concentrati sui futuri guadagni, non si sarebbero accorti di nulla, ma finché non si liberava di lei, quella ragazza era in pericolo ed in fondo era un pericolo anche per lui.
Quando arrivò sul ponte la trovò inginocchiata con le spazzola tra le mani e il secchio affianco. Killian procedette con cautela, cercando di non scivolare sull’acqua insaponata. Non si sarebbe dovuto lavare il ponte di notte, quando non poteva asciugarsi rapidamente, ma non si sarebbe arrabbiato per questo, non gli dispiaceva l’idea di non trovare le chiazze di sangue la mattina dopo. Avvicinandosi non poté non notare che la ragazza era immobile e fissava il mare, nel punto in cui, diverse ore prima avevano guardato bruciare la Nina. Killian aveva fatto imbarcare l’equipaggio della caravella nelle scialuppe, gli aveva persino permesso di portare razioni di acqua e cibo sufficienti per diversi giorni, non per questo si sentiva un uomo misericordioso. Si trovavano in mare aperto, riuscire ad arrivare a riva sarebbe stata un’impresa disperata. Killian guardò quel punto nel nulla, se si concentrava gli sembrava di vedere dei frammenti di legno dispersi nel mare. Quegli uomini sarebbero presto morti, erano uomini come lui, avevano giurato fedeltà a chi non la meritava senza sapere a cosa andassero incontro, eppure se si fermava a riflettere, Killian sentiva che non avrebbe mai rinunciato a vedere quella bellissima nave bruciare. Non la meritava, quel maledetto orrendo re non meritava di avere un imbarcazione tanto bella, non meritava uomini che gli fossero fedeli, non meritava nulla e per questo gli avrebbe tolto tutto. Quell’idea lo fece sorridere, sorrideva ancora quando arrivò accanto alla ragazza e la salutò con fare allegro.
Lei non gli sorrise quando lo vide, né gli rispose. Non si sentiva più al sicuro guardandolo. Non riusciva a dimenticare l’immagine di quella nave che bruciava. Ancora fuoco. Ancora morte. Guardando l’uomo che l’aveva salvata sorridere, non poté fare a meno di desiderare di stringersi tra le sue braccia come aveva fatto allora, se solo lui fosse stato l’uomo che aveva visto quella sera non avrebbe esitato, ma ora guardandolo vedeva soltanto un assassino.
“Dovresti essere di sotto a festeggiare con gli uomini. È stato un gran giorno. Il ponte potrà aspettare fino a domani” La soddisfazione che Killian provava, permeava la sua voce ed era tele da impedirgli di notare la delusione negli occhi di lei. Non l’aveva mai visto così felice e lo odiava per questo. Cercando di non guardarlo, la ragazza immerse la spazzola nell’acqua del secchio e iniziò a strofinare con forza il ponte.
“Meglio lavarlo il prima possibile o resterà la macchia, ma anche così non vi illudete, il sangue non va mai via del tutto”
C’era disprezzo nella sua voce, Killian lo sapeva, sapeva che lei lo odiava per averla riportata in mezzo al sangue e alla morte. Il Capitano della Jolly Roger sapeva d’aver condannato a morte uomini innocenti, lo sapeva e parte di lui si disgustava per questo. Vedere in lei quello stesso odio che lui provava per sé stesso gli strinse il cuore. Era stato bello aver qualcuno che ancora lo considerava un uomo retto, ma lui non lo era più da molto tempo. Forse era stata proprio lei ad illuderlo, a fargli credere che potesse ancora essere un uomo buono, o forse era stato lui ad ingannarla, comunque non aveva importanza, ormai la realtà era davanti ai loro occhi. Il sorriso sul suo volto di Killian scomparve mentre si inginocchiava accanto a lei e gli afferrava il braccio per fermarla. La prese con troppa forza, tanta da farle male e farle cadere la spazzola dalle mani.
“Fossi in voi terrei la lingua ben stretta tra i denti o potrebbe capitare che io non riesca a tenere a bada la mia e mi sfugga cosa siete davvero” La ragazza alzò il viso e guardò Killian negli occhi. Non vide pentimento o rammarico, solo rabbia. Non avrebbe saputo dire se fosse per via del tono sprezzante o perché in realtà odiava se stesso, ma qualunque cosa fosse, Killian stava incolpando lei. In quella notte persino i suoi occhi azzurri sembrarono neri come il mare. Con uno strattone la ragazzi si liberò dalla sua presa, e si avvicinò di più al suo viso.
“Se state cercando di spaventarmi Capitano, sappiate che non ce né bisogno, vi ho ben visto sorridere, mentre guardavate quell’uomo che veniva divorato, quindi so quanto è nero il vostro cuore”
Killian l’aveva salvata. L’aveva presa tra le sue braccia nel momento peggiore della sua vita e l’aveva portata via, lontano dall’inferno, non se n’era dimenticata e non l’aveva dimenticato lui, ma quell’uomo che la fissava con odio, non somigliava al ragazzo che camminava per la cabina, preoccupato per il suo futuro, quell’uomo era una belva feroce, al pari di un orco.
“Maledizione, cosa credevi? Pensavi fossi un cavaliere dalla scintillante armatura? Non l’hai visto il vessillo che sventola sull’albero maestro?” Killian le afferrò il viso, costringendola a guardare la bandiera rossa. In quell’oscurità lei non poté vedere il disegno, ma vide quell’ombra sventolare coprendo le stelle. La fissò per un tempo infinito, finché lui non le lasciò il volto. Quando tornò a guardarlo lui sembrava essersi calmato, l’ira sembrava essere scomparsa. Non disse nulla, ma si alzò in piedi e se ne andò. La ragazza non si voltò a guardarlo, afferrò nuovamente la spazzola e ricominciò a strofinare via il sangue dal ponte. Il suono graffiante della spazzola riempì il silenzio della notte, nonostante fosse sull’uscio della porta il vociare della ciurma parve essere zittito da quel suono. Killian guardò il mare, non vide la costa né una singola luce in lontananza. Il cielo era limpido e le stelle brillavano, un marinaio si sapeva orientare con semplicità in notti come quelle. Certamente anche quegli uomini sulle scialuppe ci sarebbero riusciti, ma mentiva a sé stesso quando diceva che non sarebbe stato più misericordioso tagliare la gola a quegli uomini piuttosto che condannarli ad una morte di stenti in mare, lo sapeva ed era questo a tormentarlo. Non era il pirata spietato che sarebbe dovuto essere e nemmeno l’uomo giusto e misericordioso che avrebbe voluto essere. Killian guardò quella ragazza inginocchiata a terra, per quanto lo riempisse d’ira il disprezzo con cui lei l’aveva guardato, non riuscì a sentire dolore per questo, una piccola parte di lui si era spenta quella notte, ora che anche lei aveva smesso di vedere la sua parte migliore, era più vicino di un passo a ciò che stava lottando per diventare. Killian chiuse la porta alle sue spalle e si rintanò nella sua cabina, cercando un riposo che non sarebbe arrivato.
  
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