Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: The Hopeless Girl    28/02/2016    2 recensioni
Spoiler di Teen Wolf (almeno la 3b) e Supernatural (stagione 7 giù di lì).
Allison Argent, dopo essere stata uccisa dagli Oni, è tornata in vita. Subito la sua strada incrocia quella di due fratelli, due cacciatori come lei, che cercano di aiutarla a scoprire come, perché e soprattutto chi l’ha riportata nel mondo dei vivi. Tra caccie, creature sovrannaturali, angeli, demoni e the family buisness, i due Winchester e la ragazza si trovano ad affrontare insieme al branco di Beacon Hills un nemico nuovo e potente come nessuno di loro ha mai visto prima.
.
Dal testo:
«Allison, – disse a voce bassa, lievemente roca – come ci sei arrivata qui? Dove ti trovavi prima?»
Era una domanda bizzarra, se fatta in circostanze normali, ma quelle non lo erano per niente.
Senza riuscire a distogliere lo sguardo da quello profondo di quell’uomo strano, Allison sussurrò, stentando lei stessa a credere alle sue parole: «Prima io… prima ero morta.»
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nota Autrice:
Non solo faccio i capitoli corti, ma anche li divido in più parti. PERDONO! È solo che essendo un crossover di ben due serie tv, lo penso e lo “creo” pensandolo come ad un episodio, quindi con frequenti e repentini cambi di scena. Cercate di comprendere la mia mente bacata.
In questo capitolo procede un po’ il flashback, descrivendo a grandi linee cosa succede dalla fine del secondo all’inizio del primo, e poi riprende da dove aveva lasciato alla fine del primo. Confusi? Anche io.
Bene, scusate la lunghissima introduzione e buona lettura.


CAPITOLO 3

Appena l’avevano trovata, Sam e Dean le avevano detto che avrebbe potuto fidarsi di loro, che il loro lavoro era proprio quello di occuparsi di situazioni del genere e che loro avrebbero potuto aiutarla a capire cosa le era successo.
Solo che non sapevano che lei aveva una asso nella manica: aveva sospettato che fossero dei cacciatori fin da quando Dean le aveva posto quella domanda che non lasciava molti dubbi, e ora ne era certa, mentre loro non avevano la minima idea né che sapesse né che fosse come loro.
Infatti aveva deciso di non dir loro altro, niente di niente. Aveva annuito quando le avevano offerto dell’acqua. Era entrata nell’auto quando le avevano aperto la portiera dicendole che se voleva potevano accompagnarla alla città più vicina. Aveva accettato quando le avevano offerto un posto nella loro camera di motel e aveva lasciato che le prestassero qualcosa da indossare per la notte, dato che i suoi vestiti sembravano aver fatto un giro in lavatrice insieme ad un ettaro di terra e fango.
Ma non aveva risposto a nessuna delle loro domande. Né su chi fosse, né su dove abitasse, né su cosa le era successo dal momento della sua morte in poi.
Fortunatamente i due non l’avevano stressata troppo: si erano limitati a chiudere la porta tenendosi la chiave (senza saper che di certo una serratura del genere non avrebbe fermato una cacciatrice come lei) e a dire che ne avrebbero discusso il giorno dopo e che lei aveva bisogno di riposare.
Erano stati talmente gentili da comprale un pasto lungo la strada. Certo, a Dean non era dispiaciuto affatto, dato che si era potuto fare una seconda cena senza che Sam potesse dirgli nulla («Che c’è? Non vorrai mica che si senta a disagio perché è l’unica a mangiare?») ma erano stati molto più accomodanti di quanto non lo sarebbero stati se avessero saputo chi era realmente.
Infatti Allison sapeva di essere al sicuro, con quei due cacciatori, finché fosse stata umana e loro non avessero saputo che era un’Argent. Non sapeva se la notizia della strada che suo padre e lei avevano intrapreso aveva raggiunto anche loro, ma non voleva rischiare.
E poi, se avessero scoperto che era una cacciatrice, le avrebbero chiesto di cosa ci faceva a Beacon Hills, e lei non poteva dir loro di Scott e gli altri. Li avrebbero uccisi tutti.
Ma sapeva anche che non poteva andare avanti così. Sapeva che aveva bisogno d’aiuto per capire cosa fosse successo, prima di tornare a Beacon Hills. La sua situazione era uno stramaledetto vicolo cieco e lei non poteva fare altro che prendere a testate il muro. Era frustrante.
Almeno, i due cacciatori non sospettavano nulla e lei poteva starsene tranquilla a riflettere sul da farsi, trincerata nel suo silenzio.
Dean la stava ancora fissando, supplicandola con lo sguardo di dire qualcosa, qualunque cosa. In risposta lei allungò una mano, afferrò il bigliettino di Sam e iniziò a giocerellarci, tenendo lo sguardo basso. Dean fece un profondo sospiro, più rassegnato che contrariato e battè i palmi sulle cosce, facendo uno schiocco sonoro che fece sobbalzare Allison.
«Dato che vuoi fare il gioco del silenzio – disse, senza però sembrare rimproverarla – almeno rendiamo la cosa utile, mentre aspettiamo che Sam torni»
Incuriosita sia da quello che Dean stava cercando, frugando in una delle loro sacche, e sia dal fatto che pensasse di dover ancora aspettare a lungo Sam, che in fin dei conti era andato solo a prendere la colazione, si raddrizzò sulla sedia e seguì attentamente le mosse del giovane.
Dean aveva entrambe le braccia dentro al borsone fino ai gomiti (Mary Poppins avrebbe invidiato le valige dei due Winchester: sembravano poter contenere un'intera casa arredata più un arsenale ben rifornito) e borbottava frugando tra gli innumerevoli oggetti, producendo un rumore di ferraglia piuttosto sospetto.
Infine, dopo un tempo che sembrò infinito riemerse dalla sua ricerca, reggendo trionfante in mano quello che sembrava un logoro mazzo di carte da gioco. Glielo lanciò e lei l'afferrò al volo, per poi esaminarlo: le carte erano ingiallite e lucide, molto vecchie e molto usate.
«Allora - Dean le rivolse un ammiccante sguardo di sfida - la nostra taciturna amica sa giocare a poker?»

~

Allison sapeva giocare a poker. Molto bene.
Dean se ne accorse subito, e si congratulò con sè stesso per essersi limitato a puntare noccioline. Ma in effetti, non avevano molto altro con cui giocare, al momento.
Erano nel bel mezzo di una mano piuttosto importante (la posta in gioco continuava a salire e nessuno dei due aveva intenzione di mollare) quando Dean sollevò lo sguardo dalle sue carte e lo fissò, con noncuranza, in quello di Allison.
«Allora Allie - posso chiamarti Allie? - mi chiedevo chi fossi. – lo sguardo della ragazza schizzò dalle carte in tavola agli occhi del cacciatore, per poi tornare immediatamente ad abbassarsi – Insomma, una normale ragazzina, che va al college, prende voti nella media, esce con un ragazzo carino e aspetta il ballo di fine anno, non resuscita dal mondo dei morti. Qualcosa di strano doveva esserci anche prima.» Sollevò le sopracciglia con fare allusivo, ma non si scoraggiò davanti all'ennesimo silenzio ostinato della ragazza, che non aveva nemmeno alzato lo sguardo. Infatti al cacciatore non era sfuggito come all'improvviso l'espressione di Allison si fosse fatta di pietra, impenetrabile, come quando lui le diceva scherzoso che avrebbe fatto meglio ad avere delle buone carte ed, effettivamente, ce le aveva. Era brava a giocare, ma non aveva la stessa esperienza di Dean Winchester.
Dalla sua posizione stravaccata sulla sedia, Dean si raddrizzò e appoggiò i gomiti al tavolo, diminuendo la distanza tra loro ed entrando nel campo visivo di Allison che lei lo volesse o no.
«Sai, io sono bravo a capire le persone. – disse a bassa voce, guardando fisso gli occhi di lei che invece sfuggiva il suo sguardo, tesa – Capisco quando una persona ha paura, e anche quando non ne ha. E tu, dolcezza, non ne hai neanche un grammo.»
Si ributtò sullo schienale, soddisfatto della sua conclusione, mentre finalmente Allison lo guardò, ma con un aria perplessa. Quell’uomo stava delirando?
Dean sospirò, mollò le carte sul tavolo, si alzò con calma, e si diresse verso il minuscolo cucinino della camera del motel. Quando passò affianco ad Allison quasi sentì i suoi nervi tesi fremere.
Aprì il frigo, prese due birre e tornò in sala, dove trovò la ragazza esattamente dove l’aveva lasciata, ma non si era persa neanche un suo movimento, seguendolo con sguardo attento.
Posò una delle bottiglie sul tavolo, stappò l’altra e ne bevve un lungo sorso. Il sospettoso e calcolatore contatto visivo con Allison non si ruppe mai.
Indicò con un cenno della bottiglia quella ancora intonsa sul tavolo: «Anche se non hai l’età puoi bere, sai. Sei tra amici.» La ragazza non si mosse.
Rinunciato all’approccio cameratesco, riprese a parlare con tono colloquiale: «Io, mia cara Allison, credo che in te ci sia molto di più di quanto tu dia a vedere. Sei attenta, non ti lasci sfuggire una sola mossa mia e di Sam. – posò la bottiglia sul tavolo – Sei silenziosa, ma non sei timida. – assottigliò lo sguardo, scrutandola come se cercasse di guardare oltre ciò che gli mostrava – Sei misteriosa, ma, come ho già detto, sono bravo a capire le persone.»
E senza lasciarle il tempo di pensare a una risposta che comunque non gli avrebbe dato, fece partire un gancio destro dritto a quel suo bel visino.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: The Hopeless Girl