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Autore: JennySoul    28/02/2016    0 recensioni
Ci sono molti di noi che custodiscono gelosamente i propri ricordi, che raccontano della propria infanzia come un periodo idilliaco. Ma non lei. Lei avrebbe fatto di tutto per poter cancellare quello che aveva vissuto fino ad i suoi 18 anni. Cosa succede quando impieghi 18 anni per costruirti una maschera e poi arriva lui, che con poco stravolge i tuoi piani?
Ricordi, amore, dolore, amicizia e fiducia.
Questi sono gli elementi principali della nostra vita, che vogliamo o no, saranno sempre presenti.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Kate si fece una doccia calda per poi mettersi il pigiama ed andare a letto, dimenticandosi di chiudere la porta a chiave. Era sul punto di prendere sonno quando sentì la porta aprirsi, riconobbe i passi pesanti di suo padre, strinse gli occhi sperando che fosse solo un incubo, ma quando lui la prese per un braccio e la strattonò fuori dal letto capì che era la realtà. Iniziò ad urlare sperando che Calum la salvasse anche questa volta, ma non sapeva che il padre l'aveva chiuso a chiave in camera sua. Le lacrime le rigavano il viso mentre suo padre le accarezzava la faccia "Calum" urlò con tutto il fiato che aveva in corpo "Kate resiti, andrà tutto bene!" e lei ci sperava davvero, sperava che ancora una volta suo fratello arrivasse in suo soccorso, come era sempre stato in tutta la loro vita. Il padre iniziò a schiaffeggiarla, sempre più forte, fino a quando non la fece cadere a terra in lacrime, sentiva Calum dalla sua stanza che prendeva a calci la porta, "sei solo una troia, come tua madre" le urlava in faccia il padre "papà smettila ti prego" disse in un urlo spezzata dal pianto, senza ascoltarla le sferrò un calcio nello stomaco, facendole sputare sangue. 
'Ora finisce tutto' pensò Kate.
Era sul punto di lasciarsi andare all'oscurità quando vide entrare Calum nella stanza e spintonare via il padre, la prese in braccio "resisti, ora ti porto via da qui" le sussurrava lasciandole morbidi baci tra i capelli. Cal estrasse dalla tasca della felpa che solitamente teneva in casa per fare una chiamata veloce, dopo 10 minuti circa arrivò una macchina con i vetri oscurati che lo fece salire al volo, per poi portarli via da li.
PER SEMPRE.

Il giorno dopo Kate si svegliò in una camera che non era la sua "Cal" urlò spaventata, lui entrò di corsa "sono qui, sono qui" la abbracciò forte ed in quel momento tutto andò a posto, ogni pezzo della sua vita, ogni brutto ricordo, ogni incubo era stato spazzato via da un abbraccio.

Perché a volte è solo questo quello di cui abbiamo bisogno, un abbraccio dalla persona giusta, ma lei questo ancora non lo sapeva.

Kate scese per mangiare qualcosa e solo entrando in cucina e vedendo Luke in pigiama capì dove si trovasse davvero "ehi buongiorno raggio di sole" Kate arrossì, sorrise e rispose "buongiorno Luke..." Non seppe dire altro, lui sorrise e "caffè?" Lei annui e le porse una tazzina che emanava un aroma al caffè che in quel momento gradì molto. Finito di fare colazione Luke la osservò, per notare poi il taglio sul braccio ed il livido sullo zigomo, storse la bocca "vado a prendere il disinfettante e la crema per gli ematomi" "no ma non ti devi disturbare Luke, già ti sto dando troppo disturbo" lui sorrise "nessun disturbo Kate, davvero. vado e torno".

Lo zigomo le bruciava ancora molto, anche se la crema applicata da Luke le aveva dato un po di sollievo. Decise di mettersi a studiare, dato che aveva saltato la scuola ma poco dopo ricevette un messaggio "Vado a prendere le nostre cose a casa e torno da te, riposati." Calum era l'unico punto di riferimento che aveva sempre avuto, era un padre, un amico ed un fratello, a volte anche una dolce mamma. Calum era il suo tutto. Sorrise e posò il telefono.
Dopo qualche ora di studio intenso di Filosofia decise di chiamare il fratello, ancora non era rientrato e questo la stava preoccupando "Cal dove sei?"
Lo senti affaticato e per un attimo il cuore le schizzò in gola "arrivo, ho dovuto preparare tre valigie, le tue cose non entravano più!" E rise. Kate si tranquillizzò, immaginando suo fratello mettere mano nel cassetto della biancheria e rise ancor di più.

Bussarono alla porta, lei era sdraiata sul letto con gli shorts e la canotta del suo pigiama, aprirono senza aspettare risposta "ehi Kate è pronta la cena" sorrise Luke, non si sarebbe mai abituata ad i suoi sorrisi, "grazie, ma non ho fame" lui sembrava contrariato "Kate... devi mangiare!" "Davvero Luke, ho pranzato tardi ed ora non ho fame" lui fece spallucce "per questa volta va bene, ma domani ti controllo" lei ride di gusto, era così strano che qualcun altro oltre a suo fratello si preoccupasse di lei. Era piacevole.
Un brivido caldo le attraversò la schiena e sorrise. Si addormentò serena, pensando che forse prima o poi qualcosa di buono potesse arrivare.

Si alzò di buon umore, andò in bagno a lavarsi il viso e nello specchiarsi notò il segno violaceo sullo zigomo. Sarebbe stato difficile coprirlo con il fondotinta, ma ci avrebbe provato. Si infilò un paio di jeans strappati sul ginocchio, una canotta, recuperò lo zaino e andò a scuola da sola. Calum e Luke erano rimasti a dormire, Suo fratello era stravolto, erano stati due giorni davvero pesanti per lui, mentre Luke, beh Luke era solo pigro.

Arrivò davanti scuola e buttò la sigaretta a terra, si guardò intorno e vide Debbie parlare con il loro amico Michael e decise così di avvicinarsi a loro. Notò nel parcheggio della scuola la stessa Volvo che aveva visto passare nel suo quartiere e pensò che potesse essere o di qualche nuovo professore o di uno dei figli di papà che frequentavano la sua scuola.
Entrò in classe con Debbie al suo fianco, come sempre "mi dici ora cos'hai fatto alla faccia?" Chiese di nuovo l'amica più preoccupata "Deb niente, il solito" abbassò lo sguardo Kate, l'amica sospirò, le prese la mano e la strinse forte. Per qualche secondo si guardarono negli occhi, Debbie avrebbe tanto voluto fare molto di più per la sua amica, ma non poteva far altro che consolarla e starle vicino, sempre, qualsiasi cosa fosse accaduta.
Finita la lezione Kate rimase un po fuori nel cortile a parlare con Deb ed altre ragazze della sua classe, quando, voltandosi verso il parcheggio, vide un ragazzo biondo salire sulla Volvo e sentì una delle sue compagnie dire "oggi a lezione con me c'era quel tipo nuovo, ragazze è qualcosa di SBAM! gli dici bello hai detto niente" le amiche risero, ma lei continuava a guardare la macchina che si allontanava sempre di più, fino a sparire dalla sua visuale, scrollò le spalle e si diresse verso casa, con una strana sensazione, come se da un momento all'altro potesse succedere qualcosa.
Arrivata davanti casa di Luke vide sua madre seduta su un gradino, una sigaretta in una mano e l'altra tra i capelli. Avvicinandosi notò che stava piangendo "che ci fai qui?" esclamò Kate, non voleva vederla, per nessuno motivo al mondo "tuo padre. Kate il tuo papà è morto" a Kate cadde lo zaino dalle mani, sentì la terra crollarle sotto i piedi. Mille sensazioni la invasero, dolore, sollievo, odio e vergogna per se stessa, per aver anche solo pensato di poter essere felice dopo una notizia del genere "come?" La madre si alzò per andarle più vicina, ma Kate indietreggiò non voleva essere toccata da lei "l'hanno trovato morto in un vicolo" La ragazza spalancò gli occhi, un pugno nello stomaco.
Entrò in casa, con gli occhi che le bruciavano per le lacrime che minacciavano di uscire da un momento all'altro, Calum le andò incontro e allarmato le chiese "che succede?" "Papà... lo hanno trovato morto in un vicolo" il fratello rimase immobile per qualche secondo "è quello che meritava, morire solo e abbandonato". Kate lo strinse a se per qualche minuto, rimasero così in silenzio, perdendosi nel loro abbraccio, in un amore fraterno che sarebbe durato per sempre.
Il giorno del funerale c'erano soltanto Calum, Kate e la madre. Nessuno era voluto andare a ricordare quell'uomo, nessuno voleva ricordare che razza di persona fosse stato in vita sua. Kate guardava sua madre piangere sulla bara e non provò nulla, strinse la mano al fratello e si sentì liberata di un gran peso. Finalmente la fonte del suo dolore era scomparsa, anche se avrebbe cancellato difficilmente tutti i brutti ricordi che le aveva lasciato quell'uomo. Sapeva benissimo che sarebbe stato difficile trovare qualcuno che l'avrebbe amata per quello che era, per il casino totale che aveva dentro e per la sua mancanza di fiducia nel prossimo. "Nessuno mi amerà mai" disse sottovoce "non dire sciocchezze" le rispose Calum "nessuno amerebbe una con il mio passato, nessuno amerebbe mai un disastro come me" lui le strinse più forte la mano "tu sei uno splendido disastro, tutti amerebbero una come te" si sorrisero guardandosi negli occhi, rivolgendo un ultimo sguardo alla bara ormai ricoperta andarono a casa, per lasciarsi tutto alle spalle, senza volerne più sentire parlare.

"Luke lascia almeno che ti paghi la spesa" disse stizzita Kate "ma non ti azzardare" rise Luke. Ormai erano due settimane che Calum e Kate erano fissi a casa di Luke, i suoi genitori vivevano a Londra per lavoro, lui aveva preferito rimanere a Sidney per finire la scuola, poi forse li avrebbe raggiunti. Usciti dal supermercato Kate vide il ragazzo che aveva visto a scuola, rimase a fissarlo per un po, provando una strana sensazione, lui si girò ed i loro occhi rimasero a studiarsi per qualche secondo, vide tanta tristezza in quegli occhi così belli, lui si allontanò velocemente, portando una busta in una mano e tirando fuori le chiavi della macchina con l'altra. "ehi mi stai ascoltando?" Luke la richiamò, lei rimase sorpresa, non le era mai capitato che lui le parlasse e lei non lo ascoltasse, sorrise "si scusami". Parlarono per tutto il tragitto fino a casa, ma Kate voleva solo sapere chi fosse quel ragazzo con quegli occhi così tristi, proprio come i suoi.




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Eccomi qua...
Ho voluto mettere subito il secondo capitolo giusto per darvi un'idea un pò più ampia...
Spero vi piaccia o almeno vi intrighi... Let me know... baci.

Jenny.
  
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