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Autore: kate98    29/02/2016    2 recensioni
Kathlyn andrà a vivere con la famiglia Anderson in un quartiere malfamato.
Jenna, la sua migliore amica, è preoccupata per lei, come farà a trovarsi degli amici quando tutti lì sono conosciuti come dei delinquenti?
Non appena arriva, Kath incontra Nathan, un ragazzo affascinante ma anche abbastanza stronzo.
Il modo di comportarsi di Nathan confonde Kath che sente di odiarlo ma ne è anche un po' attratta.
Ma non può lasciarsi incantare da lui, potrebbe essere pericoloso.
Riuscirà Kath a resistere alla tentazione e al fascino del ragazzo?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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VI Capitolo


Lessi fino a tardi dopo di che mi addormentai quasi senza pensare a nulla.
La mattina seguente non ricordai di aver sognato nulla di particolare.
Erano le 7 quando scesi dal letto, feci un po' di streching e poi mi diressi in cucina, volevo preparare di nuovo i pancakes.
Amelie e Alan entrarono pochi minuti dopo, mi ringraziarono per aver preparato di nuovo la colazione e poi andarono a prepararsi.
«Grazie ancora Kath, sei gentilissima a portare tu le bambine a scuola!» Amelie mi diede un bacio sulla guancia e uscì seguita da Alan.
Alle 7:20 svegliai Debbie che mangiò velocemente e andò a prepararsi.
Sentii suonare alla porta, pensai che forse era il postino e non andai a rispondere.
Avrebbe aperto qualcun altro.
Ma suonò di nuovo e mi resi conto che in realtà non stavano suonando da sotto.
Andai alla porta e guardai fuori, era Nathan.
Ma che diamine ci faceva lì?
Aprii la porta rimanendo però di fronte ad essa, sbarrandogli il passaggio.
«Non mi fai entrare?» chiese con un sorrisetto.
«Gli Anderson non sono in casa, perciò non posso far entrare nessuno. E poi oggi non devi riprenderti da una bronza?» chiesi inarcando il sopracciglio.
«Ah ma smettila, sei sempre così acida la mattina? Fammi passare, dai.» e mi spintonò da una parte.
Intanto Elisa si era alzata ed era andata in cucina.
«Ci sono i cereali? Ho fame.» andò subito a sedersi al tavolo, come se fosse a casa sua.
Notai che Elisa era alla porta e guardava prima me poi Nathan.
«Buongiorno piccola, ti sei svegliata? Come mai così presto?» andai a darle un bacino sulla guancia.
«E' stato il campanello. Possiamo fare colazione?» chiese lei assonnata.
«Ma certo! Ho preparato di nuovo i pancake.»
Preparai due piatti, fortunatamente ne avevo fatti abbastanza così che potessi darne anche a Nathan. Tutto sommato gli Anderson sembravano tenerci a lui perciò dovevo cercare di comportarmi bene.
Io avevo già fatto colazione perciò mi sedetti solo al tavolo per fare loro compagnia.
Guardai per un po' Elisa, era dolcissima.
Poi mi resi conto che Nathan mi stava fissando, alzai lo sguardo e iniziai a fissarlo pure io di rimando.
Probabilmente lo colsi impreparato perchè sgranò gli occhi e abbassò lo sguardo sui pancake.
Ma che problemi aveva quel ragazzo? Un attimo prima era tutto lui e l'attimo dopo faceva il timido.
«Ehm...allora come mai sei qui? Sei venuto solo per scroccare la colazione o c'è un motivo in particolare?» gli chiesi per interrompere quel silenzio che stava cominciando a pesarmi.
«Ogni tanto accompagno le bimbe a scuola, gli Anderson non te l'hanno detto?» rispose lui, con la bocca piena.
Mi tirai un po' indietro da quella scena e feci un'espressione disgustata «Viva le buona maniere. Comunque non c'è bisogno, le posso accompagnare io.»
«Non fare troppo la schizzinosa. E comunque non è che puoi piombare qui e rubarmi il lavoro, bambola.» mi rispose lui.
«Il lavoro? Vuoi dire che ti fai pagare per portare le bambine degli Anderson a scuola?» chiesi sorpresa.
«No, certo che no.» fece una risatina «Però è una cosa che faccio io, ma se proprio vuoi possiamo portarle assieme.»
Non riuscivo a capire il suo atteggiamento.
«Beh, se proprio non hai di meglio da fare...Non è che poi i tuoi amici o la tua ragazza sentiranno la tua mancanza?» chiesi, un po' curiosa di vedere la sua reazione.
«Non sono fatti che ti riguardano, ci penso io ai miei amici e quella non è la mia ragazza. E ora andiamo.»
Aiutai in fretta Elisa a prepararsi e uscimmo.
Lasciammo Debbie a scuola e poi portammo Elisa all'asilo.
Non appena lei entrò mi voltai verso Nathan.
Lo guardai negli occhi e lui si tirò un po' indietro.
Ero un po' confusa da quel gesto «Calmati, non ho mica la lebbra. Io ora tornerei a casa, buona giornata!».
E feci per andarmene.
«No.» mi prese la mano «tu vieni con me.» e iniziò a tirarmi.


Angolo autrice: 
E finalmente sono riuscita a scrivere un altro capitolo, spero che la storia continui a piacervi.
Mi raccomando non fatevi problemi a scrivermi e a dirmi ciò che vi piace e ciò che non vi piace, a me fa moltissimo piacere leggere le vostre recensioni.
Un bacio a tutti coloro che leggono la mia storia, a presto!
  
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