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Autore: fedetojen    29/02/2016    2 recensioni
Hai mai immaginato che Jimin combattesse per te?
Non importa cosa, perché lui ti ama così tanto?
Che lui non può lasciarti andare?
Che tu sei l’unica per lui?
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kim Seokjin/ Jin, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I'LL FIGHT FOR YOU 
 
Hai mai immaginato che Jimin combattesse per te?
Non importa cosa, perché lui ti ama così tanto?
Che lui non può lasciarti andare?
Che tu sei l’unica per lui?

 

Solo la sua aria, il suo mondo, che tu sei la ragione per lui di vivere?
Di combattere solo per te!
Che tu puoi tenergli la mano?
Che tu sei l’unica persona in grado di confortarlo?
Che lui ha solo occhi per te?
Che tu sei l’unica ragazza per la quale morirebbe?
Che tu sei l’unica che conosce tutti i suoi lati?
Di tutte queste ragazze, lui ha scelto proprio te!
 
Hai mai immaginato questo?
Come ci si sentirebbe?


Capitolo 9

 
“Che è successo che sei venuta così presto a casa mia?” Suga non si era accorto delle condizioni in cui era Elena: era in pigiama con un foglio di carta in mano. Non fece altre domande e la fece sedere in cucina: lentamente lei distese la mano verso di lui dandogli un foglio che iniziò a leggere ad alta voce.

“Cara Elena, non entrare in panico: inspira ed espira…” mentre leggera la guardava per controllarla.

“Da come puoi vedere, me ne sono andato. Non iniziare a farti strani pensieri: il motivo per cui l’ho fatto è per la tua incolumità, vederti sempre così sofferente, abbattuta e triste faceva male a me e a te. Me ne sono andato per mettere fine a questi problemi, e sai che la ragione di essi non sei tu” disse fermandosi sentendo Elena iniziare a piangere.

“Sai che per me sei sempre stata l’unica, per la quale avrei combattuto, ricevuto pugni, punizioni e pallottole: lo sai, e lo spero, che il mio amore per te non avrà mai fine, nonostante questa nostra lontananza. Ho sempre una tua foto nel mio portafoglio e in questi giorni l’ho guardata molto frequentemente. Continua gli studi, non fermarti, realizza i tuoi sogni anche se io non ti sono accanto: lo sono con il pensiero. Farei qualsiasi cosa per proteggerti, anche andare all’inferno. Suga, questo te lo chiedo come amico e come fratello: abbi cura di lei per me, fa che sia come una sorella più piccola, ma prenditi cura di lei. Se il capo fa domande, di che non sai nulla, anche perché è la verità. Non ti avevo parlato di questa mia decisione, con nessuno in verità…. Spero possiate vivere serenamente, Jimin” queste erano le ultime righe scritte da Jimin.

“Non ci credo” disse scuotendo la testa un Suga incredulo, guardando poi Elena.

“Mi ha lasciato…ci ha lasciati” disse con voce rotta Elena. Di colpo, Elena scattò ritornando a casa, si cambiò e s’incamminò.

“Chi sarà mai?” chiese J-Hope aprendo la porta di casa.

“Elena, ma che sorpresa” disse appena la vide. Elena lo scansò ed entrò guardandolo furibonda.

“DOV’E’!? DOVE L’HAI MANDATO?!” urlò Elena fuori di sé: strinse i pugni delle mani, cercando di contenersi e contenere le lacrime.

“Calma, non lo so: nessuno lo sa” disse J-Hope alzando le mani, cercando di calmarla.

“Sai i capelli corti non ti donano” disse sarcastico. Elena, lo fulminò ancora con lo sguardo. Si voltò e prese un bicchiere di vetro e lo lanciò, frantumandolo. J-
Hope, restò calmo, ma appena vide che continuò a prendere oggetti e romperli, iniziò a scaldarsi.

“Smettila” disse a denti stretti verso Elena che con le mani sui fianchi lo guardò.

“Se no che fai: mi picchi?” chiese provocante Elena, con un sorriso beffardo.

“Mi ha detto di non toccarti e non lo farò, ma se continui così…” disse stringendo i pugni.

“Ma io non ho nessun divieto” disse Elena prima di dargli uno schiaffo in pieno volto.

“Dio santo!” urlò J-Hope frustrato. Prese un piatto dal tavolo e lo lanciò con tutta la forza che aveva contro il muro, facendo chiudere gli occhi con forza ad
Elena.

“Se non te ne vai subito da qui, non riuscirò a trattenermi” disse J-Hope, mentre le vene del suo collo erano gonfie e rosse.

Elena, continuò a provocarlo e di scatto J-Hope prese il suo collo sbattendola al muro.
Elena, non oppose resistenza, mentre la stretta di J-Hope diveniva sempre più forte: J-Hope abbassò il capo e respirando a pieni polmoni, staccò la mano dal collo di Elena, che si accasciò a terra, respirando rumorosamente.

“Abbiamo fatto un patto: lui spariva e io non ti avrei toccata mai più. Un accordo è un accordo” disse J-Hope toccandosi i capelli e allontanandosi da lei.

“Allora fai un accordo con me” disse alzandosi di scatto Elena.

“Non farmi ridere, Elena” disse J-Hope a braccia conserte, mentre la osservava.

“Voglio sapere dov’è: tu hai tutti i mezzi per scoprirlo” disse impuntandosi, Elena.

“Elena, sai che fare affari con uno come me non è una cosa buona” disse avvisandola, J-Hope.

“Non farai ciò che penso io” disse con voce tremante, Elena.

“Potrei torturarti, psicologicamente e fisicamente. Potrei farti fare cose che tu nemmeno immagini, farti supplicare di smetterla, farti piangere e urlare così forte che alla fine ti abbandonerai a me e smetterai di porre resistenza” disse con un sorrisetto sulle labbra verso di lei, che lentamente iniziò a indietreggiare.

“Perché devi essere sempre così stronzo?!” disse Elena gridando.

“Perché io sono così: mi spiace di non essere quello gentile e premuroso come Jimin, ma devi capire che là fuori non sono tutti rose e fiori. Impara a vivere da sola, ragazzina!” disse sbattendola fuori dalla porta di casa con poca gentilezza. Elena, sconfitta si ritirò a casa: continuava ad andare a casa ma qualcosa in lei si era spento. Un giorno però arrivando a casa nella posta trovò una lettera. La aprì con foga e appena la lesse le lacrime scesero a fiumi.

“Carissima Elena: sono io, Jimin. Ormai è passato più di un mese dalla mia partenza: spero tu non abbia fatto sciocchezze e che non abbia fatto nessun patto assurdo con J-Hope per sapere dove sono. Spero che tu abbia continuato a frequentare la scuola senza di me. Vorrei essere lì con te a sopportare tutto ma non sarebbe giusto per la tua sicurezza, ti faranno molte domande ma tu continua a sopportare. Verrà il momento in cui potremo rivederci, stringerci, baciarci e stare insieme senza nessun problema a dividerci, senza guardarci continuamente le spalle. Rifarei tutto ciò che ho fatto se ne avessi la possibilità: incontrarti, innamorarmi di te, lottare per te…anche morire per te. Ti amo, Jimin” le gambe non riuscirono a sostenerla più e cadde sul pavimento, bagnando la lettera con piccole lacrime.

Strinse a sé la lettera, cercando di colmare tutta quella tristezza, quel vuoto che provava dentro.
Era difficile guardarsi allo specchio, prendere sonno la notte in quel letto così grande, alzarsi la mattina e andare avanti facendo finta di niente, studiare e fare i compiti, guardare in faccia la gente e continuare a mentire, mostrando sul volto un sorriso così falso che ormai ci avevano fatto l’abitudine anche gli altri.



Passarono quasi due anni da quando Elena non vedeva Jimin: i suoi capelli erano cresciuti, arrivando fino al bacino; i suoi occhi verdi erano ritornati ad avere quella luce vivida e felice, anche se c’era sempre quell’alone di tristezza e vuoto che si nascondeva, mentre lavorava in un bar.

Mentre era al bancone che serviva i clienti, un ragazzo con un capello nero e il volto basso, entrò sedendosi ad un tavolo senza staccarle gli occhi di dosso.
Lei non ci fece caso visto la gran parte della gente che era presente nel bar e appena andò verso il tavolino dove era arrivato il ragazzo, trovò solo un fogliettino: ‘Ti aspetto sul retro. J’.

Sgranò gli occhi, che erano già lucidi: era la scrittura di Jimin, non poteva sbagliarsi.
Non aspettò altro che la chiusura del bar e in fretta e furia si diresse verso il retro.
Si portò la sciarpa intorno al collo, visto il freddo gelido di quelle giornate.
Appena vide una figura di spalle si fermò: la figura si tolse lentamente il capello, aggiustandosi i capelli con una mano prima di voltarsi verso Elena che appena lo vide, cercò di trattenere le lacrime.

“Ciao piccola” disse sorridendo Jimin, verso di lei. Elena corse velocemente verso di lui, rannicchiandosi contro il suo petto, stringendo tra le mani la giacca nera che indossava. Jimin allargò le braccia e la strinse a sé, odorandole i capelli e accarezzandoli, notando la lunghezza.

“Sei rimasta sempre bellissima” disse dolcemente, mentre le accarezzava il capo.

“Mi sei mancato” disse Elena, mentre leggere lacrime rigavano il suo volto.

“Anche tu, angelo” disse prendendole il volto tra le mani, baciandola dolcemente, stringendola a sé.



ANGOLO SCRITTRICE: Lo so che sono una brutta persona e che questa storia è piaciuta molto, ma per colpa di una serie tv, mi sono completamente dimenticata di tutte le altre storia: per questo vi chiedo IMMENSAMENTE SCUSA! Spero che con questo capitolo io mi sia scusata per bene, sperando vi piaccia. Aspetto con moooolta ansia le vostre recensioni!

Jimin

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