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Autore: pentolina    29/02/2016    4 recensioni
Continuazione di: “276 giorni per…”
La storia parte circa tre mesi dopo Natale.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nathan Fillion, Stana Katic, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Family'
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“Papà, leggiamo questa?” Chiede Dylan entrando nella camera matrimoniale con il libro “Il viaggio nel tempo”  in mano.
“Aspetta, chiediamo a tua sorella…” Dice Nathan piegandosi sull’addome della moglie e chiedendo: “Principessina di papà… ti va bene “Il viaggio nel tempo”?”
Come se la piccola capisse quello che le stanno chiedendo in risposta da un colpetto alla pancia della madre facendosi sentire.
“Direi che approva…” Commenta Stana.
“Salta su, grillo!” Lo invita il papà aiutandolo a sistemarsi.
Dylan appoggia la testa sul petto della madre mettendo una manina sulla sua pancia mentre Nathan sistema il libro sulle gambe della moglie in modo che la bambina possa sentirlo bene.
“L'avventura comincia nell'era glaciale, dove i nostri eroi, sfuggiti da un branco di mammut, vengono accolti in un villaggio preistorico.” Inizia a leggere Nathan.
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Mezzora dopo Dylan è profondamente addormentato con la manina chiusa in un pugno aggrappato alla camicia da notte della madre.
“Era proprio stanco…” Commenta Stana accarezzandogli la schiena.
“Il corso di nuoto lo sfinisce.” Dice Nathan chiudendo il libro.
“Lo porti a letto?”
“Se sei d’accordo, vorrei tenerlo qui per stanotte.” Ammette sistemandosi sotto le coperte.
“Certo… non direi mai no a una cosa così.” Risponde sorridendo allungando la mano alla ricerca di quella del compagno.
“Mi mancherete da morire.” Confessa baciandole il palmo della mano e avvicinandosi ulteriormente ai due.
“Anche tu!” Risponde guardandolo negli occhi.
“Basta una tua parola e non parto…” Sussurra appoggiando la fronte alla sua.
“Tranquillo, noi saremo ancor qui quando tornerai.” Bisbiglia accarezzandogli il viso.
“Sicura? Posso sempre inventarmi qualche scusa.”
“Sicurissima… meglio ora che fra un mese.”
“Ok… però cercate di non divertirvi troppo senza di me!” Gli raccomanda appoggiando la mano sopra a quella del figlio sul ventre della donna.
“Appena uscirai dalla porta organizzeremo un mega party…” Scherza lei.
“Molto spiritosa. Comunque a parte gli scherzi cerca di non approfittare della mia assenza per strafare. Ho già incaricato Jeff di passare a controllarvi.” Ammette Nathan baciandola sulla guancia.
“Nate, so badare a me stessa non ho bisogno del controllore… e poi ho già Tam che si è autoinvitata a trasferirsi qui durante la tua assenza, per non parlare di tuo padre che passa più tempo nel nostro giardino che a casa sua e sono certa che anche questa è una delle tue pensate.”
“Assolutamente no. Sai com’è mio padre ci tiene molto al nostro giardino e comunque meglio che ti controllino in tre piuttosto che nessuno.” Si affretta a spiegare.
“Se per farti stare tranquillo devo riempirmi la casa di gente va bene basta che ti rilassi e che non continui a chiamarmi ogni ora per vedere se sto respirando correttamente o se sono affaticata.”
“Ma non è vero! Non ti chiamo ogni ora…” Controbatte lui.
“Vuoi che ti mostri quante chiamate ho ricevuto oggi?” Domanda lei afferrando il cellulare sul comodino.
“Non serve…” Risponde rimettendo il telefono al suo posto.
“Allora prometti!”
“Promesso… posso sempre chiamarti ogni due ore però?” Chiede con sguardo furbo.
“No! Facciamo così ti concedo quattro telefonate al giorno.” Propone lei.
“Facciamo sei?” Prova a rilanciare lui.
“No… quattro.”
“Cinque?”
“Quattro!”
“Quattro e mezza?” Scherza lui.
“Quattro!”
“Non hai parlato però di quanto devono durare quindi possiamo fare quattro chiamate da un’ora l’una.” Afferma sorridendo.
“Cinque minuti… massimo dieci.”
“Troppo poco.”
“Spegni…” Ordina Stana sbadigliando.
“Cinquanta minuti?” Chiede speranzoso spegnendo la luce.
“No.”
“Quarantanove!”
“Notte…”
“Chi tace acconsente!” Afferma trionfante Nathan mettendosi comodo in modo d’abbracciare moglie e figlio.
“Vedremo…” Sussurra Stana sorridendo e appoggiano la testa accanto a quella del marito.
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Mentre Jeff carica la valigia del fratello nel bagagliaio della macchina, Nathan saluta la famiglia.
“Papà, posso venire con te?” Chiede Dylan allungandosi per farsi prendere in braccio.
“Mi piacerebbe tantissimo ma dovrò lavorare e non avrò tempo per stare con te.” Spiega prendendolo in braccio.
“Non voglio che vai!” Afferma aggrappandosi al collo del padre.
“Torno presto… promesso. Poi qualcuno deve star qui a controllare mamma, sorellina e Black.” Cerca di convincerlo Nathan.
“NO!” Esclama arrabbiato.
“Amore, papà sta via solo tre giorni. Non ti accorgerai nemmeno che è partito che sarà già di ritorno.” Spiega Stana accarezzando la schiena del figlio.
“Dylan, facciamo così: quando torno per tre giorni facciamo tutto quello che vuoi tu. Possiamo andare al parco, allo zoo, in piscina, al mare… dove vuoi. OK?” Propone Nathan.
“Ok…” Sussurra tristemente il piccolo.
“Amore, mi raccomando. Non stancarti troppo e ascolta Tam e Jeff. Quando ti dicono di rallentare fallo senza arrabbiarti. Ok?” Dice rivolgendosi alla moglie.
“Ci proverò… ma tu mi prometti che non mi chiamerai in continuazione.” Afferma lei.
“Affare fatto. Però se c’è qualcosa che non va anche una stupidaggine, chiamami. Anche solo per un piccolo dolorino tu mi devi chiamare e io torno subito qui. Chiaro?”
“Ok. Ora vai altrimenti perdi l’aereo.” Risponde alzandosi sulle punte per baciarlo.
Nathan colma la distanza che gli divide baciandola e tirandola a se con il braccio libero.
“Non vorrei interrompervi ma siamo già in ritardo.” Dice Jeff battendo l’indice sull’orologio.
“Ciao amore mio.” Sussurra per poi baciarla di nuovo.
“Buon viaggio!” Dice staccandosi dal marito.
“Ciao grillo… fai il bravo e pensa a cosa vorresti fare quando torno.” Lo saluta baciandolo sulla guancia e rimettendolo a terra.
“Ciao principessina di papà.” Dice baciando e accarezzando il ventre di Stana.
Nathan bacia per l’ultima volta moglie e figlio prima di raggiungere il fratello in macchina.
“CIAO PAPA’!” Grida Dylan mentre l’auto scende lungo il viale verso il cancello.
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“Ah però! Ora capisco perché accompagni sempre tu i bambini in piscina!” Esclama Tamala vedendo il maestro di nuoto.
“Cerca di non saltargli addosso.” La prende in giro continuando a camminare verso l’uomo.
“Oh… guarda chi arriva!”Afferma Jesse aiutando un bambino ad indossare l’accappatoio.
“Buona sera, maestro.” Lo saluta Stana.
“Zia, possiamo restare ancora cinque minuti?” Chiede Allison dall’acqua.
“Ok, cinque minuti.” Acconsente lei.
“Jesse, ti presento la mia amica Tamala!” Dice facendo le presentazioni.
“Piacere di conoscerti!” Dice Jesse allungando la mano verso la donna.
“Oh… il piacere è mio…” Risponde sorridendogli, ammirando il fisico scolpito dell’uomo e ricambiando la stretta.
“Mi sembri stanca o sbaglio?” Chiede Jesse asciugandosi il petto con l’asciugamano.
“Un po’…” Risponde Stana passandosi una mano sul viso.
“Senza un po’… Oggi ha voluto finire di sistemare la cameretta della bimba. È da stamattina che spostiamo mobili e pieghiamo vestitini. Sono stanca io che non sono incinta.” Racconta Tamala guardando con disappunto l’amica.
“Potevi chiamarmi. Vi avrei dato volentieri una mano.” Dice Jesse mettendosi la maglietta.
“Ottima idea!!! Domani potresti fare un salto abbiamo da sistemare la piscina.” Lo invita Tamala.
“Certo… volentieri!” Risponde immediatamente l’uomo.
“Jesse, non vorrei che tua moglie venisse a casa mia ad uccidermi nel sonno.” Scherza Stana.
“Dubito che a mia moglie interessi dove sono e con chi sto. Se mai è tuo marito che mi fa a fette.” Controbatte lui.
“Vi siete separati?” Domanda curiosa Tamala.
“No, semplicemente non ho mai avuto una moglie.” Risponde ridendo.
“Ma una fidanzata ce l’hai di sicuro…” Commenta Stana prendendo l’accappatoio della nipotina dalla panchina.
“Diciamo che ne ho diverse.” Ammette lui passandosi una mano fra i capelli biondi.
“Bello… mi piace la tua mentalità aperta.” Dichiara Tamala sogghignando.
“I cinque minuti sono passati!” Avverte Stana invitando figlio e nipote a uscire.
Allison è la prima ad uscire seguita a ruota da Dylan.
Stana avvolge la nipote nell’asciugamano mentre Tamala si occupa di Dylan.
“Ciao principino della zia!” Lo saluta prendendolo in braccio.
“Forza… andiamo a cambiarci.” Dice Stana prendendo per mano Allison.
“Allora aspetto una tua chiamata per domani?” Chiede Jesse seguendo le due donne verso gli spogliatoi.
“Non voglio disturbarti mi farò aiutare da mio cognato.” Risponde Stana.
“Scherzi? Jeff? Senza offesa per tuo cognato ma non è fisicamente portato per fare certi lavori.” S’intromette Tamala.
“Vedete voi per me non è un problema. Ci sentiamo domani.” Saluta Jesse girando a destra nello spogliatoio maschile.
“Tam, quando Nate saprà che il maestro di nuoto di nostro figlio è in casa nostra inizierà a tirarmi un torrone allucinante.” Dice Stana.
“Tranquilla, ci parlo io con tuo marito!” La rassicura l’amica.
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“Dylan, rispondi è papà!” Dice Tamala consegnando al nipotino il cellulare.
“Papà!” Strilla portando il telefono all’orecchio.
“Ciao grillo! Come stai?”
“Bene. Quando torni?”
“Tra due giorni. Hai fatto colazione?”
“Si… mamma ha fatto i muffin!”
“Mmmhh… che buoni. Cosa fate oggi di bello?”
“Non lo so.”
“Mi passi mamma?”
“Non c’è… è andata con zio.”
“Ah… c’è zia Tam con te?”
“Si!”
“Me la passi?”
“Ok. Ciao papi! Torna presto!”
“Prestissimo promesso. Ciao!”
“Ehi Fillion… come procede?” Chiede Tamala.
“Benissimo signorina Jones. Come si sta comportando la mia signora?”
“Se devo darle un giudizio da 0 a 10 direi 5. Non è in grado di star ferma due minuti ma tranquillo la tengo d’occhio. Sono testarda pure io.”
“Mi raccomando Tam… Stana è con Jeff?”
“Si, l’ha accompagnato dal meccanico. Dovrebbe tornare a minuti. Ormai è più di un’ora che sono via.”
“Ascolta Tam, ora devo andare. Dille che ho chiamato e che la richiamo stasera.”
“Sarà fatto! Buon lavoro!”
“Anche a te!”
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“Stana, puoi stare seduta due minuti!” La sgrida Tamala accompagnandola verso la sdraio.
“Povero è due ore che lavora come un matto. Cerco solo di dargli una mano per accelerare i tempi. Non possiamo rubargli tutto il pomeriggio.” Protesta riuscendo a scappare dalle grinfie dell’amica.
“Stana, tranquilla… ho quasi finito. Vai a sdraiarti un po’ è due ore che vai avanti e indietro.” Dice Jesse risistemando i filtri della piscina.
“Lascia che almeno ti porti qualcosa da bere… oggi fa un caldo pazzesco.” Afferma Stana.
“Qualcosa da bere lo prendo molto volentieri!” Risponde sorridendo.
“Mi dia due minuti e sarò di ritorno con la sua bevanda, maestro!” Scherza dirigendosi verso casa.
“È incredibile… è sempre così?” Domanda Jesse.
“Si… è meno faticoso badare a Dylan che correr dietro a lei.” Confessa Tamala facendolo ridere.
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“Jesse, dimmi quanto vuoi?” Domanda Stana.
“Scherzi… Mi sono divertito a vedervi litigare.” Risponde recuperando cellulare e chiavi.
“Non scherzare. Hai lavorato per ben tre ore per sistemarmi la piscina devi essere pagato.” Lo ammonisce l’attrice.
“Stana, sul serio mi offendo se mi dai dei soldi.” Controbatte lui scappando dalla donna.
“Fermati! Non ti apro il cancello se non accetti di essere pagato!” Lo avverte.
“Jesse… ti conviene darle retta. È una battaglia persa in partenza!” Gli consiglia Tamala.
Mentre i tre discutono non si accorgono dell’arrivo di Jeff che ha già parcheggiato e ora sta scendendo dall’auto con le figlie.
“È il maestro!” Grida felice Allison correndogli incontro.
“Alla faccia del maestro!” Commenta Jeff guardando l’uomo che discute con le due donne.
“Ciao maestro!” Lo saluta calorosamente Allison.
“Ciao Allison!” Contraccambia sorridendo alla piccola mentre Stana approfitta del momento di distrazione per infilargli delle banconote nella tasca dei jeans.
“Stana! NO!” Protesta recuperando i soldi.
“Ora sono tuoi l’hai toccati!” Afferma allontanandosi.
“Ti avevo avvertito!” Commenta Tamala.
“No, veramente non posso accettare. Ho solo fatto un piacere ad un’amica.” Dice cercando di raggiungere Stana che sta usando Jeff come scudo.
“Salve, sono il padre di Allison!” Si presenta lui.
“Piacere, Jesse… il maestro di nuoto di sua figlia!” Lo saluta lui.
“Cosa state facendo? Perché vi state tirando delle banconote?” Domanda curioso.
“Ha pulito i filtri della piscina e ha fatto altri lavoretti che tuo fratello non sapeva come fare e ora non vuole essere pagato.” Spiega Stana restando a distanza.
“Capisco. Jesse, ti consiglio di accettare i soldi! Se si mette in testa una cosa è quella.” Gli suggerisce Jeff.
“Vedo… ma è solo un piacere che ho voluto farle.” Risponde l’uomo.
Mentre i tre proseguono con la discussione Stana inizia a sentire la testa che le gira e sentendosi sempre più debole si aggrappa alla prima cosa che ha vicino.
Jeff sente la presa della cognata farsi più stretta e pesante alla sua maglietta e la testa della donna appoggiarsi contro la sua schiena.
“Stana, che succede?” Chiede restando immobile ma allungando una mano alla ricerca di quella della cognata.
“Ehi! Tesoro!” Esclama Tamala correndo dall’amica per sorreggerla in modo da permettere a Jeff di girarsi.
“Stana?” La chiama Jesse aiutando Tamala.
“Adesso mi passa…” Sussurra ad occhi chiusi.
“Stana, riesci ad aggrapparti a me?” Domanda Jeff pronto a prenderla in braccio.
Lei non risponde sentendosi sempre più fiacca e confusa.
“Mamma!” La chiama Dylan preoccupato.
“Cos’ha zia?” Chiede Sophia.
“Sophia, porta dentro tua sorella e Dylan.” Ordina Jeff alla figlia maggiore mentre prende in braccio la cognata.
“Ci penso io!” Dice Tamala vedendo i bambini imbambolati a guardare Stana.
“Forza andiamo!” Ordina spingendogli verso casa.
“Voglio stare con mamma!” Protesta Dylan costringendo la zia a prenderlo in braccio.
“Jesse, chiama un’ambulanza.” Ordina adagiando Stana sul lettino.
“Stana! Svegliati! Apri gli occhi!” La invita Jeff dandogli delle leggere sberle sul viso mentre Jesse parla con l’operatore spiegandogli la situazione e la zona in cui si trovano.
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“Oddio… è ancora Nathan! Se non gli rispondo inizierà a preoccuparsi.” Afferma Jeff guardando il nome del fratello lampeggiare sul display.
“Jeff, aspettiamo che ci dicano come sta è inutile farlo agitare per nulla. Prendi tempo digli… digli che Stana è uscita a prendere il gelato con i bambini e che si è scordata il cellulare a casa.” Suggerisce Tamala.
Jeff annuisce, prende un respiro profondo rispondendo alla chiamata.
“Ciao fratellino, come va?” Domanda Jeff cercando di sembrare normale.
“Jeff… Stana è con te?” Chiede immediatamente.
“Era con me… ora è uscita a prendere il gelato con i bambini.” Spiega sperando di essere credibile.
“A quest’ora? È quasi ora di cena…” Commenta Nathan guardando l’orologio.
“Si lo so… è per dopo cena. È il dolce. Come va lì?” Domanda cercando di cambiare argomento.
“Bene… forse riusciamo a rientrare un giorno prima.” Annuncia felice.
“Ah… che bello! Rientri un giorno prima.” Ripete Jeff condividendo la notizia con Tamala.
“Tutto bene? Ti sento strano.” Chiede Nathan.
“Tutto ok! Sono solo un po’ stanco.” Risponde prontamente.
Tamala vede la dottoressa di Stana avvicinarsi e fa cenno a Jeff di riattaccare.
“Nat, devo andare. Appena torna Stana le dico di chiamarti ok?”
“Ok, ma come mai non si è portata dietro il cell…” Nathan non ha nemmeno il tempo di finire la frase che si accorge che il fratello ha riattaccato.
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“Ehi… tesoro. Come ti senti?” Chiede Tamala correndo ad abbracciare l’amica.
“Bene. Un po’ stanca ma bene.” Risponde Stana.
“Stana, non farmi mai più di questi scherzi! Mi stavi facendo venire un attacco di cuore!” Afferma Jeff prendendo la mano della donna fra le sue.
“Mi dispiace… forse ho esagerato.” Ammette Stana.
“La dottoressa ci ha spiegato che la bambina sta bene e che si è trattato solo di un calo di pressione.” Spiega Tamala sistemandole le lenzuola.
“Si per fortuna non è niente di serio.” Commenta tirando un sospiro di sollievo massaggiandosi il ventre.
“Però per stanotte resterete in osservazione… vuole tenervi monitorate.” Aggiunge Jeff.
“Ma ora sto bene!” Protesta Stana.
“Lo sappiamo ma un po’ di flebo e di riposo non ti faranno male anzi.” Dice Tamala.
“Ascolta, a chiamato Nathan… ci siamo inventati che eri uscita a prendere il gelato con i bambini ma forse è il caso che lo chiami e gli spieghi la situazione.” La informa Jeff.
“No! Se gli dico che sono all’ospedale muore d’infarto. Meglio non dirgli niente. Dove sono i bambini?” Chiede Stana.
“Sono dai nonni. Stana, non voglio dirti quello che devi fare ma è meglio che gli dici la verità.” Insiste Jeff.
“Jeff, se gli dico la verità si precipiterà qui e se non riesce a trovare un aereo a quest’ora impazzirà. Meglio tacere. Gli racconterò tutto quando sarà tornato.” Spiega Stana.
“Ti serve qualcosa?” Chiede Tamala.
“Non mi pare.”
“Scusate l’orario di visita sarebbe finito ma ci sono delle persone che la stanno cercando signora Fillion.” La informa l’infermiera entrando in camera seguita da Bob e Dylan che, in braccio al nonno, piange disperato.
“Amore…” Lo chiama Stana.
“Mmaaammma…” Singhiozza il bambino allungandosi verso di lei.
“Mi dispiace, Stana. Non riuscivamo a calmarlo.” Spiega Bob adagiando il nipotino sul letto della nuora.
“Hai fatto bene a portarlo.” Risponde stringendo a se il figlio.
“Ssshhh… sono qui, amore. Tranquillo.” Sussurra coccolandolo.
“Mi dispiace interrompervi ma purtroppo devo chiedervi di andare. La mamma ha bisogno di riposo.” Gli interrompe nuovamente l’infermiera.
“È un problema se mio figlio resta qui con me stanotte?” Chiede Stana speranzosa.
“Il regolamento non lo permetterebbe…” Spiega la donna guardando Dylan ancora in lacrime.
“… ma forse possiamo fare un’eccezione questa volta.” Aggiunge dopo un momento di esitazione.
“Grazie!” Risponde sorridendo Stana sentendo il figlio rilassarsi.
“Ok… ma tutti gli altri devono andare.” Chiarisce prima di uscire dalla stanza.
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“Quando posso uscire?” Chiede Stana.
“La dottoressa vuole controllare le analisi prima di darle il via libera. Purtroppo però è impegnata con un parto cesareo. Deve avere pazienza e aspettare che finisca l’intervento.” Spiega l’infermiera ritirando il vassoio del pranzo.
“Devo andare a prendere Nat all’aeroporto. Quando scoprirà che sei qui mi ucciderà!” Afferma preoccupato Jeff.
“Portati dietro Dylan… lui sa come trattare con il papà agitato.” Gli consiglia Stana.
“Ok… ma non penso basterà il sorriso di vostro figlio per farlo calmare.” Risponde uscendo dalla stanza con il nipotino.
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“PAPA’!” Grida Dylan vedendolo uscire dalle porte scorrevoli.
Mollata la mano dello zio, corre incontro al padre che, già inginocchiato a terra è pronto a prenderlo.
“Ciao, grillo!” Lo saluta abbracciandolo e sollevandolo.
Dylan felice stringe forte le braccia attorno al suo collo dell’uomo.
“Mi sei mancato da morire!” Ammette Nathan accarezzandogli la schiena mentre Jeff si accorge di alcuni paparazzi che a quattro/cinque metri di distanza stanno scattando delle foto ai due.
“Ehi… bro. Ben tornato!” Lo saluta Jeff raccogliendo la valigia del fratello.
“Ciao Jeff!” Contraccambia dandogli una pacca sulla spalla.
“Nathan! Nathan!” Lo chiamano un gruppo di fan avvicinandosi muniti di foto, poster, penne e pennarelli.
“Ciao ragazzi!” Saluta educatamente sistemando Dylan sul fianco sinistro.
“Oh mio dio! È figlio tuo e di Stana?” Domanda emozionata una ragazza bionda mentre l’altra gli porge un poster e il pennarello.
“Si. Lui è Dylan.” Risponde Nathan firmando la foto.
“È stupendo!” Si complimenta un’altra ragazza.
“Avete già scelto il nome per la bambina?” Chiede curioso un ragazzo.
“Non ancora. Sarà Dylan a sceglierlo.” Rivela proseguendo a far autografi in modo da accontentare tutti mentre i paparazzi si avvicinano sempre di più con telecamere e macchine fotografiche.
Per i successivi cinque minuti Nathan prosegue a rispondere alle domande dei fan scambiandosi battute con loro fino a quando un fotografo ben informato chiede all’attore:
“Come sta Stana? Abbiamo saputo che è stata ricoverata al Cedars Sinai Midical Center?”
L’attore smette di sorridere irrigidendosi ma prima che possa dire o fare qualcosa Jeff interviene.
“Mi dispiace ma ora dobbiamo andare!” Afferma raccogliendo la valigia e tirando verso l’uscita il fratello.
“Cos’è questa storia?” Chiede seguendolo verso l’auto mentre i fotografi continuano a pedinarli.
“Sali in macchina.” Ordina Jeff caricando la valigia nel baule.
Nathan sistema Dylan sul seggiolino per poi salire dalla parte del passeggero in attesa del fratello.
“Allora? Dov’è Stana?” Domanda.
“È in ospedale da ieri ma tranquillo, sta bene.” Risponde Jeff uscendo dal parcheggio.
“Cos’è successo? Quando pensavate di dirmelo?!” Chiede arrabbiato.
“Nat, calmati. Come ti ho detto sta…”
“Calmarmi??? Mia moglie finisce in ospedale e nessuno si prende la briga di avvertirmi!!! Pensavo di potermi fidare di te… ma evidentemente mi sbagliavo!” Afferma alzando la voce sbattendo il pugno sulla portiera.
“Stana non voleva spaventarti è stata una sua scelta.” Cerca di giustificarsi Jeff seguendo le indicazioni verso l’ospedale.
“Sei suo fratello o il mio?!” Domanda ironicamente.
“Che centra?”
“Centra… avresti dovuto chiamarmi immediatamente!”
“Nat, capisco che tu sia preoccupato ma non è colpa mia se mentre eri via lei si è sentita male.”
“Cosa vorresti dire che è colpa mia… e che non dovevo partire?”
“Non ho detto questo ma…”
“Certo come no!” Lo zittisce Nathan.
“Lasciamo perdere. Stai straparlando.” Esclama Jeff svoltando a destra.
“Si meglio!” Afferma Nathan chiudendo il discorso.
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“Ehi… siete tornati?!” Dice Stana sorridendo vedendo entrare Dylan seguito da Jeff.
“Ciao mamma…” La saluta Dylan cercando di arrampicarsi sul letto.
“Aspetta, ti aiuto.” Dice Jeff alzandolo.
“Nate l’avete lasciando all’aeroporto?!” Chiede scherzosamente Stana togliendo le scarpe al figlio.
“No, è corso a parlare con il dottore, sai com’è. Comunque io vi saluto vado a recuperare le ragazze dai nonni.” Dichiara Jeff.
“Jeff, cos’è successo? Hai litigato con Nate?” Domanda Stana notando lo strano comportamento del cognato.
“No tranquilla. Passo più tardi con le ragazze. Fammi sapere se vi troviamo ancor qui o a casa.” Risponde andando verso l’uscita.
“Jeff, qualsiasi cosa abbia detto non prendertela sai com’è tuo fratello quando è arrabbiato.” Dice Stana immaginandosi la reazione del marito.
“A dopo.” Dice Jeff uscendo e facendo un cenno di saluto con la mano.
“Mamma?” La chiama Dylan.
“Si amore.” Risponde guardandolo.
“Papà, è arrabbiato.” Rivela Dylan.
“Immagino...” Commenta Stana trattenendo il figlio per la maglia mentre quest’ultimo si allunga per afferrare il cellulare della donna dal comodino.
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“Ehi… ciao… bentornato!” Lo saluta Stana vedendolo entrare.
Nathan si ferma a un metro dal letto a braccia conserte senza dire nulla guardandola seriamente negli occhi.
“Che fai lì?! Non vieni a dare un bacio alle tue donne…” Dice Stana guardandolo dolcemente sperando di addolcirlo un po’.
Lui resta impassibile a fissarla.
“Dai amore, vieni qui… so che stai morendo dalla voglia di abbracciarmi.” Aggiunge mordendosi il labbro e regalandogli un sorriso mozzafiato.
Nathan non riuscendo più a interpretare la parte del duro si precipita ad abbracciarla.
“In questo momento vorrei… vorrei…” Dice cercando le parole adatte.
“Vorresti baciarmi!” Suggerisce lei ridendo.
“Ti ucciderei di baci!” Risponde avventandosi sulle sue labbra.
“È una bella morte…” Sussurra Stana tra un bacio e l’altro.
“Tu, mi farai morire un giorno o l’altro.” Ammette prendendole il viso fra le mani.
“Non puoi dire che ti annoi con me.” Scherza facendogli la lingua.
“Te la mangerei…” Afferma accarezzandole le guance con i pollici e appoggiando la fronte a quella della moglie.
“Devi ancora salutare la piccolina che ha sentito tanto, tanto, tanto la tua mancanza.” Dice portando le mani del marito sulla pancia.
“Sei diventata la miglior ruffiana di questo mondo.” Dichiara accarezzandole l’addome.
“Ho avuto un buon maestro.” Ammette lei.
“CHEESE!” Esclama Dylan seduto sul letto alzando il cellulare della mamma per scattare una foto ai genitori.
“Cheese!” Dicono all’unisono appoggiandosi guancia contro guancia guardando in direzione del figlio.
“Comunque signora Fillion non creda di essere fuori dai guai. Ora ci prepariamo per andare a casa ma poi facciamo i conti stasera nel nostro letto, da soli.” L’avverte Nathan.
“Non vedo l’ora…” Risponde sorridendo e baciandogli il naso.
“Sei una monella!”
Stana lo tira a se mordicchiandogli il collo e sussurrandogli all’orecchio: “Vedrai quanto sarò monella stasera a letto.”
  
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