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Autore: Black White Dragon    29/02/2016    3 recensioni
Cosa successe quando Hermione andò a cercare informazioni sul basilisco, al secondo anno, poco prima di venire pietrificata?
Si sentì gratificata dopo aver scoperto che si trattava effettivamente di un basilisco, oppure...?
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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· Nick forum e EFP: Black White Dragon
· Prompt: Paranoia
· Titolo: Is it on my way?
· Rating: Arancione
· Avvertimenti/Note: Missing Moments
 
Questa storia partecipa al psycho!contest indetto da chia_3 sul forum di EFP
 
 

Is it on my way?
 

 
Come aveva fatto a essere così stupida? COME?
Era tutto chiaro. L’aveva letto l’anno prima in un libro di Cura delle Creature Magiche per il quarto anno. Tutto combaciava alla perfezione.
C’erano dei luoghi comuni in tutte le aggressioni, in primis l’acqua: ogni volta che veniva scoperta un’aggressione, che si supponeva fosse stata compiuta per mano dell’Erede di Serpeverde attraverso il mostro che abitava la Camera dei Segreti, il pavimento era più bagnato del Lago Nero e ancora nessuno si era posto nessuna domanda riguardo alla provenienza di tutta quell’acqua.
Un’altra prova a favore della sua tesi era quella fila di piccoli ragni neri che se la filavano impauriti dai luoghi delle aggressioni. Nessuno si era curato di questo fatto.
Inoltre, tutte le vittime erano dei Mezzosangue, cosa che rendeva la cosa ancora più macabra. Ma d’altronde, cosa ci si poteva aspettare da un mostro sotto il controllo dell’erede di Salazar Serpeverde?
Sapeva cosa doveva fare e dove doveva andare. I libri in biblioteca avrebbero sicuramente confermato tutte le sue ipotesi, ne era certa, ma prima di avvisare Harry e Ron voleva essere assolutamente sicura che le sue ipotesi fossero fondate.
Hermione Granger, secondo anno, Grifondoro, correva controcorrente per i corridoi del Castello. Controcorrente perché tutti gli studenti di Hogwarts stavano per recarsi al campo di Quidditch per assistere all’incontro tra Grifondoro e Tassorosso. Anche se lo scontro era tra due sole case, tutta la scuola era solita assistere. Hermione aveva ormai capito che i Serpeverde utilizzavano le partite a cui non partecipavano per prendersi gioco dei Grifondoro. E se Grifondoro non giocava, prendevano di mira un’altra casa. ‘Disgustosi, come al solito’ pensò Hermione.
Riguardo i Corvonero, non aveva ancora capito cosa li spingesse ad assistere a partite di cui non dovevano interessarsi. Ma poco importava dei Corvonero.
Hermione si faceva strada tra gli studenti, imboccando corridoi e scale che brulicavano di persone e scontrandosi con la maggior parte di essi. In realtà le sarebbe bastato imboccare il Viadotto per arrivare dall’altra parte del Castello e poi raggiungere tranquillamente la biblioteca, ma nonostante conoscesse a memoria la strada per arrivarci, sbagliò più volte piano e corridoio, tanto era assorta nei suoi pensieri.
In più Hermione sentiva di dover arrivare in biblioteca il più in fretta possibile, non tanto per render conto a Harry e Ron delle sue nuove scoperte, ma piuttosto perché stava cominciando ad avere paura.
Se le sue ipotesi si fossero rivelate corrette, almeno la metà degli studenti di Hogwarts sarebbe stata in pericolo, lei per prima. Inoltre, Harry aveva di nuovo sentito quella voce, appena usciti dalla Sala Grande, e questo non facilitava sicuramente la saldezza mentale di Hermione in quel momento. Perché aveva paura di aver capito a chi appartenesse la voce che Harry ogni tanto sentiva. O meglio, a cosa appartenesse. Era terrorizzata a tal punto che sperava quasi di sbagliarsi.
Hermione trovò finalmente il corridoio che portava al viadotto. Vide il portone di legno proprio davanti a lei e una sensazione di sollievo la pervase.
Avanzò nella direzione della porta.
Le sembrò che un’ombra si muovesse alla sua sinistra, vicino alla finestra.
Si voltò di scatto. Non c’era niente.
Riprese il suo cammino verso il portone di legno. Dopo qualche passo si voltò di nuovo, per essere sicura che lo sguardo non l’avesse ingannata.
‘Che stupida che sei, certo che non c’è niente, sei sola’ pensò Hermione.
 
 
 Corse verso l’uscita e si trovò finalmente all’aria aperta. Si fermò a respirare un’aria primaverile che si accorse di aver bramato durante la sua corsa verso l’uscita. Non aveva problemi di claustrofobia né altre paure in particolare, ma dentro si era sentita come in trappola. Si era sentita spiata da qualcosa, quando aveva visto quell’ombra muoversi.
‘Sei proprio stupida...’
Hermione, voltandosi, guardò in direzione della porta dalla quale era appena passata. Vide che era socchiusa. Al di là di essa il corridoio era un inquietante gioco di ombre. Chiuse velocemente la porta. Il sordo tonfo dei cardini si propagò debolmente. Girò su sé stessa e cominciò a camminare lungo il Viadotto. I suoi passi quasi non produssero alcun suono. Il silenzio la avvolgeva e le dava modo di immergersi nei suoi pensieri.
‘Quel mostro potrebbe attaccare da un momento all’altro, se è proprio quello che penso...’
Una folata di vento scompigliò i capelli di Hermione,
‘... dovrei muovermi ...’
la quale si svegliò quasi completamente dai suoi pensieri, quando
‘... sì dovrei proprio muovermi ad arrivare in biblioteca, potrebbe essere troppo tardi per qualcuno ...’
una strana sensazione di non essere sola su quel Viadotto si impossessò di lei e
 ‘... magari il prossimo è qualcuno che conosco, DEVO MUOVERMI’.
guardandosi intorno con piccoli scatti della testa, spaventata, decise che era meglio arrivare dall’altra parte del Viadotto il più in fretta possibile.
Hermione corse l’ultima distanza che le rimaneva da attraversare, in modo da arrivare dall’altra parte del Viadotto. Quando ebbe raggiunta la porta, velocemente fece scattare l’antica maniglia di ferro, entrò e si chiuse la porta alle spalle.
Si attaccò con la schiena alla porta, come a volersi difendere da ciò che avrebbe potuto trovare al di là di essa, sebbene, ne era certa, non ci fosse niente. Hermione si lasciò scappare un sospiro di sollievo, senza sapere neanche lei per che cosa in particolare, tenendo gli occhi chiusi.
Dopo pochi secondi, riaprì gli occhi. Vedeva davanti a sé un piccolo spazio rettangolare debolmente illuminato, che si  diradava in tre corridoi, uno su ogni lato. Sapeva che il suo corridoio era quello a destra.
Lentamente la ragazza si staccò dalla porta ed cominciò a precorrere il corridoio. Ci si era già trovata tantissime volte per arrivare in biblioteca, ma mai con quell’angoscia addosso. Le sembrava che la luce fosse più soffusa del solito, che la larghezza del corridoio fosse diminuita notevolmente e il soffitto si fosse fatto più basso.
 Si sentiva in trappola. E soprattutto, sentiva di non essere sola, come se qualcuno la stesse guardando dall’alto.
Nonostante questo, Hermione si inoltrò ancora di più nel corridoio.
A differenza di quando si trovava sul ponte, sentiva perfettamente il suono dei suoi passi che facevano eco da una parete all’altra del corridoio.
Mentre guardava dritto davanti a sé, Hermione scorse un movimento sul muro alla sua sinistra. Si spostò a destra rallentando, mentre fissava, terrorizzata, il punto in cui aveva visto il movimento, mentre si rendeva stupidamente conto che era solo la tazzina da tè che la donna del quadro si stava lentamente portando alla bocca.
‘È solo un quadro, che si muove. Solo un quadro che si muove. Solo un quadro.’
L’aveva visto milioni di volte, quel quadro, ma era come se si fosse accorta per la prima volta che quel dipinto si trovava proprio lì.
Hermione si decise a proseguire.
Mentre camminava, le armature che erano state poste alle pareti, alternate tra loro da diversi quadri, cigolavano.
Più volte si trovò a fissare un punto determinato dal quale aveva captato un rumore o un movimento, convinta che vi si nascondesse qualcuno (o qualcosa).
La paura si stava pian piano facendo spazio dentro di lei. Sperava di non essere seguita da nessuno (da niente).
Il corridoio fece angolo a sinistra, quindi Hermione seguì quel percorso obbligato e, là in fondo, vide la biblioteca, oggetto del desiderio.
Hermione sorrise per il sollievo che quella vista le regalò.
Camminò con passo più spedito in quel lungo corridoio.
Ora che vedeva l’entrata della biblioteca davanti a sé, Hermione non provava quasi più paura: si sentiva protetta da quel posto, anche se ancora non vi era entrata, come se quella stanza piena di libri potesse emanare un’aura positiva attorno a sé.
La ragazza si rilassò. Fu quello il suo sbaglio.
Dopo aver fatto qualche passo, superò un’armatura particolarmente vecchia, questa cigolò sinistra, Hermione si voltò di scatto a guardarla: il braccio di ferro stava prendendo vita muovendosi in avanti. Esso si alzò verso l’alto.
Al braccio seguirono tutte le parti che componevano l’armatura e con dei sonori CLANG CLANG, cadde a terra completamente, come se per qualche secondo avesse magicamente preso vita, e poi fosse morta come un Auror caduto in battaglia.
Infine rimase immobile.
Hermione urlò con tutta la forza che aveva. Spaventata. Brividi infuocati le correvano giù per la schiena.
Fece qualche passo indietro. La bocca spalancata.
Fissava continuamente quella maledetta armatura che era solamente caduta proprio quando lei stava passando, e pensò che era stato un caso del tutto accidentale il fatto che quell’ammasso di ferraglia arrugginita fosse caduta proprio nel momento in cui lei passava di lì.
Nonostante la parte razionale di Hermione insisteva che era solo una coincidenza che l’armatura avesse ceduto proprio nel momento in cui lei stava passando, la ragazza si mise a correre a perdifiato per il corridoio, in direzione dell’entrata della biblioteca, senza curarsi di ciò a cui stava passando davanti: quadri, tappezzeria e tutto ciò che stava sui muri non le interessava. Mantenne lo sguardo fisso sul pavimento per paura di poter vedere qualcosa di spiacevole se solo avesse osato alzare lo sguardo.
Finalmente arrivò a quella porta che tanto aveva desiderato, l’aprì facendo scattare la serratura, e si fiondò dentro alla biblioteca mentre era sicura che dietro di lei qualcosa stesse strisciando per ghermirla a tradimento.
 
 
Ad accoglierla in biblioteca trovò un’accigliata Madama Pince, che la guardò dall’alto in basso, poi le chiese con discrezione: “Si sente bene, signorina Granger?”
No, Hermione non si sentiva assolutamente bene. Tuttavia si limitò a rispondere: “Ehm sì, certo Madama Pince!”
La ragazza sfoggiò il miglior sorriso che aveva e si diresse tranquillamente verso gli scaffali pieni zeppi di libri, mentre la bibliotecaria la seguiva con lo sguardo, un po’ preoccupata.
‘Dove avevo trovato quel libro?’, si ritrovò a pensare Hermione.
In un primo momento girovagò per gli scaffali e vide che gli unici studenti presenti in biblioteca in quel momento erano lei e il prefetto di Corvonero, Penelope Light, la quale, a quanto pareva, non era interessata alla partita di Quidditch.
Tutt’a un tratto le venne un’illuminazione: ‘Ma certo! Era nel reparto D scaffale 6! Per i calzoni di Merlino, a volte mi vengono in mente le cose che mi servono a scoppio ritardato!’
Dopo aver percorso ancora qualche metro in quel labirinto di libri, Hermione trovò lo scaffale giusto e, con esso, il libro che cercava: “De Periculosissimis Feris – Primo Volume”.
Cercò nell’indice la voce di cui aveva bisogno.
‘Pagina 38’.
Hermione trovò la pagina e, a mente, cominciò a leggere:
 
“Dei molti, spaventosi animali e mostri che popolano la nostra terra, nessuno è più insolito e micidiale del Basilisco, noto anche come il Re dei Serpenti. Questo serpente, che può raggiungere dimensioni gigantesche e che vive molte centinaia di anni, nasce da un uovo di gallina covato da un rospo. Esso uccide in modo portentoso: oltre alle zanne, che contengono un potente veleno, anche lo sguardo del Basilisco provoca morte istantanea. I ragni fuggono davanti al Basilisco, perché è il loro nemico mortale e il Basilisco fugge solo quando ode il canto del gallo, che gli è fatale.”
 

Hermione si sentì soddisfatta, dato che le sue supposizioni erano giuste, e non doveva più dubitare della loro correttezza.
Tuttavia, cominciò a nascere in lei una sorta di ansia post-scoperta, perché era vero che aveva finalmente trovato l’identità del mostro, ma adesso che ne era certa, si sentiva minacciata (o forse lo era sempre stata?).
Strappò la pagina dal libro, lo mise a posto e andò a cercare Penelope, per avvisarla subito riguardo ciò che aveva scoperto.
Andò a cercarla dove l’aveva trovata prima, ma non c’era più. Quindi si mise girovagare per la biblioteca.
Hermione sapeva che Penelope era ancora in biblioteca. La vedeva sempre lì ormai da giorni, perché doveva prepararsi per i M.A.G.O. al meglio. Perciò il prefetto di Corvonero, molto probabilmente, trovava abbastanza inutile una partita di Quidditch in cui non giocava neanche la sua squadra.
Mentre si faceva strada tra quel labirinto di scaffali, Hermione aveva la costante sensazione di essere seguita, come in corridoio. Soprattutto, quello che aveva appena letto sul basilisco, continuava a tornarle in mente, inesorabile. La parte che le faceva più paura era quella riguardo come il basilisco poteva uccidere, semplicemente terrificante, degna delle creature più spaventose.
Passando anche davanti all’entrata della biblioteca, Hermione notò che Madama Pince se n’era andata, altrimenti avrebbe avvisato anche lei. La bibliotecaria lasciava la sua postazione solo se chiamata dal preside, quindi, dato che era tenuta ad assistere a ogni partita di Quidditch (chissà perché), Hermione non rimase troppo sorpresa quando vide che non c’era.
Dopo quelli che a Hermione sembrarono chilometri tra gli scaffali, riuscì ad individuare Penelope Light.
“Penelope!” la chiamò avvicinandosi a lei.
 
 
Hermione vide che stava leggendo da un pesante libro rilegato in pelle, mentre stava seduta, protesa verso il libro.
“Hermione, giusto? Dimmi, hai bisogno di qualcosa? Come mai non sei alla partita? Gioca il Grifondoro e-”
Ma Penelope non riuscì a finire la frase, perché Hermione la interruppe: “Dobbiamo andarcene e avvisare gli altri! Ho capito cos’è il mostro!”
Hermione le porse il foglio di pergamena che aveva strappato dal libro sulle bestie feroci, senza spiegarle altro.
Il prefetto di Corvonero lesse voracemente, e, quando ebbe finito, guardò Hermione con occhi spalancati, intrisi di paura. Hermione si chiese se per caso anche lei avesse gli occhi sgranati a quella maniera per colpa del terrore.
“Ma esattamente,” cominciò a chiedere Penelope, un po’ perplessa “questo basilisco, come si muove per il castello? Cioè... è l’unica cosa che non dice qui!”
“Le tubazioni! Passa attraverso i tubi, per questo il pavimento dei luoghi in cui sono avvenute le aggressioni è sempre pieno d’acqua, al momento del ritrovamento.”
“Ma quindi...” ‘potrebbe essere ovunque.’
Hermione finì mentalmente la frase che Penelope aveva cominciato e annuì lentamente.
Il prefetto di Corvonero sì alzò e cominciò a guardare ansiosamente tutto intorno a lei: le pareti, il soffitto, tutto.
Hermione sentì il rumore di qualcosa che strisciava dietro di lei, come se quel qualcosa stesse scivolando sull’acqua. Si voltò di scatto. Non c’era niente. Se l’era immaginato.
Penelope disse: “Dobbiamo avvisare gli altri! Madama Pince...”
“Madama Pince è uscita, ho visto che non c’è quando ero venuta a cercarti, dobbiamo uscire dalla biblioteca e andare al campo da Quidditch.”
“Sì giusto! Ma se trovassimo il basilisco?”
‘Oppure, se il basilisco trovasse noi?’
Hermione pensò il più velocemente possibile. Erano avvenute molte aggressioni, ma nessuno era morto. Questo significava che nessuno aveva guardato il basilisco negli occhi. Ma, di norma, se non si guardava negli occhi un basilisco, allora il basilisco non aveva facoltà di uccidere.
(a parte le zanne e il veleno)
Nessuna vittima presentava ferite riconducibili a zanne o all’uso di veleni.
Quindi doveva esserci qualcos’alto. Le vittime dovevano essere state a contatto con lo sguardo del basilisco, però non direttamente, ma come?
‘Ma certo, le vittime hanno visto solo il riflesso del basilisco, non gli occhi direttamente! Come ho fatto a non pensarci prima?’
“Penelope, hai uno specchio?” chiese Hermione impaziente.
Il prefetto di Corvonero la guardò torva, ma rispose che aveva uno specchio e lo tirò fuori dalla borsa.
“Bene, allora, ogni volta che dovremo cambiare corridoio e quindi svoltare per un angolo, invece di guardare direttamente dentro il corridoio, useremo lo specchio. Guardandoci dentro, se vedremo gli occhi del basilisco, rimarremo solo pietrificate, ma non moriremo!” spiegò Hermione.
‘... rimarremo solo pietrificate ...’
“Ma se, per puro caso, per pura sfortuna, veniamo pietrificate, come diremo agli altri quello che hai scoperto?”
“Terrò in mano il foglio, e...”
Hermione prese una piuma, la intinse nell’inchiostro e scrisse ‘tubazioni’ alla fine della pagina strappata.
“Ecco, così lo sapranno” disse Hermione.
“Va bene” disse Penelope, “andiamo.”
 
 
Hermione guardò il prefetto di Corvonero raccogliere velocemente le sue cose per poi metterle dentro la sua borsa di scuola, fatta eccezione per lo specchio.
Si avviarono silenziosamente verso l’uscita.
Entrambe si guardavano intorno, silenziosamente e senza farlo capire all’altra, senza cercare qualcosa in particolare. Camminando, perlustravano ogni parte nuova del nuovo spazio in cui si trovavano, il che, secondo loro, era abbastanza stupido. Tuttavia non potevano fare a meno di sentirsi seguite in ogni dove, come se qualcosa di invisibile stesse alle loro calcagna. Hermione era probabilmente la più spaventata. Vedeva cose muoversi ovunque, ed era certa che non fossero libri che volevano tornare al loro posto, come erano soliti fare nella biblioteca di Hogwarts.
Finalmente arrivarono all’uscita della biblioteca. Hermione notò che Madama Pince aveva dimenticato gli occhiali, quindi presto sarebbe tornata indietro a riprenderli e loro l’avrebbero avvisata riguardo l’identità del mostro.
Penelope afferrò la maniglia della porta, mentre Hermione le stava dietro e assisteva con ansia ai movimenti di Penelope. Questa socchiuse leggermente la porta, con la mano fece fare capolino allo specchio che teneva in mano.
Hermione si sentiva fatta di sola ansia.
(Questo serpente, che può raggiungere dimensioni gigantesche ...)
Vide Penelope, davanti a lei, ispezionare il piccolo specchio, farlo ruotare in ogni direzione possibile, in modo da essere certa che non c’era effettivamente niente, ad aspettarle.
(... uccide in modo portentoso ...)
Improvvisamente, il prefetto di Corvonero spalancò la porta, spaventando a morte Hermione. La quale, tuttavia, non emise alcun grido, ma si limitò a insultare mentalmte Penelope.
‘Per tutti i folletti! Vuole farmi morire di paura?’
Ma era già praticamente morta di paura.
Hermione si immobilizzò, guardando il corridoio, pronta a vedere un serpente enorme.
Ma in corridoio non c’era assolutamente niente.
Si lasciò sfuggire un sospiro.
(... noto anche come il Re dei Serpenti ...)
Improvvisamente Hermione sentì un urgente bisogno di uscire definitivamente dalla biblioteca  e chiudere all’istante la porta, come se dovesse chiuderci dentro qualcosa. Spinse Penelope fuori dalla biblioteca e fece sbattere violentemente la porta contro i cardini, mentre avrebbe giurato di aver visto qualcosa muoversi tra i libri, sul secondo scaffale a destra. Ma ovviamente non c’era niente.
( ... le zanne contengono un potente veleno ... )
Hermione si sentiva osservata, guardata, spiata, da qualcosa.
Guardò gli angoli che le pareti formavano tra loro, ispezionò ogni singolo spazio che il suo occhio poteva raggiungere. Non vide niente di insolito, ma il solo pensiero che un basilisco si insinuasse per i tubi di Hogwarts la faceva rabbrividire. Quel dannato serpente gigante poteva essere ovunque, magari proprio sopra le loro teste, all’interno di una vecchia tubatura arrugginita.
“Andiamo?” sussurrò Penelope, che era sicuramente molto più tranquilla di Hermione.
“Sì.”
Sì incamminarono per il corridoio deserto.
(... vive molte centinaia di anni ...)
Hermione sudava freddo dalla paura. Sentiva la pelle appiccicarsi a poco a poco ai suoi vestiti. Aveva gli occhi spalancati e la bocca semichiusa che meccanicamente ispirava ed espirava. Ormai il foglio di pergamena che aveva strappato dal libro sulle bestie feroci era una piccola pallina nella sua mano. Hermione non si era neanche resa conto di averlo accartocciato per la tensione.
I suoi passi erano strascicati sul pavimento, come se fosse lei il serpente.
Ogni tanto si voltava verso la porta della biblioteca, credendo di essere guardata e spiata da neanche lei sapeva cosa, ma non c’era niente a spiarla. Niente di niente.
( ... UCCIDE IN MODO PORTENTOSO ...)
Arrivarono all’angolo del corridoio.
Hermione notò che dal corridoio perpendicolare al loro veniva un insolito strato d’acqua che si stava pian piano propagando in lungo e in largo.
Capì subito di cosa si trattasse.
Ma prima che Hermione potesse fermarla, Penelope stese il braccio nella cui mano teneva lo specchio, lo ruotò in modo che entrambe potessero vederne il riflesso.
Hermione non voleva, ma dovette guardare dentro a...
(... LO SGUARDO DEL BASILISCO PROVOCA MORTE INSTANTANEA)
quel dannato, piccolo specchio, e vide due occhi gialli che -
   
 
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