- Tara! Prendi le ordinazioni tu stasera, Sally non c’è!- disse Ben il suo capo.
- Certo!- rispose deglutendo, si infilò lo straccio nella tasca dei jeans e di diresse verso il bancone dove si erano appena accomodati Dean e Crowley.
- Cosa vi posso portare?- chiese guardando Crowley e sorridendo.
- Rum e per lui fai un cocktail a caso, basta che ci metti dei fiorellini e altre stronzate sopra- le rispose Dean.
- Va bene?- chiese incerta a Crowley.
- Si tranquilla-
- Black mamba e rum- disse Tara porgendo i bicchieri ai due.
- Hai fatto il black? Chi è il coraggioso che lo prova?- chiese Ben alle spalle di Tara.
- Suppongo di essere io- rispose Crowley prendendone un sorso- complimenti!- aggiunse dopo pochi istanti.
- Lascia la bottiglia, Tara!- le disse accarezzandole il dorso della mano col pollice.
- Che carina, non trovi?- gli disse il Re degli inferi.
- Sembra una brava ragazza-
- Con una bella cotta per te, non dirmi che non l’hai notato-
- Certo che l’ho notato, solo un cieco non se ne accorgerebbe, lei crede che io non me ne sia accorto, ma la vedo, ogni sera prima che Sally finisca mi lascia usare il karaoke di nascosto, credo che un paio di volte mi abbia persino riportato a letto da sbronzo-
- Nove, ti ha riportato a letto nove volte- fece Crowley.
- Perché ne stiamo parlando?-
- Era per fare conversazione, non ti scaldare, tanto lo sappiamo tutti e due che non sei il tipo adatto, a te piacciono donne più….come dire-
- Facili-
- Esattamente-
- Noi non avevamo deciso di non vederci più, mi avevi liquidato o sbaglio?-
- Infatti, volevo solo dirti che tuo fratello è sulle tue tracce, magari potresti concedere un ultimo ballo a Cenerentola, sai la mia “umanità” mi fa pensare che ti servirebbe sentirti amato…- disse Crowley prima di scoppiare a ridere e lasciarlo solo coi suoi pensieri.
Tara sistemò anche l’ultima sedia, Ben le aveva lasciato da chiudere il locale, controllò che non ci fosse nessuno, non era rimasto neanche Dean quella sera, c’era stata talmente tanto da fare che non lo aveva visto andare via, spesso si odiava, si chiedeva come fosse possibile che le importasse tanto di persone che neppure conosceva, accese il karaoke e si mise a cantare, le piaceva farlo, in macchina e sotto la doccia non faceva altro, ma la timidezza la frenava dal provare davanti ad altri, quando era sola invece si lasciava andare, poteva essere chiunque volesse e lei in quel momento voleva essere una rocker che esaltava la folla, cantare per lei era come fotografare, si sentiva viva, non esisteva altro, era felice. Dean iniziò ad applaudire quando la musica finì, vide Tara voltarsi di scatto e lasciar cadere il microfono a terra, era diventata del colore di un semaforo e il suo sguardo non si spostava dalle sue scarpe.
- Non volevo spaventarti- le disse avvicinandosi.
- Non fa niente, comunque siamo chiusi ormai- disse lei riponendo il microfono e dirigendosi verso il bancone.
- Sono passato a salutarti, me ne vado- disse Dean incurvando le labbra in un mezzo sorriso.
- Credo tu abbia sbagliato cameriera, dovresti chiamare Sally- rispose lei con una punta di rassegnazione e rabbia nella voce.
- Un’ultima birra, ti va?- le disse sedendosi.
- Sai giocare a poker?- le chiese spiazzandola.
- Si…- rispose incerta.
- Bene, ogni mano che vinco ti dico qualcosa di me e viceversa, ti interessa?-
- Va bene!- disse infine Tara, chinandosi a cercare le carte nel cassetto sotto la cassa.
- Potevi dirmelo che eri così brava- disse lui dando nuovamente le carte.
- Io non sono brava, forse tu fai un po’ schifo- rispose, lo vide arricciare le labbra e scuotere il capo in segno di assenso.
- È quasi mezzora che giochiamo, mi spieghi quanto ti ci vuole prima di provarci con me?- le disse serio – magari mi preferisci così- aggiunse mostrando i suoi occhi da demone.
- Non è divertente- disse lei buttando le carte e alzandosi.
- Che c’è non ti piace più giocare? Ti ho forse dato una brutta mano?- le chiese alzandosi a sua volta, sapeva di aver colto nel segno, tempo prima non avrebbe provato tutta quella sadica felicità nel mettere in difficoltà qualcuno mostrandogli la realtà delle cose, ponendosi come specchio dell’anima.
- Quelli come te, non le guardano neanche le ragazze come me, lo so come funziona il mondo, quindi grazie per la chiaccherata e addio-
- No, non penserai di cavartela così a buon mercato? Mi hai guardato per due settimane, mi spiavi, immaginavi le mie mani sul tuo corpo, i miei baci mh? Ti chiedevi come fosse- disse Dean.
- Si, me lo sono chiesta, come mi sono chiesta perché non posso essere Sally, bella e stupida e avere quello che ha lei, mi sono chiesta perché un ragazzo così simpatico si accontenti di una che ha la profondità di una pozzanghera- disse Tara con rabbia.
- Perché lei è eccitante, bella e non vuole sapere niente di me, non veramente almeno…. Tu invece, tu vuoi sapere della mia vita e ora sai, sai dei mostri, dell’inferno, sai ogni cosa, non avresti preferito che io restassi solo la fedele immagine nella tua testa?- le chiese.
- Non sarei stata in grado di dimenticarmi di te in ogni caso-
- Perché?- fece lui insistendo, sapeva che la stava spingendo al limite ma non gli importava affatto.
- Perché con tutta probabilità ti avrei messo nell’elenco infinito di uomini che ho idealizzato e mai sfiorato, perché è più facile, se non ci provo posso almeno godermi l’idea che ho in testa, posso immaginare tanti scenari diversi e rifugiarmici dentro, così da non dover affrontare questo schifo almeno per dieci minuti al giorno, prima di addormentarmi posso aggrapparmi ad una fantasia e credere che sia realtà- disse Tara con le lacrime che le rigavano il viso, non era mai stata così sincera con nessuno in tutta la sua vita.
- E non ti stanchi mai della ruota del criceto? Non vorresti uscire e vedere che succede fuori dal tuo cerchio sicuro?- disse avvicinandosi a lei.
- Ogni giorno spero che mi venga il coraggio, ma non succede, ho troppo da perdere-
- Troppo da perdere? Dolcezza tu guardi la vita dalla finestra, non hai niente da perdere, sei sola e resterai sola-
- Quello schiaffo non era per me, era per quella parte di te che sa che io ho ragione, Tara! Guardati, chi potrebbe mai volerti, non sei bella, ma neanche brutta, sei intelligente, forse troppo, non sei cattiva ma neanche buona, sei nel mezzo, sei come chiunque altro, niente di più o di meno di altre mille persone che hanno già camminato su questo pianeta, anonima e sostituibile, pensi di essere speciale e ti richiudi nella torre in attesa del principe azzurro, sei patetica!-
- Vattene- disse lei singhiozzando e lasciandosi cadere a terra, quello che lui aveva detto era vero, ogni parola, era tutto vero, ma lei non era pronta a sentirselo dire in faccia con quella naturalezza.
- Tra dieci secondi non sarò più qui, non cercarmi, esci dalla ruota e vivi- le disse all'orecchio prima di lasciarla sola.