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Autore: TheLittleOnion    01/03/2016    2 recensioni
Peter Parker incontra Wade Wilson in un reparto oncologico. I due impareranno a conoscersi e si innamoreranno ma la malattia si fa largo prepotentemente nelle loro vite e spezza l'incantesimo.
Quello che non sanno é che-a volte- la vita da un'altra possibilità.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Deadpool, Peter Parker
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quella sera sua Zia May non era a casa, probabilmente avrebbe trascorso la serata con alcune amiche per lasciare tranquillo il nipote e non pensare troppo all'assenza-che in quei giorni si faceva ancora più presente- della sua metà: lo Zio Ben

L'assenza della sua unica parente viva nella casa dove aveva trascorso la maggior parte della sua esistenza da un lato lo rallegrava ma dall'altro lo faceva sentire un po' a disagio.

Infatti quando aveva varcato la soglia con il suo amico Johnny Storm ed aveva visto il ghignetto di puro giubilo che era apparso sulle sue labbra quando questo si era reso conto dell'assenza dell'adorabile signora il suo corpo si era teso per qualche secondo; anche se, poi, il giovane aveva rilassato i suoi muscoli nonostante continuasse ad essere perfettamente conscio degli occhi che lo guardavano con un certo appetito.. 

Peter non aveva nulla da nascondere a Johnny lui sapeva dell'esistenza di Spider-Man e del morso del ragno, sapeva del suo dolore per Gwen e del senso di colpa per il trattamento che aveva riservato a Wade.

Già...Wade. 

In occasioni simili era difficile non ricordare il soldato, nonostante Peter avesse scoperto che il giovane di cui si era innamorato faceva il mercenario i suoi sentimenti per lui non erano affatto cambiati. Tra le carte aveva scoperto qualche denuncia per rumori molesti da parte dei vicini che era stata coperta dalla polizia perché il Signor Wilson era un ufficiale dell'esercito che picchiava moglie e figlio. cheMolte cose spiegavano l'ombra negli occhi di Wade chr- nonostante sembrasse un enorme pallone gonfiato-aveva sofferto molto. Peter, infatti, non osava nemmeno immaginare quanto doveva essere stato difficile assistere impotente a certe scene. Sapeva, anche, che non tutti cercano di fare il bene specialmente quando vengono respinti continuamente nonostante i loro sforzi. Prima la sua famiglia, o meglio suo padre, lo aveva respinto, la stessa cosa era successa con l'esercito. Probabilmente Wade si era attaccato al denaro perché non riusciva a trovare nessuno che lo accettasse e volesse accoglirlo nella sua vita...Probabilmente voleva anche diventare ricco perché in quella società il denaro dava una posizione stabile ed un riconoscimento universale alla gente: non importava come fosse stato ottenuto, bastava averlo. Quanta gente c'era che aveva ottenuto i propri soldi approfittandosi del prossimo? Peter non se la sentiva di giudicarli e non voleva nemmeno farlo. 

《Terra chiama Parker...!》

La voce del biondo lo aveva strappata violentemente alle sue considerazioni ed il castano si era ritrovato a fissare con estremo interesse il frigo colmo di avanzi e non si era nemmeno reso conto che la luce aveva abbagliato la sua vista lasciando un "alone" sulla sua retina anche quando lui chiudeva gli occhi. Come un bambino si era sfregato le palpebre ed aveva fatto una smorfia.

《Ugh...!》

《Davvero, Pete, che ti é preso? Sembrava che ti avesse colto qualche rivelazione mistica...! Non ti basta essere un supereroe ed un genietto? Vuoi anche essere il fondatore di un nuovo culto? 》

Johnny sorrideva, allegro, e Peter non aveva nè il coraggio né la forza di aprirsi con lui anche perché la Torcia Umana - già Johnny era uno dei Fantastici Quattro- non aveva mai perso qualsiasi occasione gli fosse stata concessa per ribadirgli la propria attrazione nei suoi confronti ed il fatto che sarebbe stato disposto ad accoglierlo nei Fantastici Quattro che-con lui- sarebbero diventati cinque. La cosa-effettivamente- faceva parecchia leva sul desiderio di trovarsi in un gruppo di persone che comprendessero che cosa volesse dire avere dei superpoteri, avere qualcuno disposto a guardargli le spalle durante le missioni...Qualcosa di simile ad una famiglia. 

《Nah, era più un "che cazzo sto tenendo il frigo aperto a fare?" Sai, é l'alzheimer da frigo: tu lo apri e ti dimentichi immediatamente che dovevi fare Comunque prendi le birre, Johnny, quella stramaledetta luce mi ha abbagliato. Io riscaldo il Mac and Cheese. Ora che non c'è May possiamo strafogarci di cibo spazzatura senza ricevere alcuna occhiata di rimprovero! 》 

《Wow...! Una cena incredibilmente romantica, adatta a San Valentino!》 

Peter aveva tirato un pugno giocoso al suo amico e-finalmente- la tensione nel suo corpo si era allentata ed i due erano riusciti a godersi il pasto in serenità. 

《Andiamo a controllare le foto che Peter Parker ha scattato a Spider-Man. Magari troviamo qualcosa da vendere al Daily Bugle!》 

Erano saliti al piano di sopra-nella stanza in cui Peter aveva trascorsoso buona parte della sua infanzia e tutta l'adolescenza- la stanza non era mai cambiata molto semplicemente si erano aggiunte cose e-nonostante Peter avesse ormai vent'anni- non si risolveva a togliere le stelle fluorescenti appese sul soffitto che anni prima suo Zio Ben aveva attaccato al muro guidato dal nipote che gli diceva come disporle in modo da ricreare le sue costellazioni preferite che risultavano piuttosto difficili da vedere ad occhio nudo nel cielo di New York.

I due si erano sistemati di fronte al PC del castano-probabilmente l'unica cosa di valore in tutta la stanza oltre alla Nikon digitale di cui si serviva per fare fotografie- Peter aveva infilato la memory card nel vano adibito ed aveva aspettato che il programma caricasse le fotografie mentre il fotografo sorseggiava un succo di frutta in silenzio. Finito il caricamento i ragazzi avevano iniziato a guardare le immagini e a commentarle scherzando tra di loro ma era evidente il fatto che il volto del biondo si stesse avvicinando progressivamente a quello del castano. Peter percepiva chiaramente il fiato caldo di lui contro la propria pelle e quella sensazione aveva fatto aumentare leggermente i battiti del suo cuore anche se lui continuava a scorrere le foto di Spider-Man fingendosi indifferente: sorridendo e facendo qualche battuta di tanto in tanto lieto di non essere arrossito. 

《Questa non darla al giornale, la voglio tenere solo per me. Qui Spider-Man ha un bel culo, non credi?》 

La voce di Johnny aveva assunto un tono scherzoso ma vi si poteva percepire chiaramente una punta di malizia. Era evidente che l'apprezzamento aveva un fondo di verità e Peter-deciso a rispondere con una battuta caustica al commento dell'amico- si era voltato verso di lui ma non aveva fatto a tempo a parlare perché il biondo aveva premuto le labbra contro le sue.

Qualche minuto dopo si trovavano sul letto.

Johnny era sopra di lui e sembrava essere impegnato a baciargli il collo e a fare commenti piccanti di nessuno spessore di fronte ai quali Peter si sentiva in obbligo di ridere. 

Non era la prima volta che succedeva qualcosa di simile: Johnny aveva sempre dimostrato la sua attrazione nei confronti di Peter e lui era un tantino frustrato visto che non aveva molti rapporti sessuali così aveva deciso di indulgere in quel calore piacevole nonostante non avesse ancora iniziato a provare qualcosa di diverso dall'amicizia nei suoi confronti. Non che il biondo fosse brutto, anzi, dal punto di vista estetico rientrava più o meno nelle preferenze del moretto. Il problema era che-oltre ad essere un'utile valvola di sfogo- Peter non si sentiva attratto da lui sessualmente e non riusciva a provare qualcosa nei suoi confronti e, per quel motivo, non erano mai riusciti ad arrivare fino in fondo.

Anche in quel momento il castano riusciva a percepire chiaramente il peso di quel corpo, il calore da esso emanato e l'erezione che premeva contro la sua inguine ma non riusciva a sentirsi coinvolto come avrebbe dovuto e voluto. Teneva gli occhi aperti e fissava le stelle sul soffitto che brillavano fiocamente nella penombra della stanza illuminata dalla luce lattea della luna; riusciva a riconoscere a colpo d'occhio le varie costellazioni e gli tornavano alla mente i miti a loro correlati. Oltre ai correlati 12 segni zodiacali scorgeva Orione in un angolo: la costellazione era visibile da ottobre a marzo e rappresentava il più famoso cacciatore della mitologia classica nell'atto di attaccare un toro altri - però- pensavano che si trattasse di Eracle visto che nel mito di Orione non c'era alcun episodio legato ad un toro. 

Il ronzio proveniente dal PC andato in standby permetteva a Peter di rilassarsi e di perdersi nelle proprie elucubrazioni mentali. La sensazione di essere dissociato dal proprio corpo permeava nonostante quest'ultimo stesse rispondendo con entusiasmo alle attenzioni di Johnny. Il castano era conscio del fatto che aveva bisogno di calore umano nella sua vita e cercava in tutti i modi di partecipare a quell'atto ma non ci riusciva a meno che non pensasse che al posto dell'amico non ci fosse qualcun altro. Immerso nella penombra Peter poteva pensare che non fosse Johnny a togliergli la t-shirt e a mordergli le spalle deciso a procurargli dei lividi ben visibili: nella sua testa quell'uomo era diventato Wade.

"Forse stasera potremmo andare fino in fondo...Forse...Col tempo potrei iniziare a provare qualcosa nei suoi confronti. Johnny in fondo se lo merita...Mi é sempre stato vicino e con lui condivido molte cose: non dovrei nascondergli l'esistenza di Spider-Man e tra noi non ci sarebbero segreti." 

Ora il castano stava aggrappato alle spalle del biondo che aveva infilato le mani nei suoi pantaloni ed aveva preso a carezzare il suo membro eretto. Le sensazioni provate dal suo corpo avevano annebbiato la sua mente e Peter aveva iniziato a rispondere alle sue carezze muovendo i fianchi nel tentativo di ottenere più frizione. Qualcosa - però- aveva catturato la sua attenzione: un'ombra scura sul suo davanzale che si faceva più grande ogni volta che il giovane la guardava. Probabilmente l'ombra sembrava più grande perché la luna era ormai giunta allo Zenit. Nonostante Peter cercasse di rimuovere l'immagine di quell'oggetto dalla propria mente la sentiva scalciare in un angolo dei suoi pensieri ed ogni qualvolta apriva gli occhi sapeva che quell'immagine colpiva la sua visione periferica. Nel momento in cui Johnny si era alzato per prendere la bustina di lubrificante dai propri pantaloni Peter si era alzato allo stesso modo ed era andato ad aprire la finestra.

《Fa un po' caldo qui...!》

Aveva rivolto un timido sorriso all'amico ed aveva alzato la serranda sorridendo impacciato mentre l'altro gli faceva un occhiolino ed indugiava con lo sguardo sul suo corpo nudo.

Peter - però -non badava a lui: l'oggetto sul davanzale sembrava non essere una telecamera (dubbio che aveva allarmato il giovane) e nemmeno un animale ferito. Con cautela infinita il giovane l'aveva preso tra le mani stupendosi di sentire qualcosa simile ad un foglio di nylon. Preso dalla propria curiosità di studente di biofisica Peter aveva richiuso la finestra e, dopo essersi seduto sul letto, aveva acceso la lampada sul comodino notando la rosa rosso intenso che - evidentemente- era stata messa nella confezione da qualcuno che non era un professionista del settore: un indizio erano le graffette un po' storte.

《Che cazzo fai?!?!? Ti sembra il momento di scartare regali da ammiratori segreti?》

La voce dal tono aspro il castano l'aveva ricacciata in un angolo del suo cervello. Ora la sua attenzione era rivolta verso quel fiore dal colore meraviglioso e le sue mani tremanti stavano aprendo la confezione con cautela dato che il giovane eroe non voleva in alcun modo rendere vani gli sforzi del suo ammiratore. Poggiata la rosa sul comodino Peter aveva preso tra le mani il biglietto percependo chiaramente la porosità della carta che emanava un buon profumo ed il cui color avorio sembrava dire " prodotto di qualità" così come il nastro di seta attorno alla rosa . Ignorando le lamentele del biondo che aveva ripreso a vestirsi mentre imprecava contro di lui il castano aveva voltato il biglietto. Non c'era stato alcuno sbaglio-non fosse mai che qualche anonimo spasimante non volesse catturare l'attenzione di Zia May- sulla busta c'era scritto: " X Peter" 

imbarazzato aveva estratto il foglietto su cui stavano scritte poche parole: "Mi manchi, Petey-Pie e non ho mai smesso di amarti, nonostante tutto.".

Era stato come riemergere in superficie dopo essere stati immersi sott'acqua dopo un tempo infinito. Quello era il primo vero respiro che Peter prendeva da quando si era immerso nel tran tran quotidiano per cercare di dimenticare Wade. Ora il dolore non era più attutito ma premeva contro le sue carni come delle punte affilate di di migliaia di pugnali, ogni sensazione era intensa nonostante il dubbio attanagliasse il suo cuore. Il moro aveva infilato un paio di boxer ignorando bellamente Johnny che sbatteva la porta della sua camera con rabbia ed usciva di corsa dalla sua abitazione. Armatosi di una lampada da studio e di una lente d'ingrandimento aveva osservato ciascuna lettera sentendo il proprio cuore gonfiarsi di gioia ogni volta che le confrontava con il quaderno dove Wade aveva disegnato in modo infinitamente infantile i loro progetti per il futuro e trovava una corrispondenza tra le lettere. 

Finita l'operazione il castano aveva poggiato la guancia contro la scrivania dove aveva passato tante ore a studiare. Sul suo volto si era allargato un sorriso idiota mentre lui si sentiva al settimo cielo e ringraziava qualsiasi cosa avesse reso possibile quel miracolo. 

Wade. 

Wade era ancora vivo. 

Wade lo amava ancora. 

《Farò di tutto pur di ritrovarti.》

Aveva mormorato il castano mentre si infilava sotto le coperte tenendo sul comodino il biglietto che consisteva nella sua seconda chance per essere felice. 
  
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