Soul
of Gold
*
Gemini
Quando
si svegliò fu un’immensa sorpresa.
Credeva
che, una volta bruciato il loro cosmo fino al limite estremo per aiutare Aioria a colpire Loki, il loro
sacrificio sarebbe stato compiuto e loro sarebbero
tornati nell’Ade.
Non
si aspettava di svegliarsi in un paesaggio devastato e con un cielo che tornava
a farsi freddo come era sempre stato ad Asgard.
Distrutto
il frassino Yggdrasil, il ghiaccio avanzava di nuovo
a prendersi le terre del nord.
Saga
non si mosse fino a che non sentì delle voci attorno a lui.
-Non!
Farlo! Mai! Più!-
Sembrava
Milo.
Voltò
la testa e lo vide che spintonava Camus per
sottolineare ogni parola, ma poi si buttò su di lui per stringerlo come se ne
andasse della sua vita.
Saga
sorrise.
Chissà
se Aioros avrebbe fatto così con lui? No… non era nel
suo carattere.
Tutto
quello che doveva essere detto tra di loro era stato detto in quei pochi
secondi prima di attaccare Loki.
Sospirò
e si mise a sedere.
Erano
caduti tutti lontano uno dall’altro e si erano salvati solo grazie alle God Cloth.
Ora
le Cloth erano tornate al loro stato originale ma
integre, pronte per una nuova generazione di Saint.
La
voce di Shaka si levò calma come se provenisse già da
un altro luogo.
-È
quasi il momento di lasciare questo mondo. Non sarebbe corretto andarcene senza
aver salutato-
Sì,
aveva ragione lui. Saga se lo sentiva: non era la prima volta che una vita
provvisoria gli sfuggiva ed ormai riconosceva la sensazione.
Anche
gli altri mentre si alzavano in piedi avevano negli occhi quella certezza: la
loro avventura era finita, avevano ricevuto in dono una proroga per poter
vivere l’ultima delle loro battaglie tutti insieme e non avrebbero potuto
chiedere di più.
Eppure
nessuno di loro aveva rimpianti.
In
lontananza si vedeva la grande statua di Odino che era stata danneggiata dal
combattimento e loro sapevano di dover tornare lì, ad Asgard.
Aioros
camminava in prima fila accanto ad Aioria.
Saga
avrebbe voluto raggiungerlo ma non voleva intromettersi, così si limitava a guardarlo
intensamente.
Fu
Aioros a girarsi indietro per cercarlo, e quando i
loro occhi si incrociarono Saga arrossì.
Fu
come se gli avesse chiesto di raggiungerlo, perché Aioros
si staccò dal fratello e rimase indietro apposta per aspettarlo.
-Eri
tu-
Gli
disse subito.
Ora
camminava al suo fianco.
-Cosa
vuoi dire?-
-Lo
sai. Quando ho combattuto contro Andreas c’era un Cosmo che mi proteggeva ed in
cui sentivo tanto amore che ho creduto appartenesse ad Athena.
E invece eri tu-
Saga
abbassò la testa.
-Perdonami-
-Per
cosa? Per avermi salvato la vita?-
-Per
averti imposto la mia presenza-
-Non
c’è niente da perdonare. Perdonami tu per non aver capito subito. Sai, io non
riconoscevo il Cosmo che mi aiutava ma non volevo che mi lasciasse. Adesso
capisco il perché-
Aioros
gli posò una mano sul braccio per fermarlo.
Aveva
poco tempo, se lo sentiva.
Non
c’era tempo per dirgli tutto quello che avrebbe voluto, sentiva la vita
scivolare via da lui come sabbia fine nell’ampolla di una clessidra ed ogni
granello per lui produceva un rumore assordante.
Non
avrebbe avuto tempo per poterlo guardare negli occhi né per sentire il suo
respiro né per amarlo ancora, stavolta senza segreti e senza bugie.
D’un
tratto tutta la nostalgia che aveva avuto di Aioros
lo colpì all’improvviso.
Non
c’era più tempo per le parole.
Saga
gli prese il viso tra le mani e cercò le sue labbra.
Ebbe
paura quando sentì il suo compagno irrigidirsi.
-Scusami!
È che… insomma, non avrò altre occasioni, per cui…-
Aioros
lo strinse in vita e lo baciò davvero.
Saga
non credeva che fosse possibile. Non ci sperava, il suo era stato solo un tentativo
folle e disperato, e invece anche Aioros cercava la
sua bocca con una fame che doveva essere saziata in pochi secondi perché dopo non
ci sarebbe stato più tempo.
Mentre
Aioros lo baciava il cuore di Saga si calmava. Non sentiva
più come una minaccia il ticchettio dei granelli di sabbia nella clessidra
della sua vita perché ormai era davvero tutto perfetto.
Era
il loro primo bacio ed era l’ultimo. Era il più bello, un fiore rubato alla
morte.
Si
separarono quando entrambi sentirono il richiamo di qualcosa di lontano.
-Dobbiamo
andare-
Affrettarono
il passo per raggiungere gli altri.
Dovevano
salutare, era vero, ma Saga non riusciva a concentrarsi davvero su quello che
dicevano Aioria e Hilda… e forse Poseidone… non
riusciva più a concentrarsi, l’unica cosa che riusciva a tenere stretta era la
sensazione di essere amato che aveva provato nell’essere baciato da Aioros.
Si
sentiva ancora avvolto da quell’amore come se in realtà Aioros
non lo avesse lasciato.
Forse
le loro anime, che avevano già parzialmente lasciato la vita terrena, erano a
contatto in un modo che loro non capivano, e Saga sentiva la presenza di Aioros vicina, intima, come se fosse a contatto con la sua
pelle.
Sentì
che il momento di tornare nell’aldilà sarebbe stato lo stesso per entrambi.
-Andiamo
anche noi?-
Gli
chiese.
-Sì-
Sarebbero
stati insieme nell’Ade non per volere di una divinità ma per loro scelta.
La
morte poteva punirli se c’era qualcosa da punire, ma non li avrebbe divisi.
Mentre
già i loro corpi cominciavano a svanire, Saga poteva sentire quanto Aioros lo amava; era un amore come il suo, che bruciava e
consumava, che lo avrebbe spaccato se non avesse avuto un riflesso perfetto
nell’amore dell’altro.
I
loro corpi stavano per tornare nel regno delle ombre ma le loro anime avrebbero
brillato in eterno nel cielo della loro costellazione e la loro storia sarebbe
rimasta scritta nelle loro Cloth come le storie dei
Saint che li avevano preceduti, metà perfetta divisa tra l’oro del Sagittario e
quello dei Gemelli.
Saga
non avrebbe potuto chiedere altro alla vita.
-Sei
con me, Saga?-
-Sempre-
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Cantuccio
dell’Autore
Eccoci
arrivati alla fine della raccolta. Che tristezza l’ultima puntata!
Alla
fine voglio ringraziere Aquarius
no Leni, l’anima buona che ha messo la storia tra le preferite.
Makoto