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Autore: Smeralda Elesar    01/03/2016    1 recensioni
Dopo il sacrificio al Muro del Lamento che credevano sarebbe stato l'ultimo atto della loro vita, i Gold Saint sono chiamati a combattere una battaglia parallela nelle terre di Asgard.
Per Saga dei Gemelli oltre alla lealtà verso la dea c'è un motivo molto più intimo che lo spinge ad andare avanti.
"La domanda che lo rodeva incessantemente era… ci sarebbe stato anche lui? Anche Aioros era vivo?
Per questo andava avanti più che per le altre ragioni. Per trovare lui, solo per lui, per vederlo e per chiedergli perdono per quello che gli aveva fatto.
Speso lasciava che il suo Cosmo si spandesse libero su quelle terre come un richiamo e restava in attesa di una risposta che sperava sempre fosse la sua.
Avrebbe voluto mettere da parte il sentimento del tutto personale che gli occupava il cuore a volte accantonando la sua missione, ma non riusciva in alcun modo a smettere di pensare ad Aioros.
Era un tormento continuo il desiderio di rivederlo e la paura di leggere il disprezzo nel suo sguardo, e se amare era soffrire, Saga accettava la sofferenza come parte dell’espiazione per il suo egoismo"
Genere: Angst, Guerra, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gemini Saga, Sagittarius Aiolos
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Soul of Gold

*

Gemini

 

 

Quando si svegliò fu un’immensa sorpresa.

Credeva che, una volta bruciato il loro cosmo fino al limite estremo per aiutare Aioria a colpire Loki, il loro sacrificio sarebbe stato compiuto e loro sarebbero tornati nell’Ade.

Non si aspettava di svegliarsi in un paesaggio devastato e con un cielo che tornava a farsi freddo come era sempre stato ad Asgard.

Distrutto il frassino Yggdrasil, il ghiaccio avanzava di nuovo a prendersi le terre del nord.

Saga non si mosse fino a che non sentì delle voci attorno a lui.

-Non! Farlo! Mai! Più!-

Sembrava Milo.

Voltò la testa e lo vide che spintonava Camus per sottolineare ogni parola, ma poi si buttò su di lui per stringerlo come se ne andasse della sua vita.

Saga sorrise.

Chissà se Aioros avrebbe fatto così con lui? No… non era nel suo carattere.

Tutto quello che doveva essere detto tra di loro era stato detto in quei pochi secondi prima di attaccare Loki.

Sospirò e si mise a sedere.

Erano caduti tutti lontano uno dall’altro e si erano salvati solo grazie alle God Cloth.

Ora le Cloth erano tornate al loro stato originale ma integre, pronte per una nuova generazione di Saint.

La voce di Shaka si levò calma come se provenisse già da un altro luogo.

-È quasi il momento di lasciare questo mondo. Non sarebbe corretto andarcene senza aver salutato-

Sì, aveva ragione lui. Saga se lo sentiva: non era la prima volta che una vita provvisoria gli sfuggiva ed ormai riconosceva la sensazione.

Anche gli altri mentre si alzavano in piedi avevano negli occhi quella certezza: la loro avventura era finita, avevano ricevuto in dono una proroga per poter vivere l’ultima delle loro battaglie tutti insieme e non avrebbero potuto chiedere di più.

Eppure nessuno di loro aveva rimpianti.

In lontananza si vedeva la grande statua di Odino che era stata danneggiata dal combattimento e loro sapevano di dover tornare lì, ad Asgard.

Aioros camminava in prima fila accanto ad Aioria.

Saga avrebbe voluto raggiungerlo ma non voleva intromettersi, così si limitava a guardarlo intensamente.

Fu Aioros a girarsi indietro per cercarlo, e quando i loro occhi si incrociarono Saga arrossì.

Fu come se gli avesse chiesto di raggiungerlo, perché Aioros si staccò dal fratello e rimase indietro apposta per aspettarlo.

-Eri tu-

Gli disse subito.

Ora camminava al suo fianco.

-Cosa vuoi dire?-

-Lo sai. Quando ho combattuto contro Andreas c’era un Cosmo che mi proteggeva ed in cui sentivo tanto amore che ho creduto appartenesse ad Athena. E invece eri tu-

Saga abbassò la testa.

-Perdonami-

-Per cosa? Per avermi salvato la vita?-

-Per averti imposto la mia presenza-

-Non c’è niente da perdonare. Perdonami tu per non aver capito subito. Sai, io non riconoscevo il Cosmo che mi aiutava ma non volevo che mi lasciasse. Adesso capisco il perché-

Aioros gli posò una mano sul braccio per fermarlo.

Aveva poco tempo, se lo sentiva.

Non c’era tempo per dirgli tutto quello che avrebbe voluto, sentiva la vita scivolare via da lui come sabbia fine nell’ampolla di una clessidra ed ogni granello per lui produceva un rumore assordante.

Non avrebbe avuto tempo per poterlo guardare negli occhi né per sentire il suo respiro né per amarlo ancora, stavolta senza segreti e senza bugie.

D’un tratto tutta la nostalgia che aveva avuto di Aioros lo colpì all’improvviso.

Non c’era più tempo per le parole.

Saga gli prese il viso tra le mani e cercò le sue labbra.

Ebbe paura quando sentì il suo compagno irrigidirsi.

-Scusami! È che… insomma, non avrò altre occasioni, per cui…-

Aioros lo strinse in vita e lo baciò davvero.

Saga non credeva che fosse possibile. Non ci sperava, il suo era stato solo un tentativo folle e disperato, e invece anche Aioros cercava la sua bocca con una fame che doveva essere saziata in pochi secondi perché dopo non ci sarebbe stato più tempo.

Mentre Aioros lo baciava il cuore di Saga si calmava. Non sentiva più come una minaccia il ticchettio dei granelli di sabbia nella clessidra della sua vita perché ormai era davvero tutto perfetto.

Era il loro primo bacio ed era l’ultimo. Era il più bello, un fiore rubato alla morte.

Si separarono quando entrambi sentirono il richiamo di qualcosa di lontano.

-Dobbiamo andare-

Affrettarono il passo per raggiungere gli altri.

Dovevano salutare, era vero, ma Saga non riusciva a concentrarsi davvero su quello che dicevano Aioria e Hilda… e forse Poseidone… non riusciva più a concentrarsi, l’unica cosa che riusciva a tenere stretta era la sensazione di essere amato che aveva provato nell’essere baciato da Aioros.

Si sentiva ancora avvolto da quell’amore come se in realtà Aioros non lo avesse lasciato.

Forse le loro anime, che avevano già parzialmente lasciato la vita terrena, erano a contatto in un modo che loro non capivano, e Saga sentiva la presenza di Aioros vicina, intima, come se fosse a contatto con la sua pelle.

Sentì che il momento di tornare nell’aldilà sarebbe stato lo stesso per entrambi.

-Andiamo anche noi?-

Gli chiese.

-Sì-

Sarebbero stati insieme nell’Ade non per volere di una divinità ma per loro scelta.

La morte poteva punirli se c’era qualcosa da punire, ma non li avrebbe divisi.

Mentre già i loro corpi cominciavano a svanire, Saga poteva sentire quanto Aioros lo amava; era un amore come il suo, che bruciava e consumava, che lo avrebbe spaccato se non avesse avuto un riflesso perfetto nell’amore dell’altro.

I loro corpi stavano per tornare nel regno delle ombre ma le loro anime avrebbero brillato in eterno nel cielo della loro costellazione e la loro storia sarebbe rimasta scritta nelle loro Cloth come le storie dei Saint che li avevano preceduti, metà perfetta divisa tra l’oro del Sagittario e quello dei Gemelli.

Saga non avrebbe potuto chiedere altro alla vita.

-Sei con me, Saga?-

-Sempre-

 

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Cantuccio dell’Autore

 

Eccoci arrivati alla fine della raccolta. Che tristezza l’ultima puntata!

Alla fine voglio ringraziere Aquarius no Leni, l’anima buona che ha messo la storia tra le preferite.

 

                         Makoto

 

   
 
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