Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: remyaperfetto    01/03/2016    0 recensioni
"da prima che nascessimo, a dopo la nostra morte, la nostra vita è legata ad altre"-"credi sia questo il significato'"
"sapete che c'è? io non lo so e neanche mi interessa, una cosa la so però: il cielo è una grande galera e noi siamo rondini con il guinzaglio. per quanto tentiamo di scappare, di allontanarci, noi staremo sempre sotto un pezzo di cielo". "è possibile, ma di certo gli sconosciuti, non sono così sconosciuti come credi."-"sinceramente non ho capito niente di quello che avete detto, solo rassegnatevi all'idea di dover condividere da qui fino alla vostra morte la stessa aria di altri 7 miliardi di persone"
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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1/01
7:30
La droga aveva finito il suo effetto, ero stanco, non avevo chiuso occhi per tutta la notte, sembravo uno zombie e c’era una ragazza nuda nel mio letto.
Ero davanti allo specchio, ero pallido come un cadavere, non che generalmente non lo sia, ma quel giorno in particolare. I miei occhi erano circondati da delle occhiaie profondissime. Inoltre ero dimagrito molto

Quasi mi si vedono le costole

Mi andai a vestire. jeans strappati, maglione nero, doctor martens nere e mascherina nera.
Il mio armadio è formato interamente da roba del genere.

Decisi di prendere una birra dal frigo per colazione, me ne stavo per andare quando mi ricordai della ragazza nel mio letto.
Feci per andare in camera quando la vidi uscire dalla camera, si diresse verso di me e allora la riconobbi.

“ciao Yoongi” disse stropicciandosi gli occhi come un gattino “ciao Helen, come stai?”-“mhh… bene credo”. Aprì il frigo, prese una birra come la mia e disse “ti conviene andare a scuola è tardi, ora vado anche io, ci si becca in giro, ah e vacci piano con la roba non è mica acqua” abozzò un sorriso e tornò in camera mia.

Usci di casa, con la testa fra le nuvole, che quel giorno di certo non mancavano, iniziò poi a piovere. Non tornai indietro, non mi andava, decisi che aver tirato giù tutti gli Dei del mondo, chiamandoli all’appello con imprecazioni poco gentili, bastava, la mia dose di pensieri e di sforzo giornaliero era stata appena completata, almeno era quello che pensavo. Infondo la pioggia non era poi così male, il cielo grigio, le nuvole, il vento sono meglio. L’azzurro stanca.

8:07
Ero davanti al cancello, vedevo ragazzi e ragazze correre al riparo, chi parlava, chi scherzava, c’era poi chi ascoltava la musica, da solo, in coppia, chi sorrideva, chi mandava sms.

E io…

E io ero lì fermo al centro, ad osservare tutta quella gente, quelle voci, quei volti che a me apparivano sordi e trasparenti. Nessuno che si distinguesse, tutti uguali

Sconosciuti

Infondo si, erano tutti sconosciuti. Tutti quei pensieri mi fecero venire voglia di tornarmene a casa, ma mi fu impossibile dato che tutta quella gente mi trascinò fino all’entrata.

9:00
odio la scuola con tutto me stesso, poi la scuola non determina assolutamente quanto sei intelligente. Più credi che sia finita più il tempo tende a rallentare

tremendo

la birra, quella che avevo deciso di usare come colazione, incominciò a fare il suo effetto, mi incominciarono a pesare le palpebre. Da li a poco mi addormentai.
10:00
“fratellone, fratellone vieni sbrigati”-“arrivo, arrivo, abbi pietà di noi”
“ti ama proprio eh”-“come te ami me spero?”-“ovvio, credevo fosse scontato” rise “io non riderei tanto, nulla è scontato nella vita”. Appoggiò le sue labbra sulle mie, fu uno di quei baci casti, apparentemente stupidi, ma che ti facevano ardere dentro, ti donavano il sorriso. Era una di quelle sensazioni stupende, quelle che non si scordano mai.
Quando ci staccammo senti della gente urlare, ci girammo di scatto, c’era mia sorella intenta a seguire una farfalla ma non si era accorta di essere finita in mezzo alla strada; sgranai gli occhi urlai ‘torna indietro’ ma le parole mi si bloccarono in gola, soffocandole, lei non mi aveva sentito. Da quel momento persi il controllo della situazione: una macchina in corsa, lui che si getta verso di lei per prenderla, un urlo, tanti urli, la macchina che sbanda, loro due a terra, sirene, un ambulanza, due ambulanze, la polizia. Poi la corsa all’ospedale, una corsa che io non feci perché rimasi lì immobile, i miei piedi erano come bloccati da due grossi massi di cemento armato e le parole non mi uscivano di bocca.

10:45
Qualcuno mi stava scuotendo, lo fece una seconda volta e mi svegliai di soprassalto afferrando lui o lei(?) per il polso. Mi girai per capire chi era, era un ragazzo, non so se era delle mia classe o meno ma credo non lo fosse, ormai da anni nessuno mi disturba quando dormo. Devo dire che però quella volta mi fu utile

Odio avere flashback di cose che non voglio ricordare

“che cazzo vuoi” chiesi scocciato, lui mi guardò male, lanciando un occhiata alla mia mano che teneva ancora ben saldo il suo polso.

Si taglia!?... bah… sarà tipo uno di quei ragazzi che fanno i depressi perché va di moda?!... boh non mi interessa…

La verità era che ero curioso di sapere di quei tagli ma non dissi nulla.
“ciao, scusa se ti ho disturbato…”-“…molto ma ti perdono perché hai un bel viso”-“cos.. ahhh… lasciamo stare, stavo dicendo, da ora sei ufficialmente membro del consiglio studentesco, qui ci sono tutte le informazioni di cui avrai bisogno, ah e prima che lo chiedi, si, si è obbligatorio partecipare e no, no non so come è avvenuta la votazione. Ah e se mi lasci il polso mi faresti un grande favore”-“uno non te lo avrei chiesto, due non me ne frega niente e tre decido io quando ti lascio il polso o se te lo voglio lasciare”.

Ma senti questo ragazzino chi cazzo si crede di essere per poter usare quel tono con me!? Poi non mi ha detto neanche come si chiama, va beh per me sarai Jun, visto che sei uguale al mio ragazzo…

Quando pensai quelle ultime parole mi venne un groppo alla gola, Jun non era più il mio ragazzo dal giorno del fatidico incidente.
Lasciai andare il polso del ragazzino scocciato e deluso, e con il mio solito fare dissi prendendomi un po’ gioco di lui:
“ci si becca in giro bellezza, e no, no non è ironico dico sul serio e non il fatto che ci si becca ma il fatto che sei molto bello”
Fece una faccia scandalizzata, e diventato ormai un pomodoro usci di corsa dalla classe
“a-a-ar-arrivederci” poi sbatté la porta
Accennai un sorriso spontaneo. Poi abbassai la testa e tornai a dormire. Erano successe troppe cose rispetto alla mia routine : mi alzo, mi bevo una birra, vado a scuola, dormo, torno a casa, mi sballo e poi si ricomincia. Per non parlare che la presenza di quel ragazzino mi ha fatto tornare alla mente ricordi che stavo piano piano soffocando a fatica.
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CIAO BELLA GENTE, COME PROMESSO ECCO A VOI IL NUOVO CAPITOLO, SPERO STIATE CAPENDO LE DINAMICHE, ALMENO UN Pò.
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SUGA HA UN FLESHBACK DEL SUO PASSATO, POI INCONTRA V, IL RAGAZZO DI CUI LUI ANCORA NON SA IL NOME, E LUI GLI RIPORTA ALLA MENTE IL SUO EX RAGAZZO LA CAUSA DI TUTTO QUELLO CHE SUGA HA VISSUTO... 
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