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Autore: siriopg    01/03/2016    1 recensioni
FF già esistente, l'ho rimessa per problemi tecnici della precedente.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jane Rizzoli, Maura Isles, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAP 7 ISDA La notte non dormii un granché, parlare con Casey mi aveva turbata. Non avevo nessun dubbio su di lui ma arrivammo alla conclusione che uno dei due dovesse lasciare il proprio lavoro. La cosa mi rendeva inquieta, senza caffè e la birra era ancora più dura. Cercavo di dar retta ai consigli di Maura ma la mia vita amorosa era un vero e proprio diavolo tentatore. Impegnarono due giorni per esaminare il sangue di tutti gli studenti e Maura era sempre chiusa in laboratorio. Io passavo il tempo al campo di football della BCU. CJ e il coach erano sempre pronti a chiedermi novità sul caso ma non ne avevo. Ricevetti un sms di Maura e tornai alla centrale.
“Ciao, qualche novità?” chiesi arrivando subito al sodo.
Prima di rispondere mi guardò con uno dei suoi soliti sguardi che non avevano bisogno di tante parole. Sapevo cosa voleva.
“Si ok, poi di dico di Casey, ora dimmi tu.”
“Abbiamo quasi finito di analizzare tutti i campioni, il dna trovato nella camicetta di Alice non combacia con nessuno ma, disse alzandosi e andando al computer, guarda? tutti gli studenti che praticano sport, hanno grandi tracce di Ritalin.”
“E significa che?.”
“Il Ritalin si usa principalmente per avere più attenzione e vitalità. Ti da un senso di iperattività.”
“Quindi lo usano per restare svegli e attivi.”
“Si, fra lo sport e lo studio intenso si guadagnano alcune ore di attenzione in più.”
“Dove lo trovano? come fanno più di cinquanta studenti a farne uso senza essere scoperti?” pensai a voce alta.
“Forse in quel pub” disse scrollando le spalle.
“Dottoressa, sta tirando ad indovinare di nuo… “
Smise di parlare, incrociò le braccia e mi guardò fisso.
“Cosa vuoi che ti dica, Casey è felice, ha detto che prenderà un permesso speciale e verrà qui. Non abbiamo preso nessuna decisione.”
“Ottimo, avete tutto il tempo.”
Fissavo in terra e non le risposi.
“C’è un ma?” domandò ancora.
“Uno dei due dovrà abbandonare la carriera, tanti anni di sacrifici buttati.”
“Tu non smetterai di fare il detective e lui può sempre trovare un buon lavoro nell’esercito ma non in posti di guerra. Il bambino non può crescere in Afghanistan.”
Ancora non le diedi udienza.
“Jane, a che pensi?.”
“Dobbiamo tornare a casa della nonna di Alice, ora sappiamo cosa cercare. Una chiavetta usb o qualche scheda di memoria ben nascosta.”
“Vengo con te, hai mangiato qualcosa? non stare a stomaco vuoto.”
“In effetti ho fame, passo in caffetteria a prendere un toast, vuoi qualcosa?.”
“Un tè da portar via grazie.”
Diedi a Maura il tempo di prepararsi e andammo da Jennifer. Le feci guidare la mia macchina mentre io mangiavo il toast.
“Vedo che non hai nausee di nessun tipo, bene così.”
“Da cosa lo deduci?” chiesi ormai curiosa.
“Nessuna donna incinta e sana di mente mangerebbe un panino come quello, credimi.”
Lo guardai.
“Cos’ha che non va il mio toast?.”
“Davvero? crema di marshmallow e burro di arachidi, lo trovo disgustoso.”
“Sempre meglio del tuo cavolo e broccoli.”
Scrollò la testa terminando il discorso, io sarei andata avanti per ore.
“Immagino che non abbiamo il mandato” disse.
“Dai Maura, oramai non ci serve. Dobbiamo cercare dentro qualche peluches, anche se ne ho visti pochi. Hanno quasi tutti la cerniera dietro.”
“Ottima deduzione e ottimo nascondiglio, lo usavi anche tu?.”
“Sì, per le sigarette e…”
“Fumavi? oh mio Dio
!.”
“E che sarà mai, meglio di qualche canna.”
“Ah certo ma forse era meglio niente” disse.
“Che razza di adolescenza hai fatto tu?
Birre e sigarette non potevano mancare nei pomeriggi allo sbaraglio. Nel tuo costoso collegio francese non circolava niente di tutto questo? Non ci credo.”
“No Jane, nel mio collegio ci divertivamo diversamente.”
“Oh fammi indovinare, con il Piccolo Chimico e Indovina Chi?.”
“Mamma mia quanto siamo spiritose, gli ormoni ti danno humour a non finire.”
Jennifer non era in casa e ne approfittammo per fare una passeggiata a piedi.
“Vedi, le dissi, io sono cresciuta qui, giocavo a baseball in quel campetto e in quella panchina ho dato i miei primi baci. Capisci che sigarette e birre erano il male minore?. E ti parlo di più di venti anni fa, ora è quasi decente.”
“Come ha fatto Angela a crescervi così bene? onore ai tuoi genitori.”
“Con Tommy hanno fatto qualche errore” dissi ridendo.
“Smettila, non è male nemmeno lui e poi ha un fondoschiena da urlo e…”
“Ok ok stop, non voglio sapere le tue perversioni sessuali con mio fratello.”
“Tommy è davvero un bellissimo ragazzo e ce la sta mettendo tutta per mettere in ordine la sua vita.”
“Non starai pensando di fidanzarti con lui vero?.”
“Sei matta? non reggerei di averti anche come cognata.”
“Comunque è vero, mio padre sarà contento ad averlo nella Rizzoli & Figli idraulica, spero gli vadano bene le cose.”
Camminammo ancora un po’, le raccontavo le storie vissute lì e lei mi ascoltava curiosa. Vedemmo rientrare Jennifer e tornammo verso la casa. Era in compagnia di due persone e dedussi fossero i genitori di Alice. Ci presentò ed entrammo in casa.
“Ci dispiace molto per il vostro lutto ma vi assicuro che stiamo facendo tutto il possibile,” dissi.
“Lo sappiamo, cosa possiamo fare per aiutarvi?.”
“Pensiamo stesse lavorando ad un caso per il giornale dell’università, forse è la pista giusta. Siamo venute per controllare ancora la sua camera, ora sappiamo cosa cercare.”
“Fate pure” disse Jennifer io intanto metto su il tè.
“Grazie.”
Andammo nella camera e frugammo ovunque. Dentro un peluches trovammo pasticche di Ritalin ma nient’altro.
“Anche lei Ritalin, però non hai trovato tracce nell’autopsia vero?.”
“No Jane, lei non lo prendeva, forse queste sono una prova delle sue indagini.”
“Aveva scoperto il traffico illecito e si stava documentando, ottima conclusione. Ha dato fastidio a qualche pezzo grosso ed è stata eliminata” disse quasi bisbigliando per non farsi sentire dagli altri.
“Già.”
“Ti ricordi se nel sangue di CJ ne hai trovato traccia?.”
“No ma chiamo Susie e ce lo facciamo dire.”
Mentre lei telefonava io curiosavo nella parete piena di foto e articoli vari.
“Possibile che voi genietti non abbiate mai un poster di qualcuno famoso appeso al muro? sempre personaggi che conoscete … in 3-4” dissi prendendola in giro.
“Uno è
Tolstoj e l’altro Shakespeare, adorava davvero scrivere” mi spiegò.
“Ah, pensavo fossero i suoi nonni. Forse per questo è morta, qui non c’è niente di niente, dove altro possiamo guardare?.”
“Signore se avete finito il tè è pronto” disse Jennifer dal salotto.
“Se bevo altro tè scoppio” le dissi facendo il gesto della pancia piena.
“Bevilo ti fa solo che bene.”
Ancora quattro chiacchiere tutti insieme fino a quando a Jennifer venne in mente che Alice ogni tanto si rifugiava in garage per delle ore.
“Maura è lì, forza andiamo a vedere.”
Chiamai Frost e Korsak e li feci venire a darci una mano. Sembrava di essere in un mercatino delle pulci, cose di ogni genere accatastate uno sull’altra.
“Questo posto è fantastico” disse Maura indossando i suoi guanti blu usa e getta.
“Con tutta questa polvere, stasera resterai nella vasca per ore. “
Ognuno scelse il suo angolo da perlustrare.
“Wow, urlò Maura, una cosa così ce l’aveva anche mia nonna, ci teneva tutte le sue cose del cucito. Io giocavo con i bottoni. “
“Li catalogavi per colore, grandezza e materiale?.”
“Non riesci proprio a farne a meno eh?.”
Adoravo prenderla in giro sulle sue manie e fissazioni. Si mise seduta in uno sgabello e si dedicò a quella scatola di legno lavorata. Io avevo scelto un vecchio armadio pieno di abiti e vecchie scarpe. Gli altri invece nel reparto officina e utensili vari. Tutti trovammo qualcosa che ci piaceva ma ad un certo punto Maura urlò felice la sua gioia.
“Trovatooo, Jane ecco quello che cercavi da giorni.”
“Non ci credo, la fortuna del principiante.”
Tirò fuori un piccolo contenitore di spilli con dentro una chiavetta usb e una scheda sim.
“Forza Frost, torna in centrale e esamina il tutto, ordinai.
Noi rientrammo in casa e dopo i cordiali saluti a tutti, raggiungemmo la centrale. Frost ci disse che tutti i file erano criptati e ci sarebbe voluto del tempo per aprirli. Vista l’ora, Maura ed io andammo a cena al Dirty Robber.
“Se non ci sono grandi novità, ci vediamo domattina, gli dissi. Non fate troppo tardi nemmeno voi ok?.”
Finalmente avevamo trovato quello che stavamo cercando da giorni ed ora il caso mi sembrava un po’ meno complicato. Maura ordinò anche per me e in men che non si dica mi ritrovai un enorme piatto di verdure miste bollite e una bella fetta di carne cotta alla brace.
“Scusa, dissi al cameriere, io non ho ordinato questo, vorrei un hamburger doppio, patatine e una bella birra ghiacc… “
“Jane, l’ho ordinato io.”
“Perché non posso mangiare un bel panino? ci faccio mettere una foglia d’insalata se proprio vuoi.”
“Oggi hai mangiato solo cose assurde, almeno fai una cena decente” mi disse usando tutta la sua diplomazia.
Sapevo di non aver altro scampo e mangiai. Parlammo del caso e di Alice, ero felice per il ritrovamento di quegli oggetti anche se Maura specificò almeno dieci volte che fu lei a ritrovarle. Parlammo anche del bambino e di Casey, mi chiese quando lo avessi detto alla mia famiglia e ai colleghi più stretti e le dissi che volevo aspettare ancora un altro po’. Ancora la pancia non si vedeva molto e potevo aspettare. L’unica cosa che mi preoccupava era il non poter fare il mio lavoro in strada ma solo da dietro una scrivania.
“Quando mi sbatteranno dietro una scrivania, cosa escogiterai per non farmi alzare?” le domandai.
”Eh?.”
“Come farò a stare in ufficio e non a cercare i colpevoli per strada?.”
“Ma smettila, saranno pochi mesi, ce la puoi fare sai?.”
“Staremo a vedere” risposi in tono di sfida.
“Quando ti crescerà la pancia non sarai più in grado nemmeno di far le scale in modo normale, figuriamoci appostamenti e corse folli a piedi.”
“Ti prego, non mi rovinare gli ultimi giorni da sbirro. Posso prendere le patatine per dessert?” chiesi quasi pregandola.
“Va bene, disse ridendo, mezza porzione. “
“Yessssssss.”
Finimmo la cena e andammo a casa sua. Ancora chiacchiere sul caso e la mia memoria si ferma lì.


   
 
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