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Autore: LMichela    01/03/2016    0 recensioni
Emy è una semplice ragazza che non ha mai avuto una vita come tutte le altre. Ciò che desidera di più al mondo è solo un po' di tranquillità. Si ritroverà, però, costretta a trasferirsi a Charlston City dove rincontrerà un ragazzo dai molti segreti.
Troverà l'amore, e non solo, amicizia, paura e pericolo la spingeranno a credere in cose che andranno ben oltre la sua immaginazione.
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Afferrai la valigia nascosta sopra all'armadio.                                         
Strappavo dalle stampelle le magliette e i pantaloni mettendoli il più veloce possibile al suo interno.                                                                          
Entro otto minuti dovevo arrivare alla stazione. Dovevo partire ancora una volta verso una cittadina chiamata Charlston City. Era la terza volta che mia madre Spencer ed io cambiavamo città. Stavolta però, aveva deciso che sarebbe stata l'ultima, almeno per me.                                                 
Sapete quelle mamme che vogliono solo il meglio per i propri figli? Che vogliono che studiano, che abbiano un fidanzatino, insomma una vita felice? Be' lei questo voleva e finchè saremmo state in viaggio sapeva che non poteva mai succedere.                                                                              Corsi verso l'auto dove c'era di già mia mamma ad aspettarmi con i motori accesi.                                                                                                                       
Aprii il cofano, posai le borse e partimmo.                                                                                     
In poco tempo arrivammo. Ci aspettavano ben quattro ore di treno. Perfetto. Non avevo alcuna intenzione di rivolgerle la parola, non dopo quello che mi aveva fatto.                                                                                               
Aveva deciso che era meglio se io fossi rimasta da mia nonna Margaret mentre lei sarebbe ritornata in Europa dal suo nuovo lavoro e il suo nuovo compagno. Era uno con le carte in regola ma non volevo che se ne andasse in un altro continente con un oceano che ci divideva. Ma io facevo sempre quello che mi chiedeva e se questo la rendeva felice vorrà dire che andrò a vivere a Charlston City.                                                                                      
Leggeva un libro, mi comprò delle patatine ma leggevo nei suoi occhi azzurri che anche lei era un po' triste, dopo tutto avrebbe dovuto lasciare sua figlia.                                                        
La fissai per un istante e pensai che per un bel periodo non l'avrei vista e non volevo salutarla con il broncio eppure non mi uscì nemmeno una parola.                                                         
Dopo quattro lunghissime ore arrivammo in questa piccola città.                           
Zio Jack, il fratello di mamma, venne a prenderci alla stazione.                   
In auto, mamma iniziò a parlare ricordando la sua infazia. Era lì che aveva vissuto per quasi tutta la sua vita. Anche io molti anni li ho trascorsi qui finchè i miei genitori non divorziassero, eppure sarei stata più felice di andare in Europa con lei...                                                                Andammo fuori ad una casetta di legno, con il prato tutto curato e una sedia a dondolo fuori al giardino. La riconoscevo. Riaffioravano vecchi ricordi sfocati. Era la casa di nonna Margaret.                                                      
Aprii lo sportello dell'auto e poggiai i piedi sull'asfalto della strada. Immediatamente sentii la porta aprirsi e nonna uscire con un megasorriso sul viso.                                               
"Spencer, Emily!!!".                                                                                                                     
Ci corse subito in contro e abbracciò la mamma. Subito dopo si avvicinò a me, posò le sue mani sulle mie spalle e disse:                                                                            
"Da quanto tempo non ci vediamo... Eri una bambina e guardati ora...Sembri già una donna."                                                                                                
"Ho solo 17 anni, nonna. Sono ancora una bambina.".                                            
Zio Jack mi aiutò a portare le valigie in casa mentre mamma stava già dentro a salutare nonno Fred.                                                                                            
Entrai e mi guardai intorno. Come al solito c'era sempre quel buon profumino di torta. Girai lo sguardo verso destra e vidi il nonno con chiodi e martello, ad aggiustare una mensola.                                                                
"Fatti vedere! Ma che capolavoro che sei, Emy, proprio come il nonno!" disse ridacchiando e venendomi ad abbracciare.                                                         
Ci sedemmo a parlare di mamma che partiva, del mio soggiorno in questa casa e bla bla bla.                                                                                          
Nonna ci offrì una fetta di torta alle mele. Squisita.                                                                
Verso le cinque del pomeriggio però, mamma iniziò a salutare tutti.                     
L'accompagnai vicino all'auto, senza dire una parola.                                             
"Ti troverai bene qui, lo so. Sei la ragazza più forte che conosca, la più bella, la più intelligente. Sono così fiera di te. Appena arrivo ti chiamo."disse con gli occhi lucidi.                                                                                  
"Va bene, mamma. Stai attenta. Ti voglio bene.".                                                        
Ci abbracciamo per un bel po' ed entrò in auto. Aspettai fuori finchè la macchina non scomparì ai miei occhi.                                                                                      
Feci un profondo respiro e ritornai in casa.                                                        
Era la prima volta che affrontavo qualcosa del genere senza di lei ma dovevo farcela anche da sola.               

 

   
 
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