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Autore: gendarmiaNY    26/03/2009    1 recensioni
Cosa accade veramente in città?? E chi ha veramente occhi per guardare e orecchie per ascoltare?? Ognuno vede ciò che vuole vedere.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Presenze in città

La strada non era deserta. La strada non era deserta per niente. L'ingorgo di macchine bloccava tutti gli incroci e non c'era alcuna scappatoia, neanche nelle corsie di emergenza.
Erano le sei post meridiane e la sera era appena scesa. Le strade erano caotiche e scosse dai mille clacson, illuminate dai fari delle macchine, dai fanali e dai lampioni; e non si poteva dire, dunque, che quella fosse la “città della pace” o che ci fosse buio o eccessiva ombra da alcuna parte.
Si sarebbe potuto gridare e tuttavia nessuno avrebbe sentito. E si sarebbe potuto andare in giro nudi, perché nessuno avrebbe visto. Ognuno era impegnato a rendere cervo chi si trovava nell'automobile avanti, uomo o donna che fosse. E peggio se vi si fosse trovata una donna!
Nessuno prestava eccessiva attenzione a quello che avveniva nella grande città. O quasi.
Quello che quel bambino vide non sarebbe potuto accadere in pieno giorno, con tante luci ad illuminare la strada. E non si sarebbe potuto ascoltare alcunché, per via dei clacson e delle ingiurie. Eppure lui lo vide e lo sentì.
Sul sedile posteriore dell'auto i rumori sembravano attutiti e le luci offuscate seppur brillanti. I vetri del finestrino erano appannati e lui non voleva lasciarli bianchi. Dopotutto non aveva niente da fare. E se anche la madre l'aveva sgridato più volte, lui non aveva intenzione di sprecare quell'unica distrazione in piena noia. Dopo che ebbe finito di disegnare un cavallo sull'angolo più basso, intravide un movimento insolito nella stabilità del traffico. Qualcosa si era mosso al di là del finestrino e non era una persona, né un motore, né le macchine che riprendevano a camminare. Tutto sembrava come era stato fino a cinque minuti prima di vedere quel movimento: fisso, statico, immobile. Guardò meglio, spannò tutto il vetro, ma nulla sembrò cambiare né rispondere alla sua curiosità.
Si risedette e aspettò rassegnato.
Qualcosa si mosse di nuovo e un suono ben distinto dai clacson rimbombò nella testa del bambino, che si affacciò di nuovo al finestrino. Un ululato silenzioso sembrava aver catturato la sua sola attenzione. Era malinconico e proveniva da un punto imprecisato dietro l'auto di sua madre. Ad un tratto apparve una forma biancastra, senza contorni precisi, senza consistenza, melliflua, trasparente sebbene visibile... Quella figura avanzava tra le automobili fluttuando nell'aria e spostandosi con agilità, senza urtare o sfiorare gli oggetti attorno. Passò oltre il bambino senza accorgersene e proseguì per poco. Quando ebbe raggiunto il semaforo la figura si buttò a capofitto tra le automobili che si spostavano nella corsia perpendicolare e sparì con un 'puff' inudibile, scoppiando come bolle di sapone bianco... La figura era svanita come era apparsa, e nessuno aveva visto né udito nulla. Nessuno, eccetto quel bambino.
E quello, che era rimasto confuso da quella strana visione, rimase seduto sul sedile posteriore dell'auto con il naso ancora incollato al finestrino, fin quando non si accorse della voce della madre che lo chiamava per scendere dall'auto: era arrivato a casa. E lui non aveva visto niente.

   
 
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