Autore
: Uchiha_girl
.
Titolo
: “Heartbeat.”
Personaggi
: Sasori Akasuna no, Deidara. (Accenni-ssimissimissimi SasoDei.)
Aforisma
scelto
: “L’opera
d’arte è sempre una confessione.”
.
Genere
: Introspettivo
, Nonsense .
Rating
: Verde/Giallo
.
Avvertimenti
: Shonen-ai , Oneshot .
NdA
:
Ok, questo è stato uno strano azzardo... Un’idea
che avevo accantonato tempo
fa, che però ho deciso di rielaborare con
l’ausilio di queste citazioni
“illuminanti” *O*. A causa di un temporale e
Deidara un po’ malaticcio,
la squadra Artisti si ferma in una capanna
sgangherata o______ò.
Altre
note a fine capitolo.
Buona
lettura ^O^.
Introduzione
: Torna a guardare
l’opera
incompleta, incontrando accusa nello sguardo di vetro. Immagina le sue
labbra
si pieghino, sconfitte dalla tiepida tranquillità della
routine. Accarezza la
chioma di grano artificiale, consapevole sia per entrambi un gesto
privo di
significato.
›
Heartbeat.
“L’opera
d’arte è sempre una confessione.”
(Umberto Eco.)
[ Lampo. Tuono.
Lampo.
Tuono. Lampo.
Tuono.]
Quattro mura
spoglie, una
cassettiera, uno specchio percorso da un’inquietante
crepatura.
Un baleno fuori
dal vetro
sporco illumina per un attimo l’ambiente, gli dona un aspetto
spettrale.
Al centro del
nulla, a
contatto con la fredda pavimentazione coperta di polvere e cadaveri di
piccoli
animali, un’ombra oscura.
[ Lampo. Tuono.
Lampo.
Tuono. Tuono.
Battito. ]
Circondata da un
silenzio
tutto tranne reale, la figura è piegata su sé
stessa.
La si
può riconoscere come
viva per lo sporadico muoversi sull’ammasso informe di strani
materiali
innanzi.
Poi, muta
contemplazione.
Ricorda, da un certo punto di vista, un artista che aspetta la suprema
ispirazione. – Se non fosse
ch’è già
arrivata. –
Un lieve
respirare alle
spalle del creatore in attesa.
Ad ogni sospiro
che lascia
le candide labbra socchiuse, una violenta fitta attraversa il petto del
–
mancato – scultore.
[ Lampo. Tuono.
Battito.
Lampo. Battito.
Tuono. ]
Filamenti
d’oro si perdono
sul pavimento sporco, per brillare poi ad ogni improvvisa luce estranea.
Perle di vetro
guardano nel
nulla senza vedere, una smorfia priva di significato sul viso perfettamente vuoto.
I respiri si
fanno più
veloci, più affannati.
Fruscii di
coperte che si
muovono, il tonfo della mano lanciata nel vuoto che ricade pesantemente
sul
legno
Ed ogni sinonimo
di quel
male che lentamente divora il capo - realmente - vestito di sole, un
dolore al
quale non è abituato scuote lo sconosciuto artista.
Il ticchettio
regolare,
tanto simile a quello di un orologio, è come una silenziosa
condanna. – “Un giorno
potresti morire anche tu.” –
[ Lampo. Lampo.
Battito.
Tuono. Battito.
Tuono. ]
Le nuvole che
disturbano il
già difficile sonno di chi riposa sdraiato sul giaccone
macchiato di sangue
lottano contro il vento impetuoso.
Gli rivolge uno
sguardo –
che vorrebbe essere – seccato, il marionettista.
Finalmente, il
temporale che
ha infuriato per mezza giornata sembra voler abbandonare la valle,
liberando la
via agli oscuri viaggiatori.
Temporale che
è durato a
lungo, un alternarsi di quiete sfiorata e furiosa lite degli elementi.
Intervallato da
scariche
elettriche che hanno scandito il diluvio.
[ Lampo.
Battito. Battito.
Tuono. Battito.
Battito. ]
Come i palpiti
che cerca in
tutti i modi di ignorare ritmano la vita che non avrebbe mai voluto
vivere. – Almeno, non
così. –
Mezze parole
biascicate nel
buio relativo con voce incomprensibile.
Sillabe
lontanamente
riconducibili a parole vere.
Una lacrima
inconsapevole
sulla carnagione pallida, gli occhi di cielo che si spalancano,
incontrando il
soffitto buio della camera improvvisata. Scatta a sedere, guardandosi
intorno.
«
S-Sasoridanna? »
[ Lampo.
Battito. Battito.
Lampo. Battito.
Tuono. ]
Non attende una
risposta, il
dinamitardo.
Borbotta qualche
frase
sconnessa, per poi tornare sdraiato, il maglione che risulta ora
opprimente.
« Qua
fa un caldo dannato,
uhn! » lamenta, gettando dall’altra parte della
minuscola capanna l’indumento.
« Hai
sfebbrato, ora dormi.
»
Poche parole che
hanno
stordito il giovane.
«
Sasoridanna ha detto
qualcosa! Questa è da segnare sul calendario... »
ridacchia fra sé.
Lotta contro le
palpebre
che, pesanti, cercano di chiudersi. La luce redenta della Luna fuori
dalla
finestra è l’ultima cosa che osserva.
[ Lampo.
Battito. Battito.
Battito.
Battito. Tuono. ]
Quando si
accorge che il
respiro alle sue spalle è tornato regolare, allunga
l’occhio.
Deidara continua
a muoversi,
attivo anche di notte. Borbotta ancora, più sereno di prima,
abbandonandosi ad artistiche dichiarazioni.
Si lascerebbe
sfuggire un
sospiro, se ne avesse la possibilità.
Torna a guardare
l’opera
incompleta, incontrando accusa nello sguardo di vetro.
Immagina le sue
labbra si
pieghino, sconfitte dalla tiepida tranquillità della routine.
Accarezza la
chioma di grano
artificiale, consapevole sia per entrambi un gesto privo di significato.
Di nuovo,
l’ignaro richiamo
dell’artista esplosivo lo distrae.
« Io
‘hoglio danko,
ummmmh... »
[ Lampo.
Battito. Battito.
Battito.
Battito. Sorriso.]
[ 619 parole. ]
~ Writer’s
(Death) Note ~
Visto? Prima o
poi arrivo
pure io XDXDXD!
Non potevo non cadere nel nonsense, ormai questo è un fatto
appurato, però
questa roba è veramente impossibile XDXDXD.
Ummamma, sul
serio, è una
cosa del tutto inaspettata...! o______ò
Prima...
Prima... Prima...
Prima... *Modalità: disco rotto.*
Prima o poi riparerò il disco, non vi preoccupate XDXD Adesso torno a trastullarmi ancora un po’ con i bannerini stampati, oh yeah! XDXD
Se volete, una
recensione
non dispiace mai ;)
Byeee! Girlchan.