Serie TV > The Originals
Segui la storia  |       
Autore: Robigna88    03/03/2016    1 recensioni
CROSSOVER TRA The Originals/The Vampire Diaries/Supernatural/Constantine
Terza parte della serie The Family Business, sequel di The Family Business - The coven
Sono passati tre mesi da quando Allison ha preso il comando della Strige, affiancata da Tristan che sembra esserle fedele in tutto e per tutto. Il suo cambiamento e le sue scelte hanno colto alla sprovvista la famiglia Originale che di lei si fidava ciecamente e che ora la considera una nemica. Il più toccato da tutta questa storia sembra essere Elijah che di Allison è innamorato, ricambiato, e che si sente responsabile per il profondo mutamento della bella cacciatrice.
Quanto della vecchia Allison è rimasto dentro la nuova? Basteranno l'amore di Elijah, l'amicizia dei Winchester e di Constatine, dei Salvatore, di Castiel e di chi le vuole bene, a riportare ogni cosa al proprio posto?
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The family Business'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NDA: Buona lettura :) vi piace dove questa storia sta andando? Presto colpi di scena ;) sotto l'outfit di Allison durante la cena.

stay

2.

 

 

 

 

 

“Grazie. Puoi andare.”

Allison sorrise al cameriere che aveva appena portato il vassoio con sopra l’arrosto e le patate al forno che aveva fatto preparare appositamente per l’occasione. Sospirò guardando gli altri commensali e quando Klaus ridacchiò ricambiando l’occhiata bevve un sorso strizzandogli l’occhio in una specie di segno di sfida che però lui sembrò non cogliere.

“Mi sono accertata che la carne fosse al sangue” disse loro indicando il piatto con un dito. “Ho pensato che a voi piacesse così.”

“Una battuta vecchia quanto il mondo” mormorò Hayley afferrando il suo bicchiere.

L’altra accennò una risata, poi sospirò. “Elijah, vuoi fare gli onori di casa?”

L’Originale si versò dell’altro vino prima di scuotere il capo. “Credo che ognuno possa fare per sé, siamo tra amici in fondo. Giusto?”

La cacciatrice annuì. “Giusto. Bene allora prego, non fate freddare l’arrosto.”

Visto che nessuno si mosse, Jackson prese una fetta dal vassoio e ne mangiò un grande boccone. Pensò che era meglio avere la bocca piena, e pensò che avrebbe fatto qualunque cosa per togliersi da quell’immobile imbarazzo.

“Allora” disse Klaus prendendo a sua volta dal piatto di portata. “Elijah ha detto che questa cena è una cena d’affari, ma a parte stupide chiacchiere non ho ancora sentito una sola parola che abbia a che fare con essi. Vuoi dirci quali sono queste… cose che dobbiamo mettere in chiaro?”

“Credevo che avremmo aspettato il dolce ma se preferisci parlarne adesso per me va più che bene” Allison si schiarì la voce. “Ho come la sensazione che molti di voi, anzi tutti voi, mi siate ostili in questo periodo. Mi sento a disagio persino ad entrare nel mio ristorante; il ristorante che ho comprato per la fidanzatina di Klaus. Fidanzatina che, se la memoria non mi inganna, non mi ha neppure ringraziata per essermi accertata che morisse con il sangue di vampiro nel suo organismo. Ingrediente senza il quale adesso starebbe marcendo sei metri sottoterra chiusa in una bara di ciliegio.”

“Dovrebbe ringraziarti per aver contribuito alla sua trasformazione senza che lei lo sapesse?” si intromise Hayley. “Sul serio?”

“Okay” la donna allontanò poco la sedia dal tavolo e accavallò le gambe rilassandosi contro lo schienale. “E tu allora? Ho rischiato di morire per salvare te e il tuo branco e sono effettivamente morta quando Klaus mi ha spezzato il collo dopo che ti ho salvata dalla follia di Tristan. In più, sono andata fino all’Inferno per riportare indietro tuo marito e neppure tu mi ha mai ringraziata. Oh aspetta, ora che ci penso nemmeno lui l’ha fatto” il suo sguardo si spostò in automatico su Jackson che aveva di nuovo la bocca piena.

“È per questo che lo hai fatto?” chiese Freya, ed era la prima volta che parlava. “Perché non ti sentivi abbastanza apprezzata? Perché non ti hanno ringraziata?”

“Fare cosa? Prendere il comando della Strige? No.” la padrona di casa scosse il capo.

“E allora perché?” stavolta fu il turno di Elijah di parlare. L’Originale elegante fece scorrere delicatamente il dito sul bordo del bicchiere, poi poggiò gli occhi su di lei.

“Non è importante Elijah.”

“Lo è invece” lui si mise più comodo sulla sedia. “Hai detto tu stessa che questa cena è stata organizzata per chiarire alcune cose, quindi chiariamole.”

“Credimi, non vuoi saperlo.”

“Io penso di sì.”

Allison respirò a fondo, si rimise composta e si perse per un attimo nei suoi pensieri. Poi parlò.

“Quando avevo ventitré anni, avevo appena iniziato a lavorare con Sam e Dean, tutto quello che volevo era trovare mio fratello e vendicare la morte dei miei genitori. Continuavo a lavorare, a salvare la gente, ad uccidere i mostri ma il mio pensiero era fisso solo su di lui. Tuttavia, per quanto ci provassi non riuscivo a trovarlo” si fermò un attimo e si versò dell’acqua in un bicchiere da cui bevve un lungo sorso prima di continuare. “Non riuscivo più a dormire al pensiero che lui vivesse sereno mentre i nostri genitori erano morti uccisi dal sangue del proprio sangue. Sentivo che era mio dovere fare qualcosa ma visto che non ci riuscivo iniziai a sentirmi… come un fallimento. Sam e Dean cercarono di aiutarmi ma pian piano sprofondai in uno stato di rabbia e annullamento e una sera decisi che era tempo di farla finita con tutta quella storia. Così mi infilai nella vasca da bagno di uno squallido motel, mi tagliai i polsi e mi lasciai morire.”

Tutti gli occhi si puntarono su di lei. Quelli di Elijah si riempirono di lacrime. Lei lo osservò per un lungo istante e per quel breve tempo sembrò che gli altri fossero spariti.

La voce di Jackson la riportò alla realtà. “È stato allora che hai conosciuto Crowley?”

“No” lei si mise a giocherellare con un angolo di tovagliolo. “A quel tempo Crowley era un signor nessuno, un semplice e ordinario demone degli incroci. È stato allora che ho conosciuto Lucifero.”

“Lucifero?” ripetè Klaus sollevando un sopracciglio.

“Il diavolo, Belzebù, il signore dell’oscurità, l’angelo caduto e maledetto… chiamalo come ti pare. Anzi, credo che voi due potreste tranquillamente essere amici. Lui è persino più spaventoso di te” la donna si alzò e prese su un tavolo poco distante alcuni documenti. “Ad ogni modo, per una serie di fortunati eventi Castiel, anche se io lo seppi molto tempo dopo, mi tirò fuori dagli Inferi e mi riportò nel mondo dei vivi. Non so esattamente perché ma quel piccolo viaggetto al piano di sotto mi lasciò dentro una incredibile voglia di combattere, letteralmente e metaforicamente parlando. Da allora ho avuto dei momenti bui ma nessuno come quello che mi aveva portato al suicidio. Questo fino a quando non ho incontrato Elijah.”

Lui deglutì a vuoto, ma non staccò gli occhi da lei, neppure per un secondo.

“Dopo aver conosciuto lui, dopo essermi innamorata di lui, mi sono sentita bene; felice, realizzata. Mio fratello era morto, o almeno così credevo, avevo ancora diversi nemici ma avevo anche qualcosa per cui valesse la pena lottare, qualcosa di bello che mi faceva sperare in un futuro che non avevo mai neppure immaginato prima.” Allison arricciò la bocca per un attimo. “Ma poi… poi mi hai spezzato il cuore Elijah, tante e tante volte e quella situazione, quella oscura sensazione che avevo dimenticato è tornata a farsi viva.”

“Io” Elijah raddrizzò le spalle, la indicò con un dito. “Ti ho amata con tutto me stesso. E ti amo ancora allo stesso modo.”

Lei si alzò in piedi e gli si fermò davanti quando lui fece lo stesso. “Tu mi hai amata, è vero. Ma non con tutto te stesso. Mi hai chiesto di sposarti e forse sono stata la prima a cui lo hai chiesto, ma hai anche trascurato tante piccole cose che alla fine, sommate insieme, sono diventate una sorta di bagaglio emotivo troppo pesante da trascinare” alzò una mano e iniziò a fare la conta. “Hai sempre e comunque preferito la tua famiglia, Hayley, a me. Uno, quando a mio padre hanno dato il premio commemorativo a Baton Rouge tu non c’eri. Sai chi mi ha sostenuta mentre salivo sul palco a ricordare mio padre? Will Kinney, un tizio che ho conosciuto anni fa e che tra l’altro la maggior parte del tempo mi considera una palla al piede. Due, quando questa dannata profezia è venuta fuori e ho deciso di andarmene ti è mai venuto in mente che forse saresti potuto venire via con me? Io non credo proprio. Sono stata via per mesi e mi hai telefonato sì e no tre volte. Hai almeno lottato per me, per noi, quando Klaus ti ha detto che non voleva più vedermi, quando ha minacciato di…”

“Tu non sai cosa ho fatto in quei mesi!” le disse lui deciso, interrompendola. “Quanto starti lontano mi facesse male. Quanto volessi stringerti tra le braccia.”

“Adesso basta!” urlò Klaus dando un colpo al tavolo, facendo sobbalzare tutti. L’Ibrido si avvicinò ad Allison, affiancando il fratello in un gesto istintivo che sembrava quasi una protezione. Era ferito, spezzato, lo si capiva dal tono della voce e per quanto gli piacesse considerarsi un insensibile senza cuore, quel tremolio nella voce del suo fratello maggiore gli faceva male. “Ne ho abbastanza di queste stupidaggini. Cosa vuoi, Allison?”

“Voglio tante cose, ma prima fra tutte, voglio il totale controllo su almeno metà della città.”

“Non se ne parla!” esclamò Hayley mettendosi in piedi. “Questa città appartiene ai vampiri e appartiene ai lupi. Coesistiamo pacificamente e lo facciamo perché io ed Elijah ci siamo assicurati che fosse così.”

“Le cose cambiano Hayley. Mi assicurerò che la Strige non oltrepassi mai i limiti che stabiliremo qui, insieme. Ma non permetterò a nessuno di voi di farmi sentire sgradita e malvista.”

“Allora lascia la città” le disse Klaus incrociando le mani dietro la schiena. “Perché è esattamente così che ti considero adesso; un parassita che vuole infettare la mia città e l’equilibrio che vampiri e lupi hanno raggiunto. E io, uccido i parassiti.”

“Non minacciarmi Niklaus” sibilò lei guardandolo dritto negli occhi. “Credo di aver dato una dimostrazione piuttosto chiara, prima, di quanto posso diventare pericolosa se mi sento minacciata.”

“Ludum Regali” disse Elijah prima che qualcuno potesse parlare. “Vuoi una parte della città? Ti sfido a duello. Se vinci ci accorderemo. Se perdi mi ridarai la Strige, riprenderò il mio posto al comando e Tristan finirà nel fondo dell’oceano, dove avrebbe dovuto già trovarsi.”

Allison abbozzò un sorriso. “Accetto” disse guardandolo.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Elijah la guardò mentre si toglieva le scarpe alte, abbassandosi di diversi centimetri, facendogli venire voglia di abbracciarla. Le porse la mano per aiutarla ad entrare dentro quella specie di gabbia che Marcel aveva fatto installare al centro della vecchia chiesa ora palestra.

Lei la prese e salì i due gradini che l’avrebbero portata all’interno. Raggiunse il lato opposto e si voltò verso il suo avversario, o quanto meno, quello era il suo ruolo in quel momento.

“Devo ammetterlo” gli disse mettendosi in posizione. “Non credevo che saremmo arrivati a questo punto. Non credevo che avresti deciso di fare a botte con me, con il rischio di farmi male.”

“Sei più tosta di quel che sembra.” Elijah sorrise sistemandosi, come lei, in posizione. L’idea di colpirla, di farle male, lo inorridiva ma in quelle iridi nocciola aveva visto tanta rabbia mentre gli sputava addosso tutto il suo risentimento e faceva le sue rimostranze. Fargliela tirare fuori gli sembrava un buon modo per iniziare ciò che aveva in mente.

“Bene allora” replicò lei. “Non trattenerti.”

“Oh non lo farò” le disse attaccando.

Allison schivò il primo colpo, ne parò qualcun altro e ne diede altrettanti, poi cadde in terra gemendo, con un sopracciglio che sanguinava copiosamente.

Lui si fermò, spaventato, e si piegò sulle ginocchia per guardarla. “Mi dispiace” le sussurrò.

Lei scosse il capo, poi diede un colpo di tosse. “Per cosa? È così che funziona, due persone combattono e inevitabilmente almeno una di loro si fa male.”

Elijah si morse il polso, lo avvicinò a lei e sospirò. “Bevi, ti prego” le disse.

La donna alzò la mano per scansare il braccio e fu quando lo toccò che il pensiero ebbe inizio.

 

 

Le risate furono ciò che lo attirarono dritto in cucina. Quei suoni limpidi e divertiti.

Allison e Victoria stavano facendo dei biscotti o quanto meno ci stavano provando quando lui fece capolino dalla porta. Sorridendo intenerito guardò la bambina; era cresciuta così in fretta. Era bastato battere le ciglia un paio di volte e lei aveva già sei anni. Fra qualche mese sarebbe andata a scuola. Incredibile ma vero, era sua figlia. Sua e di Allison.

“Che cosa stanno facendo le mie due signore preferite?”  chiese afferrando la piccola in braccio, facendola ridacchiare.

“Ciao papà!” esclamò lei poggiandogli le mani sporche di farina sul viso. “Io e la mamma stiamo facendo dei biscotti. Ma non sono venuti bene come volevamo.”

Elijah guardò l’impasto disordinato sul tavolo, gli ingredienti sparsi qui e lì. L’infornata di prova mostrava dei cookies dalla forma irregolare e pallidi. “Lo vedo.”

“Hey” gli disse Allison guardandolo. “Non saranno belli ma ti assicuro che sono buoni.”

“Ah” mormorò lui spezzandone un pezzo e mangiandolo. “Sì, in effetti non sono male.”

“Papà” gli chiese la piccola. “Dobbiamo ancora finire la storia che abbiamo iniziato ieri sera. Possiamo farlo adesso? Mentre la mamma continua a preparare i biscotti?”

Lui la mise a terra e le accarezzò i capelli. “Vai a prendere il libro” le sussurrò guardandola mentre lei scappava via come una furia su per le scale. Quando si voltò per guardare Allison lei lo stava già guardando con un sorriso sulle labbra. “Che c’è?”

Lei si strinse nelle spalle. “Ti amo Elijah Mikaelson.”

Elijah le prese il viso tra le mani e la baciò. “Ti amo anche io.”

 

 

Allison scattò indietro alzandosi a fatica. Lo guardò, guardò dentro quegli occhi scuri pieni di emozione. Odiava che fosse successo, quel pensiero crepava profondamente ciò che voleva mostrare. Ma era stato quasi automatico; aveva abbassato la guardia e la mente si era sentita libera di andare in quel posto che lei cercava di tenere nascosto.

“Allison…” le mormorò Elijah avvicinandosi.

Lei chiuse gli occhi e con decisione scosse il capo. “Tenetevi pure la città. Tenetevi tutto” disse lasciando la gabbia e poi la palestra.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Tristan si mise in piedi quando la sentì arrivare. Non la vedeva da due giorni ma gli erano sembrati un’eternità; un po’ perché era chiuso da solo in quella casa, confinato lì dentro da una specie di incantesimo che solo lei sapeva gestire, un po’ perché gli mancava quando non c’era. Allison si era premurata di fargli avere da mangiare e dei vestiti puliti, ma non si era preoccupata di garantirgli la sua presenza, che in fondo era l’unica cosa che a lui interessava.

Non aveva ancora ben capito quale fosse il piano completo, ma l’ambizione e il furore che aveva visto nei suoi occhi negli ultimi tempi gli piaceva moltissimo.

“Allison” le disse raggiungendola vicino alla porta, riempiendosi di stupore quando le vide il viso ferito. “Che cosa ti è successo?”

Lei non rispose, ma avanzò a passo lento fino ad essere faccia a faccia con lui. Alzò una mano e gliela poggiò sul viso; in quegli occhi chiari c’erano un calore ed una dolcezza che lei non vedeva da tanto. Era una sorta di devozione che in qualche modo le scaldava il cuore.

“Tu mi ami” gli sussurrò. “Perché?”

Lui piegò poco il capo, poi le prese la mano e la baciò con delicatezza. “Allison, che succede?”

“Non lo so” lei lasciò cadere qualche lacrima. Prese un coltello e si tagliò la punta di un dito, poi uscì fuori e toccò un punto preciso del muro.

Tristan sentì una forte ondata di energia e lentamente raggiunse la porta scoprendo che poteva uscire.

“Non posso darti quello che vuoi Tristan,” gli disse lei scuotendo poco il capo. “Sei libero di andare.”

Il vampiro respirò a fondo, poi le porse una mano. “Credo che resterò.”

 

 

 

 


bjk
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Originals / Vai alla pagina dell'autore: Robigna88