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Autore: connie89    26/03/2009    2 recensioni
Kaori se ne sta andando per sempre: che cosa farà il nostro Ryo? La lascerà partire oppure la traterrà?
Genere: Triste, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAT’S EYE
-Ehi Umi vai tu a svegliare Ryo? Digli che la colazione è già pronta
-E perché ci dovrei andare io Miki? Spiegamelo!
-Niente ma! Vai e basta!
Umi avrebbe voluto protestare ancora, ma Miki non gli diede il tempo per farlo. Sbuffò. Perché lui? Che seccatura. Ryo non era mica un bambino. Avrebbe potuto svegliarsi anche da solo. Il solito pigrone. Lo avrebbe svegliato a suon di urli. Un ghigno malefico gli si abbozzò sul volto. Era tanto tempo che desiderava farlo. Ma non ne aveva mai avuto l’occasione. Ora l’occasione gli si presentava proprio sotto il suo naso. Perché non sfruttarla questa possibilità?
Si avviò verso la stanza dove Ryo dormiva sonni tranquilli. Aprì la porta violentemente, tirò su le tapparelle e lo chiamò urlando. Nulla da fare. Ryo dormiva proprio come un sasso. Non si era accorto di nulla. Né delle grida, né di tutto il resto.
Benedetto ragazzo. Non si voleva proprio svegliare. Umi si tirò su le maniche, lo prese per le spalle e cominciò a scuoterlo con tutta la forza che aveva in corpo. Solo allora Ryo cominciò a muoversi.
Con sua grande sorpresa, Ryo lo abbracciò. Umi cercò di divincolarsi. Niente. La stretta era troppo forte. Chissà che cosa stava sognando quello scemo dormiglione?
-Miki amore mio… perché non lasci quell’energumeno di Umi e vieni a vivere con me?
Umi sentì crescere dentro di se un’ira che prima o poi sarebbe scoppiata. La faccia diventò rossa. Ma come si permetteva di sognare Miki? Chi gli aveva dato il permesso? Diede un gran ceffone a Ryo.
Ryo si svegliò immediatamente. Che cosa era successo? Dov’era? Che cosa stava facendo? Perché Umi gli aveva dato uno schiaffo così violento?
-Ma dico sei impazzito? Perché mi hai schiaffeggiato in quel modo? Che cosa ti ho fatto?
-Così impari a sognare mia moglie brutto porco che non sei altro!
-Ho capito, ho capito. Wow che cavaliere che sei! Difenderesti la tua donna anche a costo della tua vita, dico bene?
-Smettila di scherzare Ryo! Non sei affatto divertente! A proposito, Miki mi ha detto di dirti che la colazione è pronta. Sbrigati a scendere, oppure vengo io e ti prendo con la forza, intesi?!
-Assolutamente!
Umi se ne andò sbattendo la porta.
Ryo si alzò, sbadigliò e si stiracchiò. Scese dal letto e si diresse verso il bagno. Si guardò allo specchio. Che brutta cera che aveva. Aveva gli occhi cerchiati di nero. Tutta colpa di quella stupida di Kaori che se ne era andata lasciandolo solo e in mezzo ai casini.
Già Kaori. Che cosa stava facendo? Era contenta? Era riuscita a trovare un altro uomo? Se si, almeno lo avrebbe dimenticato. Ma lui avrebbe dimenticato la sua Kaori? Probabilmente no. Quanto le mancava…
Si vestì in fretta e furia e fu giù in cinque minuti. Si meravigliò quando vide un sacco di clienti inondare il bar e chiedere in continuazione qualcosa da mangiare o da bere. Umi e Miki li stavano servendo con molta rapidità.
Finalmente Miki lo vide e glia andò incontro sorridendo.
-Buongiorno Ryo!
-Buongiorno a te mia cara Miki
-Hai dormito bene stanotte?
-Diciamo di si… che c’è di buono da mangiare? Ho una fame immensa!
-Il tuo caffè e la tua brioche sono sul tavolo
-Penso che dopo andrò a fare quattro passi per il parco
-Assolutamente no! Tu dovrai stare qui e aiutarci. Laverai piatti, piattini, bicchieri bicchierini. Mentre io e Umi continueremo a servire la clientela
Ryo sbuffò. Perché proprio lui? Lo sguardo truce e assassino di Umi gli fecero cambiare completamente idea. Miki gli mise il grembiule bianco. Umi avrebbe voluto ridere. Era veramente bello vedere Ryo vestito così.
Ryo invece non sembrava affatto contento. Lui, il mitico City Hunter, nonché protettore delle donne, doveva fare il cameriere? Per chi lo avevano scambiato? Mah… si sentiva veramente un cretino vestito così.
Improvvisamente la porta del caffè si aprì e comparvero due persone conosciute: la bella poliziotta Saeko Nogami e Mick.
Ryo si vergognò come un ladro. Doveva per forza farsi vedere conciato così? Che cosa gli avrebbero detto? Si sarebbero messi a ridere. Avrebbe voluto scavarsi una buca e mettercisi dentro per la vergogna. Cercò di nascondersi sotto il bancone.
Troppo tardi. Ormai Mick e Saeko lo avevano visto. Cominciò a lavare le tazzine sporche di caffè.
Quando Mick vide Ryo conciato in quella maniera, si mise a ridere come uno scemo. Si sbellicò dalle risate. Ryo che faceva il cameriere. Questa si che era una bella barzelletta da raccontare in giro, magari agli amici. Ryo fece finta di non aver sentito quelle loro stupide risate. Fu Miki a difenderlo
-Che cosa avete da ridere?! Ryo mi sta solo aiutando! Non voglio che lo si prenda in giro, chiaro?! Saeko e Mick smisero di ridere all’istante e tornarono seri. Non avevano mai visto Miki così infuriata. In fondo avevano riso per Ryo. Non avevano fatto nulla di male. Chi capisce le donne è bravo. Anche Umi rimase di stucco davanti all’energica Miki. Ma chi aveva sposato? Una tedesca? Cavoli, Miki faceva filare dritto chiunque. No l’aveva mai vista così. Ma quando Miki fa così è meglio non contraddirla, altrimenti iniziano veramente i guai. -Cosa volete?! Spicciatevi, non abbiamo tempo da perdere!
-Due caffè Miki. Scusa, non volevamo prenderti in giro Ryo, ma sei così buffo. Stavamo solo scherzando. A proposito, non vedo Kaori dall’altro giorno. Tu sai che fine abbia fatto?
Ryo non rispose. Preferì non cadere su quest’argomento. Il nome di Kaori lo faceva sempre star male. La vedeva in ogni cosa e in ogni persona. Lo perseguitava.
-Per caso tu e Kaori avete nuovamente litigato? E lei ti ha sbattuto fuori di casa perché non ne poteva più di te, vero? Ti ha preparato i bagagli e tu sei venuto ad abitare qui?
-No. Kaori e io ci siamo separati per qualche tempo
-In che senso Ryo?
Neanche stavolta Ryo rispose. Anzi, fece finta di non aver sentito. Umi e Miki continuarono a servire i clienti. Mick diventò alquanto sospettoso. Sicuramente Ryo gli stava nascondendo qualcosa di molto importante. Perché non voleva parlare di Kaori? Che cosa era successo veramente tra loro due? Si mise a braccia conserte e aspettò che Ryo parlasse.
Ryo dovette arrendersi e raccontò la storia daccapo. Mick e Saeko non potevano credere alle loro orecchie. Per colpa sua Kaori se ne era andata di casa? L’aveva fatta piangere? No, impossibile. Che stupido. Come aveva potuto trattarla in quella maniera?
Mick andò fuori di testa. Come si era permesso? Con quale coraggio? Non si vergognava? Se qualcuno non lo avesse fermato, sicuramente avrebbe fatto a pezzi il povero Ryo. Lo avrebbe riempito di pugni e di calci. Lui aveva sempre amato kaori, ma aveva decisodi lasciarla al suo più grande amico, anche se gli era costato tanto. Ora, però, Ryo aveva raggiunto un limite. Aveva gli occhi iniettati di sangue. Lo prese per il colletto e gli urlò contro.
-Ehi Mick pensi che io ci sia rimasto bene? So di aver fatto una figura da cretino. L’ho persa per sempre. Lei non tornerà più con me, nemmeno se glielo chiedessi in ginocchio. Non so nemmeno dove si trovi in questo momento…
-Non me ne frega nulla! Ora tu alzi questo sedere, e anche in fretta, le fai uno squillo sul cellulare, ti fai dire dove si trova, prendi la macchina, la raggiungi e le chiedi scusa strisciando ai suoi piedi!
-Mick ti ricordo che se io le facessi uno squillo sul suo cellulare, lei vedendo la mia chiamata, non mi risponderebbe. Lo lascerebbe squillare. Non si può più rimediare a quest’errore!
Con le lacrime agli occhi se ne andò fuori a fumarsi una bella sigaretta in santa pace.
Questa volta la parola la prese Umi.
-Mi congratulo con te Mick! Dicendogli queste cose lo farai soffrire ancora di più. Capiscilo. Non è un bel momento per lui. E’ come un bambino: capisce di aver fatto uno sbaglio enorme solo alla fine di tutto. Vedrai che quando si sarà ripreso del tutto, correrà da lei. Kaori è troppo importante per lui. Non starà con le mani in mano, aspettando che qualcun altro gliela rubi. Quando meno te l’aspetterai, passerà all’azione. Da tempo al tempo
-Spero solo che le tue parole siano vere Umi. Non mi piace vederlo giù di morale. Fa star male anche me
Saeko guardò l’orologio e si accorse di essere in un ritardo pazzesco. Se non fosse arrivata puntuale certamente il capo l’avrebbe licenziata. Prese la macchina della polizia e andò alla centrale alla svelta. Anche Mick era in ritardo. Pagò il caffè, uscì dal bar, diede una pacca sulla spalla a Ryo, prese il motorino e si volatilizzò nel nulla.
Umi e Miki guardarono Ryo. Aveva la faccia persa nel nulla. Chissà a cosa stava pensando. Sicuramente a Kaori
La clientela cominciò a brontolare. Solo in quel momento Miki si accorse di aver lasciato il lavoro a metà. Aveva dscusso così tanto che si era dimenticata di servire i suoi clienti. Meglio fare alla svelta, altrimenti li avrebbe persi tutti. On l’aiuto di Umi riuscì a far contenti tutti quanti. Tirarono un sospiro di sollievo. Guardarono nuovamente fuori dal locale. Ryo non c’era più. Era sparito.
Ryo si incamminò verso la stazione di Shinjuku. Voleva controllare se qualche bella ragazza avesse mai avuto bisogno di lui. Nulla. Nessuno lo aveva contattato. La lavagnetta era vuota. Non c’era scritto nulla.
Passeggiò per le vie di Tokyo. Guardò ogni vetrina. Nessuna di quelle gli piacque.
Improvvisamente si fermò davanti a una vetrina di abiti da sposa. Li guardò tutti con grande ammirazione. Erano così belli. Ne vide uno, in particolare, che gli piacque tantissimo. Era un vestito da sposa, di seta, lungo fino ai piedi, con un’abbondante scollatura.
Immaginò il giorno delle sue nozze con Kaori. Lei vestita con quel bellissimo abito di seta. Avanzava lentamente verso l’altare dove lui la stava aspettando con grande impazienza. Due damigelle le sostenevano lo strascico. Com’era bella. Sembrava un angelo del paradiso. Lui era vestito con giacca e cravatta, con i capelli ingellati e gli occhiali da vista sul naso. Ecco, erano davanti al prete. Si scambiavano il loro “si” eterno, si mettevano le fedi nuziali e il bacio finale. Un bacio lungo ed eterno.
Ma era solamente un sogno. Un sogno irrealizzabile.
Un vecchio, che era stato sulla soglia del negozio ad osservarlo, si fece avanti. Gli andò incontro con un sorriso sulle labbra. Vide che il ragazzo osserva il vestito da sposa più bello della vetrina e anche il più costoso.
-Vedo che quest’abito da sposa ti piace! Lo guardi con certi occhi!
-Eh si. E’ così bello… una meraviglia…
-Dimmi una caro ragazzo, lo devi regalare a qualcuno in particolare? Alla tua ragazza?
-Esatto! Ma lei come ha fatto ad intuirlo?
-Ragazzo mio io ho molta più esperienza di te! Io ho quasi settant’anni! Ho visto un sacco di cose che tu non puoi nemmeno immaginare! Sei così giovane… goditi la vita finché puoi… io la mia vita sto per consumarla… sono vecchio!
-Ha ragione! Comunque quell’abito da sposa vorrei regalarlo alla mia futura fidanzata: Kaori. Adesso lei ha degli impegni di lavoro, ma quando tornerà io la chiederò in sposa! Così potremo finalmente vivere felici e contenti…
-Bravissimo figliolo! Questo è lo spirito giusto! Ricordati una cosa: non trattare mai male le ragazze altrimenti finiranno per lasciarti solo. Trattale con dolcezza. Devi far capire loro che le vuoi bene. Solo così si sentiranno lusingate e al centro dell’attenzione
-Mi dica, quanto costerebbe quest’abito da sposa?
-100.000 yen!
100.000 yen? Che cifra esagerata. Dove avrebbe trovato tutti quei soldi? Sicuramente lavorando con Umi e Miki avrebbe ricavato qualche spicciolo e poi li avrebbe conservati per poter comprare l’abito così desiderato.
Il vecchio e Ryo parlarono per circa una mezz’oretta, poi se ne andò al parco e si sedette su una panchina. Guardò una coppia felice di sposi novelli che si baciavano e ridevano. Li guardò intensamente. Avrebbe voluto essere al loro posto. Lui e Kaori. Avrebbe anche desiderato avere un bimbo da Kaori. Desiderava ardentemente di diventare padre. Sapeva, però, che questo era solamente un sogno impossibile.
Ryo tornò da Umi e da Miki, triste, deluso e con la coda tra le gambe
  
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