Hey You, my Dream, hold on a minute
Quella notte, tra le lenzuola ingarbugliate, il Medaglione ardente era un cuore metallico che batteva all’unisono col suo.
Di nuovo lì nei suoi sogni, Tom Riddle: seduto come un Re d’altri tempi sulla poltrona verde argento, la guardava e non desiderava che lei.
Ma lei non riusciva a muovere un muscolo… Harry non riusciva a muovere un muscolo.
Un brivido tra le lenzuola accaldate.
Quel sorriso, quelle mani, quanta fierezza nell’essere Tom Riddle, era forte, era bello, lo voleva. Con ogni fibra del suo corpo.
«Vieni da me» disse il Serpeverde.
Doveva svegliarsi e scappare via di lì.
Spalancò gli occhi. Il respiro era affannato.
Chiuse di nuovo gli occhi.
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Note dell'Autore:
- Generalmente lo stile corsivo è utilizzato per il sogno o il ricordo; ho voluto invertire per mettere in risalto la volontà di Harry di fare del sogno la realtà e della realtà il sogno.
- Proprio come è successo in altre occasioni, anche in questo sogno Harry si ritrova nel corpo di qualcun altro e rivive un ricordo non suo. In questo caso nel corpo di una non specificata lei. Nella storia c’è il passaggio da lei a Harry nel momento in cui il ragazzo decide di abbracciare concretamente la situazione, mentre prima di allora era rimasto spettatore passivo (“non muoveva neanche un muscolo”).
- Il titolo non è che l’espressione in bella mostra nero su bianco di ciò che tutta la storia vuole esprimere ed è strettamente collegata all’ultima frase della drabble.
- La qui presente è una produzione partorita anni e anni dopo la mia ultima storia (e anni dopo aver deciso di appendere la penna al chiodo!) e questo è il mio primissimo contest! Voglio infatti ringraziare Mary Black per la pazienza e per avermi punzecchiato con questo bellissimo contest e ringraziare chi perderà qualche minuto del suo tempo nella lettura!