-CAPITOLO
8-
“Hey”
Elijah si fermò sulla soglia della porta della camera di
Allison e sorrise
dandole un’occhiata; era immobile sul letto in posizione
supina, gli occhi
fissi sul soffitto. “Cosa stai facendo?”
Lei
fece un grosso respiro, poi alzò un dito e indicò
in alto. “Lo sapevi che sul
soffitto c’è una crepa che somiglia ad un
furetto?”
“Un
furetto…”
“Esatto.
Guardo nello stesso posto da ore ma solo adesso l’ho
notata.”
L’Originale
scosse il capo, si avvicinò e le porse una mano.
“Andiamo…”
“Dove?”
chiese lei afferrandola e alzandosi piano.
“Sei
rinchiusa in questa casa da quando Marcel ti ha trovata e ora ho un
piccolo
compito per te. Credo che sia arrivato al momento giusto oltretutto,
considerato che vedi delle crepe a forma di furetto.”
Lei
arricciò la bocca, mordicchiandosi l’interno della
guancia. “Okay, di che si
tratta?”
“Marcel
ha trasformato alcune persone in vampiri visto che il suo gruppetto
è morto
quasi tutto durante… beh quando tu non c’eri. Ora
i licantropi li minacciano e
noi gli insegneremo a combattere.”
Allison
lo seguì fuori dalla stanza mandando indietro i capelli
mentre scendevano giù
per le scale. “Hai notizie di Davina?”
“Nessuna
nuova dall’ultima volta che me lo hai chiesto. Ha riportato
in vita mio padre e
poi ha lasciato la città e non si sa dove sia
andata.”
“Credi
che stia bene? Mikael non è esattamente la migliore delle
compagnie.”
Elijah
la aiutò ad indossare una giacca. “Se
c’è una cosa che ho imparato su Davina
Claire è che è più tosta di quel che
sembra. Sono certo che sta bene.”
Allison
annuì ma in realtà non era molto convinta; Elijah
aveva ragione, Davina era una
tosta ma Mikael era il peggiore tra gli Originali, capace persino di
far
impallidire Klaus nei suoi giorni peggiori.
Decise
che avrebbe provato a richiamarla di nuovo una volta tornata a casa.
Magari
questa volta le avrebbe risposto.
Mise
le mani nelle tasche della giacca e fece un grosso respiro.
“Quanti sono
esattamente questi vampiri a cui dobbiamo insegnare a difendersi? E
soprattutto, perché Hayley non dice ai lupi di piantarla?
Non è il loro Alpha o
qualcosa del genere?”
“Lo
è, ma questo particolare gruppo di lupi segue un altro
leader.”
“Che
sarebbe?”
“Mia
madre.”
Allison
sgranò gli occhi, poi scosse il capo salendo in auto.
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“Come
possiamo imparare a difenderci da un branco di super lupi mannari in un
solo
giorno?”
Fu sul
finire di quella domanda che due vampiri caddero in terra col collo
spezzato
facendo indietreggiare per riflesso tutti gli altri. Elijah rimase
immobile al
centro della stanza mentre Allison avanzava a passo deciso verso tutti
loro.
“Regola
numero uno!” esclamò l’Originale.
“Mai
abbassare la guardia” concluse la cacciatrice per lui.
Marcel
fece un grosso respiro, poi allargò le braccia.
“Grazie tante,” mormorò. “Ma
questa perla di saggezza non ci sarà di nessuna
utilità.”
“Siamo
qui per aiutarvi” disse loro Elijah, facendo cenno ad Allison
di avvicinarsi.
Lei lo
fece. “Io ti devo ancora un favore”
ricordò a Marcel. “E se stai per dire che
sono solo un’umana e che quindi non vi sono di nessuna
utilità, ti consiglio di
non farlo. Non mi piace essere sottovalutata.”
Elijah
abbozzò un sorriso, abbassò lo sguardo per un
attimo e quando lo rialzò tutti
li fissavano perplessi.
Marcel
tuttavia prese quasi tutti i vampiri e raggiunse l’esterno,
lasciando Gia e
Josh con Elijah ed Allison.
“Bene!”
esclamò la cacciatrice togliendosi la giacca. “Chi
vuole cominciare?”
Gia fu
la prima a farsi avanti, colpendo a vuoto diverse volte prima di
fermarsi col
fiatone. Allison pensò che forse era il caso di dare a quei
due una
dimostrazione pratica.
Facendole
cenno a Gia di andare a sedersi, si mise di fronte ad Elijah e
accennò un
sorriso.
Gli
strizzò l’occhio, gli girò intorno per
un po’ e poi fece la sua mossa. Il primo
colpo prese in pieno la parte destra del viso del vampiro, il secondo
venne
bloccato giusto in tempo.
“Il
combattimento è come una danza” disse Elijah
mentre sia lui che Allison si
rimettevano in posizione stavolta però lui di fronte a Gia e
lei davanti a
Josh. “Ha un ritmo preciso.”
Sia Gia
che Josh si mossero e i colpi di entrambi furono parati.
“Dovete
trovare quello giusto” spiegò Allison avanzando di
qualche passo verso il suo alunno.
“I vostri sensi sono
amplificati, imparate ad ascoltare tutto ciò che vi
circonda.”
“Crescendo” mormorò
Elijah quando Gia
colpì di nuovo. “E quando lo avrete trovato.”
Con
velocità lei lo spinse contro il muro e lo bloccò
con un braccio all’altezza
del collo e uno all’altezza del cuore. “Lo
cambiamo…”
“Molto
bene” Elijah sorrise afferrandole un braccio. “Ora
scegli, il cuore o la testa.
Niente di tutto questo significa qualcosa se non riesci ad
uccidere.”
La
ragazza lo guardò negli occhi per un lungo istante, poi
scosse il capo
indietreggiando appena. “Non so se riesco a farlo.”
“Ci
riuscirai quando dovrai, per sopravvivere.”
“Ehm…
ragazzi” Josh attirò la loro attenzione.
“Qualcosa non va qui. E giuro che io
non c’entro nulla.”
L’Originale
si voltò giusto in tempo per vedere Allison sanguinare dal
naso. Le mani le
tremavano mentre se ne portava una al viso per pulire via il sangue.
“Allison”
le disse raggiungendola. “Che ti prende?”
Lei
chiuse per un lungo secondo gli occhi, quando li riaprì Josh
le stava porgendo
un bicchiere di acqua dal quale bevve un lungo sorso.
“Grazie”
gli sussurrò alzandosi piano, lasciando che Elijah la
aiutasse. “Sto bene.”
“No,
non è vero.”
“Sì
invece, te lo assicuro. Sono semplicemente fuori forma e il mio corpo
è ancora
un po’ provato dopo… beh dopo la mia piccola gita
nella casa stregata. Sto bene e
Josh non ha ancora
imparato nulla. Credo che sarà più dura del
previsto con lui.”
La
cacciatrice gli diede un colpetto sul petto, con un sorriso lo
sorpassò ma si
fermò poggiandosi alla colonna di cemento nel centro della
stanza; le girava la
testa e aveva freddo.
“Hey
hey” Elijah le fu subito accanto.
“Perché non ti metti seduta per un
po’?”
“Sto
bene, davvero. Datemi solo un secondo.”
La
donna fece un grosso respiro, poi riacquistò colore e tutto
nel suo corpo sembrò
tornare alla normalità. Sorrise ad Elijah per
tranquillizzarlo e bevve un altro
po’ di acqua. Davanti ai suoi occhi passarono le immagini di
quei mesi in balia
della follia di quella strega.
Le
succedeva ogni tanto, da quando era tornata, ma decise che quel
dettaglio se lo
sarebbe tenuta per sé. Sarebbe passato, ne era sicura, non
era necessario
spaventare anche l’Originale, che ora la fissava preoccupato.
“Chi
è
pronto per un altro round?” chiese alzando le mani, cercando
di apparire calma
e serena.
“Possiamo
riprovare” le disse Josh stringendosi nelle spalle.
“Ma devo avvisarti che
potrei non imparare nulla. Io non sono bravo a combattere.”
“Nemmeno
io lo ero,” rispose lei avvicinandosi. “Ma
imparerai o morirai. A te la scelta.”
Il
ragazzo, Allison si chiese quanti anni avesse, respirò a
fondo e si mise in
posizione. Si trattava di vivere o morire e lui di andarsene
all’altro mondo
non aveva proprio voglia.
Beh
tecnicamente era già morto, ma erano dettagli.
Seguendo
il consiglio di Allison si mise in ascolto dei suoni intorno, di ogni
piccolo
rumore e con sua grande sorpresa, anzi con grande sorpresa di tutti i
presenti,
schivò il colpo che la cacciatrice provò a dargli
e spinto dall’istinto la
atterrò accertandosi però di non farle battere la
testa.
Allison
gemette di dolore, poi rise guardandolo.
“Molto
bene” gli disse quando lui la lasciò. Rialzandosi
si spostò i capelli indietro
e si posizionò davanti a Gia. “Tempo di scambiarci
i posti” mormorò.
Gia la
guardò con occhi curiosi e lei pensò che sarebbe
stato divertente.