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Autore: Itsamess    04/03/2016    1 recensioni
[Peter Petrelli + Emma Coolidge]
Cerco solo di riempire il vuoto, perchè la loro storia d'amore mai nata merita di essere raccontata, anche se solo da rapidi flash e aurore boreali sul soffitto.
Raccolta di flashfic, ognuna fra le 300 e le 500 parole
1)Terra di Siena - Da grandi poteri, grandi responsabilità
2)Argento - Il turno di notte
3)Acquamarina - Tragici fradici felici
4)Porpora - Aurore boreali a due per pianoforte
5)Verde mela - Operations, relations, complications
6)Blu Oltremare - Non ho mai voluto altro che annegare nel tuo amore e non sentirne la pioggia
7)Arcobaleno - Il primo appuntamento in technicolor della mia vita
8)Avorio - E a farti così male mi sono fatta male
9)Giallo limone - L'unica risposta possibile, fra noi
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Peter Petrelli
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Porpora - Aurore boreali a due per pianoforte

Dall’esterno dobbiamo sembrare piuttosto strambi - non tanto perché ci ostiniamo a torturare un povero pianoforte che nessuno dei due sa evidentemente suonare, quanto più perché io in testa ho una coroncina di plastica coperta di strass e Peter ha la folle idea di un duetto in technicolor.
Quando si è seduto accanto a me gli ho domandato se vedesse ancora i suoni sotto forma di luci colorate e lui scrollandosi le spalle mi ha risposto che non aveva più quel potere, ma che potevamo comunque suonare insieme se volevo.
E lo volevo.
Ed eccoci qui, in un ospedale semideserto a premere tasti a caso solo per dipingere arcobaleni sul soffitto.
Blu bianco magenta arancione brillante.
«Sembrano aurore boreali» gli dico indicando le luci che fluttuano lievi sopra al pianoforte, come fuochi fatui.
Lui ha annuisce pensieroso e poi ad un tratto mi chiede «Non hai paura del buio, vero?»
Scuoto la testa vigorosamente, anche se ancora non ho compreso il suo piano.
«Ti porto in Norvegia» esclama entusiasta prima di alzarsi dalla panca.
Ma dove sta andando? Non in Scandinavia spero.
No, Peter si dirige solo furtivamente verso il banco dell’accettazione, con un’occhiata fugace controlla che non ci siano infermiere nei paraggi e preme l’interruttore.
L’intero reparto piomba nel buio.
Come faccio ad orientarmi ora? Senza fonti di luce disponibili se non-
Le note.
Schiaccio un tasto: una scintilla azzurra rischiara per un attimo il pianoforte.
È semplicemente bellissima.
Peter è tornato accanto a me. Suona una scala decrescente che sfuma dal verde al viola melanzana, mentre io mi dedico ad una coppia di tasti neri che se premuti in rapida successione emanano due flash tendenti al fuxia.
È in momenti come questi che sono grata al mio potere inutile e meraviglioso: sopra le nostre teste fluttuano aurore boreali di tutti i colori immaginabili. Sembra davvero di trovarsi in una notte norvegese.
Smetto per un attimo di suonare ed osservo le scie cromatiche sul soffitto dissolversi lentamente come nuvole di fumo. La stanza ripiomba nel buio, mi volto verso Peter,  anche se perfettamente consapevole che non riuscirò a vederlo, quando qualcosa mi blocca.
Una luce.
La vedo anche ora, eppure nessuno di noi sta suonando.
Flebili lampi color porpora emessi ad intervalli regolari da una fonte di suono ancora sconosciuta. Brillano debolmente sotto la sua camicia bianca, come candele dietro ad un velo.
Flash flash flash
È il suo cuore.
Batte così forte che riesco a vederlo.
Accendo il display del cellulare per illuminare il suo viso e riuscire a leggergli le labbra e mi accorgo che Peter è arrossito violentemente. Le sue guance non sono meno vermiglie della luce che gli brilla piano sul petto.
Per un po’ non dice nulla,  poi risponde «È  l’effetto che mi fai»
«Farti battere il cuore? Menomale»
«Farlo battere così forte» specifica lui
«E perché sta battendo così forte?»
«Perché sto per baciarti»
E quando bacio le sue labbra color porpora capisco che suonare con lui è arcobaleno, ma amarlo è rosso.
 
 
 
  
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