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Autore: Suomalainen    04/03/2016    3 recensioni
Un libro.
Una ragazza del tutto normale.
Un ragazzo' all'antica.
Due salti nel tempo, lui per salvarla, lei per cercarlo.
Ma se il destino non fosse così semplice? E la fine non così scontata?
Dal testo:
" «Cosa ci fai qui?»
«Io… Volevo vederti e–»
«Se ti trovano qui sono guai!»
«Non mi importa.» dissi con decisione, non volevo lasciarlo mai più. Lui mi afferrò un polso e mi trascinò dietro una porta, la richiuse alle nostre spalle e mi bloccò con la schiena al muro. «A ME importa. Non potrei perdonarmelo se…» sospirò. Mi lasciò i polsi, mi attirò a sè stringendo le sue muscolose braccia attorno alla mia vita. Mi baciò dapprima lentamente, e poi sempre con più passione. Io ricambiai stringendolo forte a me.
«Mi sei mancata.» mi sussurrò a fior di labbra.
«Anche tu.»
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Liam

 

Sentii delle urla intorno a me quando estrassi la lama dal corpo di William, avevo vinto, la vittoria andava a me, di nuovo.

 

Erano tutti in attesa, io per primo. La spada era puntata proprio sopra il cuore di William, lui era immobile, gli occhi fissi nei miei, l'elmo gli nascondeva la maggior parte del viso, ma sapevo che se avessi potuto vederlo non sarebbe cambiato nulla, non ci sarebbe stata comunque traccia di paura, anzi probabilmente ci sarebbe stato stampato un sorriso, quasi come un invito a continuare.

Il silenzio mi stava uccidendo.

«Arrenditi.» sibiliai a denti stretti, ma lui non mi rispose.

«Arrenditi idiota.» ripetei «Non farmelo fare.» la sua bocca era ancora sigillata e qualcosa nei suoi occhi brillò: divertimento forse?

La folla iniziava a inquietarsi, dovevo fare qualcosa e subito, ripetei ancora un'ultima volta il mio invito «Arrenditi ora che puoi ancora...» tutto quello che ebbi in risposta fu un movimento negativo con la testa.

Bene. Di possibilità gliene avevo date già abbastanza.

Alzai la lama lentamente, o almeno così a me parve, e poi con un colpo deciso la conficcai nella carne del mio avversario.

Le urla di William mi riempirono le orecchie, insieme a quelle della folla che esultava per il sangue versato; estrassi la spada sanguinante e guardai a terra William: era agonizzante, ma vivo.

 

Dopo la premiazione mi ritirai nella mia tenda, non avevo voglia di parlare con nessuno; avevo vinto, avrei dovuto essere felice, e invece mi sentivo uno schifo. Chissà cosa avrà pensato di me Cassidy quando mi ha visto trafiggere William con la spada... Anzi, non mi importava. Dovevo togliermi dalla testa quella ragazza una volta per tutte, per il mio bene e per il suo. Udii dei rumori provenire da fuori, mi avvicinai all'uscita e scostai quel poco la tenda per riuscire a vedere cosa stava accadendo senza essere visto: due cavalieri stavano trasportando il Duca su una barella all'interno della tenda adiacente, probabilmente doveva soffrire molto, ma almeno era vivo per la miseria.

 

Lo devo uccidere, non c'è altra soluzione” pensai, dopotutto non aveva voluto nemmeno arrendersi. Ma in quel momento lo vidi: era qualcosa di azzurro che usciva da sopra l'armatura, all'altezza del collo, lo riconobbi subito, era il fiore di Cassidy, quello che doveva portargli fortuna, qualcosa mi diceva che non era poi quel gran portafortuna.

O forse no...

Fu un attimo in cui decisi e l'attimo dopo non stavo più affondando la spada nel cuore di William, ma in un punto subito sopra, trafiggendogli da parte a parte la spalla.

Avevo appena creato io la sua fortuna.

Nessuno in quel momento aveva capito in che punto avessi affondato la lama, e quando alzai lo sguardo per farlo scorrere sulla folla, solo un paio di occhi mi stavano fissando con puro odio, quelli di Cassidy. Pensava lo avessi ucciso, e invece l'avevo salvato grazie a lei... E per lei.

 

Dopo pochi minuti entrò anche Cassidy nella tenda «William! Sei vivo!» la udì gridare con gioia, ma poi abbassò la voce e io non riuscii più a comprendere le sue parole. Andai verso il tavolo posto al centro della tenda e iniziai a togliermi lentamente un pezzo di armatura dopo l'altro, quando udii una delle ultime voci che avrei voluto sentire in quel momento «Il mio fazzoletto è servito allora...» mi voltai e vidi Joanne che avanzava verso di me.

«A quanto pare...» risposi svogliatamente.

«Lasciate che vi aiuti con questa» e iniziò a sfilarmi le parti dell'armatura che ancora avevo addosso in modo lento e sfiorandomi più volte la pelle ogni volta che rimaneva senza protezioni. Odiavo quando faceva così.

«Lasciate che vi massaggi la schiena, mi sembrate molto teso...» si preparò per farlo, ma io la bloccai subito «Joanne, scusami, ma adesso no.» le diedi del Tu, per farle sembrare che apprezzassi davvero il suo intento, ma che in quel momento ero davvero troppo stanco «Penso andrò a lavarmi...» aggiunsi, ma non ebbi il tempo di muovermi che lei mi baciò, aggrappandosi con le mani al mio collo e prendendomi talmente alla sprovvista che per poco non cademmo entrambi. La presi per la vita e cercai di allontanarla delicatamente,ma lei si attaccò a me ancora di più, facendo passare le dita tra i miei capelli e accarezzandomi le spalle, preso dalla frustrazione del momento interruppi il contatto bruscamente e con un «Penso dobbiate andare Principessa...»

«Ma io-»

«Andate.» dissi in modo più autoritario, lei non rispose, mi guardò arrabbiata per qualche secondo e poi uscì con passo veloce, probabilmente sentendosi umiliata dalla situazione.

Mi accasciai su una sedia e chiusi gli occhi colto da una improvvisa stanchezza... Forse avrei potuto dormire qualche secondo prima di raggiungere gli altri per i festeggiamenti, sì, penso che sarebbe la cosa più giusta da fare. Mi rilassai il più possibile e mi lasciai andare, cercando di scivolare in un sonno leggero e ristoratore...

 

Sentii qualcosa toccarmi la spalla, mi svegliai di soprassalto e d'istinto estrassi il pugnale che portavo sempre con me in caso di emergenza e lo puntai verso la cosa che mi aveva toccato.

«Liam, cosa diavolo vuoi fare con quel pugnale?!» la voce mi sembrava famigliare, cercai di mettere a fuoco meglio la figura e subito mi accorsi del terribile errore

«Mi hai spaventato Cassidy, stavo dormendo.» buttai il pugnale sul tavolo e tornai con lo sguardo su di lei «Cosa ci fai qui?»

«William sta bene. L'hai trafitto in un punto che non è stato mortale, dovrà tenere la spalla immobile per un po' solo, ma poi tornerà come prima... O almeno così ha detto il medico.»

«Guarda che fortuna... Il tuo fiore è servito allora.» dissi sarcasticamente «Meno male che ho una cattiva mira, altrimenti a quest'ora staremmo banchettando sulla sua morte!» mi voltai e iniziai a radunare le mie cose, quelle che dovevo portare con me al castello, la mano di Cassidy però si posò sul mio braccio, facendomi fermare «Non devi recitare questa parte con me, tanto lo so.»

«Non ho idea di cosa tu stia parlando.»

«E invece sì... Lo hai fatto apposta a non ucciderlo Liam. Hai mirato appositamente alla spalla, mancando il cuore...»

«Non mi conosci abbastanza per dire una cosa del genere.»

«E invece penso di sì. Tu non sei un assassino, non lo sei mai stato e mai lo sarai.»

«Ed è qui che ti sbagli... Ho ucciso un sacco di persone nei tornei.» vidi dipingersi sul viso di Cassidy confusione, probabilmente non si aspettava per nulla questa confessione «E non ci avrei pensato due volte ad ammazzare anche William...»

«E allora perché non lo hai fatto? Perché? Voglio la verità Liam!» nella sua voce si poteva distinguere facilmente la rabbia e la frustrazione, voleva davvero sapere perché non lo avevo ucciso? Sinceramente?

«A te lui piace... L'ho fatto per te Cassidy.» eccola la verità nuda e cruda, tutto quello che avevo fatto era per lei, persino la mia vittoria l'avevo dedicata a lei all'insaputa di tutti.

Lei non rispose, era ancora più confusa di prima, e comunque io non le feci aggiungere altro «Adesso vattene Cassidy.» volevo che uscisse una volta per tutte, ma non solo dalla mia tenda, ma dalla mia intera vita.

«Io volevo sol-»

«Cassidy. Fuori di qui.» dissi brusco, lei rimase ancora qualche secondo ferma a guardarmi, si voltò e uscì dalla tenda, lasciando però prima cadere a terra qualcosa.

Mi avvicinai a vedere cosa fosse e immediatamente lo riconobbi: era un fiore, un Non ti scordar di me. Lo strinsi tra le dita e poi lo misi in tasca, dopo lo avrei messo in un posto sicuro.

 

Mi passai una mano sul viso, cosa ne sarebbe stato della mia vita? Dovevo iniziarne una con una donna tanto stupida quanto bella e che non sopportavo, con il mio cuore che apparteneva alla ragazza che aveva appena lasciato cadere un messaggio d'addio a terra nella mia tenda.

Cosa dovevo fare ora?

 

Ciao Gente! Come state?

Ecco a voi l'ultimo capitolo di questa storia, cosa ne pensate? Cosa pensate che farà ora Liam? Susu fate congetture che mi piace sempre capire quello che pensate!

Come al solito ringrazio tutti i miei lettori, coloro che hanno iniziato a seguire la storia e che l'hanno inserita tra le preferite, i miei ringraziamenti più grandi ovviamente vanno però a LUNA5 e a Flaffylovethenet, grazie per aver recensito e per avermi fatto capire quello che pensate <3

Ci vediamo al prossimo aggiornamento guys,

peace & love,

Suomalainen

  
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