"Dobbiamo
sapere, Magnus."
Disse Jace una settimana dopo, dopo aver messo a letto William. Il
piccolo aveva
giocato tutto il pomeriggio con Simon e Isabelle, felice come non mai;
dal
momento in cui era tornato a casa, era stato sommerso da tanto di
quell'amore
che non smetteva mai di ridere e ogni suo piccolo sorriso guariva una
ferita
nel cuore dei suoi genitori.
Era
straordinario quanto potesse cambiare
in così poco tempo: non appena Jia aveva fatto ritorno ad
Alicante, aveva fatto
sapere al rappresentante dei Vampiri che ogni tentativo di colpire la
famiglia
Herondale sarebbe stato considerato una dichiarazione di guerra ai
Nephilim e
sarebbe stato trattato di conseguenza. Di fronte al probabile sterminio
della
loro intera specie, i Figli della Notte avevano saggiamente deciso di
rinunciare ai loro sogni di tornare alla luce del sole ed erano stati
ricompensati con il tacito perdono per aver anche solo pensato di
allearsi con
i Fatati contro gli Shadowhunter. Ovviamente i licantropi erano
furibondi per gli
attacchi ai loro branchi e quindi ora i vampiri non se la passavano
troppo
bene, ma finchè la vendetta non avesse superato il limite, i
Nephilim erano
decisi a non intervenire e lasciare che se la sbrigassero da soli.
Per
la prima volta da mesi, Clary e
Jace si sentivano al sicuro. Le fate erano ancora sconvolte per la
perdita
della loro Regina e stavano cercando di sopravvivere e scegliere un
nuovo
regnante fra i parenti della defunta. Stranamente l'emissario delle
fate Seelie
mandato al Conclave sembrava quasi sollevato che la vecchia Regina
fosse morta.
"Non
ci avrei mai
creduto," aveva commentato Clary, di ritorno da una delle sedute del
Consiglio, "ma credo che i fatati fossero stanchi di dover sopportare
la
Regina e il suo odio per gli Shadowhunter. Sembra che questo
ambasciatore stia
davvero cercando di lavorare con noi per stabilizzare il Regno Fatato,
dice che
è ora di ricostruire."
E
Jace ne sapeva qualcosa perchè si
stava mantenendo in contatto sia con l'ambasciatore sia con Jia, per
assicurarsi che ai fatati fossero risparmiate ulteriori punizioni: lo
doveva a
Kaelie.
Quello
che non piaceva a nessuno
invece, era la comparsa a Idris di Spyra, la Principessa Unseelie. Era
venuta
per perorare la richiesta del fratello di separare formalmente la sua
razza
dalle fate Seelie e gli Herondale e i Lightwood erano costretti dalla
promessa
di Alec al Re della Corte Unseelie a sostenere le sue dichiarazioni
davanti al
Consiglio. Era una cosa che detestavano, ma lo stavano facendo
comunque. Uno
Shadowhunter onora sempre le sue promesse.
A
parte le sedute del Consiglio
però, Jace e Clary non andavano mai a Idris e non rimanevano
mai per più tempo
del necessario. Avevano faccende personali da sistemare a casa... come
decidere
cosa fare della figlia di Sebastian.
"Siete
sicuri?" Chiese
Magnus, guardando Jace. "Forse potremmo aspettare un altro po'."
"No."
Clary era con loro,
fuori dalla porta della camera dove dormivano William e la bambina.
"William non vuole stare senza di lei. Piange se non sono insieme, e
lei
piange quando è da sola. Dobbiamo affrontare la
possibilità che siano in
qualche modo legati."
"E
se lo fossero?" Chiese
Alec, appoggiandosi al muro di fianco alla porta. Anche Isabelle e
Simon erano
lì e li guardavano preoccupati.
"Non
lo so." Sospirò Jace.
"Kaelie diceva che la bambina era sempre malata, che era debole, ma non
ha
mai nemmeno sternutito da quando è qui. E i suoi occhi sono
verdi, non neri.
Forse Will l'ha guarita davvero e questo li ha legati insieme."
Magnus
scosse la testa, guardandolo.
"Sono abbastanza sicuro che non sia accaduto. Deve esserci uno scambio
per
legare insieme due persone e non credo che la bambina abbia mai dato
niente a
Will. La Regina avrebbe dovuto infrangere il cristallo per
somministrare a
William il sangue della piccola e in quel caso non sarebbe stato
sufficiente
condividerlo con la magia. Avrebbe dovuto estrarlo da lei e questo
avrebbe
significato indebolirla: non avrebbe mai rischiato di farlo prima di
essere
sicura che lei fosse guarita."
Ci
fu un momento di silenzio prima
che Magnus riprendesse. "Onestamente penso che dovremmo considerare la
possibilità che si vogliano bene come fratelli. Semplice
amore, senza nessuna
magia oscura coinvolta. Will è passato attraverso l'inferno
negli ultimi mesi e
gli è stato ripetuto fino alla nausea che la bambina
è sua sorella. E lei lo
riconosce perchè ha il suo sangue nelle vene."
Jace
e Clary si scambiarono uno sguardo
strano e Simon fischiò, annuendo. "Oh, ora capisco, Fray.
Voi due vi state
affezionando alla bambina, vero? E prima di innamorarvi definitivamente
e perdutamente
di lei, avete bisogno di sapere se è malvagia o no."
"Io
non... lei non..."
Tentò di rispondere Clary, ma poi ci rinunciò
guardando il suo parabatai. "Sei
frustrante,
Simon."
"E'
che ti conosco. A volte più
di quanto tu non conosca te stessa."
"E'
solo che..." Jace si
passò nervoso la mano fra i capelli. "Stava piangendo prima.
Piangeva e
non si fermava. Poi Clary l'ha presa in braccio, lei l'ha guardata e mi
ha
afferrato un dito. Si è rilassata fra le braccia di Clary e
si è addormentata
stringendomi il dito. Non voleva lasciarmi, così ci siamo
seduti e poi è
arrivato William, mi si è arrampicato in braccio ed
è rimasto lì con questo
sorriso che..."
Guardò
la sua famiglia e sospirò.
"Dobbiamo sapere se sta bene, dobbiamo sapere che starà...
bene. Che non
si ammalerà o che non crescerà solo per diventare
un mostro che saremo
costretti a fermare. Capite?"
"Ti
dirò una cosa, Jace."
Disse Alec, le braccia incrociate davanti al petto. "Ti ricordi quando
è
morto Hodge? Gli hai chiesto perchè non ti avesse mai detto
niente di Valentine
e di quello che ti aveva fatto. Ricordi cosa ti ha risposto?"
Jace
rimase in silenzio per un
minuto prima di mormorare. "Ha detto che non sapeva con sicurezza chi
io
fossi. E che sperava che l'educazione contasse più del
sangue."
"Se
ami questa bambina, puoi
fare la differenza." Continuò Alec, annuendo. "Anche se il
sangue di
Sebastian fosse ancora in lei, puoi aiutarla a ignorarlo. Sebastian
è stato
cresciuto nell'odio e nel rancore, questa bambina sarebbe protetta.
Saprebbe
cosa vuol dire amare."
"Oh
fratello, hai un cuore così
tenero." Sussurrò Isabelle, appoggiando la testa alla spalla
di Alec.
"Ma ha ragione lui. Odiavo Sebastian, lo sapete. Ha ucciso Max. Ma
onestamente, guardo sua figlia e vedo solo una bambina. Non vedo niente
di lui
in lei. Lei sorride. Ride. E' innocente."
"E
qualunque rituale facessi
per assicurarmi che il sangue di demone sia svanito, le farebbe del
male."
Aggiunse Magnus. "Dovrei controllare se reagisce a qualcosa di
demoniaco e
non sarebbe facile per lei, soprattutto se è guarita davvero
e il sangue
angelico di William ha rimpiazzato il suo."
"E
se..." Chiese Clary
dopo un momento di silenzio. "E se fosse un errore? Se il sangue fosse
più
importante dell'educazione? Che succederà se quando cresce
ci accorgiamo di
aver fatto la scelta sbagliata?"
"Non
puoi saperlo." Simon
fece un passo avanti verso di lei. "Nessuno può. Il sangue
non è l'unica
cosa che ci fa diventare malvagi, sai. Pensi che Dart Fener abbia
ceduto al
Lato Oscuro della Forza perchè era scritto nel suo DNA? Ha!"
Clary
lo colpì sulla spalla,
cercando di non ridere. "Solo tu potevi tirare fuori un riferimento a
Guerre Stellari proprio ora, Simon."
"Ehi,
ma è vero!"
Insistette lui. "E guarda cosa è successo. Ha ceduto al Lato
Oscuro, ha
fatto un sacco di cose orrende, ma alla fine ha ritrovato se stesso e
ha
salvato tutti."
"Nel
suo essere un nerd, ha
ragione, Clary." Isabelle non fingeva nemmeno di non stare ridendo.
"Le cose succedono. La vita succede. Può andare bene e
può andare male, ma
alla fine non possiamo fare altro che il nostro meglio."
Clary
stava per rispondere quando un
improvviso grido di protesta si levò dalla porta dietro di
lei e lei si
precipitò dentro per controllare. Un secondo dopo, il pianto
cessò e lei tornò
fuori con un soffice fagottino fra le braccia. La bambina era sveglia,
gli
occhi verdi aperti e curiosi, un ciuccio in bocca che lei succhiava
religiosamente. Una mano afferrò una ciocca dei capelli
rossi di Clary e
cominciò a girarla fra le dita, affascinata dalla trama.
"Will
sta ancora dormendo. L'ho
presa prima che lo svegliasse." Bisbigliò, tenendo la
bambina con cura.
"Io
dico di chiamarla
Leila." Disse Simon all'improvviso, guardando la piccola avvolta nella
sua
copertina rosa. "Così ricorderà sempre che
può essere un Jedi e non un
Sith."
"Sul
mio cadavere,
Lovelace." Jace gli diede un buffetto sulla testa. "E comunque
abbiamo già un nome per lei."
Calò
il silenzio quando tutti
capirono improvvisamente che la decisione era stata presa: dare alla
bambina un
nome significava che l'avrebbero tenuta, nel bene e nel male. Non
l'avrebbero
sottoposta a nessun esame, non le avrebbero fatto del male in quel
modo. Tutto
quello che potevano fare era amarla, renderla parte di una famiglia che
l'avrebbe protetta e adorata tutta la sua vita. E, anche se sembrava
strano,
dato che era la figlia del loro peggior nemico, nel loro cuore loro
sentivano
che era la cosa giusta.
"Allora,
come si chiama?"
Chiese Isabelle, un sorriso sulle labbra.
"Il
suo nome è Laetitia."
Rispose dolcemente Clary.
"La
traduzione latina di
Gioia?" Alec sollevò un sopracciglio, guardandola. "Di
sicuro sorride
abbastanza da meritarsi quel nome."
"E'
di buon augurio." Mormorò
Jace, raggiungendo Clary e accarezzando la testa della piccola. "E'
nata
nel dolore, nell'odio e nella malattia. Ora vogliamo augurarle ogni
gioia,
vogliamo che si senta sempre amata, che sorrida sempre."
"E
poi," sorrise
orgogliosamente, "mi piace come suona con il mio cognome. Decisamente
figo."
"Laetitia
Herondale."
Sorrise Clary, chinandosi per baciare la fronte della bambina. "Nostra
figlia. Benvenuta a casa, tesoro."
***
Clary
portò il passeggino in cui
Laetitia dormiva verso l'acqua e guardò suo marito e suo
figlio giocare nella
neve. William stava prendendo a palle di neve suo padre e Jace rideva
nel fare
da bersaglio.
"Ciao
Jonathan." Chiamò
dolcemente. "Immagino che non mi aspettassi così presto,
vero? Dopotutto
l'ultima volta che sono venuta qui, ti ho maledetto."
Sospirò
e accarezzò gentilmente la
guancia di sua figlia.
"Le
cose sono cambiate. Ancora.
E questa volta per il meglio. William è tornato e grazie
all'Angelo sta bene.
E' stato solo un inganno crudele, ma in qualche modo sono grata per
questo,
perchè almeno so che è sano. Parla di nuovo
adesso e la mia gioia più grande è
sentirlo chiamare me. Ogni volta che dice Mamma, non posso che
sciogliermi. Ci
può essere un bambino più dolce di
così?"
Guardando
l'acqua calma, continuò.
"E' stata dura. Lo è ancora. Ma sto guarendo e posso
ringraziare Jace per
questo: è così paziente con me, così
amorevole. A volte mi sento
un'adolescente, con lui, a contare tutti i passi che facciamo insieme.
E no,
non intendo dirti a che punto siamo io e lui... andiamo, sarebbe
disgustoso,
fratello."
Sorrise,
una luce segreta, felice,
negli occhi. "Ma sta andando bene e andrà sempre meglio. Non
lascerò che
Jiliel mi porti via tutto questo, come ha cercato di fare. Non gli
darò quel
tipo di potere su di me. Quindi si, starò benissimo."
Sollevò
gentilmente Laetitia dal
passeggino e la bambina si svegliò lentamente, sbadigliando
e stiracchiandosi.
Guardandola, Clary sorrise ancora.
"Sono
venuta oggi perchè voglio
che tu incontri qualcuno di speciale. Non ne hai mai avuto l'occasione,
ma credo
che sia importante presentarvi: questa è tua figlia,
Laetitia." La baciò e
la tenne in braccio, sollevata vicino al suo viso. "La gente pensa che
sia
un'orfana che io e Jace abbiamo adottato dopo l'ultima battaglia con i
Fatati e
va bene così. Stiamo lavorando alla pace con loro, in modo
che lei non debba
mai soffrire come è successo a Helen e Mark Blackthorn. La
crescerò come se
fosse mia figlia e ti prometto che l'amerò come se l'avessi
partorita io. Sarà
protetta, adorata, ci prenderemo cura di lei. Proprio come sarebbe
dovuto
succedere a te, fratello. E un giorno, quando sarà grande
abbastanza, Jace e io
le diremo la verità e ci assicureremo che conosca il vero
te, quello che non ha
mai avuto la possibilità di esistere. Te lo prometto."
Clary
abbracciò forte Laetitia e
all'improvviso la bambina si girò, guardando il lago.
Sorrise e allungò la manina,
come se stesse afferrando qualcosa, proprio nel momento in cui una
strana
brezza tiepida accarezzava lei e Clary. Clary chiuse gli occhi,
lasciando che
il vento le passasse sulle guance e sollevò il viso verso il
sole, mentre un
sommesso "Grazie" le sussurrava all'orecchio, prima di venire portato
via dalla brezza, in alto nel cielo, verso la luce.
William
rise dietro di lei e Clary
vide che lui e Jace si stavano avvicinando.
Baciò
di nuovo sua figlia, la
sistemò nel passeggino e si unì con lei al resto
della sua famiglia per giocare
nella neve.
FINE
***
Nota
dell'Autrice:
E
questo è tutto, gente. Sto sorridendo così tanto
al momento che mi fa male la
mascella, sono così felice di avercela fatta!
Come
avete visto non sono saltata
avanti nel tempo per vedere cosa succederà a Will e Laetitia
perchè non so come
cresceranno. Ho lasciato quella porta aperta e condivido la speranza di
Jace e
Clary che Laetitia crescerà per diventare una giovane donna
felice e amorevole
perchè è stata cresciuta così, amata e
protetta da sempre. E' come voglio
immaginarla ed è il mio tributo a Jonathan Morgenstern e
all'uomo che avrebbe
potuto essere se fosse stato allevato con amore e non con odio.
Una
spiegazione per il nome
Laetitia. Perchè l'ho scelto? Volevo un nome che augurasse
alla bambina buona
fortuna per la sua vita e ci ho pensato a lungo. La scelta
più ovvia era Hope
che significa Speranza (ricordate che questa fanfic è stata
scritta prima in
inglese e solo dopo ho deciso di riscriverla in italiano e pubblicarla
qui) ma
non mi piaceva. Poi mi è venuto in mente Dawn, Alba, come
inizio di un nuovo
giorno, una nuova vita. E infine sono arrivata a Joy, Gioia e ho
sentito che
era il nome giusto. Ma non mi piaceva come suonava! Ho cercato nomi che
significassero Gioia in lingue diverse e ho trovato Laetitia, il nome
latino.
Il nostro Letizia, per dire. Dal momento che per gli Shadowhunter il
latino è
una lingua studiata e conosciuta, ho pensato, perchè no? E
mi piaceva come
suonava. E così la bimba è diventata Laetitia :)
E
poi le storie dell'Accademia
continuavano a uscire e io continuavo ad aggiungere dettagli presi da
lì, come il
mio nominare il piccolo Max Lightwood, o il cognome di Simon. Non so
nemmeno
quante volte ho corretto i capitoli, aggiungendo cose qui e
là, cambiando le
parole... è stato un lavoro infinito ma l'ho amato
dall'inizio alla fine e sono
felice della mia decisione di tenere in sospeso questa fanfiction fino
a quando
l'ho conclusa: in questo modo mi sono assicurata di aver detto tutto
quello che
intendevo dire e nel modo in cui volevo farlo. Ho cercato di darvi una
storia
il più perfetta possibile.
Non
so se scriverò di nuovo
qualcosa, come ho detto i miei personali Will e Laetitia mi tengono
molto
occupata, ma mai dire mai! Ho qualche idea, ma sarebbero comunque
storie
completamente AU, come la mia oneshot. In ogni caso, se pubblicassi di
nuovo
qualcosa, almeno saprete che ci arriverò in fondo
perchè non mostrerò mai più
un mio lavoro senza averlo prima terminato: ho imparato quella lezione
con un
altro paio di fanfic (in inglese e riguardanti un altro fandom), che
non ho mai
finito.
Cos'altro
posso dire? Ho amato
questa storia con tutto il mio cuore e anche sentire le vostre opinioni
e fare
questo viaggio insieme. Spero che la mia fantasia vi abbia tenuto un
po' di
compagnia in questo paio di mesi.
Grazie a tutti, dal profondo del mio cuore! E' stato un bellissimo viaggio :)