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Autore: borndumb3dumber    04/03/2016    1 recensioni
«Devi dire che sono il tuo preferito o vado da Yun»
Spalanco la bocca alla sua richiesta, esterrefatta dall’assurdità della questione, ma nell’esatto istante in cui provo a contestarlo, muove un dito verso il pulsante dell’ascensore. [...]
«E va bene!» mi arrendo. Porto le mani alle tempie e chiudo gli occhi. Un profondo respiro e sto guardando di nuovo le sue iridi scure. [...]
«Sei il mio preferito» borbotto le parole e mangio consonanti volutamente in modo da distorcerne il suono. Come mi aspettavo, tuttavia, il ragazzo non se lo fa bastare.
«No» scuote la testa «Devi dire il mio nome e scandire le parole. Potresti averlo detto a chiunque»
«Ho detto» ripeto, stringendo i denti per non dare di matto proprio adesso «che tu, Junhoe, sei il mio preferito»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sbuffo per l’ennesima volta e mi sistemo nervosamente i buchi per gli occhi. I vestiti che indosso sono troppo scoprenti per i miei gusti, anche se Mike si è impegnato per riservarmi quelli più sobri.
Lo sguardo di Junhoe mi ha fatto capire sin da subito che sarebbe andata in questo modo e trattengo gli insulti in una meditazione mentale.
«Sunhee » mi richiama Jinhwan «ma perché hai accettato se non vuoi?»
Adesso chi glielo spiega? Alla fine Junhoe ha avuto la brillante intuizione di sostituire la ragazza che si è fatta male sul set con me, in modo da dare manforte al più grande durante le riprese e farlo sembrare tranquillo nel video.
«Chiedilo al tuo amico» rispondo, indicando con il mento Junhoe a qualche metro da noi che parla animatamente con gli altri del gruppo. Jinhwan assume un’espressione interrogativa, ma non domanda altro.
«Sunhee?» chiama Jinhwan e vedo delle ragazze avvicinarsi a lui con sorrisetti beffardi sul volto.
«Aria, spilungone» le ammonisco da subito e aggancio un suo braccio al mio, portandolo vicino agli altri ragazzi. Questi mi guardano per un attimo e Yunhyeong parla per primo «Sembra Sunhee, non è vero?».
Mi aspetto che qualcuno gli dia un colpetto in testa per non essersi reso conto che sì, sono io, ma gli unici due a saperlo per certo, Junhoe e Jinhwan, scoppiano a ridere di gusto.
«Io sono Sunhee» chiarisco con il sottofondo delle loro risate. Il corpo di Yunhyueong si raddrizza di colpo e assume una posa più virile. Tossisce un po’ per schiarirsi la voce e inventa palesemente di aver finto per prendermi in giro. Nessuno se la beve e iniziano ad imitarne l’atteggiamento. Approfitto di questo momento per prendere Junhoe da parte.
«Non posso stare dietro Jinhwan in ogni istante, ci sono delle scene in cui non ho la possibilità di avvicinarmi. Dovrai vedertela tu» lui annuisce e mi guarda meglio.
«Chi è che indossa un passamontagna rosa adesso?» mi deride e digrigno i denti contrariata. Lo avevo minacciato di convincere Mike a fargli girare un video musicale nelle stesse condizioni che adesso affliggono me. L’unica cosa positiva è che nessuno ha la minima idea di chi io sia.
Il regista ci richiama tutti e assumiamo le nostre rispettive posizioni sul set. Per una buona ora andiamo avanti piuttosto tranquillamente e mi ritrovo compiaciuta a scuotere la cabina telefonica in cui Junhoe gira una scena. In una successiva il regista dice a tutti di interagire come in “un’amichevole colluttazione” e riesco anche a farlo cadere, ma per il resto passo la maggior parte del tempo a scuotere Hanbin per il colletto della sua maglia azzurra mentre mi ride in faccia o a tirare Jinhwan lontano dalle ragazze di prima.
Ad un certo punto ci siamo noi ragazze da un lato e gli iKON di fronte, schierati per quella che deve sembrare una partita di dodgeball.
Il momento della vendetta sembra arrivato: riesco ad appropriarmi di una delle palle messe a disposizione e, attendendo l’istante perfetto, miro a Junhoe, colpendolo al sedere. Spalanca la bocca e si appresta a ricambiare il colpo, senza però riuscirci. Continuiamo a girare la scena per quelli che sembrano secoli e il mio bersaglio non cambia. La situazione, però, ad un certo punto sembra degenerare.
Ho una palla in mano e carico il colpo dietro la testa per l’ennesima volta, ma mi blocco: qualcosa, proveniente dalla mia sinistra, mi colpisce la parte sinistra del volto facendomi finire per terra. Il dolore si irradia prepotentemente dalla guancia all’occhio e mi afferro la parte colpita in un gesto istintivo. Potrebbe essere stata una pallonata, ma il colpo mi è sembrato troppo violento. Nonostante abbia solo un occhio aperto –l’altro coperto dalla mia mano-, riesco comunque a vedere Yunhyeong1 farsi avanti a grandi falcate verso il nostro lato, togliendosi la giacca come prima di una rissa. Anche gli altri sembrano accorgersi di quello che è successo e, mentre Jinhwan mi guarda da lontano senza sapere come comportarsi, Hanbin si porta avanti nel tentativo di fermare Yunhyeong, il quale viene colpito al collo da una palla. Giro lo sguardo verso il punto di lancio e non sono molto sorpresa dal vedere le stesse ragazze che infastidivano Jinhwan. Lo “spilungone” non deve aver fatto loro molto piacere, evidentemente. Una di loro ha le nocche di una mano leggermente contuse: è stata lei a colpirmi.
I ragazzi non si lasciano scoraggiare e, anzi, iniziano un combattivo lancio di palle, contornato da urla di guerra e onore. La canzone continua a risuonare sul set e nessuno sembra voler fermare la situazione. Sono sicura che con i giusti tagli sarà possibile estrapolare la scena dal suo contesto per adattarla al video musicale. Mi alzo il più velocemente possibile e arrivo barcollante fuori dal set, dove Mike mi aiuta a sedermi.
«Ti hanno colpita proprio forte per una pallonata» commenta e mi toglie il tessuto che mi copre il volto. Evito di dire che non è stata una pallonata solo per non ingigantire troppo la vendetta di una vamp. Emetto qualche lamento al suo sfregare sul mio volto e con una mano mi mantengo salda alla sedia nel momento in cui la testa inizia a girarmi. Realizzo di avere l’occhio sinistro completamente chiuso solo quando Mike mi chiede «Ti fa tanto male?»
Osservo la zona in cerca di uno specchio che non trovo e chiedo allo stilista di aiutarmi ad allontanarmi dal caos per lo stordimento troppo forte. Mi aggrappo al suo braccio e siamo fuori dopo poco senza aver però scampato delle cadute dovute ai miei piedi che inciampavano l’uno sull’altro. La porta per il set si chiude alle nostre spalle e una cosa fredda mi viene premuta sul volto. Il suono ovattato della canzone si interrompe quasi subito, forse per un cambio d’abiti. Non rimarrei esattamente esterrefatta davanti alla noncuranza del cast all’avvenimento, in fin dei conti la scena è stata girata ed anche molto bene.
«Ferma» dice Mike in risposta alle mie lamentele, premendo ancora di più la sacca di ghiaccio.
«E’ tanto brutto?» domando in cerca di una risposta sincera. Non c’è bisogno che lui dica niente perché dal suo sguardo capisco che devo avere una palla viola al posto dell’occhio.
«Oltre alla fregatura anche la beffa» mormoro, ripensando al fatto che, non solo non volevo fare questa cosa, ma c’ho anche rimesso!
La porta del set si apre nuovamente rivelando un preoccupato Yunhyeong seguito da Bobby e Hanbin.
«Sunhee» prende delicatamente il mio mento tra l’indice e il pollice per osservarmi meglio e la sua fronte si aggrotta notando l’occhio. Si allontana poco dopo, il dispiacere dipinto sul volto.
«Non lavoreranno più con noi, questo te lo assicuro» garantisce Hanbin stringendomi una mano. Jiwon si siede al mio fianco senza dire niente, ma lascia che sia la mano sulla mia spalla a trasmettermi la sua mortificazione.
«Ragazzi non ho mica perso un braccio» replico, cercando di usare ironia nella voce, la quale però si incrina per il dolore alla guancia che il parlare mi ha provocato. Yunhyeong scuote la testa e passa una mano tra i capelli «Ti ha dato un pugno in faccia!»
«Un pugno?» esordisce Mike, fin’ora rimasto in silenzio «Credevo fosse stata una palla»
«Erano palle troppo leggere per una contusione del genere» spiega Jiwon e lo stilista scuote solo di più la testa come a non poterci credere.
«Mi avete difesa» faccio notare loro, abbandonando la tattica dell’ironia e cambiando direzione del discorso «Questo basta e avanza a farmi sentire meglio»
«Yunhyeong sembrava re Leonida» ridacchia Hanbin dopo essersi avvicinato per spintonarlo. Il diretto interessato abbandona finalmente la brutta cera sul volto e si concede una risata, scherzando sulla cosa.
«Mi ci sentivo! Avere una palla in mano non è mai stato così bello»
«Vorrei ricordarti che hanno colpito anche te, quindi non ti vantare troppo» gli fa notare Jiwon e Yunhyeong porta una mano al collo arricciando le labbra.
«Non l’ho neanche sentito» ribatte risoluto. Le risate vengono interrotte dal mio capo che ci raggiunge fuori.
«Dovete tornare sul set» dice rivolta ai tre ragazzi.
«Ma Junhoe…» inizia Hanbin. Viene interrotto dalle parole di Haewon «Non importa. Andate» e rientrano non senza prima avermi detto di prendermi cura dell’occhio e ritornare in forma.
«Jinhwan mi ha detto quello che è successo» comincia e Mike mi osserva con una domanda nascosta nello sguardo. Scuoto la testa nella sua direzione, non volendone parlare adesso.
«La prossima volta devi comunicare con me, Sunhee, avrei potuto risolvere la situazione evitando tutto questo»
Vorrei dirle che era esattamente ciò che avevo intenzione di fare, ma ripenso al ricatto di Junhoe e semplicemente abbasso la testa, fingendo un’afflizione che non sento realmente mia.
«Mi dispiace, non volevo creare problemi» dico con il tono più rattristato possibile e Haewon scuote la testa senza dirmi altro. Si rivolge poi a Mike per spiegargli la situazione a cui faceva riferimento e mi congedo asserendo di stare almeno un po’ meglio per prendere le mie cose e andare a casa a morire nella depressione e nell’impotenza per i prossimi tre giorni. Non proprio con queste parole, ma il concetto è quello.
Trovo Jinhwan ad aspettarmi nel camerino.
«Mi sento malissimo per quello che è successo, spero tu possa scusarmi» parte subito, seguendo il tutto con una serie di inchini.
«Jinhwan» lo fermo, afferrandolo per le spalle. Punta lo sguardo sul mio volto e anche lui, come gli altri, mostra dispiacere per l’occhio livido. Lo stringo in un abbraccio sentito e all’altezza del suo orecchio mormoro «Non mi è dispiaciuto prendere un pugno in faccia per un amico» e mi distacco da lui, con ancora le mie mani a stringere le sue braccia con affetto. Gli sorrido e lo sento sciogliersi sotto il mio tocco. Vuole dire altro ma lo blocco dal principio.
«Ora ho bisogno di andare a casa».
 
I tre giorni successivi sono merdosi esattamente come uno si aspetterebbe.
L’occhio è uno schifo, tumefatto e dolorante e, cosa ancora più devastante, venerdì è domani e questo vuol dire: appuntamento con Jungsu. Non so come dovrei comportarmi in questa situazione, se dirgli la verità o trovare una scusa per rimandare la serata.
Però poi penso che capirà sicuramente quello che ho fatto e perché l’ho fatto e non mi farà sentire così male; non mi farà sentire come mi ha fatto sentire Junhoe che prima mi ha tirata in una situazione scomoda e non si è neanche premurato di interessarsi alle mie condizioni. Non pretendevo un corteo di scuse o la promessa del suo primogenito maschio come sacrificio, bastava anche solo non fregarsene del tutto. E mi sta facendo sentire anche peggio perché gli sto addossando tutta la colpa quando so che non ha pianificato quel pugno.
Jungsu non è così.
Non mi avrebbe incasinato l’esistenza perché di me gli importa e non solo a causa di suoi eventuali sentimenti nei miei confronti, ma perché sono una persona e lui rispetta le persone indipendentemente dal legame che queste hanno con lui.
Prendo il telefono fisso –ho dimenticato il mio a lavoro ma me ne frego altamente di riprenderlo- e lo chiamo subito. Risponde dopo soli tre squilli e la sua voce sembra sorpresa.
«Ciao Sunhee! Come mai questa chiamata? Qualche problema per domani?»
«No, solo…» esito un po’, cercando un modo di fargli capire quello che è successo senza raccontargli l’effettiva storia «E’ successa una cosa» dico alla fine. Alla faccia della sintesi.
«Stai bene?» mi chiede preoccupato prima di ogni altra cosa e sento delle lacrime pungermi gli occhi. Tra tutte le cose che avrebbe potuto domandarmi, mi ha chiesto se sto bene. Asciugo via una lacrima solitaria e mi riprendo il più possibile prima di rispondere.
«Un occhio nero, ma sì»
«Qualcuno ti ha fatto male?» la sua preoccupazione cresce esponenzialmente nel tono della voce e mi affretto a rassicurarlo.
«Solo una ragazza troppo infantile per la sua età. Ascolta, ti ho chiamato perché il mio occhio fa più che schifo e vorrei passare una serata come si deve» ammetto «Ma non vorrei che questo ti portasse a pensare che io non voglia uscire con te, perché voglio, davvero tanto»
Per un secondo non sento null’altro che rumori di sottofondo, ma la sua risata cristallina interrompe qualsiasi altro mio pensiero.
«Credevo seriamente che volessi chiudere qualsiasi rapporto con me, sai»
«Non ci pensare neanche!» ribatto, più che certa delle mie parole.
«A me va bene, Sunhee. Aspetterei anche mesi pur di guardarti negli occhi una serata intera» mi dice alla fine e mi lascio sprofondare sul divano di casa, in estasi. Rimandiamo la serata a quando starò fisicamente meglio e chiudo la telefonata con un sorriso sulle labbra.













1---> questa è la scena a cui ho fatto riferimento: Yunhyeong 
 
   
 
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