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Autore: The_Lock    04/03/2016    1 recensioni
A grande richiesta, il secondo capitolo della saga It's Up to You. Ashley è una matricola che si trasferisce nel campus St. Collins. Tra confraternite e segreti, il gioco interattivo ritorna: a fine di ogni capitolo si dovrà scegliere tra due o più opzioni, ognuna delle quali avrà delle conseguenze. Il primo a commentare ha il diritto di scegliere.
Genere: Horror, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'It's up to you!'
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ST. JUDE HOTEL, ore 00:42

 

 

Linsday scosse la testa e si grattò i gomiti come era solita fare mentre era sotto pressione. Logan allora sbuffò e ritrasse la mano, uscendo definitivamente dalla camera e prendendo Madison per il polso così da essere inseparabili mentre vagavano verso i corridoi bui del St. Jude Hotel.
I ragazzi non sapevano dove andare, ma il solo fatto di muoversi impediva loro di cadere nello sconforto più totale. Ovviamente ad ogni angolo giravano con la cautela di chi sa di essere braccato, ad ogni rumore si fermavano e tendevano l'orecchio attento per capire cosa avesse generato il suono e si guardavano spesso le spalle convinti di avere una presenza lì ad osservarli.
La vaga ironia della situazione che aveva costretto entrambi, Logan e Maison, che si odiavano sin dal primo incontro, ad aiutarsi fece leggermente sorridere entrambi; sebbene non sapevano quanto uno poteva fidarsi dell'altra, ma non era questo il momento di mettere in dubbio la fiducia che riponevano nell'altro: erano l'unica arma che avevano contro l'assassino.

“Ci andavo a letto, sai?” disse Madison.

“Con Freddie, sì lo so.” disse Logan. Madison aggrottò la fronte: un'informazione del genere nelle mani di Logan un tempo le avrebbe fatto paura perché era un'arma di distruzione di popolarità.
“E perché non hai detto nulla?” chiese.
“Perché non sono affari miei.” mormorò Logan, facendo spallucce. Madison sorrise, pensando che, alla fin fine, sapeva che Logan era fedele- lo era sempre stato, con Jason -ma mai avrebbe pensato che questo rispetto arrivasse persino a lei; anche se forse era semplice menefreghismo.
I due ragazzi si sedettero per riprender fiato e rimasero in silenzio. Avevano poca forza per parlare e ancora meno per metabolizzare gli ultimi avvenimenti. “Poi, ci penso poi.” si ripetevano mentre l'immagine di Freddie morto li assaliva come un incubo.
Madison si poggiò alla parete e si sedette per terra, asciugandosi il sudore dalla fronte. La ragazza fissò lo sguardo su una di quelle finestre sbarrate sia dall'interno che dall'esterno e poi spostò lo sguardo sulle decorazioni, soffermandosi su una maschera che appariva abbastanza vecchia.
Per un momento, il cuore di Madison si fermò poiché le parve di vedere un occhio infuocato spiarla dalla fessura per gli occhi; ma poi si accorse che era solo un raggio di luce rosso che puntava in sua direzione.
Con il cuore a mille, la ragazza si avvicinò alla maschera e la tolse dal chiodo al quale era appeso, rivelando una piccola webcam accesa.
“Ma cosa...?” disse Jason, avvicinandosi.

“Ci sta spiando!” mormorò Madison, puntando gli occhi fissi sulla webcam.
“Logan... so chi è l'assassin...”
“MADISON, ATTENTA!” urlò il ragazzo e poi Madison sentì qualcosa colpirle la nuca e si fece tutto buio.

 

“Non era lui l'assassino.” sussurrò Ashley e gli occhi di Jason si spalancarono ancora di più, segno che stava entrando in uno stato catatonico.

“Come?” chiese, ma Ashley sapeva bene che il ragazzo aveva sentito perfettamente e no se la sentì di ripeterle perché anche per lei pesavano come un macigno sulla coscienza.
“Non è colpa tua! Hai agito d'istinto!” si affrettò a dire, prendendo il volto di Jason tra le mani e guardandolo con intensità “Siamo perseguitati da un assassino e io sono stata la cretina che ha urlato perché si sentiva in pericolo! Non ho neanche lasciato il tempo a Michael di spiegare perché ero convinta fosse lui! Tu hai solo agito di conseguenza; chiunque avrebbe fatto lo stesso.” disse, anche lei con le lacrime agli occhi.

“Sono un assassino...” mormorò Jason.

“No! È stato un incidente!” disse lei, abbracciandolo.

“Ash... tieni, prendi.” disse Jason porgendole la pistola. “Non posso più usarla... solo l'idea di fa vomitare.” spiegò con voce tremula.
“No, non la voglio.” rispose lei.
“Allora nascondila. Prendila, ti prego.” insistette lui.

Ashley tirò su col naso e guardò la pistola. Averne una addosso era una sicurezza in più, ma aveva causato la morte di un innocente. E se dovesse succedere nuovamente? Se, per sbaglio o per incapacità avesse colpito Jason o gli altri? Eppure senza pistola si sentiva alla totale mercé dell'assassino...

 

A) Ashley prende la pistola
B) Ashley nasconde la pistola
 

 

Linsday continuava a piangere, asciugandosi le lacrime che scendevano copiose e calde dai suoi occhi. Il sangue che sgorgava dalla ferita di Freddie stava ormai imbrattando la moquette della stanza e l'odore ferroso del sangue impregnava i suoi polmoni, tanto che la ragazza si alzò, corse in bagno e vomitò nel gabinetto.
Distrutta, si avvicinò al lavandino ed aprì l'acqua ma quella poca che ne usciva era tutta arrugginita e sporca. Come se quel rivolo d'acqua fosse stata la salvezza, vederla uscire così sporca generò in Linsday uno sconforto tale che la gettò nella più atroce disperazione.
Linsday singhiozzò violentemente, invocando l'aiuto di Dio e di sua madre mentre si batteva il petto con le unghie e si tirava i capelli fino a strapparli; in qualche modo sentiva di essere già morta.
Poi, all'improvviso, vi fu l'indubbio rumore di passi.
Il cuore della ragazza si gelò e Linsday trattenne il respiro: da dove venivano? Dal corridoio? Non riusciva a capirlo, allora appoggiò l'orecchio per terra e sentì le vibrazioni ma non riuscì ad identificarne l'origine. Che fossero Logan e Madison tornati per portarla con sé? Che fosse l'assassino?
Linsday chiuse la porta del bagno e aspettò che il rumore si facesse più vicino per identificarne la fonte quando, con orrore, si ricordò che all'interno dell'hotel vi erano numerosi passaggi segreti e, come per coincidenza, i suoi occhi intravidero una luce tremola provenire oltre una fessura tra le mattonelle.
Era un passaggio segreto, non vi era dubbio. E quella luce cos'era? Una candela o l'assassino che si avvicinava? E se l'assassino fosse stato fuori, nel corridoio, ad aspettarla?
Linsday si tappò il naso e cercò di pensare alla soluzione migliore: aveva il cinquanta percento di possibilità di morire.

 

C) Linsday va nel corridoio
D) Linsday va nel passaggio segreto


Carissime e carissimi,
wow qui l'adrenalina sale e il momento delle rivelazioni è vicino! Credo che tra due/tre capitoli questa storia finirà (sto già pensando ad un possibile It's up to you 3!). 
Madison ha capito chi è l'assassino... e voi? 
Dovrete decidere cosa fare della pistola, vale a dire di quest'arma a doppio taglio che già ha causato la morte di un ragazzo ma potrebbe (chissà!) salvare la situazione! E Linsday? A chi appartengono quei passi? E, soprattutto, dove vorreste che fuggisse? 
La scelta è vostra, 

The Lock

  
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